Aggiornamento. Troverete, di seguito, quanto pubblicato oggi da Magister [qui]. Interessante per completare la discussione e approfondir meglio. La domanda è: si può essere tralcio viridans della Vite e membro integrato nel corpo mistico di Cristo, senza il pentimento e la conversione conseguente? È solo qui che può innestarsi il discorso 'pastorale' di un accompagnamento personale da parte di un sacerdote, che serve a sostenere e a orientare non a giustificare senza sconti.
È il seguito della lettera aperta di padre Carlo Buzzi, missionario in Bangladesh, pubblicata dieci giorni fa da www.chiesa che, segnala Magister oggi [qui], ha avuto un'eco vastissima in tutto il mondo. Riprendiamo anche questa, al pari della prima [qui].
LA COMUNIONE DI DESIDERIO
don Carlo Buzzi
don Carlo Buzzi
Tra quelli che hanno reagito alla mia lettera c'è chi mi ha detto che è stata una perdita di tempo, perché ormai è sicuro che la mozione per dare la comunione ai risposati passerà a pieni voti. Infatti nel sinodo – mi si è spiegato – la maggioranza dei vescovi delle due Americhe, del Nord Europa e dell’Australia voterà a favore. E quindi supererà certamente i voti dei vescovi dell’Africa e dell’Asia, tra i quali molti sono contrari.
Poveri vescovi dell’Africa e dell’Asia! Stiamo riducendo la Chiesa a una organizzazione come l’ONU o a un qualsiasi parlamento dove la maggioranza vince. Cioè proprio quelle istituzioni che legalmente e democraticamente approvano di tutto: anche crimini come l'aborto, il matrimonio tra omosessuali inclusa l’adozione dei bambini, gli esperimenti su embrioni che sono esseri umani, l'eutanasia, e via di questo passo.
Fino adesso la Chiesa Cattolica è rimasta in piedi perché basata sulla santità dei suoi membri e dei suoi martiri, non sulla democrazia.
Ci sono migliaia di cattolici che muoiono ogni anno, perseguitati per la loro fede, e noi che stiamo bene ci preoccupiamo caparbiamente della comunione ai risposati. Quanti martiri ci sono stati in Inghilterra per mantenere fede all’integrità del sacramento del matrimonio!
Guai se la Chiesa cattolica si mette sul sentiero della Chiesa anglicana, dove decidono delle cose di Dio, della fede e del comportamento morale dell’uomo con sistema democratico. Povero Dio alla mercé dei voti di alcuni ecclesiastici! Sono sicuri che Dio vuole le donne preti e vescovi? Sono sicuri che Dio approva i matrimoni tra omosessuali?
* * *
Ma andiamo al sodo. L’intenzione di questo mio scritto è di voler dare un contributo positivo alla discussione sulla comunione ai risposati.
Lo faccio per punti.
- Questa diatriba, secondo me, ha preso un'importanza esagerata e non si merita tutta questa tensione.
- Già in casi molto seri e penosi il sacerdote giudica se dare o no la comunione. Ad esempio in secondi matrimoni imposti con la forza oppure con un coniuge che ha il sincero desiderio di separarsi ma ne è impedito dalla violenza dell'altro o dalla sua grave malattia per la quale non lo può abbandonare.
- Il mio contributo a questa diatriba è una intuizione che credo possa aiutare ad arrivare a un compromesso.
- LA COMUNIONE DI DESIDERIO.
- Perché la comunione di desiderio non potrebbe essere considerata una vera comunione sacramentale, come il battesimo di desiderio e la confessione di desiderio in punto di morte?
- È la comunione che sembra proprio adatta per chi non è in stato di grazia e vorrebbe uscire da questo stato, ma per vari motivi non può.
- Non è la prima volta che c'è necessità di trovare una via di uscita da una diatriba. Sappiamo che la definizione dell’Immacolata Concezione è rimasta in stallo per parecchi secoli. Anche la Madonna non poteva essere redenta se non attraverso la croce di Gesù. Ma Gesù è morto dopo, e allora lei come poteva essere fin dalla nascita senza il peccato originale? La trovata fu di Duns Scoto: la Madonna ha usufruito della croce di Gesù in anticipo, come avesse preso un prestito. Risolto il problema!
- È uno sbaglio dare la comunione ai risposati come regola.
- Non è la Chiesa che deve pensare se dare la comunione o no, ma sono le persone risposate che devono pensare se sono degne di ricevere la comunione oppure no.
- C’è una coppia di persone risposate che umilmente pensano che forse non è giusto accostarsi alla comunione perché sono in una situazione irregolare. E c’è invece un'altra coppia di risposati che pretende di avere la comunione senza pensare seriamente che sono in una situazione irregolare con la Chiesa. Ditemi un po’: qual è la coppia che ha più fede e ha più rispetto per il sacramento e per la Chiesa?
- Anche nella liturgia noi diciamo: "O SIGNORE, IO NON SONO DEGNO CHE TU ENTRI NELLA MIA CASA (ut intres sub tectum meum) MA DI' SOLTANTO UNA PAROLA E IO SARÒ SALVATO".
- Non è questa una comunione di desiderio?
- Se noi diamo la comunione ai risposati, vuol dire che non hanno nemmeno più bisogno di confessarsi, perché questo non è più peccato. Quindi salta il nono comandamento. Ma salta anche il sesto comandamento.
- Se si tollera questo, allora anche con altri peccati gravi si può fare la comunione senza confessarsi. E saltano anche gli altri comandamenti.
- In questa maniera salta per aria tutto. Nuovo e Vecchio Testamento. Bisogna rifare tutta la morale, la patristica. Capire di nuovo ciò che è peccato e ciò che non lo è. Sparisce cosa sia la nozione di crimine e peccato.
- Non c’è proporzione tra questa concessione della comunione ai risposati e le grandi e gravi conseguenze di disorientamento e di reazioni che si avrebbero nella Chiesa e nel mondo. Per molti sarà troppo doloroso da accettare. Lasciando le cose come stanno penso che non si perda niente. Introducendo invece questa concessione, di conseguenze ne potrebbero arrivare, e gravi. Tra gli anglicani c’è stata una scissione quando a maggioranza sono state decise cose che andavano contro la coscienza di molti.
- C’è abbastanza pace nella Chiesa cattolica al presente.
- E allora, non si dia adito a degli scismi per colpa di una cosa così secondaria.
- Non è giusto dare una direzione pericolosa a tutta la Chiesa solo perché ho letto un libro che mi piace di un teologo o moralista che sostiene queste teorie.
- Vogliamo ridurre tutta la Chiesa universale alla stregua di come sono ridotte le Chiese in Olanda e in Belgio?
- Non penso che con un provvedimento del genere le chiese si riempiranno come una volta. Al contrario, tanti di quelli che adesso ci vanno potrebbero disertare.
- Nelle terre di missione i cattolici sono grossolanamente identificati come quelli che hanno un solo matrimonio per sempre, obbediscono al papa e i loro preti e suore non sono sposati. E non vi dico quale vantaggio questo ci dà nel lavoro di evangelizzazione, rispetto ai protestanti.
- Per questa ragione, quando ci sono matrimoni misti con seguaci di altre denominazioni cristiane, specialmente le ragazze vogliono avere il matrimonio col rito cattolico, perché sanno che lì il matrimonio è unico e non si può infrangere.
- Io voglio rimanere cattolico. Non voglio diventare anglicano o battista.
- Vediamo che gli Stati e le grandi organizzazioni sono tutti sottomessi a una forza misteriosa che inclina al male. L’unica istituzione che non si fa piegare e che tiene testa, ferma sui veri valori dell’uomo, è la Chiesa cattolica. Teniamo duro, e non intorbidiamo la nostra fontana. Un giorno, quando saranno stanchi e assetati, tanti uomini sapranno dove trovare un po' di acqua fresca.
Comunione “di desiderio”. Martinetti obietta, Ratzinger risponde
Letto in www.chiesa il secondo, folgorante intervento di padre Carlo Buzzi, missionario in Bangladesh, sulla questione della comunione ai divorziati risposati, Alessandro Martinetti ci scrive di concordare “con molte delle affermazioni fatte dal padre”, ma obietta che la comunione eucaristica “di desiderio” – proposta per loro da padre Buzzi – non è propriamente un sacramento.
A essere precisi, nemmeno padre Buzzi lo afferma in modo tassativo. Pone piuttosto questa domanda: “Perché la comunione di desiderio non potrebbe essere considerata una vera comunione sacramentale, come il battesimo di desiderio e la confessione di desiderio in punto di morte?”.
Da come la domanda è costruita, si ricava che per padre Buzzi il battesimo di desiderio è comunque un vero sacramento. Ma è proprio questa pietra d’appoggio che Martinetti contesta, sulla base del Catechismo della Chiesa cattolica ai nn. 1258-1259:
”Da sempre la Chiesa è fermamente convinta che quanti subiscono la morte a motivo della fede, senza aver ricevuto il battesimo, vengono battezzati mediante la loro stessa morte per Cristo e con lui. Questo battesimo di sangue, come pure il desiderio del battesimo, porta i frutti del battesimo, anche senza essere sacramento.
“Per i catecumeni che muoiono prima del battesimo, il loro desiderio esplicito di riceverlo, unito al pentimento dei propri peccati e alla carità, assicura loro la salvezza che non hanno potuto ricevere mediante il sacramento”.
Su questo passaggio del Catechismo Martinetti appoggia queste sue considerazioni:
“Come si vede, il battesimo del desiderio, anche senza essere sacramento, porta i frutti del battesimo sacramentale in quanto chi lo riceve non solo ha desiderio di ricevere il sacramento del battesimo, ma è pentito del proprio peccato.
“Ed è appunto il pentimento del proprio peccato che manca nel divorziato risposato convivente more uxorio con chi suo coniuge non è davanti a Dio. È questo difetto di pentimento che non lo pone in condizione di ricevere l’assoluzione sacramentale e la comunione sacramentale cioè eucaristica”.
Martinetti cita ampiamente la dichiarazione del 7 luglio 2000 del pontificio consiglio per i testi legislativi “Circa l’ammissibilità alla santa comunione dei divorziati risposati”.
E conclude:
“Se, come ipotizza padre Buzzi, esistesse una ‘vera comunione sacramentale’, quella del desiderio, che potesse essere ricevuta da chi, essendo in situazione di peccato grave, non può accostarsi alla comunione sacramentale eucaristica, insorgerebbe un conflitto tra i sacramenti: conflitto che ovviamente non può esserci, giacché tutti i sacramenti si radicano in Cristo, e Cristo non può essere in contraddizione con sé stesso”.
Martinetti, di Ghemme in provincia di Novara, è discepolo del filosofo Gustavo Bontadini e studioso di metafisica e teologia.
Va osservato però che il cuore della proposta di padre Buzzi non sta tanto nell’affermare che la comunione di desiderio sia un sacramento nella pienezza dogmatica del termine, quanto piuttosto nel valorizzare grandemente “il desiderio della comunione” eucaristica in “chi non è in stato di grazia e vorrebbe uscire da questo stato, ma per vari motivi non può”.
A questo proposito, è illuminante rileggere ciò che Benedetto XVI rispose a due coniugi brasiliani che gli parlarono del dolore di “quelle coppie di risposati che vorrebbero riavvicinarsi alla Chiesa ma si vedono rifiutare i sacramenti”, il 2 giugno 2012 a Milano, durante la veglia dell’incontro mondiale delle famiglie:
“In realtà, questo problema dei divorziati risposati è una delle grandi sofferenze della Chiesa di oggi. […] Mi sembra un grande compito fare realmente il possibile perché queste persone sentano di essere amate, accettate, che non sono ‘fuori’ anche se non possono ricevere l’assoluzione e l’eucaristia: devono vedere che anche così vivono pienamente nella Chiesa. Se non è possibile l’assoluzione nella confessione, tuttavia un contatto permanente con un sacerdote, con una guida dell’anima, è molto importante perché possano vedere che sono accompagnati, guidati. Ma poi è anche molto importante che sentano che l’eucaristia è vera e partecipata se realmente entrano in comunione con il corpo di Cristo. Anche senza la ricezione ‘corporale’ del sacramento, possiamo essere spiritualmente uniti a Cristo nel suo corpo”.
In queste parole di papa Joseph Ratzinger la formula “comunione di desiderio” non c’è. Ma la sostanza c’è tutta. “Anche senza la ricezione ‘corporale’ del sacramento possiamo essere spiritualmente uniti a Cristo nel suo corpo”. Anche se la comunione di desiderio non è sacramento, è pur sempre comunione “vera”, “partecipata”, “reale” con il corpo di Cristo.
128 commenti:
Bravo padre Buzzi. Ha centrato in pieno tutti i punti della questione con grande realismo e buon senso.
Aggiungerei un altro punto: bisognera' anche emendare il Vangelo, visto che una buona parte racconta la storia di San Giovanni Battista, a cui Erode taglio' la testa perche' non gli piaceva che il santo gli ricordasse la sua condizione di peccato in quanto conviveva con una donna sposata a un altro. Evidentemente San Giovanni non aveva mai sentito parlare di Kasper e di Bergoglio, altrimenti avrebbe conservato tranquillamente la sua testa sulle spalle. E bisognera' che il duo Kasper&Berglgio metta mano ancora al Vangelo, soprattutto quando Cristo dice che il Battista fu il piu' grande tra i nati da donna e il piu' grande dei profeti. Forse sara' il caso che il gatto & la volpe della Chiesa contemporanea si ingegnino un po' per risolvere questa piccola contraddizione, magari pensando a come emendare i vangeli in nome della "tenerezza" bergogliona.
Bello che un sacerdote secondo il cuore del Signore riesca a far sentire la sua voce, e il suo insegnamento, da così lontano. Uno dei vantaggi di questa comunicazione che non è solo 'virtuale'...
Speramo possa servire a tanti confusi e disorientati.
Ringraziamo il Signore e andiamo avanti.
Scusate l'intromissione.
http://www.avvenire.it/Vita/Pagine/scienza-e-vita-galantino-inaugura-convegno.aspx
Immaginate il trionfo di facce espressivi.
Se cardinali e vescovi tacciono o propalano confusione, parlano e dicono la Verità i semplici preti. Lo faranno anche i sassi, se necessario.
Desidero riproporvi la meditazione di Benedetto XVI alla fine della processione eucaristica a Lourdes.
Ha detto:
"Alcuni tra noi non possono o non possono ancora riceverLo nel Sacramento, ma possono contemplarLo con fede e amore, ed esprimere il desiderio di potersi finalmente unire a Lui. E’ un desiderio che ha grande valore davanti a Dio: essi attendono con maggior ardore il suo ritorno; attendono Gesù Cristo che deve venire."
http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/speeches/2008/september/documents/hf_ben-xvi_spe_20080914_lourdes-processione_it.html
PS: la strumentalizzazione delle parole di Benedetto XVI fatta Kasper è non solo irrispettosa, è vergognosa, si è permesso di interpretare le parole di Benedetto XVI, completandole (!), per portare acqua al suo mulino, tanto che cosa rischiava, sapeva e sa che Benedetto non verrà a smentirlo.
l`"audacia"
Con l`audacia, che è restata in sospeso, volevo dire che nella loro crociata per raggiungere i loro fini Kasper e compagni non mancano di audacia, non temono nemmeno di servirsi delle parole di un Papa che si è ritirato nel silenzio.
Caro Claudius, è proprio vero quello che lei dice: non si accorgono, questi benedetti modernisti (dal VdR in giù) che con i loro sproloqui contraddicono apertamente il Vangelo, cosa che la capisce anche un bambino, un catecumeno della prima ora, Ma allora cosa vorrà dire ciò: non è forse indice di un'aperta mala fede? cioè di una volontà, ormai non più nascosta, di portare la Chiesa oltre il Vangelo e contro di esso? Io credo proprio di sì, con tutto il rispetto per il Papa?; ma sarà poi un papa legittimo? secondo la profezia di San Francesco d'Assisi che gira sui blog) sembrerebbe proprio di no, poiché il santo (di cui Bergoglio ha preso il nome) parla di un papa non eletto canonicamente (che avrebbe portato la Chiesa fuori rotta, a deragliare). Un'ultima cosa: si ricorda il passo dell'Apocalisse in cui si parla del "numero della bestia", cioè il 666? numero che sarebbe collegato all'anticristo ed a colui che gli apre la strada? be, io non voglio far pettegolezzi irrispettosi, però da tempo gira su internet un link sui codici ASCII 8relativi ai tasti della tastiera): ebbene, ad ogni tasto, minuscolo e maiuscolo, è associato un numero; collegando le lettere maiuscole della parola BERGOGLIO ai numeri ASCII e facendo la somma si ottiene appunto il numero 666 (e la Scrittura dice "chi è capace...calcoli il numero..."). Capisce cosa intendo dire? Grazie per la cortese attenzione e pace e bene.
Caro Claudius, è proprio vero quello che lei dice: non si accorgono, questi benedetti modernisti (dal VdR in giù) che con i loro sproloqui contraddicono apertamente il Vangelo, cosa che la capisce anche un bambino, un catecumeno della prima ora, Ma allora cosa vorrà dire ciò: non è forse indice di un'aperta mala fede? cioè di una volontà, ormai non più nascosta, di portare la Chiesa oltre il Vangelo e contro di esso? Io credo proprio di sì, con tutto il rispetto per il Papa?; ma sarà poi un papa legittimo? secondo la profezia di San Francesco d'Assisi che gira sui blog) sembrerebbe proprio di no, poiché il santo (di cui Bergoglio ha preso il nome) parla di un papa non eletto canonicamente (che avrebbe portato la Chiesa fuori rotta, a deragliare). Un'ultima cosa: si ricorda il passo dell'Apocalisse in cui si parla del "numero della bestia", cioè il 666? numero che sarebbe collegato all'anticristo ed a colui che gli apre la strada? be, io non voglio far pettegolezzi irrispettosi, però da tempo gira su internet un link sui codici ASCII 8relativi ai tasti della tastiera): ebbene, ad ogni tasto, minuscolo e maiuscolo, è associato un numero; collegando le lettere maiuscole della parola BERGOGLIO ai numeri ASCII e facendo la somma si ottiene appunto il numero 666 (e la Scrittura dice "chi è capace...calcoli il numero..."). Capisce cosa intendo dire? Grazie per la cortese attenzione e pace e bene.
Caro cattolico,
è certamente possibile guardare certi, non so definirli proprio segni, che ci hai ricordato.
Ma non è su questi che basiamo le nostre denunce. Esse sono fondate sullo 'scostamento' di parole e gesti dalla verità che conosciamo perché è quella che la Chiesa perenne ci ha consegnato.
E dunque preoccupa (ma non sorprende) quanto scrive Tosatti (l'unico, insieme a Magister, a non essere stato contagiato dalla bergoglite) in merito al prossimo Sinodo
http://www.lastampa.it/2014/05/21/blogs/san-pietro-e-dintorni/sinodo-si-pensa-a-un-minigolpe-CsnAo3niXjYXf6gX74nInL/pagina.html
Con tutto respetto al Padre,
Non dobbiamo sconfessare la Fede della Chiesa che Essa non vicerà mai dalle porte dell'Inferno... come lei ha fatto all'inizio del discorso...
Tutti gli vescovi del mondo non approverà mai l'eresia di communione per i divorziati...
Non è una questione di pratica, e questione della Fede Vera Unica Eternal; è questione della dottrina sul matrimonio che venga dalla Bocca di Dio, dalla Bocca di Verità Stessa, N. S. G. C.!
Negarla significa il negare di Cristo: heresia pura e semplice...
Quelli che vogliano andare in heresia e scisma con Bergoglio, fosse lo farrano, ma significa niente per la Chiesa oltre che la opportunità necessario peril remasto del Clero Romano, sia Cardinali sia sacerdote e deaconi della Chiesa e diocesi di Roma, per scommunicare Bergoglio e i suoi vescovi eretici, e scegliere il suo successore....
Quindi, la vittoria che vogliano è anche la vittoria per la Fede....
è tale espressione della speranza è degna della Fede...
ma, la professione di disperazione che sembra di approvare il cambiamento della Fede cattolica sul questo proposito del Sinodo, non viene dallo Spirito Santo, e non è fidele all'insegnamento che la Chiesa Romana ha ricevuto dal Signore tramite San Pietro e San Paolo...
Romano
Ieri sera guardando per caso il rosario da Lourdes, ho visto che c'era un'altra inondazione ed il sacerdote pregava per non averne più....sunt lacrimae Beatae semper Virginis...
Il Cardinale Baldisseri sembrerebbe escludere (il dubitativo e' d'obbligo) cambiamenti in materia di comunione ai divorziati risposati
http://infocatolica.com/?t=noticia&cod=20854
@Cattolico. Ho appena fatto il calcolo ASCII perché credevo proprio fose una bufala da smentire... e invece no!
Il codice ASCII é il codice utilizzato dai computer per trasformare le lettere della tastiera (comprensibili agli umani) in numeri esadecimali (comprensibili per i circuiti interni dei PC).
Cosi' per esempio quando digitiamo
'A' il pc vede un '65'
'B' il pc vede un '66'
'C' il pc vede un '67'
...
'a' il pc vede un '97'
':' il pc vede un '58'
...
la somma delle cifre corrispondenti alla parola BERGOGLIO (scritta in maiuscolo) da'
B+E+R+G+O+G+L+I+O =
66+69+82+71+79+71+76+73+79 = 666
incredibile! in quanto il codice ASCII esiste almeno dal 1975 e, da allora, é lo stesso standard per tutti gli strumenti elettronici del pianeta.
@Cattolico, io direi di lasciar perdere queste "profezie" che circolano per il web, messe in giro non si sa da chi e da improbabili interpretazioni numerologiche di nomi e cognomi.
Restiamo sul terreno dei fatti, che ce n'e' gia' abbastanza anche senza lanciarsi in speculazioni apocalittiche che servono solo ad aumentare la confusione che gia' adesso regna sovrana.
Confermo Claudius e del resto lo avevo detto più su.
Non insisterei oltre neppure con i riferimenti alle inondazioni a Lourdes e compagnia.
Infatti è bene non confondere 'segni', di portata universale, con 'coincidenze significative' che diventano tali in base alla nostra soggettiva interpretazione, che può anche coglierci, ma non è scontato.
’è abbastanza pace nella Chiesa cattolica al presente.
Immagino che si tratti di una battuta ironica
Molto significativo.
http://famigliacattolica.blogspot.com/2014/05/ildegerda-di-bingen-circa-1000-anni.html
dal che si dimostra come si può parlare chiaro e semplice ed affermare dogmi e dottrina di Fede. Non è necessario essere professori alla Sorbona o a Oxford. Don Buzzi mi sembra rientrare nelle categorie: Don Bosco, Don Camillo…forse sarebbe meglio venisse in terra di Lombardia a fare il missionario…
Resto sempre dell'idea che, salvo casi rari e pietosi, la stragrande maggioranza di chi divorzia, e si risposa, di cattolico non abbia più niente, e forse non lo abbia mai avuto. Quindi tutta 'sta sofferenza per non potersi comunicare, mi sembra una gran bufala, usata per "grimaldellare" un sacramento, così da poterli poi fare tutti fuori, specialmente quello che a Lor Signori preme di più (Ordine).
RR
OT ancorchè...Bergoglio non solo incolla etichette sprezzanti sulla fronte di chi non gli piace ma ne è talmente fiero che ce le riserve all`occasione come stamattina dove son ritornati i peperoncini sotto aceto!
“La gioia, che è come il segno del cristiano. Un cristiano senza gioia o non è cristiano o è ammalato. Non c’è un’altra! La sua salute non va bene lì! La salute cristiana. La gioia! Una volta ho detto che ci sono cristiani con la faccia da peperoncino in aceto… Sempre la faccia così! Anche l’anima così, questo è brutto! Questi non sono cristiani. Un cristiano senza gioia non è cristiano."
Ancora e sempre quella divisione dei cattolici, pardon, dei cristiani fra buoni e cattivi, secondo i suoi criteri e la sua personale lettura del Vangelo.
Non ha forse detto lui stesso recentemente che ci
"due gruppi di persone»?
" Quello della dolcezza, della gente dolce, umile, aperta allo Spirito Santo», e quello composto da gente «orgogliosa, sufficiente, superba, staccata dal popolo, aristocratica dell'intelletto, che ha chiuso le porte e resiste allo Spirito Santo». Quest'ultimo gruppo «ha il cuore duro»....
I cattolici divisi in due gruppi,
Parolin è libero di dire che "Bergoglio rivive in esse( con le sue parole) la sapienza del porgere dei padri della Chiesa». io non ho mai sentito o letto discorsi di quel tipo dalla bocca di un Papa,
"Perché la comunione di desiderio non potrebbe essere considerata una vera comunione sacramentale, come il battesimo di desiderio e la confessione di desiderio in punto di morte?"
Qui effettivamente l'ottimo padre Buzzi sbaglia, o perlomeno s'esprime male: in nessuno di questi tre casi c'è veramente il sacramento, ma solo il desiderio di riceverlo.
Ecco qui una riflessione estemporanea:
Padre Buzzi e', se ma ce n'e' stato uno, un vero prete "con l'odore delle sue pecore addosso", e che pecore.
Lui fa il missionario in una terra dove anche solo per andarci a vivere normalmente ci vuole un coraggio da leoni. Scrive di cose di fede con una chiarezza, una semplicita' e una forza che lascia a bocca aperta, segno che lui e' uno che il Vangelo lo vive nella sua interezza.
Facile tuonare contro Berlusconi, oppure contro la ricchezza delle chiese, oppure contro i "pelagiani", oppure cantare bella ciao a messa per strappare un miserabile applauso in piu' come fanno certi preti-spettacolo che conosciamo troppo bene, che se ne stanno ben comodi e con il culo parato a fare i padreterni nelle loro ambigue "comunita'", ebbri di riccezze mondane e di potere, invece di lasciare tutto e andare in Bangladesh a rischiare la vita un giorno si' e l'altro pure per portare il Vangelo.
Invece, dai preti come padre Buzzi c'e' solo da imparare e pregare il Signore che ce ne dia tanti.
Padre Buzzi ha fatto qui sentire la sua voce dicendo delle verita' con chiarezza, con grande dignita', e direi in fondo con grande umilta'. Quando uno parla cosi' e' ispirato dal Signore. Quindi bisogna ascoltarlo e sentire cosa ha da dire con attenzione.
Bene, adesso vedremo se tutto il gran parlare del papa sui "pastori che devono avere su di se' l'odore delle pecore" e' qualcosa in cui crede veramente o se e' solo un bello slogan propagandistico per catturare l'attenzione dei media.
Adesso finalmente lo capiremo.
Gesù non accusa mai nessuno per una sua debolezza o una sua condizione, soprattutto evita toni pietistico/moralistici.
Se però deve accusare per una "presunzione di forza" che rende arrogante l'interlocutore, Gesù non usa mezzi termini o frasi sibilline: stolti, razza di vipere, sepolcri imbiancati etc, rivolto soprattutto a chi "dice di vedere" e a chi "si sente a posto", senza bisogno di essere salvato.
In un mondo come il nostro, in mano al principe del mondo, chi è irriso per una debolezza e chi vanta arrogantemente una posizione di forza? Chi insiste che "la Chiesa non è mai stata così sana", "il mondo è positivo", bisogna essere "ottimisti", i "troppo credenti" sono "chiusi", e se si osa dire che c'è un problema "si perde tempo in chiacchiere"? La tenerezza è solo fuori di casa, mentre in casa volano ceffoni... Davvero un modello educativo da telefono azzurro...
Quanto alla comunione spirituale (chiamiamola come si vuole), essa è stata dribblata tra gli olè del pubblico più becero, perchè sarebbe una soluzione troppo "raffinata" per i grossolani e mondani appetiti di mondo di chi è incapace di morire a se stesso per fare comunione con il Signore: chi indulge al legalismo, ai diritti, o ama gli schematismi e gli automatismi o addirittura persegue il dissolvimento di tutto l'impianto dogmatico della Chiesa (come ha ben argomentato don Buzzi).
Se ci fosse una pratica devota della comunione spirituale, innanzitutto ci sarebbe più amore per l'Eucaristia anche da parte di chi, potendo accedere, la banalizza. E in chi vive il segno della distanza dal sacramento "fisico", il desiderio di parteciparvi spiritualmente sarebbe non solo una consolazione, ma un segno concreto di una pastorale che non si arroga l'ipocrisia di essere alternativa alla dottrina.
Mi riaggancio all'ultimo Anonimo perché, nell'inserire l'aggiornamento, ho detto:
La domanda è: si può essere tralcio viridans della Vite e membro integrato nel corpo mistico di Cristo, senza il pentimento e la conversione conseguente? È solo qui che può innestarsi il discorso 'pastorale' di un accompagnamento personale da parte di un sacerdote, che serve a sostenere e a orientare non a giustificare senza sconti.
E, a questo riguardo, mi pare che la citazione di Benedetto XVI non sia chiara ed esplicita. Anzi...
Ma devo ancora leggerla nel contesto intero.
...DESIDERIO DE CHE??!!!
OT: secondo il giornale francese "La vie" il papa avrebbe scomunicato l'austriaca Martha Heize, capofila del movimento Wir sind Kirche ("Noi siamo la Chiesa") da anni opposto a Roma su vari temi bollenti come il matrimonio dei preti.
Qualcuno puo' confermare la veridicità ?
Sulla Comunione di desiderio segnalo
http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2014/05/22/comunione-di-desiderio-martinetti-obietta-ratzinger-risponde/
RIC,
c'è l'aggiornamento proprio su questo e stiamo tentando di approfondire ;)
Non condivido un aspetto del discorso: come posso fare la comunione di desiderio se vivo in peccato mortale e non intendo cambiare vita? Anche il discorso di Benedetto XVI a Milano mi lascia un po' perplesso sotto questo aspetto. Chi vive more uxorio con una persona vje non è il proprio coniuge o si renfr colpevole di fornicazione (se è libero da vincoli matrimoniali) o di adulterio (se è sposato). Come si può dire che si possa accogliere Gesù nel proprio cuore, anche "solo" spiritualmente, senza voler rompere con la propria vita di peccato? Chi non può moralmente sepsrarsi dal nuovo compagno, constatata l'impossibilità di ristabilire l'unione con il coniuge legittimo, può vivere la propria vita cristiana anche sacramentale solo se decide di astenersi dal sesso con il nuovo compagno.
Per hpoirot:
PAPA FRANCESCO HA SCOMUNICATO LA FONDATRICE DI "NOI SIAMO CHIESA": CELEBRAVA MESSA IN CASA CON IL MARITO
Il vescovo di Innsbruck ha consegnato personalmente il decreto a Martha e Gert Heizer, che però lo hanno respinto. I due officiavano l’Eucarestia senza preti per sfidare la Chiesa sul sacerdozio femminile
http://www.tempi.it/papa-francesco-ha-scomunicato-la-fondatrice-di-noi-siamo-chiesa-celebrava-messe-in-casa-con-il-marito#.U33qpdJ_uSo
Domanda di Mic
Si può essere tralcio viridans della Vite e membro integrato nel corpo mistico di Cristo, senza il pentimento e la conversione conseguente?
Dico che si può, perchè una pratica devota e consapevole della comunione spirituale (che si vive nel propro cuore e non si esibisce e nemmeno si pretende), che una buona direzione spirituale potrebbe far unire a un esigente esame di coscienza e relativo atto di dolore, produrrebbe frutto anche in una situazione oggettivamente "non regolare" e segnato dal peccato: il pentimento sarebbe reale anche in presenza di una situazione che oggettivamente non lascia spazio alla conversione "di stato", mentre quello che avviene nel cuore è noto solo a Dio.
Il segno del sacramento visibile sarebbe ancora negato, ma chi ne resta privato non lo vivrebbe come un'onta o un marchio di infamia, perchè farebbe per amore quel che altrimenti subirebbe per legge.
La conversione di un peccatore non consiste solo nell'azzeramento del peccato, ma innanzitutto nell'esserne consapevole e confidare nel perdono del Signore, affidandosi a Lui (proprio quello che non fanno la gran parte di coloro che vogliono semplicemente "estinguere" il peccato, negandolo e vogliono un riconoscimento della Chiesa come istituzione mondana e non in relazione alla salvezza).
Il corpo mistico non è fatto solo di cellule sane, ma anche di quelle malate, mentre sono malate. Le cellule malate non pretendono di essere considerate sane, ma legittimamente si aspettano una cura, anche se per la medicina al momento non c'è la soluzione definitiva.
E' sano realismo cristiano, senza inficiare la dottrina, e senza scadere nella burocrazia; proteso nell'eterno, nella giustizia di Dio e non fermo nelle fioche luci del mondo, con le sue asfittiche misure e le pretese di una "pastorale secolarizzata" che finirebbe con il ridisegnare la dottrina credendosi più misericordiosa delle Parole di Gesù.
La conversione di un peccatore non consiste solo nell'azzeramento del peccato, ma innanzitutto nell'esserne consapevole e confidare nel perdono del Signore, affidandosi a Lui
Grazie, tralcio.
Questo vale per tutti e per ogni situazione.
"Quindi tutta 'sta sofferenza per non potersi comunicare, mi sembra una gran bufala, usata per "grimaldellare" un sacramento"… (RR, 12:06).
Tout à fait d'accord.
Je suis convaincu que les promoteurs de cette "ouverture miséricordieuse" ont moins en vue le bien des divorcés remariés — qui, pour la plupart, se moquent éperdument des enseignements de l'Église —, que d'amener celle-ci à se mettre, sur ce point comme sur d'autres, en contradiction avec elle-même, avec sa doctrine et sa discipline de toujours, et à se déconsidérer.
C'est aussi une manière, évidemment, de rabaisser la valeur des sacrements du mariage et de l'eucharistie. On fait ainsi d'une pierre deux coups.
Les promoteurs de cette opération (Kasper et Cie), qui disent ne pas vouloir toucher à la doctrine mais simplement "aménager la pratique" sont des hypocrites et des misérables qui doivent être dénoncés comme tels.
" Quello della dolcezza, della gente dolce, umile, aperta allo Spirito Santo», e quello composto da gente «orgogliosa, sufficiente, superba, staccata dal popolo, aristocratica dell'intelletto, che ha chiuso le porte e resiste allo Spirito Santo». Quest'ultimo gruppo «ha il cuore duro»....
E' tipico dualismo cattolico.
"Quello della dolcezza, della gente dolce, umile, aperta allo Spirito Santo"…
Comme en rêvent tous les dictateurs !…
Avec des gens comme ça, on fait tout ce qu'on veut, ils ne réagisent pas, ils se laissent docilement conduire à l'abattoir…
Comme on fait, présentement, avec les Franciscains de l'Immaculée…
Segnalo L. Ott, Compendio di teologia dogmatica, parte II, capitolo IV, § 16.2, "Chiesa e peccato".
E' un problema di Chiesa visibile.
Il riaffiorare carsico del problema della Chiesa visibile dimostra inoltre chiaramente che è in corso un processo di protestantizzazione e non di ortodossizzazione.
leggo il commento 14:50 e non capisco: se il peccatore si ostina a permanere nel peccato grave, cosciente e col reiterato consenso, per anni magari, come può essere serio l'atto di dolore da lui pronunciato? non è un prender in giro il Signore ?
e come può " produrre frutti" concreti di conversione, cioè passaggio reale e definitivo ad una vita virtuosa ?
il blogger tralcio sta purtroppo aumentando la mia confusione che trova rari spiragli di certezze sul web, dal fatidico 13-03-2013...
(lettrice confusa)
"tralcio ha detto...
Domanda di Mic:
Si può essere tralcio viridans della Vite e membro integrato nel corpo mistico di Cristo, senza il pentimento e la conversione conseguente?
Dico che si può..."
Ed invece non si può. Il peccato mortale - e tale è l'adulterio continuato dei divorziati 'risposati' - toglie la grazia all'anima, che di conseguenza non è più in comunione con Dio. Parlare di Comunione spirituale in questo caso è assurdo, perchè si entrerebbe in contraddizione (un'anima non più in comunione con Dio a motivo del suo stato di vita gravemente peccaminoso che NON VUOLE abbandonare, sarebbe nello stesso tempo anche in comunione con Lui). Raccomandare la Comunione spirituale in questo caso sarebbe inoltre, oltre che assurdo, anche dannoso, perchè farebbe addormentare l'anima stessa nel suo peccato, con il falso convincimento di una comunione con Dio in realtà inesistente, mettendo a grave rischio la sua eterna salvezza.
Ciò che invece si deve raccomandare ai divorziati 'risposati' è la preghiera frequente per ottenere la grazia e la forza di un vero pentimento, e dunque decidere di separarsi, unica soluzione per non offendere più il Signore e tornare in comunione con Lui, dopo la dovuta confessione sacramentale.
"Se il tuo occhio ti scandalizza, cavalo: è meglio per te entrare nel regno di Dio con un occhio solo, che essere gettato con due occhi nella Geenna, dove il loro verme non muore e il fuoco non si estingue." (Mt 9, 47-48).
"Il riaffiorare carsico del problema della Chiesa visibile dimostra inoltre chiaramente che è in corso un processo di protestantizzazione e non di ortodossizzazione."
In realtà il processo è rigorosamente 'ecumenico', secondo i falsi dettami di 'Unitatis redintegratio', per cui ha molteplici direzioni.
Quella rivolta alle chiese sedicenti 'ortodosse' è la più sottile e seducente da utilizzare nel caso specifico del recupero normalizzatore dei gruppi 'tradizionalisti' cattolici, che mai e poi mai si farebbero sedurre dal protestantesimo, nè classico nè neopentecostale.
I fautori del superconcilio hanno sempre in serbo una proposta diversificata per i diversi desideri dei loro potenziali clienti. L'importante per loro è che abbocchino...
Il punto nodale sta tutto in quel "viridans".
Come dice Amicus, il peccato mortale - per tutti e in ogni situazione - richiede un reinnesto che non può essere reale se non a condizioni precise: oltre al pentimento la rimozione del peccato.
Credo che tralcio veda nel desiderio della comunione spirituale accompagnato dalla consapevolezza del peccato una possibilità di apertura alla grazia che nel tempo può portare ad un mutamento di situazione che, per i divorziati risposati, può consistere solo nel ribaltamento del "more uxorio".
A chi è confuso non posso dare eccessive certezze (innanzitutto perchè "non sono nessuno").
Tuttavia posso invitare a rivedere certe "certezze" e a valorizzarne al massimo altre.
Quelle da rivedere sono date dagli automatismi, che -con Dio più che mai- sono insensati.
Come infatti il Battesimo non è un bollino blu "perenne", che garantisce la presenza dello Spirito santo in noi e la salvezza del battezzato (basta guardarsi in giro), così un fallimento matrimoniale, fosse pure aggravato da ulteriori peccati, non rappresenta un impedimento ad essere raggiunti dalla grazia di Dio, per chi la desiderasse ardentemente. Dio rovescia le situazioni più impebnsabili (rovescerà anche il tavolo dei mercanti di questo tempo così determinato nel negare la necessità dell'unico Salvatore Gesù Cristo).
Mentre ciascuno di noi prega per la salvezza del fratello e della sorella, anche il più malcapitato (la comunione dei santi vale assai di più della "comunità", anche se oggi il popolo di Dio si sente sempre meno "mistico" e sempre più mondano), la "cellula più sana" (che è comunque portatrice di peccati) convive con la "cellula più malata": non c'è dualismo, non c'è separazione, non c'è diritto a separare grano buono e zizzania.
Perciò, in questo tempo di mezzo, Gesù stesso ammette un atteggiamento non rigorosamente deterministico, ma attento al malato per il quale Egli è venuto. I conti si faranno, ma alla fine. E li farà Lui.
Come può adesso la Chiesa dire la verità e soprattutto contribuire a farla? Con sapienza (la pace nel cuore), timor di Dio (umiltà) e pietà (mitezza): dando a ciascuno l'alimento che può mangiare, a seconda dei denti che ha il figlio che nutre.
Quello che temo è invece il disastro: semolino per tutti, sei politico, livellamento verso il basso, vietato vietare e tutto il campionario dei rottamatori.
... e la soluzione non è certo quella di distruggere la Fede per renderla accessibile a tutti.
cara @lettrice confusa, sono d'accordo con @Amicus delle 16.26:
"senza il pentimento e la conversione conseguente" non ci può essere frutto alcuno, anzi, il tralcio è membro morto della Vite e come tale non può dare quindi oggettivamente alcun frutto FINCHE' si trova in quello stato, appunto perchè, come ben scrive anche qua Amicus "Il PECCATO MORTALE - e tale è l'adulterio continuato dei divorziati 'risposati' - toglie la grazia all'anima, che di conseguenza non è più in comunione con Dio".
Si chiama infatti "mortale" perchè produce, ahinoi, la morte dell'anima!!
Citando infatti il Catechismo Maggiore, si può dire che
"I MEMBRI VIVI della Chiesa sono tutti e solamente i giusti, quelli cioè, che sono attualmente in grazia di Dio".
(n. 167)
MEMBRI MORTI della Chiesa sono i fedeli che trovansi in peccato mortale.
(n. 168)
"Chi, essendo pur membro della Chiesa cattolica, non mettesse in pratica gli insegnamenti di essa, ne SAREBBE MEMBRO MORTO e PERCIO' NON SI SALVEREBBE, perché per la salute di un adulto si richiede non solo il battesimo e la fede, ma le opere altresì conformi alla fede."
(N. 172)
Cara lettrice confusa, quindi, se mi posso permettere un solo consiglio, visto che giustamente poni domande, inizia ad approfondire il Catechismo Maggiore di San Pio X e il Tridentino con accanto la Sacra Scrittura sempre da leggere, pregare, meditare...e vedrai che con la grazia di Dio (sempre necessaria perchè senza di lui non siamo e non possiamo nulla) da "lettrice confusa" diventerai "lettrice-a-cui-la-si fa-sempre-di-meno" perché, appunto, farai COME BASE le letture giuste! ;))
Non avevo letto la precisazione di Mic delle 17:10.
In effetti la comunione spirituale, che non è un sacramento ma ne testimonia il desiderio, è propedeutica a una "fame" capace di far fare le scelte più impossibili (oggi è Santa Rita!). Ma ci rendiamo conto di che cosa significhi: morire a noi stessi? Ne siamo davvero capaci almeno un po', dico un minuto al giorno? Mentre questo lungo pellegrinaggio, con una méta, vive i suoi incoerenti andirivieni, perchè dovremmo impedire a chi è più appesantito dalla croce di desiderare la méta? Ricordiamoci che di due ladroni, uno è finito in paradiso con un solo desiderio. Di tanti giusti farisei probabilmente non si contano gli anni di purgatorio...
Come può adesso la Chiesa dire la verità e soprattutto contribuire a farla? Con sapienza (la pace nel cuore), timor di Dio (umiltà) e pietà (mitezza): dando a ciascuno l'alimento che può mangiare, a seconda dei denti che ha il figlio che nutre.
Tralcio,
l'unico alimento che la Chiesa può dare è il Medico e la Medicina insieme di cui è portatrice e dunque, innanzitutto la verità, da cui poi scaturiscono tutte le altre buone e giuste e belle cose che nomina.
Il discorso del latte e del cibo solido è realistico; ma non a prescindere dalla verità, che la Chiesa non "fa", custodisce e trasmette..
Avete letto il passo del Lodovico Ott che ho segnalato, o avete la teologia infusa?
“Alla Chiesa appartengono non solo membri santi, ma anche peccatori. Sentenza certa […] S. Agostino difese la dottrina tradizionale della Chiesa contro i donatisti, richiamandosi alle parabole di Cristo. La dottrina secondi cui chi è colpevole di peccato grave cessa di essere membro della Chiesa, conduce alla negazione della visibilità della Chiesa stessa, perché la presenza o la mancanza dello stato di grazia non è visibile all’esterno. La ragione intima per cui il peccatore continua a far parte della Chiesa consiste nel fatto che egli è ancora unito a Cristo, Capo del Corpo mistico, almeno mediante la fede e la speranza”.
Quindi altro è distinguere tra membri in grazia e membri non in grazia, altro affermare che chi non è in grazia non è più membro.
Aggiungo: l’ecclesiologia protestante (la tesi della chiesa invisibile) sostiene esattamente il contrario, in virtù della loro distorta idea di predestinazione.
Come può adesso la Chiesa dire la verità e soprattutto contribuire a farla?
Penso intenda dire "incarnarla"...
"altro è distinguere tra membri in grazia e membri non in grazia, altro affermare che chi non è in grazia non è più membro."
Ma infatti, prima abbiamo SOLTANTO ribadito attraverso il Catechismo che occorre distinguere tra membri in grazia (quindi vivi spiritualmente) e membri non in grazia di Dio (quindi morti spiritualmente), mentre, volendo entrare nel merito di ciò che dice Enrico, stavolta con il Catechismo del CONCILIO DI TRENTO sotto mano si vede riaffermato quanto precedentemente riportato su membri vivi e membri morti e in più si sottolinea che anche questi ultimi appartengono alla Chiesa (e si spera che grazie all'aiuto di Essa, quanto prima "possano recuperare la GRAZIA e la VITA PERDUTA"):
“Coloro che vivono una vita cristiana nella carità, godono tanti e preziosi doni e benefici divini, e sono giusti e cari a Dio. Mentre LE MEMBRA MORTE, e cioè gli uomini peccatori e lontani dalla grazia di Dio, PUR NON VENENDO PRIVATI DEL BENEFICIO DI ESSERE MEMBRA DEL CORPO DELLA CHIESA, non percepiscono, PERCHE’ MORTI, quel frutto spirituale, di cui godono gli uomini giusti e pii.
Nondimeno, RESTANDO SEMPRE NELLA CHIESA, VENGONO AIUTATI da coloro che vivono secondo lo spirito, PERCHE’ POSSANO RECUPERARE LA GRAZIA E LA VITA PERDUTA, cogliendo quei frutti, di cui restano privi coloro che sono del tutto separati dalla Chiesa”.
(Catechismo Tridentino
PARTE PRIMA: LA FEDE E IL SUO SIMBOLO-ARTICOLO NONO-Credo la santa Chiesa Cattolica, la comunione dei Santi
120. Quali membri della Chiesa godono
dei suoi beni spirituali)
"Come infatti il Battesimo non è un bollino blu "perenne", che garantisce la presenza dello Spirito santo in noi e la salvezza del battezzato "
Questo è vero al 50%, infatti se è vero che non è sufficiente essere battezzati per essere salvati, è però vero che è necessario essere battezzati per essere salvati ed inoltre il battesimo imprime il carattere, cioè un segno spirituale indelebile, con il quale segno ci presenteremo al Giudizio.
"La conversione di un peccatore non consiste solo nell'azzeramento del peccato, ma innanzitutto nell'esserne consapevole e confidare nel perdono del Signore, affidandosi a Lui "
La conversione significa inversione di rotta quindi camminare non lungo la via larga che porta alla perdizione, del peccato, ma lungo quella stretta e faticosa che è Cristo Gesù (io sono la Via...). Quindi si è consapevoli del fatto che il Signore perdona ma il perdono va chiesto, e se è chiesto è perché c'è pentimento. Il peccato allora è annullato nella colpa, non nella pena.
"Il corpo mistico non è fatto solo di cellule sane, ma anche di quelle malate, mentre sono malate. Le cellule malate non pretendono di essere considerate sane, ma legittimamente si aspettano una cura, anche se per la medicina al momento non c'è la soluzione definitiva"
Per quanto consta alla cura, leggiamo il Venerabile Pio XII nella sua Mystici Corporis:" ...Poiché non ogni delitto commesso, per quanto grave (come lo scisma, l’eresia, l’apostasia) è tale che di sua natura separi l’uomo dal Corpo della Chiesa. Né si estingue ogni vita in coloro che, pur avendo perduto con il peccato la carità e la grazia divina sì da non essere più capaci del premio soprannaturale, conservano tuttavia la Fede e la speranza cristiana, e, illuminati da luce celeste, da interni consigli e impulsi dello Spirito Santo, sono spinti a concepire un salutare timore e vengono eccitati a pregare e a pentirsi dei propri peccati." Quindi per chi è macchiato di peccato grave la medicina è preghiera e pentimento sotto l'impulso dello Spirito Santo.
Sulla comunione spirituale, il Signore fece vedere la somma importanza di questa devozione a Suor Paola Maresca fondatrice del convento di S. Caterina da Siena a Napoli, mostrandole due vasi, uno d'oro in cui erano contenute le comunioni sacramentali, uno d'argento nel quale c'erano quelle spirituali. Poiché nella comunione spirituale l'anima si unisce a quella di Cristo e per suo tramite alla S.ma Trinità, è evidente che perché ci sia tale Santa unione non deve esserci traccia di peccato, almeno di quello mortale nell'anima desiderosa di tale unione spirituale.
E qui ritorniamo al punto sopra riportato: il peccato lo toglie solo il Signore, ma previo nostro pentimento, da Lui ispirato ma da noi liberamente accettato. Pentimento, quindi conversione, quindi imbocco della Via.
Ecco allora che non si tratta di "impedire a chi è più appesantito dalla croce di giungere alla meta", ma anzi si tratta di spiegare loro come fare per raggiungerla senza travisamenti ed illusioni o scorciatoie.
Puntualizzo infine che la croce è il mezzo per espiare i peccati, non i peccati medesimi, quindi dipingere chi vive una situazione di adulterio pubblico, conclamato e continuato come "più appesantito dalla croce" è ingannevole.
Avrete provato a definire la natura della comunione spirituale: un sacramento, un sacramentale, un esercizio di pietà? Magari qualche sacerdote che legge può aiutarci.
Stabilito questo, le conclusioni, anche per i divorziati, vengono da sé.
“Gesù mio, io credo che sei realmente presente nel Santissimo Sacramento.
Ti amo sopra ogni cosa e ti desidero nell' anima mia.
Poiché ora non posso riceverti sacramentalmente,
vieni almeno spiritualmente nel mio cuore.
Come già venuto, io ti abbraccio e tutto mi unisco a te; non permettere che mi abbia mai a separare da te
Eterno Padre, io ti offro il Sangue Preziosissimo di Gesù Cristo in sconto dei miei peccati,
in suffragio delle anime del purgatorio e per i bisogni della Santa Chiesa.”
E’ il testo della nota preghiera per la comunione spirituale. Cosa intende quando dice “poiché ora non posso riceverti sacramentalmente”?
Ciò che mi sorprende non è tanto la constatazione del male presente nella Chiesa, né che ci sia qualche lupo travestito da agnello. Ciò che maggiormente mi colpisce, mi scandalizza e mi disgusta è il silenzio dei vescovi di fronte a questa deriva dottrinale che sta assumendo toni sempre più drammatici. Sono rimasti pochi laici a gridare "Vergogna!" mentre i pastori tacciono. Si preoccupano solo di mantenere i loro privilegi e in questo modo dimostrano di essere solo lontanamente parenti di coloro che diedero la vita per Cristo. Non si rendono conto che se verrà approvata la Comunione ai divorziati (in palese contrasto con la Parola chiarissima di Cristo), oltre al rischio di uno scisma, ci saranno anche catastrofi naturali: terremoti, inondazioni e chissà cosa... In quel giorno si battano il petto, perché chi ha taciuto ha acconsentito all'errore.
E’ il testo della nota preghiera per la comunione spirituale. Cosa intende quando dice “poiché ora non posso riceverti sacramentalmente”?
C'è anche il caso di avere impedimenti (salute o altro) a partecipare alla Santa Messa...
http://radiospada.org/2014/05/bergoglio-deporra-una-corona-sulla-tomba-di-theodor-herzl-fondatore-del-sionismo/
Siccome la comunione spirituale differisce da quella sacramentale è evidente che essa non è un sacramento, ma tuttavia è chiamata "comunione", cioè eucaristia, ringraziamento, lode, adorazione e unione al sacrificio redentivo di Cristo.
Questo non è vietato/impedito al peccatore, proprio perchè la sua condizione è la più adatta a chiedere questa pietà, anche se resta inadatta al sacramento, in quanto il "segno" colliderebbe con la realtà che sta vivendo e che non è (ancora) in grado di sanare.
Tuttavia la comunione spirituale è "vera" nell'intenzione di chi la compie, a prescindere dalla condizione "pratica" in cui la si compie, come altri sacramentali come la benedizione, il segno di croce e lo stesso esorcismo... che vengono impartiti anche a chi non è "in grazia di Dio".
Che "l'intenzione" colmi le lacune della "condizione" è vero anche in altri sacramenti: l'unzione degli infermi si dà validamente anche a persone prive di coscienza o già in coma; il battesimo lo ricevono piccoli che ricevono il dono della fede da altri).
Ritengo che si possa riflettere insieme su questi punti:
1) perchè si vuol fare della comunione spirituale un sacramento quando non lo è, equiparando cose differenti?
2) perchè non si capisce che la comunione spirituale spaventa i modernisti, che la snobbano per non dover fare i conti con una soluzione già esistente, dato che mirano (mondanamente) a snaturare un paio di comandamenti e buone fette di dottrina?
Che non posso (oggettivamente) comunicarmi, perché manca l'Eucaristia o il prete, oppure non sono in tempo per confessarmi, oppure npn sono nemmeno in chiesa. Se dicessi: "sono in situazione moralmente peccaminosa e voglio rimanerci" con che ardire potrei chiedere al Signore di visitarmi? Al limite, con onestà, potrei chiedere la forza di pentirmi e cambiare vita.
Giustamente (e chiedo scusa per la licenza), la Chiesa non "fa" la verità, perchè è la Verità a fare la Chiesa... Intendevo però che la Chiesa oggi è sfidata in un modo davvero subdolo dal Nemico e deve reagire in modo ispirato, evitando il trabocchetto di incartarsi sulla legge che non salva e che renderebbe inutile la novità cristiana.
Sono i modernisti a inseguire condoni e leggine, amnistie e rivoluzioni con tutto l'armamentario degli azzeccagarbugli, compreso l'ignobile e ipocrita manfrina sulla pastorale che non sconfessa la dottrina, ma rivede le prassi...
Personalmente non sono un peperone, non sono un viso inespressivo e nemmeno un intristito, malgrado lo scempio che mi tocca vedere: non voglio nemmeno essere una facile preda di questi "teneroni" facili al commissariamento e alla rimozione di chi "chiacchiera"...
Perciò, pescando dalla secolare Tradizione, cerco di vedere alternative alle sofisticazioni che mi vorrebbero propinare come genuino Santo Spirito.
La comunione spirituale è una pratica devota che si può compiere anche più volte al giorno e in qualsiasi luogo: credo che il "non poterti ricevere sacramentalmente" vada inteso soprattutto in questo senso. Di per sé non sarebbe un sostituto della comunione sacramentale per chi è in stato di peccato (che sarebbe tenuto a confessarsi al più presto), ma in casi particolari...
Si pui' non essere nelle condizioni di ricevere sacramentalmente la S. Comunione anche senza essere in peccato mortale, ad esempio non essendo a digiuno. Quando io mi trovo in questa situazione io mi comunico spiritualmente con l'Anima di Gesu'.
Marco
da oggi sono permessi i matrimoni omosessuali in Oregon e Pennsylvania. Sono diventati 19 gli stati degli USA dove questi matrimoni sono legali.
Vera
La domanda non era retorica.
In ogni caso, la comunione spirituale si può fare sia assistendo alla Messa sia fuori dalla Messa.
Per fare una pratica devota occorre essere in grazia? Per recitare un rosario, ricevere una benedizione, segnarsi con l'acqua santa?
Invocare il Signore perché si unisca all'anima nostra può dirsi vietato a chicchesia? E il Signore non è forse sovrano nell'aderire o meno ad un'anima, se questa è più o meno sincera?
Con questa faccenda non ci stiamo occupando indiscretamente del foro interno, quello più profondo? Non rischiamo di infilarci in una casistica non risolutiva?
La comunione spirituale non è un sacramento. E non deve essere trattata da tale.
Il peccatore non può ricevere il sacramento. Ma resta un membro della Chiesa, "unito a Cristo, Capo del Corpo mistico, almeno mediante la fede e la speranza", come scrive Ott. E Dio è geloso della sua anima.
Gentile Sig. Pedranzini,
apprezzo molto la sua articolazione punto a punto e provo a fare altrettanto
1) "il battesimo imprime il "carattere", cioè un segno spirituale indelebile"...
-Converrà con me che è molto astratto: mi presenterò al Giudizio battezzato e mi sentirò dire: vedo che te ne sei fatto un baffo del dono (talento) ricevuto... Complimenti! Però hai diritto a due punti in più nell'assegnazione delle case popolari...
2) La conversione significa inversione di rotta quindi camminare etc.
-Vero: Solo che, con realismo, c'è necessariamente un tempo (a volte lungo, tormentato, faticoso) tra il pensare alla necessità di cambiare rotta e il riuscire a farla: niente automatismi, la conversione (salvo casi eccezionali, come San Paolo) non è un bottone magico che in clic proietta in un'altra dimensione, come nei film.
3) " Quindi per chi è macchiato di peccato grave la medicina è preghiera e pentimento sotto l'impulso dello Spirito Santo.
-Vero: ottimo Pio XII (non c'è totale separazione, malgrado le peggiori nefandezze commesse). Proprio per questo la comunione spirituale, che è essenzialmente una preghiera, è così preziosa a iniziare il percorso verso un pentimento capace di gesti coraggiosi.
4) il peccato lo toglie solo il Signore, ma previo nostro pentimento,
-Vero: vogliamo permettere di iniziare a farlo o è vietato finchè non si sono ottenuti tutti i visti e pagati i tributi stabiliti dall'articolo ics, comma ter, cavillo bis?
5) dipingere chi vive una situazione di adulterio pubblico, conclamato e continuato come "più appesantito dalla croce" è ingannevole.
-se non è "una croce" non essere in grazia di Dio, ditemi voi che cosa lo è!
http://www.corrispondenzaromana.it/cio-che-dio-ha-unito/
De Mattei è abbastanza cattolico e preparato, o è un infiltrato dei servizi segreti ortodossi?
"Kasper cita a questo punto una dichiarazione per la Dottrina della Fede del 1994 secondo cui i divorziati risposati non possono ricevere la comunione sacramentale, ma possono ricevere quella spirituale. Si tratta di una dichiarazione in linea con la Tradizione della Chiesa. Ma il cardinale fa un balzo in avanti, ponendo questa domanda: “Chi riceve la comunione spirituale è una cosa sola con Gesù Cristo; come può quindi essere in contraddizione con il comandamento di Cristo? Perché, quindi, non può ricevere anche la comunione sacramentale? Se escludiamo dai sacramenti i cristiani divorziati risposati (…) non mettiamo forse in discussione la struttura fondamentale sacramentale della Chiesa?”.
In realtà non c’è nessuna contraddizione nella prassi plurisecolare della Chiesa. I divorziati risposati non sono dispensati dai loro doveri religiosi. Come cristiani battezzati sono sempre tenuti ad osservare i comandamenti di Dio e della Chiesa. Essi hanno dunque non solo il diritto, ma il dovere di andare a Messa, di osservare i precetti della Chiesa e di educare cristianamente i figli. Non possono ricevere la comunione sacramentale perché si trovano in peccato mortale, ma possono fare la comunione spirituale, perché anche chi si trova in condizione di peccato grave deve pregare, per ottenere la grazia di uscire dal peccato. Ma la parola peccato non rientra nel vocabolario del cardinale Kasper e mai affiora nella sua relazione al Concistoro. Come meravigliarsi se, come lo stesso papa Francesco ha dichiarato lo scorso 31 gennaio, oggi “si è perso il senso del peccato”?"
"da oggi sono permessi i matrimoni omosessuali in Oregon e Pennsylvania"
Se il CATECHISMO MAGGIORE (e non l’arbitrio mio o di qualcun altro magari subito tacciato di fondamentalismo) afferma esplicitamente (cioè senza troppi ingannevoli svolazzii di parole) che un “matrimonio civile” (presumendo ovviamente tra un uomo e una donna) non e’ un vero matrimonio davanti a Dio (vedasi il n. 853 qua sotto citato, e per quanto riguarda le conseguenze spirituali del caso vedasi anche il n. 854 successivo), figuriamoci tutto il resto…
853. Basta per un cristiano fare il solo matrimonio ossia contratto civile?
Per un cristiano, NON BASTA FARE IL SOLO CONTRATTO CIVILE, perché questo non è sacramento, e quindi NON E’ VERO MATRIMONIO.
854. Se gli sposi convivessero tra loro col solo matrimonio civile, in che condizione si troverebbero?
Se gli sposi convivessero tra loro col solo matrimonio civile SAREBBERO IN ISTATO DI CONTINUO PECCATO MORTALE, e LA LORO UNIONE RESTEREBBE SEMPRE ILLEGITTIMA INNANZI A DIO E ALLA CHIESA.
-se non è "una croce" non essere in grazia di Dio, ditemi voi che cosa lo è!
Definire "una croce" non essere in grazia di Dio, mi pare improprio.
Diciamo che è una dis-grazia e un dis-ordine... è certo causa di sofferenza, spesso dilazionata e neppure collegata al peccato.
Ma credo che una "croce" può essere una situazione di sofferenza, di impotenza, che si subisce o ci si assume e, se la si assume, è per fede e per grazia.
Ma in verità, tutti quelli in peccato mortale che fanno un communione spirituale non riceve niente senza la dispozione e il proposito forte di pentimento...
e quando lo fa, ricevano subito la grazia per andare a confessarsi e lasciar il partner in peccato...
quelli che non fanno, non hanno fatto in verità un communione spirituale, anche se hanno sperimentato qualce sentimento di consolazione...
Romano
@ Romano
Appunto, foro interno.
ho l'impressione che tralcio, per aver scelto quel nick, sia uno che vorrebbe (velleitaria e pia illusione, mai concretizzata) essere tralcio ben vivo attaccato alla Vite che è Gesù, ma non è tanto sicuro di esserlo, teme proprio quella parola di Gesù che ammonisce coloro che diventano tralci staccati a causa del peccato, e si seccano e muoiono.....
Ma si illude se pensa che basti la comunione spirituale a farlo rimanere unito al Signore: potrebbe rimanere "tra color che son sospesi" fino alla fine della vita , senza decidersi alla conversione. E chi ci assicura che vivremo ancora fino a domani ?
circa la sofferenza che deriva dallo stato di peccato, gli vorrei dire: ce la cerchiamo noi, ed essa non ha alcun valore agli occhi di Dio finchè non si tolgono i piedi dal peccato.
Potrà essere valida solo la sofferenza di EVITARE il peccato e fuggire la tentazione, il dolore di abbandonare una cosa o persona a cui si era attaccati in modo peccaminoso. PER questo Gesù dice :
Io sono la vite vera e il Padre mio è l'agricoltore. Ogni tralcio che in me non porta
frutto, lo taglia, ed ogni tralcio che porta frutto, lo pota, perché porti più frutto.
Se si vuol essere uniti a Gesù (la Vite) bisogna lasciarsi potare= staccare dal peccato, e senza perdere tempo, con tutto il dolore necessario che comporta un intervento chirurgico che fa bruciare e lamentare la psiche e la carne, mentre l'anima se ne giova grandemente, tornando in Grazia se viene liberata dalla causa di peccato.
Gesù ci dice:
"Chi ama la sua vita la perderà e chi la perde per amore mio la ritroverà".
Bisogna essere disposti a perdere TUTTO, per rimanere nel suo amore, che è il Bene più grande anche della vita stessa.
Ma i Santi non ci insegnano più nulla oggi ?
ricordo a Tralcio quel giovane santo che diceva:
LA MORTE ma non peccati !
(S. Domenico Savio)
Lui sì che amava il Signore. Noi amiamo molto di più la nostra carne e i nostri progettini pieni di peccati ripetuti e irrinunciabili, fino alla morte.
occorre una precisazione:
Gesù dice che "ogni tralcio che non porta frutto" (colui che rimane nel peccato) Dio "lo taglia via", lo recide da sè, e così farà alla fine con quelli che lo rifiutano ostinatamente peccando senza mai pentirsi, li manderà eternamente via da sè all'inferno;
-mentre i tralci che già portano frutto (coloro che vivono in Grazia, ma non ancora avviati a perfezione) li pota, cioè li fa soffrire, impone loro prove di Fede e di amore a Lui, -specie PRIVAZIONI di soddisfazioni materiali o sensibili o sociali o affettive- affinchè si purifichino come oro in un crogiolo e si santifichino, amando Lui con sempre maggior fervore e distacco dalle creature, (amate solo per amor suo e a Lui tutte subordinate) quindi portino sempre maggiori frutti di Grazia, per sè per gli altri e per la maggior gloria di Dio.
Ripeto che la Comunione spirituale , pur non essendo un Sacramento (e neppure un sacramentale), è una vera propria unione con Cristo. NON E' UNA SEMPLICE PREGHIERA.
Ma allora non si può pretendere di essere uniti a Cristo quando, nello stesso tempo, si vuole continuare ad offenderLo gravemente col peccato, senza un vero e serio proposito di non commetterlo più. Quindi proporre la Comunione spirituale ai divorziati 'risposati' (ma ciò riguarda anche altre situazioni in cui chi pecca NON VUOLE abbandonare il suo peccato) è assurdo.
Vogliono essere uniti a Cristo? Allora abbandonino il peccato. Vogliono continuare deliberatamente a peccare? Allora non pretendano di essere uniti a Cristo.
Non si tratta di leggi e legacci farisaici astrusi e paralizzanti, ma di semplice realtà delle cose.
Ho già detto poi che ciò che devono fare in questo caso è pregare: pregare per avere la forza di uscire dallo stato di peccato continuato in cui si trovano, che NON E' UNA CROCE MA UN'OFFESA ALLA CROCE.
E che senso ha dire “Poiché ora non posso riceverti sacramentalmente, vieni almeno spiritualmente nel mio cuore” quando nello stesso tempo si è decisi a continuare ad offenderLo?
- Di conseguenza, l'espressione "poiché ora non posso riceverTi sacramentalmente" della preghiera sopra riportata non sta ad indicare l'impedimento causato dall'essere in peccato mortale, bensì - come già indicato da altri - un'impossibilità fisica (lontananza dalla chiesa, malattia, ecc.) o canonica (non essere digiuno da almeno un'ora, secondo le attuali disposizioni).
Per il resto, faccio mie le esortazioni di 'Una sola Fede' a studiare il Catechismo 'ad parochos' del Concilio di Trento, e quello Maggiore di San Pio X (testi disponibili anche sul web): ne guadagnerà la solidità e la chiarezza della formazione dottrinale ed anche logica, ancor più necessaria in questi momenti di sbandamento e di confusione generali. Poi, naturalmente, si potrà eventualmente approfondire con testi più ampli e specifici. Ma le basi sono necessarie.
PS: immagino che il prof. De Mattei si allinei a quanto detto dalla Congregazione della Fede nel documento da lui citato: ma quella è la dottrina dell'allora card. Ratzinger (un neomodernista, seppur 'moderato') e non quella della Chiesa. Sfido chiunque, de Mattei compreso, a riportarmi un qualsiasi documento ante 1958 che autorizzi, anzi che solo concepisca una simile assurdità.
"Per fare una pratica devota occorre essere in grazia? Per recitare un rosario, ricevere una benedizione, segnarsi con l'acqua santa?"
- la Comunione spirituale non è una pratica devota nè una preghiera nè un sacramentale: è una vera e propria unione con Dio, che presuppone dunque lo stato di grazia.
"Invocare il Signore perché si unisca all'anima nostra può dirsi vietato a chicchesia? E il Signore non è forse sovrano nell'aderire o meno ad un'anima, se questa è più o meno sincera? Con questa faccenda non ci stiamo occupando indiscretamente del foro interno, quello più profondo?"
- Appunto, occorre che l'anima sia sincera nel suo pentimento e nella sua volontà di staccarsi dal peccato mortale. Cosa che non avviene in coloro che vogliono continuare a convivere nell'adulterio o nel concubinato. Il foro interno poi lo giudica il sacerdote confessore basandosi sugli indizi esterni di pentimento, presenti o assenti.
"La comunione spirituale non è un sacramento. E non deve essere trattata da tale. Il peccatore non può ricevere il sacramento. Ma resta un membro della Chiesa, "unito a Cristo, Capo del Corpo mistico, almeno mediante la fede e la speranza", come scrive Ott. E Dio è geloso della sua anima."
- La Comunione spirituale è un'unione con Cristo. La volontà di continuare a peccare gravemente impedisce però che questa comunione si realizzi.
Il peccatore, se non scomunicato, eretico o scismatico, resta membro MORTO della Chiesa. Ciò non gli impedisce di ricevere aiuti spirituali dalla Comunione dei Santi, ma non gli serve a nulla finchè non decide di staccarsi dal suo peccato, cosa a cui tende appunto l'aiuto spirituale suddetto. E Dio è geloso della sua anima, ma non potrà salvarla nè esserle unito se l'anima stessa non vorrà farsi salvare ed unirsi a Lui, rinunciando al peccato.
Spero che sia chiaro, non vorrei stare a ripeter le stesse cose all'infinito.
Per favore - ve lo chiedo per favore - prima di scrivere studiate almeno il Catechismo.
il pentimento sarebbe reale anche in presenza di una situazione che oggettivamente non lascia spazio alla conversione "di stato",
NO. Non ci siamo proprio....e che significa "conversione di stato"?
ah...praticamente quella di uno che dice :" per come mi vedete vivere io non sono pentito, però dentro di me lo sono, ve lo assicuro...." e tranquillo continua a peccare come sempre tanto gli basta "essere pentito dentro" non fuori cioè con le AZIONI!
dunque una presa in giro di se stesso, degli altri e pure di Dio, che si ritiene "raggirabile" dalle nostre circonlocuzioni di comodo, dette pure in politichese.
Il pentimento E' reale -esiste- solo quando ci si converte realmente, non peccando più di fatto, cioè FUGGENDO le tentazioni al peccato, non cercandole ed assecondandole !
Fino a che si continua a peccare non c'è alcun pentimento, ma solo una tremenda autoillusione, magari favorita da un sacerdote compiacente col peccato, e oggi purtroppo costoro stanno aumentando. E si arriva a credere che il Signore ci ama così come siamo e non pretende che rinunciamo al peccato.
Terribilmente diseducativa è stata quella preghiera circolante da anni
"Amami così come sei" che fa credere a tutti di poter amare Gesù restando peccatori incalliti e che la condizione di peccatore sia uguale precisa a quella del santo: pseudodemocrazia applicata alla vita soprannaturale, aberrazione derivata dalla 68ina pretesa del "diritto al 6 politico" e alle promozioni obbligate per tutti, senza alcun merito (un po' come le ultime due canonizzazioni, e quelle che verranno....)
Dopo avere appoggiato e applaudito l'intervento di Amicus, considerando che:
Il peccato mortale è una TRASGRESSIONE della divina legge, per la quale SI MANCA GRAVEMENTE ai doveri verso DIO, verso IL PROSSIMO, verso NOI STESSI.
(Catechismo Maggiore, n. 951)
E che:
Oltre la gravità della materia per costituire un peccato mortale si richiede la PIENA AVVERTENZA di tale gravità e la DELIBERATA VOLONTA’ DI COMMETTERE IL PECCATO.
(n. 954)
…si può dire che il peccato mortale più che una “croce”(che è ben altra cosa, come bene spiega mic e come rincara la dose Amicus) è causa di un disastro, di una vera catastrofe spirituale che ci AUTOINFLIGGIAMO trasgredendo gravemente la Legge di Dio con “piena avvertenza e deliberata volontà”, e gravemente mancando quindi verso di Lui, verso il prossimo e verso anche NOI STESSI.
E in che senso il peccato mortale è causa di catastrofe spirituale?
“Si dice mortale perché dà MORTE ALL’ANIMA, col far perdere la grazia santificante, che è la vita dell'anima, come l'anima è la vita dal corpo”.
(n. 952)
“IL PECCATO MORTALE
-priva l'anima della grazia e dell'amicizia di Dio;
-le fa perdere il paradiso;
-la priva dei meriti acquistati, e la rende incapace di acquistarne dei nuovi;
-la fa schiava del demonio;
-le fa meritare l'inferno, ed anche i castighi di questa vita.
(n. 953)
E cosa dobbiamo fare se si pecca mortalmente, rischiando la salvezza?
-Il sacramento della Penitenza è NECESSARIO PER SALVARSI a tutti quelli che dopo il Battesimo hanno commesso qualche peccato mortale.
(N. 691)
-Il confessarsi spesso è cosa ottima, perché il sacramento della Penitenza, OLTRE AL CANCELLARE I PECCATI DA’ LE GRAZIE OPPORTUNE PER EVITARLI IN AVVENIRE.
(N. 692)
-Il sacramento della Penitenza ha virtù di rimettere tutti i peccati per molti e grandi che siano, PURCHE’ SI RICEVA CON LE DOVUTE DISPOSIZIONI.
(N. 693)
Mi dispiace e mi scuso se tendo a ripetere talvolta gli stessi fondamenti della nostra fede, ma se i segnali che giungono sono quelli che sono anche su questo blog e tendono talvolta, magari pure senza volerlo, a ingenerare gravemente una certa confusione in chi legge (vedasi per tutti il post di oggi di "lettrice confusa" delle 16.08 cui mi ero permesso di rispondere poco dopo), uno si vede responsabilmente costretto a ricordarli...
...ah, e ottimo pure l'intervento di Anonimo delle ore 23.07!
Une des plus belles et des plus émouvantes prières de la tradition catholique est certainement l'"Anima Christi", faussement attribuée à saint Ignace de Loyola, et qui remonte en fait au haut Moyen Âge.
Elle est de celles qui nourrissent le mieux, à mon humble avis, la la piété eucharistique et la faim de communion spirituelle.
Elle est elle-même communion spirituelle.
Pour ma part, étant privé de la Sainte Messe depuis tant d'années, je la récite tous les jours.
En voici la transcription en italien :
:
Anima di Cristo, santificami,
Corpo di Cristo, salvami.
Sangue di Cristo, inebriami,
acqua del costato di Cristo, lavami.
Passione di Cristo, fortificami.
Oh buon Gesù, esaudiscimi.
Nelle tue piaghe, nascondimi.
Non permettere che io sia separato da Te.
Dal nemico difendimi.
Nell'ora della mia morte chiamami,
e comandami di venire a Te,
Perché con i tuoi Santi [e tuoi Angeli] ti lodi,
nei secoli dei secoli.
Amen.
http://it.wikipedia.org/wiki/Anima_Christi
Penso che chi è in peccato mortale possa fare un atto di comunione spirituale condizionato: "O Signore, ora non ti posso ricevere, perché sono un peccatore; ma come vorrei avere la tua amicizia, e nutrirmi del tuo corpo e del tuo sangue!" E certo il Signore non è insensibile a questo desiderio.
Maso
L'argomentazione che la comunione spirituale configura la stessa cosa di quella sacramentale, è proprio quella usata dal card. Kasper per dire "ma allora perchè non stc etc".
Una premessa sbagliata inficia tutto il resto, ma l'abilità del mistificatore consiste nel sorvolare abilmente su questa forzatura, per far sembrare "inevitabile" tutto il ragionar che ne consegue...
E' un po' come certi "ottimismi" dati aprioristicamente per scontati, dando del profeta di sventura a chi li dovesse giudicare avventati...
Misteri di chi "studia il catechismo" e poi dice le stesse cose di chi lo vorrebbe cambiare...
Come può succedere che si pensi di poter dare impunemente ai peccatori il preziosissimo sangue di Cristo?
" Il grande P. Pio, invece, come accennavo poc’anzi, non smetteva mai di ricordarlo ai suoi figli spirituali, soprattutto ai sacerdoti. Uno di essi, don Domenico Labellarte, pugliese di Bari, ha raccontato che una sera del 1947, durante l’ottava del Corpus Domini, mentre stavano leggendo l’ufficio delle letture, il santo di Pietrelcina intervenne per commentare una frase di S. Giovanni Crisostomo: “Sanguis Eius exquiretur ex manibus eorum” (Il suo sangue sarà richiesto dalle loro mani). «Hai capito, figlio mio?», domandò il frate con le stigmate. «Il sangue di Gesù sarà richiesto dalle mani di noi sacerdoti se avremo dato l’assoluzione a chi non dovrebbe riceverla (…). Attento, figlio mio!». "
“Alla Chiesa appartengono non solo membri santi, ma anche peccatori. Sentenza certa […] S. Agostino difese la dottrina tradizionale della Chiesa contro i donatisti, richiamandosi alle parabole di Cristo. La dottrina secondi cui chi è colpevole di peccato grave cessa di essere membro della Chiesa, conduce alla negazione della visibilità della Chiesa stessa, perché la presenza o la mancanza dello stato di grazia non è visibile all’esterno. La ragione intima per cui il peccatore continua a far parte della Chiesa consiste nel fatto che egli è ancora unito a Cristo, Capo del Corpo mistico, almeno mediante la fede e la speranza”. L. Ott, Compendio di teologia dogmatica, parte II, capitolo IV, § 16.2, "Chiesa e peccato".
Lodovico Ott sostiene come sentenza certa che il peccatore è ancora unito a Cristo (che ovviamente non significa in stato di grazia). Ma evidente anche Ott e tutte le sue fonti scritturali e patristiche (nonché de Mattei) sono affetti da cripto-modernismo.
Qui si afferma seriamente che un peccatore non possa neppure cercare l'unione spirituale, non sacramentale, con Cristo attraverso una preghiera della Chiesa. Tira un'aria gelida di giansenismo.
Direi che per oggi ho già assunto una dose sufficiente di cyber-teologi.
Torno alla realtà. Alla prossima.
È necessaria una corretta sintesi. Non possiamo più dare per scontati neppure i più elementari elementi della nostra fede. Appena riesco, la pubblicherò.
Intanto vi ringrazio per essere intervenuti con tanta partecipazione e aver dato preziose indicazioni.
Per favore, commentatori anonimi confusi, evitiamo di confondere ulteriormente le idee, attribuendo premesse sbagliate a chi non sono state attribuite e sventolando proclami sulle prescrizioni, che è bene conoscere ma che, se centrate solo sulla "giustizia", diventano "moralismo" e sono solo l'altra faccia della misericordia senza giustizia di Bergoglio & C.
Tanto per chiarire a chi continua a ironizzare sul mio ultimo post, Amicus NON è un moralista. Così come non è un moralista una sola fede...
Moralista non è chi - e giustamente - ricorda i principi.
Moralista è chi insiste solo su quelli senza fornirne le ragioni, riproponendoli in maniera ossessiva.
Sì, però abbiate pazienza. ricordiamo l'inizio, altrimenti ci si perde nei meandri del si dice si pensa ecc...
Qua è nato tutto da una domanda di mic:
"Si può essere tralcio viridans della Vite e membro integrato nel corpo mistico di Cristo, SENZA il pentimento e la conversione conseguente?"
a cui è stata data questa risposta da tralcio:
"Dico che si può, perchè una pratica devota e consapevole della COMUNIONE SPIRITUALE"
Ora, mi chiedo (ma la domanda è evidentemente retorica): che tipo di COMUNIONE si può mai realizzare con Gesù Cristo, di fatto, se UNO NON SI E' PENTITO e NON DECIDE VERAMENTE quindi - e come potrebbe senza prima un profondo pentimento? - di cambiare strada, cioè di convertirsi?
Mi pare evidente che non ci sia in tal caso ALCUNA intenzione di essere in unione con Lui!
Se poi si esamina una delle formule più note per fare la Comunione spirituale, ad un certo punto si può leggere, tra le altre frasi, questa:
"[...]TI AMO SOPRA OGNI COSA
e ti desidero nell'anima mia.
Ora non posso riceverti sacramentalmente,
vieni almeno spiritualmente nel mio cuore.
COME GIA' UNITO A ME,
IO TI ABBRACCIO E TUTTO MI UNISCO A TE[...]"
E si può notare che, dalla prima frase evidenziata
1)se uno davvero ama Dio sopra ogni cosa non può aver commesso peccato mortale SENZA ESSERNE PROFONDAMENTE PENTITO e col vero desiderio di invertire la rotta.
2) e di conseguenza non può quindi essere, finchè non si pente veramente e finchè non si impegna realmente a cambiar passo, NEANCHE MINIMAMENTE NE' PARZIALMENTE UNITO a Gesù (cioè in quel momento è tralcio, membro morto), altro che "mi unisco tutto a te".
Tutto qua, a me e ad altri pare lapalissiano perchè fondato sulla retta dottrina, poi se si vuole portare la discussione all'infinito a questo punto me ne sottraggo...
per tralcio
L'argomentazione che la comunione spirituale configura la stessa cosa di quella sacramentale, è proprio quella usata dal card. Kasper per dire "ma allora perchè non stc etc".
Dire che La Comunione spirituale è un'unione con Cristo. Non significa affermare che è "la stessa cosa" di quella sacramentale.
E' sempre un volgersi verso il Signore con il desiderio e mi pare ovvio che i suoi effetti spirituali debbano dipendere dalle disposizioni interiori e dalla rettitudine con cui è fatta.
Dire che Il peccatore, se non scomunicato, eretico o scismatico, resta membro MORTO della Chiesa. Ciò non gli impedisce di ricevere aiuti spirituali dalla Comunione dei Santi, ma non gli serve a nulla finchè non decide di staccarsi dal suo peccato, cosa a cui tende appunto l'aiuto spirituale suddetto. E Dio è geloso della sua anima, ma non potrà salvarla nè esserle unito se l'anima stessa non vorrà farsi salvare ed unirsi a Lui, rinunciando al peccato.
mi pare la sacrosanta verità: non si può essere (o tornare ad essere) un tralcio "viridans" della Vite se non si abbandona il peccato.
La "comunione di desiderio" può aprire la strada alla grazia e nessuno di noi può sapere come e quando il Signore interviene, così come nessuno di noi, può giudicare il foro interno; ma questo - normalmente - diventa desumibile dalle scelte e dai comportamenti visibili...
Riprendo dall'intervento di Tralcio di ieri, h. 20.44:
1) "il battesimo imprime il "carattere", cioè un segno spirituale indelebile"...
-Converrà con me che è molto astratto: mi presenterò al Giudizio battezzato e mi sentirò dire: vedo che te ne sei fatto un baffo del dono (talento) ricevuto... Complimenti! Però hai diritto a due punti in più nell'assegnazione delle case popolari...
Dalle mie parti questo si dice "buttarla in vacca", che tradotto in modo più elegante è banalizzare. Il carattere che imprime il sacramento non è nulla di astratto visto che si riferisce alla realtà, ancorché quella soprannaturale. E' appunto questa l'importanza dei Sacramenti, segni sacri come ricorda il Tridentino, che indicano con segni esteriori ciò che accade all'anima e nell'anima. Qui non si tratta di intendere il Signore come un ragioniere che fa la somma degli attivi e dei passivi e far passare chi ricorda semplici a basilari nozioni da catechismo minore come dei burocrati dello spirito è operazione a mio giudizio disonesta e fuorviante, ma molto di moda, molto "mondana", per usare un termine tanto caro all'attuale VdR.
2) La conversione significa inversione di rotta quindi camminare etc.
-Vero: Solo che, con realismo, c'è necessariamente un tempo (a volte lungo, tormentato, faticoso) tra il pensare alla necessità di cambiare rotta e il riuscire a farla: niente automatismi, la conversione (salvo casi eccezionali, come San Paolo) non è un bottone magico che in clic proietta in un'altra dimensione, come nei film.
La conversione è la decisione di volgere lo sguardo a Cristo e abbandonare il peccato, rifiutarlo con tutte le nostre forze, con tutto il cuore con tutta l'anima, perché è in questo modo che ci è richiesto di amare il Signore, da Lui stesso.
Questa decisione di fondo può richiedere tempo di maturazione ma una volta presa è presa deve essere irreversibile (chi mette mano all'aratro e si volge indietro non è adatto al Regno di Dio, dice Gesù). Simul justus et peccator è una visione non cattolica.
.... continua
.... prosegue
3) " Quindi per chi è macchiato di peccato grave la medicina è preghiera e pentimento sotto l'impulso dello Spirito Santo.
-Vero: ottimo Pio XII (non c'è totale separazione, malgrado le peggiori nefandezze commesse). Proprio per questo la comunione spirituale, che è essenzialmente una preghiera, è così preziosa a iniziare il percorso verso un pentimento capace di gesti coraggiosi.
Qui rimando agli interventi di Amicus ed altri che condivido e mi paiono sufficientemente esaurienti.
4) il peccato lo toglie solo il Signore, ma previo nostro pentimento,
-Vero: vogliamo permettere di iniziare a farlo o è vietato finchè non si sono ottenuti tutti i visti e pagati i tributi stabiliti dall'articolo ics, comma ter, cavillo bis?
Iniziare a farlo: cioè uno inizia a pentirsi e quanto ci impiega, un giorno, un mese, un anno, dieci, tutta la vita ? e in itinere uno è considerato pentito oppure no? a rigor di logica si direbbe di no, ma allora un inizio di pentimento non è un pentimento totale, manca qualche cosa, cosa non si sa.
Credo ci sia confusione tra pentimento e ascesi, quest'ultima è si un percorso di salita, verso il Cielo, che ha la sua prima tappa nel pentimento.
5) dipingere chi vive una situazione di adulterio pubblico, conclamato e continuato come "più appesantito dalla croce" è ingannevole.
-se non è "una croce" non essere in grazia di Dio, ditemi voi che cosa lo è!
La croce è ciò che colpisce chi di quella disgrazia non ha colpa ed innocente patisce un ingiustizia per la causa della Giustizia, in un'economia di salvezza non comprensibile in una visione semplicemente naturale.
Non essere in grazia di Dio è vivere in peccato mortale, essere morti alla vita soprannaturale, questa non è una croce, in quanto è una situazione che deliberatamente si cerca e si vuole, si desidera, staccandosi dal Signore che è Colui che la Croce l'ha portata e la porta in ogni S. Messa, e quindi è una situazione antitetica alla Croce e ad ogni croce.
Vedo che Marco mi ha preceduta.
Io mi ero ripromessa, fin da ieri, di riprendere questo brano di "tralcio".
Come infatti il Battesimo non è un bollino blu "perenne", che garantisce la presenza dello Spirito santo in noi e la salvezza del battezzato (basta guardarsi in giro),
E' vero che il Battesimo non garantisce la salvezza senza la nostra collaborazione e il cammino e la fedeltà ulteriori. Però imprime il "carattere", che è un'appartenenza: tralcio della Vite a tutti gli effetti, membro del corpo mistico di Cristo. In più dona le virtù teologali e il sacerdozio Battesimale (ovviamente distinto da quello "ordinato"), con tutto quello che si scopre e si vive nel cammino fecondo successivo.
Questo fa del cristiano un "vocato": alla 'configurazione' a Cristo e conseguente funzione e azione nella storia della ecclesiale e collettiva.
Se non si ha chiaro questo e si assimila il mantra che "tutte le religioni sono sullo stesso piano", si continuano a mettere sullo stesso piano anche troppe altre cose...
Scusate il mio essere terra terra, ma perché invece di cercare soluzioni e cure a malattia già conclamata, non si cerca di prevenirla?
Cioè: i cari Vescovi e Cardinali e Prefetti e giù giù fino ai parroci "di campagna", perché non ricominciano ad insegnare che cosa sono i fondamenti della nostra Fede e, nella caso specifico, che cos'è il Matrimonio cattolico ?
Perché, ripeto, sul Matrimonio come sacramento ho imparato di più leggendo qua e là, anche su questo blog (grazie Mic) e ragionandoci su per conto mio, che dal pulpito o dal corso prematrimoniale.
Al Sinodo dovrebbero discute e quindi attuare come insegnare con parole semplici e moderne (cfr Don Buzzi) l'essenza del Matrimonio. Però certo se non credono più manco al "loro" "matrimonio" con al Chiesa...,
RR
Dispiace (per me) notare come mi spiego male: il Battesimo fa la differenza e non è vero che essere o meno battezzati è la stessa cosa, che tutte le religioni sono uguali e via dicendo... mai scritto, mai detto e mai pensato.
Concordo che imprima un'appartenenza e mi sono sforzato di ricordare che non costituisce un'assicurazione.
Concordo anche che "ci convochi", a motivo della fede che ci unisce in Cristo.
E allora dove sta il problema?
In vacca la butta chi si mette a fare i conticini... e si immagina Dio sospeso a metà tra la ragioneria e l'economia aziendale e sta a farci le pulci come un Befera qualunque...
Il Battesimo è una cosa così (potenzialmente) immensa che farne un "biglietto da visita" o una carta di identità è davvero ridurlo a quello che in altre espressioni religiose è un segno esteriore.
Inoltre, considerare l'anima come una cosa a se stante, sospende tutta la grandezza e lo stupore di un Dio che si è fatto uomo per salvare tutta la persona umana dalla corruzione del peccato, carne compresa.
In questa interessante discussione, mio proporre di riferirci al battesimo (come morte a noi stessi) come esempio di un'assenza di automatismi deterministici in ordine alla salvezza, mirava a non immaginare automatismi on/off in merito al percorso di conversione di chi è oggettivamente in stato di peccato e non può accedere ai sacrament, ma ha diritto e deve tuffarsi, con tutto il proprio cuore, nelle non poche opportunità di sentire l'amore di Dio che può sanarlo, tra le quali la comunione spirituale (che è ANCHE una preghiera e la preghiera è un dono di Dio).
Il battesimo è nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito santo, nel segno della croce: ecco perchè è decisivo, per cominciare a fare i conti con la croce che ha visto Gesù sconfiggere satana nella sua più "premiata specialità": la morte. Il battesimo ci apre una via per essere adottati da Gesù, nel Suo regno, invece di rimanere invischiati nel mortifero regno del principe di questo mondo
"Terribilmente diseducativa è stata quella preghiera circolante da anni
"Amami così come sei" "
Un pò come quella frase culto : SII TE STESSO"
Il che nemmeno mi disturba, al contrario, ma essere sé stesso significa conoscersi, conoscere tutte le dimensioni del proprio essere, andare alla propria essenza, essenza che non è la somma di tutti i pensieri, sentimenti, emozioni e sensazioni che abbiamo, che vengono e passano.
Sii te stesso, e chi sei?
Sei figlio-a di Dio, sei amato-a da Lui che ti ha amato per primo, questa "sola" consapevolezza dovrebbe bastare ed essere il faro della vita, consapevolezza che ci fa "correre" da Lui quando cadiamo, quando ci allontaniamo, quando chiudiamo la porta, Signore perdonami, ancora una volta non son degno-a del Tuo Amore.
E qui penso ad un caro amico, divorziato risposato, cattolico praticante, che accetta da anni ormai di non poter comunicare, ancor più ammirevole che nella mia cara Svizzera , e con il suo parroco, potrebbe facilmente saltare il passo.
Ha condiviso con noi il suo turbamento nel seguire le dispute inter-cardinali e le aperture che sembrano disegnarsi nella Chiesa , ma come, ci ha detto, che cosa devo capire, che mi son sbagliato? Che ho sbagliato ad obbedire alla Chiesa?
"So che mi sei vicino anche se non posso ricevere il Tuo Corpo, non Ti ho ascoltato, ho ascoltato me stesso e gli uomini, son caduto, ma non posso piegarTi alla mia volontà, non posso modificare le Tue parole, vengo a Te con i miei limiti, ed io accetto il limite che mi sono imposto con i miei errori, con la mia disobbedienza, con il mio orgoglio.
Non è una punizione ingiusta, è la conseguenza dei miei atti e l`assumo anche se devo soffrire."
Queste sue parole risuonano ancora nel mio cuore.
Ma è altro che viene insegnato, ai cattolici, anche dagl amboni, da sedicenti guide spirituali.
"NON SENTIRTI IN COLPA", altra frase culto, usata e abusata, la colpevolezza è solo una pesante eredità giudeocristiana, al diavolo anche la consapevolezza di aver male agito, la sana e giusta colpevolezza.
Ma dov`è il bene? Dove il male? Libertà è lasciata ad ognuno di avere la sua opinione (sua, veramente?) e di orientare la sua vita in funzione, di quel che giudica bene o male, primato della coscienza individuale.
Non è colpa tua, non sentirti in colpa, sei libero di vivere la vita che vuoi, solo tu sai che cosa è bene o male per te.
Ma come possiamo pretendere che persone a chi è stato ormai inculcato il pensiero che devono essere sé stessi, che sono liberi di agire secondo la loro "coscienza", e la loro concezione di bene e male, che del resto non c`è una nozione assoluta di bene o male ma pensieri e comportamenti diversi e tutti da rispettare e tollerare, come possiamo stupirci che in questa società di libertà e di diritti, dove è stata "persa"= svilita la consapevolezza del male, anche un cattolico senta il bisogno e il dovere di andare a confessarsi, si penti e si impegni a non più cadere, o al meno di tentare di non farlo..., se e quando anche dalla gerarchia, dalla base ai vertici, passa il messaggio che quel che fanno non è male, che tanto Dio perdona tutto e tutti, mai condanna, mai giudica e non esige nulla?
Il messaggio di Cristo tradito da chi dovrebe custodirlo come il Tesoro che è, livellato verso il basso, piegato alle voglie cambianti e volubili degli uomini.
Du questo passo, quali altre aperture possiamo aspettarci?
Durante un incontro presso un Priorato della FSSPX, ho avuto la gioia di ricevere il libriccino di preghiere e canti ad uso interno dei bravi sacerdoti della Fraternità, Editrice ICHTHYS.
A pagina 59 (potete verificare voi stessi) si trova “Amami come sei! Parole incoraggianti di Gesù all’anima”, immediatamente seguita dall’”Atto di confidenza in Dio” di Claude la Colombière.
State decisamente esagerando. Fatevi un sano ritiro a Ecône. E dimenticate Noyon.
State decisamente esagerando. Fatevi un sano ritiro a Ecône. E dimenticate Noyon.
Enrico,
qui sta esagerando lei.
Quell'"Amami come sei" io (insieme alla parte sana della Chiesa) l'ho sempre interpretato non nel senso di "Amami come sei" punto.
Ma nel senso di puoi rivolgerti e me e desiderare di amarmi qualunque sia la tua situazione. Ovvio che questo è un punto di partenza o, meglio, di approdo per un commino diverso e nel Signore.
C'è chi lo ha citato in negativo perché purtroppo è diventato il 'mantra' ricorrente del permissivismo e del pressappochismo superficiale progressista.
Dunque smettiamola di assolutizzare ogni virgola e badiamo al succo delle tante cose profonde e giuste che si sono dette.
In vacca la butta chi si mette a fare i conticini... e si immagina Dio sospeso a metà tra la ragioneria e l'economia aziendale e sta a farci le pulci come un Befera qualunque...
Su questo e su altro ancora concordo.
Ma oggi come oggi dobbiamo fare attenzione a non scambiare chi richiama i principi ineludibili, non per "fare i conticini", ma per riaffermare ciò che in troppi, soprattutto nelle Gerarchie, stanno tralasciando...
Mi pare ci si sia chiariti sul Battesimo che dà la vita soprannaturale, poi noi la possiamo "sciupare", e sul fatto che la conversione non è preclusa a chi è in condizione di morte spirituale in virtù appunto della morte di Cristo. Già in uno dei primi interventi di "Tralcio" egli richiamava l'ottimo esempio del buon ladrone, il quale riconobbe i propri peccati e la giustezza della sua condanna, confrontandola con l'ingiustizia subita da Gesù: una conversione in extermis sicuramente ispirata dal Signore, ispirazione accolta e seguita da una preghiera a Gesù suggellata da un atto di Fede, che gli accredita il tutto come merito garantendogli in virtù di questo la vita eterna. Non era battezzato, il ladrone, ma espresse implicitamente il desiderio di esserlo, quindi le vie della Misericordia sono infinite come Infinito ne è il Largitore; a monte sta il pentimento, anche questo come dimostra l'esempio evangelico, parte (è ispirato) da Dio, poiché da Lui è ogni bene (e il pentimento lo è, anche se può essere doloroso).
Ribadire le verità fondamentali della nostra Fede non è far conticini, anzi, mi pare che sia Amicus che Marco Pedranzini abbiano richiamato queste con grande perizia e acume. E' un momento grave questo, i tempi sono davvero cattivi e anziché soffermarsi e attardarsi a "FAR DI RAGION VAGA MINIERA", cioè elucubrando e rimestando troppo, in questo campo penso sia molto, molto meglio ormai, forse oggi più di sempre, esporre con chiarezza la Dottrina sana e santa, così come spesso esortava a fare San Paolo.
Io so solo che il Signore, a proposito della ASSOLUTA necessità di doversi prima pentire e voler davvero cambire vita PER POI poter unirsi a Lui, fa questo potente richiamo:
-“PENTITEVI/CONVERTITEVI e credete al Vangelo!”,
così come PIETRO intima:
-“PENTITEVI DUNQUE E CAMBIATE VITA, perché siano cancellati i vostri peccati!”
(At 3,19)
… affinché, SOLO dopo questo, NON PRIMA, sia possibile ogni vera comunione (di qualsiasi tipo) con Gesù Cristo.
E l’amare il Signore consiste in primis nell’OSSERVANZA dei Suoi comandamenti (l’ha detto sia Lui stesso sia il Suo Apostolo prediletto -leggansi sotto-, non noi tacciati di bieco moralismo e di essere solo dei “burocrati dello spirito” come osserva acutamente Marco Pedranzini), e non in vaghe sensazioni che oggi ci sono e domani chissà:
1)“CHI ACCOGLIE I MIEI COMANDAMENTI E LI OSSERVA, QUESTI MI AMA”.
(Gv 14,21)
2)in questo consiste l'amore di Dio, NELL’OSSERVARE I SUOI COMANDAMENTI; e i suoi comandamenti non sono gravosi.
(1Gv 5,3)
3)E IN QUESTO STA L’AMORE: nel CAMMINARE SECONDO I SUOI COMANDAMENTI.
(2Gv 1,6)
4)CHI OSSERVA I SUOI COMANDAMENTI DIMORA IN DIO ED EGLI IN LUI.
(1Gv 3,24)
"Terribilmente diseducativa è stata quella preghiera circolante da anni
"Amami così come sei" "
E io esagererei?
E l'anonimo che si è permesso di dire queste cose a Tralcio, non le sembra abbia esagerato?
"ho l'impressione che tralcio, per aver scelto quel nick, sia uno che vorrebbe (velleitaria e pia illusione, mai concretizzata) essere tralcio ben vivo attaccato alla Vite che è Gesù, ma non è tanto sicuro di esserlo, teme proprio quella parola di Gesù che ammonisce coloro che diventano tralci staccati a causa del peccato, e si seccano e muoiono...."
Quanto al succo, ho portato argomenti e fonti, mi pare, non opinioni personali.
Vi agitate troppo per qualche osservazione. E' la solita dinamica littiana del geschlossenen Kreis di senso.
Comunque ho detto quel che dovevo in proposito, e ringrazio per avere pubblicato.
Alleluia, e' vero, la " pretessa" austriaca col"pretino" maritino e' stata scomunicata!!
pensate a che punto sono arrivati per ottenersi la scomunica dall' attuale Papa!
Rr
Enrico,
non discuto sui suoi contributi e argomenti che ho molto apprezzato e apprezzo e di cui sono grata.
Vorrei però mette l'accento sul fatto che questo strumento, per la mancanza dell'empatia data dalla presenza e dagli altri elementi non verbali della comunicazione, che spesso è anche troppo affrettata a non sufficientemente meditata, può facilmente portare a fraintendimenti se si focalizzano alcune cose e se non ci si conosce personalmente.
Lei non ha idea dei proclami moralisti che censuro...
Invito poi sempre ad evitare giudizi sulle persone e preferisco si discuta sulle idee; per cui dispiace anche a me quel che ha quotato.
Ma è bene parlarne e saper fare la cernita, che poi è discernimento, con l'aiuto del Signore.
"L'argomentazione che la comunione spirituale configura la stessa cosa di quella sacramentale, è proprio quella usata dal card. Kasper per dire "ma allora perchè non stc etc".
... Misteri di chi "studia il catechismo" e poi dice le stesse cose di chi lo vorrebbe cambiare..."
Mi sa che qui prima ancora che il catechismo bisognerebbe seguire qualche lezione di logica...
Comunque ecco cosa dice il Catechismo tridentino sulla Comunione spirituale:
" Tre modi di ricevere l'Eucaristia.
Si deve poi insegnare chi siano quelli che sono in grado di ricevere i grandi frutti dell'Eucaristia ora ricordati. È necessario prima di tutto spiegare che ci sono varie maniere di comunicarsi, affinché i fedeli desiderino la migliore. Sapientemente i Padri nostri, come leggiamo nel Tridentino, hanno distinto tre modi di ricevere questo divino Sacramento. [...]
Altri ricevono l'Eucaristia solo 'spiritualmente': sono quelli che, animati dalla fede viva che opera per mezzo della carità (Gal 5,6), si nutrono di questo pane celeste con i desideri e i voti ardenti, riportandone se non tutti, certo i più grandi vantaggi."
Chiaro? La Comunione spirituale è UNA DELLE TRE MANIERE DI RICEVERE LA SS.MA EUCARISTIA. NON E' UNA SEMPLICE PREGHIERA.
Devo metterlo in musica o in versi poetici? Ce la fate a capire?
Segue...
La preghiera controversa più conosciuta a cui si è fatto riferimento è:
"Amami come sei..."
(LOVE ME AS YOU ARE -Jesus speaks to a soul- By Mons. Lebrun, forse diversa da quella citata da Enrico ), dove si leggono passaggi del tipo:
"Se aspetti di essere un angelo per abbandonarti all'amore, non amerai mai.
Anche se sei vile nella pratica del dovere e della virtù, se ricadi spesso in quelle colpe che vorresti non commettere più, non ti permetto di non amarmi.*
In ogni istante e in qualunque situazione tu sia, nel fervore o nell'aridità,
1- nella fedeltà o nella infedeltà, amami... come sei…...
Voglio l'amore del tuo povero cuore; se aspetti di essere perfetto, non mi amerai mai.
2-[segue il punto che ha fatto discutere molti sul quietismo a cui spinge]:
Non sono le tue virtù che desidero; se te ne dessi, sei così debole che alimenterebbero il tuo amor proprio; non ti preoccupare di questo...ecc.
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1- se leggiamo le vite dei santi non troveremo mai che essi credono di amare Dio mentre peccano, cioè nella infedeltà!
2-corrisponde ad una certa scuola di cristianesimo che insegna ai catechizzandi che coltivare le virtù sia segno di superbia (si ritrova in certi movimenti tipo NC, dove tutti hanno l'obbligo di sentirsi peccatori senza rimedio, senza possibiilità di combattere il peccato)
*ma molti (nelle catechesi di alcuni decenni fa) avevano imparato dal Vangelo che Gesù dice:
"Chi mi ama osserva i miei comandamenti", ma forse è una lettura ora sorpassata, secondo questa preghiera tutta centrata sull'amore gratuito di Cristo, il quale in effetti lo è al punto da non chiedere all'anima che lo ama di astenersi dai peccati, perchè lo sforzo di evitare il peccato e corrispondere alla Grazia, -tema di cui la preghiera fa dire solo "ci penso io, faccio tutto io"- impedirebbe all'anima di amarLo...)
si può leggere qui:
https://it-it.facebook.com/note.php?note_id=154173021291020
mi sembra un testo che si presta quantomento a molti equivoci circa il tipo di amore da dare a Nostro Signore, in rapporto alla fedeltà/infedeltà
Ed ecco il commento aquesto proposito del rev.mo p. Huguet:
"La comunione spirituale, raccomandata dal santo Concilio di Trento, è un’estensione vantaggiosissima del Sacramento adorabile della Eucaristia, la quale produce ed aumenta la grazia secondo i gradi di amore e l’ardore dei desideri l’accompagnano.
Anche accade alcuna volta che il frutto della comunione spirituale eguaglia quello della comunione sacramentale, questo ha luogo quando la fede è più viva e il desiderio più ardente. Nostro Signore può, anche senza venire corporalmente nei nostri cuori, comunicarci tutta l’abbondanza delle sue grazie...
Siate dunque costante, o anima devota, a far soventi la comunione spirituale; fate allora un atto di fede, credendo fermamente nella presenza reale di Gesù Cristo nell’Eucaristia; un atto di, amore PENTENDOVI DEI VOSTRI PECCATI, dandogli il vostro cuore, e finalmente un atto di desiderio, invitando Gesù Cristo a discendere nella vostra anima."
http://www.lamadredellachiesa.it/la-comunione-spirituale-del-r-p-huguet/
Chiaro? La Comunione spirituale presuppone i PENTIMENTO DEI PROPRI PECCATI.
Chi volesse deliberatamente continuare a peccare, non può unirsi spiritualmente con Cristo, e ciò per colpa propria.
Ciò che invece può e DEVE fare, è pregare Cristo e la Madonna di aiutarlo a staccarsi dal proprio peccato, a pentirsene con tutto il cuore. Dopo il pentimento sincero, che comprende la decisione di non peccare più, allora quell'anima potrà essere unita spiritualmente a Cristo. Nessuno dice che l'anima non debba invocare Dio, ma lo deve invocare per uscire dal proprio peccato, non per autoilludersi in una falsa prospettiva di salvezza che si autopreclude per la propria ostinazione.
E' chiaro? Dov'è il "giansenismo"? Ma sapete cosa state dicendo, o non ci arrivate, o state 'trollando' così tanto per passare il tempo?
Certo che se perfino nel mondo tradizionalista siamo a questo livello, la crisi attuale nella Chiesa è più che meritata.
Segue...
Infine, per quanto riguarda la falsa argomentazione di Kasper,il suo sofisma non si basa sul suo dire che la Comunione spirituale è una vera unione con Cristo. In questo dice il vero, e il testo sopra riportato lo dimostra: pur essendo ultra-eretico, Kasper, almeno lui, conosce il Catechismo di Trento, a differenza di certi 'tradizionalisti' che girano da queste parti.
Il suo sofisma invece si basa sul dire che chi vuole restare in peccato mortale può fare efficacemente la Comunione spirituale, il che - come ho cercato di far capire - E' FALSO.
E' troppo difficile da capire? Beh, non so cosa fare per voi. Posso solo pregare.
se perfino nel mondo tradizionalista siamo a questo livello...
ma caro Amicus, chi ci garantisce che gli autori delle succitate critiche a lei rivolte siano "tradizionalisti"? o perlomeno come verifichiamo che essi intendano la Tradizione nel senso in cui la intende Amicus, cioè il senso giusto e immutabile ( e non "manipolabile" a piacimento ?)
L'empatia è il mio forte cara MIC, non se ne era accorta?
Ma visti gli ultimissimi post, anche di molti altri direi...
Comunque andiamo pure oltre. La pregherei solo di accettare una certa radicalità concettuale, altrimenti si rischia di fermarsi alla superficie codificata della teologia e usare i catechismi come armi a ripetizione.
Tornando per l'ultima volta nel merito, perché non ne ho davvero più voglia.
La comunione spirituale a cui si riferisce Trento è la medesima di cui parlava san Tommaso. C'entra pochissimo con i termini della questione come qui li avete posti. E' un discorso di altissima spiritualità e pietà, non morale o di disciplina dei sacramenti. Ma non ho voglia di dilungarmi oltre e di documentare per convincere i legisti di Dio. Chi è interessato può vedere I. Biffi, Alla scuola di Tommaso D'Aquino Lumen Ecclesiae, Jakabook, p. 173.
Un'ultima questione: ma se in stato di peccato mortale recito la preghiera per la comunione spirituale, commetto sacrilegio?
Tanto per pensare in termini radicali ...
Il suo sofisma invece si basa sul dire che chi vuole restare in peccato mortale può fare efficacemente la Comunione spirituale, il che - come ho cercato di far capire - E' FALSO.
E' per questo che si è arrivati a chiamarla, nei casi di situazioni di peccato, "comunione di desiderio" - che apre alla grazia e prepara il terreno - ma che non interviene come vera e propria unione, possibile solo quando è rimosso l'ostacolo, cioè il peccato.
C'è tuttavia il rischio che tutto questo possa rimanere a livello di sentimento e di consolazione illusoria... Un sacerdote come guida (a trovarlo secondo il cuore del Signore) è indispensabile per riconoscere i moti dell'animo autentici e accompagnare, sostenere e indirizzare.
1- se leggiamo le vite dei santi non troveremo mai che essi credono di amare Dio mentre peccano, cioè nella infedeltà!
2-corrisponde ad una certa scuola di cristianesimo che insegna ai catechizzandi che coltivare le virtù sia segno di superbia (si ritrova in certi movimenti tipo NC, dove tutti hanno l'obbligo di sentirsi peccatori senza rimedio, senza possibilità di combattere il peccato)
Anonimo,
condivido sui rischi di fermarsi a quell'"Amami come sei", annessi e connessi che ha illustrato.
1. So che non basta dire che personalmente non l'ho mai interpretata in quei modi superficiali perché è un dato soggettivo.
Ma chiunque nella chiesa viva una sana spiritualità ci coglie l'invito pressante del Signore ad aver fiducia in lui e conoscerlo (e dunque cominciare ad amarlo) da qualunque situazione, anche la più lontana e disastrosa. Ma poi non finisce lì, ovviamente, perché è la sua grazia santificante - che purtroppo non si nomina più - che ci trasforma configurandoci a lui, anche se continuiamo a lottare con diversi limiti; ma non inesorabilmente sempre egli stessi, anche se con qualcuno in particolare dovremo fare sempre i conti.
2. E' rischioso, però, anche il discorso opposto di focalizzare primariamente l'attenzione sulla coltivazione delle virtù e sull'ascesi.
E' vero che la virtù diventa un'habitus che non si perde proprio attraverso la pratica e che l'ascesi è necessaria; ma credo che l'accento vada sempre posto sulla motivazione primaria: "lo facciamo per il Signore". E scopriamo e sperimentiamo che, tutto quanto facciamo per il Signore, alla fine si traduce in bene per noi e per tutti.
Intendo dire che l'obiettivo non è l'acquisizione delle virtù, ma glorificare il Signore attraverso l'obbedienza ai suoi comandi che alla fine egli ci scrive nel cuore e non ci rimangono "esterni".
Un'autentica conversione innesca proprio questo processo.
Un'ultima questione: ma se in stato di peccato mortale recito la preghiera per la comunione spirituale, commetto sacrilegio?
Le rispondo per me.
Non sono mai riuscita a recitarla in momenti in cui, pur desiderandolo, non mi sentivo 'degna'. E non mi riferisco a veri e propri "peccati mortali", ma a una mia interiore difficoltà che attribuivo a "resistenza" e dunque a scarsa generosità e apertura nei confronti del Signore.
E' una confessione? Forse. Ma penso che possa capitare: sia la confessione che la resistenza :).
Rileggetevi bene il testo di Amami come sei (un passo per tutti: “Se aspetti di essere un angelo per abbandonarti all'Amore, non amerai mai”). È un portentoso antidoto spirituale sia antipelagiano sia antigiansenista: e di questi tempi ce n’è davvero bisogno.
E che dire dell’Atto di confidenza in Dio di san Claude la Colombière: “Gli uomini possono spogliarmi di tutti i beni e del mio stesso onore; le malattie possono privarmi delle forze e dei mezzi per servirti; col peccato posso smarrire perfino la tua grazia, ma non perderò mai e poi mai la mia fiducia in Te”.
Eretico modernista anche il santo?
Corro ad altri impegni. Alla prossima.
@ Mic
grazie delle precisazioni 17:15
la sua grazia santificante - che purtroppo non si nomina più - che ci trasforma ....
il punto più dolente è qui: non voler più insegnare nè imparare che la Grazia santificante ci trasforma sì, ma solo se noi collaboriamo staccandoci dal peccato con la volontà fattiva, non con un futuro indefinito "cambierò vita....quando mi sentirò in vena ecc."
(pensiamo un attimo a quella espressione in uso nei casi di ritardo pagamento tributi, riferita ai cittadini debitori: "ravvedimento operoso"....)
Credo che abbiamo approfondito molte cose e, più ne parliamo, più emerge la responsabilità - enorme - di chi dovrebbe guidarci e invece ci svia.
Come con semplice efficace realismo dice Rosa, ci vorrebbe che al Sinodo arrivassero alla conclusione che il cuore di tutto è insegnare davvero con parole semplici l'essenza del Matrimonio e della fedeltà e, conseguentemente, della comunione!
Però, se non credono più, loro per primi, al "loro" "matrimonio" col Signore e quindi con la Chiesa...
Beh, Enrico, la tua empatia è davvero notevole :)
ti confesso (ancora!), di essere uscita da un'impasse del tipo detto prima, proprio col far mio l’Atto di confidenza in Dio di san Claude la Colombière...
ma caro Amicus, chi ci garantisce che gli autori delle succitate critiche a lei rivolte siano "tradizionalisti"? o perlomeno come verifichiamo che essi intendano la Tradizione nel senso in cui la intende Amicus, cioè il senso giusto e immutabile ( e non "manipolabile" a piacimento ?)
Anonimo,
amare la tradizione non significa conoscerne tutte le ricchezze e, purtroppo, siamo a un punto in cui ci vengono meno anche alcuni elementi basilari.
Ben venga la possibilità e l'opportunità di parlarne e di accorgersene. E capire di dover stare ancora più in guardia e più in ascolto di chi davvero la custodisce perché non l'ha mai abbandonata...
Per mic e tutti....vi chiedo un po' di attenzione.
Se posso, vi esorto a diffidare di quella preghiera, che a me pare un testo teologicamente sospetto, da prendere veramente "con le pinze"....e lasciarlo perdere, direi.
Intanto osservo, essendo io ignara di quali testi di preghiere usino nella FSSPX, che mi sembra molto strano che abbiano accostato La Colombiere a questo Lebrun che pare sia addirittura...un fake, proprio così, un illustre sconosciuto, e questo elemento già la dice lunga sull'affidabilità del testo !
poi.....date un'occhiata a questo commento in un forum che se n'è occupato:
"....alcuni protestanti lo ritenevano ispirato da Dio, altri temevano che ci fosse una provenienza cattolica che inquinasse la loro religione. Non sapevano che i dubbi che loro si ponevano fossero dubbi che mi sarei posto anch'io come cattolico.
Sto indagando anche sull'autore. Finora ho scoperto che alcuni lo attribuivano a un certo "Mons. Lebrun" ma è strano che nessuno sappia se davvero esiste quest'uomo e se sia un vero monsignore. Io sono più che convinto che un monsignore, se veramente cattolico, non userebbe questi toni da New Age, quindi penso che si tratta di una firma falsa. Oppure Mons non significa monsignore, come qualcuno lo ha tradotto,....etc."
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c'è intorno a questa poesia-preghiera quasi una "questione omerica" su chi sia l'autore, e una telenovela di firme falsamente applicategli come autori....si dice sia di Gabriel Marcel, o chissà chi ancora.
Vorrei che coloro che pubblicizzano simili testi, accostandoli alla preghiera di un santo, che, leggete voi stessi quale delicatezza d'animo mostri, in una fiducia smisurata in Gesù, che non sconfina MAI, dico mai, nella presunzione, ma sempre umile speranza di non perdere l'Amore divino, toni di una purezza e semplicità di cuore (non faciloneria sentimentale) degne di un vero santo..... leggete per confronto l'atto di confidenza di La Colombiere:
http://corjesu-sacrocuoredigesu.blogspot.it/2012/03/preghiera-di-san-claudio-la-colombiere.html
sig. Enrico, non vede, non sente che quella del santo religioso Claude (legato all'apparizione del Sacro Cuore a S. Margherita Alacoque) è tutt'altra musica ?
beh, mi pare che ci vuol poco a distinguere l'oro dai vili metalli, cari blogger, basta un po' di buon senso e "fiuto", ma capisco che ci siano cascati anche sacerdoti odierni, non più formati alla retta Dottrina e retta Fede e sensus della vera devozione.
Ma quelli della FSSPX ? come mai cadono in queste piccole e insidiose trappole, non controllano forse ciò che si dà in alimento ai piccoli ?
questo dubbio gentilmente ce lo potrà chiarire Amicus, o anche annarè, chi li frequenta da tempo e può valutare certe scelte "didattiche".
Io ne starei ben alla larga, specie dopo aver letto le informazioni e valutazioni attente su riferite.
http://www.preghiereagesuemaria.it/sala/amami%20come%20sei.htm
Un testo che invita il peccatore a non smettere di amare Cristo, a confidare solo in Lui per crescere nella virtù, ad avere chiaro avvertimento del proprio nulla.
Riprende vistosamente la spiritualità de L'imitazione di Cristo (altro testo, tra l'altro, di dubbia paternità).
Una vera polpetta avvelenata. Meno male che vigilate voi sulla FSSPX e su noi piccoli.
I doveri mi chiamano, debbo andare.
Buona notte a tutti, con empatia
Enrico
Ps.
"non faciloneria sentimentale"
Sono caduto vittima del sentimentalismo.
Vede cara Mic, c'è speranza che la mia empatia faccia progressi.
Credo che siamo soggetti a monitoraggi e interventi di ogni tipo...
Sta a noi continuare la navigazione, ormai a vista.
Abbiamo un giornale di bordo millenario che ci indica la meta.
E il timone? Per ora, dobbiamo affidarci al Pilota automatico, sapendo che non si addormenta, mai. E comanda ai venti...
Bellissima metafora.
Buona notte a tutti veramente.
"La comunione spirituale a cui si riferisce Trento è la medesima di cui parlava san Tommaso. C'entra pochissimo con i termini della questione come qui li avete posti. E' un discorso di altissima spiritualità e pietà, non morale o di disciplina dei sacramenti."
- Una "altissima spiritualità" indipendente dalla morale e dalla dottrina sacramentale, anche disciplinare, della Chiesa, non è una spiritualità cattolica, ma una pericolosissima autoillusione.
" Un'ultima questione: ma se in stato di peccato mortale recito la preghiera per la comunione spirituale, commetto sacrilegio?"
- Non ci sarebbe un sacrilegio, ma semplicemente un controsenso, e soprattutto sarebbe una preghiera inutile, se non preceduta da un vero dolore perfetto per i peccati commessi,con volontà di distaccarsi dal peccato.
Esempio banale: sarebbe come se, dopo aver insultato pesantemente qualcuno, gli chiedessi di riallacciare i nostri rapporti di amicizia senza prima avergli chiesto perdono. E magari anche con la pretesa di continuare ad offenderlo in futuro. Semplicemente assurdo.
..e con quest'ultimo illuminante intervento di Amicus, che ringrazio di cuore veramente anche per la sua fermezza e passione nel difendere la Dottrina, senza ondeggiamenti, anche io auguro la buonanotte a tutti, sebbene non sappia personalmente con quanta empatia... ;)
Signore Gesù Cristo,
divino Istitutore del Matrimonio-Sacramento,
ti preghiamo:
dona a noi, redenti dal tuo preziosissimo Sangue,
di amare ciò che comandi e desiderare ciò che prometti;
e mentre pellegriniamo in questa vita fugace,
fa' che non siamo come i vagabondi senza meta
nè come gli erranti senza guida,
ma procediamo sicuri verso la tua casa,
detestando ciò che ti offende
e fuggendo da ciò che proibisci.
Così sia.
Blogger don Camillo ha detto...
La Comunione di desiderio è ammessa perchè NON si può fare quella reale, quindi c'è un atteggiamento penitente, la comunione spirituale è fatta per chiedere la forza di una conversione. In ogni caso il tutto nel post di Mic è piegato e argomentato nel modo correttamente cattolico.
Per il resto riguardo ad una ipotetica "assoluzione" per coloro che si sono risposati civilmente vivendo more uxorio con il compagno/a (perchè qui ruota la faccenda), è un parlare inutile, per i pruriti intimi di Enrico VIII si fece uno scisma, se solo si cede un attimo in ambito cattolico su questo tema la Chiesa si ri-spacca in due come un'albicocca matura!
Gesù entrava a casa di tutti peccatori non discriminava solo uomo può vedere erriri d'altri... Guardate se stessi
se non ho capito l'ultimo anonimo, Cristo non discrimina nessuno.
ecco i risultati del versato per voi e per tutti.
quindi quando parlo' della polvere dai calzari , di che parlava?
guardare se stessi non significa coprirsi gli occhi di salame.
non si giudicano le persone ma i peccati che vanno riconosciuti anche nelle vite degli altri. se tutti guardiamo a noi stessi come possiamo aiutare l'altro.
Esattamente d accordo e corretta questa frase:
"La Comunione di desiderio è ammessa perchè NON si può fare quella reale, quindi c'è un atteggiamento penitente, la comunione spirituale è fatta per chiedere la forza di una conversione".
Vorrei far conoscere un intervento che sicuramente chiarirà ogni dubbio sulla Comunione Spirituale. In ogni caso, i divorziati e risposati o per tutti i peccati gravi continuati, è chiaramente inutile fare la Comunione spirituale se non la si riceve con l intenzione di voler essere aiutati a lasciare il peccato.. sarebbe inutile.. ma questo è logico, penso....
Ad ogni modo, questi due video di un bravo sacerdote, Padre Giorgio Maria Farè, saranno molto utili per chiarire i dubbi sulla Comunione Spirituale: (definitivamente):
https://youtu.be/L72DRU4gXCI
https://youtu.be/et1jgXemaMg
Ave Maria!
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