Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

sabato 10 febbraio 2024

Il Re è morto. Lunga vita al Re. Kulaki state all’erta.

Interessante, da meditare. Qui l'indice degli articoli sulla realtà distopica.
Il Re è morto. Lunga vita al Re.
Kulaki state all’erta.

John Rao, New York, collaboratore di The Remnant

Pubblicato sul giornale americano The Remnant

Scrivendo su La Repubblica, Massimo Giannini rivela cosa pensano i poteri forti delle proteste dei trattori in Europa. Con una disarmante ondata di disprezzo e di guerra di classe, la sinistra italiana bolla i coraggiosi agricoltori europei come “kulaki”, meritevoli di un’altra Soluzione Finale, questa volta per aver protestato contro il nuovo Holodomor verde in Europa.

Gli storici che si occupano del pensiero monarchico cristiano hanno da tempo individuato l’importanza del concetto dei “due corpi” del Re. Uno di questi è letteralmente il corpo del monarca vivente; l’altro è il suo corpo come nucleo fisico dell’ordine sociale e del bene comune che il Re ha la responsabilità di proteggere.

Il primo corpo muore; il secondo non può morire se si vuole che il popolo che il Re ha servito sopravviva. In termini cerimoniali, la realtà dei “due corpi” del Re era simboleggiata dalla litania suonata dai musicisti per il lutto del sovrano defunto durante il suo funerale; litania che poi si trasformava in una marcia trionfale per celebrare la vita del nuovo sovrano e il fatto che egli avrebbe continuato a difendere il bene comune. In questo secondo senso, il Re non può morire mai.

Nel corso della vita di molti di noi, sono morti due “Re” – due sistemi imperiali la cui gestione era molto più assoluta di quella esercitata da Luigi XIV nel passato.

Uno di essi è morto negli anni tra il 1989 e il 1991, quando il blocco sovietico è crollato e molti in Occidente hanno pensato di poter celebrare il Nuovo Ordine Mondiale che sarebbe stato costruito ovunque sul modello del “vittorioso” modello imperiale americano. Sogno vano e mostruoso!

Alexander Solzhenitsyn sapeva già prima della caduta dell’orientale Impero sovietico che il sole stava rapidamente tramontando anche sulla sua controparte occidentale. E noi abbiamo vissuto abbastanza per vedere la morte del secondo “Re”, il “Re” americano.

Certo, la Costituzione americana, con i “tre rami” del governo federale e i cinquanta Stati, sono ancora lì, ma allo stesso modo in cui Romolo Augustolo era ancora lì nel 476.

Tuttavia è tutto in subbuglio: le loro parole e decisioni sono ignorate, contestate e disprezzate, con gran parte della popolazione consapevole che i suoi capi federali e molti di quelli statali sono assolutamente determinati a distruggerla.

Così, l’attuale amministrazione Biden, che è quanto di più arrogante, pomposo e arbitrario possa esistere, non governa gli Stati Uniti, come sa chiunque abbia occhi per vedere. Essa è una marionetta in mano a barbari criminali che vanno dagli apparati di sicurezza agli ideologi internazionali e ai plutocrati, allo stesso modo in cui erano gli ultimi Imperatori Romani d’Occidente, con l’unica bizzarra eccezione che tale amministrazione nella sua vecchiaia può ancora far saltare in aria l’intero globo.

Il “Re” americano è morto, ma come un cadavere che continua a muoversi di riflesso è in grado di scatenare scriteriatamente l’Armageddon.

Non sono stati i suprematisti bianchi ad uccidere questo Re. Egli ha ucciso se stesso ed è stato condannato a farlo fin dalla nascita. La morte non è stata preordinata dal suo apparato costituzionale in quanto tale, che come ogni forma di governo in un particolare momento storico può funzionare molto bene o anche perdere la sua capacità di farlo.
La sua morte è stata determinata dalla vana convinzione che i soli documenti scritti potessero proteggere il suo “corpo di Re” dal peccato originale e dalle astuzie del diavolo.

Ahimè, il destino del “Corpo Costituzionale del Re” è stato segnato dallo spirito che lo possiede: lo spirito dell’individualismo di John Locke e la visione del pluralismo che lo accompagna, che ha plasmato la musica che i suoi pifferai ideologici educativi e mediatici hanno suonato per tranquillizzarlo nel suo lungo viaggio “facile e piacevole” verso l’abisso in cui è ora caduto.

I lettori di The Remnant che sanno come la penso dovrebbero rendersi conto che non posso attardarmi anche brevemente a parlare del pluralismo e della “Fede americanista” come è stata storicamente promossa negli Stati Uniti; una Fede che si è falsamente presentata come qualcosa di cristiano e di classico, come “l’ultima, migliore speranza dell’umanità”; parola finale che, ironia della sorte, oggi vomiterebbe dalla bocca, perché equivale all’affermazione del diritto al peccato originale come fondamento della vita individuale, sociale e politica; il servizio di Satana come “ultima, migliore speranza dell’umanità”.

Basti dire quanto segue per rendere il punto che questo breve pezzo intende sottolineare. Come ha detto più volte il mio caro amico, il professor Danilo Castellano, quando gli è stato chiesto di descrivere il problema di John Locke: “Riduce tutto all’individuo e poi distrugge l’individuo”. Per Locke non esiste un vero corpo politico, ma solo individui. Questi individui sono guidati da esperienze sensuali. Il diritto naturale per Locke si riduce ad un solo: il diritto degli individui di crearsi come persone rispondendo a questi bisogni sensuali.

Da qui la famosa affermazione del giudice Anthony Kennedy: “Al centro della libertà c’è il diritto di definire il proprio concetto di esistenza, di senso, di universo e del mistero della vita umana”. Il pluralismo è questo “diritto” in senso lato, presumibilmente per tutti, il cui prezzo da pagare è il rifiuto di ogni guida “divisiva” della società da parte di qualsiasi Rivelazione, Filosofia, insegnamento del Vero, del Buono, del Bello e dell’esempio storico che la persona sovrana, creandosi come uomo o donna semplicemente non si sente di prendere sul serio.

Guardatevi intorno, amici. Chiunque abbia occhi per vedere può ora osservare interamente cosa questo significhi in pratica. Significa la consacrazione del diritto al peccato originale come fondamento della vita individuale, sociale e politica; il servizio di Satana come “l’ultima, migliore, speranza dell’umanità”. Forse non è proprio l’espressione giusta da usare, data la malvagità generale del sistema, ma, “per aggiungere l’insulto al danno”. Lo spirito di Locke non potrebbe mai permettere a “tutti” di esercitare il proprio diritto all’autodannazione. È sempre stato una ricetta per il Trionfo della Volontà; una ricetta che permette alle volontà più forti di dominare sotto una “bella storia” riguardante il progresso della libertà attraverso la storia, progettata per convincere i più deboli tra noi a rinunciare a qualsiasi Fede e Ragione e alla Grazia, per gioire del fatto che non siamo mai stati più liberi e felici da quando Adamo ha mangiato la mela. Locke e il pluralismo hanno sempre servito gli interessi di un’oligarchia: sono stati pensati per servire gli interessi di un’oligarchia.

Alcuni giorni fa, un appassionato apparentemente marxista – uno dei nostri aspiranti oligarchi desiderosi di prendere il potere a causa della morte dei due “Corpi del Re”, scrivendo sul quotidiano italiano preferito da Papa Francesco, La Repubblica, – ha riesumato la terminologia bolscevica per annunciare il destino degli schiavi agricoli che si ribellano ai dettami dei “Padroni di Coloro che sanno” per poter sopravvivere e mangiare qualcosa di diverso dalla farina di insetti nel Beatifico Paradiso Verde Europeo. Li ha chiamati “kulaki”, il termine con cui venivano indicati i contadini più ricchi della nascente Russia sovietica. I kulaki furono massacrati. I contadini d’Italia dovrebbero essere massacrati. Ci si libera dalla cattiva spazzatura produttiva. Viva la Creazione senza l’uomo, il sogno gnostico!

Da qui il finale del titolo di questo mio articolo: “Kulaki state all’erta!”. Nel vuoto spirituale, intellettuale, storico e sociale lasciato dal pluralismo può manifestarsi letteralmente qualsiasi tirannia oligarchica, comprese quelle screditate, come il marxismo. In tutta franchezza, non credo che alcuna oligarchia marxista “ortodossa” tornerà di nuovo al potere. Ciò che Satana ha ispirato ai potenti della nostra élite mondiale che dettano quello che i nostri Romulus Augustuli fanno è molto più diabolicamente nichilista che marxista.

Invito coloro che desiderano comprendere cosa penso stia accadendo ad ascoltare il discorso che ho tenuto su questo tema alla Arlington Latin Mass Society lo scorso dicembre 2023.

Il pericolo per noi è una complessa oligarchia criminale, la cui volontà di Trionfo sta ora lavorando per mettere in atto i riti di sepoltura del “Corpo del Re” americano, nella cui carne è stato conficcato l’ultimo pugnale dal 2021. Questa oligarchia criminale è criminalmente folle in quattro modi: intellettualmente, nella sua follia baconiana, tecnologica, transumanista, postumanista, plutocratica e, per la verità, anche marxista; è criminale nel senso di delinquenza ordinaria, ma a livello sovrumano, date le sue ricchezze, il suo potere tecnologico e le sue insondabili perversioni sessuali; è criminale nella sua distruzione sofistica di tutta l’educazione e di tutte le fonti di informazione; è criminale nel suo impegno a costruire intorno a noi una bruttezza tale da far sembrare che non ci sia più speranza di vedere un segno del Bello.

Sempre più persone si stanno rendendo conto che questa oligarchia considera noi che siamo contro di essa e contro i suoi organi nelle Nazioni Unite, nell’UE, nell’amministrazione Biden, nell’OMS, nel WEF e il suo emporio di Davos, come kulaki, tutti destinati ad essere epurati ed eliminati, gettati nel letamaio della storia.

Lo storico “Corpo del Re” sovietico è morto nel modo che sappiamo, con il marxismo che ritorna solo in una bizzarra unione con un altrettanto assurdo megacapitalismo liberale naturalista.

Anche lo storico “Corpo del Re” americano è morto. Nulla lo riporterà in vita e non dovremmo desiderare il ritorno di questa “ultima, migliore speranza dell’umanità”, usata per trasformare tutto in carta bianca per il peccato originale come fondamento dell’ordine politico. Possiamo cantare una litania rispettosa per il valore che può aver avuto accidentalmente, e obbedire accidentalmente ad esso come obbediamo ai prelati ogni volta che servono accidentalmente la Vera Fede.

Ma dov’è il Re per il quale possiamo trasformare la litania in una marcia trionfale?
Di certo non è l’oligarchia nichilista, globalista e criminale, che non ha alcun interesse a lavorare per il bene comune, non sa neanche dove trovarlo e lo eliminerebbe se lo vedesse come un ostacolo al trionfo della sua volontà. Inoltre, i suoi membri si odiano l’un l’altro e alla fine si uccideranno l’un l’altro se non si suicideranno prima. Tuttavia, l’orrore che possono causare al resto di noi in tale processo è terrificante.

Kulaki di tutto il mondo, unitevi!

C’è ovviamente un solo Re il cui Regno può e deve iniziare, e per la cui lunga vita dobbiamo  parteggiare – sapendo che durerà per sempre.

L’orda criminale è fin troppo consapevole che i kulaki cominciano a stancarsi della loro litania da pifferaio magico e che molti di loro, soprattutto tra i giovani, vogliono invece ascoltare la litania trionfale per questo unico possibile Re vivente. Da qui l’attenzione principale di tutta la loro rabbia verso di noi, i resti apparentemente indifesi dei servitori del Re che verrà: Cristo Re.

Che i morti seppelliscano i morti. Che la vecchia litania muoia. Obbedite a ciò che può essere obbedito, sperate in un cambiamento per l’interregno di novembre, vivete per la battaglia sotto le Vexilla regis, per quanto difficile possa essere.

Il Re è morto. Lunga vita al Re. Viva Cristo Re! Fonte

18 commenti:

Anonimo ha detto...

Come volevasi dimostrare all'improvviso i "trattori" (quelli farlocchi però, che marciano su Roma a servizio... non degli agricoltori e degli italiani, per spaccare il fronte e sabotarlo invece), come SEMPRE succede in Italia onde qui non si è mai potuta fare una rivoluzione, unendosi ogni volta farsa dramma e melodramma in un unico calderone, vengono seguiti con materna comprensione dalle tv e... INDOVINATE DA CHI?... da Sanremo che con apprensione paternalistica ne segue le fasi alternandole alla farsa di Sanremo.
Serve ALTRO per convincervi? Serve altro? E attenti, Sanremo è gestito da una catena di interessi e pubblicitari legati al mondo finanziario che nulla hanno a che fare col governo, e anzi, sono ancora legati alle lobby piddine: il governo in Italia non ha nemmeno la forza di moderare quella baracconata ligure atavica sentina di truffe canore e ideologiche.
I falsi agricoltori marcianti su Roma, infatti, andranno a leggere il loro comunicato sul palco di Sanremo, sotto l'occhio suino di Amadeus [anche se ora pare leggerà lui: ma quale appello tra i tanti?]. Avete capito?
Su quel palco, come giustamente dice qualcuno, si leggono "solo copioni scritti da altri".
Qualcuno di intelligente, che aveva subodorato la cosa, aveva per tempo detto: "Irrompiamo a Sanremo e blocchiamo il festival". E invece no: saranno resi innocui e ridicoli, circensi mediatici tra gli altri circensi mediatici venendo accolti compassionevolmente e con tutti gli onori su quel palco. E dei falsari avranno cancellato dalla mente, peraltro labile, degli italiani l'idea che ci sia un problema con gli agricoltori in Italia.
Le lotte si fanno calpestando le aiuole. Sia pure quelle di Sanremo.
Ma possibile che ce so rimasto solo io cattolico tradizionalista a diffondere un po' de sano leninismo in giro?!
Che vi avevo detto io? Non si sbaglia mai il mio naso a sentire puzza di sicofanti, spioni, di gente assoldata dall'estero: per esempio per chiedere più veleni nell'agricoltura, per già che c'è tentare di sabotare il governo italiano e gli interessi italiani, per - l'Italia fa sempre da apripista - infiltrare tutte le proteste delle classi lavoratrici. Insomma una operazione pappalardiana-grillina antelitteram.
E gli "antisistema" , loro pure infiltrati fino alla gola, non si accorgono che stanno andando dietro di nuovo all'ennesimo "movimento 5 stelle" e ce li portano le stesse persone dell'altra volta e dell'altra volta ancora. Come quello che si è messo a capo dei trattoristi (con trattore affittato) a Roma.
Il sistema non ti invita a dialogare sui suoi palchi - e il palco di Sanremo è il programma in effige che il sistema ha per quell'annata, a Sanremo tu sai già il fumo negli occhi e le purghe che il potere sovranazionale infliggerà al Paese sino al dicembre successivo - non ti invita il sistema a dialogare sui suoi palchi: il sistema di combatte e ti zittisce.
Il sistema si combatte occupando i suoi palcoscenici semmai, cacciando quelli che c'erano prima. E nemmeno con educazione.
TUTTI QUELLI CHE NON SONO SOTTO LA BANDIERA DELLA COLDIRETTI SONO INFAMI. OCCHI.
Cit. Antonio Margheriti

Crucifige...crucifige.. ha detto...

1)
"i coraggiosi agricoltori europei come “kulaki”, meritevoli di un’altra Soluzione Finale, "

2)
https://lanuovabq.it/it/la-cassazione-dettava-la-linea-sugli-effetti-avversi-trascurabili

da ex studente di Giurisprudenza ha detto...

Eh, io sono di una zona "ex AU" (Trieste-Gorizia). Per cui è naturale che io riconosca una sola monarchia (che si fregiava pure dell'attributo di "Apostolica").
L'ultimo Imperatore è Beato, pare ci siano resistenze, interne ed esterne alla Chiesa, per canonizzarlo. Lo scorso anno ero alla Kaisergruft, ha il posto già pronto per quando avverrà.

Anonimo ha detto...

"Io rispetto le idee degli altri".

No!
Un vero cristiano rispetta gli altri, non le loro "idee" se esse sono sbagliate e perniciose.
Le "idee sbagliate", circa le cose essenziali, vanno combattute per amore della Verità.
RB

Anonimo ha detto...

Brn detto, chapeau mon ami !

Catholicus ha detto...

Caro ex studente, sarà difficile che questa gerarchia ecclesiastica canonizzi un vero santo, loro sono tutti orientati ad osservare le prestazioni " dalla cintola in giù" ( vedasi il Tucho, Bergoglio con Amori Laetitia, Dosa Abascal con il diavolo che non esiste, e altre amenità del genere). Gli Asburgo sono stati una vera monarchia cattolica, come i Borboni delle due Sicilie, a differenza dei Savoia e dei loro finanziatori inglesi....

«i pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio» ha detto...

Pure gli eretici battisti hanno le idee più chiare (foto a fianco) di molti Vescovi (anche in abito bianco): "Sbagliato è sbagliato, anche se tutti lo stanno facendo".
https://blog.messainlatino.it/2024/02/i-protestanti-battisti-ci-superano-in.html

Wrong is wrong,even if everyone is doing it
(dato che je piace tanto l'inglese a chi ha soppiantato il latino indietrista)

Cit. Radio Spada ha detto...

🤴 "Il cristiano è sacerdote, il cristiano è re, ed è fatto per una gloria più alta. Dio deve regnare in noi, Dio deve regnare attraverso di noi perché meritiamo di regnare con Dio. Ecco regole di fede che non possiamo escludere dai nostri regolamenti di vita politica. Il nostro rango è sublime, la nostra dignità è divina; non possiamo abdicare al destino presente, non possiamo venir meno ai doveri molto augusti e molto pressanti – doveri di ordine particolare e di ordine pubblico – senza rinunciare allo stesso tempo alla nostra dignità futura."

Louis Veuillot, L'illusione liberale: https://t.ly/GDPw8

Anonimo ha detto...

All'ex studente di giurisprudenza.
A mio parere la monarchia non è una persona, e nemmeno una dinastia. È un principio. Per tradizione familiare sarei delle Due Sicilie, ma per i miei studi le mie preferenze ora vanno ai Borboni di Francia,agli Asburgo e ai Romanov. Ma se avessi dovuto votare al plebiscito del 1846, avrei sostenuto la monarchia ancorché Sabauda. Come fecero mio padre e i suoi. Per Carlo d'Asburgo, sono con lei.

ferdi ha detto...

L'articolo è molto profondo e contiene in sé sia l'analisi corretta del tempo presente, sia l'implicita predittiva visione del futuro.
Estrapolando passaggi significativi:
1. «...è criminale nel suo impegno a costruire intorno a noi una bruttezza tale da far sembrare che non ci sia più speranza di vedere un segno del Bello» riassumendo così l'opera che sta lavorando al presente per condurci a una disperazione tale da farci dubitare della fede, ovvero delle parole escatologiche di Cristo e della sua vittoria finale.
2. «Ciò che Satana ha ispirato ai potenti della nostra élite mondiale che dettano quello che i nostri Romulus Augustuli fanno è molto più diabolicamente nichilista che marxista....l’oligarchia nichilista, globalista e criminale, che non ha alcun interesse a lavorare per il bene comune, non sa neanche dove trovarlo e lo eliminerebbe se lo vedesse come un ostacolo al trionfo della sua volontà. Inoltre, i suoi membri si odiano l’un l’altro e alla fine si uccideranno l’un l’altro se non si suicideranno prima. Tuttavia, l’orrore che possono causare al resto di noi in tale processo è terrificante.» ci ricorda che nelle mani di Satana i suoi stessi emuli e ammiratori finiranno per essere sacrificati nell'interesse del disegno futuro.
3. «Da qui la famosa affermazione del giudice Anthony Kennedy: “Al centro della libertà c’è il diritto di definire il proprio concetto di esistenza, di senso, di universo e del mistero della vita umana”. Il pluralismo è questo “diritto” in senso lato, presumibilmente per tutti, il cui prezzo da pagare è il rifiuto di ogni guida “divisiva” della società da parte di qualsiasi Rivelazione, Filosofia, insegnamento del Vero, del Buono, del Bello e dell’esempio storico che la persona sovrana, creandosi come uomo o donna semplicemente non si sente di prendere sul serio.
Guardatevi intorno, amici. Chiunque abbia occhi per vedere può ora osservare interamente cosa questo significhi in pratica. Significa la consacrazione del diritto al peccato originale come fondamento della vita individuale, sociale e politica; il servizio di Satana come “l’ultima, migliore, speranza dell’umanità”. ... una ricetta che permette alle volontà più forti di dominare sotto una “bella storia” riguardante il progresso della libertà attraverso la storia, progettata per convincere i più deboli tra noi a rinunciare a qualsiasi Fede e Ragione e alla Grazia...»
E grazie al sacrificio ineluttabile degli adepti, utile alla causa e al processo storico preternaturale, una nuova visione della vita si fa strada, una visione gnostica si sta affermando per mano stessa e suicida dei capri espiatori sacrificali (gli illusi oligarchi e tecnocrati del mondialismo attuale) e per la delusione dei buoni verso la chiesa. E questa cos'è se non l'annunciazione storica dei tempi dell'Anticristo; colui che sedurrà fino a farsi adorare come dio, deve prima distruggere ogni riferimento alla speranza e alla fede, deve avere come profeti e profetesse le stesse voci dei distruttori dell'umanità che da lui stesso verranno condannati a una ingloriosa fine.
Non conosciamo né l'ora, né il giorno ma a tutti non deve sfuggire la perversa epifania che si sta producendo nella storia e che prepara l'umanità ai tempi dell'Anticristo.
Qua si tratta di avere uno sguardo al soprannaturale capace di mantenere viva la fede, unica nostra salvezza e per essa la charitas verso Dio senza la quale la fede è nulla.

Anonimo ha detto...

Mi correggo, plebiscito del 1946. Reazionario, ma non così vecchio.

Effetti sulla massa ha detto...

L'educazione delle masse è stata assunta dalla televisione. E la televisione è dovunque nelle mani dei privati, cioè del Potere. Dunque agisce nel loro interesse, e contro l'interesse degli spettatori, cioè delle masse. Solo che il suo funzionamento è assai più pervasivo, più potente, più subdolo: l'educazione si realizza manipolando. E la manipolazione avviene in forme accattivanti, divertenti, solleticanti, tendenti al massimo ascolto.

Così siamo stati “educati". Dunque il problema all'ordine del giorno è mettere a fuoco una verità elementare. È la tv a plasmare gli individui e a definire lo stato psicologico, intellettuale, morale di un popolo intero. In quanto tale, essa non dovrebbe essere né al servizio dei pochi, né fuori dal controllo democratico dei molti. In una società “debole”, cioè con un livello civile ridotto o elementare, la tv ha effetti più devastanti. Cento trasmissioni sono devastanti per lo stato intellettuale e morale di un intero paese. Hanno prodotto lo spettacolo necessario per stemperare gli obiettivi di trasformazione sociale; per oscurare, marginalizzare, ridicolizzare la critica al sistema; per produrre il rumore di fondo sufficiente a impedire l’ascolto di altre voci (…).

Penso che per fare la televisione bisogna avere la patente. Perché l'informazione è un diritto e non può essere subordinata al mercato; perché la cultura è un patrimonio comune; perché l'educazione è un dovere.

Pier Paolo Pasolini

Anonimo ha detto...


Il mito di Carlo d'Asburgo, ennesima dimostrazione del gretto provincialismo italiano, specialmente di un certo tipo di cattolico, antiitaliano ed esterofilo per vocazione.

Guardiamo ai fatti, lasciando da parte il "santino" del Beato, dichiarato tale a sorpresa da GP II, che ne ha sfornati a kg di Beati, forse per onorare (in questo caso) la memoria di suo padre che aveva combattutto sotto il comando di Carlo nella Grande Guerra, in una delle unità polacche al servizio della Duplice Monarchia.
Fu esemplare come marito e padre di famiglia, cosa notevole in un ambiente corrotto come quello dell'alta società viennese del tempo. Nella Grande Guerra fu comandante di corpo d'armata (due divisioni) dimostrandosi valoroso e amato dai soldati. Aveva anche uno dei migliori capi di stato maggiore dell'esercito.
Combattè sul fronte italiano, prendendo parte alla fallita offensiva austriaca del 1916, sugli Altipiani. Conquistata provvisoriamente Asiago sembra l'avesse già data in feudo ai suoi figli, ma poi l'Imperial-Regio Esercito dovette subito dopo ritirarsi.

Come imperatore commise alcuni gravi errori, rivelando scarsa personalità ed inesperienza. Per l'Italia e gli italiani nutrì sempre odio e disprezzo nemmeno tanto celati, da vero Asburgo. Dopo la vittoria di Caporetto, ci furono mesi di trattative segrete tra inglesi e americani con gli austriaci per indurli ad una pace separata. Naufragarono anche perché Carlo si rifiutò sempre di fare una qualsiasi concessione, anche minima, all'Italia, cosa della quale, per la facciata, le due superpotenze avevano bisogno. Sarebbe bastato poco, un atto di calcolata generosità imperiale e cattolica.
Nell'estate del 1917, nella battaglia per l'altopiano della Bainsizza, l'esercito A-U fu sul punto di crollare sotto l'attacco italiano. Convinto di non poter resistere ad un'altra offensiva di Cadorna, CArlo chiese l'aiuto tedesco per una offensiva di alleggerimento, che fu appunto quella dello sfondamento a Caporetto, ott. 17, dove il Regio Esercito perse l'ala sinistra ma riuscì a riportare quasi tutto il resto sul Grappa e al di là del Piave, bloccando due settimane dopo l'offensiva finale austro-ungarica, il cui successo restò pertanto solo tattico ancorché spettacolare.
Nell'estate del '18 Carlo e i suoi ministri commisero un errore decisivo: appoggiarono le grandi offensive tedesche in Francia (tutte respinte nonostante grandi sfondamenti iniziali) gettando le ultime risorse della stremata monarchia contro di noi nella battaglia del Solstizio, come fu chiamata, che si risolse in un completo fallimento. Da quel momento la guerra era oggettivamente persa, la monarchia e i tedeschi non avevano più riserve mentre gli Alleati si rafforzavano sempre di più. Dopo quella battaglia, Carlo chiese subito di aprire trattative di pace ma gli Alleati (americani e inglesi comandavano) fecero orecchie da mercante, vedendo ormai avvicinarsi la vittoria.
Il resto è noto.
H.


Anonimo ha detto...

LA CHEMIOMELASSA
Di Pino Cabras

Strani progetti incombono: dove gli insetti forniscono alimenti da sempre, si tolgono gli insetti. Dove gli insetti sono da sempre rifiutati, li si vuole far diventare nuovo cibo.
Mi spiego.
Ho appena visto in Tv un servizio sul miele fatto senza api. Sono pronti a demolire anche l'apicoltura per far posto a multinazionali che produrranno in modo massiccio una chemiomelassa fatta in impianti industriali che invaderà i mercati.
Per contro, il grande battage pubblicitario sulle farine di grillo va a coprire lo sdoganamento delle farine andate a male per via della presenza di insetti: il vero obiettivo è lo svilimento dell'agricoltura di qualità e legata all'anima dei territori in vista della sua sostituzione con una catena del valore che remunera soltanto chi si lega a un padronato riconducibile ai soliti quattro proprietari (che sono anche gli azionisti dei media, delle case farmaceutiche, delle banche e delle industrie belliche).
La ribellione degli agricoltori è figlia di un danno subito già in profondità, in molti luoghi al limite dell'irreparabile. Una reazione robusta ma ormai in emergenza. I maggiordomi dei boss di Davos che governano l'Europa proveranno a comprare un po' di tempo facendo qualche modesta concessione, stipulando qualche tregua fiscale, e tuttavia gli agricoltori non devono illudersi, né deve farlo la società tutta. Il progetto per distruggerli non va in vacanza. I maggiordomi concederanno ora qualche miliardo, ma quel che maneggiano è un progetto in cui i boss impiegheranno migliaia di miliardi. Un rapporto di forza da brividi. Mirano a sostituire l'agricoltura e la zootecnia con una sorta di zootecnia degli umani, da rendere docili, da abituare a un mangime omologato e da marchiare. Questa è la posta in gioco. Quindi non è tempo di cedere, abdicare, rinunciare. No. Dobbiamo riportare il mondo al passo dell'essere umano.

Vedi 'n po'.. ha detto...

Er grillo zoppo

Ormai me reggo su 'na cianca sola
diceva un Grillo. - Quella che me manca
m'arimase attaccata a la cappiola.
Quanno m'accorsi d'esse priggioniero
col laccio ar piede, in mano a un regazzino,
nun c'ebbi che un pensiero:
de rivolà in giardino.
Er dolore fu granne...: ma la stilla
de sangue che sortì da la ferita
brillò ner sole come una favilla.
E forse un giorno Iddio benedirà
ogni goccia de sangue ch'è servita
pe' scrive la parola Libbertà!

VIVA GLI AGRICOLTORI IN LOTTA! ha detto...

Tace la sinistra sulle lotte degli agricoltori, ma non nasconde il fastidio per questa categoria, accusata di non disciplinarsi a quel “Green Deal” deciso dalle multinazionali del settore che tramite le proprie istituzioni vogliono imporre prodotti estranei alle nostre tradizioni alimentari. Mentre si agita la destra (repetit iuvant: queste sinistre e queste destre sono due facce della stessa medaglia, il liberal capitalismo a trazione globalista), che finge opportunisticamente di difendere gli interessi della categoria a dispetto del fatto che abbia sempre finora approvato la politica agricola comune (PAC).

Un green deal basato sulla colossale menzogna del riscaldamento climatico su base antropica, nei fatti un tentativo del grande capitale finanziario globalista di sottrarsi alla crisi del mondo unipolare.

La questione in gioco è l’agricoltura “tradizionale” (guarda un po’, tutto ciò che vogliono distruggere diventa tradizionale), quella basata sul lavoro di piccole e medie aziende agro-zootecniche, considerata d’intralcio dalle grandi multinazionali. Le quali vogliono soppiantare produzioni agricola e zootecnica con produzioni “innovative” in posizione di monopolio. Chiaro o no il martellamento mediatico da anni su temi animalisti e ambientalisti, la demonizzazione della carne animale a vantaggio di quella sintetica, per non parlare di farine e altro?

Che poi l’agricoltura debba essere meno invasiva è certamente giusto, ma ciò, sia chiaro, non possono stabilirlo le multinazionali, loro che si comportano come i signori di Davos che ci fanno la lezioncina sulle emissioni delle nostre utilitarie mentre sfacciatamente usano jet, auto di grande potenza con motori termici e yacht super lussuosi.

La sinistra, la migliore e più compiuta espressione politica del capitale globalista, esprime sprezzo classista verso i lavoratori della terra, considerati anti-europeisti (non sia mai!) e pericolosamente in odor di fascismo. Interrogata sul tema la Schlein risponde che vorrebbe piani europei e un bilancio comune con molte più risorse per sostenere gli agricoltori… nelle trasformazioni che sono necessarie, cioè quelle disegnate nel “Green Deal” europeo, perché se no il rischio – dice la segretaria Pd – è che questi saranno travolti dai cambiamenti climatici che provocano alluvioni che travolgono tutto, come successo in Emilia-Romagna. Una fantomatica emergenza climatica in nome della quale sostenere la follia green, che sono i ceti popolari a pagare, e in nome della quale si perdono le responsabilità della politica circa l'assenza di piani di manutenzione del territorio. Vero, Bonaccini?

VIVA GLI AGRICOLTORI IN LOTTA ha detto...

Segue
Schlein, dopo aver annunciato per il 16 febbraio prossimo un momento di confronto del suo partito con il mondo agricolo (???), esprime gran sdegno per questa corsa dietro a nazionalisti e anti-europeisti. Noi, dice, siamo l’argine, rispetto a questa deriva che in Italia si sta traducendo nel vero volto della destra, che sta colpendo le fasce più fragili (e dalle coi fragili!) della società, i migranti, e mettendo in discussione i diritti fondamentali delle persone lgbtpiù. Ma non si stava parlando di agricoltori?

Poi ci sono gli ambienti di sinistra sinistra (i cólti alla “Manifesto”, per intenderci) che, sempre partendo dalla necessità del “Green Deal” (figurarsi, come nel caso pandemico questi si mostrano sempre i più virtuosi, quelli dalla elevata coscienza civica ed etica), che se no l’umanità va incontro all’estinzione (tiè!), tirano fuori per l’occasione quelle aziende contadine virtuose escluse dai fondi della politica agricola comune ma che hanno avviato la transizione ecologica, quelle che sono passate al biologico da 30 anni, che hanno inventato i mercati contadini, l’agriturismo ed altre belle cose (come quelli di Associazione Rurale Italiana).

La lotta degli agricoltori è giusta, riguarda tutti noi. Si spera che sappiano difendersi dalla destra, che finge di sostenere le loro ragioni, e dalla sinistra, che con la sua arroganza classista esprime il fastidio dei neo aristocratici globalisti verso i plebei, rozzi e puzzolenti difensori di una identità ritenuta pericolosa. Che sappiano riconoscere i veri amici in quelli che coerentemente esprimono una politica antieuropeista.

Così e'. ha detto...

Secondo Hans Leijtens il direttore di Frontex, l'agenzia europea per la protezione della frontiera comune, è impossibile fermare i flussi di immigrati illegali. Come se la polizia si arrendesse al crimine.
https://lanuovabq.it/it/frontex-il-guardiano-delle-frontiere-si-arrende-ai-trafficanti
Mia traduzione (a lume di naso) e frammistione : Non esisterebbe alcun flusso migratorio senza le Ong italiane ed europee che, in buona o mala fede, cooperano necessariamente con i trafficanti, facilitano la violazione dei confini europei e, spesso, si prodigano per la latitanza dei migranti irregolari. I trafficanti e i tanti passatori volontari sanno di poter trovare nel capo di Frontex un arrendevole e complice amico.