Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

domenica 18 maggio 2025

Speranza e tremore

Ho assistito alla Messa d'intronazione. Ho visto e sentito tanto concilio (tra l'altro la ferula di Paolo VI e non solo) in salsa tradizionale. Non riesco a trarre conclusioni per via dei numerosi richiami a Cristo al centro (peraltro non sull'altare: la croce era posta di lato e non tra i candelabri). Spero e tremo. Continuerò a pregare...

44 commenti:

Anonimo ha detto...

Mic rassegnati il messale tridentino e' estinto.

Anonimo ha detto...

Anche qui ed oggi il richiamo ad un mondo migliore.
Fiat Voluntas Tua!

Anonimo ha detto...

Bisogna superare l’anticonciliarismo

mic ha detto...

Il mio non è anticonciliarismo, posto che condivido notoriamente le posizioni di mons. Gherardini e mons. Schneider. Semmai si tratta di realismo, con l'incognita di come evolverà l'azione concreta se davvero vedremo Cristo Signore all'opera.

mic ha detto...

Questo non lo credo

Diego B. ha detto...

Un ritorno allo stato antecedente è impossibile per via ordinaria. Il rito antico e chi lo segue (soprattutto lo applica alla vita quotidiana) è come un arsenale nucleare. Starà nei silos o imbarcato su sommergibili che solcano le profondità marine, nascosto e nell'ombra, con numeri e dimensioni ignote ai più, ma sempre pronto quando ci sarà la guerra. Quella con G maiuscola, quella che vedrà la chiesa visibile quasi soccombere e, dopo aver esaurito armi ed esercito conciliari, Iddio ricorrerà all'arma spirituale ultima che sarà salvifica per la chiesa e di edificazione per le generazioni che poi verranno.

mic ha detto...

Infatti, è impensabile e irrealistico e neppure auspicato un ritorno allo stato precedente. Si poteva sperare in una graduale restaurazione...

mic ha detto...

E quanto alla Messa dei secoli, basterebbe non fosse ostracizzata!

Anonimo ha detto...

LA CHIESA CATTOLICA NON È UN'ISTITUZIONE UMANA che può essere abbattuta dalle tempeste del mondo. È Cristo stesso che
la fondò e promise che le porte dell'inferno
non avrebbe prevalso su di lei.

Nel corso dei secoli, gli imperi sono caduti, le culture sono scomparse, le ideologie sono tramontate, ma la Chiesa è rimasta. Non perché è forte di per sé, ma perché è tenuto dalla mano potente
di Dio.

Come disse Papa Pio XII: "È vano lottare
la religione cattolica. È malvagio e stolto combattere la religione cattolica, la cui durata permanente è garantita da Dio e provata
nel corso della storia."

Perciò confidiamo senza paura. Anche se il mondo è scosso e i nemici insorgono, la Chiesa resta in piedi, proclamando la verità eterna di Cristo fino all'ultimo giorno della storia umana.

Laurentius ha detto...

Leggo i commenti di sopra con orrore. Non mi sono nemmeno sognato di guardare la cerimonia segnalata: non ho la televisione. L'idea perversa di trascinare i lettori nel girone della chiesa conciliare, del modernismo moderato, del nuovo ordine mondiale, della messa moderna NON proviene da Gesù Cristo Nostro Signore, ma da Satana ed è un insulto ai combattenti della prima ora - sacerdoti e laici -, i quali sono stati perseguitati in ogni modo per la loro fedeltà alla Dottrina Cattolica e al S. Sacrificio della Messa che la rappresenta.

La Chiesa Cattolica non è un partito politico.

Io resto ai piedi di Gesù Crocefisso con Maria Addolorata, S. Giovanni, S. Maria Maddalena.
Onore e Fierezza.
VIVA CRISTO RE!

mic ha detto...

Ammiro queste posizioni tetragone. Io il concilio l'ho attraversato e subìto, con disagio ma senza decifrarne subito le coordinate. Mi ci è voluto del tempo ma il Signore mi ha portata fin qui e a Lui mi affido!

Anonimo ha detto...

Come primo passo può bastare che la Messa "antica" non sia ostracizzate, ma non in assoluto.
Spero Mic che tu non voglia riproporre la Ratzingeriana commistione tra i due riti, giammai.
Riguardo al Concilio, francamente, non capisco i tentativi di voler passare il setaccino per vedere se si salva qualcosa. Se qualcosa si salva appartiene certamente al passato. Qualcosa che la Chiesa ha già definito.
Mai nella storia della Chiesa c'era stato un Concilio "pastorale". I Concili sempre erano convocati per dirimere situazioni, affermare verità di fede e condannare errori, altrimenti non hanno nemmeno motivo di esistere. A meno che non lo si voglia usare, come poi è avvenuto, per insegnare nuove (false) dottrine.
Credo che bisogna uscire da questo equivoco una volta per tutte. Non è più tempo degli equilibrismi.
Spero di non offendere nessuno.
Per quanto mi riguarda, Concilio? Anche no! Mons. Gherardini non ha fatto in tempo ad arrivare a questa (apparentemente drastica) conclusione, Mons. Livi si, come raccontato dal prof. Radaelli.
Antonio

Anonimo ha detto...

È successo di nuovo.
Si è commosso, ha piegato la testa in giù, quasi supplicando Dio di dargli la forza, consapevole del peso che ha sulle spalle, cosciente di essere il Pastore di un grande popolo, il Vicario di Colui che è il Salvatore del mondo.

Poi uno sguardo, per qualche secondo, al segno inciso sull'anello del "Pescatore", con quell'espressione che diceva tutto e che suggeriva.in particolare lo stupore di essere stato scelto come Successore di Pietro.

Stupore che diventa umiltà quando, durante l'omelia, con animo trepidante proferisce queste parole meravigliose: "sono stato scelto senza alcun merito. Vengo a voi con timore e tremore come un fratello che vuole farsi servo della vostra fede".

Una frase che gli ricorda e ci ricorda la sua grande e tremenda missione, che non è data dalla simpatia, dal favore dei media, dagli applausi pericolosi del mondo o dall'essere un semplice capo di stato, ma dal mandato di confermare i fratelli nella fede.

E poi, infine, un monito importantissimo, che quasi mette i brividi per la sua consistenza e la sua carica profetica: "È L'ORA DELL'AMORE".
Perché senza amore nemmeno Pietro ce la fa ad essere Pietro. È dall'Amore che ci riconosceranno figli di Dio e fratelli tra noi.

È l'ora di Dio. È il tempo di orientare lo sguardo del mondo a Cristo.
Allora anche noi sapremo di essere piccole "pietre" che messe insieme e lavorate dallo Spirito Santo, edificano la Chiesa.

Sì, Santitá, andiamo: l'ora di annunciare Cristo è giunta. C'è un mondo che ci aspetta lá fuori.
Andiamo "mano nella mano" con Dio e tra di noi.
E noi con Lei.

Buon inizio di ministero, Santo Padre.

Luisa ha detto...

Invece sono quelle posizioni estremiste che mi fanno scappare almeno altrettanto che quelle dei novatores senza limiti, che ne sappiamo noi della volontà, del disegno di Nostro Signore Gesû Cristo, io resto nella fiduciosa speranza che si é fatta sentire e si conferma ad ogni apparizione e intervento di.Leone XIV, prego per lui, che il Signore lo protegga e lo aiuti nella sua missione, che gli dia la forza di resistere alle pressioni che non mancheranno.

Anonimo ha detto...

Penso che i richiami leonini al concilio siano un mezzo per tornare indietro, che non puo essere fatto dal giorno alla notte, perché le coscienze della quasi totalità dei fedeli sono (in buona fede) 'addomesticate' al mondo, addomesticamento operato però da dei 'pastori' in cattivissima fede.

Per esempio, se si abolisse il rito NO Paolino-Bugniniano, sostituendolo con un rito VO con alcune parti in lingua volgare e quelle fondamentali in latino come richiesto dal concilio, si farebbe un notevole od eccezionale balzo in avanti, in quanto il Latino non è un dogma (la stessa Chiesa di Roma per diverso tempo all'inizio ha celebrato la Liturgia in greco), mentre di contro avere nella Messa preghiere ''sicure" dottrinalmente parlando a fronte delle attuali che sono "dubbie", darebbe a tutti le garanzie necessarie di assistere ad una Messa valida senza doversela andare a cercare chissà dove dai lefebvriani, i quali presentano anche loro teorie dubbie, come quella dello "stato di necessità" che giustificherebbe tutte le loro decisioni, ma che non giustificherebbe decisioni analoghe dei loro 'concorrenti', da loro criticati aspramente. Oppure la teoria pastorale che in mancanza di una Messa tridentina celebrata da loro stessi, sia meglio non andare a nessuna Messa, neanche a quelle Summorum Pontificum, perché chi celebra queste ultime sarebbe un pericolosissimo traviatore, da evitare come un satanasso...

Anonimo ha detto...

https://www.ilfoglio.it/chiesa/2025/05/17/news/non-restera-nulla-di-questa-apparente-conversione-del-mondo-al-cattolicesimo-7719948/

mic ha detto...

"Spero Mic che tu non voglia riproporre la Ratzingeriana commistione tra i due riti, giammai."
Assolutamente no

"Riguardo al Concilio, francamente, non capisco i tentativi di voler passare il setaccino per vedere se si salva qualcosa. Se qualcosa si salva appartiene certamente al passato. Qualcosa che la Chiesa ha già definito."

È quel che sostengono Gherardini e Schneider ed è a questo che mi riferivo. Non c'è bisogno di passarlo al setaccio: ormai i 'bachi,' sono ben noti e individuati.

Laurentius ha detto...

Invito i dispregiatori delle "posizioni estremistiche" alla lettura dell'enciclica Quanta Cura e del Sillabo di. Pio iX e particolarmente di un ottimo articolo sul sito di Alleanza Cattolica:

Il papa della «Quanta cura» e del «Sillabo»
30 Ottobre 1978 - Autore: Roberto De Mattei
Roberto De Mattei, Cristianità n. 42 (1978).

La Quanta Cura è un documento pontificio che gode del carattere di infallibilità. Riporto i passaggi finali dell'articolo:

.".. ci troviamo di fronte a una delle rarissime encicliche da ritenere con tutta evidenza come documenti ex cathedra. La infallibilità della enciclica non può essere, infatti, negata senza contraddire la stessa dottrina della infallibilità pontificia, le cui quattro note condizioni sono esplicitamente presenti nel documento. «In tanta perversità adunque di prave opinioni – proclama infatti solennemente il Pontefice, impegnando il suo ministero e rivolgendosi alla Chiesa universale – Noi, giustamente memori del Nostro Apostolico officio, e grandemente solleciti della Santissima Nostra Religione, della sana dottrina, e della stessa umana società, abbiamo stimato d’innalzare nuovamente la Nostra Apostolica voce. Pertanto tutte e singole le prave opinioni e dottrine ad una ad una in questa lettera ricordate con la Nostra autorità Apostolica riproviamo, proscriviamo e condanniamo; vogliamo e comandiamo che da tutti i figli della Chiesa cattolica s’abbiano affatto come riprovate, proscritte e condannate».

Tre le «prave opinioni e dottrine» «riprovate, proscritte e condannate» dal Sommo Pontefice è la libertà di coscienza, dogma del liberalismo e fonte di tutti gli altri diritti e libertà del mondo moderno. Il principio, già condannato esplicitamente da Gregorio XVI, secondo cui «la libertà di coscienza e dei culti è diritto proprio di ciascun uomo», viene, dunque, colpito dal Magistero infallibile del Pontefice. Giova inoltre ricordare come la infallibilità non sia prerogativa del solo Magistero straordinario del Papa, ma garantisca anche la continuità di insegnamento di quel Magistero ordinario costituito da singoli pronunciamenti (encicliche, allocuzioni, ecc.), pur non espressi secondo una particolare e solenne forma definitoria. Se infatti «in una lunga e ininterrotta serie di documenti ordinari su uno stesso punto i Papi e la Chiesa universale potessero ingannarsi, le porte dell’inferno avrebbero prevalso contro la Sposa di Cristo. Essa si sarebbe trasformata in maestra di errori, alla cui influenza pericolosa e perfino nefasta i fedeli non avrebbero modo di sfuggire» (22).

La condanna del liberalismo da parte del Magistero ordinario della Chiesa è ininterrotta e, dopo i solenni documenti di Pio IX, fu riaffermata dai suoi successori, a cominciare da Leone XIII, nelle magistrali encicliche Immortale Dei del 1º novembre 1885 e Libertas del 20 giugno 1888 (23). La Chiesa, hanno ribadito i Pontefici, non ammette il diritto all’errore: nella vita sociale delle nazioni l’errore può essere al più tollerato come un fatto, mai ammesso come un diritto. Gli Stati hanno l’obbligo di riconoscere la verità e di rendere un culto ufficiale a Dio, loro sovrano e Signore. «Gli Stati non possono, senza empietà, condursi come se Dio non fosse, o passarsi della religione come di cosa estranea e di nessuna importanza, e adottarne indifferentemente una fra le molte: avendo invece l’obbligo di onorare Iddio in quella forma e in quel modo che Egli stesso mostrò di volere» (24).

Il liberalismo, che predica il diritto dell’errore e, affermando il principio della libertà di coscienza, il diritto all’apostasia, rifiuta la regalità di Nostro Signore Gesù Cristo sulla società; come tale si oppone radicalmente ai diritti di Dio, di Gesù Cristo, della santa Chiesa, e deve essere confutato e combattuto come grave peccato (25)."


Anonimo ha detto...

Ho visto parte della cerimonia, ho spento quando le voci fuori campo dei giornalisti hanno ripreso a parlare mentre si recitava il Credo. Tra il pubblico e i moltissimi consacrati poche erano le persone compenetrate del momento che stavamo tutti vivendo. Cioè tutti crediamo molto meno, facciamo un po' finta. È la società dello spettacolo, bellezza! Siamo attori, costumisti, sceneggiatori, registi ad un tempo, nella parte e fuori la parte. Direi quasi che siamo dei Zelensky che dicono e disdicono con pochissimi Putin che dicono e ridicono e i Zelensky fanno finta di capire fischi per fiaschi. Siamo sfasati, il mondo contemporaneo è sfasato, dentro e fuori noi stessi. Le mode ci hanno illuso che potevamo avere in una vita mille vite, potevamo e dovevamo sperimentare tutto ed il contrario di tutto, senza fissa dimora, senza convincimenti, senza lavoro e senza fede alcuna e mai eppoi mai una fede per sempre. Tuttavia credo che queste ubriacature stiano finendo. Anche Leone necessita di capire gli inganni della modernità e della post/modernità e lo capirà quando lo Spirito Santo gli farà capire in ogni sua fibra, in tutta la sua anima ed in tutto il suo spirito che lui e solo lui ora è Vicario di Cristo in terra.

mic ha detto...

Anche a me ha dato fastidio questo ed altri momenti... e poi le comunioni sulla mano nella gran confusione della folla. E, purtroppo, non siamo in tanti a notare certe cose. Lo iato generazionale...

Anonimo ha detto...

Leone XIV: “Ho sentito forte la presenza spirituale di Papa Francesco che ci accompagna dal cielo”

Nun se pò sentì. Come può mai credere che un eretico apostata che ha fatto danni immani nella chiesa possa essere in paradiso e semmai di già?
La risposta è semplice ci sono le tenebre spirituali da diradare.

Speriamo che la Madonna del buon Consiglio lo consigli bene e al più presto e lo Spirito Santo lo illumini.

Anonimo ha detto...

La polemica sta diventando assai accesa.
-- Non è esatto che non ci siano mai stati Concili solo pastorali, che cioè non abbiano definito dogmi. Ce ne furono alcuni in passato. Il fatto è che il Vaticano II è stato un Concilio finto pastorale, avendo introdotto nuove ed eretiche dottrine in modo subdolo. Trattandosi di errori ed eresie la "pastoralità" era l'unico modo possibile.
-- Circa il Sillabo di Pio IX. Prendiamo la proposizione n. 76 (LXXVI). Recita: "L'abolizione del civile imperio che possiede la Sede Apostolica gioverebbe moltissimo alla libertà e felicità della Chiesa". Opinione da condannare. Giusto. Ma quale dogma di fede essa violerebbe? L ' esistenza del potere temporale non è dogma di fede visto che lo richiede la costituzione ecclesiastica della Chiesa (non quella divina), come strumento considerato necessario per meglio adempiere alla sua missione (necessario ma non indispensabile, come dimostra la stessa storia della Chiesa).
E se uno ritiene che il potere temporale per quello che era diventato non andava più bene alla Chiesa e doveva esser sostituito da una forma molto più ridotta territorialmente ma più adatta ai nuovi tempi e agli effettivi bisogni della Chiesa, come è successo poi nel 1929? Commette peccato? Mortale?
Le eresie sono errori ma non tutti gli errori sono eresie. E quindi non tutti sono peccati mortali.
Specialmente se si ha a che fare con materie transeunti come la politica e l'economia.
A meno non si ritenga, come certi storici, che esiste anche un'infallibilità indiretta, nel senso che ogni documento papale sarebbe di fatto infallibile, anche se non definisce esplicitament dogmi o non condanna solennemente errori.
L'infallibilità del magistero ordinario concerne comunque sempre la fede e i costumi, non la politica.
-- Non possiamo essere del tutto ottimisti riguardo a Papa Leone ma diamogli tempo. Non ha in pratica ancora cominciato a governare e già viene crocifisso! Sulla famiglia ha pur ristabilito il giusto concetto, conforme a natura. Certo, questo deve essere solo l'inizio. Forse sarà solo un Benedetto XVI? Sarebbe comunque un progresso notevole in confronto a Papa Francesco, anche se una riedizione di Benedetto XVI non risolverebbe affatto i problemi di fondo della Chiesa.
Comunque, bisogna anche dare tempo al tempo, come si suol dire, restando sempre con i piedi ben piantati per terra.

Anonimo ha detto...

La semplice ragione induce a ritenere che prendere la Comunione in piedi e sulla mano sia qualcosa di illogico, assurdo, irriverente e anche pericoloso (dato che l'ostia consacrata potrebbe finire chissà dove tra le mani dei fedeli ...).
Come si può non comprenderlo, se non partendo da una distorta concezione del mistero della transustanziazione?
¥¥¥

Anonimo ha detto...

Personalmente ho seguìto la cerimonia con l'audio a bassissimo volume.
Relativamente al "poche erano le persone compenetrate del momento che stavamo tutti vivendo" mi permetto di sottolineare che si era lì soprattutto per il " Santo Sacrificio della Messa" e non per farsi vedere agitando le braccia e le manine non appena inquadrati dalle telecamere ( e qui mi riferisco alle suore). E qui mi taccio.

Laurentius ha detto...

Riguardo alla "presenza spirituale di Papa Francesco" non avevo nessun dubbio. Comunque sia, molti sono caduti in trappola, ma non tutti. Le cause della caduta sono; 1 la stanchezza nel combattimento che perdura da decenni, 2 l'ingenuità, 3 il sentimentalismo. E queste cause sono tutte comprensibili. I conservatori, invece, non volevano niente altro che un ritorno agli anni Woytila-Ratzinger e sono stati accontentati.

Anonimo ha detto...

Riporto così come le ricordo alcune parole dell'Omelìa del nostro Sacerdote di riferimento:" Siamo lieti di aver sentito nuovamente risuonare il SS.Nome di Gesu' e con Gesu' al centro ripartiamo senza sprecare nessuno dei giorni che ci dividono dalla Pentecoste con la quale completeremo il Tempo di Pasqua . Certo, si sono susseguiti tanti accadimenti che ci hanno distolto ma... e qui, farina del mio sacco, permettetemi di porre tre parole di un certo Pontefice : torniamo alla preghiera. SLGC!

Anonimo ha detto...

Inizio del ministero e Angelus.
Leone XIV conferma quello che già ha prospettato dalla Loggia di San Pietro:
1. Continuo riferimento a Bergoglio, sembra abbia con lui un legame affettivo molto intenso, sarà un suo allievo, un suo fido adepto. Non salta intervento senza evocarlo.
2. Si definisce “servo della nostra fede”. Il successore di Pietro è sempre stato colui che conferma i fratelli nella fede, ma se io sono un eretico serve la mia eresia? Sembra che la sua missione si sia rovesciata.
3. La missione affidata a Pietro è “amore e unità”. Di “verità” in tutta l’omelia non se ne parla. L’unità non sta nel fondamento dell’unico depositum fidei ? Non viene prima la verità e poi si comprende cosa sia l’amore?
4. Pietro non deve essere Capo sopra gli altri, ma camminare con loro. Siamo alla demolizione del senso gerarchico, quindi al sinodalismo.
5. Costruiremo un mondo di pace con le chiese sorelle (eretici e scismatici), con coloro che percorrono altri cammini religiosi, con tutti. Qui siamo alla pace massonica universale.
6. Ciliegina sulla torta all'Angelis: “Durante la Messa ho sentito forte la presenza spirituale di Papa Francesco”. A questo punto bisogna far appello agli esorcisti.
Mi chiedo, ma i cardinali cosiddetti conservatori forse sono stati comprati con un piatto di lenticchie? Col tempo scopriremo di cosa si tratta il piatto di lenticchie. In sintesi: Leone XIV potrebbe essere Francesco II, colto, raffinato dai buoni modi ed anche con pizzi e merletti. La sostanza è la stessa, ma cambino gli accidenti. Alessandro da Roma.

Silente ha detto...

No, non si può assolvere e accettare il concilio. E' da lì che nasce la metastasi che attacca la Chiesa. E' da lì che è iniziato il ripudio della Tradizione, della Dottrina, della Liturgia. Un concilio volutamente indetto (venne dichiarato) per far accettare dalla Chiesa le mostruosità ideologiche della modernità. Accettazione del principio della libertà religiosa, dogmaticamente condannato dal Quanta Cura/Sillabo, come ben documentato qui sopra. Santificazione del giudaismo. Negazione del principio salvifico della Nuova Alleanza. La Chiesa Cattolica non è la Chiesa di Cristo. Collegialità, e così via: l'elenco degli errori (ed orrori), delle ambiguità volute per poter, negli anni successivi, proclamare le apostasie e le eresie ben note, è lungo e ben illustrato da Amelio, Radaelli, Pasqualucci, Monsignor Gherardini e molti altri.
Tutto è iniziato da lì, anche se ovviamente, il fuoco distruttore covava sotto la cenere da decenni. Il concilio, per la Chiesa, è l'equivalente della Rivoluzione Francese per la società civile e politica. Sentire il nuovo Pontefice esaltare il concilio turba, attrista ed è sconsolante. Il buio è ancora fitto. L'alba è lontana.
Silente
Silente

Anonimo ha detto...

Sempre preciso e puntuale lei, Alessandro, coglie sempre nel segno. Non ci vorrà molto per accorgersi di quale pasta è fatto il nostro beneamato pontefice, nulla di nuovo sotto il sole, a dispetto di tante speranze e di illusori entusiasmi. Teniamoci stretto mons. Viganò, ci sarà di grande aiuto nel prossimo futuro ( fin troppo prossimo, purtroppo)

Anonimo ha detto...

Tranquillo, non c'erano pizzi e non c'erano merletti e per la verita' penso che non ce ne saranno in futuro. Sara' che erano stanchi morti a me e' sembrata una cerimonia piuttosto "minimal"senza contare il "non sentiamoci superiori". Mah!

Ora passiamo agli aspetti negativi (ma confidiamo che, con il tempo, saranno recuperati):
niente croce sull'altare (solo a fianco), croce che era sopravvissuta addirittura sotto il Pontificato immediatamente precedente;
Omelia senza mitria né ferula;
uso del tremendo pastorale “giansenista” di San Paolo VI e di San Giovanni Paolo II e, purtroppo, niente ferula;
assenza di dalmatica e tunicella sotto la bruttissima casula;
lettrici vestite in modo imbarazzante (in particolare la camicetta optical nella prima lettura).
https://blog.messainlatino.it/2025/05/piccole-note-prima-vista-sulla.html#more

Anonimo ha detto...

Il meglio a volte è nemico del bene!Evitiamo di lasciare solo Leone come è stato fatto con Benedetto… Allora per il comportamento scandaloso di molti verso Benedetto ci siamo meritati il flagello di Bergoglio! Cerchiamo di non replicare! Abbiamo il tesoro della Messa di sempre ma questo tesoro va custodito con umiltà senza brandirlo con altezzosità credendoci superiori altrimenti soffocheremo la pianta che lasciata crescere con discrezione e umiltà diventerà un gigantesco albero .

A. Bellardi Ricci ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Anonimo ha detto...

Rimaniamo uniti al papa. Finalmente dopo 12 anni di sofferenza, la divina Provvidenza ci ha mandato questo papa. Finalmente si sente parlare di Cristo posto al centro delle omelie e discorsi. Per la liturgia, purtroppo ha cerimonieri modernisti. Piano piano qualcosa di cambiamento si sta vedendo, non può fare tutto in una volta , lì ci sono equilibri da rispettare.

mic ha detto...

Ricevo via mail e condivido

Salve,
Sono un frequente lettore del blog "Chiesa e postconcilio" vi scrivo perché ho letto il post ultimo di "mic alle 13:21 "Speranza e timore". Volevo fare delle considerazioni. Ho notato molta apprensione nello scritto dovute alla Liturgia di inizio pontificato di papa Leone XVI. È vero veniamo da un periodo a dir poco tragico della storia della Chiesa in questi ultimi anni, e ogni cosa ci spaventa e ci mette sul chi va là. Ma, secondo me, dobbiamo stare più tranquilli perché questo papa ce lo ha concesso il Signore dopo una dura e lunga sofferenza. Per quanto riguarda le omelie e i primi discorsi, c'è un evidente cambiamento di direzione, si sta mettendo di più Cristo al centro e l'unità della Chiesa, molto provata in questi anni. La Liturgia non può essere subito secondo lo stile, ottimo, di Benedetto XVI perché il maestro delle cerimonie non ha questo stile e viene da una scuola liturgica più post-riforma. Bisogna avere pazienza e aspettare che passo dopo passo le cose cambino. Già ci sono ottimi miglioramenti nel modo di presentarsi del Pontefice rispetto a chi c'era prima. Le cose nella Chiesa e soprattutto nel Vaticano cambiano piano piano. A noi resta il compito di pregare ed essere uniti al Romano Pontefice e non lasciarlo solo. Lo Spirito Santo lo guidi e lo illumini.
In Christo Rege,
U. Un Sacerdote.

mic ha detto...

Penso che non dobbiamo parlare di cambiamento ma di riparazione che va fatta per gradi e chirurgicamente, direi...

Anonimo ha detto...

Bastava guardare la cerimonia su Vatican News live dove commenti non ce n'erano. Le dirette della Rai sono fastidiosissime, perché sporcano con banalità e chiacchiere a go go anche i momenti piu solenni e significativi.

Anonimo ha detto...

Il vertice ( umanamente parlando ) , ovviamente , conta, e ce ne siamo accorti nell' ultimo decennio; tuttavia dovremmo porre maggior attenzione a ciò che accade alla "base" nella Chiesa (militante). Catechisti, insegnanti di religione, insegnamento nei seminari e nelle università pontificie, e in generale negli atenei sedicenti "cattolici". Qual è oggi l' insegnamento 1) filosofico 2) della teologia dei Sacramenti ? ma in generale, quanto, del Catechismo viene rispettato nelle omelie ? quale autorità (umana) potrebbe, nella babele attuale, non dico indirizzare/correggere, ma almeno averne una sufficiente conoscenza?

Anonimo ha detto...

Attacchi a destra e attacchi a sinistra. Mi ricorda tanto Gesù Cristo che non andava bene né agli uni nè agli altri, e Lui ha proceduto per la Sua strada lasciandosi crocifiggere. Mangiava coi peccatori, parlava alle meretrici ed alle adultere. Perdonava. Non approvava l'adulterio, il divorzio, la guerra. Predicava i 10 comandamenti e la misericordia. Mi fanno paura sia a destra che a sinistra, meglio tirar dritto ed attendere valutando giorno per giorno.

Anonimo ha detto...

Le clausole di infallibilità di "Quanta cura" riguardano le proposizioni condannate in "Quanta cura", non nell'allegato Sillabo che per se stesso non è infallibile (lo ammettono pressoché tutti i teologi preconciliari). La libertà religiosa come proposta dal CV2 è, comunque,infallibilmente condannata in due delle proposizioni di "Quanta cura", controlli il testo.

Dare tempo a Papa Leone sì, ma senza nasconderci che abbracciando senza riserve tutti gli errori del Concilio non andrà lontano. Per ora quello che si può sperare è che ribadisca qualche verità morale naturale di base, cosa ovviamente insufficiente perché qualsiasi pastore protestante "tradizionale" farebbe (fa già) lo stesso.

Preghiamo perché non si abbandoni all'attivismo, che non faccia il giramondo, ma che si ritagli il tempo di studiare e riflettere e si renda conto dell'entità del disastro dottrinale e morale nella Chiesa e soprattutto cerchi di andare con sincerità alle sue cause. Credo che solo una conversione intellettuale in corso d'opera del Papa possa cambiare l'indirizzo di questo Pontificato, che così com'è nasce onestamente senza grandi prospettive.

dM

Anonimo ha detto...

(taglio la parte di commento che era una risposta a un commento sopra e riporto l'essenziale:)

Dare tempo a Papa Leone sì, ma senza nasconderci che abbracciando senza riserve tutti gli errori del Concilio non andrà lontano. Per ora quello che si può sperare è che ribadisca qualche verità morale naturale di base, cosa ovviamente insufficiente perché qualsiasi pastore protestante "tradizionale" farebbe lo stesso.

Preghiamo perché non si abbandoni all'attivismo, che non faccia il giramondo, ma che si ritagli il tempo di studiare e riflettere e si renda conto dell'entità del disastro dottrinale e morale nella Chiesa e soprattutto cerchi di andare con sincerità e onestà alle sue cause. Credo che solo una conversione intellettuale in corso d'opera del Papa possa cambiare l'indirizzo di questo Pontificato, che così com'è nasce onestamente senza grandi prospettive.

dM

Anonimo ha detto...

La presenza spirituale del defunto... a mio parere è autosuggestione.

Anonimo ha detto...

È stato scelto dai cardinali, bene, possibile che Dio sia estraneo a questo? Non credo proprio, facciamolo respirare e rendersi conto dell'enorme peso posto sulle sue spalle, è umile, non ha manie da protagonista e dopo 12 anni è già tanto, farà umanamente quello che potrà, non appesantiamogli la croce, io prego per lui che trovi coraggio nel nome che ha scelto, ma non dipende solo da lui, i poteri occulti e non sono molti e potenti, coraggio papa Leone, che il Signore la assista.

Anonimo ha detto...

"...solo una conversione intellettuale in corso d'opera del Papa..."
Definizione perfetta e altamente possibile, come è accaduto per molti di noi. Bravo!

Anonimo ha detto...

...molto, molto lontana, caro Silente, ad onta di tutti gli entusiasmi e le frenesie di questi giorni. Il tempo mostrerà chi aveva ragione, se i critici o gli elogiatori senza se e senza ma....che Dio ce la mandi buona