ma qualcosa di molto più profondo
di John Horvat
Dove sta andando la Chiesa cattolica? La Chiesa Una Santa è viva e immacolata nel Suo Sposo; ma una parte di quella visibile rischia di subire una 'mutazione genetica' o questa è già avvenuta nostro malgrado e ne stiamo vedendo gli effetti? Ci confrontiamo per "resistere", nella fedeltà.
“Questo è per te, umano. Tu e solo tu. Non sei speciale, non sei importante e non sei necessario. Sei una perdita di tempo e di risorse. Sei un peso per la società. Siete una perdita per la terra. Siete una macchia sul paesaggio. Siete una macchia sull’universo. Per favore, muori. Per favore”.
San Tommaso di fronte alla 'dottrina del mistero'
Per i teologi del mistero la Messa è innanzitutto la presenza dell'atto redentore, dell'azione redentrice, grazie alla liturgia. La presenza reale non è negata, ma diventa in qualche modo secondaria.
Il contrasto tra la posizione tomista, che si appoggia sulla presenza reale per spiegare il sacrificio, e la teologia del mistero, che si appoggia su una misteriosa presenza dell'atto redentore non è sfuggito ai nuovi teologi. Ecco come un teologo del mistero giudica l'opera del teologo tomista dom Vonier:
Costui indipendentemente dagli studi di Maria-Laach e partendo da San Tommaso, arrivava all'incirca allo stesso risultato di Dom Casel. Nel suo bellissimo libro La Chiave della dottrina eucaristica egli parla spesso della "ripresentazione cioè nel rendere presente in senso letterale " della morte di Cristo. Ciononostante, ciò non significa per lui che la presenza del Christus passus e per nulla della passio Christi, dell'atto stesso della passione. In definitiva, dom Vonier si arresta proprio davanti al punto centrale della dottrina del mistero, la Mysteriengegenwart o la presenza sacramentale dell'opera redentrice nel culto della Chiesa.(3)
Di fatto è perché c'è una presenza sacramentale e del tutto reale del Christus passus, che la Messa è un vero sacrificio e che essa "ripresenta e rinnova il sacrificio della Croce(4). Mentre il carattere oscuro delle spiegazioni della "presenza misterica", tendente a svalutare la presenza reale e sostanziale della vittima del Calvario sull'altare. E conseguentemente, ciò può portare a conseguenze molto distanziate dalla teologia cattolica, come quella di una messa pretesa valida senza consacrazione.
EPISTOLA (1Ts 1,2-10). - Fratelli: Noi rendiamo sempre grazie a Dio per tutti voi, facendo continuamente memoria di voi nelle nostre orazioni, ricordandoci, davanti a Dio e Padre nostro, dell'opera della vostra fede, dei sacrifizi della vostra carità e della ferma vostra speranza nel Signore nostro Gesù Cristo, sapendo, o fratelli da Dio amati, che siete degli eletti. Infatti il nostro Vangelo tra di voi non fu solo a parole, ma anche nelle virtù e nello Spirito Santo e in molto accertamento; voi del resto ben sapete quali siamo stati fra di voi per vostro bene. E voi siete divenuti imitatori nostri e del Signore avendo ricevuto la Parola in mezzo a molte tribolazioni con la gioia dello Spirito Santo, fino a divenire modello a tutti i credenti nella Macedonia e nell'Acaia. Infatti da voi la parola di Dio si è divulgata, non solamente per la Macedonia e per l'Acaia, ma da per tutto si è propagata anche la fama della fede che voi avete in Dio, e tanto che non abbiamo bisogno di parlarne; perché la gente stessa parla di noi, raccontando in che modo siamo venuti da voi e per aspettare dai cieli il suo Figliolo, che egli ha risuscitato da morte, Gesù, il quale ci ha salvati, dall'ira ventura.
Il ministro e i suoi assistenti ricevevano prima la comunione, poi il pane e poi il vino, e ora il pane doveva essere "quale si mangia di solito a tavola... ma il migliore e più puro pane bianco che si possa trovare". Questo pane veniva spezzato o tagliato a pezzi e se ne avanzava qualcosa, il sacerdote era autorizzato a portarlo a casa per uso personale, insieme al vino in eccesso. Il pane in questa forma intendeva rappresentare l'Ultima Cena in modo più realistico e sottolineare (come l'uso secolare del pane e del vino) che gli elementi non erano consacrati. Per lo stesso motivo, quando il sacerdote li distribuiva all'assemblea, un pezzo di pane veniva messo nelle mani di ogni fedele, non in bocca come prima. Le parole della somministrazione furono cambiate per esprimere lo stesso concetto: "Prendi e mangia questo, in ricordo che Cristo è morto per te, e nutriti di lui nel tuo cuore con la fede, con il ringraziamento". (Orme, 381).