Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

lunedì 23 dicembre 2024

Gesù nella mangiatoia : simbolo potente dedotto dal significato storico

Sapevate che Gesù nella mangiatoia aveva un significato storico? Non è stato un caso!
Naturalmente le mangiatoie sono mangiatoie per animali, ma nell'antica Israele erano fatte di pietra, non come quelle di oggi.
Non è comoda, ma è ideale come protezione. Per questo coloro che erano esperti in questa materia, cioè i sacerdoti, mettevano i loro agnelli appena nati in quelle mangiatoie per proteggerli.
Ma non un agnello qualunque, erano gli agnelli perfetti senza macchia che si usavano nel sacrificio per i peccati.

E Betlemme, dove nacque Gesù, era famosa per i suoi AGNELLI IMMACOLATI usati per il sacrificio.
Questi agnelli dovevano essere perfetti, per questo li avvolgevano saldamente nella stoffa e li mettevano a letto nella mangiatoia per tenerli al sicuro.

Questo è esattamente il motivo per cui l'unica volta che si menziona nella storia la nascita di Gesù viene raccontata ai pastori.
Luca 2 dice: -"Questo sarà un segno per te, troverai un bambino avvolto in stoffa e sdraiato in una mangiatoia". I pastori avrebbero capito questo potente parallelo. Sapevano cosa significavano la stoffa e la mangiatoia!
Questo bambino era L'AGNELLO PERFETTO DIO! Il Messia che avrebbe sacrificato la sua vita per i peccati di tutto il mondo. Non era solo un bambino avvolto in pannolini steso in una mangiatoia, era il figlio di DIO: perfetto, senza peccato e santo, che si sarebbe umiliato per diventare il sacrificio perfetto e riconciliarci con un nuovo patto con lui. È il sangue dell'Agnello di Dio che prende su di Sé i peccati del mondo che ci purifica da ogni peccato.
_________
Betlemme (in arabo: بَيْتِ لَحْمٍ, Bayti Laḥmin, Bayt Laḥm, lett. "Casa della Carne" ; in ebraico בֵּיִת לֶחֶם, [Beit Lehem], lett. "Casa del Pane" ; in greco Βηθλεέμ [Bethleém])
È qui che è nato, e in una mangiatoria è stato deposto, il Pane Vivo disceso da Cielo, il cibo che dà la salvezza e la vita eterna.

Un canto misterioso: Adeste Fideles

Nella bellissima interpretazione di Giuni Russo qui. Trovate il testo in calce.

Un canto misterioso: Adeste Fideles
Aurelio Porfiri 19 dicembre

Ho più volte accennato, parlando della liturgia, di come essa soffra di una crisi di identità che coinvolge anche la musica sacra. I testi forniti nel Messale sono spesso ignorati nel nome di canti non sempre di qualità adeguata. Questo riguarda anche le grandi feste, come il Natale, anche se c’è da dire che qui c’è un repertorio di canti che costituiscono un bagaglio importante per un repertorio comune nel segno della tradizione.
Un esempio in questo senso è Adeste Fideles, una bella melodia di origine incerta, con le parole di John Francis Wade (diciottesimo secolo). Di questo canto esistono molte traduzioni nelle lingue vernacolari, ma non c’è dubbio che la versione originale in latino ha tutto un altro fascino. Delle origini di questo canto non sappiamo molto. Un articolo che è apparso sul Blog della musica, lo definisce un “canto misterioso”. Certo non è semplice risalire all’autore principale, in effetti è stato attribuito a vari autori e per il testo si è anche parlato di san Bonaventura. La musica è stata attribuita a vari musicisti, tra cui Georg Friedrich Händel. Ma sembra che il compositore fu, appunto, John Francis Wade (1711-1786). Ma chi era Wade? Non ne sappiamo molto, alcuni lo dicono membro del clero, per altri era laico. Quello che sappiamo era che si trattava di un inglese e cattolico, ed essere cattolico non era semplice nell’Inghilterra del XVIII secolo. Egli era un copista di musica e la versione che conosciamo di Adeste Fideles ci è giunta attraverso di lui, datata tra il 1740 e il 1743 (blogdellamusica.eu). Dom Jean Stéphan In un suo libro del 1947 cercò di ricostruire le origini di questo canto (Adeste Fideles. A Study on Its Origin and Development. Buckfast Abbey, South Devon, 1947).

domenica 22 dicembre 2024

Mons. Carlo Maria Viganò: “la Chiesa di Oggi è in pieno delirio”

Qui l'indice degli interventi precedenti e correlati.
Intervista
di Andrea Caldart per QuotidianoWeb
con l’Arcivescovo Carlo Maria Viganò
20 Dicembre 2024

Andrea Caldart: La Chiesa di Bergoglio sembra in subbuglio: molti fedeli continuano a vedere che questo Papa scomunica sacerdoti e non solo, perché producono evidenze sul fatto che Papa Benedetto XVI non abbia mai effettivamente rinunciato al “munus” petrino. Mons. Viganò, in quale Chiesa stiamo vivendo?

Carlo Maria Viganò: La “chiesa” di Bergoglio non è solo in subbuglio: essa è in pieno delirio. Se questo può avvenire, è proprio perché non è più la Chiesa Cattolica, ma la sua scandalosa contraffazione; e perché al posto del Papa sul Soglio di Pietro siede un tiranno eretico e usurpatore. La scomposizione fra munus e ministerium è un artificio prodotto dal pensiero di matrice hegeliana di Joseph Ratzinger – Benedetto XVI: l’ho spiegato diffusamente nel mio intervento sul tema, parlando di “Papato scomposto”. Vorrei cogliere l’occasione per ribadire qui un concetto che considero fondamentale: qualsiasi attacco alla divina istituzione del Papato (e, con esso, alla Chiesa) ha come fine ultimo la trasformazione della sacra potestà del Romano Pontefice, che è Vicario e luogotenente dell’unica Autorità, quella di Cristo Pontefice, in un potere di origine umana, sul modello delle moderne democrazie liberali di impianto parlamentare. È a questo che mira, peraltro, la dottrina ereticale sulla sinodalità: essa mina la costituzione divina e la natura monarchica della Chiesa, voluta dal suo divino Fondatore, Nostro Signore Gesù Cristo, che è Re non solo delle società temporali, ma anche – e soprattutto – della società religiosa, ossia della Chiesa Cattolica, Corpo Mistico di cui Egli è Capo.

Dominica Quarta Adventus ("Rorate") - Le sette antifone "O": originale latino e traduzione

Continuiamo a proporre i testi che appartengono alla vena aurea dei tesori che La Catholica ci ha tramandato e che noi disseppelliamo per rimeditarli e perché non siano consegnati all'oblìo e possano nutrire anche questa generazione e quelle che verranno. Di seguito trovate tutte Le Antifone "O" riunificate.
Vi ricordo: Dominica Prima Adventus [qui] con La Storia dell'avvento;
Dominica Prima Adventus [qui] con La Mistica dell'avvento;
Dominica secunda Adventus con La Pratica dell'Avvento [qui]; 
Dominica Tertia Adventus ("Gaudete") - Tempore Adventus e la seconda venuta [qui].
Intróitus
Is. 45, 8 - Roráte coeli désuper, et nubes plúant iustum: aperiátur terra, et gérminet Salvatórem.
Ps. 18, 2 - Coeli enárrant glóriam Dei: et ópera mánuum eius annúntiat firmaméntum.

Piovete dall’alto o cieli, e madateci il giusto, o nubi: si apra la terra e dia frutti di salvezza. I cieli narrano la gloria di Dio, e il firmamento narra l’opera delle sue mani.

Eccoci entrati nella Settimana che precede immediatamente la Nascita del Messia: fra sette giorni al più tardi, egli verrà; e secondo la lunghezza del tempo dell'Avvento, la quale varia ogni anno, può accadere che la venuta tanto desiderata abbia luogo fra sei giorni, fra tre giorni o anche domani. La Chiesa conta le ore di attesa; veglia giorno e notte, e i suoi Uffici hanno preso una solennità insolita dal 17 dicembre. Alle Laudi, essa varia ogni giorno le Antifone; ai Vespri, esprime con tenerezza e maestà i suoi desideri di Sposa con brucianti esclamazioni verso il Messia, nelle quali gli da per ciascun giorno un titolo magnifico attinto dal linguaggio dei Profeti.

Oggi [1] essa da gli ultimi tocchi per commuovere i suoi figli. Li trasporta nella solitudine e mostra loro Giovanni Battista, sulla cui missione li ha già istruiti nella terza Domenica. La voce di quell'austero Precursore risuona nel deserto e si fa sentire fin nelle città, predicando la penitenza, la necessità di purificarsi nell'attesa di colui che sta per apparire. Ritiriamoci in disparte durante questi giorni; o se non possiamo farlo a causa delle nostre occupazioni esteriori, ritiriamoci nel segreto del nostro cuore e confessiamo la nostra iniquità, come quei veri Israeliti che venivano, pieni di compunzione e di fede nel Messia, a completare ai piedi di Giovanni Battista l'opera di preparazione per riceverlo degnamente quando fosse apparso. Ora, ecco la santa Chiesa che, prima di aprire il libro del Profeta, ci dice all'ordinario, ma con solennità sempre maggiore:

sabato 21 dicembre 2024

La follia omicida si fermerà solo quando l’Occidente si difenderà dall’islamismo

Ma come fanno a ripeterci fino alla nausea il ritornello dell'integrazione, quando, tra l'altro, non si è mai fatto nulla — né se ne parla ora — per far rispettare le nostre leggi in casa nostra? Poi non possiamo aspettarci che non impongano la jihad, appena l'invasione sarà ad uno stadio più avanzato. Nel Regno Unito già succede... Indice degli articoli sul filo-islamismo

Il caso del giorno: l'attentato di ieri a Magdeburgo.

Due versioni divergenti: la prima (Adnkronos) — sottolineata con enfasi da tutti i Tg con l'aggiunta che l'attentatore fosse sotto l'effetto della droga — chi conosce l'islam può spiegarla benissimo: si chiama taqiyya (dissimulazione) ed è un comportamento che fa parte delle prescrizioni coraniche! Chi conosce il mainstream può spiegarlo con l'ignoranza o, più attendibilmente, con incipiente dhimmitudine. La seconda versione, riportata di seguito dopo una breve chiosa, è più aderente alla realtà.

Teodicea e fede nell'epoca del disincanto

Riconoscere l'incanto significa comprendere e riconoscere l'operare della grazia nei movimenti della storia. Nella nostra traduzione da European conservative lo deduciamo dalla conclusione:  «Molti o anche la maggior parte di noi moderni sono disperati. La parte peggiore di tutte è che non lo sappiamo. Come i medici di seconda categoria, curiamo i sintomi, non la malattia. Il disincanto non può essere curato da altri medicinali. Sono morto e sono stato sepolto in una macchina per la risonanza magnetica e in una sala operatoria al centro medico UCLA; eppure vivo, non più io, ma Cristo vive in me».

Teodicea e fede nell'epoca del disincanto

Molti americani si dirigono in Europa per lo stesso motivo: per ritrovare un senso di incanto. Gli americani, con la loro enfasi sull'efficienza e il pragmatismo, cercano luoghi che producano meraviglia, dove la mente possa vagare liberamente. Nonostante le concessioni postbelliche all'influenza americana, l'Europa è ancora un luogo in cui la meraviglia è abbondante e lo stupore non è ancora stato inghiottito dall'utilitarismo. All'Università di St. Andrews, in Scozia, nell'anno del Signore 2004, ho scoperto che il visivo e il metafisico sono indissolubilmente legati. Alcune idee possono prendere il volo solo nel contesto giusto: tra castelli medievali e rovine di cattedrali, strade acciottolate e stipiti di porte ad arco basso di molto tempo fa, quando le persone erano denutrite e curve per non guardare Dio in preghiera.

Due anni dopo le restrizioni alla messa tradizionale, l'arcidiocesi di Washington si trova in gravi difficoltà finanziarie

Nella nostra traduzione da Rorate Caeli gli effetti catastrofici, per l'arcidiocesi di Washington, delle restrizioni di Traditionis custodes e successivi [vedi].
Due anni dopo le restrizioni alla messa tradizionale,
l'arcidiocesi di Washington si trova in gravi difficoltà finanziarie


Due anni fa, l'arcidiocesi di Washington ha deciso di porre fine alla messa latina tradizionale presso Old St. Mary e altre cinque parrocchie. Come gran parte della Chiesa, l'arcidiocesi stava vivendo un rapido declino da decenni. Tale declino è stato esacerbato dalla rivelazione degli abusi sessuali dell'ex cardinale Theodore McCarrick durante la "Summer of Shame"(l'estate della vergogna) del 2018. Ma nonostante tutto, le sette parrocchie con la Messa tradizionale sono state tra le più fiorenti e generose dell'arcidiocesi.
La decisione del cardinale Gregory nel 2022 di porre fine alla Messa antica in queste parrocchie e sostituirlo con tre "centri di messa", con solo la messa domenicale e nessuna vita parrocchiale, è stata incredibile. Particolarmente sorprendente è stata la cancellazione della messa latina a Old St. Mary a Chinatown. Old St. Mary stava morendo quando la Messa antica è stata reintrodotta con il permesso del cardinale James Hickey a metà degli anni '80. Il Rito tradizionale ha riportato in vita la congregazione. Come ha notato l'ex parrocchiano Kenneth Wolfe, entro il 2022, esso a Old St. Mary rappresentava "circa due terzi del reddito di quella parrocchia, il 100 percento dei cantori volontari della chiesa e circa il 90 percento della sua base di volontari". 

venerdì 20 dicembre 2024

RFK Jr. afferma che ci sono "troppi aborti" durante l'incontro con i senatori repubblicani

Nella nostra traduzione da Lifesitenews recenti dichiarazioni di Kennedy Jr sull'aborto. Importanti, nonostante i recenti cedimenti nel contesto della campagna elettorale, per recuperare terreno su un fronte delicatissimo.
RFK Jr. afferma che ci sono "troppi aborti"
durante l'incontro con i senatori repubblicani

RFK Jr. ha promesso di riproporre diverse politiche pro-life positive del primo mandato di Trump, scegliendo anche dei deputati pro-life che lo assistano presso il Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani.
Robert F. Kennedy Jr. avrebbe dichiarato di credere che ci siano "troppi aborti nel mondo", durante un incontro con i senatori repubblicani, mentre è impegnato a consolidare il sostegno alla sua nomina a capo del Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani.
Si dice che abbia anche promesso che l'amministrazione Trump avrebbe ripristinato le politiche pro-life del suo primo mandato e che si sarebbe opposto ai tentativi di includere "l'identità di genere" nella legge federale sull'assistenza sanitaria e di obbligare i medici a fornire farmaci e interventi chirurgici per le persone transgender.
Avrebbe dichiarato: "Penso che ci siano troppi aborti nel mondo, iniziamo da lì". Fonte delle citazioni: il senatore Markwayne Mullin (R-OK) che ha ripreso la conversazione sul The Daily Wire, riferendo a RFK Jr. : "Non è che non do' valore alla vita, do' valore alla vita; solo che in alcune circostanze la vedo in modo un po' diverso, a causa di quanto abbiamo passato come famiglia".

Arciv. Viganò su X / Belgio: nuovo ruolo 'ordinato' per le donne

Un vicariato affidato a una laica che pretende di essere nominata nella preghiera eucaristica, subito dopo il Papa e il vescovo. Accade nell'arcidiocesi di Bruxelles, dove la sinodalità stravolge la struttura gerarchica della Chiesa: in sostanza si tratta della distorsione di un esercizio del potere di governo da parte dei laici. Qui l'indice degli interventi precedenti e correlati.

Arciv. Viganò su X / Belgio: nuovo ruolo 'ordinato' per le donne

La Diocesi belga di Malines-Bruxelles (già retta da Leo Joseph Suenens e da Godfried Danneels) non potendo, per ora, procedere speditamente verso l’istituzionalizzazione di un ruolo ordinato per le donne, aggira il problema con l’introduzione di una figura spuria - la “delegata episcopale”, la signora Rebecca Alsberge - la cui azione del tutto illegittima nel governo e nella guida della Diocesi concretizza i migliori auspici del Sinodo sulla Sinodalità.
Sul modello delle repubbliche parlamentari di matrice rivoluzionaria, l’autorità dei Vescovi viene “delegata” a dei laici e addirittura a delle donne, giungendo a nominarli nel Canone della Messa assieme al Papa e all’Ordinario.
Così, mentre qualche devoto Prelato deplora la presunta “volontà di scisma” di chi denuncia l’anti-papa Francesco e l’apostasia della Gerarchia bergogliana, si realizza “per via pastorale” la destrutturazione del Sacerdozio Cattolico, “scomposto” artificialmente in munus (agli uomini ordinati) e ministerium (alle donne delegate).
Chissà se Ratzinger, nel tentativo di dimettersi dal Papato appellandosi a questa divisione dell’autorità dei Pastori, si è reso conto di creare le basi per la trasformazione della Chiesa in un’istituzione mondana, violando sfrontatamente la volontà del suo divino Fondatore? - Fonte

Lussuria, Orgoglio, Rovina Irredimibile: La Caduta degli Angeli nella Vita Medievale

Il testo che segue potrebbe essere la conclusione — o forse sarà solo una pausa, perché c'è ancora molto da dire! — della serie di Via Mediaevalis sugli angeli nella cultura e nella teologia del Medioevo. Gli articoli precedenti: L’angelologia biblica e letteraria del Medioevo qui; Fiat Lux: La creazione degli angeli qui; Gli angeli: giardinieri nella creazione di Dio qui; Gli angeli agli occhi del medioevo qui.

Lussuria, Orgoglio, Rovina Irredimibile:
La Caduta degli Angeli nella Vita Medievale


Non possiamo concludere questo viaggio attraverso l'angelologia medievale senza affrontare un argomento che, ahimè, non è minimamente edificante come gli altri di questa serie. È, in effetti, esattamente l'opposto di edificante. È decisamente deprimente, sia spazialmente che emotivamente, ma deve comunque essere affrontato: in primo luogo, perché siamo in tempo di Avvento e la Luce neonata sarà tanto più luminosa se i nostri occhi si saranno adattati all'oscurità. 
E, in secondo luogo, perché non tutti gli angeli, come abbiamo visto la volta scorsa qui, apprezzano le poesie e i dipinti dell'umanità, o meglio, alcuni angeli "apprezzano" solo quelle poesie e quei dipinti che sono tanto depravati e grotteschi quanto loro.

Parlo degli angeli che, nell'immaginario medievale, si trasformarono in bestie e caddero nelle fauci fiammeggianti degli inferi. Li chiamiamo demoni, ma sono demoni in virtù del loro stato, non della loro natura. Da una prospettiva ontologica, sono semplicemente angeli; facciamo bene a ricordarcelo di tanto in tanto, perché gli angeli, come hanno sottolineato gli ultimi due articoli, sono come noi. La differenza tra angelo e demone, tra bellezza e degradazione, gioia e miseria, gloria e rovina, inizia in quella stessa terribile facoltà che conduce il grande dramma della vita umana alla commedia o alla tragedia : la libertà e la capacità di scegliere.
Molti si lamentano della divina Provvidenza per aver permesso ad Adamo di trasgredire; lingue stolte! Quando Dio gli diede la ragione, gli diede la libertà di scegliere, perché la ragione non è altro che scegliere; altrimenti sarebbe stato un mero Adamo artificiale. —John Milton, “Areopagitica

giovedì 19 dicembre 2024

Prefazione a “J’ACCUSE”, il nuovo libro di Mons. Carlo Maria Viganò

Presentazione del libro qui. Qui l'indice degli interventi precedenti e correlati.
Prefazione a
“J’ACCUSE”

Il nuovo libro di Mons. C. M. Viganò

Testo corretto della Prefazione

Per un errore di redazione, la bozza finale consegnata a Amazon per la pubblicazione riportava un testo errato della Prefazione scritta dal dott. Jerome R. Corsi. La correzione sulle prossime stampe è già in corso, ma per chi avesse ricevuto il libro con il testo errato, riportiamo qui di seguito la versione corretta.
_______

Noi di Post Hill Press siamo onorati di pubblicare il libro dell’Arcivescovo Carlo Maria Viganò J’Accuse: Per fare luce sulla mia “scomunica”.
Con questo titolo, Sua Eccellenza cita il breve saggio: J’accuse le Concile! che Mons. Marcel Lefebvre, fondatore della Fraternità San Pio X, scrisse nel 1976. L’Arcivescovo francese scriveva: «È essenziale demistificare questo Concilio che i responsabili del Vaticano II volevano fosse pastorale, a causa del loro istintivo orrore per i dogmi, e per facilitare l’introduzione ufficiale di idee liberali in un testo della Chiesa. Ma una volta completata l’operazione, hanno dogmatizzato il Concilio, paragonandolo al Concilio di Nicea e sostenendo che era uguale agli altri, se non superiore».

Incertezze in Siria dopo la caduta di Assad: cristiani e drusi temono l’ascesa jihadista

Le storiche minoranze religiose siriane rischiano di perdere sicurezza e autonomia di fronte alla frammentazione politica e alla minaccia estremista. Si rivela forte anche l'influenza turca, dagli interessi sui gasdotti alla connivenza con i Fratelli musulmani e che appare già pronta all'offensiva contro i Curdi... Qui l'indice dei precedenti.

Incertezze in Siria dopo la caduta di Assad:
cristiani e drusi temono l’ascesa jihadista


La nuova situazione in Siria, dopo la caduta del governo di Bashar al-Assad è segnata dall’incertezza e dalla frammentazione politica. In un contesto del genere, le comunità cristiane e druse, dopo anni di relativa stabilità sotto uno Stato laico, guardano il futuro con trepidazione, nel timore che l’avvento delle forze estremiste causi la perdita delle storiche garanzie acquisite.
In Siria le comunità cristiane rappresentano una parte fondamentale del tessuto sociale e culturale: la loro presenza millenaria comprende diverse confessioni come i greco-ortodossi, i siro-ortodossi, i maroniti e i cattolici romani. Lo stato centrale di Assad garantiva loro un contesto stabile, libertà di culto e sicurezza.
Il vuoto di potere odierno è causa di incertezza e di preoccupazioni crescenti. La possibile affermazione di gruppi islamisti radicali, già attestati in alcune aree, minaccia seri rischi per il delicato equilibrio interreligioso e i diritti delle minoranze.

Colligite Fragmenta – 3a domenica di Avvento: “Siate forti, non temete!”

Nella nostra traduzione da OnePeterFive la meditazione settimanale di p. John Zuhlsdorf, sempre nutriente e illuminante, che ci consente di approfondire, durante l'ottava, i doni spirituali della domenica precedente [vedi].

Colligite Fragmenta
3a domenica di Avvento: “Siate forti, non temete!”


Che siamo cattolici latini occidentali o cattolici orientali, dovremmo essere interessati a ciò che i nostri antenati hanno fatto a Roma per queste domeniche di Avvento. Le nostre tradizioni sono profonde. Sappiamo meglio chi siamo sapendo chi erano loro.

In questa terza domenica di Avvento la Stazione Romana è a San Pietro sul Colle Vaticano. Nei tempi antichi, non c'era una stazione per la quarta domenica perché le ordinazioni venivano conferite la sera prima. Nella settimana prima delle ordinazioni venivano condotti gli scrutini dei candidati. Quindi, la gente si riuniva a San Pietro per intercedere. Durante la notte si tenevano splendide e complicate cerimonie festive con processioni ai vari altari, il canto dei salmi, lezioni e il Te Deum . Quando la messa era finita, il Pontefice Romano veniva incoronato con la triplice tiara e una vasta cavalcata a cavallo si dirigeva attraverso Roma verso la Basilica Lateranense, dove si teneva un banchetto. Oggi, qualcosa del tono festoso del giorno rimane nei paramenti rosa, nei fiori e nella possibilità di un maggiore uso della musica strumentale.

mercoledì 18 dicembre 2024

18 dicembre 2024: Mercoledì delle quattro tempora di Avvento

Per meglio conoscere l'Anno Liturgico e le sue gemme spirituali. Pratiche abbandonate con il Novus Ordo; ma tuttora vive in chi custodisce la Tradizione. Precedente qui. Le Quattro tempora di Quaresima qui. Le Quattro Tempora di Pentecoste qui.

18 dicembre 2024: Mercoledì delle quattro tempora di Avvento
(terzo giorno della Novena di Natale qui)

La Chiesa pratica in questo giorno il digiuno chiamato delle Quattro Tempora, il quale si estende anche al Venerdì e al Sabato seguenti. Questa osservanza non appartiene punto all'economia dell'Avvento, essendo una delle istituzioni generali dell'Anno Ecclesiastico. Si può annoverare nel numero delle usanze che la Chiesa ha derivate dalla Sinagoga; poiché il profeta Zaccaria parla di digiuno del quarto, del quinto, del settimo e del decimo mese. L'introduzione di tale pratica nella Chiesa cristiana sembra risalire ai tempi apostolici; questa è almeno l'opinione di san Leone, di sant'Isidoro di Siviglia, di Rabano Mauro e di parecchi altri scrittori dell'antichità cristiana: tuttavia, è da notare che gli Orientali non osservano tale digiuno.

Fin dai primi secoli, le Quattro Tempora sono state fissate, nella Chiesa Romana, alle epoche in cui si osservano ancora attualmente; e se si trovano parecchie testimonianze dei tempi antichi nelle quali si parla di Tre Tempora e non di Quattro, è perché le Tempora di primavera, cadendo sempre nel corso della prima Settimana di Quaresima, non aggiungono nulla alle osservanze della Quarantena già consacrata a un'astinenza e a un digiuno più rigorosi di quelli che si praticano in qualsiasi altro tempo dell'Anno.

L'Exultet, La felice colpa e la Regina del cielo

Nelle nostre traduzioni da Via Mediaevalis attingiamo testi particolari come quello che segue.

L'Exultet, La felice colpa e la Regina del cielo
“Se la mela non fosse stata presa, la mela non fosse stata presa, / né la nostra signora sarebbe mai stata la regina del cielo.”
I cattolici di rito romano hanno la loro opportunità annuale di assaporare il praeconium paschale, un antico inno liturgico noto in inglese come Proclamazione di Pasqua e comunemente indicato con la sua prima parola estremamente appropriata: exultet (1) “gioisca (l'esercito angelico dei cieli”. Cantato dal diacono durante la liturgia del Sabato Santo, l'Exsultet è un capolavoro poetico che riempie i momenti iniziali della veglia pasquale di pathos mistico e porta in glorioso rilievo i principali motivi pasquali: luminosità, liberazione, gioia comunitaria.

Nell'immagine: Canto dell'Exsultet [vedi] tratto da un libro di epistole e letture del Vangelo della fine del XIV secolo (Epistolarium et Evangeliarium, Biblioteca comunale di Lubecca, MS theol. lat. 2° 5, folio 91 recto).

O Necessarium Peccatum ...
Originariamente una delle varie preghiere con cui i riti dell'Europa occidentale celebravano l'accensione del cero pasquale, l'Exsultet risale al IV o V secolo e giunse a Roma con i sacramentari gelasiani. Sembra essere stato influenzato dal pensiero di Sant'Ambrogio e potrebbe essere stato composto da lui. Come vediamo in altri primi scritti cristiani (e nella Sacra Scrittura), l'Exsultet trae molta energia poetica e spirituale dall'eloquente abbinamento di opposti che i retori chiamano antitesi. L'antitesi di luce e oscurità è particolarmente evidente e informa l'intero inno; i seguenti esempi sono tratti dalle sezioni iniziali e conclusive del testo:

Tragico declino della salute mentale e della libertà

Qui l'indice degli articoli sulla realtà distopica.
Alcune testate cattoliche nei giorni scorsi hanno pubblicato un caso di discriminazione accaduto nel Regno Unito. Una consulente scolastica ha denunciato una scuola cattolica che l’avrebbe licenziata per le sue opinioni considerate “misogine”, sul matrimonio. Risultato della sua attività online, dato che sui suoi profili social esprimeva pensieri fondati sulle sue convinzioni cristiane, censurati dalla scuola prima di licenziarla dopo averla sottoposta ad un interrogatorio sulla sua attività online. 
In breve, su Instagram aveva mostrato una donna musulmana con il suo abbigliamento coatto che si dichiarava felice di vivere sottomessa al marito. Secondo la scuola, il suo operato era “preoccupante”, in quanto improntato a pura misoginia... Altri contenuti erano stati segnalati da un genitore, in forte disaccordo con i principi cristiani espressi. 
Davvero paradossale che in un tempo e in un contesto in cui risulta espresso qualunque tipo di opinione, anche la più spudorata e scandalosa, non ci sia spazio solo per il pensiero cristiano, divenuto alieno. È capitato anche a me di veder censurati contenuti semplicemente critici ma non uniformati al "pensiero unico". Ormai è prassi consolidata. E fa ancor più specie il fatto che si censurino, anche sui social, opinioni espresse senza offendere nessuno, mentre è ormai normale imbattersi in pagine Facebook infarcite di contenuti aberranti comprese le bestemmie, gli unici che non contrastano con i "principi della community"! 

martedì 17 dicembre 2024

Gli angeli agli occhi del Medioevo

La serie su Via Mediaevalis in ordine all'angelologia medievale continua. Saggi precedenti sull'argomento: L’angelologia biblica e letteraria del Medioevo qui; Fiat Lux: La creazione degli angeli qui; Gli angeli: giardinieri nella creazione di Dio qui

Gli angeli agli occhi del Medioevo
Robert Keim 15 dicembre

«Vidi», dice Dante, «angeli festanti, con le penne sparte (ad ali spiegate), più di mille, angeli festanti, ciascun distinto di fulgore e d’arte (per splendore e specie)».

Intrecciate nell'articolo precedente c'erano due domande: perché i cristiani medievali davano particolare importanza alla creazione degli angeli, che non è menzionata nella Genesi ed era quindi avvolta nell'incertezza? E perché la co-creazione, ovvero la nozione che gli angeli abbiano partecipato alla creazione del mondo materiale, sembra attrarre, con significati così profondi e risonanti, l'immaginazione umana?

Ho offerto una risposta parziale a entrambe le domande alla fine dell'articolo. Una delle chiavi della ricca, bella e altamente intellettuale devozione della cultura medievale agli angeli era una dottrina che esiste ancora ma è ampiamente scomparsa dal panorama della vita quotidiana: esiste una parentela unica tra la natura angelica e la natura umana, e quindi un'amicizia unica tra angeli e uomini. Gli angeli sono vicini a noi, ontologicamente parlando; ci capiscono e si interessano alle nostre vite, come le rocce, gli alberi e le bestie non faranno mai; si dilettano nell'aiutarci, proprio come noi ci dilettiamo nell'aiutare coloro che sono più deboli e vulnerabili di noi. Hanno ragione, cognizione avanzata e un destino eterno, come noi. Sono dotati di libero arbitrio, come noi, sebbene abbiano già raggiunto lo stato in cui la libertà è immune dalla tentazione. E sebbene non siano naturalmente uniti ai corpi, possono assumere corpi e apparire a noi come esseri corporei.

Cristo, Re delle Famiglie

Nella nostra traduzione da Crisis Magazine un gradevole articolo che aiuta la nostra riflessione. "... il vino del Nuovo Regno sulla terra trasformerebbe un impero pagano in un impero cristiano in un impero così poco tempo da sconcertare ancora gli storici laici". Sapreste immaginare uno storico laico degli ultimi 100 anni che resti "sconcertato" nel modo suggerito?

Cristo, Re delle Famiglie
L’unico modo per evangelizzare il mondo pagano odierno è attraverso la famiglia.
David Torkington

Molti anni fa, avevo un idraulico meraviglioso che era sempre a disposizione quando avevo bisogno di lui. Nessuna chiamata era fastidiosa per lui, né di notte né di giorno, nei fine settimana e persino nei giorni festivi, quando non faceva mai pagare più della tariffa corrente. Purtroppo, non l’ho mai apprezzato come avrei dovuto. Per me era solo la persona a cui mi rivolgevo quando avevo problemi con l’impianto idraulico.
Poi, un giorno, suo figlio si ammalò a scuola e corse a prenderlo per portarlo a casa, dimenticando la sua cassetta degli attrezzi. Mentre la raccoglievo per portarla a casa sua, vidi queste parole scritte sotto il coperchio: Ad maiorem Dei gloriam — “Per la maggior gloria di Dio”. Mi ero interessato così poco a lui che non sapevo nemmeno che fosse cattolico. Quando ho avuto modo di conoscere lui, sua moglie e la sua famiglia, è stato per incontrare quanto abbia mai conosciuto a una replica, in una famiglia terrena, dell’amore di Dio in Paradiso.

lunedì 16 dicembre 2024

Vescovo Joseph E. Strickland / Costruire una scala

Nella nostra traduzione da substack la Lettera del Vescovo Strickland per l'Avvento. Una lettera piuttosto notevole che dimostra il suo percorso verso il cattolicesimo tradizionale e, ovviamente, la sua profonda fede e il suo zelo e amore per le anime. Qui l'indice dei precedenti scritti del vescovo che continua a non tacere.

Cari fratelli e sorelle in Cristo,
In questo periodo dell'anno, mentre aspettiamo Nostro Signore, vorrei attirare per un momento la nostra attenzione su San Giuseppe, una persona per lo più silenziosa ma molto importante nell'Avvento di Nostro Signore. Conosciamo San Giuseppe come falegname perché San Matteo e San Marco usarono il termine greco tekton per descrivere il suo lavoro, che è un termine comune per un lavoratore del legno, un costruttore, un "falegname" - una persona le cui abilità nella lavorazione del legno includono "unire" pezzi di legno insieme. I padri latini interpretarono questa parola come "falegname".

La parola "falegname" è una parola adatta per San Giuseppe perché in molti modi fu chiamato a essere un costruttore di scale che fornivano gradini affinché il cielo "si unisse" alla terra e la terra "si unisse" al cielo. La Beata Vergine Maria fu chiamata a essere la Madre di Dio e San Giuseppe costruì una scala offrendo il matrimonio e una casa dove il Bambino Gesù potesse vivere sulla terra. Gesù Cristo dimorò nella casa che San Giuseppe fornì e, sebbene una casa e tutti i gradini che San Giuseppe costruì sarebbero stati fatti di materiali terreni, su di essi camminò il cielo: quindi si potrebbe dire che costruì una scala che collegava il cielo alla terra.

Regem venturum Dominum. Oggi inizia la Novena di Natale

Oggi,16 dicembre, inizia la Novena di Natale per preparare il cuore alla venuta di Gesù, tempo per fermarsi ad adorare il Signore che è il nostro Tutto. È Re onnipotente che si fa umile e s’incarna in un Bambino. Tutte le Parrocchie la celebrano comunitariamente. Chi non può farlo, può unirsi spiritualmente aiutato dai testi che seguono.

Parti da dirsi ogni giorno

+ Deus, in adiutòrium meum intende. Domine, ad adiuvandum me festina.
Dio, volgiti in mio aiuto. Signore, affrettati a soccorrermi. (Salmo 69,2)
In nomine Patris +, et Filii +, et Spiritus Sancti +. Amen.


Canto delle «Profezie»

Regem venturum Dominum, venite adoremus
Regem venturum Dominum,
venite adoremus.


Iucundare filia Sion, et exulta satis filia Ierusalem, ecce Dominus veniet,
et erit in die illa lux magna et stillabunt montes dulcedine et colles fluent lac et mel, quia veniet Propheta magnus et Ipse renovabit Ierusalem.

Regem venturum Dominum,
venite adoremus.


Ecce veniet Deus, et Homo de domo David sedere in throno; et videbitis et gaudebit cor vestrum.

Regem venturum Dominum,
venite adoremus.


Ecce veniet Dominus protector noster,
Sanctus Israël, coronam Regni habens in capite suo et dominabitur a mari usque ad mare et a flumine usque ad terminos orbis terrarum.

Regem venturum Dominum,
venite adoremus.

Ecce apparebit Dominus, et non mentietur: 
si moram fecerit, expecta eum quia veniet et non tardabit.

Regem venturum Dominum,
venite adoremus.


Descendet Dominus sicut pluvia in vellus, orietur in diebus eius iustitia et abundantia pacis et adorabunt eum omnes reges terrae, omnes gentes servient ei.

Regem venturum Dominum,
venite adoremus.


Nascetur nobis parvulus et vocabitur Deus fortis; ipse sedebit super thronum David patris sui et imperabit; cuius potestas super humerum eius.


Regem venturum Dominum,
venite adoremus.


Betlehem civitas Dei summi, ex te exiet
dominator Israel, et egressus eius
sicut a principio dierum aeternitatis, et magnificabitur in medio universae terrae, 
et pax erit in terra nostra dum venerit

Regem venturum Dominum,
venite adoremus.

Alla vigilia di Natale si aggiunge

Crastina die delebitur iniquitas terrae,
et regnabit super nos Salvator mundi.

Regem venturum Dominum,
venite, adoremus.
Prope est iam Dominus:
venite, adorémus.
Venite, adoriamo il Re Signore
che sta per venire.


Godi figlia di Sion, esulta figlia di Gerusalemme, ecco il Signore verrà ed in quel giorno vi sarà gran luce; i monti stilleranno dolcezza e dai colli scorreranno latte e miele, perché verrà un gran profeta ed Egli rinnoverà Gerusalemme.

Venite, adoriamo il Re Signore
che sta per venire.


Ecco, dalla casa di Davide verrà il Dio-Uomo
a sedersi sul trono; vedrete e godrà il vostro cuore.

Venite, adoriamo il Re Signore
che sta per venire.


Ecco, verrà il Signore, il nostro Protettore, il Santo d'Israele, portando sul capo la corona regale e dominerà da un mare all'altro e dal fiume ai confini estremi della terra.

Venite, adoriamo il Re Signore
che sta per venire.


Ecco, apparirà il Signore e non mancherà di parola; se indugerà attendilo, perché verrà e non potrà tardare.

Venite, adoriamo il Re Signore
che sta per venire.


Il Signore discenderà come pioggia sul vello, in quei giorni spunterò la giustizia e l'abbondanza della pace; tutti i re della terra lo adoreranno e i popoli lo serviranno.

Venite, adoriamo il Re Signore
che sta per venire.


Nascerà per noi un bimbo e sarà chiamato Dio forte; egli siederà sul trono di Davide suo padre e sarà un dominatore e avrà sulle spalle la potestà regale.

Venite, adoriamo il Re Signore
che sta per venire.


Betlemme, città del sommo Dio, da te nascerà il dominatore d'Israele; la sua nascita risale al principio dei giorni dell'eternità e sarà glorificato in mezzo a tutta la terra; e, quando Egli sarà venuto, vi sarà pace sulla nostra terra.

Venite, adoriamo il Re Signore
che sta per venire

Alla vigilia di Natale si aggiunge

Domani sarà sconfitto il male della terra
e regnerà su noi il Salvatore del mondo.

Ecco il Signore viene,
venite adoriamo.
Il Signore è vicino,
venite adoriamo.

 (Nota: Tutte le strofe dal n.1 al n.7 devono essere recitate o cantate ogni giorno dal 16 fino al 23 dicembre; la Vigilia di Natale, il 24 dicembre, si aggiunge la strofa n. 8)

Morte e vita, illuminate / L'anno medievale: l'Avvento e le Idi di dicembre

Nella nostra traduzione da Via Mediaevalis: Medieval Year, una rubrica settimanale, ci offre l'opportunità di apprezzare l'arte del calendario del Medioevo, riflettere sui compiti e i ritmi fondamentali della vita medievale e seguire l'anno medievale mentre ci facciamo strada attraverso l'anno moderno. 
Le società del Medioevo esprimevano la bellezza, la gioia e il dramma del ciclo annuale attraverso deliziose opere d'arte dei calendari. Queste illustrazioni, spesso semplici, a volte splendide e sempre stimolanti, decoravano i calendari che costituivano una parte importante di molti libri medievali. 
I calendari del Medioevo sono un argomento affascinante di per sé; il loro metodo di codificazione e visualizzazione dei giorni, delle settimane e dei mesi dell'anno astronomico è molto diverso dal sistema a cui siamo abituati. Essi sono in realtà un'icona avvincente del sé unito: in una creazione artistica coerente, i lavori necessari per sostenere il corpo sono uniti a celebrazioni religiose che nutrono lo spirito.

Morte e vita, illuminate
L'anno medievale: l'Avvento e le Idi di dicembre

Robert Keim 13 dicembre

John Harthan, ex custode della biblioteca del Victoria and Albert Museum, ha definito le Grandes Heures (“Grandi ore”) di Anna di Bretagna “uno dei più magnifici libri d’ore mai realizzati”.(1) Vorrei andare oltre e dire che è uno dei libri davvero splendidi , di qualsiasi genere, mai realizzati.

L'Annunciazione. Tutte le miniature in questo post provengono dalle Grandes Heures di Anna di Bretagna ( Grandes Heures d'Anne de Bretagne ). Il manoscritto è conservato presso la Bibliothèque nationale de France e le immagini sono state scaricate tramite gallica.bnf.fr. (La politica di riutilizzo della BnF è piuttosto rigida; questa attribuzione è obbligatoria e il riutilizzo è libero solo per scopi non commerciali.)

È dicembre; è avvento; fa freddo. Gli europei medievali vedono il vasto arazzo della natura morire della sua morte temporanea, e le pratiche devozionali della Chiesa conducono le loro menti a cupi pensieri di mortalità e privazione. Il tetro inverno può essere un preludio alla primavera, ma è comunque tetro; la stagione dell'Avvento può essere un preludio al Natale, ma era comunque penitenziale, perché cosa possiamo veramente amare senza sentire di tanto in tanto la sua assenza, o persino il suo opposto? La natura umana è, dopotutto, tragicamente incostante. I poeti lo sapevano. Melville lo ha detto bene:
Potrebbe essere possibile che un giorno abbiano derubato e assassinato, il giorno dopo si siano divertiti e il terzo si siano riposati trasformandosi in filosofi meditativi, poeti rurali e costruttori di seggi? Non è molto improbabile, dopotutto. Considerate le oscillazioni di un uomo.
Lo stesso fece John Donne, un uomo la cui vita spirituale sembra essere stata tempestosa quanto la vita amorosa di altre persone:
Non ho osato vedere il paradiso ieri; e oggi
Nelle preghiere e nei discorsi accattivanti corteggio Dio:
Domani tremerò per la vera paura della sua verga.
Così i miei attacchi devoti vanno e vengono
Come una febbre fantastica; salvalo qui
Sono i miei giorni migliori, quando tremo di paura.
Anche la vita stessa si deforma e decade, si indurisce e si irrigidisce, se non viene preservata e rinnovata di tanto in tanto dalla morte: un paradosso, in effetti, che la morte ci insegni a vivere, ma tale è la psiche ferita dell'umanità. I cristiani del Medioevo lo capirono e trovarono modi per arricchire le loro vite immaginando il momento in cui quelle vite sarebbero finite. Anche oggi ci prepariamo al Natale, quella celebrazione incomparabile della vita biologica e spirituale, con un vecchio canto di morte:
Roráte cæli désuper, et nubes pluant justum. / Stillate rugiada, o cieli, dall'alto, E dalle nubi piova chi rende giustizia.

Peccávimus, et facti sumus
     Peccammo, e siamo divenuti
tamquam immúndus nos,
    come gli immondi,
et cecídimus quasi fólium univérsi:
     E siamo caduti tutti come foglie:
et iniquitátes nostræ
     e le nostre iniquità
quasi ventus abstulérunt nos:
     ci hanno dispersi come il vento:
abscondísti fáciem tuam a nobis,
     Ci hai nascosto il tuo volto,
et allisísti nos
      E ci hai schiacciati
in manu iniquitátis nostræ.
per mano delle nostre iniquità.

La Visitazione; la Santa Vergine in questa immagine è squisitamente bella e giovanile. Spiritualità medievale per il mondo postmoderno.

Anna di Bretagna fu regina di Francia non una ma due volte, perché sposò non uno ma due re di Francia (successivamente, intendo... non contemporaneamente). Come moglie di Carlo VIII, regnò dal 1491 al 1498; come moglie di Luigi XII, regnò dal 1499 fino alla sua morte nel 1514. Siamo debitori al suo patrocinio per un manoscritto la cui bellezza è immortale; cinquecento anni dopo, ci affascina.

Nello spirito dell'Avvento, "siamo tutti caduti, come foglie", meditiamo brevemente su questi tre monarchi, che servono come un sobrio promemoria della brevità e fragilità della vita. La fine prematura di Carlo VIII è l'esempio più scioccante dei tre. Come re di Francia alla fine del XV secolo, era, al momento della sua morte, una delle persone più potenti della terra; deve essere sembrato quasi invincibile alla gente comune che lo intravedeva. Un giorno, mentre correva a una partita di tennis che era ansioso di guardare, sbatté la testa contro l'architrave di una porta bassa, subì una commozione cerebrale e morì. Aveva ventisette anni.

Anna, di origine nobile, sposa di re e senza dubbio destinataria delle migliori cure mediche disponibili all'epoca, morì a causa di un attacco di calcoli renali all'età di trentasei anni.

Luigi XII era malaticcio e arrivò solo all'età di cinquantadue anni, e possiamo estendere questo tema alla sua terza moglie, Maria Tudor, sorella di un altro uomo immensamente potente, Enrico VIII d'Inghilterra. Morì all'età di trentasette anni per problemi di salute che i dottori dell'epoca non riuscirono nemmeno a identificare e tanto meno a curare; forse era cancro, forse tubercolosi, forse persino dolore per il trattamento crudele che suo fratello aveva riservato a Caterina, la sua fedele moglie.
Tu sei schiavo del fato, del caso, dei re e degli uomini senza speranza,
E tu convivi con veleno, guerra e malattia,
E anche il papavero o gli amuleti possono farci dormir bene.
E meglio del tuo colpo; perché allora ti gonfi?
Dopo un breve sonno, ci svegliamo eternamente
E la morte non ci sarà più; Morte, tu morirai.
—John Donne
Diamo un'occhiata alle pagine del calendario Grandes Heures, che includono il lavoro del mese, per i due mesi precedenti, innanzitutto perché di recente si sono aggiunti molti nuovi abbonati e in secondo luogo perché le illustrazioni sono semplicemente sbalorditive.

Il lavoro di ottobre è preparare il terreno e seminare grano invernale o segale. Notate i cigni e l'incantevole villaggio, sulla destra.
A novembre, la gente è impegnata a far ingrassare i maiali. Non sottovalutiamo mai l'importanza economica e sociologica di garantire un'abbondante scorta di salsicce per l'inverno.


A dicembre, i maiali devono compiere il loro destino (come lo intendeva la società medievale), e così torniamo al tema del post odierno. Il Medioevo fu un'epoca di molte cose; non fu enfaticamente un'epoca di vegetarianismo (tranne come elemento di ascetismo monastico). L'artista delle Grandes Heures ha raffigurato la fine dei maiali con un naturalismo così abile che trovo il dipinto un po' inquietante. Per riguardo verso coloro che non vogliono guardare animali morti e sanguinanti, ho reso l'immagine sottostante molto piccola. Chi si sente a suo agio con queste cose può cliccare per ingrandire.

La magnificenza artistica delle Grandes Heures deve molto alle piante e alle piccole creature che abitano le sue straordinarie decorazioni marginali. Forse il tuo mondo, come il mio, sta diventando meno verde e meno vivace mentre le foglie, i fiori e gli insetti soccombono lentamente all'inverno. È in momenti come questi che siamo tutti più grati per la bella arte, che così spesso fornisce ciò di cui la natura è carente o rivela ciò che i sensi non percepiscono.

_________________ 
 1. John Harthan, Il libro delle ore. Thames and Hudson (1977), p. 128.

domenica 15 dicembre 2024

Dal Monastero di Qara

Precedenti a partire da qui e qui.
Dal Monastero di Qara

Cari lettori, vi esortiamo a consacrare la Siria al Signore Gesù in questo tempo di Avvento.
La Siria è un paese straordinario. Damasco, menzionata in Genesi 14, è considerata da alcuni la più antica capitale abitata ininterrottamente del mondo. La Siria vanta migliaia di anni di ricca cultura e la sua gente è conosciuta per la sua grande storia, ospitalità e saggezza. Il Signore Gesù era “rinomato in tutta la Siria” (Matteo 4:24).
Oggi, tuttavia, la Siria si trova in un crogiolo di interessi internazionali. I siriani possono contare solo su se stessi per ricostruire la nazione. Nonostante il Paese abbia attraversato momenti difficili, c’è un forte desiderio di unità tra le diverse minoranze che lo compongono.
Il fatto che questo cambio di potere sia stato accompagnato da così poca violenza, che le strade siano più o meno calme in tutto il Paese e che i saccheggi siano rimasti limitati è di per sé un miracolo. Non siamo sorpresi, perché negli ultimi 15 anni abbiamo sperimentato in prima persona che queste persone sono speciali, che godono della protezione divina....
La Siria è oggi uno dei paesi più vulnerabili del mondo: senza confini, senza governo (ancora), in balia degli interessi internazionali, ...
Formate una catena di preghiera affinché il Signore Gesù protegga questo Paese con il suo sangue prezioso e conceda a questo popolo vulnerabile pace, conforto, stabilità, spirito di perdono, saggezza, speranza e amore.
Vi ringraziamo dal profondo del nostro cuore.
Padre Daniel con Sorelle e Fratelli di Qara - Fonte

Eliminata la kefiah dal Bambino Gesù del Presepe in Vaticano

Dalle segnalazioni dei lettori.
Eliminata la kefiah dal Bambino Gesù del Presepe in Vaticano

Il presepe allestito l'8 dicembre per la festa dell'Immacolata in Vaticano con la kefiah, in solidarietà ai cristiani e ai musulmani arabi di Libano, Siria e Palestina è stato privato della kefiah dopo le proteste della comunità ebraica romana e delle autorità israeliane in Italia; il Papa aveva detto di ritrovarci un riferimento a chi, "nella terra dove il figlio di Dio è nato, per il dramma della guerra". 
Diverse comunità ebraiche e ambasciate israeliane in Italia e all’estero avevano però criticato la presenza della kefiah, percepita come un tentativo di nascondere le origini ebraiche di Gesù, Gesù che però per gli ebrei è continuamente bestemmiato e offeso nel Talmud come anche nei media israeliani e ora misteriosamente se ne risaltano invece le origini ebraiche. Dispiace che, in Vaticano, non abbiano mostrato un po' di schiena dritta davanti a proteste così vuote e pretestuose; nulla potrà però mai cancellare quanto successo 2000 anni fa a Betlemme e sul Calvario, con tutto i rispetto e rammarico per quanto succede in Palestina e in Israele con la responsabilità di entrambi i contendenti.

Dominica Tertia Adventus ("Gaudete") - Tempore Adventus e la seconda venuta

Ripropongo per i nuovi lettori, ma anche per il nostro approfondimento, testi che appartengono alla vena aurea dei tesori che La Catholica ci ha tramandato e che noi disseppelliamo per rimeditarli e perché non siano consegnati all'oblìo e continuino a nutrire anche questa generazione e quelle che verranno. Di seguito trovate Tempore Adventus e la seconda venuta il bagaglio della Rivelazione presente nel Gregoriano. Richiamo: 
Dominica prima Adventus e La Mistica dell'Avvento, dom Prosper Guéranger [qui]; 
Dominica prima Adventus e La Storia dell'avvento [qui]; 
Dominica secunda Adventus e la Pratica dell'Avvento [qui]
Altri precedenti: Tempore Adventus [qui]; Nell'Avvento viviamo l'innocenza e l’eterna infanzia di Dio [qui] ; È di nuovo Avvento [qui].  

Intróitus
Ad Phil. 4, 4-6 - Gaudéte in Dómino semper: íterum dico, gaudéte. Modéstia vestra nota sit ómnibus homínibus: Dóminus enim prope est. Nihil sollíciti sitis: sed in omni oratióne petitiónes vestræ innotéscant apud Deum. Ps. 84, 2 - Benedixísti, Dómine, terram tuam: avertísti captivitátem Iacob. Glória Patri…  Godete sempre nel Signore: ve lo ripeto: godete. La vostra modestia sia manifesta a tutti gli uomini: il Signore è vicino. Non siate ansiosi per alcuna cosa, ma in ogni circostanza fate conoscere a Dio i vostri bisogni. Hai benedetto, o Signore, la tua terra: hai liberato Giacobbe dalla schiavitù. Gloria al Padre… 

Il gaudio della Chiesa aumenta vieppiù in questa Domenica. Ella sospira sempre verso il Signore; ma sente che ormai è vicino, e crede di poter temperare l'austerità di questo periodo di penitenza con l'innocente letizia delle pompe religiose. Innanzi tutto, questa Domenica ha ricevuto il nome di Gaudete, dalla prima parola del suo Introito; ma, inoltre, vi si osservano le commoventi usanze che sono proprie della quarta Domenica di Quaresima chiamata Laetare. Alla Messa si suona l'organo; gli ornamenti sono di color rosa; il Diacono riprende la dalmatica, e il Suqddiacono la tunicella; nelle Cattedrali, il Vescovo assiste, ornato della mitra preziosa. O mirabile condiscendenza della Chiesa, che sa unire così bene la severità delle credenze alla graziosa poesia delle forme liturgiche! Entriamo nel suo spirito, e rallegriamoci in questo giorno per l'avvicinarsi del Signore. Domani, i nostri sospiri riprenderanno il loro corso; poiché, per quanto egli non debba tardare, non sarà ancora venuto.

La Stazione ha luogo nella Basilica di S. Pietro in Vaticano. Questo tempio augusto che ricopre la tomba del Principe degli Apostoli, è l'asilo universale del popolo cristiano; è quindi giusto che sia testimone delle gioie come delle tristezze della Chiesa.

sabato 14 dicembre 2024

Chi governerà la Siria?

Nella nostra traduzione da arabnews.fr cosa si va delineando. Precedenti a partire da qui
Leggo altrove che nel 2021, in un'intervista, al Jolani non riuscì a non inneggiare alla sharia, che risulta incompatibile con i valori occidentali e con i modelli di inclusività politico religiosa cavalcati oggi dall'ex jihadista

Chi governerà la Siria?
  • In base agli accordi precedenti la partenza di Assad, il governo dovrebbe essere trasferito alle forze siriane, rivoluzionarie e indipendenti, in linea con la risoluzione 2254 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite
  • Questo documento, approvato dalle cinque grandi potenze, prevede l'amministrazione di un governo transitorio, la stesura di una costituzione e le successive elezioni
Una volta finite le celebrazioni e cadute le ultime statue di Assad, i siriani si troveranno ad affrontare una giornata nuova e incerta. Chi li governerà? Sarà una persona o un comitato? Oppure ci sarà più di una Siria, forse tre o quattro? La situazione potrebbe non essere né semplice né facile, perché Bashar Assad si è lasciato alle spalle un Paese frammentato, diviso in diverse fazioni. Il gruppo che rovesciò Aleppo e guidò il cambiamento fu Hayat Tahrir Al-Sham, sotto la guida di Abu Mohammed Al-Golani, emerso dalla zona di influenza turca.
La forza entrata a Damasco – la Sala Operativa Sud guidata da Ahmad Al-Ouda – è avanzata dalla provincia di Daraa. Questa è una piccola fazione dei resti dell'Esercito siriano libero. Nel frattempo, il gruppo che garantiva la sicurezza al confine con l’Iraq erano le Forze Democratiche Siriane, a maggioranza curda, che operavano all’interno della zona di influenza degli Stati Uniti.
Damasco assomiglia a Berlino nell’aprile del 1945, quando le forze alleate entrarono in città: Gran Bretagna e Stati Uniti a ovest e sovietici a est. Erano d'accordo sulla morte di Hitler, che si suicidò poco prima del loro arrivo, ma non erano d'accordo su come governare Berlino. I sovietici occuparono la parte orientale, mentre la parte occidentale della città fu affidata agli alleati occidentali.
Nel giorno della vittoria di Damasco, tutti i vincitori erano siriani provenienti da diverse aree di influenza, perché il rovesciamento del regime non sarebbe stato possibile senza il sostegno esterno. In base agli accordi precedenti la partenza di Assad, il governo dovrebbe essere trasferito alle forze siriane, rivoluzionarie e indipendenti, in conformità con la risoluzione 2254 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.
Questo documento, approvato dalle cinque grandi potenze, prevede la gestione da parte di un governo transitorio, la stesura di una costituzione e le successive elezioni. Tuttavia, è probabile che l’HTS diventi il ​​sovrano de facto della Siria, dato che è la forza più potente ed è riuscita a rovesciare il regime di Assad nell’arco di circa due settimane. Le SDF continueranno probabilmente a governare la Siria orientale, con l’Eufrate che funge da muro di Berlino tra le due parti, a meno che le fazioni non concordino su una distribuzione federale del potere, come ha precedentemente proposto Al-Golani, o qualcosa di simile.

Anche se fossero d’accordo, la Siria non appartiene solo ai siriani, una realtà che ne ha plasmato il destino nel corso della storia. Le potenze regionali e globali hanno sempre detto la loro. Recentemente ho finito il libro di James Barr A Line in the Sand, che descrive nei dettagli la rivalità franco-britannica, gran parte della quale riguardava la lotta per il Levante tra le due guerre mondiali. È improbabile che Iran, Turchia, Iraq e Israele rinuncino alla loro influenza. Le relazioni con questi paesi dipenderanno dai loro interessi e dalle loro politiche. Alcuni paesi minacceranno la stabilità della nuova Siria, temendo che diventi una potenza rivale. Altri sosterranno la stabilità del nuovo governo siriano per riequilibrare le dinamiche di potere regionali, che in precedenza favorivano l’Iran. Questi paesi credono che i cambiamenti a Damasco contribuiranno alla stabilità regionale.
Ciò significa che Damasco si trova di fronte a una scelta: spostarsi tra le mine o agire preventivamente per rassicurare tutte le nazioni colpite, compreso il vicino Iraq, ed anche l’Iran e persino Israele. Tutti condividono le stesse apprensioni per la caduta del regime di Assad.

L'interesse della Siria e della regione risiede nella formazione di un nuovo sistema che riduca le pericolose tensioni e metta fine alla grave polarizzazione alla quale il regime di Assad ha contribuito e che, alla fine, ne ha causato la caduta. Una politica di riconciliazione potrebbe servire da assicurazione per il nascente governo. Questo è ciò che ha suggerito Al-Golani nel suo messaggio televisivo la settimana scorsa al Primo Ministro iracheno, dichiarando che la nuova Siria non sarà un avversario per Baghdad e che, al contrario, le estenderà un atteggiamento amichevole e rispettoso. mano.
La Siria è appena emersa da un periodo di oltre 50 anni e deve affrontare molte sfide interne ed esterne. Lo Stato nascente avrà bisogno di soldi, consigli e pazienza. Avrà bisogno del sostegno di altri paesi arabi, non solo a livello politico, ma anche a livello umanitario.
È essenziale fornire sostegno morale attraverso la presenza e la partecipazione, in modo che i nuovi leader non siano vulnerabili nei confronti di coloro che hanno intenzioni nefaste e sconsiderate o degli avventurieri che hanno distrutto il proprio e altri paesi. Gli incendi nella zona non sono stati spenti negli ultimi 13 anni e continuano a bruciare ancora oggi. Guardatevi intorno e vedrete molti cambiamenti falliti che servono come lezioni sufficienti per i nuovi rivoluzionari.

Abdulrahman al-Rashed è un giornalista e intellettuale saudita. È l'ex direttore generale del canale di notizie Al-Arabiya e l'ex redattore capo di Asharq al-Awsat, dove è apparso per la prima volta questo articolo.

[Traduzione a cura di Chiesa e post-concilio]

La tradizione benedettina a Roma

Nella nostra traduzione da OnePeterFive un interessante articolo di Massimo Scapin in occasione del 170° Anniversario della Consacrazione della nuova Basilica di San Paolo fuori le Mura. "Mentre la perpetua “fiamma paolina” arde con solenne devozione presso la tomba del glorioso Apostolo delle genti, possa il canto gregoriano dei monaci benedettini dell’Abbazia di San Paolo fuori le Mura continuare a risplendere come candela che illumina".

La tradizione benedettina a Roma
Massimo Scapin

Nei giorni scorsi ricorreva il 170° anniversario della consacrazione della nuova Basilica di San Paolo fuori le Mura, ad opera del Beato Papa Pio IX († 1878). L'antica e venerabile Basilica Ostiense è salutata come
meraviglia di valore, solennità e arte, eretta in onore dell'Apostolo, dottore delle genti, insigne monumento di pietà e magnificenza di Costantino il Grande, da cui fu fondata, degli imperatori Valentiniano, Teodosio, Arcadio e Onorio, da cui fu ampliata e adornata di nuove opere, e infine dei Pontefici romani, da cui fu restaurata. [1]
Il 10 dicembre 1854 la basilica emerse dalle ceneri di un devastante incendio che la devastò nella notte tra il 15 e il 16 luglio 1823.
Adiacente alla Basilica di San Paolo, da tredici secoli sorge la prestigiosa Abbazia dei monaci benedettini con lo stesso nome. A questi monaci,