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sabato 3 febbraio 2024

Dichiarazione «Fiducia supplicans»: i Vescovi tedeschi tagliano gli aiuti alla Chiesa in Malawi per costringere i suoi Vescovi a benedire le coppie irregolari

Nella nostra traduzione, la Lettera numero 1001 di Paix Liturgique del 25 gennaio [qui], sul ricatto di molte Diocesi tedesche – notoriamente orientate contro la morale ( e dunque contro la fede) cattolica – nei confronti delle Diocesi africane che non vogliono rinunciare all’insegnamento millenario della Chiesa. Qui l'indice degli articoli sulla vexata quaestio

Dichiarazione «Fiducia supplicans»: i Vescovi tedeschi tagliano gli aiuti alla Chiesa in Malawi per costringere i suoi Vescovi a benedire le coppie LGBT 

Col passare dei giorni cresce l’opposizione alla dichiarazione «Fiducia supplicans» del Dicastero per la Dottrina della Fede sul senso pastorale delle benedizioni. I Vescovi dell’Africa hanno firmato un testo comune in cui ricordano il Magistero e la loro opposizione alla benedizione delle coppie irregolari. Anche i promotori di questo testo si stanno rivelando, non risparmiando sforzi per punire le Diocesi africane – forti nella fede, ma povere – e spingerle ad accettare l’inaccettabile.

E così, il blog Riposte Catholique riporta un articolo del sito Infovaticana che cita una dichiarazione di mons. Thomas Luke Msusa, Arcivescovo di Blantyre in Malawi. Quest’ultimo afferma che i Vescovi del Malawi, uno dei primi Paesi i cui Vescovi hanno rifiutato la benedizione delle coppie LGBT prevista dalla dichiarazione «Fiducia supplicans», non si pentono della loro decisione, anche se questa ha portato a un netto deterioramento dei rapporti con le Diocesi tedesche, molte delle quali sono favorevoli alla lobby LGBT, e che sovvenzionano in misura notevole le Diocesi dei Paesi più poveri, non senza ingerenze teologiche.

I nostri sacerdoti non dovrebbero benedire gay e lesbiche perché è contrario all’insegnamento biblico. Come vescovi della Conferenza episcopale del Malawi, siamo stati i primi al mondo a rispondere condannando questo ordine. Ciò che sorprende è che la dichiarazione non cita alcun versetto biblico o precedenti dichiarazioni di altri Papi, come è sempre accaduto precedentemente. 

Noi ci opponiamo e le nostre relazioni con alcuni dei nostri benefattori, per esempio in Germania, si sono deteriorate. Avevamo un buon rapporto con i nostri benefattori in Germania, che ci davano soldi per comprare auto per i nostri sacerdoti. Ma vorrei dire: lavoriamo sodo per conto nostro invece di 'accettare denaro perché vogliono che facciamo qualcosa di contrario all’insegnamento biblico'.

I siti web di varie Diocesi tedesche mostrano che molti progetti in Malawi sono sostenuti con fondi stanziati: 
- 10.000 euro concessi da una fondazione delle Suore francescane di Salzkotten (Diocesi di Paderborn), per l’apertura di una comunità di due suore, una indonesiana e una tedesca, a Dowa, che saranno impegnate in attività educative e sociali; 
. lo stesso ordine sostiene da anni le scuole per gli orfani dell’AIDS; 
- anche la Parrocchia di Visbek, in Bassa Sassonia, lavora per gli orfani dell’AIDS in Malawi, dopo aver accolto uno studente di diritto canonico di questo Paese negli anni 1997-2000; 
- la Diocesi di Colonia finanzia la costruzione di conventi per le suore dell’ospizio e di un centro pastorale nelle Diocesi di Karonga, Zomba e Blantyre  – senza dimenticare di menzionare il rispetto degli «obiettivi dell'enciclica Laudato si’ nella sua relazione sul sito web della Diocesi tedesca; 
- una Parrocchia di Monaco finanzia scuole e missioni educative in Malawi, e così via.

Tutti progetti che, ovviamente, sono cristiani e caritatevoli. Tuttavia, cercar di costringere i Vescovi e i Cristiani del Malawi a rinunciare all’insegnamento secolare e alla morale della Chiesa – tagliando i finanziamenti – non scaturisce più da una logica cristiana, ma eminentemente finanziaria e colonialista. Non c'è dunque da meravigliarsi se gli Africani, che intendono rimanere cattolici, la rifiutino a priori, insieme alla cosiddetta «morale inclusiva» dei prelati occidentali, le cui Diocesi in declino, sommerse da un diluvio infinito di scandali morali, sopravvivono solo grazie al contributo dei sacerdoti africani – oggi in Francia un sacerdote attivo su tre è straniero (fidei donum), e l’80 per cento di essi è africano.

Di fronte alle eresie messe in atto da anni da alcune Diocesi tedesche, che non esitano a fare pressione su Roma affinché avalli le loro derive morali e teologiche presentate dal «cammino sinodale tedesco», apertamente eretico, Roma «procede con cautela», ricorda Loup Besmond de Senneville al quotidiano La Croix, di fronte all’immenso peso finanziario delle diocesi tedesche, che nel 2021 riceveranno 6,7 miliardi di euro tramite le tasse ecclesiastiche. 7 miliardi di euro attraverso la tassa ecclesiastica, ovvero dal 6 al 10 per cento del reddito dei fedeli… Soprattutto in quanto il Vaticano ha certamente ridotto il suo deficit, ma è costretto a vendere immobili per 20-25 milioni di euro per «finanziare la missione del Papa». Una importo consistente per il Vaticano, una pagliuzza per le Diocesi tedesche…

Intanto, i fedeli tedeschi manifestano il loro dissenso, lasciando la Chiesa in numero sempre maggiore per sfuggire alle tasse… e ad altri flagelli; più di 220 mila l’hanno fatto nel 2020, 350 mila nel 2021, 520 mila nel 2022… Non è detto che il Vaticano sia obbligato a vendere immobili per un valore di 20-25 milioni di euro per «finanziare la missione del Papa». Non meno del 61 per cento di coloro che se ne sono andati ha parlato di «spreco» di risorse raccolte dalle Diocesi, e il 30 per cento ha criticato le Diocesi tedesche per il loro asservimento al mondo – in altre parole, alle derive inclusive, di sinistra, ambientaliste vessatorie, LGBT ecc.

Vien da chiedersi se la dichiarazione «Fiducia supplicans» non sia solo un grosso affare per Roma. Per «finanziare la missione del Papa», le sue conferenze stampa in aereo e i suoi viaggi dall’altra parte del mondo, dalla Mongolia all’Argentina, dal Brasile allo Sri Lanka, dalla Repubblica Centrafricana alla Birmania, passando per gli Emirati e Marsiglia, la morale e l’insegnamento della Chiesa sulla famiglia e sul matrimonio potrebbero essere messi nel dimenticatoio…
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3 commenti:

Si allineeranno, vedrete! ha detto...

Se i cattolici tedeschi hanno deciso di abbandonare la "Chiesa" per via del suo asservimento al mondo, hanno fatto bene. La loro buona intenzione verrà premiata dal Signore in un modo o nell'altro. Quanto ai vescovi africani, che fanno i duri più che altro perché vivono in paesi mussulmani, vedrete che poi si arrenderanno, così come il finto duro V. Orban, il quale si è arreso e allineato ai suoi colleghi mondialisti. Del resto, in vista della prossima (ma non vicina) vittoria di USA, UE e NATO, che fare se non cedere e allinearsi per acchiappare al volo qualche polpetta? Insomma, scemo chi non si allinea!

Anonimo ha detto...

Lo chiamo ricatto verso gli africani, ma verso il vaticano direi che esiste comunione d'intenti.

Matteo ha detto...

Il problema della Chiesa Postconciliare è che in molti posti è si è già arrivati al piccolo resto. In Germania lo è già da un bel po' (ricordo un viaggio a Colonia in cui vidi chiese trasformate in ristoranti o musei).
Quindi lì ci si fa la domanda: perché è accaduto? E si dà la colpa al fatto che la Chiesa non è stata al passo con i tempi, sia dal punto di vista pastorale e comunicativo, ma anche dottrinale (ma non lo si dice). Ovvio che quindi arrivi Fiducia Supplicans, fa parte della risposta modernista.

Basterebbe ricordare che il demonio trova sempre nuove strade, e che tutto era stato previsto. Se proprio non siamo già arrivati alla venuta del Signore, ciclicamente è già capitato. Ci sono sempre periodi di "protestantesimo", basta riconoscerli e reagire. Se rimaniamo in pochi, io non vedo il problema: vorrà dire che ci staremo più larghi in Paradiso, tie.