Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

martedì 29 aprile 2014

Paolo Pasqualucci su canonizzazioni e infallibilità

Ricevo questa comunicazione di Paolo Pasqualucci, che volentieri condivido.

Ho letto con grande interesse il suo ultimo intervento intitolato "Il Concilio è infallibile etc.". Io sono tra quelli che non credono all'infallibilità delle canonizzazioni. Al momento questa nota è quella prevalente tra i teologi. Ma secondo me hanno ragione i contrari. L'argomento su cui anche noi laici si dovrebbe lavorare nelle discussioni è il seguente: la dichiarazione di santità si basa sul vaglio delle testimonianze di fatto.  Ora, in questo campo è sempre possibile l'errore, di fatto appunto. Presupporre l'infallibilità sarebbe pertanto temerario. Nel caso di specie, c'è un altro argomento, su cui battere: la superficialità e il dilettantismo della procedura inaugurata da Giovanni Paolo II.  Bisognerebbe documentarsi in proposito in modo accurato, invece di strapparsi i capelli in pubblico come mi sembra facciano tanti (almeno nei vari siti). Se la procedura è improntata a criteri lassisti, a maggior ragione c'è la possibilità di sbagliarsi nel valutare l'eroismo delle virtù del candidato. Ora il lassismo di GPII (un solo miracolo, indagini all'ingrosso) si è accentuato con l'attuale Pontefice: per Giovanni XXIII non c'è neanche il miracolo; ed è sicuro che ci sia per GPII? Inoltre: in passato la Chiesa respingeva sempre le guarigioni improvvise legate in qualche modo a malattie di origine nervosa o coinvolgenti il sistema nervoso, come il Parkinson etc. Anche oggi si osserva questo criterio? Bisogna fare un accurato paragone tra i criteri del presente e quelli del passato. Insomma, materiale per passare all'offensiva su questo campo ce n'è di sicuro. In realtà i meriti invocati per i due "santi" sono soprattutto "ecumenici". Adesso tenteranno di far santo anche Paolo VI, il distruttore della Messa e della liturgia cattolica. Oltre che di altre cose.

Il Vaticano II non può poi ritenersi infallibile, in nessun modo.  Non ripeterò qui quanto ho scritto nel mio libro [Unam Sanctam, qui], lavorando sulla traccia di mons. Gherardini.  Non è dogmatico, non ha voluto esserlo, le due costituzioni definite "dogmatiche" non dichiarano in realtà nessun dogma. E allora? Si tratta di una infallbilità spuria che i neomodernisti hanno voluto fabbricare all'insegna del mito del Concilio "nuova Pentecoste".  Una concezione irrazionale, da combattere in modo argomentato.

Non dobbiamo scoraggiarci e lei non si scoraggia di certo.  Ed anzi fa egregiamente coraggio agli altri, lo si vede anche da questo suo ultimo articolo. La situazione generale è sempre più difficile perchè mancano i capi, molti dei quali hanno tradito.  Tuttavia la ragione, oltre che la fede, è dalla nostra parte.  Comunque vada a finire, ci battiamo per la bandiera e speriamo di tener duro sino alla fine (la persecuzione di massa in Occidente è sempre piuù vicina).  Sappiamo che per chi non ha tradito ci sarà un giorno giustizia.
Paolo Pasqualucci

50 commenti:

Franco ha detto...

Non si potrebbe dire delle canonizzazioni quanto vale per le apparizioni? Alcune sono riconosciute ufficialmente, come nei casi di Lourdes e Fatima; però mi risulta che comunque il fedele non è obbligato ad aderirvi. Evidentemente nessuno potrebbe essere santificato se la sua vita non presentasse parecchi aspetti molto positivi, anzi esemplari, ma siccome anche gli uomini di santa vita sono umani, è probabile che in loro si riscontri qualche imperfezione. Di san Giovanni Bosco, il cui esempio ha determinato la mia scelta di fare l'insegnante e anche il modo di farlo, ho letto ( lo si prenda con beneficio di inventario ) che fosse un furbacchione. Ad esempio, in un salotto torinese con prospettive di pingui offerte e appoggi per le sue ( sante ) opere: "Ah, voi siete la contessa madre? E io che credevo foste la contessa figlia!".
In ogni caso nessuna preghiera è perduta, qualunque sia il tramite.

Anonimo ha detto...

Il concilio Vaticano II va letto alla luce della tradizione. Non è possibile far finta che non ci sia stato. Non è possibile far finta che tra il 1962 e il 1965 tutti i Vescovi cattolici del mondo non si siano radunati a Roma e non abbiano deliberato all'unanimità i documenti conciliari. Rifiutare l'ultimo concilio in quanto tale significa rifiutare il cattolicesimo. Certamente bisogna ritornare a leggere attentamente i documenti conciliari senza ideologismi di ogni sorta, ma attraverso le lenti della tradizione e dei concilii precedenti. Tuttavia non si può pensare che una delle più imponenti assise di Vescovi cattolici della storia abbia deliberato documenti anticattolici e che non sia stata assistita dallo Spirito Santo. La lezione di Benedetto XVI sul concilio è ormai una pietra d'inciampo impossibile da ignorare, infatti anche Francesco sul concilio ha dichiarato di sostenere la tesi di Marchetto, che alla fine riprende Ratzinger: ermeneutica della riforma nella continuità.

Urbex

preceptoris ha detto...

Io sono tra quelli che non credono all'infallibilità delle canonizzazioni. Al momento questa nota è quella prevalente tra i teologi. Ma secondo me hanno ragione i contrari.


@
Uno scritto che condivido appieno! Ringrazio il signor Pasqualucci.

Ecco questo riassume in modo stringente, ciò che ho già scritto in precedenza. La gentile Redazione mi perdonerà se mi ripeterò.

Tuttavia la buona battaglia consiste anche nell'individuare i pericoli che corrono nelle varie sfaccettature delle ideologie che emergono sempre più prepotentemente e che si spacciano per difensori della Tradizione e/o del Papato, magari per riuscire a vendere qualche libro in più o per l'ascolto.

Ho analizzato attentamente ciò che è stato scritto in questi giorni sia da una parte che dall'altra.

Da una parte intendo i tiranni modernisti= ecumenismo, papolatria, misericordia ad oltranza per tutti tranne che per i resistenti.

Dall'altra i cosiddetti sedevacantisti e/o sedeprivazionisti.

Ebbene ne convengo che entrambi ammettono per la canonizzazione, l'infallibilità certa e sicura accusando (chi spiega/afferma il contrario) di non essere cattolico, fuori dalla Chiesa o addirittura eretico formale.

E' veramente sintomatico ma tristemente vero!

Come è possibile che due realtà così apparentemente lontane vadano a braccetto con le idee e si accumunino a vicenda, magari dando l'impressione di odiarsi a vicenda?

Se indaghiamo a fondo, scopriremo che tutte e due mirano al papato, chi come i protestanti e/o modernisti per distruggere il Primato di Pietro con la colleggialità, chi invece come i sedevacantisti vogliono privare la sede con l'ipertrofia dell'infallibilità papale.

Sia l'uno che l'altro con caratteristiche diverse mirano li, facendosi beffe del Dogma del Primato di Pietro che dice chiaramente quando e come il Papa è infallibile.

Non solo, ma pure le critiche riservate al dott. De Mattei, alla Fraternità S. Pio X, a Mons. Gherardini e altri come loro.

Ragioniamo anche su questo e, sapremmo sotto quale bandiera sarà opportuno ripararsi una volta aperta la fiera dei giochi che ci hanno preparato dal CV2 ai nostri giorni.

Ogni giorno che passa mi rendo conto come sia stata di grande valore la scelta coraggiosa di Mons. Lefebvre e della sua Fraternità.

Ringrazio la Redazione se avrà la bontà di prendere in considerazione questa breve riflessione.

Latinista ha detto...

Se ho capito qualcosa dell'infallibilità papale - ed è tutt'altro che scontato - direi che essa si basa essenzialmente sull'assistenza divina al Papa, che gli permette di non errare quando interpreta solennemente i dati della Rivelazione, e solo in quel caso.
Ma interpretare la Rivelazione, cioè le Scritture, cioè dei testi, non è un fatto oggettivo. Si parte da fatti, da dati, ma poi appunto li si interpreta.
Io per lavoro mi scontro più che quotidianamente con la differenza a volte radicale tra interpretazioni date tutte da stimati e celebrati colleghi. Per esperienza ho imparato anche che è più facile dimostrare l'infondatezza di un'interpretazione che non la sua fondatezza e correttezza.
Quindi, se ho capito qualcosa, l'infallibilità dell'interpretazione della Rivelazione data solennemente dal Papa non si basa sull'accuratezza dell'indagine, ma sull'assistenza divina. Le indagini accurate vengono comunque fatte lo stesso - e ben vengano - ma non sono la ragione dell'infallibilità. Anche perché dubito che sia tutto sacco del Papa, quindi l'infallibilità sarebbe piuttosto da attribuire alla commissione che ha studiato il problema. Invece si attribuisce al Papa: appunto perché è il suo stato che la garantisce, e l'assistenza divina che esso comporta.

Tutto questo per dire che - sempre se ho capito qualcosa - l'infallibilità del Papa non è tanto questione di ricerca, informazione, "fatti", quanto di stato, di grazia e di assistenza divina.
Se questo è vero - e sarò grato a chiunque mi smentirà o confermerà - il presupposto di Paolo Pasqualucci cade. L'errore è sempre possibile, anche vagliando bene i fatti, anche interpretandoli al meglio delle nostre possibilità. Se si crede che a certe condizioni sia escluso, è per altre ragioni.

Questo non significa che le canonizzazioni sono infallibili. Solo che l'infallibilità, se c'è, non si basa sull'accuratezza delle ricerche preliminari, sul processo di canonizzazione.

Ma ripeto ancora una volta: non parlo da esperto.

preceptoris ha detto...

@
Il presupposto e la domanda di Latinista, valgono solo per la dichiarazione ex Cathreda, così come proclamato dalla Pastor Aeternum.

L'infallibilità sulle canonizzazioni se così si può definire, passa dalla rigidità delle indagini, così come per le Apparizioni, perchè sono gli unici strumenti razionali ancor prima che spirituali che la Chiesa aveva messo a disposizione. Così come le indagini di laboratorio, se manca un solo reagente il risultato è sballato e diviene pericoloso.

La figura dell'avvocato del diavolo ad esempio, setacciava qualsiasi cosa della persona ed era una garanzia. Quella figura è stata licenziata dopo il Cv2.

Comunque un gentilissimo utente ieri ha messo il link di un libro che parla del fatto dogmatico circa le canonizzazioni.

* TITOLO:
Fondamenti teologici del culto dei Santi
Por el R.P. Daniel OLS, OP.Publicado en: AA. VV. “Studium Congregationis de CausisSanctorum.”, pars theologica, Roma 2002.
*

Di fatto esclude che siano da considersi tali, così come avrebbero affermato sia i teologi Don Gleise e lo storico dott. De Mattei.

Rimetto il link e se ha tempo dia un'occhiata a pp. 34-35 ( parte evidenziata in giallo )

http://es.scribd.com/doc/47381315/OLS-Fond-Amen-Ti-Teologici-Del-Culto-Dei-Santi

NB: Per S. Giovanni Bosco, ciò che ha riportato l'utente Franco sono una delle tante leggende nere per screditarne la Santità e che evidentemente ha creduto fossero vere. Credo che non ci si debba nemmeno soffermare più di tanto.

Sapesse quante volte prima di riportare una frase di questo o di quell'autore devo fare i conti sul contesto generale e sulle probabilità che queste memorie siano inquinate da ideologie e da filosofie varie. Resta sempre e comunque il principio di non contraddizione per ogni fatto o detto.

Anonimo ha detto...

C'è anche questa nota di Rorate Caeli, che mi sembra molto pertinente: http://rorate-caeli.blogspot.com/2014/04/a-reminder-about-todays-canonization.html

hpoirot ha detto...

Io sono tra quelli che non credono all'infallibilità delle canonizzazioni...

Ma queste canonizzazioni rendono "infallibili" il Concilio nella pratica perché laddove questo é incerto il dubbio viene risolto dall'esempio dato da Wojtyla.

Facciamo un esempio reale e concreto. Siccome la moschea di Basilea verrà espropriata per lasciare spazio a un magazzino, il "prete cattolico" Ueli Beck ha offerto proprio ieri la sua parrocchia ai musulmani per pregare....

Supponiamo che qualcuno si lamenti. A Ueli Beck basterà riconrade che ha fatto questo seguendo "il grande gesto di un papa santo". E chi potrebbe mai contraddirlo?

mic ha detto...

Potrebbe contraddirlo chi sostiene che non è un assioma che tutti i gesti di un papa santo siano santi.
Definire santo un gesto del genere appartiene all'ideologia della falsa libertà.
Purtroppo il falso ecumenismo, insieme alla falsa libertà di religione, è tra i nuovi indirizzi della nuova chiesa.
Doverlo constatare non fa altro che mettere in luce la nostra impotenza, posto che il deficit e la 'mutazione' vengono dal vertice.
Questo è uno dei casi in cui riaffermare la verità non significa ergersi a "duri e puri" perché, per quanto ci riguarda, restiamo fallibili e non riceviamo automaticamente la purezza dei principi che difendiamo perché li riconosciamo ineludibili.
Ma il solo fatto di averli come faro potente in una navigazione perigliosa ci mette - e mette chi li accoglie - nella condizione di evitare molti scogli.
Se poi, per questo, c'è chi ci definisce settari, possiamo sempre rispondere che c'è un limite ai compromessi (anzi col male non si entra in dialogo e non si scende a compromessi, lo si rifiuta e basta non senza l'aiuto della grazia) e che non obblighiamo nessuno. Semplicemente riaffermiamo gli indicatori di percorso che il Signore ha consegnato alla Sua Chiesa, che sembra aver rinunciato ad affermarli con l'autorità che le è propria.

viandante ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
viandante ha detto...

Nel 2014 credere all'infallibilità riguardo alle canonizzazioni non so se sia il modo corretto di impostare la questione.
Queste dovrebbero essere credute come dogmi, mentre molti cattolici nel silenzio dei loro pastori (molti dei quali sono della stessa opinione) relativizzano la verginità di Maria, non credono nella presenza reale di Cristo nell'Eucaristia e potete andare avanti voi con l'elenco delle verità di fede ormai messe in dubbio.
Come diceva un commentatore ieri dobbiamo rimanere nella semplicità. Con la semplicità e l'umiltà certe cose si avvertono quasi a fior di pelle. Lasciamo ai dotti disquisire ma ricordiamoci che alcune cose, è Gesù che lo dice, sono state svelate ai semplici e tenute nascoste ai dotti.
Per certi teologi e ecclesiastici siamo già tutti santi in virtù della morte redentrice di Cristo e indipendentemente da quello che noi crediamo o facciamo. Addirittura ci sono pastori, e non dei più in basso nella gerarchia, che sostengono che l'Inferno c'è ma è vuoto.
E ancora: a cosa serve poi concretamente la canonozzazione se non si crede quasi più all'intercessione dei santi? Solo come esempio? Ma poi che senso ha parlare di intercessione se come detto sopra per molti (la maggioranza anche dei cattolici?) siamo già salvati e appena morti siamo subito in Paradiso?
E si sta qui a discutere se sia cambiato il senso della parola "santo"? Ha più senso ripassare il catechismo tridentino.
O dobbiamo aspettare che siano canonozzati Gandi, Martin Luther King, Mandela e magari anche il Dalai Lama, benchè ancora in vita, prima di avvertire che qualcosa forse non va.

mic ha detto...

C'è il rischio di essere definiti settari per il solo fatto di andare contro corrente. Il problema, proprio del nostro tempo, sta nel fatto che questo andare "contro corrente" dovrebbe essere rispetto al mondo. Invece ci capita di ritrovarci "contro corrente" rispetto ad una gerarchia ecclesiale in dialogo col mondo e non con noi.
È questo il dramma del nostro tempo e la ragione del nostro disagio, che non è altro che l'effetto dell'apnea spirituale conseguenza della "passio Ecclesiae", come ben dimostra mons. Gherardini, uno degli ultimi esponenti dell'autentica e cattolica "romanità".

mic ha detto...

Dice bene Viandante, diventa inutile e dispersivo discutere sulle canonizzazioni, se non si ha ben presente il concetto di santità.
Anche questo si è sgretolato ed è stato diluito nel nuovo "athanor" della riduzione all'umano di ciò che viene dal Soprannaturale.

mic ha detto...

Che le nuove canonizzazioni, anche per effetto delle modifiche di formule e procedure, non siano infallibili, lo affermano efficacemente anche su Rorate coeli in un articolo recente.
A me sembra molto difficile riconoscere infallibilità alla fluidità superficiale e pressappochista che caratterizza le espressioni della gerarchia che troviamo alla guida della chiesa odierna.

hpoirot ha detto...

ma anche per me queste canonizzazioni non sono infallibili IN TEORIA. Tuttavia lo sono nella pratica, allo stesso modo in cui il Concilio in teoria "solo pastorale" in concreto ci é propinato come dogma da 50 anni.

In teoria il concilio é pastorale, in teoria queste canonizzazioni sono fallibili, in pratica pratica da oggi abbiamo DUE dogmi della chiesa conciliare incece di uno solo (che già ci fa sudare 7 camicie da 50 anni)

D'altro canto il Vaticano ha canonizzato proprio per questo: solennizzare e blondare il CV2.

Anonimo ha detto...

La formula della terza "petitio" et la formula di canonizzazione secondo me non lasciano spazio a dubbi:

Beatissime Pater,
Sancta Ecclesia, Domini promisso nixa Spiritum Veritatis in se mittendi, qui omni tempore supremum Magisterium erroris expertem reddit, instantissime supplicat Sanctitatem Vestram ut hos ipsius electos in Sanctorum Catalogum referat.


Ad honorem Sanctæ et Individuæ Trinitatis,
ad exaltationem fidei catholicæ
et vitæ christianæ incrementum,
auctoritate Domini nostri Iesu Christi,
beatorum Apostolorum Petri et Pauli ac Nostra,
matura deliberatione præhabita et divina ope sæpius implorata,
ac de plurimorum Fratrum Nostrorum consilio,
Beatos
N.N.
Sanctos esse decernimus et definimus,
ac Sanctorum Catalogo adscribimus,
statuentes eos in universa Ecclesia
inter Sanctos pia devotione recoli debere.
In nomine Patris et Filii et Spiritus Sancti.

Anonimo ha detto...

Nelle apparizioni mariane, anche se riconosciute dalla Chiesa, il cristiano può anche non crederci. Neanche Papa Giovanni XXIII ci ha creduto, tanto che non ha rivelato il terzo segreto di Fatima. Neanche i papi seguenti ci hanno creduto, vedi il pasticcio sulla rivelazione da parte di Giovanni Paolo II. Papi santi.
Eamnuele

mic ha detto...

Urbex 22:45, ci dà l'ennesimo esempio dell'attuale apologia sofista del concilio, che diventa "conciliarismo".

Il concilio Vaticano II va letto alla luce della tradizione. Non è possibile far finta che non ci sia stato. Non è possibile far finta che tra il 1962 e il 1965 tutti i Vescovi cattolici del mondo non si siano radunati a Roma e non abbiano deliberato all'unanimità i documenti conciliari. Rifiutare l'ultimo concilio in quanto tale significa rifiutare il cattolicesimo.

Nessuno di noi ha mai affermato che si debba far finta che il Vaticano II (non a caso diventato tout-court "il concilio" per antonomasia) non ci sia stato. Siamo realisti non sognatori.
Però conosciamo molto bene l'articolarsi delle vicende storiche, delle correnti di pensiero antagoniste, delle manovre e dei sottili inganni che hanno attraversato l'assise dei vescovi, riconosciute perfino da Ratzinger nel suo discorso del 14 febbraio 2013. Ma qui si sorvola come se nulla in questi anni fosse stato detto e dimostrato al riguardo.

Criticare i punti controversi del concilio non significa affatto rifiutarlo in blocco. Ma neppure lo si deve accettare in blocco per essere cattolici. Anche perché un cattolicesimo che nega o sovverte la tradizione non è più tale se non come etichetta. Del resto non si sente nemmeno più parlare di 'cattolico' : ormai si è semplicemente cristiani uniti dal Battesimo, come se il resto dei sacramenti non facesse la differenza e non veicolasse una fede diversa e ammesso che questa differenza sussista nella Messa riformata di Paolo VI. Insomma la Riforma luterana qualcosa ha provocato ed ora lo si vorrebbe cancellare non attraverso il reditus dei riformati ma attraverso la nostra omologazione alle riforme di Lutero.

Certamente bisogna ritornare a leggere attentamente i documenti conciliari senza ideologismi di ogni sorta, ma attraverso le lenti della tradizione e dei concilii precedenti.

E' ciò che diciamo anche noi. Il problema sta nell'intendersi sulle chiavi di lettura proposte, che sono cambiate (vedi di seguito)

Tuttavia non si può pensare che una delle più imponenti assise di Vescovi cattolici della storia abbia deliberato documenti anticattolici e che non sia stata assistita dallo Spirito Santo.

Al di là di qualunque cosa si possa o non si possa pensare, di fatto è capitato che una delle più imponenti assise di vescovi cattolici ha avallato, non del tutto consapevolmente -tranne rare eccezioni subito silenziate - innovazioni sovvertitrici. Ciò è stato reso possibile dal fatto che queste erano velate da ambiguità (circiterismi, li chiama Amerio) disseminate nei vari documenti insieme alle proposizioni tradizionali. E lo deduciamo dagli effetti indotti dalla nuova prassi fondata proprio si quelle ambiguità realizzate in sede di applicazione proprio nella loro accezione sovvertitrice. Le pagine di questo blog sono piene di dimostrazioni argomentate al riguardo.
(segue)

mic ha detto...

La lezione di Benedetto XVI sul concilio è ormai una pietra d'inciampo impossibile da ignorare, infatti anche Francesco sul concilio ha dichiarato di sostenere la tesi di Marchetto, che alla fine riprende Ratzinger: ermeneutica della riforma nella continuità. Urbex

La lezione di Benedetto XVI ha dispiegato tutta la sua mens subtilis in senso subdolamente manipolatorio. Ho parlato più volte di cosa significhi realmente queste famigerata "riforma nella continuità" ora arrivata alle sue conseguenze più estreme e neppure più mascherate da parvenze tradizionali rivelatesi un look tutto esteriore.
Mi rifaccio spesso - e del resto è uno dei punti chiave - al cambiamento di paradigmi che Joseph Ratzinger-Benedetto XVI ha contribuito non poco a consolidare su termini (e rispettivi contenuti) come "tradizione vivente" e "continuità". Non ci si può intendere, se si usano gli stessi termini per concettualizzare ed indicare cose completamente diverse. Non ho mancato di darne esempi concreti.
Dicevo nell'ultimo articolo, che Urbex non ha letto oppure non intende recepirne i contenuti, che il concilio è l'insieme di documenti e contenuti, posti sotto l'etichetta della 'pastoralità' per consegnarli ad una quotidianità nuova e innovativa, che ha lasciato immutato l'involucro, ma ha cambiato la sostanza e forse in parte persino l'etichettatura.
E noi dovremmo far finta che ci sia 'continuità', che è stata inopinatamente trasferita dall'elemento immutabile dell'oggetto-Rivelazione a quello transeunte dei protagonisti (il soggetto-Chiesa, oggi nelle persone di suoi gerarchi), i quali si sono rivelati e si rivelano sempre più i sovvertitori delle essenze e non dei semplici aggiornatori?

E questo proprio perché la "Tradizione vivente" è intesa in senso storicista di cangiante a seconda dei tempi e non "vivente" nel senso di portatrice della fecondità di Colui che la anima e che la Chiesa è chiamata a inverare e trasmettere nel tempo.

Mons. Gherardini parla, più propriamente, di “continuità evolutiva ed omogenea”, l'analogia della Fede, perché il 'fissismo' non appartiene alla Tradizione. Ma qui "evolutiva" va inteso nel senso che un autentico aggiornamento riguarda le contingenze e non le essenze. Infatti chiunque voglia dare un nome ai criteri interpretativi di cui si avvale deve farlo secundum normas teologicae interpretationis; il che esclude tutti i criteri immanentistici antropocentrici e storicisti post illuministi che si ispirano al sentimentalismo, al romanticismo e forniscono di volta in volta unicamente risposte a domande contingenti, pretendendo di conformare il dogma e la dottrina alle molteplici variazioni del fragile pensiero umano, anziché ancorarli alla Divina Rivelazione.

Stefano78 ha detto...

Se ero d'accordo con l'articolo precedente, con questo lo sono solo a metà.

Vorrei far notare una cosa che forse ci sta sfuggendo di mano, ormai da un po'. E' stato pubblicato un articolo molto bello sul rischio dello "zelo amaro", e certamente non per auto-demolirci. Non c'è niente di più bello e Vero di guardarsi e interrogarsi. Alla Luce di Cristo e della Sua Chiesa ovviamente.

Le critiche veementi (sottolineo VEEMENTI) di certa parte di fedeli, ai Papi e alla Chiesa, spesso (anzi, quasi sempre) non considerano un altero dato che credo sia molto importante.

E' chiaro che DOVRA' (lo crediamo per Fede) avvenire un "ripareggiamento della Verità". Ma questo avvenimento non credo (o sbaglio?) che potrà avvenire CONTRO la Chiesa o FUORI dalla Chiesa. Ovvero: da un "moto" di contestazione e ribellione, anche se basato su principi sacrosanti.

Credo sia molto più necessario per noi DEFINIRE chiaramente e inequivocabilmente cosa significhi "Parresia", "Apologia", "fedeltà", "Tradizione".

A questi termini andrebbe dato un significato UNIVOCO, e tale questione, che sembra di lana caprina, risolverebbe (pensate un po'!) le divisioni che esistono nel mondo della Tradizione Cattolica.

La DESISTENZA dell'Autorità divinamente istituita, genera mostri in tutti gli ambiti della Chiesa. Infatti, se ci fate caso, nessuno ritiene più che esistano "punti fermi", "Bussole", "fondamenti", dai quali non scostarsi.

Certamente questo è stato inaugurato dalle ambiguità conciliari e dalla prassi della "Pastorale che diventa dottrina", che ha "orientato" la Chiesa in un lido pseudo-democratico illuminista.

Ma, se ci fate caso, TUTTI (e dico proprio tutti), usano lo stesso metodo per "perorare la causa..." di chi? Chiaramente sono il primo a dire che sarebbe giusto non avere pregiudiziali sui GIUSTI MODI per poter ottenere un risultato. Ma questi Modi devono essere GIUSTI. E lo devono essere alla Luce di Cristo e della Chiesa. In sostanza: il fine non giustifica affatto i mezzi. Mentre per alcuni nella SPX (ad. es.), evidentemente Machiavelli è già santo!

Davanti alla indubbia problematicità delle Canonizzazioni, invece che analizzare i fatti, le procedure, CHI LE HA COMPIUTE e come, cosa si va a fare? A relativizzare il principio! Ovvero: le Canonizzazioni sono dubbie? Beh, allora le Canonizzazioni non sono infallibili? Non è che rischiamo di rendere relativo quello che non riusciamo a spiegarci immediatamente, solo per CONFERMARCI vicendevolmente? In sostanza, confermandoci "addosso"?

Stefano78 ha detto...

La Canonizzazione di un Santo è un atto infallibile di FATTO. Non sto qui a fare digressione Teologica perché altri l'hanno fatto. Anche i contestatori alla De Mattei, non riescono a non ammettere un grado di Infallibilità per l'atto, ma lo ascrivono alla non "obbligatorietà" del Culto da parte del Fedele. Che sarebbe libero di esprimere o meno la devozione al Santo.

Mi colpì un commento su queste pagine, passato quasi sotto silenzio. Chi esprimeva dubbi si sentì rispondere da un anonimo più o meno questo: "le Canonizzazioni di altri Santi verranno messe in discussione dal Vaticano [credo si riferisca a Santi come Pio V o Pio X]: in questo modo si potrà mettere in discussione anche queste"(SIC!)

Ci rendiamo o no conto che si sta andando alla deriva? Piuttosto che cercare di comprendere le situazioni A FONDO, quindi cercare una spiegazione PLAUSIBILE (attenzione: non inventata ma concreta e reale!), considerando TUTTI gli elementi che possono portare a fatti non spiegabili immediatamente, si sceglie le "via breve". E' stato così per i Pontificati post-conciliari: tutti modernisti e intenti ad abbattere la Chiesa e il Culto. E' stato Così per la Rinuncia di Benedetto: estremo gesto iper-modernista per eliminare il Papato. E' stato così per la sua presenza pubblica: atto volontario inserito nella distruzione di cui sopra.

Questa linea, che ovviamente vedo qua e la e che non sto assolutamente addebitando a qualcuno in particolare o a qualche media in particolare, men che meno quello in cui scrivo, è frutto di una convinzione di fatto: la Chiesa HA PERSO (è emerso anche nell'articolo di prima). Questo è un FATTO, che molti rifiutano come la peste, ma che confermano con le opere!

Le critiche di alcuni sono senza sbocco a partire dalla critica. Non ci sarebbe possibilità di fare nulla, a meno di "uscire" dalla "gerarchia romana modernista" e farsi la propria. Per quanto si straccino le vesti gridando alla Cattolicità e fedeltà al Papa, la via tracciata è di RESA al male. In questo, per quanto fede e ragione sono complementari, si nota un razionalismo di fatto. Chè, se uno vedesse i fatti solo dal lato della Ragione, sarebbe non solo lecito ma sacrosanto disperare.

Dunque: vogliamo provare a dare un significato netto, indiscutibile alle parole che ho elencato più sopra?

Turiferario ha detto...

Be', anche se è vero che l'infallibilità riguarda altre cose è altrettanto indubbio che la canonizzazione è un atto irreversibile in cui la Chiesa "mette la faccia". Si può pensare che si proclami santo qualcuno e poi ci si penta e lo si declassi? Si dovrebbe quindi "metterci la faccia" dopo aver compiuto ogni possibile verifica.

La canonizzazione di GPII canonizzerà anche azioni a lui riferibili, come l'ecumenismo "spinto"? In un certo senso sì, anche se da un punto di vista logico si potrebbe sempre obiettare che ci sono santi che hanno mandato al rogo gli eretici ma non si può da questo desumere che gli autodafè siano un'ottima pratica da ripristinare nel 2014.

viandante ha detto...

Stefano, dallo sto benedetto significato netto ed indiscutibile alle parole! Non è stando continuamente in bilico e criticando chi cerca di proporre interpretazioni, ma non osando dire con riferimenti a casi concreti che a volte Pietro rinnega il Signore (non solo una ma ben tre volte di seguito) che ci si aiuta nel capire questa ingarbugliata situazione!
Il significato che poi tu darai alle parole scontenterà sicuramente qualcuno, perché nella sua essenza i modernisti usano le parole con "souplesse", con molta leggerezza, e non aspettano le definizioni di chicchesia.

Anonimo ha detto...

Stefano,

Se Lei non pensa che le azioni di Bergoglio sono veementamente contra la Fede in tanti punti, non riesco a capirLa....

Essere veemente in espressione non è un peccato per Cattolici, solo per i Stoici....

Romano

Anonimo ha detto...

@ Stefano: secondo me non è che la Chiesa "ha perso", ma è eclissata, come fu detto dalla Madonna in persona, ricorda, 1846 ? e questo rientra in un vero e proprio castigo: essere immersi in una gran confusione e disorientamento, a causa dei nostri peccati, (causa soprannaturale) ma spec. (causa contingente storica) per le disobbedienze dei ministri di Dio (ricorda ? le richieste disattese della Ss.ma Vergine, rivolte proprio a papa G23 che sdegnò tutto l'avvertimento da divulgare entro il 1960, come riferito da suor Lucia snobbandola indirettamente quale "profeta di sventura", elettrizzato e determinato all'idea di aggiornare a qualunque costo la Chiesa col concilio-neo-pentecoste?)
Se non teniamo conto delle volontà pervicaci dei pastori di voler "fare di testa loro" (orgoglio umano) resistendo allo Spirito Santo, saltando a piè pari tutta la santa Prudenza usata dai predecessori fino a Pio XII, (e spesso prevaricando il Magistero immutabile, v. libertà religiosa e Assisi) in tutte le iniziative pastorali e disciplinari-pastorali ecc. (canonizzazioni comprese) non capiremo ciò che sta succedendo dal 1960 ad oggi.

@un quesito per preceptoris ed altri:

dato che anch'io leggo molto per capire le posizioni svariate, vorrei che mi spiegasse questo: un ecclesiastico che era eretico prime di essere eletto -v. riunioni di preghiera con protestanti e giudei fatte da Bergoglio- come diamine può essere stato eletto pontefice ?
per volontà dello Spirito Santo?
è un dubbio che nessuno sul web ha ancora saputo chiarire
Aspetto cortesi e illuminanti risposte.

Anonimo ha detto...

PS (a Stefano): non è questione di disperare, ma sperare SOLO IN DIO e nella SS.ma Vergine.
Ricordo che Ella dissse:

"Quando TUTTO sarà perduto, allora sarà il mio momento di intervenire " (a Quito, riferendosi al castigo deciso da Dio per il 20.-21. sec.)

(più volte ripetuto questo monito-promessa di aiuto celeste, anche da NSGC a vari santi e mistici nei secoli: il Signore aspetta che siano finite TUTTE le risorse umane, e gli uomini si rivolgano in totale speranza-fiducia a LUI, che viene in soccorso alle mille suppliche, umili e tenaci, come quelle della vedova che importuna il giudice....)

mic ha detto...

@ Stefano: secondo me non è che la Chiesa "ha perso", ma è eclissata...

Non a caso nell'articolo precedente avevo espresso chiaramente:

Aggiungo che non abbiamo perso. Anche perché non siamo noi che vinciamo o perdiamo, ma la nostra libertà di essere, nel Signore e nella Sua Chiesa, ciò che siamo chiamati ad essere e non è nemmeno questione di vincere o di perdere, ma di Vita o di morte dell'anima. Comunque potranno toglierci la nostra libertà esteriore, forse la libertà di parola e di azione. Ma la libertà di dire il nostro "No" all'errore che rinnega il Signore quella nessuno potrà mai togliercela. Stat Crux dum volvitur orbis.

mic ha detto...

dato che anch'io leggo molto per capire le posizioni svariate, vorrei che mi spiegasse questo: un ecclesiastico che era eretico prime di essere eletto -v. riunioni di preghiera con protestanti e giudei fatte da Bergoglio- come diamine può essere stato eletto pontefice ?
per volontà dello Spirito Santo?


Purtroppo lo Spirito Santo non sempre è ascoltato dalle volontà umane.
Tuttavia non è da escludere che, attraverso gli eventi attuali, venga fuori una prova e una purificazione della Fede e di molto altro...

Non è possibile far finta ha detto...

Non e' possibile far finta che prima del CV2 non ci siano stati 20 concili ecumenici con i loro dogmi, canoni e anatemi.

Franco ha detto...

@ Praeceptoris. Mi spiace di aver scandalizzato lei o qualcun altro a proposito di don Bosco, che è e rimane per me una figura esemplare e di cui ho anche una reliquia, a me cara. La notizia, se non ricordo male, viene dal libro di Michele Straniero "Don Bosco rivelato". L'autore, ex allievo dei Salesiani, intendeva dare del santo un'immagine non pedissequamente "agiografica" e non è poi così distruttiva della sua figura. Comunque su Internet può trovare un articolo su "Lo stato della storiografia su don Bosco". Parlare di "leggenda nera" riguardo a quell'atteggiamento mi sembra esagerato. Don Bosco sapeva essere furbo e mattacchione, come quando fece portare al manicomio in carrozza due preti che ci volevano spedire lui come "esaltato" per le opere sociali. Può darsi che il caso in questione ( quello del salotto ) sia stato episodico, oppure gonfiato; comunque essere diplomatici, almeno fino a un certo punto, non è peccato. Lo fu anche Pio XII di fronte al Nazismo, diversamente dal più fegatoso Pio XI: è questo appunto uno dei temi su cui stanno lavorando gli storici.
Rimane l'esigenza pressante di agiografie critiche nel senso migliore del termine; per me è il caso del francese Trochu, con le biografie di Bernadette e del santo Curato d'Ars. Quando si afferma che una ha visto la Madonna, l'altro era perseguitato dal Demonio, perfino in confessionale, occorre fornire solide basi documentarie: da questa saldezza resistente alle critiche più sottili si alimenta la "certezza morale" dei fedeli, con effetti sulla loro convinzione religiosa e sulla loro "pietà".
Riguardo alle "contraddizioni" nella vita dei santi ecclesiastici recenti, credo che occorra tener presente la difficoltà della Chiesa a contemperare la riaffermazione dei principi perenni con l'apertura al nuovo della civiltà contemporanea, in rapidissimo cambiamento tecnologico e sociale ; da qui un andamento zigzagante che sconcerta gli osservatori non superficiali.

Anonimo ha detto...

il vat II non è l'ultimo concilio della Chiesa.
Il concilio Vaticano II va letto SOLO alla luce della tradizione.

bernardino ha detto...

Cara Mic.,
Quando su questo blog dico che la grande massa (degli ex fedeli dichiarati Cattolici, non sono più Cattolici) ha subito il lavaggio del cervello, lo dico con cognizione di causa.
Vi spiego il perchè:
Parlando sia con gente semplice e non acculturata, sia con persone che han sempre seguito la Dottrina Cattolica e acculturata, addirittura con una o due lauree, nonchè insegnanti (e questo mi fà paura perchè hanno a che fare con i ragazzi), mi sento dire che il Concilio vat.II è quello che dicono i preti l'apertura al mondo, poichè il mondo è cambiato, ed è giusto aprirsi ed abbandonare il vecchiume; c'è poco da fare, c'è poco da fare, questo è il sentire e la conoscenza comune.
In un discorso con un professore di lettere e filosofia abbiamo cominciato il discorso delle canonizzazioni e della presenza dei due Papi per finire al commissariamento dei FI.
Quando ho detto al prof. che i FI sono stati commissariati pur avendo circa 400 frati e 400 suore, nonchè seminari pieni di giovani che sarebbero diventati frati e suore, mentre i seminari diocesani sono vuoti, il prof. mi ha chiesto se questi seguivano il rito precedente il vat.II o accettavano il vat.II; ho risposto che facevano parte della tradizione della Chiesa.
La risposta del prof.è stata ""il papa ha fatto bene a farli commissariare ed a disperderli, perchè questi sarebbero stati un cancro per la Chiesa (chiesa).""
Questo in linea di massima è quello che conosce la gente comune, e questo è quello che pensa della Chiesa preconciliare.
Guardate fino a che punto sono riusciti a far lavaggi di cervelli.
Deo adiuvante. Adiutorium nostrum in nomine Domini.
Teniamoci le nostre piccole oasi, perchè fuori c'è una tragedia che solo Dio ormai può riparare.

bernardino ha detto...

Per Vs. conoscenza, il mio paesino è una cittadina di circa ventimila abitanti; c'è una sola parrocchia con una Chiesa Madre e due piccole cappelle nelle zone di campagna (ci sono inoltre due belle Chiese di cui una Chiesa Abaziale sconsacrata benedettiana intitolata alla Madonna -ora museo comunale - ed un'altra Chiesa intitolata sempre alla Madonna del Carmine che sono state date agli ortodossi romeni).
La domenica tra tutte e tre le Chiese, partecipano all'incirca settecento persone. Fate Voi la percentuale.
Tra queste settecento persone, ho parlato, almeno, con più di un centinaio. Vi posso dire che dalle risposte avute ogni volta mi si rabbrividiva la pelle.
C'è addirittura una Chiesa Basilicale vicino al cimitero che è stata venduta insieme ad vecchio monastero a privati, quindi chiusa. Quellla sola Chiesa contiene almeno mille persone. In altri tempi in quella Chiesa ho servito messa per decine di anni. ora è privata e chiusa al pubblico.

mic ha detto...

Caro bernardino,
il problema è che nella Chieaa c'era del "vecchiume" da eliminare, così come all'epoca delle proposizioni di Lutero si imponevano alcune riforme.
Altro problema è ciò che intendono per "vecchiume" i "novatori" nel senso di "ricercatori di novità in maniera indiscriminata".
Di questo sarà bene parlarne, per capire da dove viene il rifiuto della fermezza e di una sana apologetica impropriamente identificata col "trionfalismo" e l'arroccamento e anche la diffidenza per l'Annuncio spacciato per "proselitismo", che oggi ha sapore di forzatura, ma in un contesto sano come non mancava al di là dei problemi di sempre, non ha mai implicato imposizioni ma una missionarietà sana e salvifica. E c'è ancora molto da dire.

una sola fede ha detto...

Oggi viene festeggiato SAN PIO V:

DA santiebeati.it:
"Non ebbe paura della violenza musulmana e preoccupato delle mire geopolitiche dei turchi, promosse la «Lega Santa» dei principi cristiani contro la mezzaluna, unendosi in alleanza con Genova, Venezia e Spagna. Le forze navali della Lega si scontrarono, il 7 ottobre 1571, con la flotta ottomana nelle acque al largo di Lepanto, riportando una memorabile vittoria, che si verificò grazie, soprattutto, alla crociata di Rosari che erano stati recitati per ottenere l’aiuto divino. La vittoria venne comunicata “in tempo reale”: Pio V ebbe, infatti, una visione, dove vide cori di Angeli intorno al trono della Beata Vergine che teneva in braccio il Bambino Gesù e in mano la Corona del Rosario. Dopo l’evento prodigioso – era mezzogiorno – il Papa diede ordine che tutte le campane di Roma suonassero a festa e da quel giorno viene recitato l’Angelus a quell’ora. Due giorni dopo un messaggero portò la notizia dell’avvenuto trionfo delle forze cristiane. Il 7 ottobre del 1571 venne celebrato il primo anniversario della vittoria di Lepanto con l’istituzione della «Festa di Santa Maria della Vittoria», successivamente trasformata nella «Festa del Santissimo Rosario».
(C. Siccardi)


Vicino ai poveri e ai bisognosi, anche nella vita austera, e pure insofferente verso gli abusi della corte pontificia:

“Il giorno dell’incoronazione, anziché far gettare monete al popolo come consuetudine, in novello Pio V preferì soccorrere a domicilio molti bisognosi della città di Roma. Anche da papa continuò a vestire il bianco saio domenicano, a riposare sopra un pagliericcio, a cibarsi di legumi e frutta, dedicando l’intera sua giornata al lavoro e alla preghiera.
Colpì inoltre senza pietà gli abusi della corte pontificia, dimezzando le inutili bocche da sfamare e nominando un’apposita commissione per vigilare sulla cultura ed i costumi del clero, che a quel tempo lasciavano molto a desiderare.
Le sue maggiori attenzioni erano rivolte ai poveri che ascoltava pazientemente e confortava anche con aiuti pecuniari. Il papa era compiaciuto di poter partecipare alle manifestazioni pubbliche della fede nonostante le torture della calcolosi, di far visita agli ospedali, di curare egli stesso i malati e di esortarli alla rassegnazione.


Ma, contemporaneamente, strenuo quanto integrale custode della fede e della morale cattoliche:

“Per l’uniformità dell’insegnamento, secondo le indicazioni del Concilio Tridentino, che aveva richiesto fosse redatto un testo chiaro e completo della dottrina cristiana, Pio V ne affidò la redazione a tre domenicani e lo pubblicò nel 1566. L’anno seguente proclamò San Tommaso d’Aquino “Dottore della Chiesa”, obbligando le Università allo studio della Somma Teologica e facendo stampare nel 1570 un’edizione completa e accurata di tutte le opere teologiche del santo. In campo liturgico si deve alla lungimiranza di questo pontefice la pubblicazione del nuovo Breviario e del nuovo Messale, cioè il celebre rito della Messa ancor oggi conosciuto proprio con il nome di San Pio V.
Al fine di contrastare l’immoralità dilagante fra il popolo romano, il pontefice punì l’accattonaggio e la bestemmia, vietò il combattimento di tori ed i festeggiamenti carnevaleschi, espulse da Roma parecchie cortigiane”.


I momenti che precedettero la sua morte:

Radunati i cardinali attorno al suo letto di morte, rivolse loro alcune raccomandazioni: “Vi raccomando la santa Chiesa che ho tanto amato! Cercate di eleggermi un successore zelante, che cerchi soltanto la gloria del Signore, che non abbia altri interessi quaggiù che l’onore della Sede Apostolica e il bene della cristianità”.
Spirò così il 1° maggio 1572. La sua salma riposa ancora oggi nella patriarcale basilica di Santa Maria Maggiore in Roma.


Beatificazione (dopo cent’anni) e canonizzazione (dopo complessivi 150 anni dalla morte):

Papa Clemente X beatificò il suo predecessore cent’anni dopo, il 27 aprile 1672, e solo Clemente XI lo canonizzò poi il 22 maggio 1712.
(F.Arduino)

Il resto:
http://www.santiebeati.it/dettaglio/27000

mic ha detto...

Il vero "vecchiume" oggi sono le lobbies di potere, compresi gli "omo", che sembrano non più sradicabili da una curia da tempo quasi totalmente corrotta. Altro "vecchiume" nel frattempo accumulato sono gli squilibri ideologici sessantottini purtroppo ancora non tramontati.

preceptoris ha detto...

Franco,
a me sembra che non ci siamo intesi o male che vada pare che lei voglia rimestrare sofismi, supposizioni e visioni personali di autori contemporanei, dando loro un' esagerata importanza.

Veda, non è che sono oracoli gli storici moderni o che siano più credibili di quei che ne avrebbero scritto l'agiografia in tempi assai vicini alle figure trattate.

Le faccio un esempio.

Il racconto scritto da un antico biografo sul Martirio di S. Giustina di Padova è stato passato a raggi x da noti studiosi contemporei. Lo hanno decretato favoloso, sulla base delle loro scarse conoscenze storiche di usi e costumi del tempo, passando per istrionico colui che l'aveva scritto.

Si da il caso che, proprio un gesto narrato dal primo antico biografo passato volutamente in sordina
(spero per ignoranza e scarsa conoscenza multidisciplinare)abbia invece ridato valore e veridicità al vetusto narratore.

Eppure questi contemporanei sono considerati degli intoccabili e sono molto blasonati. Comunque è libero di lasciarsi cullare da chi e come vuole e scegliersi gli storici che più la ispirano.

Personalmente non seguo questa via.

Riguardo l'infallibilità sulle canonizzazioni, vedo che pur essendo evidente che manca la materia base come procedura, si continua a pensare che essendo un atto solenne del papa, automaticamente è infallibile. Pensiero dei tiranni modernisti e l'agglomerato sedevacantista.

Per la canonizzazione così come per la beatificazione, deve essere interpellata la scienza che notoriamente si discosta da fede e morale, giacchè implica altre discipline.
Se manca la componente scientifica (lo ripeto ancora una volta) non esiste infallibilità del test, così come per tutte le indagini se manca uno solo dei reagenti da laboratorio l'esito è nullo.

Dopo il CV2, non solo mancano parecchi reagenti, ma pure la vetreria, in qual caso identificata dal dimezzamento dei Miracoli che sarebbero serviti per rendere valido l'esame.

Certo che avvallando l'infallibilità di questa procedura solo perchè ha mantenuto l'involucro esterno di atto solenne, davanti ai critici i detrattori i nemici di sempre, mettiamo in ridicolo l'Una Santa Cattolica Apostolica.

Avvalleremo le leggende nere contro la Chiesa e i Santi, tanto più che il GPII aveva già chiesto scusa al mondo per gli 'errori' commessi


Nemici, i quali potranno sbandierare e ringalluzzire la loro sempre e costante propaganda anti Chiesa Cattolica.

Ringrazio Mic per aver risposto alla domanda dell'anonimo, era ciò che avrei risposto.

Anonimo ha detto...

Se il dato riportato dal sig. Bernardino fosse reale, e credo che in buona sostanza lo sia, la percentuale di coloro che frequentano la messa la domenica, nella cittadina dove egli risiede è molto bassa. Si tratta di una percentuale inferiore al 5 per cento.
Nulla di cui meravigliarsi beninteso. E' sufficiente leggere il rapporto annuale sulla secolarizzazione in Italia, edito da Adista nel mese di febbraio di quest'anno, per rendersi conto della reale situazione.
http://www.adistaonline.it/?op=articolo&id=53625

murmex ha detto...

Rispondo a Latinista.Non sono una specialista,ma la vedo così:perchè si abbia infallibilità nei pronunciamenti papali occorre fra le altre condizioni anche la VOLONTA di definire e di obbligare tutto l'orbe cattolico,volontà che deve risultare oggettivamente.Infatti diciamo concordi che nel Vat II,per espressa dichiarazione di chi lo ha indetto e proseguito,questa volontà di definire dogmi o anatemizzare errori non c'è stata,ci si è tenuti a un livello inferiore,chiamato pastorale per usare una parola "facile ed amica",ma in realtà falsamente pastorale.E questa infallibilità non c'è stata,nonostante l'avallo papale e l'applicazione pratica dei falsi principi.Analogamente per le nuove canonizzazioni non credo basti l'avallo papale per renderle infallibili,e questo per due motivi:in primis,c'è il fondato sospetto di uno svuotamento e cambiamento cambiamento di significato dei termini,come più volte evidenziato da mic riguardo al fondamentale concetto di Tradizione;anche il concetto di santità può ora avere un significato per così dire pastorale,nel senso di incarnare in modo modernistico quella che è l'esigenza della coscienza religiosa dell'uomo attuale.Poi,in secondo luogo,penso che come già detto da altri,essendo che nella canonizzazione(a differenza che nelle definizioni di dogmi e negli anatemi),intervie anche iche un elemento concreto,l'esame della vita del presunto santo e della veridicità dei miracoli,che sono con la loro accsrtata soprannaturalità la garanzia divina della santità.A me pare che la faciloneria introdotta nella procedura sia un sintomo che quella che si ricerca non è più la Volontà divina,che attraverso la canonizzazione rende gloria ai suoi amici fedeli e soccorre la Chiesa militante offrendole il loro esempio e possibilità di intercessione ,ma qualcosa di più bassamente e falsamente "pastorale",come è accaduto col Vat II.Dio mi perdoni se sbaglio,mi pare quasi un (oggettivo)tentare Dio ,non adoperare tutti i mezzi a disposizione per accertarsi nei limiti delle possibilità umane della sua Volontà,e quindi porsi nella condizione di riceverne l'assistenza

murmex ha detto...

Vorrei anche dire,a proposito di S Giovanni Bosco,che tante biografie di Santi sono da prendere con le molle.Ho letto una edizione (Paoline)del Castello interiore di S Teresa interpolata da una psicologa americana sedicente carmelitana(ma probabilmente lo è veramente)in cui incredibilmente si esorta,sulle orme della Santa,a far volare aquiloni e saltare nelle pozzanghere.Per l'episodio citato,se è vero,no l'interpreterei come "furbizia":nche in S Francesco di Sales,per esempio, la carità assumeva l'aspetto della cortesia e squisitezza di modi apparentemente mondana

Luís Luiz ha detto...

A Murmex, Sulla volontà di infallibilità. Ma quale volontà? Ovviamente, Bergoglio há la volontà d'infallibilità sulle canonizzazioni e sopratutto sul concilio. E mi sembra che se fosse papa legittimo, potrebbe definire infallibilmente entrambe le infallibilità. E nel magistero ordinario bergogliano di oggi, l'infallibilità del Concilio è un assioma.

Anonimo ha detto...


MARIA CORREDENTRICE, AVVOCATA E MEDIATRICE DI TUTTE LE GRAZIE
http://petizionenuovodogma.blogspot.it/

Anonimo ha detto...

For english speaking people, on Mundabor 'Inequality, evil and worldly thinking'.God bless +

Franco ha detto...

A pensarci bene, è possibile che don Bosco volesse prendere in giro in modo un po' sornione la dama per la sua pretesa di apparire ancor giovane, mentre non lo era più: una specie di puccola punizione dell'orgoglio.

murmex ha detto...

Luis Luiz,sul concilio non conta la volontà attuale di Francesco I,ma quella di chi ha impresso la FORMA PASTORALE,NON INFALLIBILE VOLUTAMENTE.La volontà di Francesco di dogmatizzare il Vat II conterebbe solo se LA FORMALIZZASSE,cioè se DICHIARASSE ESPRESSAMENTE,nella sua qualità di Papa e con volontà di obbligare tutti i cattolici,che le novità spurie sono sacrosante verità,e le verità che le si oppongono sono errori.Ma questo ovviamente non potrà farlo.Sulle canonizzazioni facevo una analogia:come la volontà papale sul concilio era di dargli la forma pastorale(quindi potwenzialmente portatrice di falsità),cosa mai vista e gravissima,mi pare che la stessa cosa dati tutti i fondati dubbi che sollevano,potrebbe valere per esse

Cattolico ha detto...

Leggo dal blog di Antonio Socci, a proposito dell’incidente occorso alla Madonnina di Civitavecchia il giorno precedente la duplice canonizzazione:
Monsignor Girolamo Grillo, , ha deciso di far fondere la sua preziosa croce pettorale d’oro per ricavarne una corona da porre sulla testa della Madonnina.
E’ una bella corona con i simboli dello stemma di papa Francesco
La statuetta della Vergine è stata perciò incoronata durante quella solenne cerimonia presieduta da monsignor Marrucci, attuale titolare della diocesi, insieme a monsignor Grillo e a monsignor Marra.
Più tardi, appena la statua è stata ricollocata nella teca della chiesina di Pantano, la corona è caduta ed ha colpito e staccato la mano della Madonnina che teneva la corona del rosario donatale da Giovanni Paolo II.
C’è poi il fatto delle strane coincidenze avvenute a Lourdes:
Le alluvioni a Lourdes
Ottobre 2012
La settimana in cui arrivarono al santuario le "reliquie" di Giovanni Paolo II
Giugno 2013
Il giorno dopo l'approvazione del "miracolo" che e' servito per la canonizzazione di Giovanni Paolo II
Parigi, 29 aprile 2014 - Scossa di terremoto questa mattina poco dopo le 9 negli Alti Pirenei, ovest della Francia. L’epicentro è stato individuato, dall’ufficio sismologico di Francia, nei pressi di Lourdes, la città del celebre santuario.
Il terremoto è stato confermato dal Comune di Pau e dalla prefettura. Nessun danno, secondo le autorità locali, ma soltanto paura fra la popolazione.
Non si registrano danni, ma la paura tra la popolazione e i tantissimi pellegrini, molti dei quali arrivati anche dall'Italia, è stata notevole
Tutto ciò, oltre alla tragedia di Cevo, in alta Val Vamonica, ne, parco dell’Adamello, dove un giovane (abitante a Lovere, sul lago d’Iseo, in via Giovanni XXIII) è morto schiacciato da una grossa croce (modernista, brutta e pericolosa) eretta in onore di Papa Giovanni Paolo II.

Semplici coincidenze? speriamo di si, almeno così ritiene il bravo giornalista cattolico Antonio Socci. A dire il vero qualche anno fa interpretava diversamente fatti di questo genero, adesso però si è “normalizzato”. Deo Gratias “

Josh ha detto...

@Bernardino:

cito un tuo passaggio per rispondere

"In un discorso con un professore di lettere e filosofia abbiamo cominciato il discorso delle canonizzazioni e della presenza dei due Papi per finire al commissariamento dei FI.
Quando ho detto al prof. che i FI sono stati commissariati pur avendo circa 400 frati e 400 suore, nonchè seminari pieni di giovani che sarebbero diventati frati e suore, mentre i seminari diocesani sono vuoti, il prof. mi ha chiesto se questi seguivano il rito precedente il vat.II o accettavano il vat.II; ho risposto che facevano parte della tradizione della Chiesa.
La risposta del prof.è stata ""il papa ha fatto bene a farli commissariare ed a disperderli, perchè questi sarebbero stati un cancro per la Chiesa (chiesa)."

vedi, non si tratta del numero delle lauree ma di una questione di impostazione di fede (credere, sì, ma in cosa? e di questi tempi la domanda non è affatto peregrina) e anche di ideologia.
Visto che auspicabilmente sia quel signore sia io abbiamo fatto gli stessi studi,
va contestualizzato un fatto:
dal dopoguerra in poi, la filosofia e la letteratura quanto la storia sono insegnate in maniera...progressista, marxista e postmarxista, e non c'è via di scampo.

Quello stampino-gabbia inespugnabile va ad inficiare sia la libera ricerca sia la logica, fino alla...storia dell'arte, nessuna disciplina esclusa. Molti credenti cosiddetti acculturati, hanno accostato Gesù non come Salvatore, nè come Redentore, nè timorosi del Giudizio domani, ma come uomo esemplare di mere riforme sociali, in maniera puramente orizzontale.

Abbina a questo il 68inismo, i condizionamenti ecologisti e pacifisti, e quel Gesù e Vangelo dei letterati formati dagli anni 50 in poi è un ALTRO Cristo e un Altro "vangelo".

Se uno illuminato dalla Grazia non è così, ovvio si cerca altre chiavi interpretative, ma chi si ferma a quel tipo di formazione standard, a maggior ragione nella scuola, licei e università odierne, è marxista o postmarxista. Al più "liberale" o rivoluzionato-permanente.

E quindi vede come la peste ogni forma di Tradizione compresa quella Cattolica, e non crede e non può credere a una Rivelazione netta data una volta per sempre, perchè nella Rivoluzione Permanente dei vari movimentismi bisogna essere storicisti, progressisti ed evoluzionsti (nei significati letterali) e credere nelle magniiche sorti e progressive: sempre più in alto, il bel sol dell'avvenir, dimenticando cosa dicono i testi cristiani degli ultimi tempi.

Questo perchè? perchè quegli studi dal dopoguerra ormai si fanno obbligatoriamente così, servono a creare degli operatori di "cultura"/nozioni candeggiate adatti al NWO che a loro volta creino altri servi-svuotati di sè per la Rivoluzione.

Anonimo ha detto...

http://www.liberoquotidiano.it/news/opinioni/11602991/La-Madonnina-che-piange-sangue-.html

murmex ha detto...

Credo proprio che iosh abbia ragione.Al liceo,fatto nell'immediato post-sessantotto,l'impostazione era quella,anche se grazie al Cielo,oltre Iliade,Odissea, Eneide, la Divina Commedia bisognava pur farla,e bene,e io mi stupivo che venisse presentato come "poeta",dopo questi approcci alla vera poesia,un p.Turoldo.Ora mi sisono anche aperti da tempo gli occhi sulla scuola dell'obbligo,(da quando,per es.,mi sorbivo io la lettura di Moravia per risparmiarla a mia figlia ragazzina ginnasiale di 13 anni,e i miei figli sono stati ,con loro gioia,esentati dall'ora di religione perchè venivano spacciate per tale le idee personali del prof.)

mic ha detto...

Il commento che ci ha segnalato Mundabor, che ringrazio, è davvero graffiante.

Si riferisce al Tweet del 28 aprile di @pontifex.it

“Inequality is the root of social evil,”

Riporto la conclusione
...
Quest'uomo sarebbe incredibilmente inadeguato perfino come un cosiddetto arcivescovo di Canterbury. La sua forma mentis , quando si guarda senza gli occhiali rosa del "ma lui è il Papa", è di un cristianesimo così liberale, così imbevuto di pensiero laico, che dubito che un un anglicano con poca fede - certamente non più a sinistra di loro - avrebbe potuto ingoiare la metà delle sciocchezze che costui ci sta regalando da tredici mesi.
Siamo stati puniti così spettacolamente, così ovviamente, così scopertamente, che non mi è chiaro come ci può essere ancora in giro un'anima onesta che non conclude questo: Dio ci sta castigando nello stesso modo in cui abbiamo offeso Lui , dandoci una overdose di quella stupidità indicibile che la generazione del Vaticanodue ha pensato per noi così buona, conveniente, gratuita.
Grande errore.
Mundabor

Tra l'altro in italiano suona così (forse chi è deputato a questo dovrebbe almeno conoscere l'italiano:

Papa Francesco ‏@Pontifex_it Apr 28
L’inequità è la radice dei mali sociali.

Forse vorrebbe dire l'iniquità?

E la traduzione inglese, anch'essa con i piedi, su @pontifex.it, dà:
"The horizontal inequity is the root of social ills. "

piero vassallo ha detto...

concordo senza riserve con il prof Pasqualucci - come si può ad esempio - affermare infallibile la canonizzazione di papa Roncalli?