Riprendiamo da Riscossa Cristiana.
Tener desta l'attenzione forse non serve a nulla nei confronti di pastori disattenti indaffarati, distratti, lontani, o chissà?
Può servire, però, a prender atto della realtà da parte di chi ancora non ha portato il cervello e il cuore all'ammasso della melassa mediatica e della deriva postconciliare sempre più incalzanti.
A Ognissanti, già centro di pastoralità studio e spiritualità di eccellenza, fino alla deportazione di Padre Lanzetta in Austria, il clima è cambiato. Parla un fatto nuovo, sintomatico del "regime" proprio della cosiddetta dissidenza, alla quale viene riconosciuto il sensus ecclesiae: quale sensus e quale chiesa, c'è da chiedersi....
Un penitente viene scacciato (ad alta voce, facendosi sentire dagli altri fedeli) e gli viene negata l’assoluzione. Il motivo? “Provo un ribrezzo verso i tradizionalisti assai più grande che verso i progressisti… “. Ma cosa sta accadendo nella chiesa di Ognissanti?
Sull’altare centrale, ancora “rivolto al Signore”, nella stupenda navata barocca della chiesa di Ognissanti a Firenze, un esile frate filippino, padre Leopoldo Maria, che la gente ormai chiama Fra’ Sorriso, sta celebrando, misticamente, in quel rito romano antico della Chiesa, la S. Messa dei Santi e dei Martiri, la “nostra” Messa, la Messa di sempre e di tutti…Le persone seguono nel più assoluto silenzio, rispondendo, in latino, al sacerdote.
C’è, tra i fedeli, un devoto parrocchiano padre di undici figli: come ogni sera quella persona si avvicina alla SS. Comunione che – secondo il catechismo della Chiesa cattolica – “ è un sacramento nel quale per l’ammirabile conversione di tutta la sostanza del pane nel Corpo di Gesù Cristo e di quella del vino nel suo prezioso Sangue, si contiene veramente, realmente e sostanzialmente il Corpo, il Sangue, l’Anima e la Divinità del medesimo Gesù Cristo Signor Nostro sotto la specie del pane e del vino per essere nostro nutrimento spirituale”.
Se solo si pensasse a questo quando si va a ricevere l’ostia consacrata ci passerebbe la voglia di fare la “sceneggiata” o la “pochade”, a seconda dei gusti…
Ma, evidentemente, per qualche “ministro” (sic) di Dio non è così… E lo dimostra un ennesimo episodio accaduto l’altra sera in quella che, fino alla scorso anno, era una parrocchia “modello” nella nostra Firenze e che, da un pezzo, è diventata un po’ il segno della Babele… Questo, immagino, abbiano pensato i fedeli che, a un certo punto, hanno sentito la voce stentorea di p. Agnello, proveniente dal confessionale, che a poco a poco, si è fatta tonitruante e che ha urlato: “Provo un ribrezzo verso i tradizionalisti assai più grande che verso i progressisti……Vada via non le dò l’assoluzione…”; quindi si è alzato di scatto, ha buttato fuori il penitente e s’è allontanato, in fretta, lasciando il confessionale vuoto e, soprattutto, i fedeli che assistevano al sacro rito con un palmo di naso. Chi sa che non sia stato l’effetto della “Misericordina” e della tenerezza per le “periferie esistenziali” ad alterare la psiche, evidentemente fragile, del fratone inglese che, venendo dalla “perfida Albione”, dove era riuscito a far chiudere conventi e chiesa, è stato mandato, dai cinque frati che hanno “tradito” i Carismi dei padri fondatori scegliendo il giacobinismo, poi, a Firenze per riportare l’ordine napoleonico all’interno dell’ormai distrutto Ordine dei Frati dell’Immacolata nel Convento di Ognissanti.
E’ stato lo stesso fedele, esterrefatto e amareggiato, a raccontarci l’episodio: la sera del 10 aprile, dopo aver confessato i propri peccati aveva fatto presente il proprio imbarazzo di fronte a un certo stile “papale” come quell’affermazione fatta alla stampa : “Chi sono io per giudicare?” di fronte all’omosessualità… E il frate, allora, ha fatto lui una domanda categorica : “Per lei è valida e legittima la messa formulata da Bugnini ?” al che, sommessamente, ha risposto il nostro fedele inginocchiato: “Certo che è valida, in quanto c’è la consacrazione del pane e del vino…se sia legittima o meno io l’ignoro…quello lo sa Iddio”.
Risposta evidentemente considerata “eretica”, “da scomunica” dal nuovo “catarismo francescano”, per cui la vergognosa “pochade”.
Un fatto estremamente grave questo, l’ennesimo che dà la misura di come siamo davvero “caduti in basso” con il commissariamento staliniano dell’Ordine dei frati dell’Immacolata, con la successiva dispersione ai quattro punti cardinali dei frati rimasti fedeli ai carismi dei fondatori, la chiusura dei seminari, l’esclusione delle riviste francescane (a cominciare da “La Voce di p. Pio”) dalle chiese , la persecuzione dei frati (oltre trecento, ossia la maggioranza) che intendono distaccarsi dall’Ordine divenuto giacobino. A Firenze è ancora vivo il tentativo di trasferimento del vice parroco p. Leopoldo Maria (Fra’ Sorriso), per il momento andato a vuoto in quanto lo stesso Arcivescovo di Firenze, cardinal Betori, avrebbe chiesto a Roma che il vice parroco possa almeno rimanere fino alle Cresime dei suoi ragazzi, che sta preparando da tre anni. Si parla inoltre di torture psicologiche nei confronti di tutti coloro che siano in “odore” di attaccamento alla dottrina e alla Chiesa di sempre… a cominciare dai novizi che sembrerebbero risoluti a seguire la maggioranza dei frati rimasti fedeli all’Ordine dell’Immacolata. C’è perfino chi parla di esposti alla Magistratura.
Il fatto è che questi nuovi frati (il superiore e il citato p.Agnello) sembra abbiano intrapreso una sorta di “Catarismo” (Katharos = puro) per cui predicherebbero la assoluta povertà e la “purezza” a discapito della dottrina… insomma una povertà intesa come filantropismo per cui, male interpretando alcuni passi del Vangelo, si proclamerebbe l’irriducibile opposizione tra un “Regno celeste” e il “regno di questo mondo”, per cui sarebbero da rifiutare tutti i beni materiali e tutte le espressioni della carne (matrimonio compreso)…
Inutile dire come gli uomini fedeli alla dottrina e alla Chiesa di sempre (Tradizionalisti) siano percepiti come i grandi nemici dell’eresia. Non a caso a Firenze operò S. Piero Martire che fondò la gloriosa “Misericordia”, con l’intento di combattere l’eresia dei catari e dei patarini… Si spiega perchè S. Piero sia stato martirizzato proprio da quegli eretici (nei pressi di Lodi). Voci, impressioni, giudizi azzardati, forse, quest’ultimi… ma, dopo questi ultimi fatti assai incresciosi, viene da domandarsi se la Curia di Firenze non creda opportuno di sviscerare bene la cosa. Ripeto : è difficile dare un giudizio sulla “nuova dottrina” degli ex francescani dell’Immacolata. Ma un consiglio siamo in grado di darlo “con piena avvertenza e deliberato consenso” : chi vuol mantenere intatta la fede cattolica stia alla larga da Ognissanti.
Pucci Cipriani
52 commenti:
Se è vero che si chiama padre Agnello, ringraziamo Dio, altrimenti chissà cosa farebbe !
Evidentemente si sono invertite le parti: invece di "superior stabat lupus" dovremo dire "superior stabat agnus"!
Quanto alla povertà assoluta, comprende anche la rinuncia al computer e a Internet ( con relativa bolletta )? All'utilitaria di quarta mano( con relativo bollo e assicurazione )? Agli spiccioli per il giornale? A un conticino in banca paer pagare l'IMU ( che sarà presto obbligatorio anche per gli istituti religiosi, data l'attuale trend laicistico? Un conticino a cui attingere magari quando si tratta di pagare l'idraulico che ha riparato il rubinetto ("Dare la giusta mercede agli operai" )?
A norma dei Sacri Canoni, il fedele dovrebbe denunziare questo confessore al Tribunale Ecclesiastico. Forse la cosa non approderà a nulla, ma almeno si istruirà una causa e dovrà giustificarsi pubblicamente per il suo indegno comportamento. Di certo ci sono degli avvocati del Foro Ecclesiastico vicini alle istanze della Tradizione che potrebbero patrocinare il fedele. E soprattutto rendere pubblico l'esito finale. Questi servi infedeli detestano che si dia risalto mediatico alle loro malversazioni.
Sarei assai cauto nel dare dei giudizi sui pettegolezzi . E' strano che improvvisamente il Confessore abbia esclamato a voce alta “Provo un ribrezzo verso i tradizionalisti assai più grande che verso i progressisti……Vada via non le dò l’assoluzione…” se fosse vero ci deve essere stato un motivo serio.
Il ministero Sacerdotale è assai più alto delle piccolezze fratesche... non posso credere che per colpa di uno stile e di una tifoseria teologica-liturgica un religioso-sacerdote sia venuto meno al suo altissimo compito.
Vi prego di verificare quanto è stato scritto con la carità e la ricerca delle verità di cui goni cristiano deve farsi portavoce.
Una volta appurato il fatto si ricorra a quanto Baronio ha sopra suggerito.
Concordo che un fatto del genere andrebbe davvero denunciato.
Oppure chiarito, se dovesse trattarsi di un pettegolezzo.
Mi sembra tuttavia improbabile che ci si possa mettere la faccia, come ha fatto l'autore, per un pettegolezzo.
...non dimentichiamo che a Roma, nelle stesse Basiliche Romane, ci sono Confessori che, anche solo intuendo una possibile inclinazione tradizionalista, rivolgono domande specifiche ed indagatorie al penitente, concernenti non tanto materia di peccato, ma questioni prettamente ideologiche. E negano l'assoluzione senza tanti problemi. Gli stessi che, in altri frangenti, assolvono peccatori che non intendono emendarsi, o addirittura scherzano su questioni de Sexto ben più gravi e per le quali non si dovrebbe impartire l'assoluzione. Il problema è che i penitenti tacciono, tacciono sempre, e non denunziano mai questi Ministri di Dio che abusano del loro potere.
Poniamo che sia esattamente accaduto quanto descritto. Dopo anni ed anni in cui acclamati religiosi di ogni dove hanno fatto pubblicamente ed ufficialmente dichiarazioni a favore di aborto, divorzio, eutanasia, matrimoni "atipici"; hanno perfino invitato all'assassinio del ex presidente del consiglio. Dopo anni che hanno smentito dai pulpiti l'esistenza di Diavolo, Inferno e quant'altro senza che NESSUNO della gerarchia preposta abbia avuto alcunché da ridire. Bè dopo tutto questo voi credete DAVVERO che qualcuno dei preposti muova un dito in difesa della povera vittima, della verità e della giustizia? Ma per favore!
Miles
"E negano l'assoluzione senza tanti problemi. "
Peccato di eresia, al contrario? Non posso crederci!
Cara Mic non dubito sulla nobiltà dei tuoi intenti ne' su quanto Baronio ha saggiamente ricordato.
Non dubito però neppure sul senso sacerdotale dei Frati che reggono attualmente la chiesa di Ognisanti di Firenze, conoscendoli.
Io approfondierei in maniera asettica l'argomento che, se vero, andrebbe perseguito nei modi suggeriti da Baronio.
Permettimi di avere dei dubbi ...
Non dubito però neppure sul senso sacerdotale dei Frati che reggono attualmente la chiesa di Ognisanti di Firenze, conoscendoli.
L'articolo non denuncia "quei frati".
Parla del comportamento di uno, che sembra manifestare la linea dei dissidenti...
Non ho parole, e si chiama pure padre Agnello...
Ecce Agnus Dei, ecce qui NON tollit peccata mundi (sed bellum inferre ad traditio).
Un mio amico che ha seguito la Messa stamattina sulla RAI (evito di dire qui il suo pensiero sui commenti di Valli e compagni) mi ha riferito che papa Bergoglio, al momento dei saluti aio cardinali si è fermato a lungo a parlare con Braz de Aviz, da quel che ha visto sembrava che Bergoglio desse delle consegne a Braz De Aviz che ascoltava e poi ha annuito, potrebbe anche darsi che gli abbia parlato dei FFI...
Scusatemi, ma lo stesso ha descritto che dopo aver detto i suoi peccati, "aveva fatto presente il proprio imbarazzo di fronte a un certo stile “papale”".
Ora scusate: ma vi sembra il momento per manifestare convinzioni personali sul Papa, oppure fosse anche per una qualsiasi altra persona? All'interno della confessione?
Quale contrizione può esserci in chi prima di essere assolto, giudica l'altro, a torto o a ragione, ma comunque volge lo sguardo non a se stesso ma all'altrui comportamento e pensiero?
Un sacerdote non può non assolvere il peccatore che si pente. D'altronde non sta certo al sacerdote conoscere anche quanto non detto dal penitente.
certo è che se proprio il peccatore manifesta una sorta di superiorità morale addirittura nei confronti del Papa, perfino a lamentare dei dubbi di legittimità della Messa di rito latino nella forma ordinaria, beh, come faceva il sacerdote a non tenerne conto?
E fate attenzione: gli ha chiesto se ritenesse valida e legittima tale Messa. Non vi ricorda proprio niente l'utilizzo di queste 2 parole?
Riporto il punto 19 dell'Istruzione sul Summorum Pontificum:
19. I fedeli che chiedono la celebrazione della forma extraordinaria non devono in alcun modo sostenere o appartenere a gruppi che si manifestano contrari alla validità o legittimità della Santa Messa o dei Sacramenti celebrati nella forma ordinaria e/o al Romano Pontefice come Pastore Supremo della Chiesa universale.
Validità e legittimità. Papa come Pastore supremo.
Lo capite che la Chiesa ha avuto questo dubbio sui Frati dell'Immacolata?
E che ne stanno valutando l'influenza sui fedeli?
Se una malsana convinzione dei frati (da provare, e che fra l'altro non credo proprio ci sia mai stata) avesse prodotto una altrettanta convinzione sui piccoli, cioè sui fedeli, anche involontariamente appunto?
Non girateci intorno: i Frati dell'Immacolata hanno risposto alla stessa medesima domanda?
il fatto che fosse quasi esclusiva la forma extraordinaria per i frati, non vi fa pensare che possa aver indotto i fedeli, a non ritenere legittima la forma ordinaria? i termini Alta e Bassa non inducono una superiorità inesistente?
Forse ci voleva più chiarezza da parte di tutti, circa il fatto che tutto è nato proprio da una valutazione circa il famigerato punto 19.
Ora scusate: ma vi sembra il momento per manifestare convinzioni personali sul Papa, oppure fosse anche per una qualsiasi altra persona? All'interno della confessione?
Quale contrizione può esserci in chi prima di essere assolto, giudica l'altro, a torto o a ragione, ma comunque volge lo sguardo non a se stesso ma all'altrui comportamento e pensiero?
Un sacerdote non può non assolvere il peccatore che si pente. D'altronde non sta certo al sacerdote conoscere anche quanto non detto dal penitente.
Insomma, esprimere il proprio disagio su quanto sta succedendo alla Chiesa e al papato sarebbe un peccato?
Lo sarebbe se fosse un "giudizio temerario". Invece, chi esprime il proprio disagio non sta giudicando nel senso di una moralistica condanna, ma cerca di applicare il discernimento, che è una luce dello spirito.
Mi viene in mente il commento di un anonimo in un altro thread.
Dovremmo fare come i greci: tacere e magari esprimere gratitudine per chi li sta tenendo in coma indotto, come accadrà, se già non sta accadendo anche a noi?
E tutto questo non succede solo a livello politico o sociale, ma a livello spirituale.
Siamo impotenti, ma non deficienti e nemmeno sordi e muti... E non parliamo da noi stessi, ma abbiamo alle spalle i giganti di due millenni di Tradizione.
Le parole non servono più a molto. Ma i desideri del cuore e le suppliche sono frecce che volano in alto!
Lo capite che la Chiesa ha avuto questo dubbio sui Frati dell'Immacolata?
E che ne stanno valutando l'influenza sui fedeli?
Se una malsana convinzione dei frati (da provare, e che fra l'altro non credo proprio ci sia mai stata) avesse prodotto una altrettanta convinzione sui piccoli, cioè sui fedeli, anche involontariamente appunto?
Scusi, di QUALE chiesa sta parlando?
Non sapevo che quel famigerato punto 19 fosse Vangelo...
E se si iniziasse a devolvere altrove le nostre offerte??? E se si iniziasse a fare i nomi di questi pseudo-sacerdoti in tutta Italia in modo tale da disertare le loro S. Messe??
Laudetur Iesus Christus ! Semper laudetur !
- Segnaliamo che il rinvo http:// alla pagina Riscossa Cristiana non funziona.
- Se il penitente in questione vuole rilasciare la sua testimonianza ai microfoni di Radio Vobiscum, siamo pronti a mandarla in onda.
Buona Domenica delle Palme a tutti !
A mani giunte, preghiamo l'Immacolata !
Radio Vobiscum [ GERMANIA ]
radiovobiscum(chiocciola)gmx.de
(((†)))
E se si iniziasse a devolvere altrove le nostre offerte??? E se si iniziasse a fare i nomi di questi pseudo-sacerdoti in tutta Italia in modo tale da disertare le loro S. Messe??
E e si iniziasse a prendere sul serio il Signore e a fidarci di Lui, lasciando che i morti seppelliscano i loro morti?
- Segnaliamo che il rinvo http:// alla pagina Riscossa Cristiana non funziona.
Grazie della segnalazione. Ho corretto e ora funziona :)
forse il peniente ha espresso il suo malessere, il suo sentirsi in colpa per le reazioni che in lui han suscitato e sudcitano, certe parole, commmenti o atti del VdR. Ha pensato di parlarne in confessione, per chiedere magari un parere, un consiglio, un aiiuto spirituale ad un Padre. Ed e' successo poi quanto raccontato.
Forse in molte chiese la confessione si fa come prima, ma. a Milano, amche se seduti od in piedi davanti ad un confessionale, guardando il prete in faccia, e lui guarda voi, finisce per essere piu' una conversazione, che una confessione. Almeno cosi e' stata la mia ultima . ho psrlato di me, del mio matrimonio, del mio essere mamma, della mia professione...Per carita', sono stat contenta e mi sono sentita meglio e piu' in pace, ma mi sono chiesta se era una vera S. Confessione.
Rosa
Mi dispiace di non aver messo in conto quanto era necessario nel mio precedente intervento l'ipotesi di una "diceria" infondata, come proposto dopo di me. Quindi chiedo scusa se ho espresso un "giudizio temerario".
Comunque in un articolo di qualche tempo fa a firma della coppia Gnocchi Palmaro è stato scritto che uno dei due ha manifestato in confessione lo stesso problema senza ricevere alcuna reprimenda.
Se non si ha alle spalle un gruppo di altri fedeli che attendono di confessarsi, non vedo perchè un penitente non possa manifestare un dubbio relativo alla fede o alla disciplina che potrebbe rappresentare un'occasione prossima di peccato ( dubbio volontario ) o peggio, un peccato vero e proprio. Inoltre mi sembra che la confessione possa contenere degli elementi di "direzione spirituale" e fornire al sacerdote qualche indicazione utile a captare lo stato d'animo dei fedeli... o sbaglio?
Recentemente ho confidato al confessore in Duomo di avere qualche dubbio non tanto sulle indulgenz<e, quanto sull'indulgenza plenaria; dubbio alimentato dalla lettura di un testo di un prete contestore noto per la sua veemenza. Nessun rimprovero, nessun stracciamento di veste.
Ogni vittima è degna del suo carnefice, detto diversamente, ognuno ha i preti che si merita. Questi preti sono il giusto castigo divino per un popolo passivo e praticamente ateo.
Le clarisse dell'Immacolata sono in attesa della visitatrice. Speriamo non si tratti di una visita-farsa.....
Ogni vittima è degna del suo carnefice, detto diversamente, ognuno ha i preti che si merita. Questi preti sono il giusto castigo divino per un popolo passivo e praticamente ateo.
Vittime, carnefici, inquisitori e trincia-giudizi.
Ce n'è per tutti.
Recentemente ho confidato al confessore in Duomo di avere qualche dubbio non tanto sulle indulgenze, quanto sull'indulgenza plenaria; dubbio alimentato dalla lettura di un testo di un prete contestore noto per la sua veemenza. Nessun rimprovero, nessun stracciamento di veste.
Franco, avere un dubbio e anche esprimerlo, non può essere peccato, ma un segno dell'uso di ragione. Il dubbio ha una radice negativa quando blocca, non quando spinge a chiarire o ad approfondire.
E se uno i dubbi non li esprime al confessore, a chi?
MIC scrive:
"Vittime, carnefici, inquisitori e trincia-giudizi.
Ce n'è per tutti".
Cara Mic,
i santi uno deve meritarseli. Diversamente ci sta proprio bene una situazione così che, badi bene, non è frutto semplicemente di questi ultimi decenni....
"... Franco, avere un dubbio e anche esprimerlo, non può essere peccato, ma un segno dell'uso di ragione. Il dubbio ha una radice negativa quando blocca, non quando spinge a chiarire o ad approfondire .... " Maccome ? Non ci hanno martellato per decenni sulla teologia del dubbio, quante volte mi sono sentito dire: "devi avere meno certezze e più dubbi ...". La certezza era la colpa di noi "integralisti" ... ora anche il dubbio ?
I confessori vivono dall'interno la chiesa di Francesco e purtroppo per loro (anche per noi) capiscono che c'e' una divisione nettissima fra gli entusiasti e quelli che sono critici o anche molto critici.Certo si tratta del Papa e molte critiche vengono smorzate o non vengono espresse ma il malessere all'interno della Chiesa c'e' ed è molto forte.Consiglio a tutti di non affrontare mai in confessione questi argomenti anche perché è perfettamente inutile.Dite invece di aver mancato di carità nel giudicare gli atti di qualcuno e poi voglio vedere chi non vi assolverà.Bobo
Mic. Grazie per la risposta, che mi dà il coraggio di fare una precisazione, visto che parliamo di confessione. Il problema proposto è la punta di un iceberg enorme: si tratta della "comunione dei santi" con il discorso sul "tesoro dei meriti": proprio la questione da cui partì la rivolta di Lutero. Prima di tutto va detto che nella mentalità giuridica odierna dopo Beccaria ( il cui libro venne messo all'Indice ) il tema dell'espiazione viene messo in sordina, mentre campeggia quello della riabilitazione come "presa di coscienza" da parte del reo ovvero sua "rieducazione". Figuriamoci come può essere compreso il discorso della necessità del Sacrificio Espiatorio dell'Uomo-Dio. Per quanto mi concerne, sperando di non andare in un posto al di sotto del Purgatorio, mi torna gradita l'idea di uno "sconto" anche notevole, ma quella di una cancellazione totale mi lascia dubbioso. Se fossi un gerarca nazista pentito, mi sentirei di presentarmi al cospetto di Dio candido come un giglio solo perché ho fruito del Perdono di Assisi? Forse non riesco a comprendere che Dio in determinate circostanze può essere incommensurabilmente generoso. Comunque penso che occorrerebbe spiegare meglio questi concetti "abissali" ( che peò un tempo erano moneta corrente nei testi e nelle pratiche devozionali ), se non si vuole che il popolo dei fedeli finisca nella melassa buonistica cattolici-protestanti volemose bene-ormailedifferenzenoncontano.
Un'altra cosa che mi lascia perplessoè l'esiguità delle penitenze inflitte. Se ho commesso almeno un peccato mortale, tale da condurmi all'Inferno, cinque Pater Ave Gloria possono darmi il senso della gravità di quello che ho fatto? Se invece mi venisse assegnata la recita di cinque rosari interi, con tutti i misteri, starei più attento a non ricascarci... o no?
Vi consiglio caldamente la lettura di questo art. di M. Bongi
Proclamazione della Verità e condanna degli errori
http://www.corsiadeiservi.it/it/default1.asp?page_id=712
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Ivi sono esposte dal Bongi quelle semplici verità, ovvie per tutte le persone ragionanti, che in anni recenti spesso (insieme con altri incoercibili ragionanti secondo A = A) ho esposto sui blog, conseguendone scherni, vituperio, biasimi e talora censure....
Sono verità antiche e intramontabili che scaturiscono dal buonsenso, o retta ragione, ma che da mezzo secolo la Chiesa docente -in nome della misericordia buonista- ha accantonato, con la conseguenza nefasta di mandare il gregge allo sbaraglio.
La maestra che si rifiuta di correggere gli errori, come potrà insegnare con profitto la sua disciplina ?
e che specie di maestra è se deve accettare gli errori come buoni, (cioè non riconoscendoli nè segnalandoli come tali) per paura di far soffrire gli alunni correggendoli ?
Sono verità antiche e intramontabili che scaturiscono dal buonsenso, o retta ragione, ma che da mezzo secolo la Chiesa docente -in nome della misericordia buonista- ha accantonato, con la conseguenza nefasta di mandare il gregge allo sbaraglio.
Marta,
sono stufa di leggere recriminazioni su censure, soprattutto quando si viene pubblicati.
hpoirot e molti altri sanno quante volte li accantono, ma continuano a intervenire senza recriminare perché alla fine capiscono.
Qui le verità eterne e intramontabili non vengono taciute mi pare.
C'è, però un modo di mostrarle e un altro di sbatterle in faccia.
Di solito è questo che censuro.
Ti avevo avvertita mic circa le suore dell'Immacolata. Ma tu non hai mosso un dito....
Se i fatti si sono svolti così come sono stati sopra riportati, allora potremmo dedurre che questo p.Agnello sia una specie di cacciatore di tradizionalisti, non solo nel senso che ne ha (s)cacciato uno, ma anche perché ha adottato la strategia giusta per poterlo scovare e farlo venire allo scoperto, proprio come un cacciatore fa con una preda.
Perché?
Ecco cosa ho percepito io:
alla perplessità del penitente sull'affermazione del papa "chi sono io per giudicare" il frate non aveva ancora la certezza che si trattasse di un tradizionalista. Infatti chiunque può avere una perplessità, soprattutto a riguardo di quella sorprendente affermazione papale. Per esserne certo ha posto la domanda giusta. Evitando di interrogarlo in modo diretto sul suo sentire ecclesiologico, gli ha chiesto cosa ne pensasse della Messa di Bugnini. Chi conosce Bugnini se non è un tradizionalista? Se avesse ricevuto una risposta tipo "non capisco di cosa stia parlando" egli avrebbe dedotto che si trattava di un fedele "qualsiasi". Ma siccome ha ricevuto una risposta molto puntuale ha potuto accertare con sicurezza che si trattava proprio di un deprecato tradizionalista, quindi un elemento da mettere prontamente alla berlina. Ripeto, se le cose sono davvero accadute secondo la dinamica sopranarrata, per me c'è della premeditazione.
Marius
Comunque, attualmente anche la FSSP e l'ICRSS hanno una visita apostolica (per gli ultimi il visitatore è Mons. Bacqué, quello che ha celebrato stamani alla Trinità dei Pellegrini).
Franco, penso che a volte dobbiamo andare oltre le tendenze e le mentalità.
Il Sacrificio espiativo del Signore non discende da alcuna mentalità giuridica, ma dalla Giustizia divina violata da una disobbedienza.
Non c'è bisogno dei "delitti e delle pene" per rendersi conto che violare un ordine prestabilito implica mettersene fuori, creando un dis-ordine, una disarmonia, e ritrovarsi con un prezzo da pagare in ragione delle conseguenze dell'atto trasgressivo.
Le faccio gli esempi banalissimi di un diabetico che si nutre di zuccheri o dell'infartuato per superamento dei propri limiti; ma a pensarci bene riusciamo a vedere le conseguenze di certi nostri errori, a volte tanto più dolorose quanto più colpiscono altri che magari ci sono vicini... Il prezzo da pagare può essere la sofferenza o anche una ritorsione ricevuta e magari meritata, o altro ancora. Anche questo è un modo di espiare, soprattutto se lo si vive con consapevole accettazione.
Ma ovviamente il discorso è complesso e non riguarda solo il nostro rapporto con gli altri o col mondo. Soprattutto, una volta acquisita una certa sensibilità spirituale (Timor di Dio e maggior conoscenza del Signore) tocca il rapporto con Lui ed è davanti al suo Volto che vediamo la mancanza. E, se il pentimento ci assicura il perdono, resta la riparazione, per la quale c'è sempre un prezzo da pagare. In sostanza ci viene condonata la colpa ma resta la pena. Anche se penso che il Signore nella sua infinita Misericordia non stia lì col bilancino dei meriti e dei demeriti...
In ogni caso è intuitivo che la nostra relazione con lui comporta la necessità ma anche la realtà di una sempre ulteriore purificazione, che credo cominci anche qui. In fondo è questa la ragione anche tante forme di ascesi.
Il Signore ha pagato per tutti con la sua vita. Noi, accogliendo io frutti della la redenzione, riusciamo a vedere e ad accogliere la Grazia per gradualmente conformarci a Lui ed aver scritta nel nostro cuore la capacità di una giustizia che non è nostra ma che ci diventa possibile. E' un discorso graduale, è un cammino con mille ricadute mancanze debolezze e anche infedeltà.
Ma ce la possiamo fare e non da soli! E non per noi soli!
E non è certo il discorso illuministico di un Beccaria che può aver introdotto tutto questo. Si tratta di leggi spirituali. Esistono ragioni ontologiche ben più profonde e sorgive.
Così scrivevi oggi @Rosa:
"finisce per essere piu' una conversazione, che una confessione. Almeno cosi e' stata la mia ultima: ho parlato di me, del mio matrimonio, del mio essere mamma, della mia professione...Per carità, sono stata contenta e mi sono sentita meglio e più in pace, MA MI SONO CHIESTA SE ERA UNA VERA S. CONFESSIONE..."
...allora eccoti almeno qualche parametro per capirlo, secondo le "linee guida" ufficiali del CATECHISMO MAGGIORE di San PIO X:
681. QUANTE SONO LE PARTI DEL SACRAMENTO DELLA PENITENZA?
Le parti del sacramento della Penitenza sono: la contrizione, la confessione e la soddisfazione del penitente, e l'assoluzione del sacerdote.
682. CHE COSA E’ LA CONTRIZIONE, OSSIA IL DOLORE DEI PECCATI?
La contrizione ossia il dolore dei peccati, é un dispiacere dell'animo, pel quale si detestano i peccati commessi e si propone di non farne più in avvenire.
683. CHE COSA VUOL DIRE QUESTA PAROLA “CONTRIZIONE”?
La parola contrizione, vuol dire rottura o spezzamento, come quando una pietra è pestata e ridotta in polvere.
684. PERCHE’ SI DA’ IL NOME DI CONTRIZIONE AL DOLORE DEI PECCATI?
Si dà il nome di contrizione al dolore dei peccati, per significare che il cuor duro del peccatore in certo modo si spezza per dolore di avere offeso Dio.
685. IN CHE CONSISTE LA CONFESSIONE DEI PECCATI?
La confessione consiste in un'accusa distinta dei nostri peccati fatta al confessore per averne l'assoluzione e la penitenza.
686. PERCHE’ LA CONFESSIONE SI CHIAMA ACCUSA?
La confessione si chiama accusa, perché non dev'essere un indifferente racconto, ma una vera e dolorosa manifestazione de' propri peccati.
689. DELLE PARTI DEL SACRAMENTO DELLA PENITENZA QUALE E’ LA PIU’ NECESSARIA?
Delle parti del sacramento della Penitenza la più necessaria è la contrizione, perché senza di essa non si può mai ottenere il perdono dei peccati, e con essa sola, quando sia perfetta, si può ottenere il perdono, purché sia congiunta col desiderio, almeno implicito, di confessarsi
694. QUANTE COSE SI RICHIEDONO PER FARE UNA BUONA CONFESSIONE?
Per fare una buona confessione si richiedono cinque cose:
1-esame di coscienza;
2-dolore di avere offeso Iddio;
3-proponimento di non più peccare;
4-accusa dei propri peccati;
5-soddisfazione o penitenza
comunque è fuori discussione che urlare cose intese in confessione, e urlare la negazione dell'assoluzione è violazione del segreto, e comporta la scomunica. Questo a prescindere da qualsiasi valutazione su tradizionalismo e progressismo. Un sacerdote dovrebbe saperlo
Il fatto – SE È VERO, naturalmente, e fermo restando che, in ogni caso, solo il Signore conosce e giudica i cuori e sa se o quanto siamo colpevoli – il fatto, dico, è oggettivamente molto grave.
Mi limito a chiedermi:
1) Un rifiuto dell'assoluzione a un penitente ben disposto – SE DI QUESTO S'È TRATTATO – non è oggettivamente un peccato grave? Peccato a ogni modo ci sarebbe senz'altro, almeno veniale, salvo casi particolari, perché i fedeli, se son ben disposti, hanno un vero e stretto diritto di ricevere i sacramenti.
2) Peggio ancóra: dire (si noti) a voce alta, in modo che altri sentano: "Se ne vada, non Le do l'assoluzione", non è violare il sigillo della confessione? Mi pare che, SE DAVVERO QUESTO È SUCCESSO, il sigillo sia stato violato, e si rientri nella fattispecie prevista dal cànone 1388, § 1. Questo dico salvo errore; altri poi, più dòtto di me, veda se eventualmente si possa parlare di violazione diretta del sigillo, punita colla scomunica "latae sententiae" riservata alla Sede Apostolica, o solo di violazione indiretta, da punire con una pena indeterminata ("pro delicti gravitate") ma obbligatoria.
Ripeto: SE È VERO.
Maso
Vorrei precisare che, scrivendo e ripetendo "se è vero", non intendo minimamente mancar di rispetto a chi sia stato testimonio del fatto e l'abbia riferito. È solo che, data anche l'evidente gravità della cosa, dobbiamo andar coi piedi di piombo.
Maso
1) Un rifiuto dell'assoluzione a un penitente ben disposto – SE DI QUESTO S'È TRATTATO – non è oggettivamente un peccato grave? Peccato a ogni modo ci sarebbe senz'altro, almeno veniale, salvo casi particolari, perché i fedeli, se son ben disposti, hanno un vero e stretto diritto di ricevere i sacramenti.
2) Peggio ancóra: dire (si noti) a voce alta, in modo che altri sentano: "Se ne vada, non Le do l'assoluzione", non è violare il sigillo della confessione? Mi pare che, SE DAVVERO QUESTO È SUCCESSO, il sigillo sia stato violato, e si rientri nella fattispecie prevista dal cànone 1388, § 1. Questo dico salvo errore; altri poi, più dòtto di me, veda se eventualmente si possa parlare di violazione diretta del sigillo, punita colla scomunica "latae sententiae" riservata alla Sede Apostolica, o solo di violazione indiretta, da punire con una pena indeterminata ("pro delicti gravitate") ma obbligatoria.
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Anche padre Pio lo ha fatto, anche pubblicamente. Che io sappia non è mai stato sanzionato per questo!
Premesso che hai ragione, l'essere costretti ad dover usare le riserve mentali in confessione è un pessimo segno della situazione di degrado odierno.
Beh, siamo arrivati alla casistica! E per di più sofista.
Che si tiri in ballo padre Pio e la sua nota severità in alcuni casi di impenitenza o forse di ipocrisia e addirittura la si accosti all'intolleranza del frate confessore per le ragioni indicate, è indice di superficiale faziosità.
Anche perché padre Pio non violava il segreto nominando ad alta voce il peccato del penitente, ma evidentemente riferendosi alle sue disposizioni d'animo, peraltro a lui note per il discernimento degli spiriti.
Mic. L'aggettivo "giuridico" e il termine "giustizia" usato in Teologia hanno evidentemente la stessa radice e sono concettualmente connessi, così come sono connessi la teologia e la dottrina costituzionale degli stati; esiste un ramo del sapere accademico detto "teologia politica". Voglio evitare le lenzuolate, giustamente bannabili, ma mi permetta di continuare a sottolineare che alcune strutture mentali di base, di pertinenza dell'antropologia ( visione profonda della natura umana e dei suoi rapporti con la società e con il mondo ) che una volta erano date per scontate, oggi non lo sono più, come è appunto nel caso di "espiazione" e "sacrificio" ( da cui la assodata liceità della pena di morte per Romano Amerio e ancora per Pio XII ); oppure ( e in modo clamoroso ) quello di famiglia, che per gli estensori della Costituzione del 1948 era ovviamente un'unione fra maschio e femmina, tanto da non richiedere ulteriori precisazioni, mentre oggi lo sono, eccome. Se Beccaria ( oggi considerato un nume del Diritto ) venne messo all'Indice credo sia stato proprio perchè picconava più o meno implicitamente il concetto di espiazione.
Secondo me proprio la mancata considerazione di questo livello profondo e insieme attuale della problematica rischia di far apparire i tradizionalisti come dei nostalgici, magari un po' estetizzanti, e non molto di più.
Sic stantibus rebus il confessore è semplicemente uno squilibrato. Andrebbe, anche qui semplicemente, sospeso a divinis, internato e fatto curare e poi affidato alla.....Misericordia Divina e alla Sua Giustizia.
Il mio commento amaro è ""NON IL COMMISSARIAMENTO DEI F.I. - MA IL COMMISSARIAMENTO DELLA CHIESA CATTOLICA DA PARTE DEGLI IDEATORI, CONDUTTORI ED ESECUTORI DEL concilio vat.II E DI TUTTI I LORO SEGUACI DEGLI ULTIMI 50 ANNI.
Lo vogliamo capire che quel frate è lui stesso commissariato dal vat.II - ormai questa gente è tutta fuori di testa e si permette di mettere in atto i Sacramenti, senza sapere più cosa stà facendo. In altri tempi questa gente non solo non assolveva, ma credo facesse usare la ghigliottina.
Cosa manca oggi per arrivare alla ghigliottina verso il tradizionalismo? Basta che qualche Cattolico metta in dubbio anche una virgola della chiesa 2.0 che si arriva anche all'odio, perchè questo verso la tradizione da parte dei novatores è puro odio. E' una mia convinzione che se potessero, abbatterebbero le Chiese antiche solo perchè rappresentano il passato della Chiesa.
- A Cesare Baronio delle 14,36 - sono pienamente daccordo.
Ricordatevi sempre di cosa sono stati capaci per la Messa in S.Maria Maggiore Cappella Cesi.
Questi sono capaci di cacciare la gente dalle chiese, solo se in disaccordo con loro, ed anche di chiudere i portoni delle chiese, perchè si sento i padroni.
- a Mic. - si Mic. dovremmo lasciare che i morti seppelliscano i loro morti.
Conosco la persona. E' un mio amico. E' stato lui stesso a raccontarmi il fatto. Vergogna!
A proposito del segreto della confessione: in questa materia, come in tante altre, si nota spesso una faciloneria sconcertante.
Tre fatti, capitati tutt'e tre a me:
1) il confessore mi fa inginocchiare in sagrestia, e durante l'accusa entra o esce la sagrestana (e sarebbe potuto entrare e uscire chiunque);
2) un certo confessore parla abitualmente a voce discretamente alta, sicché tutti lo posson sentire, almeno avvicinandosi al confessionale (il caso non mi sembra tanto raro);
3) il confessore sordastro, in una chiesa che non credo fosse vuota, mi costringe (per modo di dire) a gridare, o quasi, i miei peccati: m'avrebbe dovuto portare in un luogo appartato, dove nessuno potesse sentire.
In tutt'e tre questi casi, non c'era certamente nessuna malizia nel confessore; ma una grande superficialità, questo sì. E in una materia ch'è non grave, ma gravissima.
Maso
" il confessore mi fa inginocchiare in sagrestia, e durante l'accusa entra o esce la sagrestana (e sarebbe potuto entrare e uscire chiunque)"
Maso, sul fatto della sagrestana che entrava e che usciva durante il tuo atto di accusa dei tuoi peccati ti sono completamente nel cuore...il fatto invece di averti permesso di inginocchiarti, sebbene in sagrestia, ha quasi del miracoloso, considerando che io proprio due giorni fa mi sono dovuto confessare nell'ufficio parrocchiale, ma seduto, mentre il sacerdote che se ne stava al di là della scrivania, tipo colloquio di lavoro o di altra natura...
Cari amici cattolici, certo è da attendersi che molti di questi episodi deplorevoli si ripeteranno in varie forme e in gravità crescente, anzi....mi stupisco che voi ne abbiate sperimentati solo oggi, 2014, e con giusto sdegno
Dalle mie parti, purtroppo, ci siamo già abituati da tempo... ad essere bastonati se tradizionalisti, ed altro.....
caro una sola fede, lei pure così deluso ? la capisco, ma, pensi....
ricordo che nel lontano 2000 mi capitò di confessarmi, in sacrestia, da un sacerdote che, tranquillamente seduto alla scrivania, mi disse:
"Dica, dica pure....." mentre lui, (ovviamente vestito in borghese) continuava a.....sfogliare il quotidiano ! e tra una notizia e l'altra, mi rispondeva, in modo molto "informale", cioè più o meno come avrebbe fatto un passeggero in autobus o nella sala d'attesa del medico.
Per molto tempo pensai che quella confessione non fosse valida. Voi che ne pensate ?
La stessa cosa che si pensa quando prima della celebrazione il sacerdote (?) dice di chiedere perdono, davanti a tutti, dei propri peccati e poi assolve tutti con un accenno di benedizione.....della serie al peggio non c'è mai fine....
Ma, sa, Sara, io sono come molti qua dentro uno di quelli che ancora tende a scandalizzarsi, sebbene ciò che lei racconta di se stessa lo possa fare mio anche nel senso cronologico (e anche qualche anno prima).
Per quanto concerne la sua confessione di qualche tempo fa, visto che chiede cosa ne pensiamo, io direi che una confessione, in linea generale, è valida quando il penitente si accosta con le giuste disposizioni al Sacramento (di cui sopra, nella risposta a Rosa, citando il Catechismo Maggiore) con relativa accusa il più possibile distinta dei propri peccati e ferma risoluzione di non commetterli più, e il sacerdote pronuncia poi le parole dell’assoluzione in nome di Gesù Cristo.
Valore odierno della confessione, a partire dai fenomeni osservabili da tutti, quale può essere....
Ma se tutto il clima, l'arredo e la disposizione del penitente e confessore hanno trasformato la confessione in "conversazione", come fa il penitente a capire la gravità dei peccati e il valore della Grazia che viene amministrata in quel sacramento ? cioè, se il sacramento è profanato e diventa incontro da salotto, intriso di vanità, ad es. scambio di pareri ritenuti alla pari, su vari argomenti attinenti al peccato, come si capirà più che il penitente è di fronte a Gesù Cristo, da cui attende il perdono divino, la Grazia, e non a un semplice uomo, da cui spera di essere "umanamente compreso" ?
da quando sono stati aboliti i confessionali, prevale l'elemento UMANO su quello divino (proprio come nella Messa); la confessione è diventata chiacchierata variopinta e divagatoria, "autoconsolante" per entrambe le persone che dialogano, e che non incide più sull'anima quanto a reale cambiamento di vita, cioè conversione concreta, per vincere i vizi a cui inclina l'anima. Non esiste più l'ammonimento e il CONSIGLIO spirituale (non parliamo neanche di direzione, del tutto tramontata, data la scarsità e modernità dei preti).
La natura mantiene così il suo dominio permanente sull'anima, a scapito della Grazia, i cui effetti sono molto presto dissipati da tante vanità, rumores che hanno frastornato il sacro silenzio della "Penitenza", falsandola e "annacquandone" senso ed effetti nella coscienza del peccatore, che sa di poter "peccare fortiter", perchè Gesù ha già fatto tutto, e noi possiamo fare poco o nulla per dominare la natura e diventare santi.
La confessione è diventata DIALOGO anch'essa, senza scampo, sulla scia di quel grande cambiamento *Chiesa apostolica>ora dialogante*.
Ecco perchè le file alla Comunione sono sempre più folte (quasi 100/100 dei presenti) e le "stanzette di riconciliazione", ex-confessionali, sempre più disertate.
Credi che ka confessione non sia mai un mero elenco delle colpe, anche se sono le prime da vedere e confessare sotto lo sguardo del Signore.
È normale parlare delke tendenze e quindi dei pensieri e sentimenti che vi sono collegati, perché aiuta a individuare le origini del male e i possibili rimedi da attuare con l'aiuto della grazia.
L'optimum sarebbe un confessore che sa equilibrare il rigore (non il rigorismo) al discerimento, senza cadere nella eccessiva reazione a certo rigorismo illustrata qua su.
Oggi viviamo un tempo di "reazioni" squilibrate e c'è da recuperare la Via Maestra.
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