Il pericolo consiste in questo: che l’intelletto umano è libero di distruggersi.
(G.K. Chesterton)
(G.K. Chesterton)
Esistono strategie precise per avvelenare il confronto di idee. Ha imparato a conoscerle bene chi, prendendo parte alla più recente veglia veronese delle Sentinelle in piedi, si è trovato a fronteggiare la marea montante di insulti, urla, frizzi e lazzi d’ogni genere elargiti con prodigalità da uno sparuto ma chiassoso drappello di militanti LGBT.
Dopo averli visti all’opera, viene quasi naturale pensare ai falsi ragionamenti che Aristotele vedeva legati all’uso delle parole. Sono le cosiddette «fallacie semantiche»: pseudo argomenti modulati sull’ambiguità e sull’equivoco, la materia prima dei sofisti d’ogni tempo.
La fallacia semantica mette in circolazione una falsa moneta simbolica: consiste nel celare una non-verità facendosi scudo dei differenti significati di una stessa parola. Gli esempi potrebbero essere innumerevoli: una sola parola, “calcio” ad esempio, può significare tanto l’elemento chimico quanto il gioco; “capo” può indicare sia la testa che il datore di lavoro.
«Zeitalter der Sophisten – unsre Zeit» («L’età dei sofisti: il nostro tempo»). La nostra è l’epoca della sofistica trionfante, scriveva nella primavera del 1870 l’insospettabile Friedrich Nietzsche. [1] E infatti è saturo, il nostro dibattito pubblico, di argomenti fondati sul sistematico avvelenamento della verità. [2] Non si sottraggono certo al campionario delle verità avvelenate anche le principali parole-talismano («riconoscimento», «diritto di cittadinanza») utilizzate dai partigiani del matrimonio omosessuale per sostanziare le proprie rivendicazioni.
Nel suo saggio Le mariage gay Thibaud Collin ha evidenziato l’abilità dialettica con cui il movimento gay ha saputo guadagnarsi il consenso dell’opinione pubblica volgendo a proprio favore l’ambivalenza semantica della moderna «politica del riconoscimento».
Charles Taylor, acuto indagatore del multiculturalismo, distingue infatti due accezioni contrastanti del termine «riconoscimento». Alla medesima espressione (recognition, nell’originale inglese) fanno riferimento tanto una accezione di stampo universalistico, che relega nella sfera privata le identità particolari a profitto dell’uguaglianza di diritti e doveri del cittadino, quanto una seconda accezione di matrice identitaria che, in contrasto con la prima, riflette la sollecitudine moderna per l’«autenticità» mettendo in rilievo le unicità delle singole identità. [3]
L’uso pubblico della fallacia dell’equivocazione propizia così surrettiziamente lo slittamento semantico – che al tempo stesso è un trasbordo ideologico – da «cittadino» a «gay», identificando formalmente queste due realtà. «È certamente lo stesso individuo che può essere gay e cittadino francese – osserva Collin –, ma volersi appoggiare sul fatto di essere cittadino (che in quanto tale ha diritti uguali a quelli di tutti gli altri cittadini) per reclamare dei diritti in quanto gay significa passare al secondo senso della parola riconoscimento, centrato su una identità (particolare e minoritaria) che si cerca di far accettare all’insieme del corpo sociale». [4]
Ma esistono anche altre tattiche per infestare il campo argomentativo.
- Attivazione di «frames». Vi sono espressioni che evocano concetti, predispongono orientamenti politico-ideologici. Alcune espressioni sono tipicamente “progressiste”, altre sono tipicamente “conservatrici”, e via dicendo. Nell’atto di usare una espressione come «non siamo nel medioevo!» si attiva un quadro ideologico tipicamente progressista in cui ogni difesa dei valori tradizionali risulta debole, impacciata, già perdente in linea di principio perché rinserrata nel recinto semantico dell’oscurantismo (che, si sa, per definizione è cattolico).
I frames sono, pertanto, i quadri ideologici che plasmano un linguaggio politico. Sono strutture (frame, in inglese) di concetti legati tra loro da significati ben precisi. Danno luogo, scrive D’Agostini, a una sorta di «preorientamento del giudizio» in senso positivo o negativo.
Un modo tipico di attivare un frame negativo è l’uso di formule definitorie ad alto contenuto evocativo. Di eccezionale violenza – e pericolosità – è il ricorso a termini come «fascista», «nazista», «omofobo». L’uso di espressioni che evocano di per sé implicazioni negative (reductio ad Hitlerum) è pratica corrente in ogni forma di terrorismo intellettuale.
Il procedimento è sempre il medesimo. Occorre innanzitutto imprimere nell’immaginario collettivo un archetipo del male, suscitare una “figura funesta” dal senso indefinito, dai contorni alquanto vaghi, elastici. A questo punto è sufficiente assimilare il proprio avversario a questo archetipo maligno. [5]
Spogliare il nemico della sua umanità per farne un simbolo astratto del male. Non sfuggirà la violenza immanente all’uso di certi frames negativi. Sempre l’annientamento simbolico dell’umanità del “nemico ideologico” ha preceduto il suo annientamento fisico. È grondato di sangue, questo habitus mentale capace di trasformare gli uomini in fiere. [6] Ciò basta a capire perché dietro ogni violenza verbale si stagli, in agguato, il profilo della “parola che uccide”. - Provocazione. Fa parte della famiglia delle fallacie «esecutive». Qui parliamo della violazione più o meno palese delle norme di comportamento che regolano ogni dibattito. Si tratta di un’azione di disturbo che riguarda, più che i contenuti o i significati delle parole, il contegno di chi le usa e partecipa al confronto dialettico.
Con la provocazione si vuol far degenerare la controversia spingendo l’avversario a perdere le staffe. Suscitarne la reazione violenta in maniera tale da minarne la credibilità. I modi per produrre questo effetto sono potenzialmente infiniti. A questo scopo certo sono di particolare efficacia le continue interruzioni, l’insolenza diretta o indiretta (verso cose, persone, storie, tradizioni, idee e teorie stimate dall’avversario).
Il provocatore che si serve della parola occisiva è mosso dalla volontà maligna di procurare una scissione interiore. Vuole aprire una piaga nell’intimo di quell’organo del senso morale che è la coscienza. È fondamentale sapere, tuttavia, che la provocazione è l’arma della disperazione, l’espediente ultimo, estremo, di chi sente vacillare le proprie convinzioni.
Occorre, pertanto, vegliare fino a quando la ragione non si desterà dal sonno, finché non desisterà dai propri sogni di distruzione. Le Sentinelle vegliano non per distruggere il presente o per restaurare il passato, ma per riconciliare in forme nuove l’ordine della madre e quello del padre. Vegliano silenziosamente, perché il silenzio è la matrice dell’individuazione, ciò che rende compatta la persona, esatta antitesi dell’umanità indifferenziata promossa dalla società dei consumi. Saper reggere lo sguardo ostile e la violenza verbale senza cadere nel tranello della provocazione è incarnare la tranquillitatis ordinis, sintesi di pace e verità. Equivale a una dimostrazione di forza e maturità. È questa la terra sana, solida, su cui edificare un futuro migliore per tutti.
Andreas Hofer
——————————————-[1] http://gutenberg.spiegel.de/buch/3258/4
[2] È utile qui la rassegna di Franca D’Agostini, Verità avvelenata. Buoni e cattivi argomenti nel dibattito pubblico, Bollati Boringhieri, Torino 2010.
[3] Cfr. Charles Taylor, Multiculturalismo. La politica del riconoscimento, tr. it. Anabasi, Milano 1993.
[4] Thibaud Collin, Le mariage gay. Les enjeux d’une revendication, Eyrolles, Paris 2005, p. 35.
[5] «L’accusa – scrive Jean Sévillia – può essere esplicita o essere mossa con insinuazioni, spalancando la porta a un processo alle intenzioni: ogni oppositore può essere attaccato non sulla base di quel che pensa, ma sui pensieri che gli si attribuiscono. Il manicheismo ha delle conseguenze vincolanti, si fonda in ultima istanza su un’altra logica: la demonizzazione. Non è questione di discutere per convincere: si tratta di intimidire, di colpevolizzare, di squalificare». (Jean Sévillia, Le terrorisme intellectuel de 1945 à nos jours, Perrin, Paris 2000, p. 10)
[6] La connessione tra parola omicida e disumanizzazione è lumeggiata con particolare chiarezza nell’intervista rilasciata da Silveria Russo, ex militante di Prima Linea, a Sergio Zavoli. «Allora tutto era mediato dall’ideologia e quindi dal vedere le persone come simboli. Per me quel magistrato o un’altra persone che si decideva di sopprimere era un simbolo, non era una persona». (Sergio Zavoli, La notte della Repubblica, Mondadori, Milano 1995, p. 385)
[Fonte]
[Fonte]
12 commenti:
Ottimo
John
"vegliare fino a quando la ragione non si desterà dal sonno, finché non desisterà dai propri sogni di distruzione"
Il cardinale Carlo Caffarra:
“Si sta gradualmente introducendo nella nostra convivenza una visione dell’uomo che erode e devasta i fondamentali della persona umana come tale.
Non è di condotte ciò di cui stiamo discutendo.
E’ la persona umana come tale che è in pericolo, poiche’ si stanno ridefinendo - artificialmente -
i vissuti umani fondamentali:
il rapporto uomo-donna; la maternità e la paternità; la dignità e i diritti del bambino”.
“Sono in questione le relazioni fondamentali che strutturano la persona umana”, aggiunge l’arcivescovo.
“Infatti accaduti in questi giorni - spiega - mi costringono in coscienza a dirvi alcune parole. Essi sono noti ai più. La Corte Costituzionale ha dichiarato incostituzionale la proibizione della fecondazione umana eterologa. Un Tribunale ha riconosciuto la così detta maternità surrogata, cioé l’utero in affitto. Un altro Tribunale della Repubblica ha imposto all’anagrafe di un Municipio di trascrivere un matrimonio (si fa per dire) omosessuale. Questi i fatti. Cio’ che come uomo, come cristiano e come vostro pastore mi coinvolge profondamente non sono i comportamenti corrispondenti a quelle decisioni.
Non mi interessa l’aspetto etico della cosa, e non è di temi etici che parlo. Purtroppo la questione è molto piu’ profonda. E’ una questione antropologica”.
“Carissimi fedeli - conclude l’appello del cardinale - entriamo nella Settimana Santa. Perché Dio si è fatto uomo? Perché è morto crocifisso? Non c’è che una risposta: perché ricco di misericordia, ha amato perdutamente l’uomo.
Ogni volta che ferisci l’uomo; che lo depredi della sua umanità, tu ferisci il Dio-uomo.
Tu neghi il fatto cristiano.
Ecco perché non ho potuto tacere. Perché non sia resa vana la Croce di Cristo”.
http://muniatintrantes.blogspot.it/2014/04/non-posso-tacere.html
Gay & c. sono riusciti a convincere una parte dell'opinione pubblica che loro subiscono gravi discriminazioni e si vedono negare diritti fondamentali, quando in realtà nessuno impedisce loro di fare quello che vogliono. Stabilire che esiste un diritto al matrimonio "come piace a me" è una stortura che porta al matrimonio poligamico o poliandrico, magari perché no al matrimonio con un cane o un gatto o con una statua ecc. Applicando questo modo di pensare ad altri campi potremmo dire per esempio (e del resto c'è già chi lo dice) che ricevere uno stipendio è un diritto del cittadino, indipendentemente dal fatto che svolga o meno un lavoro. Sarebbe la destrutturazione della società, e quel che è più grave è che per imporre visioni del genere a chi dissente (e non sono pochi) si rendono necessarie leggi liberticide come la famigerata legge antiomofobia, quelle sì gravemente lesive dei diritti: una deriva che speriamo si riesca ad evitare.
@Turiferario, in un paese che subisce senza il minimo cenno di protesta 3, ben 3 governi illegali con a capo gente scelta dall'alto senza essere stata eletta in qualche modo dal popolo , anzi addirittura senza essere parlamentare, dove si calpesta allegramente la costituzione per altri versi più sacra della Bibbia, laddove si definisce il matrimonio unione tra uomo e donna, dove un pluriomicida impunito crea partiti sul web e va pure in parlamento, si figuri se non passerà un'inezia come questa, il terreno è già preparato, basta sentire i discorsi in giro, mettiamoci pure lo stupore per la morte della disgraziata donna con la pillola abortiva extrasicura, non fosse che già a decine sono morte in Europa nel silenzio perfetto dei media principali opinionmakers, dove ci si inalbera per l'errore di distrazione e non per la infernale pratica della fecondazione in provetta, senza nemmeno porsi il problema di chi pagherà sulla propria pelle il fatto di essere figlio di chissà chi, costruito come un Lego, tutto è lecito oggi in nome del progresso......80 anni fa lo stesso facevano i nazi, ma in tal caso anathema fuit, antisemitismo, antiomofobia.....io non penso che eviteremo la deriva che sta portando questo disgraziato paese ed un intero continente senza più anima e radici verso il nulla.....ma PF oltre alle esibizioni in piazza, dicesse una volta a voce alta NO, la chiesa non può accettare tutto questo.....se lo dice lo fa sottovoce e nessuno sente, a nessuno frega niente se dice queste cose, i principi non negoziabili non sono più di moda, roba medioevale, sorpassata, da pizzi e merletti ed orpelli inutili e niente chiacchiericcio, sì lo stesso di AS quando piovevano a diluvio sulla chiesa scandali di ogni tipo, ma adesso premi e cotillons per tutti. Anonymous.
Articoli come questo sono un balsamo per le ferite di questo tempo caotico e aggressivo.
Intanto, Anonymous, constato che nessuno (tra i mille referendum per cui si raccolgono le firme) pensa di farne uno pro matrimonio gay: e anche se in Italia non abbiamo il referendum propositivo l'escamotage si troverebbe abrogando qualche pezzo di legge vigente. Sono troppo cattivo a pensare che non si fa perché nonostante tutto è sommamente incerto che riuscirebbero a ottenere una maggioranza?
Turiferaio, anonymus, concordo in pieno con voi. Sul referendum turiferaio hai ragione, adesso lo perderebbero, per cui useranno la longa manus della via giudiziaria. Tra qualche anno però, dopo aver approvato leggi pro matrimoni sodomiti, sull'omofobia,e porcate varie e dopo aver lavato il cervello per bene al popolo bue potranno pure farlo quel referendum, perché a quel punto saranno maggioranza. Guarda cos'hanno fatto con il referendum sull'aborto, prima hanno preparato il terreno con menzogne a go go e poi hanno vinto. Nel 2005 il loro errore è stato avere troppa fretta, per cui hanno rimediato con gli amici illuminati in magistratura e nell'ue
Jphn
No, lei non è troppo cattivo, ma poi lo casserebbero d'ufficio come quello sulla fecondazione, fu un successone di Ruini, l'ultimo della chiesa impegnata......visto com'è andata a finire? In questo paese, qualsiasi sia il responso del voto popolare, poi si passa oltre, tanto i soldini dalla lobby gaia sono già stati incassati.....by the way a giugno Imu per la CC tranne che per le chiese luoghi di culto da 'ste parti hanno già fatto legna, mi piacerebbe sapere se vale anche per le sedi dei partiti e le coop.....cattivissimo, lo so, farò ammenda da venerdì, fino a domenica, cinghia. Anonymous
non è una battuta
http://www.ilgiornale.it/news/esteri/poliamore-arrivano-zoccole-etiche-985178.html
http://it.wikipedia.org/wiki/Poliamore
http://www.poliamore.org/finalmente-la-zoccola-etica-esce-in-italia/
intanto a teatro....
http://www.estense.com/?p=376725.
ciao josh... ho letto e non posso fare a meno di riportare
"se nel Lago dei Cigni originale si narra dell’amore tra un principe e una ragazza trasformata in cigno, qui si stravolgono gli eventi con il principe Sigfried che confessa ai propri genitori di non potersi sposare poiché già innamorato di un’altra persona, che si rivela essere un uomo. Questo porta all’inserimento di nuovi personaggi e nuove occasioni coreografiche, mantenendo però alcuni pezzi portanti del balletto originale, sempre rivisti attraverso gli occhi dell’autrice e affrontati con ironia e intelligenza. "
le occasioni coreografiche sarebbero degli omoni negri i tutu'? o forse quella e la parte ironica ...e l'amante del principe si trasforma in cappone?? magari questa e' la trovata intelligente...geniale direi
Rocco, ma ce n'è una ogni ora:
http://www.tempi.it/omofobia-gender-scuola-l-espresso#.U1AEXVfhFws
questa poi:
http://www.tempi.it/consigli-per-il-sesso-sicuro-omosessuale-anale-e-orale-a-studenti-minorenni-accade-in-una-scuola#.U1AEeFfhFws
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