Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

sabato 24 settembre 2022

Nella presente contingenza ascoltiamo un autentico pastore

Nella presente circostanza che, attraverso l’imminente chiamata all’espressione del voto, coinvolge il futuro civile del Paese,  il compianto Arcivescovo S. Em. il Card. Carlo Caffarra offriva questa riflessione e criteri di orientamento (è datato 2013 ma molto attuale)

Cari fedeli, solo dopo lunga riflessione ho deciso di dirvi parole di orientamento per il prossimo appuntamento elettorale. Di parole ne avete sentite tante in queste settimane; di promesse ne sono state fatte molte. Io non ho nessuna promessa da farvi. Spero solo che le mie parole non siano confuse con altre, perché non nascono da preoccupazioni politiche.

È come pastore della Chiesa che vi parlo.

  1. La vicenda culturale dell’Occidente è giunta al suo capolinea: una grande promessa largamente non mantenuta.
    I fondamenti sui quali è stata costruita vacillano, perché il paradigma antropologico secondo cui ha voluto coniugare i grandi vissuti umani [per esempio l’organizzazione del lavoro, il sistema educativo, il matrimonio e la famiglia (qui - qui) …] è fallito, e ci ha portato dove oggi ci troviamo.
    Non è più questione di restaurare un edificio gravemente leso. È un nuovo edificio ciò di cui abbiamo bisogno. Non sarà mai perdonato ai cristiani di continuare a essere culturalmente irrilevanti.

  2. È necessario avere ben chiaro quali sono le linee architettoniche del nuovo edificio; e quindi anche quale profilo intendiamo dare alla nostra comunità nazionale. Ve lo indico, alla luce del grande Magistero di Benedetto XVI.

    ٭ La vita di ogni persona umana, dal concepimento alla sua morte naturale, è un bene intangibile di cui nessuno può disporre. Nessuna persona può essere considerata un peso di cui potersi disfare, oppure un oggetto – ottenuto mediante procedimenti tecnici [procreazione artificiale] – il cui possesso è un’esigenza della propria felicità.

    ٭ La dicotomia Stato–Individuo è falsa perché astratta. Non esiste l’individuo, ma la persona che fin dalla nascita si trova dentro relazioni che la definiscono. Esiste pertanto una società civile che deve essere riconosciuta.
    Lo Stato è un bene umano fondamentale, purché rispetti i suoi confini: troppo Stato e niente Stato sono ugualmente e gravemente dannosi.

    ٭ Nessuna civiltà, nessuna comunità nazionale fiorisce se non viene riconosciuto al matrimonio e alla famiglia la loro incomparabile dignità, necessità e funzione. Incomparabile significa che nel loro genere non hanno uguali. Equipararle a realtà che sono naturalmente diverse, non significa allargare i diritti, ma istituzionalizzare il falso. "Non parlare come conviene non costituisce solo una mancanza verso ciò che si deve dire, ma anche mettere in pericolo l’essenza stessa dell’uomo" [Platone].

    ٭ Il sistema economico deve avere come priorità il lavoro: l’accesso al e il mantenimento del medesimo. Esso non può essere considerato una semplice variabile del sistema.
    Il mercato, bene umano fondamentale, deve configurarsi sempre più come cooperazione per il mutuo vantaggio e non semplicemente come competizione di individui privi di legami comunitari.

    ٭ Tutto quanto detto sopra è irrealizzabile senza libertà di educazione, che esige un vero pluralismo dell’offerta scolastica pubblica, statale e non statale, pluralismo che consenta alle famiglie una reale possibilità di scelta.

  3. Non possiamo astenerci dal prendere posizione su tali questioni anche mediante lo strumento democratico fondamentale del voto. La scelta sia guidata dai criteri sopraindicati, che sintetizzo: rispetto assoluto di ogni vita umana; costruzione di un rapporto giusto fra Stato, società civile, persona; salvaguardia dell’incomparabilità del matrimonio – famiglia e loro promozione; priorità del lavoro in un mercato non di competizione, ma di mutuo vantaggio; affermazione di una vera libertà di educazione.
    Se con giudizio maturo riteniamo che nessun programma politico rispetti tutti e singoli i suddetti beni umani, diamo la nostra preferenza a chi secondo coscienza riteniamo meno lontano da essi, considerati nel loro insieme e secondo la loro oggettiva gerarchia.

  4. Raccomando ai sacerdoti e ai diaconi permanenti di rimanere completamente fuori dal pubblico dibattito partitico, come richiesto dalla natura stessa del ministero sacro e da precise norme canoniche.

  5. Invochiamo infine con perseveranza e fede i santi patroni d’Italia Francesco e Caterina da Siena affinché, per loro intercessione, la nostra preghiera per il Paese trovi ascolto presso il Padre nostro che ‘ci libera dal male’.

18 commenti:

Anonimo ha detto...

"...Se con giudizio maturo riteniamo che nessun programma politico rispetti tutti e singoli i suddetti beni umani, diamo la nostra preferenza a chi secondo coscienza riteniamo meno lontano da essi, considerati nel loro insieme e secondo la loro oggettiva gerarchia..."

"...Invochiamo infine con perseveranza e fede i santi patroni d’Italia Francesco e Caterina da Siena affinché, per loro intercessione, la nostra preghiera per il Paese trovi ascolto presso il Padre nostro che ‘ci libera dal male’."

Anonimo ha detto...

I modernisti sono tutti traditori, ma, se dicono una cosa che vi aggrada, diventano veri pastori.
Ipocrisia al cubo!

Sembra che l'uomo sia doppio, che l'anima sia una appendice del corpo, che non sia un tutt'uno. ha detto...

Il prete e il volantino elettorale contro «lo stato di polizia delle lobby gay»

http://blog.messainlatino.it/2022/09/il-prete-e-il-volantino-elettorale.html#more

"il sindaco Gianluigi Mazzi, «ha posizioni precise e collocabili politicamente che già in passato ha espresso in occasione delle elezioni. Accetto che faccia le sue considerazioni, ma per il ruolo che ricopre non utilizzerei un documento di questa natura per fare propaganda. I ruoli vanno distinti: il parroco non faccia politica, il sindaco non si intrometta sugli aspetti di fede. Religione e credo cattolico non hanno colori politici»

24 settembre ha detto...

Festa della Madonna della Mercede, protettrice dell’Ordine per la liberazione dei cristiani schiavi dei musulmani.

Anonimo ha detto...

In questa campagna elettorale abbiamo fatto analisi disinteressate ed a molti non è andata giù, dovevamo supportare chi dicevano loro per non essere considerati dei “gatekeeper”.
È il prezzo da pagare per essere avulsi da logiche di interesse.
Ma passiamo oltre. In questo clima rovente, con la guerra sullo sfondo, per una volta ci rivolgiamo a coloro che si presenteranno alle urne con un antipatico post riassuntivo, senza prenderci troppo sul serio.

Il 25 settembre, sulla scheda fantozziana di stato ci saranno varie opzioni. Vediamole assieme:

- Il PD. Il partito delle grandi agende internazionali che prevedono “lotte per i diritti arcobaleno”, servilismo atlantista, multiculturalismo ipocrita e tutte le note tematiche care ai padroni. Ovviamente per attuare ciò si rifanno al sempreverde pericolo del ritorno del fascismo, in modo da giustificare nuove forme di totalitarismo, e alla retorica del sacrificio ad oltranza per sconfiggere il dittatore russo.
Votando loro la Von Der Leyen sarà felice e i media non urleranno un giorno sì e uno no al fascismo nero. Pensateci.

- FDI. Il partito della Meloni sarà utile nel dare conferme ai padroni d'oltreoceano. Non recheranno loro alcun disturbo, eseguiranno alla lettera gli ordini di Washington proseguendo le politiche dello statista dell'anno Mario Draghi. C’è da dire, che sono gli unici ad avere i numeri per mettere qualche argine ad eventuali obblighi, nuovi lasciapassare o a leggi come la Zan. Sempre che lo facciano per davvero.

- LEGA. Se avevano un 1% di credibilità, dopo l'ultimo governo se la sono giocata. Questi hanno fatto i kapò nelle regioni (ricordiamo i vari Zaia, Fedriga ecc) e in Parlamento hanno sostenuto Draghi e votato per cacciare la gente da lavoro e obbligarla a dare il braccio. Il loro leader è passato dall’indossare le magliette con Putin in Parlamento a sostenere le sanzioni. Patetici.

- FI. Berlusconi su Tik Tok è l’immagine di questo partito mummia, speculare al PD. Sperando che scompaiano una volta per sempre dalle scene circensi della politica italiana.

- NOI MODERATI. Questi chi sono esattamente? Qualcuno ci illumini, da decenni vediamo i loro manifesti in tutte le città, faccioni che si vantano di essere “moderati”. Gente che blatera in politichese. Brutture inenarrabili.

- M5S. I traditori dei traditori, i fuffari per eccellenza, il bluff parlamentare più grande della storia. Cercheranno di aggrapparsi alle bimbe di Conte e al reddito di cittadinanza per accalappiare voti. Giuseppe Conte…. ma chi, quello delle dirette mascherato da solo? Quello che incitava gli italiani a tenere duro ancora per qualche giorno? Che dava indicazioni su quali parenti andare a trovare? Che parlava di “bodenza di fuogo” per aiutare aziende e partite iva? Esatto, proprio lui. Molte serrande hanno chiuso in questi anni, ma costui è ancora in giro per l’Italia e ci sarà chi lo voterà ancora. Impresentabili.

- DI MAIO. Su questo signore non è possibile neppure commentare. Trattasi di una grottesca caricatura, ogni volta che fa un post social, su 1000 commenti, 950 sono risate. Parlare di lui è come sparare sulla croce rossa.

- CALENDA/RENZI. L’impressione è che questi finti “sinistri” si siano presentati volutamente divisi dal PD per fare andare al governo i “destri”, lasciargli la patata bollente di questo inverno di rincari per poi ripresentarsi uniti al momento giusto.

- + EUROPA/VERDI. La Bonino e compagnia green “progressista”. Se leggete i loro programmi non potrete che provare brividi. Agghiaccianti.

Anonimo ha detto...

...segue
- ITALEXIT. Paragone, l’incanalatore del dissenso numero uno. L’unico che ha qualche chance di superare lo sbarramento tra i partiti “anti”. Con lui al governo un giorno torneremo alla Lira e diverremo “sovrani”. Su Rieducational Channel.

- ISP. Minestrone con Ingroia, Rizzo, Toscano e Gina Lollobrigida. Tanto rispetto per il lavoro estenuante di un giornalista come Giorgio Bianchi candidato con loro, ma ad oggi questa lista è davvero lacunosa.

- VITA. Candidati improbabili, invettive imbarazzanti contro gli astenuti, pianti in diretta per esser stati redarguiti da due vecchietti al bar che non volevano i volantini. Assenti in tante circoscrizioni. Passiamo oltre che è meglio.

- UNIONE POPOLARE. Rimpasto “sinistro” con partitacci come “potere al popolo” e “rifondazione comunista”. Una accozzaglia invotabile.

- ALTERNATIVA PER L’ITALIA. Un’ accoppiata quella tra Di Stefano e Adinolfi che difficilmente potrà mai rendere nelle logiche del voto di massa. La loro lista è peraltro assente in tantissime circoscrizioni. Al prossimo tentativo.

- PARTITO ANIMALISTA. Un programma che parla solo di come trattare bene gli animali. Altre tematiche? Nessuna. Interessante.

Anonimo ha detto...

Ma chi è ‘sto schizzato? Amico vostro? Perché giustamente il problema dell’Italia sono i gay.

Anonimo ha detto...

Renzi/Calenda tutta la vita! Gli unici seri in mezzo a urlatori e ciarlatani. Renew Europe, avanti!

Anonimo ha detto...

Ben 15 possibilità di scelta! Uno scaffale ricco di marchi, ma è quasi tutto involucro.

Chi ha fame di verità e giustizia al massimo farà molta raccolta differenziata.
Che cosa c'è da mettere sotto i denti, cotto o crudo che sia?
Una sfilza di ingredienti quasi tutti innaturali, sigle, conservanti, coloranti, aromi...

I primi nove sono sistematicamente, ontologicamente, intrinsecamente funzionali al sistema.
Nei cinque seguenti si distinguono specchietti per allodole, inutilità e sottovuoto spinto.
L'ultimo è buono solo per le bestie.

Se il gusto cristiano sceglie senza disgustare il palato morale cristiano, qui non può.

Ma chi l'ha detto che bisogna per forza comprare qualcosa? E il valore del digiuno?

mic ha detto...

...per la prima volta nella storia della nostra repubblica, lunga più di 76 anni, è possibile, è probabile che una leader della destra guidi un governo della repubblica e il suo partito di destra diventi il primo partito per consensi di popolo. Per la prima volta, una donna… Non possiamo proprio ora voltare le spalle, tirarci indietro, anche se gli impulsi e i motivi non mancano. Queste votazioni hanno una prospettiva chiara, elementare: o vince la Meloni con la sua coalizione o tornano loro, i governi arcobaleno a guida euro-tecnica ed egemonia Pd. Direte che anche un governo Meloni potrebbe essere alla fine teleguidato e comunque pesantemente condizionato; vi do ragione, ma l’alternativa è rinunciare ora a una vittoria di popolo e rassegnarsi che il potere si riprenda il governo, subito, facendola pagare a quel popolo.
Per chi è stato per una vita “di destra”, all’opposizione o come preferite dire, sarebbe una sciocchezza tirarsi indietro proprio adesso, ritenere in partenza che i partiti siano tutti uguali e che chi vince tradirà. Potete sospettarlo ma non potete ritirarvi a priori dalla scommessa e soprattutto rifiutare la vittoria storica e simbolica a portata di mano...
Marcello Veneziani

Anonimo ha detto...

Una delle poche volte che non concordo con Veneziani. Di solito le sue analisi sono un po' più profonde...

Anonimo ha detto...

Ma bastano due frasi urlate (sempre le stesse da vent’anni, tra l’altro) contro gay ed immigrati per abbindolarvi? Ammesso che riesca a fare un governo, la vedremo quando dovrà far quadrare i conti o sedersi ai tavoli internazionali…chissà se pensa di governare pure a urli?

Anonimo ha detto...

I 5 Stelle dicono di stare dalla parte "giusta". Ed elencano quale sia questa parte, ovviamente dicono di stare dalla parte di tutti, poi spunta "la parte dei diritti, che vogliamo allargare attraverso il matrimonio egualitario, la legge contro l’omotransfobia e lo Ius scholae", quindi, in sostanza, dalla parte del PD, di Letta e della cupola. Quanti si lasceranno infinocchiare un'altra volta da costoro? Quanti cattolici pasticcioni aderiranno ancora a questo movimento radical gnostico? Cosa ci faceva Beppe Grillo a bordo del Britannia dove Mario Draghi trattava la vendita dell'Italia?

Murmex ha detto...

Perché non scegliere vuol dire in realtà scegliere. Non lo sappiamo che anche l'omissione ha un suo peso morale?La non-scelta è in realtà scelta di rafforzamento di PD e simili.Il supermercato che vende porcherie può
anche fallire, lo Stato no e un governo ci sarà in ogni caso. Il numero di eletti in ogni caso è quello stabilito, devono esserci in ogni caso tot di deputati e senatori.Ogni eletto a loro sottratto è piccola cosa, ma qualcosa. Non regge quindi la metafora del supermercato : il digiuno fa bene, il rafforzamento di quella gente no.

Anonimo ha detto...

Blondet
ULTIMO TRENO CONTRO LA CATASTROFE “Votate qualcuno che dica chiaramente un forte e secco NO alla guerra e NO all’invio delle armi in Ucraina” - (di Claudio Messora) Mai la terza guerra mondiale è stata così vicina. Interrompere l’invio delle armi in Ucraina è ormai questione di vita o di morte.

Anonimo ha detto...

Concordo pienamente con il commentatore delle ore 12:31.

Anonimo ha detto...

C’è qualche foto di Grillo e Draghi sul Britannia?

Anonimo ha detto...


Chi pensa che l'Italia, con il debito pubblico che si ritrova, possa tranquillamente tornare alla lira, uscendo dall'Euro e quindi dall'Europa, e recuperare in tal modo la sua sovranità, poco capisce dei meccanismi monetari, strettamente connessi alle componenti reali dell'economia, anche quelle più brutte e odiose, quali l'alta finanza del mercato globale, che specula su tutte le monete in maniera disastrosa per le nazioni.
Tornare alla lira in queste condizioni vorrebbe dire avere una lira con cambi semplicemente disastrosi con le altre monete e questo in una situazione internazionale dominata dall'incertezza provocata da guerre, carestie e altre cose. Con cosa compreremmo gas e petrolio, con una lira che verrebbe valutata come carta straccia? Il risultato finale sarebbe quello di un'inflazione spaventosa che renderebbe il nostro debito pubblico semplicemente irredimibile, provocando il fallimento dello Stato italiano.
Ricordiamoci che nel secolo scorso lo Stato tedesco è fallito due volte. La Grecia attuale ha fatto duri sacrifici ma sembra che abbia pagato i debiti, almeno così riportavano i giornali. Ma la Grecia è assai piccola rispetto all'economia italiana.
Ci vorrebbero proposte meno dilettantesche per acquistare un minimo di manovra rispetto alla UE. Bisognerebbe intanto ridurre anche di poco il debito pubblico.
Z.