Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

domenica 16 febbraio 2025

Il discorso “MEGA” di Vance: per riprendersi l’Europa, non abbandonarla

Io credo che il discorso di Vance (rivolto più alle opinioni pubbliche europee che alle élite riunite a Monaco; qui testo integrale) sia di grande importanza, perché rappresenta una svolta nella narrazione e nell’approccio verso noi europei e perché chiama le cose col loro nome, appellandosi al buon senso trumpiano, da queste parti perso da tempo. Tutto sommato Trump può essere un'opportunità per aprire gli occhi e accelerare il cambiamento di rotta. Purtroppo i nostri politici non sembrano all'altezza; tra l'altro si tratta di una terapia d'urto piuttosto energica, mentre il mainstream è completamente marcio... Volevo scriverne (avrei molte cose da dire), ma ho trovato l'articolo che segue, di Nicola Porro (qui), che condivido volentieri con qualche incertezza sulla conclusione, che tuttavia potrebbe essere realista. In realtà dall’intervento del vicepresidente Usa J.D. Vance alla Conferenza di Monaco i convenuti europei si aspettavano una strigliata sulle spese militari. Qualche dettaglio in più sul piano di pace per l’Ucraina. Qualcuno forse temeva anche la minaccia del ritiro delle forze Usa dal Vecchio Continente. Niente di tutto ciò e proprio per questo sono rimasti spiazzati e scioccati. Ma una osservazione si impone con immediatezza: Vance mostra di ignorare del tutto che la decadenza europea - a prescindere dalle responsabilità di leader inadeguati e contestuali dinamiche socio-culturali progressiste dure a morire - ha subìto la pesante colonizzazione USA e relative conseguenze presenti peraltro nel contesto al quale hanno reagito gli elettori di Trump. Mentre la situazione attuale risente della debole ma bastarda presidenza Von der Leyen (refrattaria al decisionismo di Trump perché legata alle tecnocrazie globaliste dure da sconfiggere), con l'assist allineato di Mattarella; il che li mostra entrambi ancora tanto tenacemente quanto malauguratamente fermi sul fronte globalista dem.
Qui l'indice degli articoli sulla realtà distopica.

Il discorso “MEGA” di Vance: 
per riprendersi l’Europa, non abbandonarla

Che bel paradosso abbiamo qui: davanti ai leader europei che si riempiono la bocca di valori e le mani di bandierine colorate, Vance ha pronunciato un discorso sui “valori condivisi”. Sostenendo, con argomenti fondati, che è l’Europa che si sta allontanando dai valori condivisi, non gli Stati Uniti dell’odiato Donald Trump. L’Europa che impartisce lezioni morali, e che sa fare praticamente solo quello, si è vista impartire una lezione morale da quelli che considera alla stregua di barbari d’oltreoceano.

Ma il discorso di Vance, accolto con freddezza e qualche risatina nervosa dalla platea, potrebbe essere rivolto più alle opinioni pubbliche europee che alle élites riunite a Monaco per ascoltarlo, peraltro a pochi giorni dalle elezioni politiche in Germania. Così si spiegano l’esortazione a far cadere il “muro”, il firewall nei confronti di AfD e l’incontro con la leader Alice Weidel, che hanno fortemente irritato i partiti di establishment tedeschi.

Gli Stati Uniti di Trump non sono venuti a Monaco per abbandonare l’Europa, ma per liberarla. Di nuovo. Stavolta, da élites autoreferenziali che si sono arroccate in totale disprezzo della voce dei propri concittadini. Una presidenza così isolazionista che sembra intenzionata ad esportare la rivoluzione trumpiana del buon senso in Europa, dalla difesa alla libertà di parola, passando per l’economia.

Un’Europa ridotta com’è ridotta, dove fa breccia la censura, incapace di aumentare la sua spesa per la difesa nonostante a parole riconosca la minaccia russa, che non riesce a fermare la deindustrializzazione, accelerata dalle follie green che la consegnano all’influenza cinese, non è solo inutile: è dannosa per l’Alleanza Atlantica. Ecco perché questi temi c’entrano eccome con la sicurezza comune di cui si parla a Monaco.

Lo ha detto chiaramente Vance:
La minaccia che mi preoccupa di più nei confronti dell’Europa non è la Russia, non è la Cina, non è nessun altro attore esterno; ciò che mi preoccupa è la minaccia dall’interno, l’allontanamento dell’Europa da alcuni dei suoi valori più fondamentali, valori condivisi con gli Stati Uniti.
Elezioni annullate
Vance ha citato una serie di casi che messi insieme fanno abbastanza impressione, a cominciare dall’annullamento delle elezioni presidenziali in Romania con debolissimi appigli giuridici. Ha definito “scioccanti per le orecchie degli americani” le affermazioni disinvolte di un ex commissario europeo che si è “rallegrato” dell’annullamento del voto in Romania avvertendo che “se le cose non dovessero andare come previsto, la stessa cosa potrebbe accadere anche in Germania”.

“Tutto ciò che finanziamo e sosteniamo è in nome dei nostri valori democratici condivisi”, ha ricordato, è per la “difesa della democrazia”. Ma “quando vediamo tribunali europei annullare elezioni e alti funzionari minacciare di annullarne altre, dovremmo chiederci se stiamo rispettando standard sufficientemente elevati. E dico noi stessi perché credo che fondamentalmente siamo nella stessa squadra. Dobbiamo fare di più che parlare di valori democratici, dobbiamo viverli”. Quindi molto efficacemente:
Potete credere che sia sbagliato che la Russia acquisti pubblicità sui social media per influenzare le vostre elezioni, noi certamente lo crediamo. Potete anche condannarlo sulla scena mondiale. Ma se la vostra democrazia può essere distrutta con poche centinaia di migliaia di dollari di pubblicità digitale da un Paese straniero, allora non era molto forte in partenza.
Libertà di parola in ritirata
“Quando guardo l’Europa oggi, a volte non è così chiaro cosa sia successo ad alcuni dei vincitori della Guerra Fredda”, ha osservato il vicepresidente, citando la minaccia di Bruxelles di bloccare i social media, e gli arresti in Germania, Svezia e Regno Unito, per i cosiddetti “discorsi d’odio“, nuovi “crimini di pensiero”. Commenti online anti-femministi, roghi del Corano, o semplicemente una preghiera davanti ad una clinica per l’aborto senza ostacolare o infastidire nessuno.

“In Gran Bretagna e in tutta Europa, temo, la libertà di parola è in ritirata“. Ma ha ammesso che “le voci più forti per la censura non sono venute dall’Europa, ma dal mio Paese, dove l’amministrazione precedente ha minacciato e fatto pressione sulle società di social media per censurare la cosiddetta disinformazione”.

Paura degli elettori
Vance naturalmente è tornato anche sugli oneri condivisi, sull’aumento della spesa per la difesa, sulla necessità che “gli europei si facciano avanti mentre l’America si concentra su aree del mondo che sono in grande pericolo”. Ma ha anche aggiunto che “non c’è sicurezza se si ha paura delle voci, delle opinioni e delle coscienze che guidano il proprio popolo. L’Europa deve affrontare molte sfide, ma la crisi che questo Continente sta affrontando in questo momento, la crisi che credo tutti noi affrontiamo insieme, è una nostra creazione. Se avete paura dei vostri elettori, l’America non può fare nulla per voi”.

Per esempio, “nessun elettore di questo Continente si è recato alle urne per aprire le porte a milioni di immigrati non controllati”, ha sottolineato.
Liquidare le persone, ignorare le loro preoccupazioni o, peggio ancora, chiudere i media, annullare le elezioni o escludere le persone dal processo politico non protegge nulla. Anzi, è il modo più sicuro per distruggere la democrazia (che) si basa sul sacro principio che la voce del popolo conta. Non c’è spazio per i firewall. O si sostiene il principio o non lo si sostiene.
Per chiudere con l’esortazione di Papa Giovanni Paolo II: “Non abbiate paura”. “Non dovremmo avere paura del nostro popolo, anche quando esprime opinioni in disaccordo con la sua leadership”.

Infine, Vance ha letteralmente sfottuto gli europei per i loro allarmi sull’interferenza di Elon Musk:
“Parlare ed esprimere opinioni non è un’interferenza elettorale, anche quando le persone le esprimono al di fuori del tuo Paese, e anche quando queste persone sono molto influenti. Se la democrazia americana può sopravvivere a 10 anni di rimproveri di Greta Thunberg, voi potete sopravvivere a qualche mese di Elon Musk“.
Deindustrializzazione
Intervenuto in un precedente panel della conferenza, Vance ha parlato anche di deindustrializzazione:
Le guerre si vincono con le armi, e l’Occidente non ne produce abbastanza. La Germania è l’unico Paese della Nato che non ha seguito lo stupido consensus di Washington e non ha permesso che il proprio Paese venisse deindustrializzato negli anni ’70, ’80 e ’90. Eppure, proprio nel momento in cui Putin è sempre più potente, mentre l’esercito russo invade in massa i Paesi europei, questo è il punto in cui la Germania inizia a deindustrializzarsi?
Pressioni su Mosca
Nuovi tasselli utili a precisare l’approccio dell’amministrazione Trump nei negoziati appena avviati per porre fine alla guerra in Ucraina sono arrivati ieri da una intervista del vicepresidente Vance al Wall Street Journal. Se da un lato, il giorno prima, il segretario alla Difesa Pete Hegseth aveva definito “irrealistico” un ritorno ai confini pre-2014 e un ingresso di Kiev nella Nato come esito di un accordo negoziato, ed escluso l’impiego di truppe americane come forze di interposizione e la copertura dell’art. 5 Nato, Vance ha spiegato cosa l’amministrazione Trump si aspetta da Mosca.

Il vicepresidente ha affermato che gli Stati Uniti colpiranno Mosca con sanzioni e potenzialmente azioni militari se Putin non accetterà un accordo di pace con l’Ucraina che garantisca a Kiev l’indipendenza a lungo termine.

L’opzione di inviare soldati americani in Ucraina resta “sul tavolo”, nel caso in cui Mosca dimostri di non negoziare in buona fede. “Ci sono strumenti di pressione economica, ci sono ovviamente strumenti di pressione militare”. “Penso che da tutto questo verrà fuori un accordo che sconvolgerà molte persone”. Il presidente Trump, ha assicurato Vance, “non ci andrà con i paraocchi. Dirà: ‘Tutto è sul tavolo, facciamo un accordo’“.

Garanzie di sicurezza
Come abbiamo spiegato nel nostro precedente articolo, non vediamo una appartenenza formale di Kiev alla Nato dirimente, né per l’integrazione politica ed economica di Kiev nel sistema occidentale, né per la sua difesa. L’Ucraina può far parte dell’Occidente e ricevere sufficienti garanzie di sicurezza anche senza far parte della Nato, a patto però che vi sia un chiaro impegno Usa, non solo degli alleati europei. D’altra parte, è esattamente il processo in corso nell’ultimo decennio e che Putin ha provato ad arrestare con l’invasione. Le parole del vicepresidente Vance al Wsj lasciano intendere che Washington sia consapevole che a fronte di concessioni territoriali dovrà essere salvaguardata la sovranità e l’indipendenza di Kiev. Dirimenti, quindi, saranno le garanzie di sicurezza.

Il punto debole
Il punto debole dell’approccio di Donald Trump è a nostro avviso la sua convinzione che la prospettiva dell’ingresso dell’Ucraina nella Nato sia il casus belli. Ed è il motivo per cui Trump è portato a pensare che rimuovendo tale ipotesi dal tavolo non ci siano praticamente più ostacoli ad un accordo di pace che garantisca sovranità e indipendenza di Kiev.

A nostro avviso su questo punto si sbaglia. Si tratta di una pericolosa illusione. Sovranità e indipendenza di Kiev è esattamente ciò che Putin non ha mai accettato e non vuole, perché significherebbe permettere agli ucraini di scegliere l’Occidente – come hanno fatto dal 2004 in poi, anche se fuori dalla Nato.

Ovvio che Putin chieda, anzi pretenda la rassicurazione formale che Kiev non farà mai parte della Nato, ma obiettivo della guerra, e di tutte le ingerenze di Mosca nell’arco degli ultimi vent’anni, è il controllo politico dell’Ucraina, per separarla dall’Occidente e farla rientrare nell’orbita russa. Non gli basta che sia neutrale, la vuole asservita.

Ora, potrebbe quindi avanzare ulteriori pretese (“demilitarizzazione” e “denazificazione”), scoprendo però che non si trattava solo di non volere Kiev nella Nato, oppure fingere di accettare con il retropensiero di tornare all’attacco tra qualche anno.

26 commenti:

Anonimo ha detto...

Di solito il difetto dei grandi uomini è quello di non allevare dei "delfini" all'altezza per una futura successione. Berlusconi ne è stato l'esempio. Trump è invece grande anche in questo, e avere promosso uno come Vance è stata una scelta di grande spessore. Senza contare che dietro Trump c'è pure un grande uomo come Ron De Santis che però in Florida vogliono tenersi stretto.

Anonimo ha detto...

CONSACRAZIONE A SAN GIUSEPPE (in privato):
Mercoledì 19 Marzo 2025
INIZIO DEL PERCORSO DI PREPARAZIONE:
Venerdì 14 Febbraio 2025
https://crociatasangiuseppe.blogspot.com/

Laurentius ha detto...

... noli huic tranquillitati confidere: momento mare evertitur...

... non fidarti della momentanea bonaccia: fa presto il mare ad agitarsi...

Seneca, Lettere a Lucilio

La classe politica italiana ha detto...

La classe politica italiana. Dando uno sguardo alle vicende internazionali del momento, mi volgo verso l'Italia, nostra gente, nostro territorio. Gente italiana e territorio italiano, in verità, sono stati negli anni snaturati vuoi nella morale, vuoi con un piano immigrazionista di stradicati dal loro proprio territorio, vuoi con basi militari americane sul nostro territorio. Cioè terremoti religiosi, culturali, economici, politici si sono scientemente voluti innestare su un paese da sempre naturalmente terremotato. Ma tra questi terremoti volutamente prodotti due sono stati quelli più devastanti: quello religioso e quello culturale. Di quello religioso ne parliamo spesso, di quello culturale ne parliamo di tanto in tanto. Basta solo dire che nelle classi superiori la letteratura contemporanea ha quasi scalzato completamente la Divina Commedia, canti e balli inglesi e americani hanno sostituito i nostri canti e balli, con l'alta tecnologia poi la lingua inglese è in fase avanzata nelle sostituzione dell'italiano.

Il terremoto religioso e culturale ha disintegrato la morale. La disintegrazione della morale ha confinato l'uomo tutto d'un pezzo, per sostituirlo con l'uomo tutto e nessuno. Questa sostituzione ormai riguarda quasi tutti gli italiani, ricchi e poveri, colti e non. La classe politica, come quella imprenditoriale, signorile, professionale, commerciale, delle arti e dei mestieri, italiana è per lo più composta da uomini e donne del tipo 'tutto e nessuno' . Da questo terribile terremoto religioso, culturale, morale si sono salvati e si stanno salvando, per il momento, in pochi sia in Italia che in tutto il mondo.

Non credo che ammazzare o imprigionare il prossimo sia la soluzione.Credo invece che molto possa fare il Cattolicesimo reale, robusto, autentico e la migliore cultura espressa da esso. Ricordiamo però che tale Cattolicesimo è esemplificato dalla vita di ognuno di noi, sia che viviamo in clausura sia sugli spalti della cosa pubblica.  Quindi ognuno è responsabile dell'andamento del tutto, evitando quindi di produrre volutamente terremoti esistenziali o sociali oltre i molti che il Buon Dio manda.
m.a.

Da Il politico ha detto...

Macron nel panico: dopo anni da megafono di Biden, scopre che l’Europa è irrilevante

Dopo aver alimentato la guerra con retorica incendiaria, Macron si accorge che il tavolo delle trattative è nelle mani di Trump e Putin. Il vertice di Parigi? Un disperato tentativo di rimanere a galla.
Macron nel panico: dopo anni da megafono di Biden, scopre che l’Europa è irrilevante
Il presidente francese scopre l’ovvio: l’Europa non conta più nulla
Dopo anni passati a fare da megafono alle follie di Joe Biden, Emmanuel Macron sembra aver finalmente compreso una verità che a molti era chiara da tempo: l’Europa non ha più voce in capitolo sulla guerra in Ucraina. Il presidente francese, che fino a ieri rilanciava l’idea di mandare truppe NATO sul campo, ora convoca in fretta e furia un vertice a Parigi per discutere delle sorti del Vecchio Continente.

A dare la notizia è stato il ministro degli Esteri polacco, Radoslaw Sikorski, dal palco della Conferenza sulla sicurezza di Monaco. Un annuncio che ha tutto il sapore della disperazione: dopo aver passato due anni a gettare benzina sul fuoco e a sostenere acriticamente ogni richiesta di Zelensky, ora si accorgono che il tavolo delle trattative lo stanno apparecchiando gli americani con i russi, senza neanche invitarli. Il rischio, per Macron e soci, è che la partita si chiuda senza che l’Europa abbia mosso una pedina.

Un vertice inutile per salvare la faccia
Dall’Eliseo non arriva ancora alcuna conferma ufficiale sulla portata del summit, ma appare evidente che si tratta più di un’operazione di facciata che di un incontro realmente decisivo. Secondo Sikorski, sarà presente almeno il primo ministro polacco Donald Tusk. Un nome che basta a far capire che non sarà certo un vertice rivoluzionario, ma piuttosto un consesso di leader che, dopo aver sbagliato tutto sulla crisi ucraina, cercano disperatamente di restare rilevanti.

Macron, lo stesso che fino a pochi giorni fa predicava l’escalation, ora dice di voler prendere sul serio la questione della difesa europea. Un’illuminazione tardiva che non cancella i disastri causati da una classe politica miope, che ha assecondato Washington in ogni errore, senza mai chiedersi quale fosse l’interesse dell’Europa. L’industria europea ha subito il contraccolpo delle sanzioni, il costo dell’energia è esploso e interi settori economici sono stati sacrificati sull’altare della retorica atlantista. Oggi Macron finge di voler cambiare rotta, ma non è più lui a decidere.

Da Il politico ha detto...

Segue
Zelensky e il sogno di un esercito europeo

Come se non bastasse il disastro di questi due anni, Volodymyr Zelensky dal palco di Monaco ha rilanciato la sua idea di un esercito europeo. Un progetto vago e irrealizzabile, ma che serve al leader ucraino per mantenere alta la tensione e strappare nuove concessioni. “L’Europa deve avere un proprio esercito”, ha tuonato, accusando gli Stati Uniti di poter abbandonare il Vecchio Continente da un momento all’altro. Il sottotesto è chiaro: se non arriveranno più dollari da Washington, dovranno essere gli europei a mantenere l’Ucraina e a farsi carico delle sue necessità militari.

Peccato che, mentre Zelensky sogna una NATO 2.0 a guida europea, la realtà sia un’altra: l’Europa è divisa, politicamente fragile e incapace di prendere decisioni autonome. E il paradosso è che sono proprio leader come Macron e Scholz, che hanno favorito il caos attuale, a voler ora presentarsi come salvatori della situazione.

Trump detta le regole: Europa fuori dal tavolo
A mettere i puntini sulle i ci ha pensato Keith Kellogg, l’uomo di Trump per l’Ucraina, che nei prossimi giorni sarà a Kiev per trattare direttamente con Zelensky. La posizione di Washington è chiara: gli Stati Uniti si occuperanno della mediazione, l’Europa potrà, al massimo, prendere atto delle decisioni prese. “L’Europa sarà presa in considerazione, ma non sarà al tavolo dei negoziati”, ha chiarito il generale in pensione. Una sentenza che ridimensiona le velleità di Macron e compagni.

Un’Europa che ha fallito e una nuova classe politica necessaria
La situazione attuale è il risultato della miopia di una classe dirigente europea che ha preferito fare il pappagallo di Biden anziché difendere gli interessi dei propri cittadini. Macron, Scholz, Tusk e gli altri capetti di periferia hanno creduto di poter giocare alla guerra senza pagarne le conseguenze, e ora si ritrovano irrilevanti. Il futuro dell’Europa non può essere nelle mani di chi ci ha portato fino a qui: serve una nuova classe politica, capace di far valere gli interessi europei e di dire basta a politiche suicide.

Mentre gli Stati Uniti prendono in mano le redini della trattativa e l’asse Mosca-Washington si rafforza, ai leader europei non resta che l’ennesimo vertice inconcludente per provare a salvare la faccia. Ma il danno è fatto: l’Europa è fuori dai giochi e chi l’ha condotta fino a qui farebbe bene a farsi da parte.

Monaco 1938 e Mattarella ha detto...

Qui Luciano Canfora, che non amo particolarmente, perche da buon comunista vede anche lui la storia con una certa parzialità, fa una lezione di storia a Mattarella su Monaco 1938.
Paragonare la pace di oggi ai fatti di allora sa di grottesco non solo per quello che Canfora spiega qui sotto ma anche perché Hitler aveva già sottomesso uno stato libero, l' Austria ed era noto a tutti che voleva lo " spazio vitale" ad est.
Allora Francia e Inghilterra cedettero perché la colpa della situazione dei Sudeti tedeschi era anche loro e anche per un altro motivo : sapevano bene che la vittoria elettorale di Hitler era stata frutto delle loro sciagurate sanzioni di Versailles e di quelle successive. Hitler fu in buona parte favorito dal diktat di Versailles e dai debiti di guerra. L' idea che strozzare un paese grande e forte sia vincente non funziona mai.
L' idea di Biden, Draghi e Ursula di piegare la Russia con sanzioni e armi, si è rivelata ancora una volta stupida e fallimentare, per l' Ucraina, per l' Europa e anche per gli Usa ( Biden non ha mai fatto gli interessi degli americani, ma quelli di alcune lobby).
Sino ad ora, e sono 25 anni che governa, Putin non ha mai aggredito un paese Nato: la netta impressione di quanto è avvenuto in questi anni è che la Nato abbia fatto tutto il possibile per fare crescere il nazionalismo russo, spingendo la Russia ad atti inconsulti, per poter poi scatenare la guerra. Non si è mai creduto che Putin fosse Hitler, ma si è cercato di spingerlo a divenire un Hitler. Il che è totalmente diverso.
Che oggi la pace faccia tanta paura, nonostante l' evidenza (Ucraina destinata al fallimento senza che Biden e Ursula la abbiano portata nella Nato), dimostra la follia a cui sono arrivate le nostre classi dirigenti.
Un' ultima considerazione sul presidente: era ministro della difesa quando il comunista D' Alema bombardò la Serbia del comunista Milosevic per dichiarare ufficialmente che il PCi italiano, poi PD, era passato da essere il servetto di Mosca ad esserlo di Washington. Allora Giulio Andreotti, interprete della politica estera DC, avvisò più volte Mattarella di quanto fosse pericoloso mettere all' angolo la seconda potenza militare mondiale e sciocco giocare ai cow Boys con le atomiche in magazzino. Ma Andreotti era da tempo un uomo sotto scacco : i processi per mafia, fasulli, erano serviti a liberarsi di lui. Senza DC, senza Andreotti e Craxi, l' Italia smise di essere un paese libero, con una sua politica estera, per quanto vincolata, ma non totalmente, dalla Nato.
Cit. Francesco Agnoli

Anonimo ha detto...

Macron è un figuro creato politicamente da un gruppo globalista e proiettato, nella sua dubbia statura di statista, a pilotare l’Europa con altri burattini come lui. Ha l’aggravante di una vicenda personale oscura e dubbia, viatico di altrettanta ambiguità giuridica e morale.
Macron rappresenta plasticamente l’Europa dell’Euro, quella di Draghi e Mattarella, di Conte e Renzi, del PD… un ectoplasma culturale e una miseria spirituale, perfettamente ispirata dalla chiesa bergogliana.

Anonimo ha detto...

Nel suo brillante discorso dell'altro ieri Vance ha infilato il bisturi nel corpo del malato.
Oggi su La Verità il sempre stimolante e acuto Veneziani approfondisce il tema anche dal punto di vista culturale e di profonda crisi di civiltà che caratterizza l'Europa (soprattutto la sua oligarchia culturale e le sue élite).
Gli USA dimostrano di avere gli anticorpi, mentre Gran Bretagna ed Europa sono boccheggianti.
I ripetuti atti terroristici in Europa ad opera di lupi solitari stanno seminando il panico tra la gente, e forse qualcuno di color che contano si sveglierà dal letargo (bisogna pensare che gli attacchi col coltello, all'arma bianca tra le vie affollate, sono psicologicamente devastanti).

Anonimo ha detto...

“L’odierna aggressione della Russia all’Ucraina è della stessa natura del progetto del Terzo Reich”. (Sergio Mattarella).

Il paragone tra la Russia di oggi e la Germania hitleriana è evidente. Non c’è stato nessun fraintendimento da parte russa.
Piuttosto chiediamoci perché, ora che la pace in Ucraina sembra un po’ meno lontana, il presidente della Repubblica italiana getti per l’ennesima volta benzina sul fuoco con queste bestialità. Perché lo fa? A quali poteri deve rispondere? Perché deve sempre acuire lo scontro?
E soprattutto chiediamoci perché non vi sia un solo partito in Parlamento, di maggioranza o di opposizione, che abbia osato prendere le distanze da queste dichiarazioni incendiarie e del tutto irresponsabili. Nessuno.

Mattarella è lo stesso presidente, da sempre al servizio dei grandi potentati finanziari, che dopo averci imposto il governo di Mario Draghi affermò: “Non si invochi la libertà per sottrarsi dalla vaccinazione, perché quella invocazione equivale alla licenza di mettere a rischio la salute altrui e in qualche caso la vita altrui”.
Anche allora Mattarella gettò benzina sul fuoco, sparando panzane liberticide e criminalizzando il dissenso. Ciò nonostante lo rielessero.
Mattarella non mi rappresenta.
Martino Mora

Anonimo ha detto...

Precisazioni all'intervento di Agnoli.
1. L ' Austria non fu "sottomessa" da Hitler. L'unione con la Germania (l'Anschluss) fu rapidamente approvata entusiasticamente da un plebiscito che fu favorevole con il 99, 7 o 8 % dei voti.
2. Forse non mi ricordo bene ma l'approvazione dei bombardamenti Nato sulla Jugoslavia di Milosevic il governo di d'Alema inizialmente non voleva darla. Ma i nostri "alleati" cominciarono ad usare la base di Aviano per i bombardamenti senza aspettare la nostra approvazione. Ci sputavano in faccia, in pratica. Cosa sarebbe successo, se il Parlamento avesse votato contro tale utilizzo? Avremmo dovuto mandare le autoblinde sui campi d'aviazione per bloccare gli aerei da guerra inglesi e americani. Figuriamoci. O semplicemente, gli Alleati avrebbero continuato come niente fosse, infischiandosene altamente del nostro Parlamento e noi zitti a lasciarci ricoprire di sterco. Di fronte ad una situazione del genere, Berlusconi, allora all'opposizione votò a favore dell'uso delle nostre basi, salvando quasi sicuramente il nostro governo da una (ulteriore) figuraccia gigantesca.
Così cominciò il nostro coinvolgimento nell'azione militare contro la ex Jugoslavia.
Se non mi ricordo bene, qualcuno mi smentisca, con qualche dato più preciso.

Anonimo ha detto...

Vance le ha cantate chiare. Alcune delle cose che ha detto, sul piano etico, avrebbe dovuto dirle e da tempo il Papa, se solo avessimo un Papa degno di questo nome.

Anonimo ha detto...

Mattarella, facendo la guerra alla Serbia nel 1999, quando governava insieme a D'Alema, violò platealmente la costituzione italiana che permetteva guerre solo in caso di difesa del territorio nazionale o di un Paese alleato in base all'articolo 5 della NATO. Adesso il finto moralista vuole trascinare il nostro Paese in una nuova avventura bellica più pericolosa. Purtroppo tutta la classe politica italiana gli va dietro passivamente come fosse un'eminenza grigia e rappresentante di altri poteri.
Francesco Petrone

Anonimo ha detto...

Franco Battiato
Povera patria
https://youtu.be/gfHpWwWu-qY?si=n5XjBBJI73ZuZosg

Silente ha detto...

Per capire J. D. Vance consiglio a tutti la lettura della sua autobiografia: Elegia Americana, edita da Garzanti. Nato in una povera famiglia originaria della zona degli Appalachi, un area abitata da bianchi poveri, ancor più impoveriti dalla deindustrializzazione provocata dal mondialismo e dalla delocalizzazione. Quei bianchi poveri che i ricchi radical-chic di New York e di Los Angeles chiamano sprezzantemente "white trash", spazzatura bianca, e che che la Clinton definì "deplorevoli" (ma "deplorables" in inglese ha un significato ancora più insultante) perché votano a destra. Figlio di una madre alcolizzata, allevato da una nonna irascibile e aggressiva ma che lo fece studiare, Vance arrivò all'università e poi a una laurea in legge a Yale. Chi ha seguito la sua campagna elettorale, non è rimasto stupito delle sue ferme e veritiere parole a Monaco. Invito tutti a leggere per intero il suo discorso, la sua appassionata difesa della libertà di parola, minacciata in tutta Europa, e del rispetto della volontà dei cittadini, attaccato in Romania e in Germania, ma non solo. Un grande discorso.
Silente

Anonimo ha detto...

Mattarella fu rieletto per impedire che fosse eletta la Bonino al suo posto. L'aria che tirava era quella.

Anonimo ha detto...

Sulla gaffe di Mattarella.
Non credo che Mattarella sia "manovrato" da qualcuno. Sempre la mania di vedere poteri occulti dappertutto. Diciamo piuttosto che la sua visione è limitata. Almeno così sembra.

Ma cosa successe a Monaco nel 1938? Dopo essersi pappato l'Austria, vittima felicissima di entrare nel grande Reich, Hitler mirò a "liberare" i tedeschi dei Sudeti, inclusi nello Stato cecoslovacco nato dal Trattato di Versailles, nel 1919 (prima erano sudditi austro-ungarici). I cèchi dovettero inghiottire il boccone amaro e ciò avvenne alla Conferenza di Monaco nel 1938. Non persero l'indipendenza ma il Sudetenland, in prevalenza tedesco, che veniva assorbito dal Reich. Si arrivò a rischiare una guerra europea e Mussolini svolse una sembra apprezzata opera di mediazione.
Dunque, se questa fu Monaco, il parallelo fatto da Mattarrella per l'appunto non regge. Il Donbass sarebbe per i russi come i Sudeti per Hitler? Non sembrerebbe.
Ma attenzione. Dopo Monaco, Hitler non stette ai patti e smembrò la Cecoslovacchia, che invece a Monaco era stata riconosciuta come Stato indipendente, sia pure dimidiato dei Sudeti. Occupò Praga nella primavera del 39. I Cèchi pur avendo un buon esercito e ottimo armamento, data la loro grande attrezzatura industriale, non combatterono. La Ceco-Slovacchia fu divisa in: Boemia, Moravia e Slovacchia. La Boemia e la Moravia divennero un protettorato tedesco, la cattolica Slovacchia fu eretta a Stato indipendente, sotto la direzione di mons. Tiso (alla fine della II gm giustiziato dai sovietici occupanti).
L 'azione di Hitler fu grave. L ' Italia fascista avrebbe dovuto dissociarsi e condannarla, qualcuno lo suggerì anche tra i vertici fascisti, ma non se ne fece niente ovviamente. La conseguenza fu che, dopo quest'azione proditoria, inglesi e francesi offersero ai polacchi la nota garanzia di assistenza militare in caso di attacco tedesco, cosa che li costrinse a dichiarare guerra alla Germania due giorni dopo che aveva attaccato la Polonia (il 3 sett 39). Una guerra che nessuna delle due potenze era in grado di sostenere veramente e che in pratica non era sentita in nessuno dei due paesi.
Tornando a Mattarella. Ha torto nel riferirsi a Monaco 1938. Ma se pensiamo a quello che poi successe ai cèchi nel 1939 e ne attribuiamo l'origine al cedimento del 1938 allora il riferimento è meno sballato di quanto sembri. C'è infatti il rischio che anche l'Ucraina, non oggi ma domani, faccia una fine simile, per come si sono messe le cose.
Bisognerà vedere quale pace Trump riuscirà ad ottenere, se vi riuscirà.
L'incognita che pesa su questa guerra, il non-detto, è a mio avviso rappresentata dal fatto che i russi non mirano ad impadronirsi del solo Donbass.

Anonimo ha detto...

Antonio Toscano
Chi nega che l'America di Trump è un'altra cosa rispetto a quella di Biden è in malafede o accecato dall'ideologia. Con Kennedy Jr non vedremo più green pass o vaccini obbligatori, con Musk non subiremo più la censura di Mentana e Puente, con Vance denunceremo la natura violenta e antidemocratica della UE. Con Tulsi Gabbard infine scopriremo i nomi dei giornalisti e degli agenti corrotti che avvelenano l'Occidente. Tutto quello che abbiamo sempre sostenuto è adesso al centro del programma dell'amministrazione americana. Non esistono nazioni amiche o nemiche per sempre. Esistono gruppi di potere che contingentemente occupano spazi di potere dentro le diverse nazioni del pianeta. Chi governa oggi gli Stati Uniti dimostra coraggio, lungimiranza e buon senso. Chi governa la UE rappresenta invece un pericolo per il mondo intero

Anonimo ha detto...

Svenandosi tra aiuti e ritorsioni, Bruxelles si era illusa di potersi sedere al tavolo delle trattative. Invece, Vladimir Putin parlerà solo con Donald Trump. Aver soffiato sul conflitto e calpestato la volontà popolare è stato un errore colossale.

Anonimo ha detto...

L ' Austria non fu "sottomessa" da Hitler. L'unione con la Germania (l'Anschluss) fu rapidamente approvata entusiasticamente da un plebiscito che fu favorevole con il 99, 7 o 8 % dei voti. Identico plebiscito, organizzato da Dolfuss. pochi anni prima, aveva dato gli stessi risultati all'opposto. Allora si gridò agli imbrogli (e fu ricordato che Dolfuss era "autoritario"). Nulla di più facile che identiche situazioni diano risultati simili. Non per caso, dopo la Seconda Guerra Mondiale, i vincitori fecero aggiungere una norma alla costituzione austriaca (non so se temporanea o definitiva) che VIETA l' Annessione alla Germania .

Anonimo ha detto...

Abbiamo importato la barbarie e l'abbiamo chiamata multiculturalismo.

Anonimo ha detto...

Qualcuno saprebbe spiegarmi cosa significa l'immagine cei per la giornata del malato, bruttina. Un'icona modificata ?con un cadavere sulle spalle e scritte in ebraico o aramaico che non si sa cosa dicono... Gesù non porta cadaveri ma li fa risorgere e guarisce. Ricorda tanto l'amata figura di Giuda di Bergoglio, non piace ad impatto. Ma che significato gli danno?

Anonimo ha detto...

La portavoce russa del ministero degli esteri, quella che si presenta spesso con maglioncini attillati sul piccolo schermo, è ritornata ad attaccae Mattarella per le sue dichiarazioni contro la politica russa in Ucraina. Come mai Mosca dà tanta importanza a queste dichiarazioni? Dopotutto sono state espresse a titolo privato, durante una cerimonia nella quale è stata conferita a Mattarerlla una laurea honoris causa. Mattarella è forse un personaggio importante? Non se lo fila nessuno, diciamo la verità. Lui ha detto che l'attacco russo all'Ucraina gli sembra un'operazione del tipo di quelle che ha fatto Hitler e che alla fine hanno portato allo scoppio della guerra mondiale in Europa.
Diciamola tutta: se i russi si limitano a volere tutto o gran parte del Donbass, Mattarella ha torto. Ma se mirano ad eliminare l'Ucraina come Stato indipendente, anche neutrale, allora Mattarella ha ragione nel suo paragone. Viene appunto in mente il parallelo con lo smembramento e l'occupazione nazista della Cecoslovacchia nel 1939.
Adesso la gentile signora attacca l'Italia in generale perché patria del fascismo e minaccia ritorsioni. Le hanno evidentemente ordinato di dire così. Un'opinione controversa ma personale di Mattarella, viene utilizzata (in perfetta malafede) per impostare da Mosca una campagna contro l'Italia. Qui l'Italia ufficiale ha difficoltà a replicare, dato che ha adottato la tesi farlocca del "fascismo male radicale" o "male assoluto" e per bocca dello stesso Mattarella, se non erro.
Ma venir rimproverati per aver visto nascere il fascismo da una russa dell'establishment attuale, che ha rivalutato Stalin e mai smesso di render omaggio alla mummia di Lenin sulla Piazza Rossa, via, tutto questo sfiorerebbe il ridicolo se non coinvolgesse situazioni estremamente serie. Questo moralismo peloso non sarebbe meglio rivolgerlo alla storia russa, considerare la trave nel proprio occhio?
Il momento della verità si sta comunque avvicinando, anche per i russi, forzati dalle iniziative prepotenti di Trump a sedersi al tavolo delle trattative: a questo tavolo si dovrebbero finalmente capire le intenzioni russe autentiche, nei confronti dell'Ucraina.
Trump ha fretta di concludere, in tutti i campi, cosa che potrebbe anche indurlo a qualche errore di metodo. Ma credo sia lui che il suo staff siano spinti in primo luogo dalla necessità impellente di ridurre il debito pubblico americano, che ha raggiunto livelli mostruosi. Anche quello cinese è molto alto, ma viene tenuto segreto. Insomma, Trump ha capito perfettamente che gli USA devono ridurre le spese, a cominciare da quelle militari, per salvarsi dalla bancarotta. Biden invece non sembrava aver nessuna nozione del denaro cioè della necessità di limitare la spesa pubblica. Aveva le mani bucate, con il denaro pubblico.

Anonimo ha detto...

La Russia ha ragione, gli insulti gratuiti non sono mai graditi. E la Meloni purtroppo , stando al poco affidabile tg, gli avrebbe tenuto la corda a posteriori. Per cui l'insulto non passerà indifferente.... così dixit... Comunque le infelici uscite di Mattarella fanno il paio con quelle di Di Maio, ne faremmo volentieri a meno, di entrambi.

Intervista di Foa a Il Sussidiario ha detto...

https://www.ilsussidiario.net/news/trump-vs-usaid-bene-tagliare-i-fondi-ai-finti-media-indipendenti-ora-pero-va-sorvegliato-lui-e-lue/2802833/

Rivelando l'uso improprio dei fondi USAID alla stampa (e non solo) Trump sta facendo venire alla luce il sistema (in)visibile che, come sapete, descrivo da anni. Ed è un bene, innanzitutto per la credibilità degli Stati Uniti.
Tra poco, però, inizierà una nuova fase. Non basta denunciare le manipolazioni dell'Amministrazione Biden, Trump dovrà dimostrare fino in fondo di essere un paladino della libertà di stampa e dunque dovrà dimostrare di non cedere alla tentazione di avvalersi a sua volta di altre forme di condizionamento. Ci riuscirà? Lo spero di cuore. La trasparenza ha un prezzo. Saprà pagarlo?

Anonimo ha detto...

Ma Vance è Cattolico Romano!