Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

martedì 30 ottobre 2018

Fin dalla bozza del documento finale, in primo piano la sinodalità

Sto leggendo il documento finale del sinodo dei giovani e mi rendo conto che contiene una serie di  'processi' che riguardano diversi aspetti della vita ecclesiale che, more solito, dietro alla famigerata pastoralità, a partire dall'eucaristia, nascondono cambiamenti nella dottrina. Andranno esaminati e commentati uno per uno. Intanto vi propongo un articolo tradotto in questi giorni, dal National Catholic Register. Riguarda osservazioni sulla bozza ma, a giudicare dal seguito, risultano tuttora valide: (n.118-125 del Documento finale). Vi rimando  ad un mio precedente articolo per approfondire il tema della sinodalità [qui - qui].  Questo ovviamente è un approccio preliminare. Trarrò le conclusioni in base al Documento finale in un prossimo articolo.

Il tema domina la terza parte della bozza del documento – per la gran sorpresa di molti dei Padri sinodali – nonostante lo si sia trattato molto raramente durante l’incontro di questo mese (Edward Pentin)
Un elemento della bozza del documento finale del Sinodo dei Giovani che ha suscitato la preoccupazione di alcuni Padri del Sinodo questa settimana è stato l’inattesa aggiunta del tema della “sinodalità”, un termine che è diventato sinonimo di decentralizzazione e democratizzazione della Chiesa e del magistero trasferendo poteri dal papato e dal Vaticano alle Chiese locali.

Questo tema domina la terza parte della bozza del documento – per la gran sorpresa di molti dei Padri sinodali – nonostante lo si sia trattato molto raramente durante l’incontro di questo mese.

Dopo numerosi giorni di dibattito e di presentazione di ammende (modi) alla bozza, l’approvazione del documento finale verrà sottoposta sabato al voto di 267 Padri sinodali, a chiusura del sinodo del 3-28 ottobre sul tema “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale”.

The Register ha potuto leggere i testi rilevanti sulla sinodalità, che consistono di tre capitoli, due dei quali si intitolano La sinodalità missionaria della Chiesa e La sinodalità nella vita quotidiana. Il documento afferma che il sinodo di questo mese ha riproposto la sinodalità, definendola in vari modi, ivi compresi l’ascolto, la collaborazione e il dialogo con tutte le persone di buona volontà, in particolar modo quelle delle periferie.

Papa Francesco propugna da tempo una Chiesa “sinodale” in cui ognuno ascolti l’altro e impari da lui. Il concetto di sinodalità è antico ed è generalmente utilizzato per designare un processo di discernimento che coinvolge tutti i fedeli con l’ausilio dello Spirito Santo.

In un discorso chiave sul tema dell’ottobre 2015, Francesco ha affermato che “il cammino della sinodalità è quello che Dio vuole per la Chiesa del terzo millennio”. La Chiesa sinodale, ha aggiunto, è quella del “reciproco ascolto”, in cui ogni persona “ha qualcosa da imparare”.

Si tratta di un modello di governo che era particolarmente gradito dal Cardinal Carlo Maria Martini, il quale auspicava “una sorta di consiglio permanente di reggenti della Chiesa a lato del papa”. Martini fu uno dei primi a proporre il modello di una Chiesa “sinodale” in cui il papa non regni più come un monarca assoluto.

In una conferenza stampa del sinodo, quando gli è stato chiesto cosa si intende per sinodalità, l’Arcivescovo Héctor Miguel Cabrejos Vidarte di Trujillo, Perù, ha affermato che essa ha a che vedere con qualcosa di più rispetto al mero governo della Chiesa, giacché coinvolge tutti i fedeli in spirito di collaborazione.

“Quando dico ‘tutti’ non mi riferisco solo alla Chiesa dei vescovi e dei sacerdoti. No! C’è anche la Chiesa dei laici e dei fedeli di tutti i livelli”, ha detto. “E tutti noi vescovi siamo chiamati – questo fa parte della sinodalità – a fomentare la crescita di questa collaborazione”. L’Arcivescovo Cabrejos ha affermato che la sinodalità coinvolge l’intera Chiesa che “cammina insieme” non solo ai giovani che sono al suo interno, ma anche “con coloro che sono lontani, con i non credenti”.

Eppure mercoledì, durante le congregazioni generali dedicate al dibattito sulla bozza, circa una dozzina di Padri sinodali ha espresso una profonda preoccupazione per l’inclusione del tema della sinodalità, temendo che lo stile di governo di una Chiesa più “orizzontale” da essa implicato racchiuda in sé il rischio di porre i sinodi e il loro insegnamento al di sopra dell’autorità del papa. Questi Padri fanno anche notare che essa implicherebbe un cambiamento così radicale nel governo della Chiesa da meritare un’attenzione molto più grande e probabilmente anche che le si dedichi un sinodo specifico.

La preoccupazione principale è quella che questo concetto possa essere utilizzato da vari gruppi e individui, influenzati da mode passeggere e dallo spirito del mondo, per minare l’insegnamento e l’unità della Chiesa. Si tratta di una preoccupazione di particolare attualità dal momento che Papa Francesco ha dimostrato di essere disposto ad applicare l’autorità del magistero papale sui documenti finali del sinodo se vuole (alcuni teologi ritengono che se lo facesse abuserebbe del suo potere). I Padri si chiedono anche quale sia l’urgenza di promuovere la sinodalità proprio nell’epoca in cui la Comunione Anglicana è stata dopo tanto tempo fatta a pezzi esattamente da un modello ecclesiastico sinodale che ha posseduto a lungo.

Il 25 ottobre, parlando con The Register dietro anonimato, varie fonti interne ed esterne al Sinodo dei Giovani hanno affermato di temere che l’inclusione della sinodalità nel documento finale sia semplicemente un anticipo del Sinodo Pan-Amazzonico del prossimo anno, che ritengono possa essere utilizzato per introdurre il matrimonio del clero nel rito latino (la scarsità di vocazioni sacerdotali nella regione amazzonica potrebbe essere utilizzata come pretesto nel contesto del sinodo propugnando una maggiore quantità di vocazioni).

Tali fonti credono anche che la sinodalità sia utilizzata per introdurre di nascosto un ammorbidimento dell’insegnamento della Chiesa sulle unioni irregolari, in particolare sulle relazioni omosessuali.
Per esempio, il terzo capitolo della bozza del documento – quello sulla sinodalità – parla della necessità, propugnata dai giovani, di portare avanti in stile sinodale uno studio antropologico più profondo della sessualità.

“Pensavamo che il tema LGBT fosse il più importante”, ha affermato una fonte del sinodo, “ma in realtà quello centrale è questo, perché se non riescono a far passare le tematiche LGBT possono girarci intorno e introdurle a livello locale con la scusa della sinodalità”.

Pertanto i Padri sinodali hanno definito quest’ultima una mossa “pericolosa” e “imprudente”, specialmente se non viene adeguatamente spiegata o compresa.

Secondo numerose fonti il Cardinal Vincent Nichols di Westminster, Inghilterra, è stato uno di quelli che si sono opposti con più forza, affermando di aver visto altre comunità ecclesiastiche – come per esempio la Comunione Anglicana – utilizzare la sinodalità, che “non funziona”. Sono quindi stati inoltrati dei modi per cambiare la bozza.

Anche il Cardinal Oswald Gracias, un membro del comitato di stesura della bozza del documento finale, ha espresso la sua reticenza nei confronti dell’inclusione della sinodalità nel documento.

Altre fonti affermano che il Cardinal Christoph Schönborn di Vienna abbia cercato di minimizzare le preoccupazioni, affermando che la sinodalità a cui allude il sinodo è semplicemente la realizzazione della visione di Papa Paolo VI e non ha dunque a che vedere col governo, anche se il 26 ottobre lo stesso Schönborn ha dichiarato alla stampa che la sinodalità “ha a che vedere col funzionamento della Chiesa”.

Una forza al servizio del bene?

Vi è chi ritiene che la sinodalità – qualora sia applicata correttamente – possa essere veramente una forza al servizio del bene. Il modello sinodale è stato concepito per “aumentare la comunione tra i vescovi e il papa”, ha affermato il Padre Domenicano Thomas Petri, vicepresidente e decano accademico della Casa di Studi Domenicani di Washington, D.C. – cosa che, egli ha aggiunto, è stata “articolata” da Francesco nella sua costituzione apostolica del 2018 sui sinodi, Episcopalis Communio.

Padre Robert Gahl, membro dell’Opus Dei, professore associato di filosofia morale presso l’Università Pontificia della Santa Croce di Roma, ha sottolineato in modo analogo la forza del modello sinodale, affermando che esso è in sintonia col Vaticano II e con l’enfasi che Papa San Giovanni Paolo II ha posto sulla partecipazione dei laici. Il contributo dei giovani a questo sinodo, ha aggiunto, “può offrire una voce creativa per catalizzare efficaci sforzi pastorali di formazione, discernimento e santificazione”.

Ma riconoscono anche i pericoli.

Padre Petri ha richiamato l’attenzione sui precedenti dei Sinodi della Famiglia del 2014 e del 2015 e sulle susseguenti “ambiguità” che si teme possano aprire le porte a pratiche pastorali che “divergano” da quelle universali, le quali sono “fondate su insegnamenti rivelati”.

Il sacerdote domenicano ha affermato che i sinodi dipendono dal “chiaro ed efficiente” esercizio del ruolo del papa nel creare concordia, unire i vescovi, confermare l’insegnamento e correggere le conclusioni ove necessario. Se si permette alle ambiguità di rimanere presenti, si può dare l’impressione di difendere un “sinodismo” o un “conciliarismo” che ponga tali congregazioni e i loro insegnamenti al di sopra dell’autorità del papa.

Padre Gahl ha messo in guardia sul fatto che “ogni tentativo di democratizzare la Chiesa sarebbe pericoloso”, poiché la Chiesa “trasmette il messaggio divino” e “non è meramente un luogo di consenso costruito mediante processi democratici”. I Padri sinodali hanno “l’obbligo di agire in comunione con l’intero popolo di Dio”, egli ha affermato, “il quale comprende i santi che si trovano in cielo”.

Ma la sinodalità cattolica non dovrà avere per forza gli stessi effetti negativi del modello anglicano.

“In linea di principio il carisma petrino dovrebbe impedire il sinodismo o un’anglicanizzazione della Chiesa”, ha affermato Padre Petri, pur aggiungendo: “Ma la prova non è mai stata fatta”.

Altri affermano che all’autorità petrina spetta il mantenere la rotta della barca di Pietro piuttosto che mantenere un atteggiamento che inviti a tenere “giù le mani” come quello per cui lo stile di governo di Papa Francesco è stato criticato, per esempio nella recente controversia sull’intercomunione ai coniugi protestanti.

Nell’anglicanesimo, i sinodi sono riusciti a liberalizzare istituzioni un tempo ortodosse, il che potrebbe spiegare perché quanti premono per posizioni eterodosse siano forti propugnatori della sinodalità, ma Padre Petri non “è sicuro” che “l’intenzione principale” di Francesco “sia quella di liberalizzare l’insegnamento e la pratica cattolici, nonostante ciò che coloro che lo circondano o che pretendono di parlare a nome suo vogliano farci credere”.

Ma c’è chi non è d’accordo e crede invece che il papa voglia utilizzare la sinodalità esattamente per liberalizzare l’insegnamento della Chiesa e per “protestantizzarla”, citando come esempio l’ammorbidimento dell’insegnamento della Chiesa sulla Santa Comunione ad alcuni divorziati “risposati” in seguito al Sinodo sulla Famiglia. Quanti nutrono quest’opinione sono insospettiti dal tempismo con cui questo tema è stato inserito all’interno del sinodo – quando restava ormai poco tempo per dibatterlo – e dal fatto che il recente studio della Commissione Teologica Internazionale sul soggetto, pubblicato con scarsa pubblicità, mostrerebbe che la vera intenzione è sempre stata proprio questa.

Tutto ciò ha portato alla sensazione che il sinodo sia stato dirottato verso una posizione che mina la dottrina e la morale cattoliche, com’è già successo a sinodi anteriori. Il Sinodo di Pistoia del 1786, per esempio, è stato universalmente condannato come eretico nel 1794 da Papa Pio VI, il quale affermò che esso introduceva “perniciose novità dietro la maschera di una presunta riforma” e che era stato convocato da vescovi che erano “innovatori e maestri nell’arte dell’inganno”. La visione della sinodalità di Francesco, affermano i critici, è più simile al modello protestante e più propensa a fomentare la disunione, con voci diverse che non predicheranno più in modo univoco il Vangelo che Cristo ha dato ai Suoi apostoli e ha fatto tramandare nei secoli.

Ma secondo Padre Gahl Papa Francesco “promuove la sinodalità non per diluire la dottrina bensì per promuovere la partecipazione”. Egli crede che l’intenzione del papa sia quella di “aprire nuove porte allo Spirito Santo, allo Spirito Santificante, in modo che possa parlare in modo efficace per mezzo di ogni cristiano”.
[Traduzione a cura di Chiesa e post-concilio]

29 commenti:

irina ha detto...

"...Il documento afferma che il sinodo di questo mese ha risvegliato la sinodalità,..."

"...Ma c’è chi non è d’accordo e crede invece che il papa voglia utilizzare la sinodalità esattamente per liberalizzare l’insegnamento della Chiesa e per “protestantizzarla”, citando come esempio l’ammorbidimento dell’insegnamento della Chiesa sulla Santa Comunione ad alcuni divorziati “risposati” in seguito al Sinodo sulla Famiglia."

" Quanti nutrono quest’opinione sono insospettiti dal tempismo con cui questo tema è stato inserito all’interno del sinodo – quando restava ormai poco tempo per dibatterlo – e dal fatto che il recente studio della Commissione Teologica Internazionale sul soggetto, pubblicato con scarsa pubblicità, mostrerebbe che la vera intenzione è sempre stata proprio questa."

"Tutto ciò ha portato alla sensazione che il sinodo sia stato dirottato verso una posizione che mina la dottrina e la morale cattoliche, com’è già successo a sinodi anteriori..."

N.B. Questo pontificato è l'attuazione del programma steso dai congiurati nelle loro riunioni, durante gli anni, a San Gallo.

Anonimo ha detto...

Che buffo... da un certo punto di vista mentre con Bergoglio il Cattolicesimo mette l'accento sulla decentralizzazione e la sinodalità, Bartolomeo I sta facendo esattamente l'opposto costruendo un primato del suo trono patriarcale sempre più simile al primato papale!

Anonimo ha detto...

Tutt'intorno a noi c'e' la frana delle anime , cadaveri spirituali in decomposizione e noi ci preoccupiamo delle cimici .
La mortalita' per le cause piu' diverse e' altissima : Vestiamoci a lutto !

http://lanuovabq.it/it/vescovi-di-tutto-il-mondo-mobilitati-per-il-clima
Riscaldamento globale, il Vaticano sfida la Polonia

Catholicus ha detto...

@ anonimo 10:44 : il riscaldamento globale deve aver investito anche le menti ed i cervelli dei padri sinodali e della gerarchia modernista tutta (a partire dalla prima sede), perché altrimenti non si spiega come mai sragionino, o meglio ragionino a rovescio, su qualsiasi argomento si mettano a discettare. Perché invece di fare gli allarmisti su tematiche già sconfessate dalla recente ricerca scientifica, non si prova a riflettere sul fatto che i cataclismi climatici (inclusi terremoti) che sempre più spesso devastano l'orbe terracqueo (Italia inclusa) possano essere un castigo divino per la deriva anticattolica, apostatica, intrapresa dalla Chiesa Cattolica da almeno 60 anni? (cioè da quando i modernisti si sono impossessati del timone della barca di Pietro). Ci ha provato Padre Cavalcoli, dopo la caduta della chiesa di San Benedetto, a Norcia, e per poco lo linciavano, almeno mediaticamente. Ci ha provato più volte anche il prof. De Mattei, ed ha ricevuto lo stesso trattamento, segno evidente che entrambi erano dalla parte giusta. Ci rifletta un poco anche lei, suvvia. Pace e bene.

Anonimo ha detto...

Si, lutto dei corpi e soprattutto delle anime.

Anonimo ha detto...

Tim Cookie ha dichiarato che "la più grande grazia(!)" da lui ricevuta é stata essere gay. Ora capisco come si diventa CEO di una multinazionale...con lo stesso "strumento" con cui si diventa attualmente Cardinale!

viandante ha detto...

Scusatemi, questi qui discettano di sinodalità, di integrazione, accoglienza ecc.
Ma chi porta la Buona Novella al mondo e si preoccupa di metterla in pratica?
Si discute tanto di quelli che dovrebbero essere i mezzi e si perde di vista quella che è la sostanza, l'essenza dell'essere cristiani.
Peccato che ai tempi non ci fosse il registratore perché quasi sicuramente una qualche parabola sui servi fannulloni deve essere andata persa...

Anonimo ha detto...

La sinodalità di Bergoglio è il principio secondo il quale sembra che i molti abbiano insieme costruito un documento che in realtà era già stato deciso e steso dai pochi prima ancora che iniziassero i lavori. Come ho più volte affermato, i principi di collegialità e sinodalità (che non sono estranei nemmeno alla visione più primatista della Chiesa, quella affermatasi in certuni dopo il 1870, anche se ovviamente hanno un peso e un significato diverso) sono i primi a essere disattesi, come mai nella storia, durante i pontificati modernisti (persino il "papista" Pio IX ricorse "al consenso della Chiesa" per proclamare, pur senza Concilio, il dogma dell'Immacolata Concezione...)

Anonimo ha detto...

Vi dirò francamente: oltre naturalmente al vilipendio alla Fede Cattolica che pratica ogni secondo della sua vita, di Bergoglio mi nauseano grossolanità e volgarità.

mic ha detto...

https://www.aldomariavalli.it/2018/10/30/il-sinodo-la-comunicazione-e-quella-voglia-di-controllo/

Inquietante ha detto...

Ma il personaggio simbolo del catastrofismo vaticano è senz'altro l'arcivescovo argentino Marcelo Sanchez Sorondo, cancelliere delle Pontificie Accademie delle Scienze e delle Scienze sociali. Con i suoi convegni, Sorondo ha spalancato le porte in Vaticano a scienziati ed esperti noti soprattutto per il loro sostegno a politiche di controllo delle nascite; ma soprattutto ha dato le chiavi della politica economica ed ambientale vaticana a Jeffrey Sachs, ex capo economista all'Onu e oggi direttore dell'Earth Institute e di programmi per lo sviluppo sostenibile.
Grazie a queste «amicizie» importanti, Sorondo ha potuto recentemente trovare spazio su una rivista autorevole come è Foreign Affairs, dalle cui pagine si è lanciato in una serie di vaticini che deprimerebbero una colonia di comici. A questo ritmo di emissioni di CO2 sostiene Sorondo entro il 2100 la temperatura aumenterà di 4 gradi. Quanto alla salute, le sempre più intense ondate di calore macineranno morti e un mercato alimentare impazzito penserà a decimare i sopravvissuti. Ovviamente la colpa è dei paesi ricchi, secondo uno schema marxista ben collaudato. Uno scenario terribile, ma si avvicina la Cop24, a dicembre in Polonia, e c'è bisogno di alzare i toni nella prospettiva di un governo mondiale giustificato dall'emergenza. Ma è per questo che esiste la Chiesa?
http://m.ilgiornale.it/news/2018/10/28/clima-la-fabbrica-della-paura-si-e-trasferita-in-vaticano/1593656/

nimis ha detto...

"Inferno e Paradiso assenti. E così anche diavolo, Credo, giudizio e condanna eterna o martirio. Ma anche droga e aborto sono relegati in passaggi generici e riduttivi. E così per il Santo Rosario e la Messa, della quale viene tralasciato l'aspetto sacrificale, mentre si parla di santità, ma non viene mai preso a modello nessuno dei tantissimi santi giovani. Quante parole del lessico cristiano cancellate dalla neo lingua del Sinodo. Però abbondano discernimento e accompagnamento.
(…) Questo impoverimento del lessico cristiano sembra il tratto finale di una crisi che attanaglia la Chiesa ormai da tempo, ma forse è più corretta l’espressione utilizzata da Romano Amerio nel suo Iota Unum: più che di crisi, si tratta di una variazione, cioè di un cambiamento che sembra radicale e che la neo lingua si sta incaricando di fissare e veicolare."

http://lanuovabq.it/it/non-ce-piu-la-vita-eterna-ecco-la-neolingua-del-sinodo

Giovanni Evangelista ha detto...

Ma la relazione degli ottomila giovani che hanno richiesto un Messa più sacrale, un annuncio più verticale, un forte sprone alla Santità si può sapere che fine ha fatto?

La Chiesa dell'ascolto ascolta solo ciò che le fa comodo ascoltare, diciamocela tutta.

Oltretutto la Sinodalità tanto proclamata, ma come si può ben vedere, non attuata,
cosa cappero c'entra con un Sinodo intitolato:
"i giovani, la fede, il discernimento vocazionale"?

Anonimo ha detto...

Intanto si lanciano in gai balletti:

https://gloria.tv/article/uL4CDfJ9mzY81AvCCwXD3fsMu

Anonimo ha detto...

Pompei, la Porta Santa spalancata dal vento: la mano dell'uomo non riusciva ad aprirla da anni

Lunedì 29 Ottobre

«Mistero della fede»: la porta santa della basilica spalancata dal vento. La mano dell'uomo non riusciva ad aprirla da anni. Eppure in tanti hanno provato, in passato, a spingere imprimendo potenza e a forzare la serratura. Niente. La porta santa non ne ha mai voluto sapere di aprirsi. Fino ad ora. Lo stupore di vederla aperta, pochi minuti fa, anzi spalancata dal vento è stato tanto. I fedeli gridano, nuovamente, al miracolo. Dopo i tre episodi inspiegabili del Rosario dondolante tra le mani della statua della Vergine, che sovrasta la facciata del Santuario di Pompei icona mondiale della pace, un nuovo evento misterioso si manifesta agli occhi dei fedeli. Nessuno è riuscito a dare una spiegazione razionale. E laddove la razionalità non trova risposte subentra la fede e l’interpretazione del misterioso evento assume i connotati di un «prodigio».

Fonte: Il Mattino

Anonimo ha detto...

Giovani, crisi e vocazioni 2.0:
http://www.ilgiornale.it/news/roma/prostituti-villa-pamphili-i-fermati-anche-seminarista-1590122.html

Anonimo ha detto...

E che dire della "surreale processione" di superyacht di lusso che ieri in silenzio si sono schiantati (senza vittime, per fortuna) sul pontile del molo di Rapallo? Una cosa inaudita...forse sta arrivando il giorno del giudizio per tutti...poveri e ricchi, giusti e ingiusti.Quanti simboli...presagi evidenti per chi sa vedere.

Anonimo ha detto...

Domani la sentenza in Pakistan per Asia Bibi la donna cattolica arrestata nel 2009 per blasfemia e in realtà rea soltanto di avere difeso e proclamato la propria unica fede in Gesù cristo. Preghiamo e facciamo pregare..

Anonimo ha detto...

Se c'é cosa più grottesca e ridicola del "clericalismo" paludato e imbellettato, il "giovanilismo clericale": deprimente parodia di un club di vecchi disorientati, simpatici e accattivanti come un play-boy di 80 anni in una discoteca della Riviera...
Questa gente non convertirà a Cristo nessuno, né giovani né vecchi, perché non conoscono né Cristo né l'uomo (i suoi veri bisogni, la sua ragion d'essere, il suo anelito profondo).
Incartati nei loro "documenti pastorali" stantii e banali, nel perenne sforzo di rincorrere la "penultima moda" di una modernità in agonia, questi individui non sanno più generare Bellezza (guardate le loro "chiese"), Forza e Saggezza.
Come giustamente afferma un mio caro amico (Alex), ha convertito più gente TOLKIEN con le sue opere che tutta la sfilata dei Cardinali negli ultimi 100 anni.
Ma forse é meglio così: che l'autunno si porti via anche queste foglie morte e di questo tempio "non rimanga pietra su pietra". Rimarrà solo ciò che é saldamente radicato nel Centro (e solo chi ha trovato il Centro può camminare impunemente anche nelle "periferie").

Anonimo ha detto...

«La comunione dei fedeli con la gerarchia sussiste finché questa aderisce alla verità cattolica, la verità di Cristo, che essa è chiamata a servire. La comunione si interrompe quando chiunque, nella Chiesa, abbandona la verità e abbraccia l’errore. Fatima si sta compiendo nelle sofferenze del Corpo mistico di Cristo, la Chiesa cattolica, che (è sotto gli occhi di tutti) patisce l’apostasia, il distacco da quello che sempre, dovunque e da tutti è stato creduto e professato, in una parola: il dogma».
Monsignor Nicola Bux

Anonimo ha detto...

Alcuni giornalisti presenti al Sinodo dei giovani riportano lamentele da parte di padri sinodali che hanno votato il testo finale del Sinodo paragrafo per paragrafo.
I padri sinodali lamentano il breve tempo trascorso tra la consegna della bozza del testo finale ed il testo finale stesso. In questo breve tempo non è possibile verificare con adeguatezza la piena corrispondenza tra i due testi, oltre che la sostanza del testo finale stesso.
Come riportato da Edward Pentin, del National Catholic Register, alcuni padri fanno presente che vi sarebbero sostanziali differenze su alcuni argomenti tra il testo finale e la bozza che qualche giorno fa era stata consegnata. Sembra che siano stati “espansi” alcuni degli argomenti più controversi.
Ultima, ma sostanziale difficoltà, è la lingua. Infatti, come possono 270 padri sinodali provenienti da tutte le parti del mondo leggere un documento consegnato poco tempo prima in una lingua, l’italiano, che molti dei padri neanche conoscono?

Anonimo ha detto...

http://lanuovabq.it/it/cosi-gesu-mi-ha-rivelato-lerrore-della-vita-omosessuale

Smentendo il sinodo...

Anonimo ha detto...

....la proposta d'amore di Gesù (e quindi della Chiesa) non è solo un comportamento da mutare, un comando particolare, un dialogo, un compromesso, ma una vita radicalmente nuova. Dio vuole l'uomo felice, perciò gli chiede di vivere insieme a Lui un'esistenza nella sua volontà, il che esclude ogni forma di peccato vissuto come norma.

È questo che la Chiesa dovrebbe proporre, Gesù Cristo e la comunione di vita con Lui, non dei pezzi, non un po' di fede e un po' di mondo, non un dibattito. E dovrebbe farlo senza preoccuparsi della risposta, perché l'alternativa è lasciare che l’uomo viva schiavo dei propri beni o vizi finiti. Come fu per il giovane ricco, che se ne andò triste avendo deciso di non seguire Cristo perché era troppo attaccato a ciò che possedeva. Certo, il Signore deve aver sofferto per quel rifiuto, ma non per questo prese in giro il giovane mentendogli sul fatto che sarebbe potuto essere felice anche continuando a gestire la sua vita come voleva.

Perciò, pensando alle parole del sinodo sul dialogo e sull’ascolto di chi ha visioni differenti, necessari a cammini pastorali destinati a coloro che non cercano la Chiesa per assimilarsi a Cristo ma per presentarle le proprie idee e pretese, non viene in mente nulla di cristiano. Né tanto meno può esserlo la divisione fra dottrina, verità, magistero e pastorale, dove teoricamente la prima non cambia ma nella prassi viene dimenticata.

Non a caso Grech ricorda l’incontro con Gesù così: «Dopo aver trovato la mia fede in Cristo, ho apprezzato l’ordine che Dio ha creato», come «ha creato il matrimonio tra uomo e donna» per cui «tutto ciò che esce dal contesto del matrimonio non è la volontà di Dio, e quindi rientra nella categoria del peccato… L'amore sessuale è riservato solo all'uomo e alla donna sposati in Cristo. Questo messaggio non è indirizzato a coloro che non vogliono Dio nella loro vita. Questo messaggio è indirizzato a coloro che desiderano camminare nella giustizia di Dio».
Perché, che piaccia o no, Dio non mente ai suoi figli abbandonandoli alla menzogna piuttosto di tenerseli vicini, ma si propone e ripropone continuamente senza mezzi termini. E poi li lascia liberi.

Catholicus ha detto...

@ Mons. Nicola Bux : grazie di cuore, monsignore, che consolazione leggere parole cattoliche provenienti da consacrati, non ci se alo aspetterebbe più, data la marea montante dell'apostasia che, come profetizzato a Fatima, è iniziata dal vertice, vertice che poi ha cooptato nella gerarchie perfetti suoi cloni, tutti ammanigliati al Nemico di Cristo e nostro. Un folle integralismo il loro, della peggior specie, perché è fanatismo satanico, luciferino, condito d'intolleranza e prevaricazione, frutto di un orgoglio e di una superbia smisurati (il ritratto di Lucifero !). Per questo, grazie di tutto cuore, carissimo monsignore

Marisa ha detto...

Il don-Albanesi-pensiero:

https://www.google.ch/url?sa=t&source=web&rct=j&url=http://www.settimananews.it/sinodo/un-sinodo-inutile/&ved=2ahUKEwir38y2ibHeAhUQ_KQKHfx0BQwQFjAAegQIBhAB&usg=AOvVaw2EC2X7327oR-M-_--4BRNl

Anonimo ha detto...

Mons.Nicola Bux e' Pastore di anime stupendo , silenzioso , sobrio , instancabile , non fa rumore ma trovi dappertutto . Come la colomba della pace dove lo invitano va a testimoniare la Verita' della Chiesa Cattolica : vai al Summorum ? E lo vedi arrivare con la sua bella talare da Sacerdote . Vai all'Augustinianum ? E lì c'e' . Vai ad Ancona ? E lì c'e' . Sempre pronto a spiegare e spiegare e ri-spiegare . Grazie Dio mio per averci donato questo Sacerdote .

Anonimo ha detto...

30 ottobre 1949. Grazie, diletti figli, dilette figlie, per quello che il vostro presente Ci dice e il vostro avvenire Ci fa sperare. Oggi, nella esuberanza della vostra giovinezza, volonterosamente intenti alla vostra seria formazione cristiana, nella pietà, nella purezza, nello studio, nel lavoro; domani uomini onesti e operosi, donne esemplari, membri della Città terrena per servirla con religiosa fedeltà, con integri costumi, con nobiltà di propositi; e in pari tempo figli devoti della Chiesa, per maturare le vostre anime alla Città stabile, eterna, quella dalla vita beata e indefettibile nel glorioso Regno di Dio.

Dal DISCORSO DI SUA SANTITÀ PIO XII
AI GIOVANI DEL PONTIFICIO ORATORIO DI SAN PIETRO

Aloisius ha detto...

In effetti le poche parole di mons Bux sopra riportate sono chiare, coraggiose e soprattutto rare.
Dunque, per ubbidire a Cristo, possiamo e dobbiamo disubbidire ai suoi apostoli, per il semplice fatto che, pur rimanendo tali nella forma e nella carica, in realtà non lo sono più.
Le loro opere lo dimostrano, senza tanta teologia o erudizione.

Abbiamo avuto il destino di assistere alla rivoluzione eretica nella Chiesa cattolica.
Con il CVII, i modernisti massoni hanno piantato i semi della zizzania, formando una generazione di sacerdoti e fedeli semi-eretici.
Il CVII e' diventato il nuovo Vangelo, o meglio il nuovo e unico modo per vivere il Vangelo nei tempi attuali.
La dottrina precedente, secondo loro, non è più adatta e va gradualmente smantellata.
Quella generazione eretica a meta', a sua volta, ha guastato altri, creando il terreno per i passaggi successivi nel portare a compimento il programma dell'eresia modernista.
Le alte gerarchie hanno preso il potere con gli intrighi, hanno costretto un papa, non abbastanza modernista, a dimettersi.
Hanno eletto un papa integralmente modernista e ora, con un'ipocrisia e ambiguità da superare di gran lunga gli scribi e i farisei che condannarono Gesù, presentandosi come i veri cristiani, stanno smontando, pezzo per pezzo, mese dopo mese e anno dopo anno, la Chiesa Santa, Cattolica, Apostolica e Romana.
Sappiamo che non potranno riuscirci, come non riuscirono a uccidere il Signore, ma intanto possono farla soffrire molto.
Sta a noi piccoli, in comunione con quei pochi sacerdoti e alti prelati che sono rimasti cattolici, con l'arma di una preghiera più intensa che mai e della testimonianza con le nostre opere, difendere e salvare quello che abbiamo ereditato dai Padri della Chiesa, dalla santa Tradizione e dal sangue dei martiri
Con spirito battagliero, perche' i nemici sono e si faranno sempre più tracotanti, superbi e oppressivi.


Anonimo ha detto...


Quando si riferisce agli abusi sessuali nella Chiesa, Papa Francesco parla come il fronte laicista e omosessualista, dando tutta la colpa al "clericalismo".

Nel linguaggio politicamente corretto adottato sempre dal fronte mediatico mainstream si parla sempre di pedofilia e mai di omosessualità. E'rigorosamente proibito. Le varie commissioni di "esperti" laici che in vari paesi, dall'Irlanda alla Germania, e, credo, agli Stati Uniti, dopo aver passato al setaccio l'operato della Chiesa cattolica locale, mettendone in luce le lacune, i silenzi, le coperture avutesi in passato, invariabilmente concludono affermando che la colpa di tutto è del clericalismo, il quale ha impedito finora alla Chiesa di riconoscere le esigenze della società moderna, imponendo ai preti una innaturale disciplina. Occorre quindi, dicono sempre questi domcumenti, che la Chiesa cambi la sua dottrina e 1. abolisca il celibato; 2. apra alla omosessualità, che non si deve più condannare; 3. introduca le donne nella gestione della Chiesa e magari anche al sacerdozio.
Ora, Bergoglio non nomina questi tre punti. Tuttavia, con l'ambiguità che gli è propria accenna e lascia aperta la porta a possibili cambiamenti, nel senso dei tre punti menzionati. Se non vi accenna lui, lascia che siano i suoi scagnozzi e tenere aperto il discorso su questi temi, per esempio quello delle diaconesse. L'omosessualità l'ha "sdoganata" con la famosa dichiarazione sul - chi sono io per gidicare. Agisce anche con i suoi silenzi che aprono vuoti dottrinali immensi, lasciando via libera ad una prassi sempre più eterogenea.
Il tentativo di aprire il discorso sui giovani omo e lesbiche al recente Sinodo dei Vescovi, non è riuscito ma solo in parte: nel testo ci sono le tipiche frasi ambigue (accompagnare, mettersi in cammino, mettersi in ascolto, discernere), quelle stile Vaticano II, fatte per "poter trarre certe conseguenze al momento opportuno", come disse una volta il cardinale Suenens, uno dei distruttori del cattolicesimo nel Benelux.
La latitanza omertosa del Papa, che non fa nulla per sradicare la mala pianta dell'omosessualità nella Chiesa, sta diventando sempre più grave per la Chiesa. E'partita l'indagine federale americana con una lettera rivolta alle Conferenze Episcopali di diversi Stati. Il Procuratore Generale ha intimato ai vescovi di non occultare, distruggere, etc. tutta la documentazione in loro possesso.
Fu Costantino imperatore a creare la "episcopalis audientia" ossia a concedere ai vescovi propri tribunali. La Chiesa, in conseguenza del malgoverno dei suoi Papi, abituati al non-fare sin dai tempi di Roncalli e Montini, sta per perdere la sua autonomia, deve tornare a sottoporsi al potere civile, come ai tempi delle persecuzioni, e per motivi abbietti. Questo grave declino si potrebbe ancora fermare, credo, se i cardinali dei Dubia facessero finalmente la correctio dottrinale del Papa. Non si capisce che cosa li freni. E se, su quella base, appoggiassero l'azione di mons. Viganò, invitando a gran voce il Papa a cambiar rotta o a dimettersi.
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