Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

giovedì 29 febbraio 2024

La diocesi di Westminster annulla la venticinquennale tradizione di celebrare il Triduo Pasquale secondo l'antico rito

Nella nostra traduzione dal Catholic Herald apprendiamo che, in Inghilterra, il Card. Nichols ha cancellato il Triduo tradizionale che ha trovato posto nell'arcidiocesi di Westminster fin dai primi anni novanta. Questi pastori credono che con le loro imposizioni manterranno fedeltà e buona volontà oppure si alieneranno ulteriormente i più impegnati del loro gregge spingendoli ai margini? La risposta è ovvia. L'unico “Triduo Tradizionale” nella diocesi, che comprende Londra, si sarebbe svolto a St. Mary Moorfields, al quale hanno partecipato fino a 200 persone negli ultimi anni, attirando parrocchiani da altre parti dell'arcidiocesi che assistono alla liturgia tradizionale in altre chiese. L'Istruzione di Roche afferma che il Triduo Pasquale non può più essere celebrato secondo il Messale Romano del 1962 in nessuna parte della diocesi, mentre l'Universae Ecclesiae di Benedetto XVI lo consentiva. In ogni caso a Westminster ancora fruivano dell'indulto Agatha Christie.
. Sulle antiche resistenze e petizioni vedi nota (1) di Chiesa e post-concilio. Qui l'indice degli articoli sulla Traditionis custodes e successive restrizioni.

La diocesi di Westminster annulla la venticinquennale tradizione 
di celebrare il Triduo Pasquale secondo l'antico rito

Quest'anno nella diocesi di Westminster non avranno luogo le celebrazioni liturgiche del Triduo Pasquale – dal Giovedì Santo alla Domenica di Pasqua – secondo il rito antico (tradizionale latino).

I cambiamenti fanno seguito alla decisione del cardinale Vincent Nichols, arcivescovo della diocesi e capo dei cattolici in Inghilterra e Galles, di interrompere l'usanza di celebrare la liturgia nella forma tradizionale durante il fine settimana di Pasqua che avveniva ogni anno dagli anni '90.

Il cardinale Nichols, nella corrispondenza con padre Michael Cullinan, nel negare la richiesta di quest'ultimo di ospitare il triduo di quest'anno a St Mary Moorfields – l'unica chiesa cattolica nel comprensorio della City di Londra – ha ammesso di essere consapevole che la decisione avrebbe causato delusione, dichiarando: “Mi rendo conto che questo deluderà alcune persone, ma devo tenere presente il contesto più ampio”. Lo riporta il National Catholic Register, che ha consultato la corrispondenza.

Il cardinale ha spiegato che il suo verdetto segue “i parametri stabiliti dalla Santa Sede”, mentre la Latin Mass Society ha dichiarato: “Sua Eminenza colloca questa decisione nel contesto dei suoi rapporti in corso con il Dicastero per il Culto Divino a Roma”.

I “parametri” si riferiscono al motu proprio Traditiones Custodes di Papa Francesco del 2021 e ai successivi rescritti del cardinale Arthur Roche, che dirige il Dicastero per il Culto Divino. Il cardinale Roche è da sempre un deciso oppositore della liturgia tradizionale, e il suo ufficio ha scritto direttamente a numerosi prelati in tutto il mondo chiedendo loro di revocare le autorizzazioni esistenti per la celebrazione della liturgia nelle forme tradizionali.

Il cardinale Nichols ha spiegato che la sua cooperazione con la Santa Sede e la sua decisione di non consentire la celebrazione del triduo tradizionale a St Mary Moorfield è stata presa "nell'interesse di una disposizione più ampia" che consenta alla liturgia tradizionale di essere celebrata altrove nell'arcidiocesi come attualmente stabilito.

“Devo avere una visione più ampia”, ha detto il cardinale, citando la parrocchia della St James' Church, Spanish Place – la chiesa storica degli ambasciatori spagnoli – che celebra la Messa tradizionale latina ogni domenica e nelle feste di precetto.

Nella sua dichiarazione la Latin Mass Society, storicamente coinvolta nella celebrazione del triduo tradizionale nell'arcidiocesi di Westminster, si è detta “addolorata” dalla decisione, focalizzando l'attenzione sul fatto che dopo la pubblicazione di Traditiones nel 2021, il cardinale Nichols ha dichiarato: “A mio giudizio, queste questioni non riflettono la vita liturgica complessiva di questa diocesi”. [due 'vite liturgiche' diverse, dunque due fedi diverse : lex orandi, lex credendi. Del resto lo aveva affermato Bergoglio senza più maschere di sorta e, ancor più esplicitamente, lo stesso Roche (qui) e non solo lui (qui - qui) -ndT]

“Sembra”, aggiunge la Latin Mass Society, “che i cattolici legati alla liturgia antiquior vengano puniti per una cattiva condotta che il cardinale Nichols non riconosce loro”.

La decisione di negare i permessi per il triduo arriva nel novero di una serie di decisioni che revocano gradualmente i privilegi e i permessi esistenti per la celebrazione della liturgia tradizionale nell’arcidiocesi di Westminster.

Nel 2021 si è interrotta la tradizione ventennale di caratterizzare le ordinazioni secondo l'antico rito; nel novembre 2023, è stata interrotta anche la messa da requiem annuale della Latin Mass Society nella cattedrale di Westminster. Allo stesso modo, è finita la tradizione di 50 anni di celebrare due messe annuali nel vecchio rito nella cattedrale.
L’arcidiocesi di Westminster ha avuto un rapporto unico e intimo con l’antico rito sin dalla riforma liturgica del 1970.

Il cardinale John Heenan – un primo convinto critico della nuova messa – ottenne una concessione, conosciuta colloquialmente come “Agatha Christie Indult”, da Papa Paolo VI dopo una petizione firmata da numerosi intellettuali e scrittori di spicco (tra cui la famosa scrittrice di gialli) rivolta alla Santa Sede, che perorava la liberalizzazione degli antichi riti della Chiesa.(1)

Pertanto, il 5 novembre 1970, Papa Paolo VI avrebbe esclamato “Ah, Agatha Christie!” mentre leggeva il dossier sulla sua scrivania e successivamente concedeva all'arcidiocesi di Westminster il permesso di consentire liturgie di antico rito a propria discrezione.

Resta inteso, secondo diverse fonti ecclesiali, che l'ultima decisione del cardinale Nichols di invertire la richiesta e i desideri di quei firmatari, e di molti cattolici che li hanno seguiti, è una risposta alle crescenti pressioni del Dicastero per il Culto Divino e la Chiesa. Guardate come peggiora la salute di Papa Francesco.
Tommaso Colsy 

(Foto: liturgia del tempo pasquale a St Mary Moorfield, 2023 – Joseph Shaw.)
[Traduzione a cura di Chiesa e post-concilio]

* * *
Nota di Chiesa e post-concilio
1. Non possiamo non citare il "Breve esame critico del Novus Ordo Missae" presentato a Paolo VI nel Corpus Domini 1969 [qui].
Inoltre, nel gennaio 1973, apparve sulla rivista “Itinéraires” una Lettera-appello datata 21 ottobre 1972 rivolta da Jean Madiran a Paolo VI. Questo l'incipit: “Beatissimo Padre, ridateci la Scrittura, il catechismo e la Messa, che ci vengono sottratte, ogni giorno di più, da una burocrazia collegiale, despotica ed empia che, a torto o a ragione, ma senza essere smentita, pretende imporsi in nome del Vaticano II e di Paolo VI. Ridateci la Messa cattolica tradizionale, latina e gregoriana, secondo il Messale romano di san Pio V. Voi fate dire che l’avreste proibita. Ma nessun pontefice potrebbe, senza abuso di potere, interdire il rito millenario della Chiesa cattolica, canonizzato dal Concilio di Trento. Se tale abuso di potere si fosse effettivamente prodotto, l’obbedienza a Dio e alla Chiesa sarebbe di resistere e non di subirlo in silenzio”.
La protesta di Madiran e dei teologi di “Itinéraires” si saldò con l’appello a Paolo VI di cui parla l'articolo, sottoscritto il 6 luglio 1971 da cinquantasette esponenti del mondo culturale inglese, tra i quali la nota scrittrice Agatha Christie, che chiedevano alla Santa Sede “di voler considerare con la massima gravità a quale tremenda responsabilità andrebbe incontro di fronte alla storia dello spirito umano se non consentisse a lasciar vivere in perpetuità la Messa tradizionale”. Tra i firmatari, erano cento eminenti personalità di tutto il mondo, tra i quali, oltre agli scrittori inglesi Agatha Christie, Robert Graves, Graham Green, Malcolm Mudderidge, Bernard Wall, figuravano Romano Amerio, Augusto Del Noce, Marcel Brion, Julien Green, Yehudi Menuhin, Henri de Montherlant, Jorge Luis Borges. Gli appelli di fedeli di ogni nazionalità che chiedevano il ripristino, o almeno la “par condicio” per la Messa tradizionale, iniziarono a moltiplicarsi soprattutto per iniziativa dell’associazione “Una Voce”. Tre pellegrinaggi internazionali di cattolici si svolsero a Roma per riconfermare la fedeltà alla Messa e al catechismo di san Pio V.
Questo ampio movimento di resistenza si sviluppò tra il 1969 e il 1975, ben prima dell’esplosione del cosiddetto “caso Lefebvre”, scoppiato il 29 giugno 1976.
Può essere interessante leggere un più recente intervento che ho ascoltato personalmente e mi ha molto colpita durante uno dei primi Convegni Summorum Pontificum : Sr. Maria Francesca Perillo F.I. - Le origini apostolico-patristiche della Messa Tridentina  [qui]
E oggi? La resistenza continua; ma la situazione è ben più ostica e l'avversione antica dei vescovi si fa sempre più soffocante. Tuttavia la nuova generazione (giovani e famiglie in tutto l'orbe cattolico, sostenuti da sacerdoti ancora fedeli, sembra stia raccogliendo il testimone...
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A I U T A T E, anche con poco,
l'impegno di Chiesa e Post-concilio per le traduzioni
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16 commenti:

Giovedì della II settimana di Quaresima ha detto...

Necessità della mortificazione.

Perché, l’uomo che dispone dei beni di quaggiù, se non trema al pensiero dell’eternità, se non capisce che deve “usare di questo mondo come se non ne usasse” (1Cor 7,31) ed è estraneo alla Croce di Gesù Cristo, è già vinto dalla triplice concupiscenza. La superbia, l’avarizia e la lussuria se ne contendono il cuore, e finiscono tanto più a dominarlo quanto meno pensa di fare qualche cosa per abbatterle. È uomo che non combatte: nella sua anima è venuta ad abitare la morte. Non maltrattava i poveri; ma si ricorderà troppo tardi che il povero è da più di lui, e che lo doveva onorare e sollevare. I suoi cani ebbero più umanità di lui; ecco perché Dio l’ha lasciato addormentare sull’orlo dell’abisso che lo doveva inghiottire. Potrà egli dire di non essere stato avvertito? Non aveva Mosè ed i Profeti, e più che tutto Gesù e la sua Chiesa? Egli ora ha a sua disposizione la santa Quarantena promulgata, che gli è stato annunciata; ma si da almeno pensiero di sapere che cos’è questo tempo di grazia e di perdono? Forse lo trascorrerà senza scuotersi; ma farà nello stesso tempo un passo verso l’eterna infelicità.

PREGHIAMO
Assisti o Signore, i tuoi servi, e concedi loro gli effetti di questa continua misericordia, che implorano, affinché, gloriandosi di te, loro creatore e guida, sia ristabilita la loro unione e conservata la loro restaurazione.

Anonimo ha detto...

Nuovo importante documento ANONIMO di un Cardinale -Demos II- sullo stato "confusionale" come non mai del Papato e della Chiesa Cattolica.
E' un documento che si muove nel solco del precedente, Demos I, certamente pregevole in molte sue parti anche se si muove nel solco della c.d. ermeneutica della continuità, riallacciandosi alla luce del CVII il cui "spirito" sembra offuscare anche le menti più lucide.

Margotti

Anonimo ha detto...


Comme on en a marre, mais marre, mais marre, de cette haine des conciliaires pour l'Église de toujours, pour sa doctrine, pour sa liturgie, pour sa piété. Cette haine — celle de Bergoglio et de ses acolytes notamment — n'a rien de chrétien ni même d'humain. Elle est d'essence diabolique. Le Christ n'est pas venu sur terre pour persécuter ses fidèles, mais pour les consoler et les entourer de prévenances et de délicatesses. Oh ! comme je comprends de mieux en mieux ceux de mes amis qui, dégoûtés de l'imbécile dictature qui règne désormais dans l'Église Romaine à tous les niveaux, passent à l'Orthodoxie. Là, semble-t-il, le mot « charité » a encore un sens, dont les ecclésiocrates qui nous gouvernent et qui empoisonnent nos vies n'ont pas la moindre idée.

mic ha detto...

Ringrazio Margotti. Lo pubblicherò domani...

Intanto "Demos I" si può trovare qui:

https://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2022/03/memorandum-bomba-per-i-cardinali-per-il.html

Anonimo ha detto...

Andrea Sandri
Il problema fondamentale

Prima Traditionis Custodes, poi Desiderio Desideravi. Poi l'interpretazione autentica del Cardinal Roche: «Due Messe, due teologie incompatibili», aut aut, quasi per accontentare i critici tradizionalisti e progressisti del ratzingeriano "due forme dello stesso rito" (che oggi rivela tutto il suo senso storico e dottrinale). Poi una serie di bombardamenti chirurgici sulle Messe antiche in tutto il mondo. Ma la tradizione liturgica resiste, con la forza ontologica di Colui-che-É, se cacciata, si sposta, rimane. Recentemente la lettera del Vescovo di Austin (secondo alcuni sollecitata da Roma): Messe cancellate in quella diocesi. Oggi la notizia della soppressione del Triduo Pasquale antico a Westminster (eppure l'indulto inglese fu firmato da Paolo VI che evidentemente, nonostante tutto, non riteneva che ci fosse incompatibilità teologica tra i due riti). Di fronte a tutto ciò, mi pongo un problema fondamentale: si può ancora assistere a una Messa cui materialmente, anche se non esteriormente, viene attribuito, contro la dottrina dei Papi successivi alla promulgazione del NOM, un nuovo significato ed è così trasformata in uno strumento per combattere la tradizione liturgica e il suo contenuto teologico? Dal 1986 assisto regolarmente alla Messa antica, senza pormi il dilemma di assistere oppure no alla Messa di Paolo VI quando e dove rappresenti la sola opzione per soddisfare il precetto, ma ora qualcosa è tragicamente cambiato.

Anonimo ha detto...

La liturgia è teologia espressa in forma rituale, ed esprime con riti e simboli la teologia soggiacente. Ma allora, soffermandosi sulla liturgia e quindi partendo dalla riforma di Paolo VI, mi pare evidente la mutazione perfino del NOM rispetto a 50 anni fa. Mi è capitato, per un funerale e per un'altro motivo di carattere sociale, di partecipare a due celebrazioni in due anni del NOM e non riconosco quasi più la celebrazione a cui ho partecipato per quasi 40 anni, fino all'emanazione di Summorum Pontificum. Hanno cambiato le preghiere e perfino la traduzione delle Scritture in un modo che ne stravolge il senso, e questo deriva - a mio parere - proprio dal cambio di paradigma teologico che prima era strisciante e "ora" è addirittura assiso sul Trono.

Anonimo ha detto...

Il minimo che si possa dire è che il NOM è un atto sovversivo e come tale va contrastato in ogni modo. Io me lo sono sorbito per decenni senza pormi troppi problemi, purtroppo (della serie "così fan tutte"), ma quando ho scoperto il rituale Romano Apostolico o Tridentino ho compreso che mi era stato rubato un tesoro incommensurabile, e mi vieto tassativamente la frequenza del NOM, rito protestantico confezionato col contributo determinante di un massone, peraltro.
E' uno scandalo che, per devozione papale (nella maggior parte del clero) e per ragioni di politica ecumenista (voglia di unità coi protestanti, da parte della Gerarchia conciliare), si sia "digerito" un tale vergognoso ribaltamento di liturgia (e anche di fede) senza troppi sussulti. Perché, a parte la meritoria critica con il Breve Esame critico...., cosa si è (o meglio, non si è fatto da parte di chi poteva fare)?
E si persevera in un crescendo rossiniano che ha del diabolico.

Anonimo ha detto...

Io ho una storia che è tutto il contrario della tua.
Con la stupidità dei vent’anni, mi sono fatto irretire da quelli della messa in latino, pensando che sarebbe stata la soluzione ai miei problemi. Purtroppo, dietro le rutilanti liturgie c’era il nulla assoluto, ma, nel frattempo, stavo diventando una pessima persona, incapace di relazionarmi con chi la pensava diversamente da me, ero rancoroso ed acido. Pensavo che tutto il mondo ce l’avesse con me.
Purtroppo, la cosa è andata avanti tanti anni…ho dato a loro gli anni migliori della mia vita, trascorrendoli male, sia per me che per chi mi stava attorno.
In tutti quegli anni, non ho mai sentito amore per Dio, né la sua presenza nella mia vita.
A seguito di eventi tragici nella mia famiglia, ad un certo punto ho ripensato tutto e mi sono detto che così non poteva continuare. Me ne sono andato senza guardarmi indietro. Sono rinato! Andando alla Messa in forma ordinaria quotidianamente, per la prima volta da decenni, mi sono reso conto che qualcuno mi ascoltava quando pregavo. Chi mi sta vicino ha notato grandi miglioramenti nel mio comportamento, ero finalmente felice.
Da allora, ho giurato che non avrei mai più messo piede in una chiesa tradizionalista.

Si prega di pubblicare. Non è altro che una vera esperienza di vita, come quella delle 19.06.

mic ha detto...

Anonimo 7:32
vedo che è l'ennesima volta che insisti, ma a questo punto devo dirti che la tua pseudo-testimonianza sa di falso lontano un miglio. Tuttavia, se fosse vera, devo dirti ancora che non hai percepito nulla del vero significato della Messa antica e che dipende da cosa cerchi...
Conosco ad esempio dei neocatecumenali che si esaltano per un rito giudeo-luterano-gnostico non riconosciuto tale per la loro ignoranza sulla vera fede, esaltati emotivamente (certo non in profondità) attraverso canti cadenzati e coinvolgenti. Con una iconografia di un Cristo che ha le sembianze del loro fondatore. Tralascio le altre tecniche manipolatorie della setta che creano dipendenze difficilmente risolvibili...
Ognuno si ferma dov'è la sua vera casa.

Anonimo ha detto...

"...successivamente concedeva all'arcidiocesi di Westminster il permesso di consentire liturgie di antico rito a propria discrezione."
Questo è errato. Il permesso venne dato al Cardinale di Westminster in qualità di presidente della conferenza episcopale di Inghilterra e Galles, ma riguardava qualunque diocesi delle due nazioni, non solo l'arcidiocesi di Westminster.

Anonimo ha detto...

Non so potrebbe dire meglio. Aggiungerei che alla Santa Messa non si va per intessere relazioni sociali. Esse sono praticabili , e molto praticate, nel NO, molto meno nel rito antico. Sospetto che il commentatore sia rimasto deluso in aspettative di tipo salottiero. Per questo motivo io mi trovo a mio agio nelle chiese dove si celebra il VO.

Anonimo ha detto...

Mons. Lefebvre sulla "Nuova Messa" (1975). Documento allegato in appendice al volume "Catechismo sul culto divino":

"Non ci si può impedire di concludere che, essendo i principii intimamente legati alla pratica secondo l’adagio «Lex orandi Lex credendi», il fatto di imitare nella liturgia della Messa la riforma di Lutero, conduce infallibilmente ad adottare a poco a poco le idee stesse di Lutero. L’esperienza degli ultimi sei anni, dopo la pubblicazione del nuovo Ordo, lo prova ampiamente".

(Conferenza di Mons. Marcel Lefebvre, Fondatore della FSSPX, tenuta a Firenze il 15 febbraio 1975 - La Messa di Lutero)

Et de hoc satis.

Anonimo ha detto...

Per forza le relazioni sono poco praticate nel rito antico! Con la sicumera che hanno i fedeli in cui tutti pensano di essere una spanna sopra gli altri.
Però ti ricordo che l’Eucaristia è stata istituita in un contesto conviviale, non in cima ad una montagna con Gesù che aveva la faccia contro il muro.

mic ha detto...

Per Anonimo 11:59

Con la sicumera che hanno i fedeli in cui tutti pensano di essere una spanna sopra gli altri.

Confonde con la sicumera la certezza fondata non su gusti o opinioni personali, ma sulla fede bimillenaria custodita dalla Tradizione perenne, ancora indenne dallo storicistico evoluzionismo dei dogmi...

Però ti ricordo che l’Eucaristia è stata istituita in un contesto conviviale, non in cima ad una montagna con Gesù che aveva la faccia contro il muro.

E io ti ricordo che il "contesto conviviale" consisteva nel Seder Pasquale ebraico, durante il quale il Signore, dopo aver consacrato il pane, - nel benedire la quarta e ultima coppa: quella del vino dei tempi messianici - pronuncia la formula di Consacrazione sul vino (questo è il mio sangue che "sarà versato" al futuro 'effundetur'...).
In questo modo non è il Presidente dell'assemblea, ma l'agnello sacrificale che trasporta i discepoli sul Calvario e anche oltre una tomba vuota. Infatti, compiuto il Sacrificio espiatorio (non "rivolto al muro" ma al Padre, come il sacerdote che celebra in persona Christi che non dà le spalle all'assemblea ma la orienta a Dio) ciba loro col suo corpo e sangue di agnello sacrificale ma anche di Risorto nel vero banchetto escatologico...

Sarei felice se il nostro interlocutore potesse far tesoro delle ricchezze della nostra fede che evidentemente nessuno gli ha mai trasmesso.

Anonimo ha detto...

Poveri noi…adesso, se uno non è tradizionalista non ha neanche ricevuto la fede?
E poi dite che non siete pieni di voi e convinti di essere gli unici cattolici rimasti al mondo.
Ma abbassa un po’ le arie!

Anonimo ha detto...


La Messa montiniana è scadente anche nel contorno: nei canti e musiche insignificanti e melensi, per tacere delle orribili architetture delle chiese, alcune delle quali addirittura circolari, con l'altare in mezzo, sul modello di certi tempietti pagani.
Il "nuovo" creato dalla nuova liturgia è solo paccottiglia, che un giorno sarà spazzata via, assieme allo sgorbio di Messa fatto fare da Montini (il colpevole autentico è lui), quando la Chiesa, a Dio piacendo, rinascerà dalle sue ceneri.
I difensori del NO, qui pubblicati da Mic, non portano a ben vedere argomenti a sostegno, sembrano in pratica dei troll.
T.