Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

domenica 16 febbraio 2014

Viva il Papa!

Un recente scritto di Don Curzio Nitoglia.

Introduzione

Quando venne eletto Papa Pio IX, i liberali – pensando che papa Mastai fosse uno di loro – aizzavano la folla a gridare «viva Pio IX!», vale a dire «viva un Papa liberale», ma don Bosco, che era un santo attaccatissimo al Papato, insegnò alla gente a gridare: «viva il Papa!», cioè: ammesso e non concesso che Pio IX nei primi mesi del suo Pontificato avesse fatto delle riforme, le quali potevano essere interpretate in favore di una svolta liberaleggiante, occorreva distinguere gli atti di Mastai come persona privata da papa Pio IX e difendere la figura del Papa e l’Istituzione del Papato, odiata dai liberali.

Oggi viviamo sotto il Pontificato di Francesco I, che realmente è «liberale». Purtroppo egli si è avviato verso una forma radicale di ultra-modernismo, ma nonostante ciò, se sino al gennaio del 2014 tutti (compresi i peggiori nemici della Chiesa) lo elogiavano, nei primi giorni del febbraio è arrivato improvvisamente e provvidenzialmente un attacco durissimo contro la S. Sede dagli ambienti laicisti del Nuovo Ordine Mondiale e dell’ONU.

Alla vigilia del Concilio Vaticano II, la maggior parte dei teologi e anche dei vescovi si son messi a «dialogare» col pensiero moderno, adottandone il linguaggio e persino la filosofia o mentalità[1], illudendosi di farsi accettare, magari edulcorando alcune verità evangeliche troppo esigenti. Papa Francesco I ha detto di voler portare addirittura a compimento quest’operazione di dialogo con la modernità che si sarebbe interrotta, secondo lui, nel dopo-concilio. Ma il mondo moderno, nonostante l’aggiornamento e l’adattamento dei Pastori cattolici, non ha accettato il Vangelo, la Chiesa e il Papato, anzi li ha odiati ancor di più e rispettati sempre meno.

La campagna di questi giorni contro la figura del Papa e l’istituzione del Papato, che vorrebbe trascinarli nel fango degli abusi sugli innocenti perpetrati da alcuni sacerdoti infedeli è più che significativa: da parte cattolica si dialoga, si cede, ci si arrende e da parte della «contro-chiesa» si raddoppia l’odio, mascherato sotto le apparenze di un «laicismo dal volto umano». Tuttavia oggi (7 febbraio 2014) sembrerebbe che i Vescovi si siano scossi dal torpore e comincino a prendere atto della realtà, rispondendo per le rime

Secondo gli ultimi dati delle statistiche ufficiali solo il 4% del clero cattolico nordamericano sarebbe stato coinvolto in storie di abusi sessuali su bambini, mentre la maggior parte delle confessioni religiose statunitensi coinvolte in storie di abusi sessuali sarebbe protestante. Inoltre, gli abusi di questo tipo vedono più frequentemente coinvolti membri della stessa famiglia, collaboratori domestici, amici, parenti o vicini. Allora, ci si domanda, perché se - secondo le statistiche - solamente il 4% del clero cattolico è stato coinvolto in questo genere di abusi, tutte le colpe vengono date unicamente alla Chiesa cattolica, mentre il 96% dei restanti colpevoli rimane volutamente non accusato ed impunito? Non è forse l’odio contro Cristo e la sua unica vera Chiesa il motore di questa campagna contro il solo clero cattolico?

Forse Dio nella sua infinita misericordia conduce gli avvenimenti in modo tale che di fronte ad un’aperta persecuzione i «missionari dell’ottimismo» e i nemici dichiarati dei «profeti di sventura», debbano prendere atto della triste, anzi pessima situazione ed affrontare il martirio, cancellando col sangue i disastri che hanno prodotto con l’inchiostro e la voce da oltre cinquant’anni di «buona ventura» ed «esagerato ottimismo».

Questo frangente mi fa tornare alla mente l’episodio di don Bosco, che ci suggerirebbe di gridare «viva il Papa!» e non «viva Bergoglio!». Bisogna vedere la mano di Dio, che conduce la storia verso la sua definitiva realizzazione nonostante i vani disegni degli uomini. Da ogni male il Signore sa tirare un bene maggiore. Forse di fronte ai cedimenti di papa Bergoglio Iddio ha riservato alla sua Chiesa un’ultima chance di riscatto: o la persecuzione (benedetta da Dio) o il tradimento (castigato da Lui).

Il cattolico fedele deve evitare due errori: il 1°) per eccesso: oramai non resta più nulla della Chiesa gerarchica, ben gli sta, se l’è meritata, occorre rallegrarsi di questo scempio. No! Questa è anarchia, disfattismo, diserzione; il 2°) per difetto: occorre obbedire sempre ai Pastori, anche quando fuggono o tacciono davanti al «lupo travestito da agnello» (Mt., VII, 15), anche quando ordinano qualcosa che è contrario alla Tradizione apostolica . Neppure! Questo è servilismo, non obbedienza.

Certamente Francesco I sta accelerando la spinta teologicamente rivoluzionaria del Vaticano II e del post-concilio. Ma, in terra la «prima Sede non è giudicata giuridicamente da nessuno / prima Sede a nemine judicatur»; nessuno può deporre un Papa eletto canonicamente, anche se devìa personalmente come dottore privato o nell’insegnamento non-infallibile. Se tolgo il primo piano (anche molto brutto) di un palazzo, faccio crollare tutto! Bisogna in quel caso cercare di restaurarlo, non di eliminarlo. «Non si butta il bambino assieme all’acqua sporca».

Oggi «le forze dell’inferno» (Mt., XVI, 18) stanno dando l’ultimo assalto alla Chiesa che Gesù ha fondato su Pietro, ma «esse non prevarranno» (ivi).

Noi dobbiamo far attenzione a non deviare nella fede, nella morale e nella liturgia, ma nello stesso tempo non dobbiamo sbagliarci di campo: siamo nell’accampamento e sotto lo stendardo di Cristo e del suo Vicario in terra, il Papa, e non nell’accampamento del Nuovo Ordine Mondiale, dell’ONU, del laicismo liberal-massonico. Non dobbiamo sparare sul Papa anche se gli atti di Bergoglio sono «liberali», ma contro il laicismo ed aiutare i Pastori a ritrovar coraggio nella difesa della Chiesa e dei suoi diritti.

Sarebbe tragico se, per aiutare la Chiesa a parole, militassimo con i fatti sotto lo stendardo di Lucifero, che è il caporione della «contro-chiesa» o «sinagoga di satana» come la chiama l’Apostolo San Giovanni (Apoc., II, 9).

Alcuni commenti che ho ascoltato in questi giorni purtroppo per un eccesso di zelo vanno proprio in questo senso: si spara sul Papa. Si può dissentire da Bergoglio, quando si allontana dalla Tradizione apostolica, ma mai sparare sul Papa. «Ogni eccesso è un difetto».

La situazione odierna

a) Pars construens

Il  giovedì 16 gennaio 2014 una Delegazione della S. Sede si è recata a Ginevra, presso la sede dell’ONU, per discutere sui diritti dei bambini e particolarmente sugli abusi sessuali, che hanno subìto anche, ma non solo, da parte del clero cattolico affinché non si ripetano e siano puniti.

La piaga della pedofilia affligge soprattutto l’ambiente familiare: dalle statistiche si evince che la maggior parte degli abusi avvengono nelle mura domestiche ed anche nelle altre confessioni religiose, sportive, ricreative. Oggi invece si vorrebbe far credere che solo il clero cattolico pecca di pedofilia.

Il mercoledì 5 febbraio del 2014 a Ginevra il Comitato di verifica della Convenzione sui diritti dei bambini dell’ONU ha pubblicato delle Osservazioni conclusive riguardanti la S. Sede, che sorprendono gli ingenui per  la loro aggressività apparentemente ingiustificata nei confronti della Chiesa cattolica.

Infatti è nella natura del «mondo» di perseguitare la Chiesa come ha già perseguitato il suo capo Gesù Cristo. Se negli ultimi mesi il tono delle accuse si era calmato, era solo una tattica volta a far pressione («lobbing o pressing») sugli uomini di Chiesa affinché rivedessero la dottrina e la morale, che sono avversate dal «mondo», dal suo «Principe» e dalle «sette segrete» che sono i suoi suppositi e lavorano per la distruzione della Chiesa «si fieri potest». Nonostante le aperture e i cedimenti da parte di Francesco I, il «mondo» è tornato all’assalto aggressivamente per distruggere totalmente quel che è rimasto in piedi nella dottrina cattolica dopo lo tsunami conciliare.

Il venerdì 7 febbraio il Direttore della Sala Stampa vaticana padre Federico Lombardi ha risposto, per fortuna, con una Nota ferma nella sostanza ed anche nello stile, a nome del Segretario di Stato vaticano card. Parolin, il quale si è dichiarato disposto a studiare le «critiche giustificate, ma con coraggio e decisione, senza timidezza». Era ora che i cattolici e soprattutto i loro Pastori rispondessero fermamente e senza cedimenti «mea-culpistici» all’aggressione ideologica contro la Chiesa.

Speriamo che la reazione sia costante, duratura e fermissima, senza diventare un «fuoco di paglia», un «partire in quarta per arrivare in retromarcia»; purtroppo 50 anni di cedimenti e arrendevolezza da parte soprattutto dei Pastori ci hanno abituato alle peggiori capitolazioni dogmatiche, morali e liturgiche.

La S. Sede ha fatto notare 1°) che le raccomandazioni pubblicate dal Comitato dell’ONU soffrono di «gravi limiti» e «non hanno tenuto conto adeguato delle risposte» date il 16 gennaio per iscritto e a viva voce dalla Delegazione vaticana. Per cui «sembra che» il rapporto dell’ONU «fosse praticamente già scritto o perlomeno già impostato prima dell’audizione» dei rappresentanti della S. Sede.

Finalmente - osserviamo - si prende atto che il pregiudizio anti-romano della «contro-chiesa» (le sette segrete) e specialmente della massoneria restano in piedi e mirano alla distruzione della S. Sede senza voler neppure prendere in considerazione la realtà dell’imputazione.

Inoltre nella Nota vaticana si lamenta 2°) che l’ONU o la sua Commissione per i diritti dei bambini non è stata «capace di comprendere la natura specifica della S. Sede. […]. Non si è capaci di capire o non si vuol capire?».

Il Liberalismo laicista asserisce verbalmente che la Chiesa non è  una Società soprannaturale fondata da Gesù Cristo, vero Dio e vero uomo, per continuare sino alla fine del mondo l’opera della Redenzione che Lui iniziò morendo in Croce sul Calvario, ma è una semplice associazione umana come un club polisportivo. Tuttavia esso sa bene cos’è veramente la Chiesa e per questo la odia, come ha odiato Gesù, il quale ci ha predetto: «se hanno perseguitato Me perseguiteranno anche voi!» (Gv., XV, 20).

Infatti dalla risposta della Commissione dell’ONU si evince 3°) che «si è data molta maggiore attenzione ad organizzazioni ben note, pregiudizialmente ostili alla Chiesa, che non alle posizioni della S. Sede stessa [su] quanto è stato fatto nel riconoscere errori, nel rinnovare le normative. Poche o nessun’altra organizzazione ha fatto altrettanto».

«Organizzazioni ben note, ostili pregiudizialmente alla Chiesa» dice la Nota. Sarebbe stato forse opportuno chiamarle col loro nome: «sette segrete» e la setta per eccellenza: la massoneria.

Inoltre 4°) «le osservazioni del Comitato sembrano andare oltre le sue competenze e interferire nelle stesse posizioni dottrinali e morali della Chiesa, dando indicazioni che coinvolgono valutazioni morali […] alla luce della propria posizione ideologica».

Questo è veramente il punto cruciale del problema: il tentativo di interferire nell’insegnamento della Chiesa. Il potere temporale del Mondialismo, della Globalizzazione e del Nuovo Ordine Mondiale rappresentato dall’ONU, ma guidato dagli Usa e da Israele, va esplicitamente oltre le sue competenze, che sono solamente temporali e non spirituali, né dogmatiche e morali. Così facendo esso interferisce nelle posizioni dottrinali e morali della Chiesa, dandole delle indicazioni, che coinvolgono valutazioni morali dettate dalla propria posizione ideologica. Il Nuovo Ordine Mondiale, insomma  comincia ad interferire esplicitamente e pubblicamente nell’insegnamento della Chiesa in maniera aggressiva e ideologicamente dittatoriale! È iniziata oramai la «tirannia del relativismo» per il momento solo «ideologica», ma in seguito anche cruenta! Si pensi a ciò che è successo in Messico nel 1917 e in Spagna nel 1933.

Infine 5°) «il tono, lo sviluppo, la pubblicità data dal Comitato al suo Documento sono assolutamente anomali. […]. Insomma, la S. Sede è stata oggetto di un’iniziativa mediatica ingiustamente nociva».

Iddio prima di dover esercitare la sua Giustizia offre in questo frangente la sua Misericordia ai Pastori, che si son comportati da circa mezzo secolo da mercenari, dando loro la possibilità di redimersi anche col martirio davanti al «lupo travestito d’agnello» (Mt., VII, 15) e di non fuggire ancora davanti ad esso, non solo fisicamente, ma anche «tacendo» (S. Giovanni Crisostomo, Commento a Matteo).

b) Pars destruens

Il Modernismo classico (Tyrrel, Loisy, Buonaiuti) è stato condannato da S. Pio X (Enciclica Pascendi, 1907). Il Neo-modernismo o la Nouvelle théologie (Congar, Chenu, de Lubac, Daniélou) è stato condannato da Pio XII (Enciclica Humani generis, 1950), ma sùbito dopo (1959) approvato da Giovanni XXIII, Paolo VI, Giovanni Paolo II e Benedetto XVI. Infine l’Ultra-modernismo (Rahner, Küng, Schillebeeckx, Martini, Boff, Metz, Gutierrez) oggi con Francesco I cerca di annichilare, mediante il primato della praxis a-theologica, senza alcuna preoccupazione teologica neppure solamente pastorale, le ultime vestigia scampate allo tsunami del pastorale Vaticano II e del post-concilio di Wojtyla e di Ratzinger. Non si deve parlare più teologicamente e poi applicare i princìpi ai casi pratici, ma solo agire in maniera sacramentariamente accogliente verso tutti anche verso chi non vuol credere, né osservare la Legge naturale e divina. Questo è il dramma-Bergoglio!

Paolo VI ha teorizzato, Giovanni Paolo II ha messo in pratica nell’universo orbe e Francesco I ha portato al parossismo la prassi annichilatrice della teologia dogmatica ed anche pastorale. Si può fare un’analogia (cioè somiglianza/dissomigliante, in cui la dissomiglianza supera la somiglianza) con Marx, Lenin e Stalin riguardo al Socialismo scientifico: teorizzato dal primo, applicato dal secondo e portato alle conclusioni più estreme ed aberranti dal terzo.

Oltre la filosofia idealista e soggettivista della modernità vi è il nichilismo e il precipitare nell’abisso del nulla ove tutto affonda: «ex nihilo nihil fit»; così dopo il neo-modernismo vi è l’ultra-modernismo che sprofonda nel mare del nulla e nell’a-teologismo. Ora dopo il nulla vi è solo il nulla. Quindi, siccome la Chiesa durerà sino alla fine del mondo, possiamo cominciare a sperar di riveder le stelle.

Questo modo di sragionare ultra-modernisticamente ha «vinto» la battaglia presente. Il mondo, la scuola, la famiglia, persino gli uomini di Chiesa (col Concilio Vaticano II e il Vaticano III pratico-pratico di Francesco I) hanno respirato a pieni polmoni questa nube tossica chiamata modernità, post-modernità e strutturalismo. Umanamente parlando la lotta è ìmpari. Infatti l’individuo è stato corrotto sin nelle profondità dell’anima passando attraverso i sensi (musica, droga, apatia). Quindi solo Dio potrà tirarci fuori dal «pozzo dell’abisso» (Apoc., IX, 1) in cui siamo stati precipitati e che già Gregorio XVI nell’Enciclica Mirari vos (1832) vedeva in procinto di spalancarsi per l’errore del  Liberalismo, dal cui «abisso» sarebbero usciti ogni sorta di orrori, rivoluzioni e depravazioni.

«La dialettica che agita il mondo è tra la Chiesa e la Sinagoga farisaico/talmudica. Cristo vince la Sinagoga. L'èra dei martiri dei primi secoli del cristianesimo, quando la Sinagoga aizzava il mondo pagano perché si avventasse contro i cristiani, è servita ad irrigare la semente cristiana, che vigorosa splende con la Chiesa dei Padri e dei Dottori, tanto al di sopra della Sinagoga ristrettasi oramai alla vita dei ghetti. Ma nell'èra moderna la Sinagoga si vendica di tale emarginazione e la càbala penetra nella cristianità e la secolarizza. Attualmente ci troviamo di fronte a quest’ultimo fenomeno. Con la tattica dell'«amicizia» e del «dialogo giudeo-cristiano», la Sinagoga sembra prevalere sulla Chiesa. Nel tempo, gli uomini (e con essi la Storia) sono mossi e da Dio e da Satana, e da Cristo e dall'Anticristo, e dalla Chiesa e dalla Sinagoga. Quest'intreccio è presente in ogni individuo, sia santo sia peccatore. Ogni atto libero di ciascun uomo in definitiva cerca Cristo o l'Anticristo. Il progressismo vuole che il mondo cammini verso una città felice, verso una terza età di felicità e pace! La teologia della Storia di S. Agostino e di S. Tommaso, invece, ha visto chiaro che, dopo l'Avvento di Cristo, non accadrà altro che possa modificare il corso ordinario degli eventi. Non c'è bisogno di molta sagacia per vedere che da cinque secoli il mondo sta progredendo nel conformarsi alla tradizione cabalistica. Il mondo dell'Anticristo avanza velocemente. Tutto concorre all' unificazione totalitaria e globalizzatrice del «figlio della perdizione». Ecco il successo del progressismo: il cristianesimo si sta secolarizzando o ateizzando. Come si debbano adempiere, in questa «età cabalistica», le promesse dell'aiuto dello Spirito divino alla Chiesa e come si debba verificare il «Portae inferi non praevalebunt» è troppo superiore alla mente umana. La Chiesa iniziò la sua storia come un seme minuscolo che poi diventò albero frondoso; ebbene essa può anche ridurre la sua espansione e restringersi ad una realtà molto modesta. Sappiamo che il «mysterium iniquitatis» è già all'opera; ma non conosciamo i limiti del suo potere. S. Paolo chiama ‘Apostasia universale’ questa defezione della Fede, che coinciderà con la manifestazione dell'«uomo dell'iniquità, del figlio della perdizione». Apostasia universale appare la secolarizzazione o ateizzazione totale della vita pubblica e privata che è in corso nel mondo attuale. L'unica alternativa all'Anticristo sarà Cristo: Cristo lo annullerà «con il soffio della sua bocca» e così compirà l'atto finale di liberazione della Storia. Ma non è promessa la salvezza delle masse. Cristo salverà, invece, la sua Chiesa» (J. Meinvielle, Dalla càbala al progressismo, Roma, SFA, 1989, pagg. 349-353).

Conclusione

Sembra di essere arrivati al redde rationem! Il mondo moderno e contemporaneo stanno presentando agli uomini di Chiesa, che si erano illusi di poter dialogare con loro, il conto ed è salato, molto salato.

Delle due l’una: o «gettandoti a terra mi adorerai e ti darò tutti i beni di questo mondo» (Lc., IV, 7) oppure ti metterò in Croce. Ma per il cristiano la Croce (dal latino cruciari, essere tormentato) è la via regale per il Paradiso (Imitazione di Cristo, lib. II, cap. 12). Speriamo e preghiamo che i nostri Pastori, smarriti come gli Apostoli il Giovedì Santo, quando fuggirono tutti «collegialmente» lasciando solo Gesù nelle mani del Sinedrio, possano riscattarsi come S. Pietro che dopo aver rinnegato tre volte Gesù «pianse amaramente» e poi morì crocifisso a testa in giù sul monte Vaticano, ove riposano le sue ossa, il quale è il Gòlgota della Nuova ed Eterna Alleanza.
d. Curzio Nitoglia 
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1) Invece Pio XII con l’enciclica Humani generis (12 agosto 1950) ha insegnato che la filosofia ed il pensiero moderno/contemporaneo son costituiti da due errori, i quali la rendono inconciliabile colla retta ragione e la fede della Chiesa romana: 
  1. il relativismo teoretico/pratico
  2. il rifiuto del soprannaturale come dono gratuito di un Dio personale e trascendente, unito - paradossalmente - alla stolta presunzione di auto-divinizzazione (soprannaturalismo esagerato e panteista), in nome di un immanentismo il quale ritiene la grazia “dovuta alla natura” e accoglie in sé le varie correnti della modernità (Cartesio-Hegel), dall’idealismo assoluto, allo storicismo, dal materialismo dialettico a tutti i sistemi irrazionalistici, volontaristici e nichilistici che caratterizzano la post-modernità (Nietzsche-Freud).

20 commenti:

Gederson Falcometa ha detto...

Cara Mic,
No lo so, ma me sembra che tutta questa mancanza di teoria e di teologia (che è stata peggiorata nel pontificato di Papa Francesco) ha la sua origine nel cambiamento della definizione della verità. Lei stessa há scritto alcuni testi dove osserva la mancanza di riferimento all’oggeto della rivelazione e da sempre il riferimento al soggeto Chiesa “popolo di Dio a camino”.

Al tempo del pontificato di Pio XII, quando era vivo il dibattito sulla nuova teologia, Padre Garrigou Lagrange ha scritto l'articolo intitolato “L'attualità del Tomismo e i bisogni del nostro tempo” dove diceva:

“Alcuni sono condotti da tali gravi confusioni a proporre un mutamento nella stessa definizione della verità, e riproducono questo giudizio d'un filosofo contemporaneo: «All'astratta e chimerica adaequatio rei et intellectus si sostituisce la ricerca metodica del diritto: l'adaequatio realis mentis et vitae». La verità non è più la conformità del nostro giudizio col reale extramentale (con la natura e l'esistenza delle cose), ma la conformità del nostro giudizio con la vita umana che si evolve costantemente e le cui esigenze sono conosciute dalla esperienza religiosa”. http://pascendidominicigregis.blogspot.com.br/2013/08/p-garrigou-lagrangelattualita-del.html

Oggi con tanta mancanza di teoria e teologia, non possiamo dire che sembra, per la Chiesa conciliare, non essere la verità religiosa più la conformità del nostro giudizio col l’oggeto della rivelazione (che è il reale extramentale)? Non possiamo dire che tutto in questa Chiesa è quase una totale conformità del suo giudizio con la vita umana?

Nella definizione di verità della nuova teologia non è possibile fare riferimento a una teoria. Questo perchè come dice il Pe Garrigou Lagrange in un’altro importante articolo, nella nuova teologia il concetto di verità non vienne definito in funzione dal’essere, ma in funzione dell’azione. Allora, qui se capisce perchè tanto parlare di vita, perchè la azione è viva e mutevole, ma l’essere è stabile e immutabile. Ma il Padre Garrigou continua l’articolo dicendo:

“Resta però a vedersi se questa esperienza religiosa o spiritualità ha un fondamento obbiettivo, e se l'azione o la vita di cui si rivendica il primato (come nella filosofia dell'azione) è la vera vita, l'azione realmente ordinata al vero fine supremo. Come giudicare di quest'ultimo se non per conformità al reale, diceva San Tommaso [3], ritornando così alla tradizionale definizione della verità?” http://pascendidominicigregis.blogspot.com.br/2013/08/p-garrigou-lagrangelattualita-del.html

Questo articolo è stato scritto in 1946, oggi abbiamo davanti a noi (almeno di fatto...) veramente una esperienza religiosa senza um fondamento obbietivo, in quanto mai fa riferimento all’oggeto rivelazione (o il reale extramentale al quale doveva essere conformata) e se fondamenta nell’azione (che in quello tempo faceva la rivendicazione della primazia). Questo cambiamento è stato fatto con il Concilio e il post-concilio. Paolo VI ha voluto il dialogo, ma come dialogare con tutti gli altri senza un riferimento all’oggeto rivelazione? Il fine del dialogo Conciliare e post-conciliare è l'adaequatio realis mentis et vitae (Infatti, per questa definizione di verità il dialogo è fondamentale...).

Gederson Falcometa ha detto...

Nel caso dei testi Conciliare, in ciò che riguarda l’interpretazione, il vero problema è che i testi non fanno riferimento all’essere, ma all’azione, perchè tutto è in funzione del mondo che cambia anno doppo anno. Per questo Ratzinger diceva che la Chiesa non aveva accettato il Concilio che mancava a lei scoprirle, manca ai sui testi la definizione in funzione dell’essere. Quelli che diffendono il suo spirito sono troppo forte perchè il spirito dei suoi testi è veramente la definizione in funzione dell’azione.

Dice ancora Padre Garrigou:

“L'azione vera si definisce in rapporto al vero fine ultimo a cui essa dice ordine e non viceversa; altrimenti noi non usciremmo dal soggettivismo, dal relativismo, dal pragmatismo”.

Il Concilio con suo antropocentrismo ha sperimentato di fare il viceversa mettendo l’uomo nel centro di tutto gli há fatto uno fine ultimo, per questo siamo nel soggettivismo, relativismo e ancora nel super pragmatismo di Bergoglio. Questo testo del Pe Garrigou meriterebbe di essere letto con attenzione e "AGGIORNATO" per i tempi di oggi.

Um saluto dal Brasile

mic ha detto...

Caro Gederson,
analisi centrata.
Pastoralità che dostituisce e npn integra la dogmaticità.
E torna ancora e sempre la "dislocazione" Trinitaria individuata da Amerio.

Gederson Falcometa ha detto...

Cara Mic,

Grazie per la risposta. In ciò che riguarda la definizione della verità ho trovato un interessante libro del Pe. Joseph De Tonquedec intitolato "La notion de verité dans la "philosophie nouvelle" - https://archive.org/details/lanotiondeverit02tonqgoog - 1908, in francese. Non parlo francese, ma il libro sembra essere troppo interessante, vede il titolo di alcuni capitoli:

I - Esposizione

II - Recensione

&1. La intuizione e i concetti;
&2. La definizione della verità; l'idealismo;
&3. La verità libera;
&4 L'evoluzione della verità;
&5 I criteri per il successo.

In ciò che riguarda il testo di Don Curzio, è molto buono. Le cose andare di male in peggio. Pochi giorni fa, Francesco ha affermato che un pagano può trovare Dio e diventare cristiano attraverso l'umiltà, quindi, se la solo umiltà può diventare qualcuno cristiano, quale il bisogno di una rivelazione ? Lui senza ombra di dubbi è il peggiore uomo che ha seduto nel trono di Pietro.

Un saluto dal Brasile

murmex ha detto...

Caro Gederson,
vediamo,leggendo la Pascendi, che qui sta proprio l'essenza del modernismo (e non dimentichiamo che il modernismo, secondo il Santo Papa, non taglia i rami, ma pone la scure alla radice dell'albero della Fede):l'immanentismo vitale. Il sentimento religioso che è una forma della vita, sale dal subconscio, (e la coscienza di questo sentimento, quindi qualcosa di soggettivo, è la Rivelazione) si coagula poi intorno ad alcune figure grandi della storia di cui Gesù è la più grande, il cristianesimo è fondato sull'esperienza religiosa, nata per processo di immanenza vitale, di questo grande uomo. Affermazione sacrilega di cui S Pio X denuncia la presenza non solo nel laicato, ma anche nel clero, già fin d'allora. Ora vediamo quanta strada ha fatto questa "somma di tutte le eresie", tanto più pericolosa perchè multiforme,non elevata a sistema teoretico (ed è logico, basandosi sulla vita) caratterizzata da un miscuglio di apparente verità e menzogna. Il falso ecumenismo, la falsa pace, la stima delle false religioni, lo svilimento della morale, la disistima dell'impegno missionario, l'adozione di un linguaggio affabulatorio, l'avversione verso la Dottrina perenne e il Rito che la esprime perfettamente sono i frutti della radice guasta

Anonimo ha detto...

Possibile che nessuno si chieda perchè tanti cardinali in conclave, che avrebbero dovuto essere scomunicati per i loro testi apostati diffusi capillarmente da diversi anni, hanno votato Bergoglio dopo aver boicottato e non seguito Benedetto (che sembra essersi fatto da parte per dare via libera al mistero d'iniquità come già fece Gesù lasciandosi arrestare)?

Anonimo ha detto...

"Mercoledì 29 gennaio “Fides” ha però rotto il silenzio. E come? Dando rilievo a un editoriale di “Southern Cross”, il settimanale promosso dalla conferenza dei vescovi cattolici di Sudafrica, Botswana e Swaziland.

> L’editoriale rilanciato da “Fides” reclama che la Chiesa alzi la sua voce in Africa “contro le legislazioni discriminatorie e la violenza nei confronti degli omosessuali, molti dei quali sono fedeli cattolici”.

Curiosamente, però, due giorni prima, il presidente della conferenza episcopale della Nigeria, l’arcivescovo di Jos, Ignatius Kaigama, si era espresso in forma tutt’altro che critica a proposito della legge anti-gay promulgata il 7 gennaio scorso nel suo paese e firmata del presidente Goodluck Jonathan, cattolico.

In una lettera al presidente della Nigeria a nome di tutti i vescovi e fedeli, Kaigama ha definito la nuova legge “una coraggiosa e chiara indicazione della capacità del nostro grande paese di ergersi a protezione dei più alti valori delle culture nigeriane ed africane circa l’istituto del matrimonio e la dignità della persona umana, senza cedere alle pressioni internazionali volte a promuovere pratiche immorali di unioni omosessuali e di altri vizi correlati”.

Assicurando al presidente Jonathan il sostegno dei vescovi, l’arcivescovo Kaigama così proseguiva:

“La ringraziamo per questa coraggiosa e saggia decisione e preghiamo che Dio continui a benedire, a guidare e a proteggere lei e la sua amministrazione contro la cospirazione del mondo sviluppato per fare del nostro paese e continente una discarica per la promozione di tutte le pratiche immorali, che devastano il progetto di Dio per l’uomo”.

A dare notizia della lettera è stato il “Catholic News Service of Nigeria“, organo della locale conferenza episcopale, in una corrispondenza da Abuja, capitale del paese e sede arcivescovile del cardinale John Olorunfemi Onaiyekan.

> Di questo pronunciamento, in “Fides” non s’è vista traccia.
http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2014/01/30/i-vescovi-nigeriani-approvano-la-legge-anti-gay-ma-il-vaticano-vota-contro/

mic ha detto...

hanno votato Bergoglio dopo aver boicottato e non seguito Benedetto (che sembra essersi fatto da parte per dare via libera al mistero d'iniquità come già fece Gesù lasciandosi arrestare)?

Purtroppo quelle apostasie le hanno presenti molti fedeli, ma nessuno le ha autorevolmente perseguite o rettificate.
Inoltre, se è vero che Benedetto si è fatto da parte, è altrettanto vero che ha dichiarato e dichiara obbedienza - e dunque ha un idem sentire ecclesiologico per lo meno - di colui che occupa il suo posto a seguito di una elezione giuridicamente valida.

Luís Luiz ha detto...

Forse Manelli/Volpi = Ratzinger/Bergoglio?

Anonimo ha detto...

Tutti saremmo tenuti all'obbedienza al Papa, a prescindere, ma si sa dal dire al fare....

mic ha detto...

Tutti non saremmo, SIAMO tenuti all'obbedienza al Papa quando parla e agisce da Pietro, non quando parla o si comporta da Simone.

Anonimo ha detto...

stelle http://www.qelsi.it/2014/il-beniamino-del-papa-brilla-una-stella-sulla-piramide-vaticana/

Anonimo ha detto...

Diario Vaticano / In arrivo nove giorni di fuoco

Il consiglio degli otto cardinali, il concistoro, il sinodo. La disputa sulla comunione ai divorziati risposati. La riforma dello IOR. E anche altro. Tutto sotto l'occhio del papa
http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/1350718

Anonimo ha detto...

Ma el senor bergoglio es Pedro o Simon? Uds dican lo que creen

Anonimo ha detto...

Francesco: «Voglio viaggiare da argentino» (?)
http://vaticaninsider.lastampa.it/nel-mondo/dettaglio-articolo/articolo/francesco-francis-francisco-32137/

http://it.wikipedia.org/wiki/Citt%C3%A0_del_Vaticano

Anonimo ha detto...

(ancora due passi verso l'abisso....dopo la rimozione del katèchon)

Un cantante blasfemo a Sanremo

Firmate qui la petizione per chiedere la cancellazione dell'invito rivolto al cantante blasfemo Rufus Wainwright per la serata di mercoledì 19 Febbraio al Festival di Sanremo.

In caso la RAI non dovesse dar corso alla richiesta dei Cattolici italiani, l'Associazione dei Giuristi Cattolici promuoverà una class action per vilipendio della Religione: vi terremo informati sulle modalità di adesione.

http://opportuneimportune.blogspot.ca/2014/02/un-cantante-blasfemo-sanremo.html

una sola fede ha detto...

..a tal proposito ecco un sito dove poter firmare:

http://www.citizengo.org/it/4349-il-cantante-blasfemo-rufus-sanremo-coi-nostri-soldi

Anonimo ha detto...

Praticamente rifiuta lo status di fruitore, in quanto papa, di cittadinanza vaticana, vuole usare solo il suo vecchio passaporto argentino senza indicazione del suo nuovo status.....per la serie, ma che ci sta a fa' a Roma?

mic ha detto...

Non è proprio così, perché ha il passaporto Vaticano fin dall'inizio del pontificato.

Sembra un modo come un altro per non distinguersi, ma in realtà paradossalmente non fa altro che distinguersi, come papa, proprio per questa ostentazione di voler essere "uno come gli altri".
Purtroppo non è rinuncia al "formalismo", che sarebbe buona cosa; sembra piuttosto rinuncia o peggio rifiuto della 'forma' che rischia di intaccare la sostanza.

Gederson Falcometa ha detto...

Caro Murmex,

Leggo in altri luoghi i vostri commenti sempre bene centrato, miei complimenti. Il Cardinale Siri ha scritto nel libro Gêtsemani sopra una reinterpretazione globale del cristianesimo fatto per la nuova teologia, era questo che faceva il modernismo e il grande Papa Sarto ha denunciato nella Pascendi, come lei ha ricordato (e non dimentichiamo che il modernismo, secondo il Santo Papa, non taglia i rami, ma pone la scure alla radice dell'albero della Fede). Questa è la particolarità del modernimo, lui non rifiuta uno o altri punti della fede, fa una reinterpretazione globale dell'intero deposito della fede. E infatti, adesso vediamo quanto strada ha fatto la "somma di tutte le eresie", perchè sembra ancora che le cose con Francesco sono più chiara.

Vedete che Francesco al parlare di eresia sempre fa riferimento all'eresie del tempo dei Padri della Chiesa. Ratzinger diceva che il magistero non è stato congelato in 1962, ma in termine di eresie al meno con Francesco sembra che le cose sono congelati nel tempo dei Padri della Chiesa. In tutto quello che fanno vediamo la "coincidentia oppositorum". Ad es. Papa GP II non ha rinunciato al papato per motivo di età, quello che Benedetto XVI doveva avere vergogna di fare per essere il sucessore direto di lui e ancora con Francesco con non prendi in considerazione l'ermeneutica e fa naturalmente l'ermeneutica della rottura, se può ridurre il problema della Chiesa all'ermeneutica come ha fatto Benedetto XVI?



Un saluto dal Brasile