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mercoledì 12 novembre 2025

Il vescovo Athanasius Schneider risponde alla nuova Nota dottrinale del Vaticano sui titoli mariani di “Corredentrice” e “Mediatrice di tutte le Grazie”

Nella nostra traduzione da Substack,com, un articolo di Diane Montagna che riporta le affermazioni del Vescovo Schneider sulla recente Nota vaticana: “I Santi, i Dottori e il Magistero ordinario della Chiesa non potevano sbagliarsi.”. Qui l'indice dei precedenti.

Il vescovo Athanasius Schneider risponde alla nuova Nota dottrinale del Vaticano sui titoli mariani di “Corredentrice” e “Mediatrice di tutte le Grazie”

ROMA, 10 novembre 2025 — Il vescovo Athanasius Schneider si esprime in merito alla nuova nota dottrinale del Vaticano sui titoli mariani, affermando che non è possibile che i santi, i dottori e i papi della Chiesa abbiano per secoli “sviato i fedeli attraverso un uso costantemente inappropriato” dei titoli “Corredentrice” e “Mediatrice di tutte le Grazie”.

La nota dottrinale, pubblicata il 4 novembre dal Dicastero per la Dottrina della Fede e intitolata Mater Populi Fidelis, afferma riguardo all’uso del titolo mariano “Corredentrice”:
22. Data la necessità di spiegare il ruolo subordinato di Maria a Cristo nell'opera della Redenzione, è sempre inappropriato usare il titolo di «Corredentrice» per definire la cooperazione di Maria. Questo titolo rischia di oscurare l'unica mediazione salvifica di Cristo e può quindi creare confusione e squilibrio nell'armonia delle verità della fede cristiana, poiché «in nessun altro c'è salvezza; non vi è infatti sotto il cielo altro nome che sia stato dato agli uomini, per mezzo del quale è stabilito che possiamo essere salvati» ( At 4,12). Quando un'espressione richiede molte e ripetute spiegazioni per evitare che si allontani dal suo significato corretto, non serve alla fede del Popolo di Dio e diventa inutile . In questo caso, l’espressione “Corredentrice” non aiuta a esaltare Maria come prima e principale collaboratrice nell’opera della Redenzione e della grazia, perché rischia di oscurare il ruolo esclusivo di Gesù Cristo – il Figlio di Dio fatto uomo per la nostra salvezza, l’unico capace di offrire al Padre un sacrificio di infinito valore – il che non sarebbe un vero onore per sua Madre. Infatti, come “serva del Signore” ( Lc 1,38), Maria ci indirizza a Cristo e ci chiede di “fare quello che vi dirà” ( Gv 2,5).
Quando fu pubblicato, il n. 22 del testo inglese recitava: "non sarebbe appropriato usare il titolo 'Corredentrice' per definire la cooperazione di Maria ". Tuttavia, questo passaggio fu successivamente modificato in "è sempre inappropriato usare il titolo 'Corredentrice' per definire la cooperazione di Maria" . Il portavoce del Vaticano Matteo Bruni ha dichiarato oggi di credere che "la versione inglese sia stata corretta per riflettere meglio l'originale (spagnolo)". Infatti, l'originale spagnolo afferma:
“ 22. Data la necessità di spiegare il ruolo subordinato di Maria a Cristo nell’opera della Redenzione, l’uso del titolo Corredentrice per definire la cooperazione di Maria è sempre inappropriato.
Lo stesso passaggio nel testo ufficiale italiano recita:
“22. Considerata la necessità di spiegare il ruolo subordinato di Maria a Cristo nell’opera della Redenzione, è sempre inappropriato usare il titolo di Corredentrice per definire la cooperazione di Maria.”
Nella presentazione del 4 novembre, tenutasi presso la sede dei Gesuiti a Roma, il prefetto della DDF, il cardinale Victor Manuel Fernández, ha specificato che la Mater Populi Fidelis è stata scritta durante il pontificato di Papa Francesco e che Papa Leone XIV ha apportato alcune modifiche al testo.

Non è chiaro perché nel testo italiano sia stata scelta la parola "inappropriato" anziché "inopportuno", soprattutto perché quest'ultimo termine è stato storicamente utilizzato nel dibattito teologico. Il testo ufficiale inglese sembra seguire quello italiano.

Non è chiaro nemmeno perché sia ​​stata impiegata la parola “sempre”, né cosa il Dicastero per la Dottrina della Fede intenda comunicare al clero e ai fedeli attraverso il suo uso, dato anche, come osserva il vescovo Schneider nelle sue osservazioni (sotto), che i papi, insieme ai santi e ai dottori d’Oriente e d’Occidente, hanno usato per secoli i titoli mariani di “Corredentrice” e “Mediatrice di tutte le Grazie”.

Di seguito sono riportate le osservazioni del vescovo Athanasius Schneider sulla Mater Populi Fidelis.

* * *
Non potevano sbagliarsi: la voce dei santi, dei dottori e del magistero ordinario della Chiesa nell’affermare Maria come “corredentrice” e “mediatrice di tutte le grazie”
del vescovo Atanasio Schneider

Nel corso del tempo, il Magistero Ordinario, insieme a numerosi Santi e Dottori della Chiesa, ha insegnato le dottrine mariane della Corredenzione e della Mediazione, impiegando, tra le altre espressioni, i titoli specifici di "Corredentrice" e "Mediatrice di tutte le Grazie". Di conseguenza, non si può sostenere che il Magistero Ordinario, insieme a Santi e Dottori della Chiesa nel corso di così tanti secoli, abbia potuto trarre in inganno i fedeli attraverso un uso sistematicamente inappropriato di questi titoli mariani. Inoltre, nel corso dei secoli, questa dottrina mariana e l'uso di questi titoli hanno anche espresso il sensus fidei, il senso di fede dei fedeli. Pertanto, aderendo all'insegnamento tradizionale del Magistero Ordinario sulla Corredenzione e la Mediazione, e riconoscendo la legittimità dei titoli di "Corredentrice" e "Mediatrice di tutte le Grazie", i fedeli non si allontanano dal retto cammino della fede né da una pietà sana e consapevole verso Cristo e Sua Madre.

Nella Chiesa primitiva, Sant’Ireneo, Dottore della Chiesa del II secolo, pose le basi essenziali per le dottrine mariane della Corredenzione e della Mediazione, che sarebbero state poi sviluppate da altri Dottori della Chiesa e dal Magistero ordinario dei Romani Pontefici. Egli scrisse: «Maria, prestando obbedienza, divenne causa di salvezza, sia per se stessa che per tutto il genere umano». [1]

Tra le numerose affermazioni del Magistero ordinario dei Papi circa le dottrine mariane della Corredenzione e della Mediazione, e i corrispondenti titoli di “Corredentrice” e “Mediatrice di tutte le Grazie”, si può citare innanzitutto l’enciclica Adjutricem Populi di Papa Leone XIII, nella quale egli si riferisce alla Madonna come cooperatrice dell’opera della Redenzione e come dispensatrice della grazia che da essa scaturisce. Egli scrive: «Colei che fu così intimamente associata al mistero della salvezza umana, è altrettanto strettamente associata alla distribuzione delle grazie che per sempre scaturiranno dalla Redenzione ». [2]

Allo stesso modo, nella sua enciclica Jucunda Semper Expectatione, Papa Leone XIII parla della mediazione di Maria nell'ordine della grazia e della salvezza. Scrive:
“Il ricorso che abbiamo a Maria nella preghiera segue l'ufficio che ella ricopre continuamente accanto al trono di Dio come Mediatrice della grazia divina ; essendo per dignità e per merito a Lui più che accettabile, e, quindi, superando in potenza tutti gli angeli e i santi in Cielo... San Bernardino da Siena [afferma]: 'Ogni grazia concessa all'uomo ha tre gradi in ordine; perché da Dio è comunicata a Cristo, da Cristo passa alla Vergine, e dalla Vergine discende a noi' ... Possa Dio, 'che nella sua misericordiosa Provvidenza ci ha dato questa Mediatrice', e 'ha decretato che ogni bene ci venisse per mano di Maria' (San Bernardo), ricevere propizio le nostre preghiere comuni e realizzare le nostre comuni speranze... A te eleviamo le nostre preghiere, perché tu sei la Mediatrice, potente e pietosa allo stesso tempo, della nostra salvezza ... per la tua partecipazione ai suoi ineffabili dolori, ... sii pietosa, ascoltaci, anche se indegni!'” [3]
Papa San Pio X offrì una succinta esposizione teologica della Corredenzione nella sua enciclica Ad Diem Illum , insegnando che, in virtù della sua divina maternità, Maria merita nella carità ciò che solo Cristo, in quanto Dio, merita per noi nella più stretta giustizia – vale a dire la nostra redenzione – e che lei è la dispensatrice di tutte le grazie. Egli scrive:
“Quando giunse l'ora suprema del Figlio, accanto alla Croce di Gesù stava Maria, sua Madre, non solo occupata a contemplare il crudele spettacolo, ma rallegrandosi che il suo Unigenito Figlio fosse offerto per la salvezza del genere umano, e partecipando così interamente alla Sua Passione, che se fosse stato possibile, avrebbe sopportato volentieri tutti i tormenti che suo Figlio sopportò. E da questa comunione di volontà e sofferenza tra Cristo e Maria meritò di diventare degnissimamente la Riparatrice del mondo perduto e la Dispensatrice di tutti i doni che il Nostro Salvatore acquistò per noi con la Sua Morte e con il Suo Sangue. [...] Poiché Maria lo porta su tutto in santità e unione con Gesù Cristo, ed è stata associata da Gesù Cristo all'opera della redenzione, ella merita per noi de congruo , nel linguaggio dei teologi, ciò che Gesù Cristo merita per noi de condigno , ed è la suprema Ministra della distribuzione delle grazie . ... È stato concesso all'augusta Vergine di essere la potentissima Mediatrice e Avvocata del mondo intero presso il suo Divin Figlio. La fonte, allora, è Gesù Cristo. Ma Maria, come osserva giustamente San Bernardo, è il canale ( Serm. de temp sul Nativ. BV De Aquaeductu n. 4); o, se si vuole, la porzione di collegamento la cui funzione è di unire il corpo al capo e di trasmettere al corpo le influenze e le volontà del capo - intendiamo il collo. Sì, dice San Bernardino da Siena, "ella è il collo del nostro Capo, attraverso il quale Egli comunica al suo corpo mistico tutti i doni spirituali" ( Quadrag. de Evangel. aetern. Serm. 10., a. 3, c. 3)." [4]
Allo stesso modo, insegna Papa Benedetto XV: «Unendosi alla passione e alla morte del Figlio, Ella soffrì come fino alla morte… per placare la giustizia divina, per quanto era in suo potere, sacrificò il Figlio, così che si possa giustamente dire che Ella, insieme con Cristo, ha redento il genere umano». [5] Questo è l'equivalente del titolo di Corredentrice.

Papa Pio XI afferma che, in virtù della sua intima associazione all'opera della Redenzione, Maria merita a buon diritto il titolo di Corredentrice. Egli scrive : «Per necessità, il Redentore non poteva non associare la Madre alla sua opera. Per questo la invochiamo sotto il titolo di Corredentrice . Ella ci ha donato il Salvatore, lo ha accompagnato nell'opera della Redenzione fino alla Croce stessa, condividendo con Lui i dolori dell'agonia e della morte in cui Gesù ha consumato la Redenzione del genere umano». [6]

Nella sua enciclica Mediator Dei, Papa Pio XII sottolinea l'universalità del ruolo di Maria come dispensatrice di grazia, affermando: «Ella ci dona suo Figlio e con Lui tutti gli aiuti di cui abbiamo bisogno, perché Dio “ha voluto che avessimo tutto per mezzo di Maria” (san Bernardo)». [7]

Papa San Giovanni Paolo II ha ripetutamente affermato la dottrina cattolica del ruolo di Maria nella Redenzione e nella mediazione di tutte le grazie, utilizzando i titoli di “Corredentrice” e “Mediatrice di tutte le Grazie”. Per citarne solo alcuni, ha affermato: “Maria, pur essendo concepita e nata senza macchia di peccato, ha partecipato in modo meraviglioso alle sofferenze del suo divin Figlio, per essere Corredentrice dell’umanità”. [8] “Infatti, il ruolo di Corredentrice di Maria non è cessato con la glorificazione del Figlio”. [9] “Ricordiamo che la mediazione di Maria è essenzialmente definita dalla sua maternità divina. Il riconoscimento del suo ruolo di mediatrice è inoltre implicito nell’espressione “Madre nostra”, che presenta la dottrina della mediazione mariana ponendo l’accento sulla sua maternità. Infine, il titolo “Madre nell’ordine della grazia” spiega che la Beata Vergine coopera con Cristo alla rinascita spirituale dell’umanità”. [10]

Riguardo alla verità veicolata dal titolo mariano Mediatrice di tutte le grazie , Papa Benedetto XVI ha insegnato: «La Tota Pulchra, la Vergine Purissima, che ha concepito nel suo grembo il Redentore dell'umanità ed è stata preservata da ogni macchia di peccato originale, vuole essere il sigillo definitivo del nostro incontro con Dio nostro Salvatore. Non c'è frutto di grazia nella storia della salvezza che non abbia come strumento necessario la mediazione della Madonna». [11]

San Giovanni Enrico Newman, recentemente proclamato Dottore della Chiesa da Sua Santità Papa Leone XIV, difese il titolo di Corredentrice davanti a un prelato anglicano che si era rifiutato di riconoscerlo. Egli dichiarò: “Quando ti trovarono con i Padri a chiamarla Madre di Dio, Seconda Eva e Madre di tutti i viventi, Madre della Vita, Stella del Mattino, Nuovo Cielo Mistico, Scettro dell’Ortodossia, Madre della Santità incontaminata e simili, avrebbero ritenuto una misera compensazione per tale linguaggio, il fatto che tu protestassi contro il fatto che fosse chiamata Corredentrice”. [12]

Il termine Corredentrice, che di per sé denota una semplice cooperazione alla Redenzione di Gesù Cristo, ha portato, da diversi secoli, nel linguaggio teologico e nell'insegnamento del Magistero ordinario, il significato specifico di una cooperazione secondaria e dipendente. Di conseguenza, il suo uso non pone gravi difficoltà, purché sia ​​accompagnato da espressioni chiarificatrici che mettano in risalto il ruolo secondario e dipendente di Maria in questa cooperazione. [13]

Tenendo presente l'insegnamento sul significato e l'uso proprio dei titoli di Corredentrice e Mediatrice di tutte le Grazie, così come costantemente presentato dal Magistero ordinario e confermato da numerosi Santi e Dottori della Chiesa nel corso di un considerevole arco di tempo, non vi è alcun serio rischio nell'uso appropriato di questi titoli. Essi, infatti, mettono in risalto il ruolo della Madre del Redentore, la quale, in ragione dei meriti del Figlio, è «unita a Lui con uno stretto e indissolubile vincolo» [14] e perciò è anche Madre di tutti i redenti [15] .

In alcune versioni della preghiera Sub Tuum Praesidium, i fedeli invocano con fiducia la Madonna da secoli, chiamandola: «Domina nostra, Mediatrix nostra, Advocata nostra». E Sant'Efrem il Siro, Dottore della Chiesa del IV secolo, venerato dalla Chiesa come «Cera dello Spirito Santo», pregava così:
«Mia Signora, Santissima Madre di Dio e piena di grazia. Tu sei la Sposa di Dio, per mezzo della quale siamo stati riconciliati. Dopo la Trinità Tu sei la Signora di tutte le cose, dopo il Paraclito Tu sei un altro Consolatore, e dopo il Mediatore Tu sei la Mediatrice del mondo intero , la salvezza dell'universo . Dopo Dio Tu sei tutta la nostra speranza. Ti saluto, o grande Mediatrice di pace tra gli uomini e Dio , Madre di Gesù nostro Signore, che è l'amore di tutti gli uomini e di Dio, al quale sia onore e benedizione con il Padre e lo Spirito Santo. Amen.» [16]
_______________________________
[1] Avv. Haer ., III, 22, 4.
[2] 5 settembre 1895.
[3] 8 settembre 1894.
[4] 2 febbraio 1904.
[5] Lettera apostolica Inter Sodalicia , 22 marzo 1918.
[6] Discorso ai pellegrini a Vicenza, Italia , 30 novembre 1933.
[7] 20 novembre 1947.
[8] Udienza generale dell'8 settembre 1982.
[9] Omelia nella Messa nel santuario mariano di Guayaquil, Ecuador , 31 gennaio 1985.
[10] Udienza generale del 1° ottobre 1997.
[11] Omelia nella Santa Messa e Canonizzazione di P. Antônio de Sant'Ana Galvão, OFM , 11 maggio 2007.
[12] Una lettera indirizzata al Rev. EB Pusey, DD, in occasione del suo Eirenicon. Alcune difficoltà avvertite dagli anglicani nell'insegnamento cattolico , Volume 2, Longmans, Green e Co., New York, 1900, p. 78.
[13] Cfr. Dizionario di Teologia Cattolica , IX, art. Maria, col. 2396.
[14] Concilio Vaticano II, Lumen Gentium , 53.
[15] Concilio Vaticano II, Lumen Gentium , 63.
[16] Oratio ad Deiparam , cfr. SPN Ephraem Syri Opera Omnia quae exstant… opera bet studio Josephi Assemani , Roma 1746, tomus tertius, p. 528 ss.

7 commenti:

Anonimo ha detto...

"Il portavoce del Vaticano Matteo Bruni ha dichiarato oggi di credere che "la versione inglese sia stata corretta per riflettere meglio l'originale (spagnolo)". Infatti, l'originale spagnolo afferma:..."
Credo di aver sentito da qualcuno che il Papa potrebbe stare in qualsiasi luogo, non necessariamente a Roma e allora si esprimera' secondo l'idioma del luogo oppure, come in questo caso, si esprimera' nella sua lingua natale? Mi sembra di aver sentito in passato di un Papa che pensava nella sua lingua natale ma poi i documenti che riguardavano la Chiesa erano nella lingua U f f i c i a l e della Chiesa : il tanto odiatissimo latino, perche' i documenti del Vicario riguardano il governo Universale della Vigna del Signore, la Sua proprieta'. Sono Amministratori di un bene, il bene delle anime. Sono "conduttori" e "fattori", che gestiscono proprietà non proprie in nome del Proprietario.

Vangelo secondo Marco
« Un uomo piantò una vigna, le fece attorno una siepe, vi scavò una buca per pigiare l'uva e vi costruì una torre; l'affittò a dei vignaiuoli e se ne andò in viaggio. Al tempo della raccolta mandò a quei vignaiuoli un servo per ricevere da loro la sua parte dei frutti della vigna. Ma essi lo presero, lo picchiarono e lo rimandarono a mani vuote. Egli mandò loro un altro servo; e anche questo insultarono e ferirono alla testa. Egli ne mandò un altro, e quelli lo uccisero; poi molti altri che picchiarono o uccisero. Aveva ancora un unico figlio diletto e quello glielo mandò per ultimo, dicendo: “Avranno rispetto per mio figlio”. Ma quei vignaiuoli dissero tra di loro: “Costui è l'erede; venite, uccidiamolo e l'eredità sarà nostra”. Così lo presero, lo uccisero e lo gettarono fuori dalla vigna. Che farà dunque il padrone della vigna?

Anonimo ha detto...

Don Spataro: note sul Documento DDF su Maria Corredentrice.
https://blog.messainlatino.it/2025/11/don-spataro-note-sul-documento-ddf-su.html#more
1. Anzitutto, mi sembra inconsueto, nella Tradizione della Chiesa, pubblicare questi documenti esclusivamente nelle principali lingue moderne con inevitabili oscillazioni di comprensione. L’uso della lingua latina per l’editio typica ha sempre garantito una rigorosa precisione e un’auspicabile sobrietà a questo genere letterario dei documenti della Santa Sede. In un certo senso, già questa carenza ne sminuisce l’autorevolezza. Faccio appello al Dicastero per la dottrina della fede perché si avvalga di latinisti competenti.

Anonimo ha detto...

Rimane sempre la domanda: perché il ridimensionamento se non proprio la cancellazione di queste due caratteristiche di Maria Santissima? Perché tendenzialmente potrebbero condurre ad oscurare il Sgnore Gesù Cristo? Nella realtà dei fatti chi ha sempre teso ad oscurare il Signore Gesù, la Santa Trinità, Maria Santissima, gli Angeli ed i Santi sono sempre stati gli uomini, quelli di Chiesa inclusi. Allora la motivazione è altra: la cancellazione pilotata del Cattolicesimo così come sempre è stato.

Anonimo ha detto...

""Il papa è diventato un burattino, un portavoce dell’Onu e del Wef ?...La “chiesa” sinodale non è diventata altro che il braccio propagandistico spirituale del comunismo verde del Nuovo Ordine Mondiale ? ""
così la pensa l'articolista seguente :
https://www.aldomariavalli.it/2025/11/12/non-sara-la-conversione-ecologica-a-salvare-luomo-ma-la-conversione-a-dio-che-la-chiesa-sinodale-non-richiede-piu/ :
“la gerarchia sinodale è ossessionata dall’idea di fondare una nuova religione all’insegna di un umanesimo eco-pagano massonico…cosa stanno facendo Prevost e soci al riguardo? Chiamano la Chiesa al pentimento e alla santità? Predicano la verità cattolica al mondo e convertono i peccatori? Incoraggiano atti di penitenza e mortificazione? no… quella che è stata glorificata, in un messaggio di recente pronunciato dal cardinale Parolin alla Conferenza delle Nazioni Unite sul clima (COP30), a nome del papa, è la nuova religione del carbonio, del consenso e del clima. Predicare una “conversione ecologica” senza la Croce significa dimenticare che tutta la creazione geme non a causa del carbonio, ma a causa del peccato. L’appello alla “cura del creato” è nobile in sé, ma non è la missione della Chiesa…Il papa è diventato un burattino, un portavoce dell’Onu e del Wef. Cristo non viene menzionato nemmeno una volta.
Il discorso di Parolin è stato anche denso di appelli alla “pace”…. a pace è minacciata anche dalla mancanza del dovuto rispetto per il creato, dal saccheggio delle risorse naturali e dal progressivo declino della qualità della vita a causa dei cambiamenti climatici” : il mondo ha bisogno che la “chiesa” sinodale si penta nel cilicio e nella cenere e riprenda la sua vera missione: Salus animarum suprema lex, la salvezza delle anime è la legge suprema, non la salvezza da una crisi climatica inventata.
La “chiesa” sinodale non è diventata altro che il braccio propagandistico spirituale del comunismo verde del Nuovo Ordine Mondiale."

Anonimo ha detto...

Il Magistero ordinario della Chiesa. ...non potevano sbagliarsi. Ecco detto, il Magistero anche ordinario non può mai contraddire il passato approvato... salvo essere anatema, come dice san Paolo.

Anonimo ha detto...

Condivido per intero quanto scrive A. M. Valli.

Anonimo ha detto...

Se non fosse mediatrice ..dovremmo pure modificare la Salve Regina Avvocata nostra... !!!!!!????