Ed Condon, su Catholic News Agency (nostra traduzione), pubblica un articolo, riportato di seguito, sul “percorso sinodale vincolante” dei vescovi tedeschi. Sembra un altro tentativo, tipico dei normalizzatori ad oltranza, di differenziare le intenzioni di Bergoglio da quelle dell'episcopato tedesco, solo perché esiste la famosa Lettera da lui indirizzata ai vescovi tedeschi(1) [qui], ma siamo arrivati fino al pesante nodo odierno. Ne denunciavamo l'inizio [qui]. Ricordo il precedente analogo sull'intercomunione [qui]. con questo seguito [qui]. Vedi anche il nutrito elenco dei precedenti sul recente Sinodo amazzonico, notoriamente ricco delle influenze tedesche [qui].
Ricordo brevemente che nell’ecclesiologia cattolica non si tratta di un equilibrio di potere tra centro e periferia, Cristo ha dato a Pietro e ai Romani Pontefici suoi successori un Primato non semplicemente di onore, ma di giurisdizione. Il focus del problema sta, oltre che nell'attribuire poteri giuridici ad organismi che hanno funzione consultiva, nel poggiare la loro autorità su un principio immediato che sarebbe comune alla loro potestà e a quella papale, mentre è solo conformandosi al Pontefice che i vescovi si conformano tra loro. Ora si vuol fare della Chiesa un corpo policentrico a vari livelli nazionali o provincie locali. Conseguenza immediata è un allentamento del vincolo di unità che si manifesta con ingenti dissensi su punti gravissimi. Ed è un grave attentato alla universalità de La Catholica. Questo discende dal fatto che l'equilibrio di potere tra centro e periferia, un tempo gerarchico, dopo il concilio è diventato collegiale [vedi] ed è individuato nella responsabilità comune del Papa – assistito dalla Chiesa Romana sotto forma di Collegio dei Cardinali e della Curia Romana – nonché dai vescovi per la Chiesa Universale, che consiste in e di chiese specifiche sotto la guida di un vescovo (Lumen Gentium 23).
Tuttavia lo stesso Card, Müller afferma: "delegare alcune decisioni dottrinali o disciplinari sul matrimonio o la famiglia alle conferenze episcopali è assolutamente anticattolico", visto che le conferenze episcopali locali – pur avendo autorità su determinate questioni – "non costituiscono un magistero affiancato a un Magistero, senza il Papa e la comunione con tutti i vescovi". "la Chiesa non è un insieme di chiese nazionali, i cui presidenti votano] per eleggere il loro leader a livello universale" [qui]. Anche il card. Burke riconosce come non valido il cammino sinodale tedesco [qui] e ieri abbiamo registrato la posizione del Vescovo Schneider [qui].
Ricordo brevemente che nell’ecclesiologia cattolica non si tratta di un equilibrio di potere tra centro e periferia, Cristo ha dato a Pietro e ai Romani Pontefici suoi successori un Primato non semplicemente di onore, ma di giurisdizione. Il focus del problema sta, oltre che nell'attribuire poteri giuridici ad organismi che hanno funzione consultiva, nel poggiare la loro autorità su un principio immediato che sarebbe comune alla loro potestà e a quella papale, mentre è solo conformandosi al Pontefice che i vescovi si conformano tra loro. Ora si vuol fare della Chiesa un corpo policentrico a vari livelli nazionali o provincie locali. Conseguenza immediata è un allentamento del vincolo di unità che si manifesta con ingenti dissensi su punti gravissimi. Ed è un grave attentato alla universalità de La Catholica. Questo discende dal fatto che l'equilibrio di potere tra centro e periferia, un tempo gerarchico, dopo il concilio è diventato collegiale [vedi] ed è individuato nella responsabilità comune del Papa – assistito dalla Chiesa Romana sotto forma di Collegio dei Cardinali e della Curia Romana – nonché dai vescovi per la Chiesa Universale, che consiste in e di chiese specifiche sotto la guida di un vescovo (Lumen Gentium 23).
Tuttavia lo stesso Card, Müller afferma: "delegare alcune decisioni dottrinali o disciplinari sul matrimonio o la famiglia alle conferenze episcopali è assolutamente anticattolico", visto che le conferenze episcopali locali – pur avendo autorità su determinate questioni – "non costituiscono un magistero affiancato a un Magistero, senza il Papa e la comunione con tutti i vescovi". "la Chiesa non è un insieme di chiese nazionali, i cui presidenti votano] per eleggere il loro leader a livello universale" [qui]. Anche il card. Burke riconosce come non valido il cammino sinodale tedesco [qui] e ieri abbiamo registrato la posizione del Vescovo Schneider [qui].
Ed Condon. Analisi: Bergoglio e i vescovi tedeschi
È trascorso solo un mese del 2020 ed è già si sono accumulate molte aspettative su Papa Francesco. È atteso “all’inizio” di quest’anno il previsto rapporto McCarrick ed altrettanto attesa è l'esortazione apostolica post-Sinodo Amazzonico. All’orizzonte c’è anche una nuova costituzione per la riforma della curia romana, portata avanti per lungo tempo ma ancora da licenziare.
Ma resta sottesa una domanda che alla fine potrebbe definire l’intero papato di Francesco: cosa farà nei confronti dei tedeschi
La conferenza episcopale tedesca è in rotta di collisione con Roma da quando ha annunciato un “processo sinodale vincolante” biennale per affrontare – e riformare – l’insegnamento e la disciplina universale della Chiesa su questioni che vanno dal celibato sacerdotale all’ordinazione delle donne e alle unioni omosessuali.
Quando lo scorso anno hanno esposto pubblicamente le loro intenzioni, d'intesa con il Comitato centrale dei cattolici tedeschi (che su tutti questi temi hanno opinioni opposte alla Chiesa), è stato fatto ogni sforzo per far loro cambiare rotta.
Lo stesso Papa Francesco ha scritto una lettera a tutta la Chiesa di Germania(1), mettendo in guardia contro una falsa sinodalità, basata sull'intenzione di conformare la Chiesa alla morale e al pensiero laico moderno, definendola “nuovo pelagianesimo” che tenta di “riordinare e sintonizzare la vita della Chiesa, con l'adattarla alla logica attuale”.
Il risultato, dice Francesco, sarebbe un “corpo ecclesiale ben organizzato e anche ‘modernizzato’, ma senza anima e novità evangelica”.
Quando le preoccupazioni pastorali di Francesco sono rimaste inascoltate, diverse capi della curia hanno formulato espliciti avvertimenti, dapprima privatamente, poi pubblicamente: i piani tedeschi, privi di validità, rappresentano una sfida all’universalità dell’insegnamento e della prassi cattolica.
Ieri i vescovi tedeschi hanno iniziato imperterriti a Francoforte la prima sessione del loro processo sinodale.
Non è chiaro come reagirà Papa Francesco, ma ciò che è chiaro è che l’agenda tedesca tocca quest’anno tutte le questioni importanti sulla scrivania papale.
A Roma la questione del celibato sacerdotale è stata un argomento controverso sia prima che dopo il Sinodo Amazzonico. In ottobre sono intervenuti pubblicamente in difesa della dottrina i cardinali Marc Ouellet e Beniamino Stella. Più recentemente, il cardinale Sarah ha pubblicato un libro con i contributi di Benedetto XVI per una decisa difesa della pratica.
Mentre i portavoce pontifici ufficiali hanno sottolineato l’impegno personale di Francesco per il celibato, la saggezza consolidata è che una piccola eccezione per l’Amazzonia potrebbe incontrare l’approvazione papale. Ma la libertà del papa di trattare la questione amazzonica con discrezione può rivelarsi limitata.
La fine del celibato obbligatorio è ampiamente sbandierata come uno dei risultati attesi del processo sinodale tedesco, e i vescovi sono stati espliciti nell’affermare che avrebbero fatto propria qualunque eccezione fatta per l’Amazzonia.
Il vescovo Franz-Josef Bode, vicepresidente della Conferenza episcopale tedesca, in un’intervista del 2018 ha detto che se l’ordinazione degli uomini sposati sarà autorizzata per l’Amazzonia, i tedeschi insisteranno sulla stessa autorizzazione. Ha affermato: “Ciò è ovvio”, insistendo sul fatto che nella sua diocesi di Osnabrück e in altre diocesi tedesche “ l'emergenza pastorale è diversa ma anche molto grave”.
Il vescovo Franz-Josef Overbeck di Essen, che è anche presidente dell’Adveniat, organizzazione umanitaria della Chiesa in Germania per l’America Latina, ha definito il sinodo amazzonico “un punto di non ritorno” per la Chiesa e che “nulla sarà più come prima”.
Al centro della disputa sul celibato sacerdotale, e sugli altri cambiamenti in corso nel processo sinodale tedesco, c’è una crescente lotta di potere tra Roma e la Chiesa in Germania.
Mentre papa Francesco e la sua curia sono stati chiari sul fatto che solo il Vaticano può trattare questioni di insegnamento e disciplina universale della Chiesa, i tedeschi sono stati altrettanto chiari sul fatto che vedono un futuro molto diverso per la Chiesa.
Il 27 gennaio, il segretario della conferenza episcopale tedesca ha rilasciato un’intervista categorica insistendo sul fatto che è “inaccettabile” che Roma continui ad avere piena discrezione sull’insegnamento e la disciplina universali. Padre Hans Langendörfer, SJ, ha invece esortato altre regioni a seguire l’esempio tedesco e a imporre efficacemente alla Chiesa un nuovo modello federale.
Mentre c'è chi ritiene che alla fine le cose arrivino ad un punto in cui il Papa o li assecondi o li costringa a tornare nei ranghi, c'e chi indica come probabile epilogo della disputa un altro punto essenziale nei piani del Papa.
Il consiglio dei cardinali consulenti del papa sta ancora esaminando i commenti sulla bozza dello scorso anno dell’Praedicate Ecangelium, la nuova costituzione apostolica per la struttura e il funzionamento della curia romana. Celata all’interno della bozza del testo, nella sezione che espone l’autorità della Congregazione per la Dottrina della fede (CDF), c'è una disposizione che si rifà direttamente alla proposta tedesca di una Chiesa federale.
La bozza del testo fa riferimento alla “responsabilità primaria” dei singoli vescovi e delle Conferenze episcopali nazionali per la Chiesa in diversi Paesi e regioni. In quella che sarebbe una significativa innovazione, il progetto di Costituzione fa specifico riferimento alla “vera autorità dottrinale” delle Conferenze episcopali nazionali, e dice che la CDF “applicherà il principio di sussidiarietà” su qualsiasi misura relativa alla “salvaguardia della fede”.
Molteplici fonti cui è noto l'andamento della redazione hanno riferito alla Catholic News Agency (CNA) che questa disposizione, precedentemente definita un “progetto per il federalismo”, è stata ampiamente improntata alla volontà del cardinale Reinhard Marx di Monaco di Baviera, capo della conferenza episcopale tedesca, e membro chiave del consiglio dei cardinali consulenti del papa. Le stesse fonti, attraverso diversi dipartimenti curiali, hanno detto alla CNA che [questa disposizione] è stata al centro di continue critiche nei confronti con i vescovi di tutto il mondo l’estate scorsa.
I funzionari della Congregazione per la Dottrina della Fede e della Congregazione per i Vescovi hanno detto a CNA che, se la disposizione resterà nel testo finale della costituzione, convaliderà essenzialmente il processo sinodale tedesco, a prescindere dalle obiezioni della curia.
Questa settimana un alto funzionario alla CNA ha detto “Questa è la ragione della loro sicurezza ed audacia. È un mondo di temporeggiare – ci dicono ‘aspettate e vedete i nostri risultati prima di giudicare il processo’, ma per allora potranno dire di avere questa autorità e chiedere la sussidiarietà”.
“Non importa quale dicastero venga per primo [nella precedenza romana], queste due frasi-chiave possono riformare l'intera Chiesa”.
Papa Francesco ha fatto della discussione aperta e talvolta polemica un tratto distintivo del suo pontificato e si ritiene che preferisca ascoltare tutti gli aspetti di una questione prima di prendere una decisione. Ma con il loro “percorso sinodale vincolante” ora formalmente in corso, il papa potrebbe percepire i vescovi tedeschi come occupati a fare in modo che dia loro il consenso [sulla via da loro intrapresa]. Anche se lui potrebbe non apprezzare un confronto aperto, non gli hanno lasciato altra scelta.
Sia che rivolga la sua attenzione all’angolo più lontano dell’Amazzonia, o alla riforma della sua curia a Roma, Francesco potrebbe scoprire che tutte le strade portano a Berlino nel 2020.
[Traduzione a cura di Chiesa e postconcilio]
___________________________________[Traduzione a cura di Chiesa e postconcilio]
Nota di Chiesa e post-concilio
1. in realtà si tratta di una lettera della Dottrina della fede approvata da Bergoglio e ci si è chiesti se fosse solo l'opinione del prefetto, mentre Francesco vede la cosa di fatto in maniera totalmente diversa, oppure la lettera di Ouellet è, per così dire, “un piatto aiuto interpretativo” di ciò che Francesco aveva voluto dire. [Oltre ai precedenti di cui ai link nell'incipit, qui trovate qualche retroscena]. Il dubbio è d'obbligo e la confusione regna sovrana alla luce anche di tutte le reazioni scomposte allo scritto Ratzinger/Sarah.
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24 commenti:
Card, Muller:
"delegare alcune decisioni dottrinali o disciplinari sul matrimonio o la famiglia alle conferenze episcopali è assolutamente anticattolico", visto che le conferenze episcopali locali – pur avendo autorità su determinate questioni – "non costituiscono un magistero affiancato a un Magistero, senza il Papa e la comunione con tutti i vescovi".
"la Chiesa non è un insieme di chiese nazionali, i cui presidenti votano per eleggere il loro leader a livello universale".
http://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2015/03/muller-poteri-dottrinali-alle.html
"Il processo sinodale nell’ambito della Conferenza Episcopale Tedesca viene ora collegato al Sinodo per l’Amazzonia, e questo viene fatto per motivi politico-ecclesiali e come leva per la ristrutturazione della Chiesa universale. Inoltre, in entrambi gli eventi i protagonisti sono quasi identici e sono persino collegati finanziariamente e organizzativamente tramite le agenzie umanitarie della Conferenza Episcopale Tedesca. Non sarà facile controllare questa valanga devastatrice. Dopo, nulla dovrà essere più come prima, ed è stato detto che dopo la Chiesa non sarà nemmeno più riconoscibile. Così ha parlato uno dei protagonisti rivelando quindi i veri scopi."
https://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2019/07/cardinale-gerhard-muller-sul-processo.html
Il "bello" (si fa per dire), della rivoluzione protestante, di quella francese e di quella comunista, è che hanno apertamente combattuto la Chiesa.
Non che tutto fosse così alla luce del sole: anch'esse hanno avuto bisogno di pretesti, ma alcuni erano dovuti a delle esigenze di riforme di costumi, e conseguentemente di forme, autentiche. Esigenze a cui gli uomini di Chiesa non sempre hanno saputo dare risposte opportune e tempestive.
Ma dopo, passata la tempesta, la Chiesa ha sempre saputo riformarsi: col Concilio di Trento, e con il grandi Papi dell'Ottocento. Per non parlare di san Pio X, un grande riformatore inascoltato.
Ma alla rivoluzione del SESSANTOTTO, forse spiritualmente più deleteria delle precedenti, la Chiesa non ha reagito, forse anche perché ha visto protagonisti molti cattolici.
Ora sembra esserci in atto un'altra rivoluzione. La peggiore.
Se fosse in atto una riforma, nulla di male, per una volta forse la Chiesa avrebbe anticipato la rivoluzione scatenata dal mondo.
E invece no, la rivoluzione attuale parte sì dal mondo, ma un mondo che ha messo piede nel centro stesso della Chiesa.
E' come se la Chiesa combattesse la Chiesa in nome della Chiesa!
Ma questo è un controsenso. In realtà la Chiesa (attraverso molti suoi rappresentanti e aderenti) è affetta da una malattia autoimmune.
A volte non ci si può fidare più neanche dei Pastori.
Ma la grande grazia è che la Chiesa ha ormai duemila anni di storia e un corpo dottrinale IRREFORMABILE e certo, molto ampio, che ci guida anche in tempi oscuri come questi.
Questo non toglie il bisogno di Pastori santi e retti ma, almeno, rafforza la nostra pazienza in questo tempo di prova e di sofferenza.
Grazie mic. Il solito lavoro certosino...
Diamo spesso per scontate proprio le cose che più meritano la nostra gratitudine.
Ringrazio io tutti voi che seguite. Sapere che attendete le notizie ogni giorno mi da' grande forza per non arrendermi!
Pensando alla situazione ecclesiale odierna ed alla Massoneria: è impossibile che tutti i gruppi nazionali di varie tendenze abbiano compiuto questa lunga marcia, alla Mao, per più di un secolo, con gruppi diversi di pensiero, con persone che, solo per ragioni anagrafiche, cambiavano. Evidentemente a questo punto oltre agli infiltrati, bisogna considerare forti pressioni esterne, fino a vere e proprie minacce se gli ordini non fossero stati eseguiti. Ora che Roncalli fosse 'simpatizzante' massonico non è un mistero, nè sono un mistero le vicende del Cardinal Siri. Concentriamoci su questi fatti: presenza di infiltrati, quindi pressioni interne; pressioni esterne provenienti da gruppi di potere convergenti o divergenti.
Ora chiaramente il regnante non può essere stato portato lì dove sta dalla sola Mafia di San Gallo, a meno che la Mafia di San Gallo non fosse essa stessa la copertura di un potere esterno.
Direi che il regnante si è impegnato personalmente non solo davanti ai suoi 'confratelli' vescovi ma, anche davanti ad altri, non meglio identificati. Questo impegno personale gli garantiva tutto il sostegno esterno possibile, come tutto il possibile avrebbe dovuto fare lui per attuare i piani stabiliti volti ad aggiornare la Chiesa non/aggiornabile.
Avere il regnante quale jolly interno era il massimo che si sarebbe potuto sperare. Ma bisognava tener presente la Curia e le Congregazioni che, benché fossero state ampiamente depotenziate nel tempo, avevano al loro interno alcune pietre d'inciampo. Quindi bisognava stare attenti e previdenti.
Vi erano stati, durante il CVII, alcuni paesi che avevano solidarizzato nel fine comune: ecclesia delenda est; tra questi si erano distinti francesi e tedeschi, questi ultimi però davano maggior affidamento ai poteri esterni.
Così i tedeschi, che pur hanno i protestanti vicini di casa con porte apertissime per chi vuole accedervi, cominciarono ad essere sapientemente manipolati proprio perché cattolici ed affinché cattolici restassero. Dei luterani nessuno si interessò
se non il regnante. Lo scopo unico e solo era appropriarsi del patrimonio immobiliare della Cattolica, ridurla a lupanare per farvi entrare la non meglio pretesa religione globale.
Quindi i tedeschi sono parte della stretta a tenaglia con cui si stanno dando gli ultimi colpi di piccone alla Cattolica visibile, l'altra parte interna è composta dal regnante e da una parte della Curia e delle Congregazioni, Dio solo sa chi.
Questo per dire che non è da escludere che qualcuno, ammesso che possa aver e/o aver avuto un ripensamento, sia sotto minaccia 'pesante'e quindi impassibile ad ogni richiamo della propria coscienza.
Ormai siamo ad un passo dallo sfascio definitivo e non credo che coloro che hanno voluto tutto ciò faranno un passo indietro. Pur restando tutto possibile al Signore Nostro Gesù Cristo ed alla sua Madre Santissima.
https://gloria.tv/post/KFfMK96TsV2w6TUAkDjgCx7dE
Una ipotesi ?
Bergoglio: sintonia totale con Wojtyla: “Il celibato dei preti è una grazia, non un limite”
https://www.ilsecoloxix.it/italia-mondo/esteri/2020/02/04/news/bergoglio-sintonia-totale-con-wojtyla-il-celibato-dei-preti-e-una-grazia-non-un-limite-1.38421001/amp/
come al solito, con li vocabolario vermilinguo, si dice tutto e il suo contrario (come siamo abituati ormai da 7 anni) e, come sempre, passerà la diffusione alla Chiesa urbi et orbi (Germania in primis) . spero solo che il Signore ci metta una pezza
(Alberto Lacchini)
https://m.ilgiornale.it/news/mondo/ora-emirati-premiano-papa-fratellanza-lislam-1821337.html
Papa Francesco è stato insignito di un premio dedicato alla Fratellanza. Un riconoscimento che il pontefice argentino deve condividere con Ahmad Al-Tayyib, l'imam di al-Azhar.
Ad istituire l'onorificenza sono stati gli Emirati Arabi Uniti. L'occasione è offerta dall'anniversario della stipulazione del documento sottoscritto dal pontefice argentino e dall'autorità religiosa sunnita. La sottoscrizione solenne è avvenuta un anno fa. Un testo - quello sulla Fratellanza - che il "fronte conservatore" contesta soprattutto per l'equiparazione gerarchica della religione cristiano-cattolica con quella musulmana. Tra i critici più noti, vale la pena citare il vescovo Athanasius Schneider, che ha domandato al vescovo di Roma di rettificare almeno una parte di quella Dichiarazione. Quella in cui non viene rimarcato il primato gerarchico del cattolicesimo. Dio - questo è il punto sollevato dagli emisferi tradizionalisti - non può aver voluto la pluralità religiosa, che è invece derivata soltanto dalla volontà degli uomini. E questo è solo uno dei contenuti convalidati dalla firma di Jorge Mario Bergoglio, ma non condivisi dagli oltranzisti dottrinali e dai tradizionalisti.
Il sinodo tedesco è collegato al sinodo amazzonico e sua relativa dichiarazione vaticana nonché all'altro documento sulla riforma curiale dove ci sarebbe il federalismo, cioè come la pedofilia è stata sdoganata nelle scuole italiana a furia di rimandi, dall'OMS che ha stabilito che non ci devono essere limiti di età per fare sesso ad altri rimandi e rimandi del decreto buona scuola- Cirinnà et voilà, le jeu c'est fait.
http://www.ansa.it/sito/notizie/topnews/2019/10/09/papa-ce-chi-adora-dogmi-chiesa-non-dio_d0f398ad-0d98-4db4-8c86-2a3e85f17654.html?fbclid=IwAR3IIUodhU8YPKEvQKtTzEivMzZWoLCICTSVU1Vg7POQM1wIhGsh37ZyymU
Padre di tutte le confessioni……
http://www.accademianuovaitalia.it/index.php/cultura-e-filosofia/la-contro-chiesa/4475-la-maschera-e-caduta2?fbclid=IwAR1c0NS_GbxiLYIyxS7GkaH04W44o4WldMCm6mZ_13hBtt-TS3c2HffZIak
Nel frattempo in Uganda...
https://www.lesalonbeige.fr/larcheveque-catholique-de-kampala-en-ouganda-decrete-quaucun-catholique-ne-peut-recevoir-la-sainte-communion-dans-la-main/
sua Eminenza Cyprian Kizito Lwanga, Arcivescovo di Kampala, richiamando al rispetto del Codice Canonico, decreta per la sua Diocesi, ad effetto immediato (1 febbraio) :
1. È vietata la distribuzione della Santa Comunione sulle mani, perché tale modalità non rende il dovuto onore al Sacramento.
2. È vietato a qualunque fedele che non sia stato ufficialmente nominato Ministro straordinario dell’ Eucarestia di distribuire la Santa Comunione.
3. Salvo gravi motivi, è obbligatorio celebrare l’Eucarestia nei luoghi consacrati preposti e designati a questo scopo.
4. I fedeli che si trovino in situazioni coniugali non regolari e quelli che persistono in qualunque peccato grave e manifesto non sono autorizzati ad accostarsi alla Santa Comunione. Per evitare scandali, è anche proibito celebrare Messe nelle abitazioni private delle persone che si trovino in tali situazioni.
5. Sacerdoti e diaconi sono tenuti a celebrare e servire la Messa indossando i Paramenti Sacri.
È strettamente proibito a qualunque sacerdote che non sia vestito secondo prescrizione, essere ammesso sia a concelebrare che a distribuire la Comunione. Un sacerdote sprovvisto dei Paramenti è tenuto a sedersi insieme ai fedeli.
Carissimo Anonimo 16.06,
non può immaginare quanto Le sia grato per aver inquadrato "il concilio" nella sua cornice temporale che spazia oltre un secolo, facciamo quasi due?
Pensare quanto tempo si è sprecato a lagnarsi degli "effetti" del concilio!
"... Allora dobbiamo pregare molto, riflettere, domandare al buon Dio di conservarci la fede cattolica qualunque cosa accada".
(Mons. Marcel Lefebvre)
https://m.ilgiornale.it/news/mondo/germania-cardinali-e-vescovi-inquieti-scisma-potenza-1820767.html
Intervistato dal Die Tagesposts, il Cardinale Woelki ha parlato di "intense discussioni e polemiche", spiegando che tutte le sue paure "si sono materializzate". In particolare l’alto prelato ha sottolineato che, per quanto accaduto durante questa prima tornata del "sinodo", si è trattato più che di un’assise cattolica di "un parlamento della chiesa protestante", con le basi ecclesiologiche della Chiesa Cattolica che, a detta del cardinale, non sarebbero più rilevanti e con una comprensione della Chiesa in senso "protestante".
Per replicare all'Assemblea sinodale, che ha dato l'impressione di una Chiesa di Germania politicizzata e protestantizzata, il cardinale ha invitato i singoli credenti delle parrocchie a rafforzare l'impegno apostolico del "testimoniare la fede e l'insegnamento della Chiesa". Per Woelki, infatti, "solo perché molti oggi hanno difficoltà con la fede cattolica o non la comprendono, non possiamo dire che la fede e l'insegnamento siano sbagliati o non più rilevanti per una società moderna e democratica".
Sua Eminenza Woelki si è lamentato anche del fatto che molti "semplicemente non sanno più cos'è la Chiesa, che essa proviene anche ‘dall'alto’". Per il porporato, infatti, "la Chiesa è una società umana, ma ha una dimensione divina. Entrambe le dimensioni interagiscono. La chiesa è stata fondata gerarchicamente. Come vescovo ho un'ordinazione diversa, un'autorità diversa, che mi colloca nella tradizione degli apostoli e mi assegna la responsabilità della guida e della santificazione della Chiesa. A questo proposito, non possiamo semplicemente pensare alla Chiesa in categorie moderne, democratiche e repubblicane. La chiesa è davvero ‘sui generis’".
Parlando con il Katholisch.de, Woelki ha rincarato la dose. "Credo che molti degli argomenti avanzati alla prima Assemblea sinodale siano incompatibili con la credenza e l'insegnamento della Chiesa universale. Gran parte della teologica cattolica non è stata condivisa e si ritiene che la chiesa possa essere progettata in un modo completamente nuovo e diverso. La visione della tradizione della chiesa non ha giocato un ruolo importante".
Il Vescovo di Passau, monsignor Stefan Oster, si è dichiarato preoccupato sullo stato di avanzamento del percorso Sinodale. Oster ha detto di aver visto "una minoranza di vescovi e laici per i quali è importante l'insegnamento della chiesa" e una netta maggioranza dell'Assemblea sinodale che ha insistito fortemente sui "cambiamenti", come il sacerdozio per gli sposati e più ruoli ecclesiali le donne. Come scrive il Sir (che ricorda l’intervento, durante il sinodo, del transessuale Janosch Roggel, uno dei 15 delegati under trenta dell’assemblea), alcuni gruppi di femministe "hanno raccolto 153 mila firme per chiedere il sacerdozio per le donne; le giovani non sono più disposte ad ‘accettare e ubbidire’; la ‘realtà supera il magistero’; l’esclusione della donna dai ministeri getta ‘un’ombra sul lavoro di advocacy che la Chiesa fa per i diritti umani’".
Il vescovo di Ratisbona, monsignor Rudolf Voderholzer, a proposito degli abusi sessuali che sono stati praticati negli anni da esponenti del clero cattolico, e che sono stati strumentalizzati per il dibattito sul celibato all’interno del sinodo tedesco, ha spiegato che "non è affatto scientificamente provata una connessione causale tra il celibato sacerdotale e gli abusi".
La preoccupazione per quanto sta accadendo in Germania è stata ribadita anche da un altro cardinale. Si tratta di Paul Josef Cordes, presidente emerito del Pontificio Consiglio "Cor Unum". Intervistato da La Nuova Bussola Quotidiana, Sua Eminenza Cordes ha dichiarato che "con la ‘Via sinodale’ la Conferenza Episcopale di Germania ha iniziato un processo ecclesiale molto rischioso. De facto si apre la possibilità a uno scisma. Anche se a parole i portavoce affermano sempre la loro cattolicità, i temi della discussione nelle diocesi e a livello nazionale sono in gran parte materia di competenza della Chiesa universale, dunque non sono a disposizione di una Chiesa locale".
Il porporato, che è stato uno stretto collaboratore sia di San Giovanni Paolo II che di Benedetto XVI, ha girato il coltello nella piaga spiegando che nella "Chiesa cattolica la responsabilità di decidere sulla dottrina e sulla morale si fonda sul sacramento d’Ordine; il coinvolgimento del ‘Comitato centrale dei Cattolici’ (ZdK) rende dunque impossibile ogni decisione vincolante. Il gravissimo danno di questo ‘processo’ sta nel voler suggerire – spinto dai mass media anticattolici o atei – l’idea di una ‘Nuova Chiesa’: un’istituzione per diffondere una filantropia intramondana avente come scopi: ecologia, giustizia e pace. L’avvertimento continuo di Joseph Ratzinger, ‘non dimenticate Dio!’, viene fatto svanire nel vento dai suoi connazionali".
Parole durissime che sono state fatte proprie da un gruppi di fedeli laici cattolici che hanno tenuto un incontro preghiera - di fronte alla Cattedrale di Francoforte - in opposizione all'agenda progressista e filo protestante attuata dai vertici della Chiesa tedesca. "Con la preghiera del Santo Rosario abbiamo espresso la nostra profonda fiducia nel potere della Madonna", ha dichiarato Markus Roth. "Non abbiamo paura del futuro e delle cose a venire. Sappiamo che il suo Cuore Immacolato trionferà. Vogliamo preservare la fede tradizionale, vogliamo vivere e morire cattolici!".
Intanto il cardinale Marx, che ha respinto le accuse, nei prossimi giorni incontrerà papa Francesco per riferire i contenuti della prima sessione sinodale. Poi la Conferenza Episcopale di Germania si riunirà a Fulda a marzo mentre a settembre si terrà la seconda assemblea sinodale.
Il card.Woelki.......eccone un altro!
Gli c'è voluto il sinodo tedesco per accorgersi che la tradizione "non ha giocato un gran ruolo" ?
Poi, tutti questi belli ridestati nel bosco, si esprimono soltanto in interviste?
Un gruppo di sacerdoti tedeschi, riunitisi sotto la sigla “Communio Veritatis”, lancia parole di fuoco contro il Cammino Sinodale iniziato dai Vescovi tedeschi e da rappresentanti del Comitato Centrale dei Cattolici Tedeschi (ZDK). Nella loro schiettezza e nella loro appassionata difesa del Magistero rifulgono in mezzo a tante affermazioni ambigue e mezze verità.
“Il cosiddetto Cammino sinodale è un disastro pseudoteologico pieno di falsità e menzogna. Gli iniziatori vogliono evidentemente una Chiesa diversa da quella fondata da Cristo.”
E proseguono...
http://communioveritatis.de/der-synodale-weg-abwaerts
A pinco.Meglio tardi che mai,si rallegra Dio, perché noi no? Perché spara sugli amici,tutti siamo stati peccatori.
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