Dove sta andando la Chiesa cattolica? La Chiesa Una Santa è viva e immacolata nel Suo Sposo; ma una parte di quella visibile rischia di subire una 'mutazione genetica' o questa è già avvenuta nostro malgrado e ne stiamo vedendo gli effetti? Ci confrontiamo per "resistere", nella fedeltà.
e a tutti noi quando ci sentiamo oppressi e stanchi di tanto male, sorgerà con lo Sposo anche la Chiesa, ora restiamo stretti a Maria Ss, la sola fiaccola accesa in quella notte santa di veglia quando tutti disperavano
Il mio parroco, durante la S.Messa della notte di Pasqua, ha fatto rimanere in piedi tutta l'assemblea durante la Consacrazione, e lui stesso non ha fatto la genuflessione, adducendo la motivazione di un'antica tradizione risalente agli albori della Chiesa, per significare la Risurrezione di Gesù. A me ha fatto uno strano effetto, un po' artefatto. È dunque una cosa... che sta in piedi? Lo domando a voi, che conoscete la storia della Chiesa. Grazie per l'aiuto. Marius
Ma se stai a Parigi, perché non vai a Saint Nicholas du Chardonnet? Saresti più sicura.
Ormai il rischio che capitino parroci come quello di cui parla Marius è purtroppo sempre presente: il solo pensiero che ci siano parroci che dicano assurdità come quella raccontata mi fa venire i brividi...
PS: Non conoscevo la Corsia dei Servi, ringrazio il blogger che ha dato il link in in thread precedente, dico questo perchè, in questi tempi in cui la fede è messa dura prova, vi ho letto quelle parole che avevo bisogno di leggere -"sentire" per poterle meditare oggi e sempre, come un "rappel" che risuona in profondità:
"Non è abbastanza fare grandi professioni di fede, non è sufficiente attaccare o condannare errori; molti pensano di aver adempiuto il loro dovere come cristiani, quando hanno fatto questo, ma questo è un errore. Non sto dicendo che non si deve fare, ma è solo una parte... ma la fede di cui San Paolo e la Sacra Scrittura parlano, è la fede informata, in altre parole, la fede intrisa di carità. La carità è ciò che dà forma alla fede. La carità è l'amore di Dio e di conseguenza l'amore del prossimo. Quindi si tratta di una fede che trasforma verso questo vicino di casa che è certamente in errore e gli ricorda la verità, ma in modo tale che, grazie a questi richiami, il cristiano sarà in grado di seminare la fede, ristabilire qualcuno nella verità , guidare questa anima verso la verità. Quindi non è uno zelo amaro, al contrario si tratta di una fede resa ardente dalla carità. I fedeli devono fare il loro dovere nel loro stato di vita. Per mantenere la fede, una fede propriamente intrisa di carità, profondamente ancorata nella carità, che consentirà loro di evitare lo scoraggiamento, lo zelo amaro e il disprezzo, e così provare gioia, la gioia cristiana che si compone di sapere che Dio ci ama così tanto che Egli è pronto a vivere con noi, a vivere in noi per mezzo della grazia. Questo getta luce su tutto ciò che accade, e dà una gioia che ci fa dimenticare i problemi e li mette al loro posto: problemi che di certo possono essere gravi, ma cosa sono in confronto con il Cielo che viene guadagnato proprio attraverso queste prove? Queste prove sono preparate, organizzate dal Buon Dio, non per farci cadere, ma in modo da farci vincere. Dio si spinge fino a vivere in noi, come dice san Paolo - Non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me - Questo è così bello! Il cristiano è un tabernacolo della Santissima Trinità, un tempio di Dio, un tempio vivente!”.
Prima di tutto ringrazio immensamente Gesù Cristo per ciò che ha già fatto per me con la Sua Passione, Morte e Resurrezione... e poi auguro a tutti voi fratelli e sorelle una Pasqua piena e felice nel Signore!
Dal Catechismo Maggiore di San Pio X:
QUAL MISTERO SI CELEBRA NELLA FESTA DI PASQUA? Nella festa di Pasqua si celebra il mistero della Risurrezione di nostro Signore Gesù Cristo, ossia il ricongiungersi della sua santissima anima al corpo dal quale era stata separata per la morte, e la nuova sua vita gloriosa ed immortale.
PERCHE’ LA FESTA DI PASQUA SI CELEBRA DALLA CHIESA CON TANTA SOLENNITA’ ED ALLEGREZZA E SI CONTINUA PER TUTTA L’OTTAVA? La festa di Pasqua si celebra dalla Chiesa con tanta solennità, e si continua per tutta l’ottava, a motivo dell’eccellenza del mistero, che fu il compimento della nostra redenzione, ed è il fondamento della nostra religione.
GESU’ CRISTO CI HA REDENTI COLLA MORTE; COME DUNQUE LA SUA RISURREZIONE E’ IL COMPIMENTO DELLA NOSTRA REDENZIONE? Gesù Cristo colla sua morte ci liberò dal peccato e ci riconciliò con Dio; per mezzo poi della sua Risurrezione ci apri l’entrata all’eterna vita.
PERCHE’ SI DICE CHE LA RISURREZIONE DI CRISTO E’ IL FONDAMENTO DI NOSTRA RELIGIONE? La Risurrezione di Cristo si dice il fondamento di nostra religione, perché ci venne data da Gesù Cristo istesso come prova principale di sua divinità e della verità della nostra fede.
DONDE E’ DERIVATO IL NOME DI PASQUA, CHE SI DA’ ALLA FESTA DELLA RISURREZIONE DI GESU’ CRISTO? Il nome di Pasqua che si dà alla festa della Risurrezione di Gesù Cristo, è derivato da una delle feste più solenni dell’antica legge istituita in memoria del passaggio dell’Angelo sterminatore dei primogeniti degli egiziani, e della miracolosa liberazione del popolo di Dio dalla schiavitù di Faraone re dell’Egitto, che era una figura della nostra liberazione dalla schiavitù del demonio; la qual festa celebravano gli ebrei con molti riti, ma specialmente con sacrificare e mangiare un agnello; ed ora noi celebriamo soprattutto col ricevere il vero Agnello sacrificato per i nostri peccati.
CHE VUOL DIRE LA PAROLA PASQUA? Pasqua vuoi dire passaggio, e significa nell’antica legge il passaggio dell’Angelo, che per obbligare Faraone a lasciare andar libero il popolo di Dio, uccise i primogeniti degli egiziani, e oltrepassò le case degli ebrei contrassegnate col sangue dell’agnello sacrificato il giorno avanti, lasciandole immuni da tal flagello; nella nuova legge poi significa, che Gesù Cristo è passato dalla morte alla vita, e che trionfando del demonio, ci ha trasferiti dalla morte del peccato alla vita della grazia.
CHE COSA DOBBIAMO NOI FARE PER CELEBRARE DEGNAMENTE LA FESTA DI PASQUA? Per celebrare degnamente la festa di Pasqua dobbiamo fare due cose: 1.° adorare con santa allegrezza e viva riconoscenza Gesù Cristo risorto; 2.° risuscitar spiritualmente con lui.
CHE VUOL DIRE RISUSCITARE CON GESU’ CRISTO SPIRITUALMENTE? Risuscitare con Gesù Cristo spiritualmente vuol dire, che siccome Gesù Cristo per mezzo della sua risurrezione ha cominciato una vita nuova, immortale e celeste, così noi pure dobbiamo cominciare una nuova vita secondo lo spirito, rinunziando interamente e per sempre al peccato e a tutto ciò che ci porta al peccato; amando Dio solo, e tutto ciò che ci porta a Dio.
CHE VUOL DIRE LA PAROLA ALLELUJA, CHE SI RIPETE COSI’ SPESSO IN QUESTO SANTO GIORNO, E IN TUTTO IL TEMPO PASQUALE? La parola Alleluja vuol dire: LODATE IDDIO, ed era grido festivo del popolo ebreo; per questo la Chiesa lo ripete molte volte in tempo di tanta allegrezza.
PERCHE’ NEL TEMPO PASQUALE SI PREGA STANDO IN PIEDI? Nel tempo pasquale si prega stando in piedi in segno di allegrezza, e per figurare la risurrezione del Signore.
"Dopo ciò, apparve una moltitudine immensa, che nessuno poteva contare, di ogni nazione, razza, popolo e lingua. TUTTI STAVANO IN PIEDI DAVANTI AL TRONO E DAVANTI ALL’AGNELLO, avvolti in vesti candide, e portavano palme nelle mani. E gridavano a gran voce:
'LA SALVEZZA APPARTIENE AL NOSTRO DIO SEDUTO SUL TRONO E ALL’AGNELLO'.
Allora tutti gli angeli che stavano intorno al trono e i vegliardi e i quattro esseri viventi, si inchinarono profondamente con la faccia davanti al trono e adorarono Dio dicendo:
'AMEN! LODE, GLORIA, SAPIENZA, AZIONE DI GRAZIE, ONORE, POTENZA E FORZA AL NOSTRO DIO NEI SECOLI DEI SECOLI. AMEN'.
Uno dei vegliardi allora si rivolse a me e disse: 'Quelli che sono vestiti di bianco, chi sono e donde vengono?'. Gli risposi: 'Signore mio, tu lo sai'. E lui: 'Essi sono coloro che sono passati attraverso la grande tribolazione e HANNO LAVATO LE LORO VESTI RENDENDOLE CANDIDE COL SANGUE DELL’AGNELLO. Per questo stanno davanti al trono di Dio e gli prestano servizio giorno e notte nel suo santuario; e Colui che siede sul trono stenderà la sua tenda sopra di loro.
Non avranno più fame, né avranno più sete, né li colpirà il sole, né arsura di sorta, perché l'AGNELLO CHE STA IN MEZZO AL TRONO SARA’ IL LORO PASTORE E LI GUIDERA’ ALLE FONTI DELLE ACQUE DELLA VITA. E Dio tergerà ogni lacrima dai loro occhi'.
Quella del non inginocchiarsi durante la Consacrazione è una delle tante prassi fatte proprie, assolutizzate e 'deformate' dal cammino neocatecumenale.
Abbiamo più volte inutilmente rettificato questa loro 'panzana', analoga a quella detta dal tuo parroco che, se non è influenzato da loro, attinge alla stessa matrice modernista.
Sono arrivati persino a sostenere, richiamandosi al canone XX del Concilio di Nicea: "XX. Che non si debba, nei giorni di domenica e di Pentecoste, pregare in ginocchio.Poiché vi sono alcuni che di domenica e nei giorni della Pentecoste si inginocchiano, per una completa uniformità è sembrato bene a questo santo sinodo che le preghiere a Dio si facciano in piedi. [Primo Concilio di Nicea (19 giugno al 25 luglio (?) 325). Papa Silvestro I (314-335). Convocato dall’imperatore Costantino. Tema: Simbolo Niceno contro Ario: consustanzialità del Figlio col Padre.]"
Premesso che è una prassi molto seguita anche dai nostri fratelli ortodossi, anche noi cattolici, durante le preghiere nel corso della celebrazione ci alziamo in piedi. Questo non significa che di domenica sia proibito tassativamente inginocchiarsi. Il fatto che non ci si inginocchi durante le preghiera, nell'atteggiamento di "risorti in Cristo" e di "salvati" mi pare non faccia una piega; ma non viene detto da nessuna parte che non ci si debba inginocchiare durante la Consacrazione. Abbiamo anche una citazione illustre: “Una fede o una liturgia che non conoscano più l’atto di inginocchiarsi, sono ammalate in un punto centrale” (Joseph Ratzinger, “Introduzione allo spirito della liturgia”, pagina 190).
Ma il punto è questo: Per chi ha un minimo di conoscenza della liturgia tradizionale (anche in questo caso educatrice preziosissima) è chiaro che il tanto decantato canone del concilio di Nicea non si riferisce alla postura da adottare lungo tutti i momenti della Messa, ma si riferisce agli oremus, che da sempre il sacerdote fa in piedi (persino durante la preghiera di consacrazione). Ma dopo l'elevazione del pane e del calice non manca di fare una profonda genuflessione. Tale canone non ha nessun rilievo per momenti diversi dagli oremus, non ha rilievo per ciò che attiene alla posizione dei fedeli perché si indirizza ai sacerdoti e infine non può assolutamente giustificare la decisione di non stare in ginocchio durante i momenti dedicati alla adorazione.
Quindi questo canone, come molti altri riferimenti che nel cammino e altrove fanno scuola è invocato a sproposito!
Aggiungo anche che il canone XX sopra citato parla di alcuni che evidentemente avevano preso qualche brutta abitudine. Quel "restare in ginocchio" infatti nasceva dall'imitare i genuflectentes, cioè il secondo grado dei catecumeni (coloro che ancora non avevano ricevuto il battesimo). Il che poteva comportare significati "aggiuntivi" riguardanti la persona di Nostro Signore.
Quel Concilio, il primo concilio ecumenico della Chiesa, avveniva per combattere l'eresia di Ario che negava la divinità del Figlio di Dio. Tra l'altro sostenere che il canone XX sia una prescrizione liturgica staccata da quel contesto, significa aver studiato teologia sulla Settimana Enigmistica.
E comunque resta fermo che davanti al Re dei Re che si fa presente, e addirittura nel momento culminante del suo Sacrifico riattualizzato, mi pare normale che "ogni ginocchio si pieghi" al di là di qualunque altra considerazione o prescrizione. E' un'esigenza del cuore e dello spirito, che il corpo non può mancare di esprimere.
Io penso che il fatto di non inginocchiarsi alla Consacrazione possa addirittura intendersi come un'offesa a N.S.G.C.; non sta forse scritto che nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi, in Cielo, in terra e sotto terra? Mi sembra un po' un volersi uniformare a tutto ciò che fa Papa Bergoglio, anche in contrasto alla Tradizione Cattolica. Siamo in piena papolatria, cari amici. Pace e bene a tutti e Buona e Santa Pasqua nel Signore
Mi sembra un po' un volersi uniformare a tutto ciò che fa Papa Bergoglio, anche in contrasto alla Tradizione Cattolica.
Purtroppo il discorso viene da molto più lontano da quello che oggi vediamo "fare" (o non fare rispetto all'inginocchiarsi alla Consacrazione) a Bergoglio.
Sta di fatto che l'esempio Bergoglio sembra fare scuola, a differenza di quello restauratore - almeno rispetto al senso del sacro - di Benedetto XVI...
io la panzana dello stare in piedi-resurrezione l'avevo purtroppo già sentita diverse volte, per cui su questo mi sento di "scusare" Bergoglio, nel senso che non è riferibile strettamente a lui e q qualche sua innovazione particolare. Spero che questo possa servire di lezione a chi accusa in questo blog e altrove i tradizionalisti di avercela con questo papa in modo preconcetto...
Dal CATECHISMO DEL CONCILIO DI TRENTO (o Tridentino, o Romano)
"Due pertanto sono gli esempi da imitare nella RESURREZIONE DI CRISTO.
L'UNO è che, lavate le macchie del peccato, iniziamo un nuovo genere di vita, in cui rifulgano l'integrità dei costumi, l'innocenza, la santità, la modestia, la giustizia, la beneficenza, l'umiltà.
L'ALTRO si è il perseverare in questo nuovo genere di vita in modo tale da non uscir mai più, con l'aiuto di Dio, fuori della via di giustizia, nella quale siamo entrati.
[...] Come infatti dalla sua Morte prendiamo non solo l'esempio del morire al peccato, ma la virtù per morirvi di fatto, cosi la sua Resurrezione ci somministra le forze per conseguire la giustizia, onde poi camminare in devota e santa pietà verso Dio, secondo la novità di quella vita, alla quale siamo risorti. Questo soprattutto ha voluto ottenere il Signore con la sua risurrezione: che noi, già morti con lui al peccato e al mondo, con lui risorgessimo a un genere e a una norma tutta nuova di vita.[…]
Come infatti il gusto suole indicare lo stato di salute del corpo, cosi se uno apprezza tutto ciò che è vero, pudico, giusto, santo, se nell'intimo senso della sua mente assapora la dolcezza delle cose celesti, allora avrà la prova migliore che l'anima cosi bene affetta è davvero risorta con Gesù Cristo ad una vita nuova e spirituale.
Preconcetto? Bastava guardare la dissacrata benedizione Urbi et Orbi......sembrava uno lì per caso......non mi offendo io, cattolico pessimo, mi spiace per la mancanza del dovuto rispetto per NSGC, non ho mai visto cose simili in nessun altro papa....ah, già ma questo è solo vescovo.....Buona Pasqua a tutti anche a S. Santità Benedetto XVI, che almeno da papa si vestiva e non per fare reclame a Prada.... Anonymous.
Auguro santa e Buona Pasqua a tutto (soprattutto alla sempre stimatissima mic) tramite le parole di Vittorio Sgarbi che oggi commentava cosi' sulla sua pagina facebook il dipinto Resurrezione di Piero della Francesca:
Forza e calma. Cristo risorge e resta lì, quasi in posa. Con il piede poggiato sul sepolcro in posizione di dominio, esce dalla morte e riprende il controllo dell'universo:non sta volando via, è sul mondo e nel mondo.
E' il Christus Triumphans per eccellenza, quello della Resurrezione di Piero della Francesca a Borgo Sansepolcro, un affresco di impressionante energia.
Rispondo agli ostinati anonimi che continuano ad insistere su fatto che "i risorti pregano in piedi". Non li pubblico perché non intendo dar spazio alle loro lenzuolate sofiste, ma mi preme puntualizzare.
Nessuno di noi ha detto che non si preghi in piedi. Tant'è che è stato ricordato e sottolineato come tutti gli "Oremus", cioè le formule di preghiera nel corso della Liturgia -ogni liturgia non solo quella pasquale - vengono espresse "in piedi". Ed è a quelle che si riferisce il canone XX citato. Ed è stato ben spiegato, ma non raccolto. Ma i sordi che non vogliono intendere non riescono a distinguere i diversi momenti dell'azione liturgica: quello dell'orazione e quello dell'adorazione, che sono momenti diversi, per i quali mente cuore e corpo hanno atteggiamenti diversi e corrispondenti... E alla Consacrazione con ciò che accade e ad opera e alla presenza di Chi, se ci si crede, inginocchiarsi mi pare il minimo.
il Cristo ... esce dalla morte e riprende il controllo dell'universo
é cerametne sorprendente questa analisi di Sgarbi, in quanto é lo stesso concetto che abbiamo cantato oggi nel bellissimo canto "Salve Festa Dies" (per chi non ha barattato il gregoriano col NOM)
"Salve Festa Dies... qua deus infernum vicit et astra tenet" ( Salve giorno di gioia ... in cui Dio trionfa sugli inferi e prende possesso dei cieli. )
https://www.youtube.com/watch?v=gPCwhyYvUPc
Coi tempi che corrono gli atei dicono cose più cattoliche di tanti nostri cardinali...
Huius ígitur sanctificátio noctis fugat scélera, culpas lavat: et reddit innocéntiam lapsis et maestis laetítiam.
Fugat ódia, concórdiam parat et curvat impéria
Il santo mistero di questa notte sconfigge il male lava le colpe, restituisce l'innocenza ai peccatori, la gioia agli afflitti. Dissipa l'odio, prepara la concordia e piega la durezza dei potenti, (dal Preconio Pasquale)
Buona Santa Pasqua a tutti, lettori e commentatori, ordinari ed occasionali. In particolare agli amministratori e per Mic che grazie al suo infaticabile lavoro, nonostante le - immagino - innumerevoli difficoltà, dona pagine di Luce, anche a chi come me non le conosceva.
"Per questo il Padre mi ama: perché io offro la mia vita, per poi riprenderla di nuovo. Nessuno me la toglie, ma la offro da me stesso, poiché ho il potere di offrirla e il potere di riprenderla di nuovo. Questo comando ho ricevuto dal Padre mio". (Gv 10, 17-18)
"Secondo voi perchè il vescovo di Roma non indossa i paramenti sacri come i Papi precedenti? Per umiltà, per spirito di povertà, o che altro?"
Qualche possibile risposta alla tua domanda forse si potrebbe più o meno indirettamente scovare tra le parole di alcuni documenti che inserisco qua sotto:
-“I PARAMENTI SACRI HANNO UNA FUNZIONE IMPORTANTE NELLE CELEBRAZIONI LITURGICHE: in primo luogo, il fatto che non sono portati nella vita ordinaria, e perciò possiedono un carattere cultuale, aiuta a staccarsi dalla quotidianità e dai suoi affanni, al momento di celebrare il culto divino. Inoltre, le forme ampie delle vesti, ad esempio del camice, della dalmatica e della casula o pianeta, pongono in secondo piano l’individualità di chi le porta, per far risaltare il suo ruolo liturgico. Si può dire che la “mimetizzazione” del corpo del ministro al di sotto delle ampie vesti, IN UN CERTO SENSO LO SPERSONALIZZA, DI QUELLA SANA SPERSONALIZZAZIONE CHE TOGLIE DAL CENTRO IL MINISTRO CELEBRANTE E RICONOSCE IL VERO PROTAGONISTA DELL’AZIONE LITURGICA: CRISTO.
LA FORMA DELLE VESTI, DUNQUE, DICE CHE LA LITURGIA VIENE CELEBRATA IN PERSONA CHRISTI E NON A NOME PROPRIO. Colui che compie una funzione cultuale non attua in quanto persona privata, ma come ministro della Chiesa e come strumento nelle mani di Gesù Cristo. Il carattere sacro dei paramenti risulta anche dal fatto che vengono assunti secondo quanto descritto nel Rituale Romano”. (“La vestizione dei paramenti liturgici e le relative preghiere”- Ufficio delle Celebrazioni liturgiche del Sommo Pontefice http://www.vatican.va/news_services/liturgy/details/ns_lit_doc_20100216_vestizione_it.html)
Inoltre:
-“Nella celebrazione della Messa, questo mistero [della presenza reale del Signore sotto le specie eucaristiche] è posto in luce non soltanto dalle parole stesse della consacrazione, che rendono Cristo presente per mezzo della transustanziazione, MA ANCHE dal senso e dall’ESPRESSIONE ESTERIORE DI SOMMO RISPETTO E DI ADORAZIONE di cui è fatto oggetto nel corso della Liturgia eucaristica”. (Institutio Generalis Missalis Romani (20.IV.2000), Proemium, 3).
-“Nella Messa vengono fatte dal sacerdote tre genuflessioni, cioè: dopo l’ostensione dell’ostia, dopo l’ostensione del calice, prima della Comunione”. (Institutio Generalis Missalis Romani, 274)
-“[…] i luoghi sacri e le cose siano davvero degne, belle, segni e simboli delle realtà celesti”. (Institutio Generalis Missalis Romani (20.IV.2000), 288)
-SAN FRANCESCO D’ASSISI esigeva dai frati che i calici, le pissidi e i lini per l’Eucaristia fossero preziosi e trattati con sommo rispetto e venerazione. (Fonti Francescane, I, Testamento, 13: 114; Lettere 208, 224)
Può la tanto decantata misericordia andare a braccetto con la superbia, la protervia, l'arroganza? e il dileggio? (delle vecchiette devote, dei cattolici tradizionalisti). O l'una o le altre saranno false, di maniera, e nel nostro caso è molto probabile che ad essere falsa sia la misericordia, sempre in bocca a Papa Bergoglio ed ai prelati progressisti, così solleciti al disprezzo ed all'arroganza (oltre che all'emarginazione) con i Tradizionalisti. C'è stata forse misericordia con i F.F.I., con Gnocchi e Palmaro, con De Mattei? La reverenza, l'umiltà di cuore, sono cose ben diverse dallo sbandierato (mediaticamente) pauperismo della borsa nera sulla scaletta dell'aereo, della rinuncia ai paramenti pontifici, alle cerimonie, che sono prima di tutto un omaggio a Nostro Signore.
Ho visto ieri la Messa di Pasqua da San Pietro. Va bene la volontà di "valorizzare" le tradizioni orientali (Vangelo in greco, canto in russo...), che sono fra l'altro grandi tradizioni, ma perché cominciare da casa altrui quando in casa propria di tradizione da recuperare non c'è davvero penuria? Forza, Santità, cominciamo a riappropriarci del nostro e saremo in grado di capire meglio anche quello degli altri.
"Rispondo agli ostinati anonimi che continuano ad insistere su fatto che "i risorti pregano in piedi"."
Grazie, Mic, ha risposto molto chiaramente al mio interrogativo sul divieto di inginocchiarsi durante la Consacrazione durante la Messa pasquale. Non appena se ne presenterà l'occasione propizia cercherò di colloquiarne col mio parroco. La questione sta dunque tutta tutta nel fatto che la preghiera da farsi in piedi non è da confondere con l'adorazione, che per sua natura va fatta in ginocchio.
A proposito di preghiera in piedi, noto un'evidente incongruenza nel NO. All'offertorio il celebrante si rivolge all'assemblea con l'"Orate fratres", "Pregate, fratelli, perché il mio e vostro sacrificio sia gradito a Dio Padre Onnipotente". A questo chiaro invito alla preghiera, alle mie latitudini (forse un po' dappertutto), si rimane comodamente seduti. Che ne è dunque della roboante affermazione che "i risorti pregano in piedi"? Non si dice che ogni domenica è una Pasqua di Risurrezione?
Aggiungo che anche l'Offertorio da seduti lo trovo un controsenso. Siccome nel NO ognuno fa un po' quello che vuole (a cominciare dal celebrante) io mi prendo la libertà di regolarmente inginocchiarmi all'Offertorio e di alzarmi in piedi all'"Orate fratres". Alcuni mi seguono... Marius
"Pregate, fratelli, perché il mio e vostro sacrificio sia gradito a Dio Padre Onnipotente".
Caro Marius, felice di esserti stata utile e grazie a te che ci hai dato l'opportunità di chiarire (e speriamo di contribuire a sventare) questo - chiamiamolo "sviamento" - che riscontriamo nel "nuovo corso" di una certa parte della chiesa.
La formula che ho quotato è una di quelle che mi fanno star più male quando sono costretta a partecipare ad una messa NO. Perché anch'essa "svia" dal fatto che il Sacrificio è innanzitutto del Signore e attraverso il sacerdote diventa "nostro" solo dopo che si è compiuto il Suo (nella Consacrazione) e in conseguenza di esso.
"Siccome nel NO ognuno fa un po' quello che vuole (a cominciare dal celebrante) io mi prendo la libertà di regolarmente inginocchiarmi all'Offertorio e di alzarmi in piedi all'"Orate fratres"."
...e io quando devo partecipare alla Messa NO, mi prendo la "libertà" di comunicarmi stando in ginocchio, sempre ormai. Fila o non fila, sguardi o non sguardi...
42 commenti:
Anche a te e a tutti i lettori!
surrexit Dominus vere, alleluia!
e a tutti noi quando ci sentiamo oppressi e stanchi di tanto male, sorgerà con lo Sposo anche la Chiesa, ora restiamo stretti a Maria Ss, la sola fiaccola accesa in quella notte santa di veglia quando tutti disperavano
Il mio parroco, durante la S.Messa della notte di Pasqua, ha fatto rimanere in piedi tutta l'assemblea durante la Consacrazione, e lui stesso non ha fatto la genuflessione, adducendo la motivazione di un'antica tradizione risalente agli albori della Chiesa, per significare la Risurrezione di Gesù.
A me ha fatto uno strano effetto, un po' artefatto.
È dunque una cosa... che sta in piedi?
Lo domando a voi, che conoscete la storia della Chiesa.
Grazie per l'aiuto.
Marius
da Parigi, joyeuse Paques a tous !
Rosa
Ps: S.Messa a Notre Dame, poi vi racconto com'e' andata
Ma se stai a Parigi, perché non vai a Saint Nicholas du Chardonnet? Saresti più sicura.
Ormai il rischio che capitino parroci come quello di cui parla Marius è purtroppo sempre presente: il solo pensiero che ci siano parroci che dicano assurdità come quella raccontata mi fa venire i brividi...
Buona Pasqua a Maria e a tutti!
PS:
Non conoscevo la Corsia dei Servi, ringrazio il blogger che ha dato il link in in thread precedente, dico questo perchè, in questi tempi in cui la fede è messa dura prova, vi ho letto quelle parole che avevo bisogno di leggere -"sentire" per poterle meditare oggi e sempre, come un "rappel" che risuona in profondità:
"Non è abbastanza fare grandi professioni di fede, non è sufficiente attaccare o condannare errori; molti pensano di aver adempiuto il loro dovere come cristiani, quando hanno fatto questo, ma questo è un errore. Non sto dicendo che non si deve fare, ma è solo una parte... ma la fede di cui San Paolo e la Sacra Scrittura parlano, è la fede informata, in altre parole, la fede intrisa di carità. La carità è ciò che dà forma alla fede.
La carità è l'amore di Dio e di conseguenza l'amore del prossimo. Quindi si tratta di una fede che trasforma verso questo vicino di casa che è certamente in errore e gli ricorda la verità, ma in modo tale che, grazie a questi richiami, il cristiano sarà in grado di seminare la fede, ristabilire qualcuno nella verità , guidare questa anima verso la verità. Quindi non è uno zelo amaro, al contrario si tratta di una fede resa ardente dalla carità.
I fedeli devono fare il loro dovere nel loro stato di vita.
Per mantenere la fede, una fede propriamente intrisa di carità, profondamente ancorata nella carità, che consentirà loro di evitare lo scoraggiamento, lo zelo amaro e il disprezzo, e così provare gioia, la gioia cristiana che si compone di sapere che Dio ci ama così tanto che Egli è pronto a vivere con noi, a vivere in noi per mezzo della grazia.
Questo getta luce su tutto ciò che accade, e dà una gioia che ci fa dimenticare i problemi e li mette al loro posto: problemi che di certo possono essere gravi, ma cosa sono in confronto con il Cielo che viene guadagnato proprio attraverso queste prove? Queste prove sono preparate, organizzate dal Buon Dio, non per farci cadere, ma in modo da farci vincere. Dio si spinge fino a vivere in noi, come dice san Paolo - Non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me - Questo è così bello! Il cristiano è un tabernacolo della Santissima Trinità, un tempio di Dio, un tempio vivente!”.
http://www.corsiadeiservi.it/it/default1.asp?page_id=816
Prima di tutto ringrazio immensamente Gesù Cristo per ciò che ha già fatto per me con la Sua Passione, Morte e Resurrezione... e poi auguro a tutti voi fratelli e sorelle una Pasqua piena e felice nel Signore!
Dal Catechismo Maggiore di San Pio X:
QUAL MISTERO SI CELEBRA NELLA FESTA DI PASQUA?
Nella festa di Pasqua si celebra il mistero della Risurrezione di nostro Signore Gesù Cristo, ossia il ricongiungersi della sua santissima anima al corpo dal quale era stata separata per la morte, e la nuova sua vita gloriosa ed immortale.
PERCHE’ LA FESTA DI PASQUA SI CELEBRA DALLA CHIESA CON TANTA SOLENNITA’ ED ALLEGREZZA E SI CONTINUA PER TUTTA L’OTTAVA?
La festa di Pasqua si celebra dalla Chiesa con tanta solennità, e si continua per tutta l’ottava, a motivo dell’eccellenza del mistero, che fu il compimento della nostra redenzione, ed è il fondamento della nostra religione.
GESU’ CRISTO CI HA REDENTI COLLA MORTE; COME DUNQUE LA SUA RISURREZIONE E’ IL COMPIMENTO DELLA NOSTRA REDENZIONE?
Gesù Cristo colla sua morte ci liberò dal peccato e ci riconciliò con Dio; per mezzo poi della sua Risurrezione ci apri l’entrata all’eterna vita.
PERCHE’ SI DICE CHE LA RISURREZIONE DI CRISTO E’ IL FONDAMENTO DI NOSTRA RELIGIONE?
La Risurrezione di Cristo si dice il fondamento di nostra religione, perché ci venne data da Gesù Cristo istesso come prova principale di sua divinità e della verità della nostra fede.
DONDE E’ DERIVATO IL NOME DI PASQUA, CHE SI DA’ ALLA FESTA DELLA RISURREZIONE DI GESU’ CRISTO?
Il nome di Pasqua che si dà alla festa della Risurrezione di Gesù Cristo, è derivato da una delle feste più solenni dell’antica legge istituita in memoria del passaggio dell’Angelo sterminatore dei primogeniti degli egiziani, e della miracolosa liberazione del popolo di Dio dalla schiavitù di Faraone re dell’Egitto, che era una figura della nostra liberazione dalla schiavitù del demonio; la qual festa celebravano gli ebrei con molti riti, ma specialmente con sacrificare e mangiare un agnello; ed ora noi celebriamo soprattutto col ricevere il vero Agnello sacrificato per i nostri peccati.
CHE VUOL DIRE LA PAROLA PASQUA?
Pasqua vuoi dire passaggio, e significa nell’antica legge il passaggio dell’Angelo, che per obbligare Faraone a lasciare andar libero il popolo di Dio, uccise i primogeniti degli egiziani, e oltrepassò le case degli ebrei contrassegnate col sangue dell’agnello sacrificato il giorno avanti, lasciandole immuni da tal flagello; nella nuova legge poi significa, che Gesù Cristo è passato dalla morte alla vita, e che trionfando del demonio, ci ha trasferiti dalla morte del peccato alla vita della grazia.
CHE COSA DOBBIAMO NOI FARE PER CELEBRARE DEGNAMENTE LA FESTA DI PASQUA?
Per celebrare degnamente la festa di Pasqua dobbiamo fare due cose:
1.° adorare con santa allegrezza e viva riconoscenza Gesù Cristo risorto;
2.° risuscitar spiritualmente con lui.
CHE VUOL DIRE RISUSCITARE CON GESU’ CRISTO SPIRITUALMENTE?
Risuscitare con Gesù Cristo spiritualmente vuol dire, che siccome Gesù Cristo per mezzo della sua risurrezione ha cominciato una vita nuova, immortale e celeste, così noi pure dobbiamo cominciare una nuova vita secondo lo spirito, rinunziando interamente e per sempre al peccato e a tutto ciò che ci porta al peccato; amando Dio solo, e tutto ciò che ci porta a Dio.
CHE VUOL DIRE LA PAROLA ALLELUJA, CHE SI RIPETE COSI’ SPESSO IN QUESTO SANTO GIORNO, E IN TUTTO IL TEMPO PASQUALE?
La parola Alleluja vuol dire: LODATE IDDIO, ed era grido festivo del popolo ebreo; per questo la Chiesa lo ripete molte volte in tempo di tanta allegrezza.
PERCHE’ NEL TEMPO PASQUALE SI PREGA STANDO IN PIEDI?
Nel tempo pasquale si prega stando in piedi in segno di allegrezza, e per figurare la risurrezione del Signore.
Buona Pasqua nel Signore a tutti.
Neri
Una Buona e Santa Pasqua a tutti!
"Dopo ciò, apparve una moltitudine immensa, che nessuno poteva contare, di ogni nazione, razza, popolo e lingua.
TUTTI STAVANO IN PIEDI DAVANTI AL TRONO E DAVANTI ALL’AGNELLO, avvolti in vesti candide, e portavano palme nelle mani. E gridavano a gran voce:
'LA SALVEZZA APPARTIENE AL NOSTRO DIO SEDUTO SUL TRONO E ALL’AGNELLO'.
Allora tutti gli angeli che stavano intorno al trono e i vegliardi e i quattro esseri viventi, si inchinarono profondamente con la faccia davanti al trono e adorarono Dio dicendo:
'AMEN! LODE, GLORIA, SAPIENZA, AZIONE DI GRAZIE, ONORE, POTENZA E FORZA AL NOSTRO DIO NEI SECOLI DEI SECOLI. AMEN'.
Uno dei vegliardi allora si rivolse a me e disse: 'Quelli che sono vestiti di bianco, chi sono e donde vengono?'. Gli risposi: 'Signore mio, tu lo sai'. E lui: 'Essi sono coloro che sono passati attraverso la grande tribolazione e HANNO LAVATO LE LORO VESTI RENDENDOLE CANDIDE COL SANGUE DELL’AGNELLO. Per questo stanno davanti al trono di Dio e gli prestano servizio giorno e notte nel suo santuario; e Colui che siede sul trono stenderà la sua tenda sopra di loro.
Non avranno più fame,
né avranno più sete,
né li colpirà il sole,
né arsura di sorta,
perché l'AGNELLO CHE STA IN MEZZO AL TRONO
SARA’ IL LORO PASTORE
E LI GUIDERA’ ALLE FONTI DELLE ACQUE DELLA VITA.
E Dio tergerà ogni lacrima dai loro occhi'.
(Ap 7, 9-16)
Resurrexit sicut dixit!
Buona Pasqua!
Buona Pasqua di Risurrezione a tutti
John
Rispondo a Marius 00:30
Quella del non inginocchiarsi durante la Consacrazione è una delle tante prassi fatte proprie, assolutizzate e 'deformate' dal cammino neocatecumenale.
Abbiamo più volte inutilmente rettificato questa loro 'panzana', analoga a quella detta dal tuo parroco che, se non è influenzato da loro, attinge alla stessa matrice modernista.
Sono arrivati persino a sostenere, richiamandosi al canone XX del Concilio di Nicea:
"XX. Che non si debba, nei giorni di domenica e di Pentecoste, pregare in ginocchio.Poiché vi sono alcuni che di domenica e nei giorni della Pentecoste si inginocchiano, per una completa uniformità è sembrato bene a questo santo sinodo che le preghiere a Dio si facciano in piedi. [Primo Concilio di Nicea (19 giugno al 25 luglio (?) 325). Papa Silvestro I (314-335). Convocato dall’imperatore Costantino. Tema: Simbolo Niceno contro Ario: consustanzialità del Figlio col Padre.]"
Premesso che è una prassi molto seguita anche dai nostri fratelli ortodossi, anche noi cattolici, durante le preghiere nel corso della celebrazione ci alziamo in piedi. Questo non significa che di domenica sia proibito tassativamente inginocchiarsi. Il fatto che non ci si inginocchi durante le preghiera, nell'atteggiamento di "risorti in Cristo" e di "salvati" mi pare non faccia una piega; ma non viene detto da nessuna parte che non ci si debba inginocchiare durante la Consacrazione. Abbiamo anche una citazione illustre: “Una fede o una liturgia che non conoscano più l’atto di inginocchiarsi, sono ammalate in un punto centrale” (Joseph Ratzinger, “Introduzione allo spirito della liturgia”, pagina 190).
Ma il punto è questo:
Per chi ha un minimo di conoscenza della liturgia tradizionale (anche in questo caso educatrice preziosissima) è chiaro che il tanto decantato canone del concilio di Nicea non si riferisce alla postura da adottare lungo tutti i momenti della Messa, ma si riferisce agli oremus, che da sempre il sacerdote fa in piedi (persino durante la preghiera di consacrazione). Ma dopo l'elevazione del pane e del calice non manca di fare una profonda genuflessione.
Tale canone non ha nessun rilievo per momenti diversi dagli oremus, non ha rilievo per ciò che attiene alla posizione dei fedeli perché si indirizza ai sacerdoti e infine non può assolutamente giustificare la decisione di non stare in ginocchio durante i momenti dedicati alla adorazione.
Quindi questo canone, come molti altri riferimenti che nel cammino e altrove fanno scuola è invocato a sproposito!
Buona Santa Pasqua a Mic e a tutti i fratelli in Cristo di questo blog. Vighi
Dux vitae mortuus regnat vivus.
Una buona Santa Pasqua di Resurrezione a tutti.
Grazie Mic.
Aggiungo anche che il canone XX sopra citato parla di alcuni che evidentemente avevano preso qualche brutta abitudine. Quel "restare in ginocchio" infatti nasceva dall'imitare i genuflectentes, cioè il secondo grado dei catecumeni (coloro che ancora non avevano ricevuto il battesimo). Il che poteva comportare significati "aggiuntivi" riguardanti la persona di Nostro Signore.
Quel Concilio, il primo concilio ecumenico della Chiesa, avveniva per combattere l'eresia di Ario che negava la divinità del Figlio di Dio. Tra l'altro sostenere che il canone XX sia una prescrizione liturgica staccata da quel contesto, significa aver studiato teologia sulla Settimana Enigmistica.
E comunque resta fermo che davanti al Re dei Re che si fa presente, e addirittura nel momento culminante del suo Sacrifico riattualizzato, mi pare normale che "ogni ginocchio si pieghi" al di là di qualunque altra considerazione o prescrizione. E' un'esigenza del cuore e dello spirito, che il corpo non può mancare di esprimere.
Io penso che il fatto di non inginocchiarsi alla Consacrazione possa addirittura intendersi come un'offesa a N.S.G.C.; non sta forse scritto che nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi, in Cielo, in terra e sotto terra? Mi sembra un po' un volersi uniformare a tutto ciò che fa Papa Bergoglio, anche in contrasto alla Tradizione Cattolica. Siamo in piena papolatria, cari amici. Pace e bene a tutti e Buona e Santa Pasqua nel Signore
Mi sembra un po' un volersi uniformare a tutto ciò che fa Papa Bergoglio, anche in contrasto alla Tradizione Cattolica.
Purtroppo il discorso viene da molto più lontano da quello che oggi vediamo "fare" (o non fare rispetto all'inginocchiarsi alla Consacrazione) a Bergoglio.
Sta di fatto che l'esempio Bergoglio sembra fare scuola, a differenza di quello restauratore - almeno rispetto al senso del sacro - di Benedetto XVI...
io la panzana dello stare in piedi-resurrezione l'avevo purtroppo già sentita diverse volte, per cui su questo mi sento di "scusare" Bergoglio, nel senso che non è riferibile strettamente a lui e q qualche sua innovazione particolare. Spero che questo possa servire di lezione a chi accusa in questo blog e altrove i tradizionalisti di avercela con questo papa in modo preconcetto...
A proposito di esempi:
http://www.repubblica.it/esteri/2014/04/19/news/papa_banconote_senzatetto-84028556/
http://www.tgcom24.mediaset.it/cronaca/lazio/2014/notizia/da-papa-bergoglio-gli-auguri-pasquali-e-50-euro-ai-clochard-di-roma_2040284.shtml
http://vaticaninsider.lastampa.it/vaticano/dettaglio-articolo/articolo/francesco-francisco-francis-33582/
http://www.famigliacristiana.it/articolo/papa-auguri-e-denaro-per-i-clochard.aspx
TG, ecc.
vedi Mt. 6, 1-4
Cesare
Dal CATECHISMO DEL CONCILIO DI TRENTO (o Tridentino, o Romano)
"Due pertanto sono gli esempi da imitare nella RESURREZIONE DI CRISTO.
L'UNO è che, lavate le macchie del peccato, iniziamo un nuovo genere di vita, in cui rifulgano l'integrità dei costumi, l'innocenza, la santità, la modestia, la giustizia, la beneficenza, l'umiltà.
L'ALTRO si è il perseverare in questo nuovo genere di vita in modo tale da non uscir mai più, con l'aiuto di Dio, fuori della via di giustizia, nella quale siamo entrati.
[...] Come infatti dalla sua Morte prendiamo non solo l'esempio del morire al peccato, ma la virtù per morirvi di fatto, cosi la sua Resurrezione ci somministra le forze per conseguire la giustizia, onde poi camminare in devota e santa pietà verso Dio, secondo la novità di quella vita, alla quale siamo risorti. Questo soprattutto ha voluto ottenere il Signore con la sua risurrezione: che noi, già morti con lui al peccato e al mondo, con lui risorgessimo a un genere e a una norma tutta nuova di vita.[…]
Come infatti il gusto suole indicare lo stato di salute del corpo, cosi se uno apprezza tutto ciò che è vero, pudico, giusto, santo, se nell'intimo senso della sua mente assapora la dolcezza delle cose celesti, allora avrà la prova migliore che l'anima cosi bene affetta è davvero risorta con Gesù Cristo ad una vita nuova e spirituale.
Preconcetto? Bastava guardare la dissacrata benedizione Urbi et Orbi......sembrava uno lì per caso......non mi offendo io, cattolico pessimo, mi spiace per la mancanza del dovuto rispetto per NSGC, non ho mai visto cose simili in nessun altro papa....ah, già ma questo è solo vescovo.....Buona Pasqua a tutti anche a S. Santità Benedetto XVI, che almeno da papa si vestiva e non per fare reclame a Prada.... Anonymous.
@Rosa, essere a Parigi e non andare a Saint Nicholas du Chardonnet (che é a 400m da Notre dame) é quasi un sacrilegio.
qualcuno doverbbe scomuncarti...
Auguro santa e Buona Pasqua a tutto (soprattutto alla sempre stimatissima mic) tramite le parole di Vittorio Sgarbi che oggi commentava cosi' sulla sua pagina facebook il dipinto Resurrezione di Piero della Francesca:
http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/c/c2/Resurrection.JPG
Forza e calma. Cristo risorge e resta lì, quasi in posa. Con il piede poggiato sul sepolcro in posizione di dominio, esce dalla morte e riprende il controllo dell'universo:non sta volando via, è sul mondo e nel mondo.
E' il Christus Triumphans per eccellenza, quello della Resurrezione di Piero della Francesca a Borgo Sansepolcro, un affresco di impressionante energia.
Buona Santa Pasqua a tutti (e grazie infinite per il blog).
Miles
Rispondo agli ostinati anonimi che continuano ad insistere su fatto che "i risorti pregano in piedi". Non li pubblico perché non intendo dar spazio alle loro lenzuolate sofiste, ma mi preme puntualizzare.
Nessuno di noi ha detto che non si preghi in piedi. Tant'è che è stato ricordato e sottolineato come tutti gli "Oremus", cioè le formule di preghiera nel corso della Liturgia -ogni liturgia non solo quella pasquale - vengono espresse "in piedi". Ed è a quelle che si riferisce il canone XX citato. Ed è stato ben spiegato, ma non raccolto.
Ma i sordi che non vogliono intendere non riescono a distinguere i diversi momenti dell'azione liturgica: quello dell'orazione e quello dell'adorazione, che sono momenti diversi, per i quali mente cuore e corpo hanno atteggiamenti diversi e corrispondenti... E alla Consacrazione con ciò che accade e ad opera e alla presenza di Chi, se ci si crede, inginocchiarsi mi pare il minimo.
dice Sgarbi :
il Cristo ... esce dalla morte e riprende il controllo dell'universo
é cerametne sorprendente questa analisi di Sgarbi, in quanto é lo stesso concetto che abbiamo cantato oggi nel bellissimo canto "Salve Festa Dies" (per chi non ha barattato il gregoriano col NOM)
"Salve Festa Dies... qua deus infernum vicit et astra tenet"
( Salve giorno di gioia ... in cui Dio trionfa sugli inferi
e prende possesso dei cieli. )
https://www.youtube.com/watch?v=gPCwhyYvUPc
Coi tempi che corrono gli atei dicono cose più cattoliche di tanti nostri cardinali...
Sgarbi Doctor Ecclesiae ?
Buona Pasqua a tutti!
E una preghiera speciale per la Signora Mic per tutto il lavoro che fa in questo blog veramente cattolica! Bravissima!
M.
Huius ígitur sanctificátio noctis fugat scélera,
culpas lavat: et reddit innocéntiam lapsis et maestis laetítiam.
Fugat ódia, concórdiam parat et curvat impéria
Il santo mistero di questa notte sconfigge il male
lava le colpe, restituisce l'innocenza ai peccatori,
la gioia agli afflitti. Dissipa l'odio, prepara la concordia e piega la durezza dei potenti,
(dal Preconio Pasquale)
Buona Santa Pasqua a tutti, lettori e commentatori, ordinari ed occasionali. In particolare agli amministratori e per Mic che grazie al suo infaticabile lavoro, nonostante le - immagino - innumerevoli difficoltà, dona pagine di Luce, anche a chi come me non le conosceva.
Resurrexit sicut dixit, alleluia!
"Per questo il Padre mi ama: perché io offro la mia vita, per poi riprenderla di nuovo. Nessuno me la toglie, ma la offro da me stesso, poiché ho il potere di offrirla e il potere di riprenderla di nuovo. Questo comando ho ricevuto dal Padre mio".
(Gv 10, 17-18)
Buona Pasqua a tutti cari amici!. Secondo voi perchè il vescovo di Roma non indossa i paramenti sacri come i Papi
precedenti? Per umiltà, per spirito di povertà, o che altro? Lo stesso dicasi per i discorsi solo in italiano (saluti compresi). Una ignorante.
"Secondo voi perchè il vescovo di Roma non indossa i paramenti sacri come i Papi precedenti? Per umiltà, per spirito di povertà, o che altro?"
Qualche possibile risposta alla tua domanda forse si potrebbe più o meno indirettamente scovare tra le parole di alcuni documenti che inserisco qua sotto:
-“I PARAMENTI SACRI HANNO UNA FUNZIONE IMPORTANTE NELLE CELEBRAZIONI LITURGICHE: in primo luogo, il fatto che non sono portati nella vita ordinaria, e perciò possiedono un carattere cultuale, aiuta a staccarsi dalla quotidianità e dai suoi affanni, al momento di celebrare il culto divino. Inoltre, le forme ampie delle vesti, ad esempio del camice, della dalmatica e della casula o pianeta, pongono in secondo piano l’individualità di chi le porta, per far risaltare il suo ruolo liturgico. Si può dire che la “mimetizzazione” del corpo del ministro al di sotto delle ampie vesti, IN UN CERTO SENSO LO SPERSONALIZZA, DI QUELLA SANA SPERSONALIZZAZIONE CHE TOGLIE DAL CENTRO IL MINISTRO CELEBRANTE E RICONOSCE IL VERO PROTAGONISTA DELL’AZIONE LITURGICA: CRISTO.
LA FORMA DELLE VESTI, DUNQUE, DICE CHE LA LITURGIA VIENE CELEBRATA IN PERSONA CHRISTI E NON A NOME PROPRIO. Colui che compie una funzione cultuale non attua in quanto persona privata, ma come ministro della Chiesa e come strumento nelle mani di Gesù Cristo. Il carattere sacro dei paramenti risulta anche dal fatto che vengono assunti secondo quanto descritto nel Rituale Romano”.
(“La vestizione dei paramenti liturgici e le relative preghiere”- Ufficio delle Celebrazioni liturgiche del Sommo Pontefice http://www.vatican.va/news_services/liturgy/details/ns_lit_doc_20100216_vestizione_it.html)
Inoltre:
-“Nella celebrazione della Messa, questo mistero [della presenza reale del Signore sotto le specie eucaristiche] è posto in luce non soltanto dalle parole stesse della consacrazione, che rendono Cristo presente per mezzo della transustanziazione, MA ANCHE dal senso e dall’ESPRESSIONE ESTERIORE DI SOMMO RISPETTO E DI ADORAZIONE di cui è fatto oggetto nel corso della Liturgia eucaristica”.
(Institutio Generalis Missalis Romani (20.IV.2000), Proemium, 3).
-“Nella Messa vengono fatte dal sacerdote tre genuflessioni, cioè:
dopo l’ostensione dell’ostia,
dopo l’ostensione del calice,
prima della Comunione”.
(Institutio Generalis Missalis Romani, 274)
-“[…] i luoghi sacri e le cose siano davvero degne, belle, segni e simboli delle realtà celesti”.
(Institutio Generalis Missalis Romani (20.IV.2000), 288)
-SAN FRANCESCO D’ASSISI esigeva dai frati che i calici, le pissidi e i lini per l’Eucaristia fossero preziosi e trattati con sommo rispetto e venerazione.
(Fonti Francescane, I, Testamento, 13: 114; Lettere 208, 224)
Sia pure con grande ritardo, auguri a tutti per una santa Pasqua di Risurrezione!
Ecco - adesso ho capito una della ragione perchè Papa Bergoglio è un grande problema per me. Non è reverente - neanche un pò!
Un papa che non ha reverenza per le cose di Dio!
A big red flag!
Grazie Una sola per fede per le citazioni che mi hanno aiutato capire questo....
M.
Può la tanto decantata misericordia andare a braccetto con la superbia, la protervia, l'arroganza? e il dileggio? (delle vecchiette devote, dei cattolici tradizionalisti). O l'una o le altre saranno false, di maniera, e nel nostro caso è molto probabile che ad essere falsa sia la misericordia, sempre in bocca a Papa Bergoglio ed ai prelati progressisti, così solleciti al disprezzo ed all'arroganza (oltre che all'emarginazione) con i Tradizionalisti. C'è stata forse misericordia con i F.F.I., con Gnocchi e Palmaro, con De Mattei? La reverenza, l'umiltà di cuore, sono cose ben diverse dallo sbandierato (mediaticamente) pauperismo della borsa nera sulla scaletta dell'aereo, della rinuncia ai paramenti pontifici, alle cerimonie, che sono prima di tutto un omaggio a Nostro Signore.
Ho visto ieri la Messa di Pasqua da San Pietro. Va bene la volontà di "valorizzare" le tradizioni orientali (Vangelo in greco, canto in russo...), che sono fra l'altro grandi tradizioni, ma perché cominciare da casa altrui quando in casa propria di tradizione da recuperare non c'è davvero penuria? Forza, Santità, cominciamo a riappropriarci del nostro e saremo in grado di capire meglio anche quello degli altri.
"Rispondo agli ostinati anonimi che continuano ad insistere su fatto che "i risorti pregano in piedi"."
Grazie, Mic, ha risposto molto chiaramente al mio interrogativo sul divieto di inginocchiarsi durante la Consacrazione durante la Messa pasquale. Non appena se ne presenterà l'occasione propizia cercherò di colloquiarne col mio parroco.
La questione sta dunque tutta tutta nel fatto che la preghiera da farsi in piedi non è da confondere con l'adorazione, che per sua natura va fatta in ginocchio.
A proposito di preghiera in piedi, noto un'evidente incongruenza nel NO. All'offertorio il celebrante si rivolge all'assemblea con l'"Orate fratres", "Pregate, fratelli, perché il mio e vostro sacrificio sia gradito a Dio Padre Onnipotente".
A questo chiaro invito alla preghiera, alle mie latitudini (forse un po' dappertutto), si rimane comodamente seduti.
Che ne è dunque della roboante affermazione che "i risorti pregano in piedi"? Non si dice che ogni domenica è una Pasqua di Risurrezione?
Aggiungo che anche l'Offertorio da seduti lo trovo un controsenso.
Siccome nel NO ognuno fa un po' quello che vuole (a cominciare dal celebrante) io mi prendo la libertà di regolarmente inginocchiarmi all'Offertorio e di alzarmi in piedi all'"Orate fratres".
Alcuni mi seguono...
Marius
"Pregate, fratelli, perché il mio e vostro sacrificio sia gradito a Dio Padre Onnipotente".
Caro Marius,
felice di esserti stata utile e grazie a te che ci hai dato l'opportunità di chiarire (e speriamo di contribuire a sventare) questo - chiamiamolo "sviamento" - che riscontriamo nel "nuovo corso" di una certa parte della chiesa.
La formula che ho quotato è una di quelle che mi fanno star più male quando sono costretta a partecipare ad una messa NO. Perché anch'essa "svia" dal fatto che il Sacrificio è innanzitutto del Signore e attraverso il sacerdote diventa "nostro" solo dopo che si è compiuto il Suo (nella Consacrazione) e in conseguenza di esso.
Se vuoi approfondire qui:
http://chiesaepostconcilio.blogspot.it/2013/10/sunt-nomina-rerum-there-are-names-for.html
"Siccome nel NO ognuno fa un po' quello che vuole (a cominciare dal celebrante) io mi prendo la libertà di regolarmente inginocchiarmi all'Offertorio e di alzarmi in piedi all'"Orate fratres"."
...e io quando devo partecipare alla Messa NO, mi prendo la "libertà" di comunicarmi stando in ginocchio, sempre ormai.
Fila o non fila, sguardi o non sguardi...
Per Marius,
Mi sono accorta di aver sbagliato il link di approfondimento suggerito.
Questo è quello giusto
http://chiesaepostconcilio.blogspot.it/p/notazioni-sul-catechismo-della-chiesa.html
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