Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

venerdì 8 novembre 2019

Venerdì 8 novembre. La Preghiera di Riparazione

Ricordiamo che oggi, venerdì, è il giorno dedicato alla Preghiera di Riparazione secondo le modalità [qui], complete delle Litanie del Sacro Cuore, che trovate qui.
Rimaniamo fedeli al nostro impegno nella preghiera di riparazione e continuiamo a pregare perché sia sventata l'introduzione della cosiddetta Messa ecumenica ora perfino amazzonica, che vanifica il Santo Sacrificio. Per non parlare dei cambiamenti di paradigma che usano il funambolismo linguistico per condurre verso rivoluzionari orizzonti inesplorati fuori dalla Via maestra. Si profilano all'orizzonte anche gli esiti inquietanti del Sinodo dell'Amazzonia appena concluso [qui]
Preghiamo per come viene contristato il Signore nella Sua Chiesa, nel nostro Paese e nell'Occidente già cristiano e nel degrado ingravescente che lo attanaglia specialmente in questo tempo, in cui vediamo prevalere le forze che promuovono un “nuovo umanesimo” senza Cristo, che dovrebbe rimpiazzare il “vecchio”, fondato sulle nostre radici cristiane.
Invochiamo Cristo Signore che ci ha ammonito che “senza di Lui non possiamo far nulla” (Gv 15, 5) e chiediamo l'intercessione della Vergine, Madre Sua e nostra, perché voglia stornare tutti i pericoli, i mali e le insidie in tutti gli ambiti del vivere civile e religioso dove Lui possa tornare a regnare. Preghiamo anche perché il Signore voglia presto darci Santi Pastori che possano guidare i fedeli in questa epoca di smarrimento, di confusione e di empietà e sostenga coloro che si espongono con parresìa.

Offerta della giornata al Sacro Cuore di Gesù
Cuore Divino di Gesù, io ti offro per mezzo del Cuore Immacolato di Maria, in unione al Sacrificio Eucaristico, le preghiere, le azioni, le gioie e le sofferenze di questo giorno in riparazione dei peccati e per la salvezza di tutti gli uomini, nella grazia dello Spirito Santo, a gloria del Divin Padre. Amen.
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Riflessione settimanale
Dalle «Lettere» di
Sant'Agostino, vescovo

(Lettera 98, 9)
 « Oggi la salvezza è entrata in questa casa »
All'avvicinarsi della Pasqua diciamo: “Domani o dopodomani è la Passione del Signore” sebbene egli abbia patito tanti anni fa e la Passione sia avvenuta senz'altro una volta sola (Eb 9,26). 
Naturalmente la domenica successiva diciamo: “Oggi il Signore è risorto” pur essendo passati tanti anni da quando risorse. 
Ora, perché mai non v'è alcuno così sciocco da accusarci di mentire parlando in questo modo, se non perché denominiamo tali giorni per analogia coi giorni in cui si compirono quei misteri? In tal modo si chiama Pasqua un giorno che non è quello preciso ma uno simile a quello per l'anniversario che ritorna con il trascorrere del tempo, e si dice che avviene in esso, a causa della celebrazione del mistero liturgico, quel che avvenne non già quel giorno preciso dell'anno ma molto tempo prima. 
Cristo non si è forse immolato da se stesso una sola volta? Eppure nel mistero liturgico si immola per i fedeli non solo ogni ricorrenza pasquale, ma ogni giorno. 
E non mentisce di certo chi, interrogato se Cristo veramente si immola, risponde di sì. Poiché se i sacramenti non avessero alcun rapporto di somiglianza con le realtà sacre di cui sono segni, non sarebbero affatto sacramenti. 
Da tale rapporto di somiglianza prendono per lo più anche il nome delle stesse realtà sacre. Così il sacramento del Corpo di Cristo è in certo qual modo il Corpo di Cristo, il sacramento del Sangue di Cristo è lo stesso Sangue di Cristo e il sacramento della fede è la fede stessa.

1 commento:

Anonimo ha detto...

"... Eppure nel mistero liturgico si immola per i fedeli non solo ogni ricorrenza pasquale, ma ogni giorno..."

E' difficile credere a questo mistero e molti non credono. Diventa facile se pensiamo ad una madre e/o un padre che cura ogni giorno e veglia ogni notte il figlio malato, madre e/o padre che si immolano davanti a quel letto, davanti a quella croce. Per loro usiamo il termine sacrificio, che è immolazione di se stessi. Ugualmente il Signore, nel mistero liturgico si immola per quei figli malati in ginocchio davanti a Lui e per molti che sta aspettando, come buon padre, buon fratello, sposo, figlio, amico e si sacrifica per ognuno con amore, con dedizione, con il sacrificio totale di se stesso per la loro completa guarigione dello spirito, dell'anima, del corpo.