Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

lunedì 27 febbraio 2023

Il rescritto sulla liturgia tradizionale: una sconfitta di Roche?

Il rescritto-Roche sull'applicazione restrittiva di Traditionis custodes è oggetto di molte discussioni. Di certo, alla faccia di collegialità e sinodalità, si tratta di una diminutio dell'autorità dei vescovi e un maglio ulteriore sulla Messa antica. Per contro l’articolo che segue - da The Wanderer - coglie un segnale diverso, nel senso di una sconfitta del cardinale Roche, come se Bergoglio avesse voluto liquidare una questione più che mai problematica. Qui l'indice degli articoli sulla vexata quaestio.

Il rescritto sulla liturgia tradizionale:
una sconfitta di Roche?


Ieri [ripetto alla data dell'articolo, in realtà il 21 febbraio vedi -ndr] è stato pubblicato un breve Rescriptum ex audiencia Sanctissimi. Questo tipo di documento è una decisione del Romano Pontefice comunicata oralmente a un ecclesiastico della Curia romana ricevuto in udienza, il quale poi ne fa un resoconto scritto (il cosiddetto oraculum vivae vocis), in modo tale che il testo sia considerato valido ai fini probatori e abbia efficacia anche di fronte a terzi. In poche parole, si tratta del tipo di documento di minore importanza nel complesso arsenale a disposizione del Romano Pontefice, e può essere modificato, un domani, da lui stesso o dal suo successore.

In questo caso, la comunicazione orale indirizzata al cardinale Arthur Roche, prefetto del Dicastero per il culto divino, da un lato ripete quanto già detto nel testo di Traditionis custodes, dall’altro limita ulteriormente il potere dei vescovi riguardo ai luoghi e al clero che può celebrare la liturgia tradizionale. Come abbiamo detto a suo tempo, e come è stato commentato negli ambienti tradizionali e curiali, si sapeva che da parte di Roche, dell’arcivescovo Viola e di qualche consigliere dell’ateneo Sant’Anselmo (Andrea Grillo?) era in preparazione un documento il quale, sotto forma di costituzione apostolica, cercava di limitare brutalmente la celebrazione tradizionale, soprattutto nei confronti dei cosiddetti “istituti Ecclesia Dei”. Abbiamo anche detto che questo documento poteva essere già pronto e finito, ma che era da vedere se Francesco lo avrebbe firmato. E ciò che posso ipotizzare è che non l’abbia firmato.

La mia ricostruzione è la seguente. Come riportato dalla stessa Santa Sede, in data 20 febbraio il cardinale Roche ha avuto un’udienza con Francesco. Il porporato voleva ottenere una costituzione apostolica ma ne è uscito solo con un rescriptum. Il Santo Padre gli ha detto che non firmerà alcun nuovo documento che limiti la liturgia tradizionale. Quindi gli ha concesso solo un piccolo ulteriore aggiustamento alle disposizioni di Traditionis custodes, che cambierà poco o nulla quanto già legiferato.
Diamo uno sguardo più da vicino.
  1. Il rescriptum toglie ancora più potere ai vescovi. La questione è come tale documento verrà accolto dai vescovi stessi, qualunque sia il loro orientamento, dal momento che la Curia romana si intromette palesemente nel governo delle loro diocesi. Ritengo che li renderà ancora più infuriati di quanto non lo siano già e che non tutti obbediranno. E a quale punto di quale potere di polizia disporrà il Dicastero per il culto per far rispettare questa nuova disposizione? Cosa faranno a un vescovo che, ad esempio, designa senza il permesso di Roma una chiesa parrocchiale per celebrare la Messa tradizionale? Gli tireranno le orecchie? I vescovi non vogliono problemi con i loro fedeli, quindi non obbediranno facilmente ai capricci di un cardinale meno che mediocre. Accadrà la stessa cosa che succedeva quando un vescovo creava problemi ai sacerdoti che celebravano la Messa in latino: le lamentele andavano alla commissione Ecclesia Dei, la commissione chiamava il vescovo e poi il vescovo continuava a fare quello che gli pareva, e nessuno intendeva o poteva fargli niente.
  2. Sarebbe molto strano se, come qualcuno ipotizza, entro un paio di settimane – si parla del 3 aprile – comparisse finalmente un feroce documento in forma di costituzione apostolica e il rescriptum non fosse altro che un aperitivo. Bergoglio potrà essere molto progressista, ma è anche un buon politico, e proprio per questo è impensabile, a mio avviso, che emetta continuamente documenti restrittivi sullo stesso argomento. Sarebbe un chiaro segno di debolezza che egli non si concederà mai, tanto meno su un argomento che non lo interessa affatto, e ancor meno se a proporglielo è Roche, cardinale che, a detta di tutti, è disprezzato da Bergoglio e non sarebbe strano se da un momento all’altro diventasse il primo arcivescovo finito sull’isola di Sant’Elena.
  3. A Roma, e nel mondo tradizionale, tutti aspettavano una sanguinaria costituzione apostolica (pochi giorni fa ne erano state diffuse le linee portanti, come Duc in altum ha scritto qui) e sicuramente, se fosse uscita. gli ideologi del Dicastero del culto avrebbero esultato per l’ormai imminente morte del mondo tradizionalista. Quello che è successo è invece che abbiamo avuto, in termini curiali, una tremenda sconfitta e umiliazione di Roche. Si è visto lo scarso potere del cardinale e la totale mancanza di fiducia del pontefice nei suoi confronti. Roche è un uomo debole, quasi un lebbroso a cui pochi rivolgeranno lo sguardo anche solo per salutarlo. Pertanto, non potrà mai più, finché Francesco regnerà nella Chiesa cattolica, limitare la liturgia tradizionale. Perché il pontefice non vuole avere a che fare con problemi inutili, che suscitino antipatia nei suoi confronti, suscitati da un gruppo di squinternati, come è successo con Traditionis custodes.
  4. Si sostiene, ed è probabile che sia così, che questo rescriptum sarebbe volto a limitare il clero diocesano, ma che il prossimo documento sarebbe destinato agli istituti Ecclesia Dei. Tutto è possibile, ma sarebbe molto strano che lo stesso Papa che poco più di un anno fa ha concesso tutte le libertà al più emblematico di questi istituti, la FSSP, ora cambiasse completamente posizione. Non ho dubbi che un tale documento sia stato scritto, corretto e incorniciato d’oro. Ma sospetto che rimarrà in un cassetto da qualche parte nel dicastero del Culto. Nessun politico che si rispetti solleverebbe ogni mese una causa sgradita a tutti, tranne che a pochi modernisti vecchio stile. Come dice Machiavelli, che è il maestro di Bergoglio, le leggi cattive e sgradevoli si applicano tutte insieme e non a rate.
Staremo a vedere se questa rapida analisi preliminare sarà confermata. Con Papa Francesco non si sa mai cosa può accadere, ma il fiuto mi dice che le cose stanno come le ho esposte.
Fonte: caminante-wanderer.blogspot.com by Duc in altum 
Titolo originale: El rescripto del papa Francisco sobre la liturgia tradicional
Traduzione di Valentina Lazzari

8 commenti:

Anonimo ha detto...

LA FEDE NON SALVA SENZA LE OPERE DI MISERICORDIA (S.AGOSTINO)

Se si potesse, senza osservare i comandamenti, ottenere la vita eterna, per mezzo della sola fede, la quale senza le opere è morta (Gc.2,24) allora come potrà essere vero ciò che il Signore dirà a coloro che collocherà alla propria sinistra: Andate al fuoco eterno, che è preparato per il diavolo e per i suoi angeli? (Mt.25,41). Costoro non li rimprovera perché non hanno creduto in lui, ma perché non hanno compiuto opere buone. Evidentemente, proprio perché nessuno si ripromettesse la vita eterna sul fondamento della fede che, senza le opere, è morta, per questo annunziò la separazione di tutte le genti che, mescolate, godevano dei medesimi pascoli, perché apparisse chiaro che a dirgli Signore, quando mai ti abbiamo visto patire questo e quello e non ti abbiamo soccorso? (Mt.25,44) saranno quelli che avranno creduto in lui, senza curarsi però di fare opere buone, come se dalla stessa fede morta si potesse avere la vita eterna.

O forse andranno nel fuoco eterno coloro che non hanno compiuto opere di misericordia, mentre non ci andranno coloro che rubarono i beni altrui o non ebbero misericordia verso se stessi, profanando in se stessi il tempio di Dio? Quasi che le opere di misericordia giovino a qualcosa senza l'amore, quando invece l'Apostolo dice: “E se anche distribuissi tutte le mie sostanze ai poveri e dessi il mio corpo per essere bruciato, ma non avessi la carità, (tutto questo) non mi giova a nulla” (1 Cor.13,3). Oppure quasi che chi non ama se stesso possa amare il prossimo come se stesso, quando invece: Chi ama l'iniquità, odia l'anima sua (Ps.10,6).

E a questo punto non si potrà dire ciò che alcuni pur dicono, fuorviando se stessi, cioè che si tratta di un fuoco eterno, ma non già di una pena eterna; per cui pensano che per il fuoco, che sarà eterno, passeranno coloro ai quali promettono la salvezza attraverso il fuoco, a causa della loro fede morta. Di modo che il fuoco in se stesso sarebbe eterno e non il loro bruciare; ossia l'azione del fuoco su di loro non sarebbe eterna. Ma il Signore, proprio in quanto tale, prevedendo ciò, ha concluso le sue parole dicendo: E se ne andavano, questi al supplizio eterno, e i giusti alla vita eterna (Mt.25,46). Il bruciare, dunque, sarà eterno, come il fuoco, e la Verità ha detto che vi andranno, come ha dichiarato, coloro ai quali non è mancata la fede ma le opere buone.

Lunedì dopo la I Domenica di Quaresima

Mt. 25,31-46 [Il Giudizio universale]

S.AGOSTINO

Liber de fide et operibus cap.15 tom.4

Lettura dal Mattutino

Anonimo ha detto...

In Nicaragua il dittatore Comunista Ortega vieta anche la Via Crucis e i Riti della settimana santa. Schierando la polizia nicaraguense a sorvegliare che quest’anno la Chiesa cattolica vengono impedite di celebrare le processioni della Via Crucis durante la Quaresima e la Settimana Santa, hanno riferito fonti ecclesiastiche ieri. L’ordine della polizia è stato adottato dopo che il dittatore nicaraguense ha descritto sacerdoti, vescovi, cardinali e papa Francesco come “una mafia”. Il vescovo della diocesi di León e Chinandega, Socrates René Sandigo, ha denunciato che “la Via Crucis si può fare solo dentro o nell’atrio della chiesa”, ha detto nell’audio inviato ai suoi sacerdoti e diffuso dalla stampa locale. La Conferenza episcopale del Nicaragua non si è ancora pronunciata sul divieto delle processioni della Via Crucis, anche se una fonte ecclesiastica dell’arcidiocesi di Managua ha confermato il divieto al quotidiano La Prensa dopo la messa del mercoledì delle ceneri. Preghiamo per i nostri fratelli della chiesa nicaraguense e per i suoi pastori perché il Signore gli sia di conforto e forza in questo momento terribile il martirio e la sofferenza che a causa di un folle possa portare frutti di santità alla Chiesa universale.

Bergoglio, Orban e la pax americana: attenti a quei due! ha detto...

Speriamo che Putin non si lasci abbindolare da Bergoglio, il quale va per tre giorni da Orban. Entrambi lavorano per una pax americana, che consenta agli Stati Uniti d'America e all'Unione Europea di agguantare la Russia senza colpo ferire, con una rivoluzione colorata. Capisco benissimo che molti cattoconservatori vorrebbero far fuori la Russia con una pacifica rivoluzione colorata, convertirla al cattolicesimo conciliare conservatore, uniformarla all'americanismo conservatore. Dei cattolici in politica, da buon anticlericale, io ho sempre avuto un sacro orrore. Rarissimi sono i casi in cui non hanno combinato dei disastri. Insomma, che Bergoglio e Orban non mettano i loro nasi negli affari della Russia!

mic ha detto...

Lo scacchiere geopolitico è ben più complesso....

Anonimo ha detto...

Orban è protestante e la Russia rimarrà ortodossa salvo interventi divini mentre Bergoglio è fuori quota. In ogni caso rivoluzioni colorate lassù non ne faranno anzi se Putin venisse esautorato i falchi farebbero vedere i sorci verdi sia all'UE che agli yankees. Convengo su certi cattolici dannosi nel nostro panorama politico. Ma esistono?

Aloisius ha detto...

Interessante questo articolo sul rescritto di Papa Francesco, che addirittura frena vescovi più prepotenti di quanto non lo sia stato lui nel reprimere il Summorum Pontificum di Papa Benedetto, quando questi era ancora vivo.
"Colpendolo al cuore", come ha detto monns. Ganswein (a cui lui ha replicato, sull'aereo, che Benedetto era invece d'accordo su tutto ...!)
Mentre nei primi anni, sbagliando, ero restio a pregare per Papa Francesco e per la curia modernista - parte della quale creata da Papa Benedetto - ora sono forse "maturato" e mi sono convinto, finalmente, ad essere un pochino più caritatevole e a pregare con più convinzione per Papa Francesco e parte della sua curia modernista, confusionaria, intrisa di protestantesimo e devastatrice del cattolicesimo.
Non perché sia diventato modernista, tutt'altro, ma perché solo il Signor può salvare il cattolicesimo, conservato dal clero rimasto ancora fedele e il quello scrigno prezioso che è il Rito antico.
Noi fedeli possiamo solo farci ascoltare e leggere dai pastori, ma solo il Signore può intervenire davvero in questa situazione così difficile e insidiosa.
E sappiamo che lo fa in seguito a preghiere insistenti, petulanti, come la vecchietta che chiedeva giustizia al giudice iniquo.
Forse il Signore mette alla prova la nostra fede, la nostra speranza e, soprattutto, la nostra carità.
Che forse è più difficile verso il clero che devasta i tesori della Chiesa che verso l'orrore del potere global-progressista che avanza.
Aloisius

Anonimo ha detto...

La preghiera e' necessaria perche' si riaccenda forte la fede.

Anonimo ha detto...


Orban, calvinista di formazione, finora è stato l'unico statista europeo ad aver preso posizione contro le sanzioni alla Russia e contro la presente guerra. Ha detto apertamente, agli ungheresi, "questa non è la nostra guerra".
L'ipotesi di un suo complotto contro Putin, assieme a papa Francesco, appare del tutto campata in aria.