Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

lunedì 24 febbraio 2014

Paolo Pasqualucci. I Segni dei tempi

Mi propongo di approfondire alcuni fra i temi illustrati dall’importante e coraggioso articolo Motus in fine velocior del prof. Roberto de Mattei, che condivido in pieno.  Il  merito principale di quest’articolo, a mio avviso, è quello di inquadrare l’attuale crisi della Chiesa nella prospettiva teologica ed escatologica che le compete.  Cosa che nessuno si è finora azzardato a fare.

Confusione accoppiata a tendenze distruttive.   Le inaspettate e sconcertanti dimissioni di Benedetto XVI, seguite dall’elezione al Sacro Soglio di un Pontefice “teólogo popular”, e dalla straordinaria istituzione della figura del “Papa emerito” pensionato in Vaticano, ha mostrato, oltre ad una situazione di caos, un’improvvisa “accelerazione del tempo, conseguenza di un movimento che si sta facendo vertiginoso.  Viviamo un’ora storica che non è necessariamente la fine dei tempi, ma è certamente il tramonto di una civiltà e la fine di un’epoca nella vita della Chiesa”.  Parole forti ma assolutamente pertinenti.   Il carattere “vertiginoso” del movimento da cosa risulta?  Da una duplice connessione.  Da un lato l’aumentare improvviso della confusione che (dall’inizio del Vaticano II) affligge la Chiesa; dall’altro il consolidarsi improvviso di una  tendenza distruttiva che mira apertamente e decisamente al cuore del dogma e della morale cristiana.  Questa tendenza ha assunto di colpo il volto e l’eloquio aggressivi del cardinale honduregno Oscar Maradiaga, con le sue ormai celebri dichiarazioni contro il neocardinale Gerhard Müller, Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede.  La confusione è stata poi ulteriormente accresciuta da certe ambigue dichiarazioni del Papa, come quella famosissima sull’omosessuale in cerca di Dio che lui, il Pontefice, “non si sente di giudicare” (quando avrebbe dovuto dire, invece, che, proprio come Papa giudicava ossia condannava fermissimamente il suo grave peccato ma non il peccatore, invitandolo, in nome della misericordia divina che viene in soccorso di tutti quelli che si pentono, alla conversione e al mutamento di vita).

Tendenza distruttiva dunque, dato che essa vuole far accettare alla Chiesa il modo di vivere peccaminoso ed anticristiano del Secolo, affermando che, con l’elezione di Papa Francesco, si sarebbe addirittura aperta una “nuova era”, caratterizzata per l’appunto in primo luogo dalle “aperture” cui quella tendenza aspira.  E se così fosse, allora bisognerebbe concluderne che la supposta “nuova era” è quella dell’Anticristo in persona.  Sappiamo che l’accelerazione che si produce in certi momenti cruciali del processo storico appare all’improvviso ma rappresenta in realtà la maturazione di tendenze e di forze già ben presenti e all’opera da tempo.  E nemmeno in modo tanto discreto.  Ciò che ha detto il cardinale Maradiaga l’aveva già detto il defunto cardinale Carlo Maria Martini, gesuita, quello che si metteva “in ascolto dei non-credenti” invece di cercare di convertirli a Cristo, e  negli ultimi tempi della sua vita sragionava gridando che la Chiesa era rimasta indietro di circa 200 anni sul mondo moderno [sic], ragion per cui avrebbe dovuto finalmente aprirsi al riconoscimento dei costumi e della mentalità di questo mondo.  Insomma:  fare esattamente il contrario di ciò che hanno insegnato Nostro Signore e gli Apostoli (“voi siete nel mondo ma non del mondo”; “il mondo è il regno del Principe di questo mondo”; “fuggite il mondo e le sue concupiscenze” etc.).   E concetti simili a quelli propagandati da Martini non li troviamo, prima di lui, nella nebulosa teologia di Karl Rahner, gesuita anche lui, uno dei padri spirituali dei testi finali del Vaticano II?  E non troviamo in quei testi, di contro a tutto l’insegnamento del Magistero pre-conciliare, le aperture al femminismo e all’educazione sessuale pubblica “per i giovani”, naturalmente “prudente”?  Aperture delle quali hanno fatto notoriamente buon uso l’aitante Schillebeeckx ed i suoi sodali fiamminghi, nella loro opera di distruzione del cattolicesimo in Olanda e Belgio, coronata come sappiamo da grande successo, tant’è vero che a Bruxelles, cuore della cosiddetta Unione Europea, il nome più diffuso tra i giovani è oggi “Muhammad” (Maometto) mentre chiese e conventi ormai vuoti si svendono a centinaia.

Il cardinale Maradiaga predica contro la morale cristiana, cioè contro Cristo.  Tendenza distruttiva della fede, dunque, e della retta dottrina e pastorale.  In quale altro modo si può definire l’azione di un principe della Chiesa che attacca all’improvviso e in modo persino arrogante i difensori ufficiali della dottrina della Chiesa, incitandoli a far presto a cambiare mentalità, ad adeguarsi, perché si devono trovare “soluzioni pastorali” per il modo di vivere dell’uomo contemporaneo, notoriamente in preda alle peggiori aberrazioni?  Naturalmente, ci viene a dire il porporato, le soluzioni pastorali “nuove” non intaccherebbero mai la dottrina, che non si tocca.  Quante volte abbiamo sentito ripetere questo ritornello, dal “pastorale” Concilio ecumenico Vaticano II in poi, per giustificare ogni sorta di deviazione dottrinale e pastorale?  Ma valga il vero:  una pastorale “nuova”, che contraddica apertamente la dottrina ossia il deposito della fede, considerandosi essa stessa “dottrina” (come nota il prof. de Mattei) è la pastorale di una dottrina “altra”, che non è e non può essere quella cattolica.  Nostro Signore e gli Apostoli hanno detto e ripetuto che “gli adulteri e i fornicatori” non vedranno il Regno di Dio.  Se ne andranno, invece, “in perdizione” ossia alla dannazione eterna, perché non si può prendere in giro Dio e pretendere che Egli non sappia o non voglia esercitare la giustizia da Lui stesso stabilita e a noi rivelata sin nei particolari da Gesù Cristo Nostro Signore.  Verso costoro, l’azione della Chiesa, ad imitazione di Cristo e degli Apostoli, è sempre stata quella di condannare in primo luogo e nel modo più fermo il loro peccato (perché il peccato, quale che sia, va sempre condannato in quanto tale e senza distinguo), proprio per poterli in tal modo indurre all’opera della conversione e salvezza della loro anima.  La condanna del peccato è la prima opera della divina Misericordia, si è sempre detto, poiché essa mette il peccatore di fronte alle sue responsabilità; lo scuote, lo mette di fronte a se stesso e a Dio, lo instrada verso la Grazia, che gli farà vedere tutto l’orrore del peccato (e finché non lo vedrà, quest’orrore, non potrà liberarsi dal peccato e non riuscirà a resistere alle tentazioni).  Solo sulla base di questa condanna è  dunque possibile iniziare l’opera della  conversione del peccatore.

 Ma se coloro che dovrebbero condannare il peccato e convertire il peccatore, invece mostrano di approvare il peccato e non si curano minimamente di convertire il peccatore, e per di più esortano tutti gli altri sacerdoti a fare lo stesso, allora…?  Ma il cardinale Maradiaga ha approvato esplicitamente il peccato dei divorziati risposati, delle coppie di fatto, delle coppie omosessuali, dei rapporti prematrimoniali, dello stile lascivo di vita di gran parte della nostra gioventù?  No, come avrebbe potuto? Tuttavia l’ha approvato implicitamente già con il dire che la Chiesa deve trovare una pastorale che in qualche modo riconosca queste situazioni ormai diffuse, che soddisfi la pretesa di costoro (arrogante e persino blasfema) di ricevere Sacramenti come la Comunione, pur mantenendosi nella loro condizione di peccato!  Così la pastorale della Chiesa cattolica, fondata da Nostro Signore Gesù Cristo per custodire ed insegnare a tutti le verità da Lui rivelate, dovrebbe piegarsi alle richieste di pubblici peccatori  di ogni tipo e mettersi addirittura alla loro scuola!

L’abominio della desolazione nel luogo santo.  Di fronte ad una “pastorale” del genere, come non pensare alla famosa frase della profezia di Daniele, citata anche da Nostro Signore, quando predisse il castigo che si sarebbe abbattuto su Gerusalemme che l’aveva rigettato e tradito e profetizzò sugli ultimi tempi?  “Quando adunque vedrete l’abominazione della desolazione predetta dal profeta Daniele, posta nel luogo santo – comprenda chi legge – allora quelli che saranno nella Giudea fuggano ai monti…”(Mt 24, 15-16).   Non è forse spettacolo “abominevole” vedere un cardinale proporre una “pastorale” che sembra addirittura venire dal Maligno, poiché esige che i sacerdoti riconoscano evidenti situazioni di peccato quali modi di vita che meritano in quanto tali rispetto e tutela da parte della Santa Chiesa?  La “predicazione” di una “pastorale” che provoca la “desolazione del luogo santo”:  ovvero, come della retta dottrina e della retta pastorale si stia facendo un luogo desolato, una rovina completa.

E come non temere che il castigo divino, per altri aspetti già all’opera da tempo, colpisca la Santa Chiesa, allo stesso modo in cui ha colpito l’apostasia di Israele nei confronti del  Messia, che i capi del popolo consegnarono ai Romani, dopo un processo irregolare, facendolo condannare a morte con false accuse, per sostenere le quali mentirono e bestemmiarono, affermando di “non avere altro Dio che Cesare” (Gv 19, 12-15)?   Stia attento il cardinale Maradiaga e lo stiano tutti quelli che  nella Gerarchia lo seguono, non si scherza con il vero Dio, Uno e Trino.  Tanto più giustamente si abbatte la sua ira sui sacerdoti che tradiscono la loro missione, prostituendo la vera e santa dottrina alle ignominie del Secolo.

“Quando Io dirò all’empio:  tu morrai! se tu non lo ammonisci, e non lo avverti di abbandonare la sua via perversa, affinché possa vivere, egli morrà nella sua iniquità; ma del sangue di lui io chiederò conto a te.  Se invece tu avrai ammonito l’empio ed egli non si sarà convertito dal male e dalla sua via perversa, egli morrà nella sua iniquità, ma tu avrai salvato te stesso” (Ez., 3, 18-19).

Per i traditori della fede non vi è  misericordia, da parte di Dio.

“Poiché, se noi cadiamo nel peccato [di apostasia] volontariamente, dopo aver ricevuto la piena conoscenza della verità, non rimane più alcun sacrificio [di espiazione e misericordia] per tali peccati, ma solo l’attesa angosciosa del giudizio e la vampa del fuoco [infernale], che consumerà i ribelli (Eb 10, 26-27)”.

Come ha giustamente rilevato il prof. de Mattei, la direzione nella quale va la cosiddetta pastorale della nuova era professata dal cardinale Maradiaga, “è una strada verso lo scisma e l’eresia, perché si negherebbe la fede divina e naturale che nei suoi comandamenti non solo afferma l’indissolubilità del matrimonio, ma proibisce gli atti sessuali al di fuori di esso, tanto più se commessi contro natura.  La Chiesa accoglie tutti coloro che si pentono dei propri errori e peccati e si propongono di uscire dalla situazione di disordine morale in cui si trovano, ma non può legittimare, in alcun modo, lo status di peccatore”.   “Scisma ed eresia” :  parole forti, anche qui, ma più che giuste.  Una Gerarchia che imponesse questa nuova “pastorale”, diventerebbe ipso facto eretica e quindi scismatica,  si separerebbe di fatto dalla vera Chiesa.  E legittimare lo “status di peccatore” concedendo l’uso di Sacramenti come la Comunione a pubblici e non pentiti peccatori o inventando cavilli giuridici per far dichiarare nullo un matrimonio cattolico validamente celebrato, sì da legittimare le seconde nozze dei divorziati, tutto ciò non costituirebbe per un sacerdote un’apostasia implicita dalla vera fede?

L’accanimento persecutorio di omosessuali e femministe.  La sensazione angosciosa di un’accelerazione improvvisa ed inarrestabile verso il castigo e la catastrofe di intere società e nazioni, si ricava anche dall’azione sempre più aggressiva, arrogante e persecutoria dei movimenti omosessuali e femministi, i quali, pur essendo i costumi viziosi dei loro adepti al presente ampiamente tollerati dalla società, premono accanitamente per imporre leggi infami come quella (già diffusa in Europa) sulla “omofobia”; leggi che si fondano su documenti demenziali come il recente (per l’Italia) “manuale” ministeriale di “Linee-guida per un’informazione rispettosa delle persone  GLBT”, il cui assunto base è costituito dall’idea pazzesca che la differenza dei sessi non esiste in natura perché sarebbe un prodotto della società, della “cultura”!  Ci sono poi già operanti leggi discriminatorie e persecutorie nei confronti degli uomini, quali il sistema di privilegi noto come “quote rosa” o la recente normativa sul cosiddetto “femminicidio”, quasi  certi reati di sangue dei quali sono vittime in prevalenza le donne non fossero mai stati puniti come si deve nel nostro paese in base alle leggi anteriori!  E se qualcuno fa notare alle femministe che le loro statistiche sul supposto sterminio delle donne per delitti passionali non corrispondono al vero, esse rispondono che l’obiettivo di queste leggi è quello di impedire del tutto e per sempre che ci siano omicidi di donne!  Lo scopo che si vuole raggiungere con queste leggi e decreti connessi è sempre lo stesso: penalizzare il sesso maschile, colpevole di esistere; ostacolare al massimo i rapporti naturali tra uomini e donne; introdursi il più possibile nella vita della famiglia secondo natura, per finalità “politicamente corrette”.  Le femministe sono anche riuscite ad imporre il rovesciamento dell’onere della prova, calpestando così un plurisecolare  e fondamentale principio giuridico,  nella nuova normativa (di qualche anno fa) in tema di abusi e molestie sessuali:  adesso la prova non la deve più fornire chi accusa ma chi si difende.  Tra omosessuali e femministe la differenza è relativa. L’ideologia femminista è intrinsecamente omosessuale: si basa sull’odio del maschio e dell’uomo; il disprezzo della maternità e del matrimonio, della famiglia; mira a pervertire in tutti i sensi i rapporti naturali tra i sessi, proclamando il diritto alla più totale libertà sessuale (Come faceva dire un autore tedesco del Novecento al marchese De Sade in un immaginario dialogo con Marat:  “A che scopo, Marat, la rivoluzione se poi non c’è la fornicazione universale?”).

Le organizzazioni che rappresentano questi due “movimenti” sembrano attualmente possedute da un impulso irrefrenabile a imporre la loro depravata visione del mondo alla società; da una satanica volontà di dominio, al punto da porsi come una forza che mira ad acquistare un peso rilevante nella politica mondiale!   Il loro atteggiamento è sempre più quello di chi non tollera opposizione né discussione, pronto sempre ad offendere, ad insultare; come se fossero portatrici del messaggio di una nuova Era, da far valere ad ogni costo, sì da imporlo con leggi scandalose, che per di più infieriscono su chi dissente con sanzioni spropositate, che danno tutta la misura dei sentimenti d’odio che le ispirano.  “È inevitabile che avvengano scandali, ma guai a colui per colpa del quale avvengono!”(Lc 17, 1). Una simile corsa verso l’abisso, Dio onnipotente può averla permessa perché vuole (evidentemente) che la corruzione del Secolo ateo e miscredente e della Gerarchia cattolica maculata d’apostasia tocchino il fondo; che tutto il marciume scoppi e venga alla superficie; che avvengano infine tutti gli scandali necessari affinché la sua Giustizia possa abbattersi sugli empi con tutta la sua potenza ed i servi fedeli possano invece guadagnarsi la vita eterna, temprandosi nelle persecuzioni e nella lotta per l’onore e la gloria del vero Dio, Uno e Trino.

L’assalto omosessualista e femminista non avrebbe mai potuto aver luogo senza la complicità di classi politiche che hanno evidentemente smarrito il ben dell’intelletto e sembrano addirittura promuovere la corruzione dei costumi dei loro popoli, senza curarsi affatto del pericolo di estinzione che, in tal modo, incombe sempre più su di essi.  Non è accettando e promuovendo il divorzio, l’aborto, il libertinaggio, le libere convivenze,  il controllo delle nascite, l’omosessualità e il femminismo che si mantengono i popoli in salute, fisica e morale.  Né avrebbe potuto aver luogo, questo assalto, senza il silenzio complice della Gerarchia cattolica attuale, quando non esplicitamente complice, come nel caso di cardinali  quali Martini o Maradiaga.  Solo Papa Ratzinger ha avuto il coraggio di opporsi alla melma dilagante.  Ma la pulizia da lui iniziata nel clero non è stata sufficientemente incisiva, sia perché non poteva colpire in alto sia perché  quasi sicuramente ostacolata da resistenze, che possono poi aver addirittura contribuito alla sua successiva abdicazione.  E cosa resta adesso, nella “pastorale” attuale, della sua denuncia del “relativismo” dei valori dominante nel Secolo, della sua condanna (purtroppo non trasfusa in pronunce magisterialmente vincolanti) dell’omosessualismo, della “filosofia di genere” e simili cose?

L’emarginazione e la persecuzione dei sacerdoti fedeli alla Tradizione della Chiesa.  Altro segno angoscioso dell’accelerazione dei tempi verso l’ora della Giustizia divina, è sicuramente costituito dalla chiusura rapida e chirurgica della notevole apertura effettuata da Benedetto XVI nei confronti dei cattolici rimasti fedeli alla Tradizione della Chiesa, in particolare per ciò che riguarda la liturgia.  E la sollecita emarginazione di quei cardinali dal taglio “conservatore” che Papa Ratzinger aveva voluto a capo di importanti dicasteri romani (Piacenza, Burke).

Il prof. de Mattei non si spiega per qual motivo si sia voluto dissolvere un ordine fiorente come quello dei Francescani dell’Immacolata, ricco di belle vocazioni maschili e femminili.  “Oggi soffrono la decadenza tutti gli ordini religiosi e se tra questi uno ne appare ricco di promesse, viene inspiegabilmente soppresso.  Il caso dei Francescani dell’Immacolata, esploso a partire da luglio, ha portato alla luce una evidente contraddizione tra i continui richiami  di Papa Francesco alla misericordia e il bastone assegnato al commissario Fidenzio Volpi per annichilire uno dei pochi istituti religiosi oggi fiorenti”.  Inspiegabilmente, si capisce, dal  punto di vista di chi ha a cuore soprattutto il bene della Chiesa, non di chi vuole sviluppare sino in fondo le novità rivoluzionarie del Vaticano II, costi quel che costi.

Dal punto di vista della Gerarchia “ecumenista” attuale, i Francescani dell’Immacolata hanno commesso due peccati molto gravi, irreparabili:  dimostrato un’amplissima preferenza per la Messa di rito romano antico, sdoganata da Benedetto XVI; impostato nelle loro pubblicazioni una revisione critica, anche se moderata e rispettosa, del Concilio Vaticano II, in particolare su impulso di Padre Serafino Lanzetta, figura emergente di giovane e preparato studioso cattolico.  In questi ultimi anni, sulla spinta delle opere meritorie e fondamentali di Mons. Brunero Gherardini, che hanno iniziato una vasta revisione critica del Vaticano II se non di demolizione per alcuni aspetti (l’illustre teologo ha dimostrato, per esempio, che il concetto di “tradizione vivente” penetrato nei testi del Concilio non concorda affatto con quello di Tradizione sempre sostenuto dalla Chiesa), sembrava si stesse sviluppando un gruppo qualificato di studiosi e critici del Concilio proprio attorno alla figura di Padre Serafino Lanzetta, gruppo sorretto dalle belle iniziative editoriali dei Francescani dell’Immacolata.

Bisognava evidentemente intervenire e con la necessaria energia.  Bisognava stroncare sul nascere sia il diffondersi del ritorno alla Messa tradizionale, quella sicuramente cattolica; sia lo sbocciare, sia pure ancora modesto e di taglio sostanzialmente accademico, di una critica al Concilio dall’interno della Gerarchia.  Nessuna confusione o incertezza, dunque:  con estrema rapidità e determinazione l’ordine è stato “disciplinato” e disperso nel modo che sappiamo.  Per la verità, la brutalità dell’operazione mi ricorda le modalità di quella messa in atto nel maggio del  1975  contro il Seminario di Écône della Fraternità Sacerdotale San Pio X, regnante Paolo VI, che fallì perché dovette misurarsi con un vescovo e della tempra di Mons. Marcel Lefebvre, il quale ingaggiò una dura battaglia giuridica con l’apparato romano e alla fine si rifiutò giustamente di obbedire all’ordine illegittimo, viziato da una procedura gravemente irregolare.   Nella triste  vicenda dei Francescani, colpisce, tra le altre cose, e proprio come segno particolarmente infausto dei tempi, il divieto impartito ai francescani di celebrare la Messa di rito romano antico.  Secondo me questo divieto, se imposto in modo formale, è illegittimo e costituisce un abuso di potere perché nemmeno il Papa può proibire ad un sacerdote (e con quale motivazione?) di celebrare una Messa consacrata da tutta la tradizione liturgica della Chiesa, il cui canone risale addirittura ai tempi apostolici, e che non è mai stata abrogata né avrebbe potuto esserlo. Se invece il divieto è stato imposto solo di fatto, di sua iniziativa dal Commissario Padre Volpi, l’abuso di potere risulterebbe in modo ancor più evidente:  se il Papa non ha il potere di proibire la celebrazione di quella Messa tantomeno ce l’ha il Padre Volpi.  Oltre a quest’aspetto giuridico, da non sottovalutare ai fini di una legittima resistenza all’azione illegittima dell’autorità (che io spero i Francescani vorranno prima o poi intraprendere, se continuerà l’ingiusta loro repressione), appare  grave l’evidente ostilità dimostrata finora dal presente Pontificato nei confronti della Messa tradizionale.  Nemmeno Paolo VI aveva osato proibirne espressamente la celebrazione.  Quest’ostilità, se sarà mantenuta, apporterà le più gravi sciagure alla Chiesa.

Il cavallo rosso.  Questi sono dunque  “i segni dei tempi”.  Forse dunque della “fine dei tempi”?  Verrebbe da pensarlo, guardando alla corruzione generale e in particolare a quella diffusasi nella Chiesa visibile.   Non si può negare che stiamo vivendo “nel tramonto di una civiltà” e “nella fine di un’epoca della Chiesa”.  In un’epoca del genere, ognuno deve più che mai assumersi le sue responsabilità, questo è il positivo auspicio finale dell’articolo, se si vuole che il braccio dell’ira divina non si abbatta implacabilmente su tutti noi e in particolare sulla Chiesa.  La visione del famoso cosiddetto Terzo Segreto di Fatima ci ha dato un’idea più che sufficiente di ciò che succederà, se non si smetterà di offendere Dio in questo modo atroce.  “Se al chiudersi di quest’epoca il clero e il laicato cattolico non assumeranno fino in fondo le loro responsabilità, si avvererà inevitabilmente il destino che la veggente di Fatima ha visto svelarsi davanti ai propri occhi […]”.  Quella drammatica visione “dovrebbe essere più che sufficiente per spingerci a meditare, pregare ed agire.  La città è già in rovina e i soldati nemici sono alle porte.  Chi ama la Chiesa la difenda, per affrettare il trionfo del Cuore Immacolato di Maria”.  Quest’esortazione non è rivolta solo ai fedeli.  Lo è anche e soprattutto al clero, la cui invisibilità è diventata quasi leggendaria.  Dove sono “i settemila uomini che non hanno piegato il ginocchio di fronte a Baal?” (Elia, in Rm 11,4)?  Di sicuro ci sono, sono tra noi.  Preghiamo affinché il Signore si degni di farli uscire allo scoperto.  Oltre a pregare e meditare, l’articolo ci incita dunque  all’azione.

 Agire significa battersi, con le parole e gli scritti, sorretti dallo studio.  Significa anche usare la forza per difendersi da un nemico sempre più aggressivo e feroce.  L’antica massima del diritto romano, sempre considerata alla stregua di una norma di diritto delle genti o naturale, non diceva forse che “è lecito respingere la forza con la forza?”.  Vim vi repellere licet, dunque.  E non avrebbero bisogno di addestramento militare e armi per difendersi i cristiani della Nigeria nordorientale, da anni regolarmente massacrati dai maomettani fanatici?  Di armi per organizzare la loro legittima difesa, non di chiacchiere  prive di senso sulla bellezza e l’importanza del “dialogo” interreligioso per la pace tra i popoli.  Ci dobbiamo battere per difenderci dal nemico esterno ed interno.  Quello interno, occidentale, europeo (dell’Unione Europea), americano (del presente governo americano), sta affilando da tempo le armi di una persecuzione che si annuncia vasta e sistematica, e che sarà sicuramente crudele come tutte le vere persecuzioni.  Il suo ferro di lancia (lo si è ormai capito) sarà rappresentato dai movimenti omosessualisti e femministi, oggi al cuore del fronte ateo, miscredente e libertino:  sono loro oggi a coagulare  tutto l’odio del mondo per il vero Dio, Uno e Trino (“il mondo mi odia perché attesto di lui che le sue opere sono malvage[Gv 7, 7]”).  Ma la Gerarchia cattolica continua a trastullarsi nell’insana utopia di una nuova era di pace e comprensione tra i popoli, che la Chiesa del “dialogo” e di tutte le “aperture” starebbe per procurare al mondo, in unione fraterna con tutte le religioni del mondo, con gli uomini e le donne di tutto il mondo.  Basterebbe eliminare il capitale finanziario e comincerebbe il Regno di Dio in terra…

Non si sono accorti, questi nostri pastori, persi nel delirio ecumenista, che da tempo il Cavallo Rosso sta caracollando al nostro orizzonte.  Sì, il Cavallo Rosso della guerra e dello sterminio.  “Ed ecco, uscì un altro cavallo, rosso, e a colui che vi stava sopra fu dato il potere di togliere la pace dalla terra e di far sì che gli uomini si sgozzassero tra di loro, e gli fu consegnata una grande spada” (Ap 6, 4).  Il risultato di una pastorale ed una politica volte a realizzare l’utopia folle dell’unità del genere umano (e senza nemmeno tentare di convertirlo a Cristo) quale nuovo scopo della Chiesa (costituzione conciliare Lumen Gentium 1; costituzione Gaudium et spes 33-45; 62; 73 ss.), è stato solo quello di provocare l’autodistruzione del cattolicesimo, di favorire la dissoluzione delle nazioni europee e l’invasione di massa dell’islam.  Si sono in tal modo gettati ad abundantiam i semi  dei conflitti sociali, razziali e religiosi che sicuramente caratterizzeranno l’epoca, ormai alle porte, dei grandi disordini durante i quali dovrebbe finalmente consumarsi la crisi della Chiesa cattolica, annunciati dalle profezie private riconosciute, sin dai tempi di Santo Don Bosco.

Come non restare atterriti, di fronte a queste tremende prospettive di morte e distruzione?  Ma noi dobbiamo vincere la paura per le grandi prove imminenti e, come ci esorta sempre San Paolo, “stare allegri nel Signore”(Fil 3,1).   Allegri, dovendo vivere in mezzo ad uno sfacelo che fa presagire catastrofi, finanche nella natura?  Sì, in interiore letizia perché le parole di Nostro Signore non passano.  Passa invece la figura di questo mondo, che un giorno scomparirà per sempre, mentre vivrà in eterno nella Gloria di Dio chi si sarà conservato fedele al Signore.  Che importa vivere in tempo di pace o di guerra?  Morire nel proprio letto o uccisi in battaglia? Vivere una vita breve o lunga, essere ricchi o poveri?  Ciò che veramente conta è fare sempre la volontà di Dio sì da esser posti alla destra di Nostro Signore Gesù Cristo il Giorno del Giudizio.  Ciò che veramente conta, quindi, è l’esser sempre pronti a partire, sempre in condizione di farsi trovare in Grazia di Dio nel giorno della nostra morte.

“Abbiate sempre i fianchi cinti e le lucerne accese, e siate voi come gli uomini in attesa che il loro padrone ritorni dalle nozze, per potergli aprire, subito appena arriva, e bussa alla porta.  Beati quei servi, che il padrone, al suo ritorno, troverà vigilanti!  Io vi dico, in verità, che egli si cingerà, li farà mettere a tavola e si presenterà per servirli” (Lc 12, 35-37, corsivi miei).
[Fonte: conciliovaticanoecondo.it]

27 commenti:

una sola fede ha detto...

Visto l'ulteriore spunto fornito dalle seguenti parole dell'articolo, cioè:

"Le inaspettate e sconcertanti dimissioni di Benedetto XVI, seguite dall’elezione al Sacro Soglio di un Pontefice “teólogo popular”, e dalla straordinaria istituzione della figura del “Papa emerito” pensionato in Vaticano, ha mostrato, oltre ad una situazione di caos, un’improvvisa “accelerazione del tempo, conseguenza di un movimento che si sta facendo vertiginoso"


...mi scuserete se pubblico pure qua questa mia piccola cosa (e non so se sia il caso a questo punto di augurare buon pranzo a tutti...):


NELL'ANTRO

Scuoiata la Messa,
sdoppiato il papato,
il drago s'aggiusta
e allarga la bocca...

Anonimo ha detto...

1 sola fede, come puoi...non dire più buon pranzo che già mi ha rovinato lo stomaco da 1 anno in qua (;().....l'articolo è molto bello e condivisibile, lucido, chirurgico nella sua fredda realtà, ma almeno non si nasconde e perde in inutili ditirambi ; se non erro i cavalieri dell'Apocalisse sono 4, beh se così fosse , mi aspetto già una cavalcata tipo Walkirie, come ho già detto , a costo di essere tautologico e noioso, per me siamo agli sconti e scontri finali , poi se a Martini si potevano concedere a causa della malattia e dell'età , uscite infami , che alibi possiamo dare a Maradiaga se non quello di una sfrenata ambizione e senso di rivalsa , visto che era un accreditato papabile nel 2005.....malignità , ma a pensare male ci s'azzecca sempre. Un saluto a 1 sola fede, spero prosegua il nostro accordo . Lupus et Agnus.

murmex ha detto...

Questo articolo del prof.Pasqualucci ha ottenuto anche la piena approvazione del prof.Mons.Antonio Livi(vedi Riscossa cristiana);molto bella e consolante la conclusione,con la riconduzione alla sua vera matrice della allegria che noi dobbiamo coltivare:non quella scomposta e falsa in voga,ma quella che discende dallo sguardo soprannaturalmente rivolto in Alto,a ciò che non passa,contrariamente alla scena di questo mondo in vorticoso,parossistico movimento.Ricordiamo le parole di S Francesco:tanto è il bene che mi aspetto,che ogni pena mi è diletto

una sola fede ha detto...

"Un saluto a 1 sola fede, spero prosegua il nostro accordo"


...of course!

;-)

Anonimo ha detto...

L'articolo esce dal coro e tocca quasi tutti i punti nevralgici.
Ottima anlisi e sintesi.

Turiferario ha detto...

Già, ma Maradiaga è solo un emulo di Martini, ossia un cardinale in cerca di notorietà con uscite controcorrente, o è qualcosa di più? Magari un portavoce di chi certe cose non le può dire apertamente senza suscitare perplessità e allora manda avanti un altro a preparare la strada?

rosa ha detto...

Maradiaga non parla cosi per senso di rivalsa per una mancata elezione che credo si fosse immaginato solo lui, ma perche' e' latinoamericano. Chi li conosce e frequenta, per lavoro, per studio, per vicinato, non se ne metaviglia.
SE appartengono alle classi sociali piu' elevate, se han studiato, se arrivano a certe posizioni, si mettono in testa di essere chissa' chi, e parlano, e parlano e straparlano...soprattutto se l' uditorio e' anglofono o germanofono.
Rosa

Luís Luiz ha detto...

Bergoglio, il Messia dell'unica religione del NWO? (in inglese): http://www.infowars.com/pope-francis-and-the-emerging-one-world-religion/

Anonimo ha detto...

La confessione di "non si sente di giudicare" far parte intimo all'anomianismo di Bergoglio...

guarda

http://www.traditioninaction.org/RevolutionPhotos/A562-Berg_Rock.htm

per vedere il sacerdote della Diocesi di Buenos Aires che erano invitato tante volte per suonare alle messe di Bergoglio...

egli dice che a Bergoglio piace il Rock n'Roll perche quella musica centra sulla destruzione di ordine, il vero spirito di Bergoglio....

........

Bergoglio è veramente un anti-papa, nel senso che egli vede l'obbligo di distruggere l'ordine papale....

e per queste fu scelto dagli satanisti tra i Cardinali...

.........

Romano

Anonimo ha detto...

"la partecipazione di papa Ratzinger ha avuto un rilievo particolare: è stata la prima volta, dal giorno del suo ritiro, che ha partecipato a una cerimonia pubblica. Doppiamente significativa questa sua presenza perché ieri, per la Chiesa, era la festa della Cattedra di San Pietro, quindi la festa del Papato".

http://www.antoniosocci.com/2014/02/due-papi-in-san-pietro-i-perche-di-un-evento-mai-visto-in-duemila-anni/

"Il nostro linguaggio sia quello del Vangelo: “sì, sì; no, no” "
http://www.lanuovabq.it/it/articoli-papa-francesco-cardinali-basta-intrighi-8522.htm

RIC ha detto...

Scusate se sono prosaico ma i latinoamericani (Bergoglio, Madariaga ecc) sono come dei bambini ai quali i genitori (in queso caso il poco che resta dell'autentico cattolicesimo romano) hanno per anni limitato il consumo della nutella. Cosi', quando ormai quattordicenni si sentono "grandi" ed "evoluti" infischiandisene dei consigli paterni si abbuffano di nutella deridendo i genitori che non capiscono nulla. Inutile dire che, quando arriva il maldipancia, e' ormai troppo tardi..

Anonimo ha detto...

Es hora de que alguien con autoridad en la Iglesia se levante y diga a Francisco que se vaya, que deje la Silla de Pedro vacía, porque su magisterio lleva a la Iglesia hacia la condenación más terrible y a hacer de la Iglesia una confrontación: ya nadie está seguro siendo de la Iglesia Católica. O sigues la opinión de Francisco o ya no eres de la Iglesia. Ya te echan por defender la verdadera doctrina de Cristo y de la Iglesia.

hpoirot ha detto...

OT: game over numero 2

http://www.laportelatine.org/vatican/sanctions_indults_discussions/30_septembre_2013/14_02_2014_dilemme_canonisations_gleize_dici.php

Anonimo ha detto...

Sia Gherardini che la FSSPX nei loro articoli sulla canonizzazione citano questo studio di Daniel Ols:

http://www.scribd.com/doc/47381315/OLS-Fond-Amen-Ti-Teologici-Del-Culto-Dei-Santi

hpoirot ha detto...

comunque, al momento, la questione teologica più rovente é importante non é né l'ortodossia del Concilio, né la sua ermeneutica, né la questione del Novus Ordo, né capire si ci sono due papi in attività o uno solo...

Il punto nevralgico teologico del post-concilio (che riassume tutti gli altri) sta nella vicinissima canonizzazione di Giovanni Paolo II, di cui stranamente nessuno parla.

Per, chi capisce il francese l'articolo dell'abbé Gleize é molto chiaro...

Anonimo ha detto...

Secondo me è molto peggio la canonizzazione di G XXIII , quella sì che mi pare quanto meno assai poco giustificabile, a meno che......non si voglia così celebrare in pompa magna il vat2.....

mic ha detto...

Quello delle canonizzazioni è un ginepraio nel quale non vado ad infilarmi, per ora.
Ho presente un testo di mons. Gherardini su canonizzazione e infallibilità.

http://chiesaepostconcilio.blogspot.it/2012/02/mons-brunero-gherardini-su.html

hpoirot ha detto...

Mic, per quando vorrai entrare nel ginepraio. Oltre al testo dell'abbé Gleize (che come sai bene é il teologo SPX dei colloqui e non uno che critica Mgr Fellay) c'é anche questa conferenza di Mgr Lefebvre.

"L'infaillibilité des canonisations faites par le pape Jean-Paul II"
[Mgr Lefebvre - 1989]

http://www.laportelatine.org/vatican/sanctions_indults_discussions/1989_2000/18_09_1989_canonisations_faites_par_jeanpaul2_mgrLefebvre.php

Anonimo ha detto...

Due falsi approcci alla vita spirituale
http://traditioliturgica.blogspot.it/2014/02/lascio-ai-lettori-giudicare.html

"Segni dei tempi"
http://traditioliturgica.blogspot.it/2014/02/segni-dei-tempi.html

ps http://www.santaruina.it/pensiero-magico-ed-evocazione
http://www.santaruina.it/Dal-Materialismo-al-Neospiritualismo
m

Anonimo ha detto...

Arriva dall’Australia il nuovo ministro vaticano dell’economia
Cardinale George Pell

http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/
http://www.vatican.va/news_services/press/documentazione/documents/cardinali_biografie/cardinali_bio_pell_g_it.html
http://it.wikipedia.org/wiki/George_Pell

Anonimo ha detto...

Il doppio gioco del diavolo, pro e contro papa Francesco

Un rapporto dell'ONU umilia la Chiesa esaltando l'attuale pontefice. Che non reagisce e tace anche dopo che il Belgio ha legalizzato l'eutanasia dei bambini. I rischi della "strategia" del silenzio adottata da Bergoglio,
..Ma c'è anche un attacco più sottile, che si ammanta di consenso a una Chiesa rifatta nuova, aggiornata, al passo con i tempi. C'è anche questo nella popolarità di Francesco, un papa "come mai prima ce n'erano stati", finalmente "uno di noi", modellato col copia e incolla di sue "frasi aperte", "polivalenti".
http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/1350720

http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/1350720

Anonimo ha detto...

Una canonizzazione, per essere valida, deve essere sancita da un atto del legittimo Vicario di Gesù Cristo. Parrà un dettaglio, ma non mi sembra lo sia. Ciascuno, poi, si sarà fatta un'idea di come stiano le cose al riguardo.

Anonimo ha detto...

"la deviazione moderna […] deve necessariamente corrispondere a un “piano” ben congegnato, e cosciente per lo meno in coloro che dirigono tale “guerra occulta”
Comunque sia, non prevarranno.
http://www.santaruina.it/Un-piano-una-corrente-II

Julio Meinvielle - Influsso dello gnosticismo ebraico in ambiente cristiano
http://vho.org/aaargh/fran/livres9/MEINVit.pdf

http://www.juliomeinvielle.org/
http://doncurzionitoglia.net/2012/10/23/vita-e-pensiero-di-don-julio-meinvielle/

Anonimo ha detto...

L'economia mondiale a una svolta. Forse a un crollo
di Maurizio d'Orlando

Gli aiuti della Fed al mercato Usa hanno permesso il salvataggio dei mercati finanziari. La loro riduzione sta creando scossoni monetari in Argentina, Turchia, Venezuela, Thailandia, Ucraina, Sud Africa, Cile, Indonesia, India, Brasile, Taiwan, Malaysia e molti altri Paesi ancora. E' il fallimento dello Stato come motore dell'economia; è il fallimento delle distorsioni politiche di Cina e Usa, ma non solo.
...
in questi ultimi due decenni e poi ancor di più in quest'ultimo quinquennio, l'emissione di moneta a copertura dei buchi di bilancio ha avuto incrementi parabolici. Siamo ormai prossimi allo schianto, siamo al 1914, alla vigilia dell'attentato all'arciduca Francesco Ferdinando a Sarajevo. A questo punto è però difficile dire se la scintilla scaturirà dal crollo valutario dei Paesi emergenti, dalle conseguenti difficoltà delle grandi banche americane ed europee, o se verrà dal Giappone come potrebbe sembrare in questi ultimissimi giorni, o ancora se verrà dall'implosione del sistema finanziario e bancario cinese, o ancora dal crollo dell'euro o da un collasso di Wall Street.

http://www.asianews.it/notizie-it/L'economia-mondiale-a-una-svolta.-Forse-a-un-crollo-30247.html

m

Maurizio d'Orlando AsiaNews
http://www.asianews.it/index.php?l=it&status=find&numtab=&findkey=&author=maurizio&date=&geo=&areat=&paging=100&go=Cerca

Anonimo ha detto...

La strada per Mosca passa da Kiev: un colpo di Stato che minaccia la Russia

La presa del potere a Kiev dell’opposizione è un colpo di Stato eseguito con la forza, che ignora almeno la metà della popolazione ucraina. Eppure, non lo si saprebbe ascoltando i media e le reti come CNN o Fox News, o leggendo i titoli di Reuters e della British Broadcasting Corporation (BBC). Gli eventi a Kiev vengono ingannevolmente presentati da questi media e dai cosiddetti governi “occidentali” che li supportano, direttamente o indirettamente, come il trionfo del potere del popolo e della democrazia in Ucraina.
http://aurorasito.wordpress.com/2014/02/27/la-strada-per-mosca-passa-da-kiev-un-colpo-di-stato-che-minaccia-la-russia/

“Rivoluzione Ucraina”, “Cavallo di Troia” per Introdurre le “Primavere Arabe” in Europa
http://terrasantalibera.wordpress.com/2014/02/25/rivoluzione-ucraina-un-cavallo-di-troia-per-introdurre-le-primavere-arabe-in-europa-redazione-di-terrasantalibera-dichiarazione-di-dissociazione/

Anonimo ha detto...

la rivoluzione marrone in Ucraina
http://www.comedonchisciotte.net/modules.php?name=News&file=article&sid=3078

http://aurorasito.wordpress.com/?s=ucraina

La primavera araba a Kiev?
http://russiaoggi.it/opinioni/2014/02/27/la_primavera_araba_a_kiev_29761.html
http://italian.ruvr.ru/2014_02_27/Kiev-Maidan-al-governo-2131/
m

Anonimo ha detto...

http://ducadeitempi.blogspot.it/