Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

lunedì 10 luglio 2017

Il cardinale Meisner, Fatima, il rosario. E quella venerazione per Mindszenty

Ottimo articolo e bellissimo ricordo del card. Joachim Meisner di Aldo Maria Valli.

Il 5 luglio oltre a Joaquín Navarro-Valls ci ha lasciati un altro Gioacchino: il cardinale Joachim Meisner, arcivescovo di Colonia. Un grande pastore che ha sempre difeso la fede e la Chiesa, fino alla decisione, presa con i confratelli Carlo Caffarra, Walter Brandmüller e Raymond Burke, di manifestare al papa i suoi «dubia» a proposito di «Amoris laetitia».
La morte l’ha colto nel sonno, con il breviario in mano, mentre pregava per prepararsi alla messa del mattino successivo e dopo una telefonata con il cardinale Gerhard Müller, pochi giorni prima allontanato da papa Francesco dall’incarico di prefetto della Congregazione per la dottrina della fede.
Per capire meglio il cardinale Meisner e tracciare un suo profilo è utile l’articolo «Cardinal Meisner’s Witness Concerning Fatima and the Dubia», scritto da Maike Hickson per il sito «onepeterfive», nel quale, fra l’altro, si rivela quanto riferito da un amico del cardinale, Michael Hesemann, storico della Chiesa tedesca.
In una lettera del 29 dicembre 2016 Meisner scrisse a Hesemann: «Viviamo in un periodo di confusione, non solo nella società, ma anche nella Chiesa». E poi, quasi come spiegazione sottintesa della sua decisione di rivolgersi al papa esprimendo i dubbi su «Amoris laetitia», aggiunse: «Il pastore è scelto da Cristo al fine di preservare il gregge dall’errore e dalla confusione».

Meisner, che incontrò più volte la veggente suor Lucia, in quella lettera parlò anche del messaggio di Fatima, esprimendo la speranza che la Madre di Dio non ci lasci in preda alla confusione e al peccato in questo nostro tempo nel quale, avendo perduto la memoria della creazione, non sappiamo più chi è l’uomo. Parole che hanno il sapore del testamento spirituale da parte di un pastore che soffrì molto a causa di attacchi ingiusti da parte della cultura laicista ma anche dei settori modernisti della Chiesa.
Di Meisner occorre ricordare poi il contributo, forse decisivo, nel conclave del 2005, per l’elezione di Joseph Ratzinger, un’esperienza che il cardinale, pur mantenendo il segreto, ricordava affermando di non aver mai combattuto tanto nel corso della sua vita.

Nato a Breslavia (Breslau per i tedeschi, Wrocław per i polacchi) nel giorno di Natale del 1933, Joachim Meisner nel 1945 fu costretto a fuggire con la mamma e i fratelli (il padre fu ucciso sul fronte russo in quello stesso anno) dinnanzi all’avanzata dell’armata sovietica e si rifugiò in Turingia, a Erfurt, dove per quarant’anni visse poi sotto il regime comunista della Repubblica Democratica Tedesca.

Dei giorni della fuga Meisner ricordava la fede indomita della mamma, che un giorno, del tutto priva di mezzi per garantire un pasto e un tetto ai figli, tirò fuori il rosario, si mise a pregare (recitò per tre volte una preghiera mariana tedesca, «Hilf Maria, jetzt ist Zeit») e si disse certa che l’aiuto sarebbe arrivato dalla Madonna. Cosa che in effetti avvenne, quando la famiglia fu invitata in casa da un uomo che aveva assistito alla scena.

Sotto la DDR (Deutsche Demokratische Republik) – questo un altro ricordo di Meisner – era impossibile anche solo accennare a Fatima, perché qualsiasi riferimento alle apparizioni, caratterizzate dalla richiesta di consacrare la Russia al Cuore immacolato di Maria, era considerato propaganda anticomunista e come tale veniva punito. Ma naturalmente i divieti non fecero che rinforzare nel futuro cardinale la devozione per la Madonna di Fatima, un luogo, spiegava Meisner, nel quale Nostra Signora ha creato una testa di ponte fra terra e cielo.

Dopo l’attentato del 1981 Giovanni Paolo II chiese a Meisner di celebrare una messa a Fatima, e l’arcivescovo di Colonia lo fece nel 1990, ringraziando Maria non solo per aver salvato la vita del papa ma anche per il crollo dell’impero sovietico.

«Come arma contro l’ateismo la Madre di Dio ci ha dato la preghiera, ma specialmente la preghiera del rosario», diceva Meisner, che conservava un ricordo molto vivido di un episodio avvenuto a Erfurt, nel 1975, quando  un gruppo di turisti provenienti dal Kazakistan (allora nell’Unione Sovietica), rivelatisi come cattolici, gli dissero: «Da trent’anni non andiamo a messa e abbiamo tanta nostalgia della Chiesa!». Meisner ricordava in particolare la domanda che gli fece uno di quei cattolici: «Mi potrebbe dire quali dottrine di fede dobbiamo trasmettere ai nostri figli e nipoti così che essi possano ottenere la vita eterna?».

«Non mi era mai stata posta – diceva il cardinale – una domanda altrettanto importante, e nessuno me la fece più in futuro». A quell’uomo l’allora vescovo di Erfurt rispose che avrebbe dato a lui e ai suoi compagni la Bibbia e il Catechismo, ma l’ospite gli fece cortesemente notare che in un paese dell’Unione Sovietica non era permesso possedere quei libri. Allora il vescovo disse che gli avrebbe dato un rosario e quando l’uomo chiese il perché, Meisner rispose che lì c’è tutto quel che occorre: «Tutta la fede cattolica in una sola mano!», come esclamò, pieno di sorpresa e gratitudine, quel suo interlocutore.

Circa la sua morte, Meisner diceva: «Quando sarò morto, i canonici verranno e mi toglieranno l’anello, ma nel testamento ho scritto che dovranno lasciarmi il mio rosario! Voglio che sia messo nella bara, così che lo possa mostrare alla Madre di Dio e Lei possa mostrarmi, dopo questo esilio, Gesù, il frutto benedetto della sua vita!».

La vicenda umana di Joachim Meisner si può riassumere con due parole: fede e coraggio. Una combinazione che gli fece guadagnare il rispetto di molti, anche da parte degli avversari, come nel caso di una nota femminista tedesca, Alice Schwarzer, che alla morte del cardinale ha detto «Sì, mi è piaciuto» ed ha rivelato che durante il loro ultimo incontro, un anno fa, Meisner le regalò una preghiera di santa Teresa d’Avila.

Per completare il profilo di Joachim Meisner occorre poi parlare della sua speciale venerazione per il cardinale Jozef Mindszenty, il grande arcivescovo ungherese che resistette al comunismo. Nel maggio di quest’anno, durante un’omelia a Budapest,  Meisner raccontò che aveva solo tredici anni quando, vedendo un quadro raffigurante Mindszenty sotto accusa davanti a un tribunale comunista, restò molto colpito da quell’immagine, perché gli fece pensare a Gesù accusato ingiustamente dal sinedrio. Quel ritratto dell’indomito cardinale ungherese fu così importante che lo volle appendere nella sua camera da letto e da allora, disse durante l’omelia, «ho sempre rivolto uno sguardo a Mindszenty prima di addormentarmi e al risveglio».
In effetti  il primate d’Ungheria fu per Meisner «il modello di vescovo, ed è per questo che in me è cresciuto il desiderio di essere come lui, un testimone di Cristo che ha il coraggio di resistere ai potenti di questo mondo».
L’immagine di Mindszenty davanti al tribunale era conservata da Meisner anche nel suo breviario, lo stesso che aveva tra le mani il 5 luglio scorso, quando la morte l’ha colto nel sonno a Bad Füssing. «Quando i vescovi non sono più confessori della fede – diceva –  il popolo di Dio non è in una buona situazione».

Il 4 aprile 2005, prima del conclave, il cardinale Meisner insieme all’amico Paul Badde, che ha rivelato l’episodio, andò a Manoppello per vedere il Volto Santo e ne restò profondamente toccato, tanto che nel libro degli ospiti scrisse:  «Il volto è l’espressione del cuore. Sul Volto Santo il Cuore di Dio diventa visibile. Joachim Card. Meisner, Arcivescovo di Colonia, Pax Vobis!».

Come abbiamo detto all’inizio, la sera prima della sua morte Meisner parlò al telefono con il cardinale Müller. È stato lo stesso Müller a rivelarlo, alla «Passauer Neue Presse», spiegando che Meisner si dimostrò rattristato per il brusco allontanamento di Müller dalla Congregazione per la dottrina della fede, un licenziamento da lui considerato un danno per la Chiesa. Nella stessa intervista Müller ha raccontato che il papa gli ha comunicato la sua decisione di non rinnovarlo nella carica di prefetto della congregazione durante un’udienza durata un solo minuto, proprio nell’ultimo giorno del mandato, e senza fornire spiegazioni. «Uno stile – ha detto Müller – inaccettabile, perché anche il Vaticano, nel trattare con i propri dipendenti, dovrebbe applicare la dottrina sociale della Chiesa». Uno stile che certamente non era quello di Joachim Meisner.
Aldo Maria Valli

21 commenti:

Anonimo ha detto...

Ritratto di un " piccolo ".

Alessandro Mirabelli ha detto...

Si sapeva che Meisner aveva sempre avuto la schiena diritta grazie al fatto che ha conosciuto il comunismo. Ignoravo la sua ardente fede. Il suo attaccamento alla figura di Mindzenty. Sarebbe senz'altro stato in grado di essere Papa. E lui non sarebbe stato un Papa inflitto ma un Papa donato.

Anonimo ha detto...

http://www.lastampa.it/2013/02/21/vaticaninsider/ita/nel-mondo/vescovi-tedeschi-si-alla-pillola-del-giorno-dopo-per-casi-di-stupro-PdpbqwivHEH7zbr5QQtRlO/pagina.html

Anonimo ha detto...

http://chiesaepostconcilio.blogspot.it/2013/02/vescovi-tedeschi-don-colombo-nessuno.html?m=1

irina ha detto...

Un mite ed umile di cuore. Suscita lo stesso desiderio, che suscita Charlie, di metterlo al riparo da ogni male, lontano, lontano. Il Signore è venuto a prendersi quel ragazzo, povero, orfano, di dodici anni, che imparò a pregare con la sua mamma, i suoi fratelli e il suo papà che non c'era più. In quella santa semplicità il Cardinale è rimasto, fin dentro la sua vecchiaia e nella sua Santa morte. Prodigi dell'Amor Divino che sparge fiori sulla terra, come quelli che il Cardinale, durante una passeggiata, raccolse e portò a Gesù, nel tabernacolo.

Felice ha detto...

Io l'avevo sentito parlare alla GMG di Colonia del 2005 e mi aveva davvero illuminato la mente e riscaldato il cuore. Riposa in pace

Anonimo ha detto...

http://www.lastampa.it/2013/02/21/vaticaninsider/ita/nel-mondo/vescovi-tedeschi-si-alla-pillola-del-giorno-dopo-per-casi-di-stupro-PdpbqwivHEH7zbr5QQtRlO/pagina.html

Anonimo ha detto...

Testamento :
Come tutti, non conosco l'ora o il giorno della mia morte, né il modo o dove morirò. Pertanto vorrei scrivere una ultima parola a tutti voi che sarà letto in un momento appropriato. È veramente un'ultima parola per voi in questo mondo a Gesù Cristo. Signore Gesù Cristo, tu sei il Verbo attraverso il quale tutto è creato. Ti ringrazio che tu mi volevi e che sono stato dunque creato. La tua Parola mi ha accompagnato attraverso la vita e mi ha portato attraverso il mondo e intorno alle persone quando ne ha bisogno. Perciò sono diventato prete e poi un vescovo. Modellato e ordinato dalla tua stigmata. La cosa più notevole della mia vita è che tu mi hai riscattato attraverso la tua Croce e mi ha ritenuto degno delle tue sofferenze. Attraverso il tuo amore per il mondo, il tuo cuore, le tue mani, i piedi sono stati forati. Per amore per l'umanità mi hai toccato con la tua croce. Mi hai lasciato essere il tuo sacerdote e il tuo vescovo. Pertanto, specialmente nella morte, voglio elogiare la Croce del nostro Signore, Gesù Cristo che ha portato gioia nel mondo. Nell'Ufficio Divino testimoni e professiamo con i nostri sacerdoti: Cristo, dio divino, ti ama solo coloro che hanno il potere di amare. Cristo, tu sei la mia speranza, la mia pace, la mia gioia, tutta la mia vita. Cristo, l'anima mia tira verso di te Cristo, a te prego. Cristo, mi tengo vicino a te. Con tutta la forza della mia anima, ti amo, Signore, solo, ti cerco, ti seguo. In questa gioia ho cercato di servirvi tutti nell'Arcidiocesi di Colonia. La nostra città vescovile di Colonia porta il titolo onorario di Sancta Colonia Dei Gratia Romana Ecclesiae Fidelis Filia - Santo Colonia, per la grazia di Dio, la figlia fedele della Chiesa romana. Ho cercato di conformarsi a questa espressione nel mio servizio episcopale. Cristo ha dato l'ufficio petrino alla Chiesa per dare un orientamento e un sostegno a molte persone nei momenti diversi. Questa è la mia ultima richiesta a tutti voi per la tua salvezza. Soggiorno con il nostro Santo Padre. È il Pietro di oggi. Segui la sua guida. Ascoltate la sua parola. Peter non vuole niente per se stesso, ma tutto per il Signore e per i suoi fratelli e sorelle. Tutti voi sapete che il corso della mia vita ha seguito tre sistemi sociali: i dodici anni di Hitler, il regno di 24 anni del comunismo e ora più di 20 anni di libertà democratica. In tutte e tre le epoche, il servizio del papa mi ha dato orientamento, incoraggiamento e assistenza. Resta sempre con il papa e non perderai mai Cristo. Non voglio la grazia che l'apostolo Giovanni ha ricevuto, Né il perdono con cui hai perdonato Pietro. Desidero solo le parole che hai detto al rapinatore sulla croce: "Oggi sarai con me in Paradiso".

Colonia, 25 marzo 2011

Joachim Cardinal Meisner, Arcivescovo di Colonia

http://wdtprs.com/blog/2017/07/words-from-the-last-testament-of-joachim-card-meisner/

Anonimo ha detto...

Il Cardinale Woelki ha letto il suo testamento spirituale .
https://www.facebook.com/domradio.de/videos/10155392843358311

Nbq ha detto...

"Ciò che non può lasciare indifferenti e costringe a farsi delle domande è questa ascesa di personaggi come padre James Martin, il cui attivismo pro-gay era ben noto prima della nomina in Vaticano. Lo stesso era successo due anni fa con il domenicano padre Timothy Radcliffe, chiamato da papa Francesco a consultore del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace, malgrado sia un altro noto sostenitore dell’agenda gay nella Chiesa. Per padre Radcliffe l’omosessualità è «espressione dell’auto-donazione di Cristo e simbolo della fedeltà reciproca», per cui figurarsi se può essere un ostacolo al sacerdozio.

A questi esempi se ne potrebbero aggiungere molti altri, e la NBQ in questi ultimi anni ha registrato e indicato la crescita di una lobby gay nella Chiesa, ma ciò che non può passare inosservato è il fatto che, mentre a sacerdoti e prelati vari basta esprimere dubbi su alcune affermazioni contenute in Amoris Laetitia per ritrovarsi puniti in vari modi, questi personaggi che apertamente si oppongono al Catechismo della Chiesa e alle Scritture si ritrovano a fare carriere ecclesiastiche sorprendenti. Ovviamente aiutati dalla stampa “di regime”.

Anonimo ha detto...

Scusate se non uso il vostro linguaggio forbìto , ma questa marea di " spazzatura" non e' nata all'improvviso , si e' accumulata nel tempo sempre un po' di piu' sempre un po' di piu' .Da cui : chi doveva vigilare non l'ha fatto e/o non si e' accorto dei segnali che indicavano che la marea stava montando ? Ha riferito/fatto rapporto a chi di dovere oppure per farsi dire bravo non ha detto niente , della serie " tutto va bene ", non ci sono problemi di sorta , non dare grattacapi al capo che mi ha dato questo incarico prestigioso , non far vedere che non sono all'altezza di gestire questo gravoso compito ? Responsabilita' a cascata fino a noi .
E noi ? Ci siamo interessati o disinteressati di tutto e di tutti come se la Chiesa non fosse affar nostro ?
Noi , per indolenza, noncuranza, negligenza , abbiamo pregato /adorato perche' Dio concedesse sante vocazioni/fedeli religiosi/famiglie sante ? O abbiamo favorito questo stato di cose ?
O deve fare tutto il Papa mentre gli altri stanno a guardare ?
Confiteor Deo omnipotenti,
beatæ Mariæ semper Virgini,
beato Michaeli Archangelo,
beato Ioanni Baptistæ,
sanctis Apostolis Petro et Paulo,
omnibus Sanctis, et vobis, fratres (et tibi pater),
quia peccavi
nimis cogitatione, verbo et opere:
mea culpa,
mea culpa,
mea maxima culpa.
Ideo precor beatam Mariam
semper Virginem,
beatum Michaelem Archangelum,
beatum Ioannem Baptistam,
sanctos Apostolos Petrum et Paulum,
omnes Sanctos, et vos, fratres (et te, pater),
orare pro me ad Dominum Deum nostrum.
Amen.

irina ha detto...

1P5, "Source: Before Dismissal of Cardinal Müller, Pope Asked Five Pointed Questions
Maike Hickson Maike Hickson July 10, 2017 41 Comments

Stilum Curiae, "COSÌ È STATO CACCIATO MÜLLER. RIVELAZIONI DI 1P5 SULL’ULTIMO COLLOQUIO. CINQUE DOMANDE E POI VIA.

Anonimo ha detto...

@ A.10.16
Noi siamo laici, non possiamo correggere eventuali storture e o ipotetiche eresie del papa regnante, lo devono fare i suoi più stretti collaboratori, dai cardinali ai vescovi, ai sacerdoti, in ultima istanza sta ai laici denunciare le cose che non vanno, ma qui ci si trova davanti ad una potentissima e ben protetta lobby, gay e non, in cui l'omertà regna sovrana, mi chiedo spesso che fine abbia fatto il corposo dossier raccolto dai 3 cardinali per Papa Benedetto e consegnato al vdr e volatilizzatosi in un amen, non è questione di vigilare o meno, è che sono stati abili a nascondere o a comprare silenzi e non mi pare che la glasnost regni a santamarta e dintorni, piuttosto si fanno fuori i papaveri alti e non allineati, il resto viene secretato e penso che la Cdf abbia le ore contate, nel senso che non conterà più niente, verrà accorpata e resa ininfluente, questo è il programma perseguito e che forse porteranno a termine, a noi non resta che prenderne atto e sperare in un intervento dall'alto. Non possiamo farci niente, al massimo non dare più neanche un centesimo a lorsignori. Quanto alle famiglie sante se ne è persa da un pezzo la semenza e lì ognuno è responsabile delle sue azioni e sarà giudicato alla fine. Lupus et Agnus.

irina ha detto...

HA MANDATO A MERKEL UN MESSAGGIO “DA DIO”.
Maurizio Blondet 11 luglio 2017 0

(da collegare alle rivelazioni di Marco Tosatti)

COSÌ HA CACCIATO MÜLLER. RIVELAZIONI SULL’ULTIMO COLLOQUIO. CINQUE DOMANDE E POI VIA.

Anonimo ha detto...

circa le parole commoventi del card. Meisner qui riportate nel suo testamento spirituale, risalente a 6 anni orsono, riflettevo su quella esortazione:
"Resta sempre con il papa e non perderai mai Cristo."
ma oggi, vale ancora restare con "questo" papa ? quale sicurezza ci dà un tale attaccamento ? fidarci, qualunque sia la strada dove il papa attuale ci sta conducendo, ma siamo sicuri che non perderemo Cristo seguendo i suoi passi ?
Certo, quel testamento è datato 2011 e chissà se l'Autore (allora Arcivescovo) lo ha riletto qualche volta....alla "luce" degli eventi nefasti e molteplici di questi 4 anni, e specialmente di AL.

(spero che non mi taccerete di pignoleria....)

Anonimo ha detto...

http://www.maurizioblondet.it/mandato-merkel-un-messaggio-dio/

irina ha detto...

@ Anonimo 17:48
"...Certo, quel testamento è datato 2011 e chissà se l'Autore (allora Arcivescovo) lo ha riletto qualche volta...."

Se, per favore, leggete l'articolo di Marco Tosatti ( segnalato da più persone in post diversi), altre considerazioni verranno fatte. Per quel che mi riguarda, questo potrebbe essere un testamento penultimo. Nel 2011 "È il Pietro di oggi", era BXVI.

Anonimo ha detto...

Spes nostra firma

https://twitter.com/KatholikenNet/status/883362705507221505

https://it.wikipedia.org/wiki/Joachim_Meisner#/media/File:Coat_of_arms_of_Joachim_Meisner.svg

Anonimo ha detto...

IL CARDINALE MEISNER FU DECISIVO NEL CONVINCERE JOSEPH RATZINGER AD ACCETTARE L’ELEZIONE A PAPA. La sera dell’elezione disse: “Oggi ho combattuto come mai prima nella mia vita”.

...
Joachim Meisner era una delle pochissime persone che Joseph Ratzinger, anche da cardinale, invitava a pranzo. Ratzinger non è mai stato una persona socialmente molto attiva in Curia, in particolare dopo la morte della sorella maggiore, religiosa, che viveva con lui. I suoi amici, da cardinale, si contano veramente sulle punte delle dita, e forse neanche di due mani. Quando si concedeva un’uscita straordinaria andava a mangiare in un ristorantino vicino al Vaticano frequentato dalle guardie svizzere perché preparava piatti in stile Europa centrale. Meisner era uno dei pochi con cui gli capitava di dividere il desco.

Certamente il suo ruolo è stato importante sotto il regno di Giovanni Paolo II. Ma è stato decisivo nel convincere Joseph Ratzinger ad accettare l’elezione a Papa. E a lavorare affinché questa ipotesi si realizzasse. Meisner ha raccontato qualche dettaglio in un libro. “Adesso mi prenderai per matto, ma per responsabilità verso la Chiesa devo dirti che devi diventare Papa!” disse Meisner a Joseph Ratzinger nel 2005. “Ebbi abbastanza presto la sensazione che Josef Ratzinger sarebbe stato eletto ma la mia preoccupazione più grande era se avrebbe accettato. ‘Se vieni eletto devi dire di sì’”.

Ratzinger era combattuto: “La sua risposta fu: ‘Non farmi questo’”. Ratzinger fu eletto, e nella Sala Ducale, vicino alla Cappella Sistina, nella prima foto, vediamo il Pontefice e accanto a lui, alla sua destra, a un metro di distanza, da solo, Meisner. Meisner fu estremamente attivo nel combattere il gruppo di Sank Gallen, quei cardinali – fra di loro Martini, Danneels, Murphy o’Connor, Silvestrini e altri – che si riunivano nella cittadina svizzera. La Sankt Gallen Mafia, come l’ha descritta il card. Danneels, cercava di impedire l’elezione di Ratzinger, e portò avanti Bergoglio. Paul Badde ricorda che il cardinale Meisner, di cui era amico, la sera dell’elezione gli disse: “Oggi ho combattuto come mai prima nella mia vita”.
...
Meisner quando seppe della rinuncia di Benedetto XVI fu contrario; poi dicono che abbia cambiato idea quando lo vide di persona, e si rese conto del suo stato di debolezza.
...
Poi venne la stagione di Jorge Mario Bergoglio, e i Dubia. Se consideriamo la storia di fedeltà alla Chiesa e al Pontefice di Joachim Meisner, la sua preoccupazione per l’Amoris Laetitia deve essere stata davvero grande. Le ultime notizie su Meisner ci vengono dal card. Müller, che lo aveva sentito per telefono a Bad Fussing, dove l’anziano porporato era in vacanza. Müller al telefono gli aveva dato la notizia della sua non riconferma. Meisner si sarebbe mostrato “profondamente colpito” dal licenziamento. “Questo fatto lo ha personalmente colpito e ferito e lo considerava un danno per la Chiesa”. Queste le parole di Müller. Poco più tardi, leggendo il breviario, Meisner se ne è andato.

irina ha detto...

E' stato un buon amico di BXVI. Il tratto comune, dei due, mi sembra, da quel poco che vado scoprendo in questi giorni, l'onore in cui entrambi tenevano la fedeltà. Virtù vissuta certamente in modo diverso da entrambi, più semplice per il Cardinal Meisner, più complessa, tormentata forse, per BXVI. Per BXVI ora, credo, sia il tempo più difficile della sua fedeltà. Deve essere fedele a tanti, diversi, contrastanti: a Dio, Uno e Trino, a Maria Santissima ai cui piedi pose l'anello vescovile ad Altoetting, al Vescovo di Roma, alle sue pecore sparse per il mondo, ai suoi ex allievi, ai suoi amici, alla Verità di cui volle essere collaboratore. Che Joachim aiuti Joseph su questa strada delle fedeltà divergenti.

Anonimo ha detto...

@ irina ha detto 13 luglio 2017 00:13.

standing ovation o ovatio, se preferisce, per il suo bellissimo intervento a chiosa del post. Lupus et Agnus.