Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

domenica 16 dicembre 2012

The Economist. È di moda essere un tradizionalista nella Chiesa cattolica

L'immagine è presa da The Economist
Un testo interessante e in un certo senso sorprendente tratto da The Economist di ieri. Si possono notare molte inesattezze dovute alla superficiale conoscenza dei temi trattati: (la riforma liturgica è del 1969, non del 1962; le peculiarità della "Messa in Latino", cioè del Rito Romano usus antiquior sono indicate con approssimazione; i tradizionalisti vengono osservati quasi come su un vetrino da laboratorio e presentati come un fenomeno sociologico senza considerare gli elementi spirituali, ecc.). Tuttavia è curioso che a parlarne sia una testata politico-economica britannica che per giunta arriva a interrogarsi sulla validità dell'esperienza conciliare degli ultimi 50 anni...

Dal Concilio Vaticano II nel 1962, la Chiesa cattolica romana ha cercato di adattarsi al mondo moderno. Ma in Occidente, dove molti speravano che il messaggio contemporaneo fosse seguito i credenti più fedeli se ne sono andati in massa. La partecipazione alla messa della domenica in Inghilterra e nel Galles è caduta della metà, dall' 1.800.000 persone praticanti negli anni 1960, e l'età media dei parrocchiani è passata da 37 anni nel 1980 a 52 anni oggi. Dal 1960 in America la partecipazione è diminuita di più di un terzo. Meno del 5% dei cattolici francesi frequenta regolarmente la Messa, e in Italia solo il 15%. Mentre questa tendenza va accentuandosi, i tradizionalisti crescono.

Si consideri l'esempio della messa in latino, sostituita dal Vaticano nel 1962 dalle liturgie nelle lingue vernacolari. Nella forma più tradizionale, il prete consacra il pane e il vino sottovoce, dando le spalle al popolo: anatema a coloro che pensano che lo spirito di apertura è di moda! Ma Padre John Zühlsdorf, un prete e blogger americano, dice che è una sfida per i fedeli, contrariamente al melenso liberalismo delle celebrazioni usuali. « Non è una semplice riunione di scuola », egli dice. 

Altri condividono il suo entusiasmo. La Latin Mass Society of England and Wales, lanciata nel 1965, conta oggi più di 5000 membri. Il numero settimanale di messe in latino è salito da 26 nel 2007 a 157 oggi. In America, da 60 nel 1991 a 420. Nell'Oratorio di Brompton, un punto caldo del tradizionalismo londinese, 440 persone si recano alla messa principale della domenica celebrata in latino. È il doppio di coloro che partecipano a quella in inglese. Le donne portano foulard in pizzo, gli uomini vestono con il classico tweed.

Ma non è un luogo d'incontro per vecchi rimbambiti : la congregazione è giovane e internazionale. Come il cristianesimo evangelico, il cattolicesimo tradizionale attira persone che non ancora nate quando il Concilio Vaticano II ha tentato di ringiovanire la Chiesa. I gruppi tradizionalisti hanno membri in 34 paesi tra cui Hong Kong, Sud Africa e Bielorussia. "Juventutem", un movimento di giovani cattolici che amano la Tradizione, vanta un gran numero di attivisti in dozzine di paesi. I tradizionalisti utilizzano i blog, i siti web e le reti sociali per diffondere la parole e denunciare la renitenza delle diocesi moderniste e degli amministratori della Chiesa che per lungo tempo hanno visto i latinisti come una minoranza autoindulgente anacronistica e affettata. In Colombia, 500 persone che volevano partecipare alla Messa tradizionale hanno dovuto utilizzare un salone comunale (più tardi hanno trovato una chiesa).

Una grande svolta è intervenuta nel 2007 quando papa Benedetto XVI ha approvato ufficialmente l'uso della forma straordinaria del rito latino. Fino ad allora, la passione per la liturgia tradizionale poteva addirittura pregiudicare la carriera di un sacerdote. La Causa ha ricevuto una nuova forza anche dall'Ordinariato, un raggruppamento sponsorizzato dal Vaticano dedicato agli Anglicani convertiti. Dozzine di sacerdoti Anglicani hanno attraversato il Tevere abbandonando l'ala pesantemente ritualistica tutta incenso e campane dell'alto clero; essi hanno trovato un'accoglienza molto pronta presso i cattolici romani tradizionalisti.

Tra i cattolici più modernisti il ritorno dell'antico rito provoca una punta di costernazione. Timothy Radcliffe, che fu capo dei domenicani britannici vede in esso una sorta di nostalgia sullo stile di Braidshead rivisited. «Il rinnovamento tradizionalista», egli crede, è una reazione contro il «liberalismo di moda» della sua generazione. Alcune oscillazioni sono inevitabili. Ma per una Gerarchia della Chiesa nei paesi occidentali afflitta dallo scandalo e dalla decadenza, l'affiorare di un'avanguardia tradizionalista è spiazzante. Si tratta semplicemente di un sprazzo di eccentricità o è il segno del fatto che la Chiesa 50 anni fa ha fatto un passo falso ?
By Le Forum Catholique
[Traduzione a cura di Chiesa e post-concilio]

4 commenti:

Bernardino ha detto...

No, non e' un fatto di eccentricita', il fatto e' che la gerarchia da 50 anni ha fallito, cosi' come vediamo in tutte le chiese comprese anche quelle italiane. Gent.le Mic. vorrei sapere, se sei al corrente, se la mancata trasmissione della S.Messa dal Priorato di Rimini di oggi e' un fatto tecnico, oppure non ci sara' piu' la S.Messa online. Grazie per la tua cortesia, Bernardino.

Anonimo ha detto...

Caro Bernardino,
mi confermano che non ci sono problemi per la Santa Messa, ma si tratta di un problema tecnico del sito che è off line.
Entro una settimana tutto dovrebbe tornare a posto.

coraggioso cavaliere templare ha detto...

Pure The economist si è accorto che la Chiesa cattolica 50 anni fa per smania di novità ha fatto un passo falso ma io aggiungo che oltre al passo falso essa ha imboccato una strada praticamente impraticabile e senza scappatoie e vie di fuga STRADA SENZA VIA D'USCITA prego tornare indietro
DANGERS DANGERS DANGERS

Anonimo ha detto...

Di certe cose se ne stanno accorgendo anche gli "ignoranti" giornalisti inglesi. E' posibile che non se ne accorgano a Roma? Anzi, con l'occasione del cinquantesimo del concilio, il Vaticano si è sbizzarrito nelle nomine di alti prelati notoriamente progresisti( e dico poco).