Intervista a S.E. Mons. Carlo Maria Viganò
Per Media Press Info
24 agosto 2023
Paul DEROGIS : Eccellenza, in occasione della sua presenza al programma Géopolitique Profonde, interpellato sui suoi contatti “romani”, il presidente di Civitas, Alain Escada, ha risposta che Mons. Viganò è oggi l’unico Prelato romano, a parte quelli consacrati senza il permesso della Santa Sede, a combattere il Nuovo Ordine Mondiale e che abbia espresso sostegno a Civitas, che lotta parimenti contro il globalismo. Ella si considera davvero un’eccezione tra i Prelati romani? E se sì, come spiega Vostra Eccellenza questa situazione inquietante?
Non ho la presunzione di considerarmi l’unico Prelato che abbia denunciato il piano eversivo globalista: altri Vescovi (pochissimi, in realtà) hanno espresso preoccupazione per l’ideologia woke, la teoria gender e l’ambientalismo green. Quello che però non ho sentito loro denunciare è la complicità di Bergoglio con il Nuovo Ordine Mondiale, giunta a vette di vero e proprio asservimento a BigPharma durante la farsa pandemica e al World Economic Forum con la frode climatica. Penso tuttavia che in cuor qualche Confratello cominci ad aprire gli occhi su una crisi che non è certo iniziata nel 2013.
L’elemento che a mio parere occorre far comprendere – perché la denuncia sia completa – è il rapporto speculare tra il colpo di stato del deep state in ambito civile e quello analogo della deep church in ambito ecclesiastico. Le modalità di conduzione dell’azione eversiva sono identiche, come identici sono i principi ispiratori che li muovono e gli scopi che si prefiggono. Capire che il Concilio Vaticano II e il Novus Ordo sono stati per la Chiesa quello che la Rivoluzione e la Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo sono stati per le società civili è indispensabile, perché alla base di entrambi cova il germe velenoso della Rivoluzione, ossia del sovvertimento dell’ordine naturale che Dio ha stabilito per l’uomo e per le società umane.
Paul DEROGIS : Ritiene, come il presidente di Civitas, che il globalismo sia essenzialmente satanico?
L’essenza del mondialismo è satanica, e l’essenza del satanismo è mondialista. Perché il piano di Satana è di instaurare il regno dell’Anticristo, dandogli modo di parodiare la vita terrena di Cristo, imitare i Suoi miracoli con grotteschi prodigi, trascinare le folle non con la semplicità della Verità ma con l’inganno e la menzogna. Il mondialismo costituisce, per così dire, l’allestimento scenico, il copione e la sceneggiatura che devono preparare l’umanità all’ascesa politica dell’Anticristo, al quale i governanti del mondo – suoi servi – cederanno le sovranità nazionali perché egli diventi una sorta di tiranno mondiale.
Ma il regno dell’Anticristo non si crea dal nulla: prima occorre cancellare quel che rimaneva del regno di Cristo nelle istituzioni, nella cultura e nella quotidianità dei cittadini. La dissoluzione morale è una delle vie più semplici per soggiogare le masse, incoraggiandole al vizio e deridendo la virtù; e ovviamente distruggendo la famiglia naturale, cellula fondamentale della società, eliminata la quale i figli diventano commodity, prodotti che chi ha soldi può ordinare su internet, alimentando una rete criminale vastissima e sempre più fiorente, senza parlare dell’industria della maternità surrogata. Divorzio, aborto, eutanasia, omosessualismo e pansessualismo, mutilazioni per la transizione di genere si sono dimostrati efficaci strumenti per eliminare non solo la Fede rivelata, ma anche i più sacri principi della Legge naturale.
Ed è di fatto una religione, quella che va instaurandosi con l’ideologia woke; una religione che come quella vera, ma con scopi diametralmente opposti, intende imporsi nella società, permeare con i propri dogmi le istituzioni, le leggi, l’istruzione, la cultura, le arti, le attività umane. I globalisti applicano i principi cattolici della “regalità sociale”, ma proclamano Satana re delle società: Te nationum præsides honore tollant publico: colant magistri, judices; leges et artes exprimant. Te delle nazioni i Principi manifestino Re con pubblico onore: Te adorino i maestri, i giudici; le leggi e le arti esprimano. Sono le parole dell’inno di Cristo Re [qui]1, ma le vediamo blasfemamente applicate dai sacerdoti del Nuovo Ordine Mondiale al loro re, il Principe di questo mondo, e all’Anticristo a suo tempo.
Attenzione, però: il globalismo, come emanazione del pensiero massonico e rivoluzionario, apparentemente proclama la democrazia e condanna i regimi assoluti; ma di fatto sa benissimo che la Monarchia di diritto divino è la migliore forma di governo possibile, perché assoggetta tutti – anche lo stesso Re, che è vicario di Cristo nelle cose temporali – a una legge trascendente cui tutti devono obbedienza.
La censura delle notizie non allineate alla narrazione ufficiale, compiuta con la complicità delle piattaforme social e dei media, è la stessa censura che i liberali dell’Ottocento condannavano sui loro fogli clandestini, quando veniva però applicata per impedire la diffusione di errori filosofici e dottrine contrarie alla vera Religione cattolica. E non è un caso se la finzione democratica ricorre a mezzi di repressione violenta delle proteste popolari che in una libera democrazia dovrebbero portare alle barricate, e alla esecrazione internazionale – penso tra gli altri a Macron, allievo dello Young Leaders for Tomorrow del World Economic Forum di Klaus Schwab. Non basta chiamare “democrazia” una dittatura, perché lo diventi d’incanto, soprattutto quando il consenso dei cittadini per chi interpreta il loro stato d’animo e le loro aspettative costituisce una pericolosa minaccia alla sopravvivenza di questi parassiti eversori.
Se Civitas contasse cento iscritti e avesse un programma generico come i partiti “conservatori” di sistema, non preoccuperebbe nessuno; se lo attaccano e cercano di sciogliere questo movimento politico, è perché sanno che non essendo manovrabile con il denaro o con il ricatto, semmai dovesse ottenere dei seggi, i suoi eletti sfuggirebbero loro di mano. Il paradosso appare nella sua evidenza quando vediamo accusare di estremismo un partito cattolico francese e allo stesso tempo inviare armi e aiuti al regime di Zelenskyj, sostenuto da gruppi neonazisti che praticano la pulizia etnica contro i propri cittadini russofoni, perseguitano i ministri della Chiesa Ortodossa russa (e anche di quella Cattolica di rito orientale, sul versante ungherese), ostentano svastiche e simboli hitleriani, inneggiano al criminale Bandera e celebrano lo sterminio degli ebrei di cui costui fu responsabile in Ucraina.
Ripeto: se la democrazia funzionasse, non lascerebbero i cittadini a baloccarsi con la farsa delle elezioni e con l’illusione di essere rappresentati in Parlamento. Se la permettono, è perché l’oligarchia massonica sa di poterla controllare tramite i suoi emissari, piazzati ovunque. D’altra parte, l’Anticristo sarà re, non presidente; eserciterà il potere in forma assoluta, totalitaria, dittatoriale. E chi avrà creduto alla favola della democrazia scoprirà troppo tardi di essere stato ingannato.
Paul DEROGIS : Il Ministro degli Interni vuole sciogliere Civitas, il solo partito cattolico presente in Francia. Questo scioglimento è ben lontano dall’essere realizzato e Civitas ha annunciato di essere pronta a fare ricorso in tutte le sedi giuridiche possibili se la minaccia dovesse concretizzarsi. Quale messaggio rivolgerebbe a Civitas, ai suoi dirigenti, ai suoi membri e ai suoi simpatizzanti, oltre alle belle parole su X (ex Twitter) che i nostri lettori hanno potuto leggere [Mons. Viganò mette al suo posto il Rettore di Notre-Dame di Parigi a proposito di Civitas]?
Ricordatevi delle parole di Nostro Signore: Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato Me. Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; poiché invece non siete del mondo, ma Io vi ho scelti dal mondo, per questo il mondo vi odia (Gv 15, 18-19). E poco oltre: Se hanno perseguitato Me, perseguiteranno anche voi (Gv 15, 20).
Vi chiedo dunque: preferireste essere approvati e incoraggiati dal Ministro dell’Interno di una nazione che si gloria di essere fondata sul sangue dei legittimi Sovrani di Francia? che nega la Fede rivelata da Cristo e calpesta la Sua Legge? che impone il culto pubblico dell’ateismo, dell’empietà, della perversione? La guerra mediatica che costoro muovono contro Civitas è una medaglia di cui essere fieri, in tempi di mediocrità e di viltà cortigiana. I Cattolici non sono nemici dello Stato, né dell’Autorità civile. Se chi governa li considera tali, è perché sta usando le istituzioni (temporali e spirituali) e l’autorità per i propri scopi, e non per il bene comune: è questo colpo di stato globale la vera minaccia con cui confrontarsi.
Pensate ai Vandeani, perseguitati per gli stessi motivi, per lo stesso odio che Satana non riesce a dissimulare sotto i formalismi farisaici della burocrazia repubblicana. E non è alla Repubblica, né al popolo che vi sostiene, ma a Dio che dovete chiedere aiuto, a Nostro Signore Gesù Cristo, che è Re Universale, sommo moderatore delle sorti del mondo, Signore della Storia e del tempo: se come Cattolici credete che ogni potestà derivi da Dio (Rom 13, 1), dovete essere anche persuasi che la Sua Signoria è vera, efficace, effettiva, reale! E questa Signoria, che Civitas vuole diffondere e propagare perché Cristo torni a regnare sui Francesi, appartiene a Dio Onnipotente, che può infiammare i cuori della Sua Carità e illuminare le menti con la Fede, riconvertendo la Francia, l’Europa, il mondo.
Se riporrete le speranze nella vostra azione mediatica, o nella strategia da adottare in tribunale, scenderete nel campo in cui l’avversario è certamente in vantaggio e probabilmente vincitore; se saprete essere con la coerenza della vostra vita quotidiana dei Cattolici degni di militare sotto le insegne di Cristo Re, la vittoria sarà certa, perché Cristo ha già vinto il mondo, e non saranno questi politici corrotti che vi avversano, questi personaggi senza morale, senza nerbo e senza onore, a impedire la disfatta del Nemico.
Paul DEROGIS : Un ex Ministro dell’Educazione nazionale scriveva qualche anno fa che la Republica avrebbe dovuto dar compimento alla Rivoluzione francese e che occorreva inventare una religione repubblicana, ossia la laicità. In effetti, assistiamo in Francia a una vasta azione di decristianizzazione, peraltro aiutata dalla cooperazione di un certo clero, come il Rettore di Notre-Dame di Parigi il quale, durante un programma televisivo, si è detto favorevole allo scioglimento di Civitas. Cosa potrebbe dire a tutti coloro che, tra i Cattolici ma anche tra coloro che sono alla ricerca di un riferimento spirituale, si chiedono come agire?
Questo ex ministro ha perfettamente ragione. La Rivoluzione si pone come contraltare dell’Ordine sociale cristiano: essa si appropria del potere e dell’autorità per sovvertirla nei suoi scopi, essendo pervertita nei principi, ma non mette in discussione il fatto che un governo, per essere in grado di perseguire i suoi obiettivi, deve essere guidato da una sola persona o da una ristrettissima élite. Quello che non accetta è che siano i buoni a governare con un potere che permetta loro pace, stabilità e prosperità. Come ho detto poc’anzi, la Rivoluzione condivide la visione di un’antitesi tra Bene e Male, ma rifiuta il Bene e promuove il Male, bestemmia Cristo e celebra Satana, deride la santità e le virtù, mentre incoraggia l’egoismo e il vizio. Non vuole l’abolizione del potere assoluto: vuole semplicemente essere lei a comandare; non vuole l’abolizione del potere temporale: pretende che esso si pieghi al Nuovo Ordine, rinnegando l’ordo christianus, ma mantenendo la propria influenza sul corpo sociale. Non vuole abolire la religione: vuole che essa sia la religione di Satana e non più la Religione di Cristo, ma continua a imporre verità da credersi, riti cui assistere, penitenze cui sottoporsi, martiri da invocare.
È un enorme errore credere che la laicità sia una scelta di neutralità dello Stato: la sua stessa imposizione è basata su un presupposto teologico che decreta ex cathedra l’indifferenza dell’autorità civile alla Legge di Dio e alla Signoria di Cristo, che pure è reale e alla quale nessuno ha il diritto di sottrarsi. Non è una scelta di neutralità, ma una dichiarazione di guerra fondata su una visione del mondo che non accetta di servire Cristo, per servire Satana. Le cerimonie tenute per l’inaugurazione del traforo del San Gottardo, le cerimonie di inaugurazione dei Giochi Olimpici del 2012 e di quelli del Commonwealth dell’anno scorso, con caproni e simboli esoterici, sono il contraltare delle processioni, dei templi votivi, degli atti con cui le Autorità civili delle nazioni cattoliche riconoscevano pubblicamente la Regalità sociale di Cristo. È un culto pubblico anche la psicosi climatica, del tutto infondata scientificamente, ma che viene imposta alle masse come una verità indiscutibile che legittima religiosamente e quindi moralmente l’eliminazione fisica delle persone, considerate colpevoli di emettere anidride carbonica e quindi meritevoli di punizioni severissime e di estinzione.
Ieri in nome del Bene e del Vero si proibivano i sacrifici umani e i riti pagani; oggi in nome del “bene della collettività” si è imposto un siero genico sperimentale che miete milioni di vittime, e in nome dell’ideologia woke si amputano i corpi dei minorenni per farli sembrare ciò che non sono e non saranno mai, e chi vi si oppone è criminalizzato, ostracizzato, additato come nemico pubblico. Gli scomunicati vitandi del passato, contro cui la retorica anticlericale si è stracciata le vesti, ci sono oggi riproposti non nei panni di un Loisy, ma in quelli di un no-vax o di chi mette in discussione le suicide politiche green. I buoni sono perseguitati, i malvagi premiati. È il regno distopico di Satana: non può che essere il contrario del Regno sociale di Cristo.
Paul DEROGIS : Vostra Eccellenza nota anche in altri Stati, a parte la Francia, la stessa ostilità del mondo politico e dei media mainstream nei confronti del Cattolicesimo?
La prima ostilità nei confronti del Cattolicesimo la vediamo anzitutto negli esponenti della chiesa bergogliana, questa chiesa contraffatta che si sovrappone alla vera Chiesa di Cristo. Sono settant’anni che la chiesa conciliare prosegue nella sua opera di demolizione della Chiesa Cattolica: ne adultera la dottrina, ne sovverte la morale, ne corrompe la liturgia, ne cancella la spiritualità, ne castra lo zelo apostolico, ne intorpidisce l’azione sociale. La chiesa del Vaticano II, che ci tiene tanto a definirsi così in antitesi alla “chiesa preconciliare”, ha posto le basi teologiche alla dissoluzione della società. Tutti gli errori dottrinali del Concilio si sono tradotti in errori filosofici, politici e sociali dagli esiti disastrosi per le Nazioni cattoliche. La rimozione del dogma della Regalità sociale di Nostro Signore dall’orizzonte conciliare ha trovato applicazione concreta – con il supporto dei partiti di ispirazione cristiana di matrice progressista, come la Democrazia Cristiana in Italia – nella cancellazione della Religione di Stato e nella laicizzazione della società, le cui leggi non dovevano più esprimere la Fede cattolica ma rispondere invece alle istanze di una società multiculturale e multireligiosa. La Dignitatis Humanæ ha di fatto decretato il suicidio della Chiesa, dal momento che con quel Decreto il Concilio abdicava al ruolo salvifico esclusivo – ripeto: esclusivo – che Cristo ha affidato solo alla Chiesa Cattolica. Perché prestare fede, d’altra parte, a dei Vescovi o a un Papa che ti dicono che la loro religione non è preferibile alle altre, nelle quali comunque ci si può salvare, ammesso che ci sia qualcosa da cui salvarsi? Noterete che il parallelo con le istituzioni civili è sempre presente: anche lo Stato, demolendo il concetto di autorità e screditandolo con funzionari corrotti, ha rinunciato alla propria sovranità e si è consegnato a poteri sovranazionali. Sperare che questi funzionari corrotti – con o senza mitria – possano consentire la soluzione del problema di cui sono autori e cooperatori è a dir poco assurdo. Occorre una purificazione radicale dell’autorità, con un ritorno a Cristo, riconosciuto unico detentore della Potestà di governo, nel mondo civile tramite i Re, nella sfera ecclesiastica tramite il Papa, entrambi Suoi vicari e vincolati nell’esercizio del potere alla volontà di Cristo, che quel potere detiene a pieno titolo.
A chi si illude di poter distruggere la Chiesa Cattolica, suggerisco di guardare la fine che hanno fatto i grandi eresiarchi e i persecutori dei Cristiani: la tomba, la putrefazione, l’oblio. Giuliano l’Apostata è morto, come sono morti tutti i nemici di Cristo. E la Chiesa è sempre sopravvissuta, perché essa è il Corpo Mistico di cui Cristo è Capo divino. Non prævalebunt non è un auspicio, una speranza, una pia illusione: è la promessa del Verbo Eterno del Padre, e nulla può modificare di una virgola ciò che il Signore ha deciso.
Paul DEROGIS : Eccellenza, cosa consiglierebbe ai sacerdoti di buona volontà, che desiderano essere fedeli alla dottrina cattolica di sempre e sono delusi dall’atteggiamento dei loro Superiori?
L’autorità dei Sacri Pastori viene da Cristo, unico detentore della Potestà nella Chiesa. Il Papa e i Vescovi esercitano questa autorità in forma vicaria: è Cristo che gliela affida, perché ne usino secondo i fini per i quali Egli l’ha voluta. Nel momento in cui un Papa usa la propria autorità per imporre qualcosa che ripugna all’autorità di Cristo, essa diviene illegittima perché taglia il cordone ombelicale con Dio. Obbedire a questa autorità, solo perché essa mantiene l’apparenza di un’autorità sacra non è obbedienza ma servilismo colpevole.
E perché questo argomento delicatissimo non appaia troppo ancorato alla teoria, vorrei chiamare in causa non solo la Verità divina, ma anche la Carità, entrambe attributi essenziali di Dio. Un fedele o un sacerdote che obbediscano ai loro Superiori ecclesiastici o civili per servilismo e sapendo di compiere un’azione discutibile o intrinsecamente cattiva, compiono anche un atto contro la Carità, perché tacciono dinanzi a un’azione colpevole, la ratificano con la loro pavidità e privano chi dà l’ordine cattivo di emendarsi e comprendere la gravità di quello che ha fatto. Non si amano i Superiori assecondandoli nei loro ordini senza condizioni e senza esercitare un sano giudizio critico, ma nell’essere al loro fianco come figli che assistono un padre, ne coprono le vergogne, ma non ne ratificano gli errori e i peccati. L’autorità non esiste senza una persona che la ricopra: Cristo nell’eternità gloriosa del Cielo, il Papa Suo Vicario nella Chiesa, i Sovrani Suoi vicari nei governi temporali. Se obbedire al Papa va contro l’obbedienza a Cristo, significa che il Papa è uscito dall’alveo che Nostro Signore ha stabilito proprio perché la sua autorità non fosse assoluta, ma fedele e umile espressione dell’autorità divina di Colui che ha conquistato l’umanità sulla Croce.
Invito questi sacerdoti a considerare come nel passato si comportarono, in situazioni analoghe, i loro confratelli. Pensino alle persecuzioni nella Germania luterana, dell’Inghilterra di Enrico VIII e Elisabetta I, dove bastava indossare la talare o possedere un Messale per essere torturati e squartati. Pensino alla Spagna nelle mani dei Comunisti e al Messico dominato dalla Massoneria, dove preti, frati e suore venivano impiccati o fucilati per non voler rinnegare Dio. Pensino infine ai Vescovi e ai sacerdoti che sessant’anni fa resistettero alla rivoluzione conciliare e continuarono a celebrare la Messa Apostolica, venendo per questo cacciati dalle diocesi, dalle parrocchie, dai monasteri per mano di chi intanto affermava di voler promuovere il dialogo con il mondo. La Storia della Chiesa è costellata di eroici esempi di Santi e Confessori della Fede, che mai cedettero alle pressioni, ai ricatti, alle minacce di chi voleva cambiare l’insegnamento di Cristo. Pensino alle schiere di Cristiani che nei primi secoli hanno affrontato il Martirio, perché in un mondo pagano ed ecumenico l’unica fede perseguitata era l’unica vera, la Fede in Cristo. Non riesco a capacitarmi della non-chalance con cui i fautori dell’orribile riforma liturgica abbiano potuto cancellare dalla preghiera pubblica dei chierici la recita dell’Ora canonica di Prima, in cui il quotidiano ricordo di queste morti eroiche nel Martirologio spronava i sacerdoti a una vita ben diversa.
E pensino anche a coloro che, per paura o per non perdere il proprio posto, scelsero vilmente la via del compromesso, dell’accettazione degli errori, della delazione dei loro confratelli. Essi risponderanno a Dio, e non ai potenti della terra, del proprio operato. E se il Signore ha voluto privilegiarli – come sempre fa con quelli che vuole far crescere sulla via della perfezione – con prove e persecuzioni, sappiano che Egli li aiuterà a portare la loro croce ricolmandoli di Grazie e dando loro la forza di affrontare ogni sofferenza, ogni discriminazione, ogni difficoltà. E se è la solitudine che li spaventa o li demoralizza, sappiano che come loro molti altri sacerdoti e religiosi sono in situazioni analoghe, e che unendosi e confrontandosi potrebbero incoraggiarsi e aiutarsi reciprocamente. Per questo ho fondato Exsurge Domine.
Dinanzi a noi si sta oggi aprendo una via regale verso la santità, una via degli ultimi tempi che chiede atti di eroismo e di coraggio, mossi dall’amore incondizionato verso il Signore e dalla sollecitudine verso le anime che Egli ha redento e che altri pastori indegni non solo abbandonano, ma spingono nel baratro dell’eterna dannazione incoraggiando vizi e eresie.
Chiedo loro, con le parole del Signore: Volete andarvene anche voi? (Gv 6, 67)Paul DEROGIS : I nostri lettori – molte decine di migliaia al giorno, provenienti dai cinque continenti – seguono Vostra Eccellenza con grande interesse e apprezzano il Suo coraggio e la Sua determinazione. Potrebbe darci l’indirizzo del Suo sito e delle piattaforme social su cui possano leggere direttamente i Suoi interventi?
Come dicevo poc’anzi, l’Associazione Exsurge Domine da me fondata due mesi fa ha come scopo l’assistenza spirituale e materiale per i sacerdoti, i religiosi e le religiose oggi oggetto della persecuzione della setta bergogliana a causa della loro fedeltà a Cristo.
Chi nel 1534 pretendeva che il Clero aderisse con un giuramento all’Atto di Supremazia di Enrico VIII o nel 1790 imponeva la Costituzione civile del Clero non è molto diverso nei suoi principi e nei suoi scopi da quanti oggi – con l’aggravante di essere esponenti della Gerarchia cattolica – pretendono sostanzialmente la medesima cosa in nome del Vaticano II o del Sinodo sulla Sinodalità [qui]. Non fu forse l’Assemblea Nazionale a imporre l’elezione dei Vescovi e dei parroci, che oggi viene caldeggiata come conquista democratica? E cosa c’è di diverso nel comportamento di Bergoglio rispetto a Enrico VIII, quando pretende di legiferare come capo della “chiesa conciliare e sinodale” con atti di governo volti a separare il corpo ecclesiale dalla Chiesa di Cristo?
Chi vuole aiutare questi sacerdoti, religiosi e religiose perseguitati può farlo in molti modi, anzitutto con la preghiera e con l’elemosina: sul sito exsurgedomine.org è possibile inviare donazioni, oppure far celebrare Sante Messe e destinarne le offerte ai sacerdoti privati del loro sostentamento. È altresì possibile contattarci per ricevere un consiglio, un aiuto spirituale, un’indicazione per orientare la propria vocazione. Nel sito vi è anche una sezione in cui si può seguire lo stato di avanzamento dei lavori del primo importante progetto di Exsurge Domine, che consiste nella costruzione di un monastero da destinare alla Comunità benedettina di Pienza. Gli impegni sono molti e molto onerosi, ma abbiamo fiducia che San Giuseppe, tesoriere della Provvidenza, vorrà ispirare i fedeli ad aiutarci.
Faccio appello a tutti i buoni sacerdoti: c’è bisogno di voi! C’è bisogno di preti buoni e coraggiosi che organizzino le celebrazioni per i gruppi di fedeli privati della Messa tradizionale da Traditionis custodes [qui] o che sono rimasti disgustati dalle aberrazioni e dai sacrilegi delle messe novus ordo. Tanti focolari aspettano un sacerdote per riunirsi intorno a lui in cappelle domestiche. C’è urgenza di sacerdoti che assicurino la cura spirituale e l’amministrazione dei Sacramenti alle comunità religiose femminili – penso in particolare alle Carmelitane di Arlington in Texas fatte oggetto di un attacco senza precedenti da parte dell’Ordinario e del Dicastero per i Religiosi agli ordini di Bergoglio [qui]. C’è bisogno di unire le forze, con umiltà e fermezza, perché rimanga un pusillus grex che possa ricostruire ciò che è stato distrutto. I nostri figli ce ne saranno riconoscenti, come lo furono i figli di chi seppe resistere all’arianesimo, all’iconoclastia e a tutte le eresie e persecuzioni del passato.
E che sia chiaro: non abbiamo la presunzione di costituire una chiesa parallela di catari, di “puri”, ma di dare una risposta per il tempo che sarà necessario a una situazione di emergenza e di crisi. Nessuno vuole usurpare l’autorità dei legittimi Pastori: piuttosto, cerchiamo di organizzarci per resistere a Pastori eretici e apostati, disobbedienti a Nostro Signore e ribelli al Suo divino insegnamento. Sono costoro, e non i buoni Cattolici, a porsi fuori della Chiesa di Cristo e proprio per questo la loro autorità ne è totalmente inficiata.
Preghiamo di essere degni di questo compito e di poter vedere il giorno in cui la Santa Chiesa sarà purificata dai cinghiali che la devastano (Ps 79, 14). Dio degli eserciti, volgiti, guarda dal cielo e vedi e visita questa vigna (ibid., 15).
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Nota di Chiesa e post-concilio
1. Nella Liturgia delle Ore, l'inno dei Vespri è lo stesso (Te saeculorum Principem), ma da esso sono state soppresse proprio quelle strofe che parlano esplicitamente della regalità sociale ("Te nationum praesides..." e "Submissa regum fulgeant..."). Nella seconda strofa, inoltre, il riferimento al laicismo ("Scelesta turba clamitat: / Regnare Christum nolumus" = "La folla empia grida: Non vogliamo che Cristo regni") è stato rimpiazzato da una frase generica e indefinita ("Quem prona adorant agmina / hymnisque laudant cælitum" = "Ti adorano prone le schiere celesti e ti lodano con inni").
Completamente diverso l'inno dell'Ufficio delle Letture (il vecchio Mattutino), privo anch'esso di qualunque riferimento alla dimensione sociale e temporale del Regno di Cristo. Le letture tratte dall'enciclica Quas primas, che il Breviario antico assegnava al secondo Notturno, sono state rimpiazzate da un brano di Origene, di carattere marcatamente spirituale.
Così pure si cercherebbe invano un'allusione o un accenno alla necessità che Cristo regni sulla società civile nel nuovo inno delle Lodi mattutine.
La nuova orazione ricalca lo schema della vecchia, modificandone però completamente il senso.
Così pure si cercherebbe invano un'allusione o un accenno alla necessità che Cristo regni sulla società civile nel nuovo inno delle Lodi mattutine.
La nuova orazione ricalca lo schema della vecchia, modificandone però completamente il senso.
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Nota di Chiesa e post-concilio
1. Nella Liturgia delle Ore, l'inno dei Vespri è lo stesso (Te saeculorum Principem), ma da esso sono state soppresse proprio quelle strofe che parlano esplicitamente della regalità sociale ("Te nationum praesides..." e "Submissa regum fulgeant..."). Nella seconda strofa, inoltre, il riferimento al laicismo ("Scelesta turba clamitat: / Regnare Christum nolumus" = "La folla empia grida: Non vogliamo che Cristo regni") è stato rimpiazzato da una frase generica e indefinita ("Quem prona adorant agmina / hymnisque laudant cælitum" = "Ti adorano prone le schiere celesti e ti lodano con inni").
Completamente diverso l'inno dell'Ufficio delle Letture (il vecchio Mattutino), privo anch'esso di qualunque riferimento alla dimensione sociale e temporale del Regno di Cristo. Le letture tratte dall'enciclica Quas primas, che il Breviario antico assegnava al secondo Notturno, sono state rimpiazzate da un brano di Origene, di carattere marcatamente spirituale.
Così pure si cercherebbe invano un'allusione o un accenno alla necessità che Cristo regni sulla società civile nel nuovo inno delle Lodi mattutine.
La nuova orazione ricalca lo schema della vecchia, modificandone però completamente il senso.
Così pure si cercherebbe invano un'allusione o un accenno alla necessità che Cristo regni sulla società civile nel nuovo inno delle Lodi mattutine.
La nuova orazione ricalca lo schema della vecchia, modificandone però completamente il senso.
6 commenti:
Una intervista bellissima, nella quale Monsignore rammenta i capisaldi della più pura Dottrina Cattolica, massimamente sulla Regalità Sociale di Nostro Signore Gesù Cristo. Leggendola, mi ha commosso. Dopo aver ricevuto un bel dono, bisogna rigraziare: Deo gratias e grazie di cuore, Monsignore!
Ma dietro alla Nouvelle Theologie, dietro al Reno che si gettava nel Tevere, dietro ai rampanti teologi nordeuropei, dietro ai Rahner, Teilhard de Chardin, Suenens, dietro al giovane Ratzinger, dotto accademico tedesco in giacca e cravatta, QUALI POTENTATI POLITICI ED ECONOMICI HANNO VOLUTO LA SCONFITTA E LA SOTTOMISSIONE DEL CATTOLICESIMO ROMANO, RIDOTTO AD UNA SUCCURSALE DELL'ONU, MISERICORDIOSA ONG, MODERNISTA ED INUTILE???? E adesso a programma realizzato, possiamo ammirare i successi ottenuti CHIESE VUOTE, SEMINARI VUOTI, PIAZZA S. PIETRO VUOTA LA DOMENICA PER L'ANGELUS PAPALE, MATRIMONI CATTOLICI DIVENUTI UNA RARITA', ASSENZA TOTALE DI POLITICI VERAMENTE CATTOLICI eccc Evaporazione del Cattolicesimo Romano. AD OPERA DI CHI????
# Ad opera di chi?
Inutile prendersela con l'azione dei potentati esterni, che hanno sempre premuto contro la Chiesa da fuori e da dentro. La radice profonda del male che affligge la Chiesa è interna, viene dalla perdita della fede della Gerarchia in quanto tale. Tale indebolimento ha aperto la porta della Chiesa visibile a tanti elementi che non erano degni di entrarvi.
E adesso ne paghiamo le conseguenze estreme.
Finanza cosmopolita? Massoneria inglese? Corruzione spicciola dei soliti invidiosi?
Divagazione notturna.
Diceva il principe Antonio De Curtis, in arte Totò, famoso comico napoletano del Secondo Dopoguerra, sino agli anni Sessanta del XX secolo:
"Sono qui pro tempore".
"In privato non rido mai...Resto il principe Antonio de Curtis, un distinto gentiluomo...Il principe è un signore compassato, non troppo loquace, riservatissimo...Amo la notte, odio il giorno. Sono calmo, privo d'ansia" [Nella parte finale della sua vita era diventato quasi cieco].
"Io sono un uomo all'antica...Il mondo moderno, il mondo d'oggi, per me non c'è, non esiste...Detesto tutto di esso: la fretta,il frastuono, l'ossessione, la volgarità, l'arrivismo, la frenesia, le brutte maniere, la mancanza di rispetto per le tradizioni, le stupide scoperte...Quella è una gioventù di scimuniti pericolosi...Niente divorzio. Niente libertà sessuale, niente uguaglianza dei sessi e altre schifezze..".
"Io sono un mimo nato, lavoro con la faccia, senza trucco".
"I canoni della comicità sono sempre gli stessi, non esiste il comico moderno".
"La comicità vera ha sempre un fondo macabro, tragico".
"La Napoli di allora, degli anni intorno al Venti, è scomparsa, non c'è più. Quella odierna è una cosa diversa, spesso non la riconosco. La mia Napoli è lontana. Adesso c'è il Napoli, alla larga! Tutte fregnacce, fetenzie, fracasso. Detesto il fracasso...".
Riflessioni del celebe attore, raccolte nella prima parte degli anni Sessanta del secolo XX.
ar
Ajonimo 18:45
# chiese vuote, seminari vuoti....
Ma ciò non accade nelle comunità legate alla Tradizione!
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