Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

venerdì 23 maggio 2014

Un colloquio per capire cosa sta avvenendo nella Chiesa

Da Il Cammino dei tre Sentieri [qui]. Per l'attendibilità della fonte, oltre al contenuto, basti sapere che che fa capo al Prof. Corrado Gnerre. Ed è per questo che siamo lieti di poter fare da ripetitori in ordine ai temi di indiscussa attualità che troverete sviluppati di seguito, che hanno relazione con l'attuale situazione ecclesiale e con alcuni punti di cui si discute in merito alla vita della Chiesa e al suo insegnamento ordinario. Cose da noi già affermate in ordine sparso nelle nostre puntualizzazioni e denunce, ma qui raccolte in una efficace sintesi. Dunque le propongo come riflessione e orientamento da condividere e amplificare.

Tre precisazioni:
  1. Lo stile utilizzato è quello della domanda-risposta perché più chiaro, più semplice, ma anche più capace di facilitare la memorizzazione.
  2. Lo stile utilizzato è quello di affermare la verità e di confutare l’errore, senza indulgere in polemiche nei confronti di affermazioni singole e di persone in particolare; non perché ciò non sia lecito. Certamente il “rimprovero evangelico” ha una sua legittimità (in alcuni casi perfino doveroso) nei confronti di chiunque (anche nei confronti delle autorità), ma, per evitare equivoci e scandali di sorta, se la polemica diretta non è necessaria, è sempre bene astenervisi.
  3. Lo stile è volutamente semplice e colloquiale. I problemi sono seri, ma la gravità dei nostri tempi sta nel fatto che questi problemi sono problemi di tutti, che si ripercuotono negativamente su tutti, dall’intellettuale al semplice fedele.
D’altronde come Cammino dei Tre Sentieri siamo convinti che la bellezza della Verità cattolica stia anche nella sua semplicità, nella sua misteriosa armonia che la rende sì al di sopra di ogni pretesa della ragione umana di poterla esaurire, ma anche disponibile all’accoglienza di tutti.

Domanda
 Si sente spesso dire che il cristianesimo sia unicamente una “esperienza e che bisognerebbe soprassedere sulla conoscenza della verità. E’ giusto?

Risposta
No, non è corretto parlare in questi termini. Il Cattolicesimo non è riducibile ad esperienza, ma è verità che produce e giudica esperienza. Non è l’esperienza che giudica la verità, bensì è la verità che giudica l’esperienza. Facciamo un esempio molto semplice, se io dico: sono cristiano perché mi sento felice di esserlo … come la mettiamo con il musulmano o con il testimone di geova che può ovviamente rispondere: anch’io sono felice di essere quello che sono? Certamente è importante il riscontro dell’essere cristiano nella propria vita, ma non è determinante. Come abbiamo detto prima, è la verità che giudica l’esperienza, non il contrario.

Identificare Gesù con la felicità non è affatto sbagliato, anzi è verissimo, ma non basta. Cristo è la felicità perché è la Verità. Si sa che oggi non è molto efficace un metodo ben strutturato come quello tomista che parte dalla centralità della verità, mentre può essere più persuasivo quello agostiniano che parte dalle esigenze esistenziali dell’uomo, ma ciò non vuol dire che anche partendo dalle aspettative dell’uomo e dal suo bisogno di senso non si debba poi completare l’annuncio facendo capire la priorità logica della Verità. Facciamo un esempio: l’ideale è vedere un film partendo dall’inizio; ciò non toglie però che lo si può capire anche se si arriva al cinema a proiezione in corso; poi, una volta che lo si vede per intero aggiungendo la parte iniziale a cui si è mancati, la trama diviene comprensibile.

Indubbiamente l’uomo di oggi non è quello del XIII secolo, è un uomo completamente destrutturato che –appunto– deve essere prima di tutto coinvolto attraverso i bisogni esistenziali; ma ciò non toglie –come abbiamo già detto– che una volta utilizzato questo approccio, gli si faccia capire che tutto inizia dalla Verità e tutto ha senso nella Verità.

D’altronde ci si consenta una precisazione. Il metodo de Il Cammino dei Tre Sentieri si pone proprio in questa prospettiva. Il Cammino insiste dicendo che la Verità cattolica non solo è vera ma è anche bella, cioè non solo soddisfa l’intelligenza ma anche il cuore. E’ una sorta di cattedrale di cristallo; “cattedrale” perché è tutto logico, ordinato, consequenziale; “di cristallo” perché questa logicità, ordine e consequenzialità si traducono in una bellezza armonica irresistibile, così come il cristallo sa far risplendere le forme dell’oggetto di cui è materia.

Inoltre, bisognerebbe precisare cosa significa “felicità”. Felicità non è lo stato dell’animo che riconosce che tutto è positivo e che quindi si trova sempre in una condizione di consolazione e di gaudio. Se fosse questa la felicità, i santi avrebbero qualche problema in merito; basterebbe pensare a tutte le prove che contrassegnano la loro vita: desolazioni, notti, tentazioni … la felicità in senso cristiano non è alternativa alla sofferenza ma alla disperazione; la felicità è la pace dell’anima che può e deve coniugarsi anche con l’esperienza delle prove più terribili.
Ma per capire questo –e torniamo al punto iniziale– bisogna che l’esperienza cristiana sia sempre esito del riconoscimento di ciò che è vero.

Domanda
Dunque come dobbiamo intendere l’espressione “vieni e vedi”? Molti oggi dicono che più che fare catechesi, basterebbe “invitare” nelle proprie comunità a vivere l’’esperienza cristiana. Come facevano i primi cristiani.

Risposta
Prima di tutto va detto che ciò che facevano i primi cristiani andrebbe ben chiarito, perché ci sono molti luoghi comuni da sfatare, ma eventualmente su questo ritorneremo più avanti.
Dicevamo: l’espressione “vieni e vedi” potrebbe anche andare bene, ma va correttamente intesa. Certamente il riscontro della vita cristiana sta nelle opere, le quali –lo sappiamo bene– concorrono alla salvezza dell’anima. Ebbene, in quella frase si voleva dire proprio questo: vieni a vedere quanto è diversa la vita dei cristiani rispetto a quella dei pagani; per esempio, quanto è diversa dal modo come trattano le donne, gli schiavi, i bambini … Ecco, prendiamo i bambini: nel mondo pagano era diffusissimo l’infanticidio, cosa che ovviamente fu subito rifiutata dai cristiani. Insomma, la frase “vieni e vedi”, lungi dal voler essere una negazione dell’importanza della verità, era piuttosto l’attestazione e la dimostrazione concreta dell’accoglienza della verità: la vita dei cristiani è diversa da quella falsa e violenta dei pagani.

Domanda
In questi tempi s’insiste molto sulla dimensione pastorale piuttosto che sulla proclamazione della Verità. La stessa espressione secondo cui la Chiesa sarebbe una sorta di “ospedale da campo” chiamata a curare le ferite di ognuno s’inserisce all’interno di questa prospettiva. Che dire in proposito?

Risposta
Prima di tutto va detto che non c’è pastorale senza verità. Come recentemente ha affermato il cardinale Muller (Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede) non c’è contrapposizione tra pastorale e verità, Cristo Maestro e Cristo Pastore non sono due Cristo diversi; Cristo è Maestro ed è Pastore, ed è Pastore proprio in quanto Maestro.
La pastorale è la traduzione della verità sul piano della predicazione e dell’azione cristiana. E’ sempre la verità che “informa”, nel senso di “dare forma”, “dare contenuto”, alla pastorale, non il contrario.
Il pastore cosa deve fare? Deve guidare le pecore e proteggerle dai lupi, cioè dai pericoli. Guidare significare orientare verso una mèta e non c’è mèta senza conoscenza. Proteggere significa mettere in guardia dai pericoli, non solo individuarli, ma anche denunciarli e renderli riconoscibili a tutti affinché nessuno possa lasciarsi irretire.

Domanda
Recentemente sembrava che stesse per risorgere un nuovo interesse per l’apologetica. A partire dagli ultimi anni del pontificato di Giovanni Paolo II e per tutto quello di Benedetto XVI molti si erano rivolti allo studio dell’apologetica. Lo stesso termine “apologetica” sembrava non far più paura … poi si è ritornati al clima tipicamente postconciliare di occultamento dell’apologetica, allorquando si pensò di sostituire la definizione di “apologetica” con quella di “teologia fondamentale”.

Risposta
Il Cattolicesimo è logica inappuntabile, in esso tutto è razionale e ragionevole.
“Razionale”, perché ci sono verità che possono essere dimostrate con la ragione; “ragionevole” perché i misteri della fede, pur non essendo di per sé dimostrabili, sono comunque credibili: essi sono oltre ma non contro la ragione. A proposito dei misteri della fede ci si accorge che paradossalmente occorre più fede nel credere che non siano veri piuttosto che nel credere che siano veri. E’ il caso –per esempio– della Resurrezione di Cristo dove le due ipotesi che sono state teorizzate per negare questo evento (trafugamento del corpo e allucinazione) non reggono alla prova della ragione e avrebbero bisogno di una fede nell’improbabile, nell’incredibile e quindi nell’assurdo.
Insomma, non si può e non si deve fare a meno dell’apologetica, che è la difesa razionale della verità cattolica.
Le cause che sono alla base dell’oblio dell’apologetica sono indicative per capire. Sono tre: due teologiche e una filosofica.

La prima causa è legata ad una certa “protestantizzazione” del cattolicesimo. Per la dottrina tradizionale cattolica la fede è assenso dell’intelletto alle verità rivelate da Dio; Lutero diceva invece che la fede sarebbe un sentimento di fiducia nell’onnipotenza e nella misericordia di Dio. La differenza è chiara: per il Cattolicesimo la fede è accettare la Rivelazione perché è credibile; per il Protestantesimo la fede sarebbe un’esperienza d’abbandono rifiutandosi di valutarne la credibilità.

La seconda causa è ancora teologica ed è l’influenza del modernismo nella Teologia cattolica contemporanea. Modernismo che fu condannato da papa san Pio X all’inizio del secolo XX, ma che ha saputo bypassare la condanna arrivando ad influenzare la Teologia cattolica contemporanea. Il Modernismo adottò il motivo luterano della fede-sentimento, facendo del dogma un qualcosa di provvisorio che verrebbe fuori solo contestualmente da uno specifico senso religioso, e quindi (il dogma) non sarebbe affatto vincolante. E’ scritto nel giuramento antimodernistico di san Pio X: “Ritengo certissimamente e sinceramente professo che la fede non è un cieco sentimento religioso, che scaturisce dal fondo del sub-coscienza sotto la pressione del cuore e dell’inclinazione della volontà […] ma un vero assenso dell’intelletto alla verità ricevuta dal di fuori.” Concetto questo ribadito anche da Pio XII nell’Humani generis.

La terza causa è filosofica e riguarda il cosiddetto personalismo cristiano, che è andato ad intaccare il concetto tradizionale di persona (sostanza individuale di natura razionale) per presentarla come qualcosa d’indefinibile, una sorta di “fluido” di emanazioni e manifestazioni psicologiche, laddove viene svalutato l’elemento logico-razionale.

Domanda
A cosa serve denunciare gli errori? Non può bastare semplicemente affermare la verità?

Risposta
No, non basta dire la verità, occorre anche condannare l’errore. La verità non solo costruisce, preserva anche. La convinzione secondo cui basterebbe affermare ciò che è vero senza condannare nulla è sbagliata sul piano pratico e su quello teorico.

Ora, oltre al fatto che da quando si afferma una tal cosa non si annuncia più il vero con chiarezza e continuità (è sotto gli occhi di tutti quanto il munus propheticum della Chiesa sia sensibilmente venuto meno negli ultimi decenni) la convinzione per cui basterebbe affermare ciò che è vero senza condannare nulla è sbagliata sul piano pratico e su quello teorico.

Sul piano pratico, perché concretamente l’uomo ha bisogno di capire ciò che è vero anche e soprattutto cogliendo la differenza rispetto a ciò che è falso. Un conto è dire che il bene per essere bene avrebbe bisogno del male. Un’affermazione di questo tipo è falsa e pericolosa, sarebbe in odore di gnosi, perché il bene avrebbe bisogno del male e il male del bene. Altro è affermare che la bellezza del bene la si coglie anche nella sua comparazione con il male. Una bella giornata di sole viene apprezzata anche comparandola all’esperienza che si è fatta di una pessima giornata di pioggia; così la bellezza della primavera ci colpisce dopo il trascorrere di un duro inverno.

Sul piano teorico perché la verità non è un’astrazione. Fa specie che in un tempo in cui si sottolinea che la verità non è un’idea ma una persona (il che è vero, ma se ne devono capire bene il significato e le implicazioni), contraddittoriamente si cade nel pericolo di porre il vero in una dimensione di alienazione, sganciato cioè dalla vita. Il vero si “aggancia” alla vita quando se ne sottolinea l’irriducibilità nei confronti del falso. Non c’è comprensione e individuazione del vero se non nel riconoscimento del principio di non-contraddizione. D’altronde se io dico: ciò è vero, di fatto distinguo il vero da ciò che vero non è. Perché sorvolare su domande legittime che possono sorgere, del tipo: se ciò è vero, allora cosa è falso? Ebbene, questa domanda non si può eludere, pena l’astrazione completa del concetto di vero, che in tal senso diventa irrimediabilmente un’astrazione, un concetto, una teoria.

Domanda
Spesso si sente parlare di “essenza del cristianesimo” e di una sorta di gerarchia delle verità, per cui alcune sarebbero più importanti e altre di meno. E’ proprio così?

Risposta
Nella teologia cattolica del XX secolo per motivi ecumenici si è fatta strada l’idea di un Cristianesimo essenziale distinguibile da un Cristianesimo da accettare nella sua interezza. Ma questa posizione è completamente da rifiutare. Quando due persone non vanno d’accordo è da saggi proporre di pensare a ciò che è importante e di trascurare il superfluo. Le discussioni umane riguardano l’umano e nell’ambito dell’umano si può tendere alla verità ben sapendo che è difficilissimo raggiungere la verità tutt’intera. Questo vale per le discussioni umane, ma non può e non deve valere per le questioni religiose, perché, in tal caso, non siamo più nell’ambito della verità umana ma della Verità rivelata; quindi non più del tendere verso la verità, ma della conoscenza della Verità tutt’intera.

Almeno dall’inizio del secolo XX nell’ambito di una certa teologia cattolica (diciamo “certa” perché non sempre coincide con la vera Teologia cattolica) si è fatta strada la cosiddetta teoria dell’ “essenza del Cristianesimo”, ovvero la teoria secondo la quale il Cristianesimo sarebbe costituito da un’essenza e da elementi puramente accidentali, cioè meno importanti. Un po’ come la differenza tra la bistecca e l’insalata: la bistecca è la sostanza; l’insalata, il contorno. Insomma, questa teoria afferma che il Cristianesimo avrebbe un “cuore” che lo renderebbe tale e la semplice adesione a questa “essenza” basterebbe per definirsi cristiano.

Come abbiamo già detto la teologia cattolica ha tenuto a lanciare una simile teoria per motivi ecumenici. E’ evidente che il dialogo con gli ortodossi e i protestanti, in tal modo, sarebbe molto più facile, ma si tratterebbe di pura svendita e rinnegamento del patrimonio di verità del Cattolicesimo; il dialogo si deve fare nella verità non a discapito della verità. Per capire quanto questa posizione sia sbagliata basterebbe ricordare il noto adagio “Bonum ex integra causa, malum ex quocumque defectu”. Il bene, infatti, è nell’accettare la verità tutt’intera, perché nell’ambito della verità assoluta solo l’interezza conta.

Sant’Agostino, nel Commento al salmo 54 (precisamente al numero 19), afferma: “In molte cose (di fede) concordano con me; in alcune con me non concordano; ma per quelle poche cose in cui non convengono con me a nulla serve loro essere con me d’accordo in molte.”

Scrive Leone XIII nella sua Satis Cognitum: “Ripugna infatti alla ragione che anche in una sola cosa non si creda a Dio che parla. (…) Gli Ariani, i Montanisti, i Novaziani, i Quartodecimani, gli Eutichiani (qui Leone XIII elenca alcune famose eresie) non avevano abbandonato in tutto la dottrina cattolica, ma solo questa o quella parte; e tuttavia è cosa nota che essi sono stati dichiarati eretici ed espulsi dal seno della Chiesa (…). Tale è infatti la natura della fede che essa non può sussistere se si ammette un dogma e se ne ripudia un altro. (…) Colui che anche in un sol punto non assente alle verità da Dio rivelate, ha perduto tutta la fede, perché ricusa di sottomettersi a Dio, somma Verità e motivo proprio della fede. (…) Perciò la Chiesa, memore del suo ufficio (di custodire il deposito della fede), non si è mai con ogni zelo e sforzo tanto affaticata come nel tutelare in ogni sua parte l’integrità della fede.”

Anche Benedetto XIV allude a questo errore, precisamente nella sua Ad Beatissimi Apostolorum Principis: “La Fede o si professa intera o punto non si professa, perché la natura della Fede è tale che essa non può sussistere se si ammette un dogma o se ne ripudia un altro, perché colui che anche su di un solo punto non assente alle verità da Dio rivelate, ha perduto tutta la Fede, poiché ricusa di sottomettersi a Dio, somma verità e motivo proprio della Fede.”

E anche il Magistero attuale ne accenna. Nell’udienza generale del 20 agosto del 1997, Giovanni Paolo II pronunciò delle parole che richiamano chiaramente la condanna di questo errore. Il Papa disse in quell’occasione: “Il Concilio esorta i fedeli a guardare a Maria, perché ne imitino la fede ‘verginalmente integra’, la speranza e la carità. Custodire l’integrità della fede rappresenta un compito impegnativo per la Chiesa chiamata ad una vigilanza costante, anche a costo di sacrifici e di lotte. Infatti, la fede della Chiesa è minacciata, non solo da coloro che respingono il messaggio del Vangelo, ma soprattutto da quanti, accogliendo soltanto una parte della verità rivelata, rifiutano di condividere in modo pieno l’intero patrimonio di fede della Sposa di Cristo. Tale tentazione, che troviamo sin dalle origini della Chiesa, continua purtroppo ad essere presente nella sua vita, spingendola ad accettare solo in parte la Rivelazione o a dare alla Parola di Dio un’interpretazione ristretta e personale, conforme alla mentalità dominante e ai desideri individuali. Avendo pienamente aderito alla Parola del Signore, Maria costituisce per la Chiesa un insuperabile modello di fede verginalmente integra’, che accoglie con docilità e perseveranza tutta intera la Verità rivelata. E con la sua costante intercessione, ottiene alla Chiesa la luce della speranza e la fiamma della carità, virtù delle quali, nella sua vita terrena, è stata per tutti esempio ineguagliabile.”

Domanda
Sempre in merito alla teoria dell’essenza del cristianesimo, si fa riferimento al cristianesimo delle origini, e si dice che allora si badava solo all’amore e alla misericordia, nucleo portante ed essenziale del cristianesimo. Che dire?

Risposta
Che anche il cristianesimo delle origini (in quanto cristianesimo) si fondasse sull’amore e sulla misericordia è fuori di dubbio. Dobbiamo però ben capire che anche in quei tempi l’amore era sempre giudicato dalla verità e la misericordia sempre esito del pentimento e del riconoscimento del peccato. Anzi verrebbe da dire a tanti archeologisti che mitizzano quei tempi: perché non tornare anche alle pratiche penitenziali allora in vigore? Forse si cambierebbe idea. Ma lasciamo perdere … e ritorniamo alla questione.
A differenza di quanto si crede, soprattutto quel cristianesimo si fondava sull’annuncio della verità e sulla condanna del peccato; d’altronde se così non fosse stato, non si capirebbe come mai quei “pochi” siano riusciti a cambiare il mondo, a convertire uomini e strutture politiche e far sì che nascesse la civiltà cristiana.

Domanda
Per indicare chi è attento al rispetto di tutti i precetti si utilizza sempre più spesso la definizione “cattolici eticisti”. C’è stato poi chi ha utilizzato la definizione “cattolici alla Dezinger” per indicare chi solitamente fa uso di tutto il magistero citando tutti i papi e non solo quelli più recenti, intravvedendo possibili contraddizioni in certi insegnamenti. Ha senso tutto questo?

Risposta
Il nostro è il tempo in cui si esalta la bio-diversità. Vi è la convinzione che “diverso” è bello, che più c’è e meglio è, che più la realtà è varia e più essa sarebbe affascinante … insomma, un po’ come si dice a proposito della pizza piena: più ci metti e più ci trovi! Anche nella Chiesa in un certo qual modo si vive questa atmosfera. Ma fosse l’atmosfera della sinfonia, non ci sarebbe nulla da ridire, perché la sinfonia è l’“unità nella diversità”, diversità nei modi ma unità nella dottrina.
Questo c’è sempre stato nella Chiesa, anzi è stata la sua caratteristica principale. Ma ciò che c’è adesso non è questo. Domina non l’esaltazione della sinfonia ma della contraddizione, che è ben altra cosa.

In questi tempi abbiamo scoperto che esiste anche il cattolico ideologico ed eticista. In realtà, se proprio volessimo dare la giusta interpretazione alle parole, una simile scoperta doveva essere fatta da tempo. Se infatti le parole hanno un senso, il cattolico ideologico dovrebbe essere colui che deforma il proprio credo in ideologia, e l’ideologia è la pretesa di ridurre il reale in costruzione intellettuale e soggettiva.

D’altronde il padre dell’ideologia fu il razionalista Cartesio. E –sempre se le parole hanno un senso– il cattolico eticista dovrebbe essere colui che trasforma la morale naturale e soprannaturale in etica umana, ovvero che opera il passaggio dalla Legge (con la “L” maiuscola) alle regole, quelle regole fondate solo sulla debolezza delle opinioni umane e dei contesti socio-culturali. Ma invece abbiamo scoperto in questi giorni non solo l’esistenza del cattolico ideologico ed eticista come se fosse una novità, ma anche che con questa etichetta (cattolico ideologico ed eticista) deve intendersi tutt’altra cosa rispetto al vero significato delle parole, deve intendersi il cattolico fedele alla Tradizione (che è il Dio vivente ed immutabile nella storia, quindi tutt’altro che ideologia) e alla morale di sempre (che è la sequela al Dio vivente e immutabile nella storia, quindi tutt’altro che eticismo).

Ma perché questa confusione? Per un motivo molto semplice: perché si è persa la bussola, né più né meno. Venendo meno la consapevolezza della verità e di quanto soprattutto la verità debba “in-formare” tutto (“in-formare” nel senso di dare forma) non solo la diversità diventa fine a se stessa, ma lo stesso significato dei termini va a carte quarantotto. E così si trascura il problema e ci si concentra sul metodo e sulla forma.

Il cattolico eticista insisterebbe troppo sulla morale. Ma ci siamo mai chiesti cosa è la morale nell’ambito della teologia cattolica? Il Dio Logos è un Dio che non è al di là del bene e del male, ma che è costitutivamente buono; per cui la legge morale non è una decisione arbitraria di Dio ma la sua stessa natura. I Dieci Comandamenti, per esempio, altro non sono che la natura stessa di Dio codificata per la vita quotidiana dell’uomo. Dunque, rispettare la legge di Dio vuol dire aderire alla Sua natura, abbracciare Dio; per cui, di converso, non è possibile scegliere e convivere con Dio se non si rispetta la Sua Legge. In questo non c’è nulla di moralistico, perché il moralismo è un’accettazione senza motivi persuasivi della legge morale, convincendosi tutto sommato che la morale è una pura astrazione e decisione intellettuale che è in un modo, ma poteva anche essere in tutt’altro modo.

I Santi invece hanno capito che non c’è Dio senza Legge morale e non c’è Legge morale senza Dio. Definire eticista il comportamento di chi è attento alla Legge morale e invita a tutti a fare altrettanto significa contraddire il comportamento dei Santi. Che dire, per esempio, di un San Pio da Pietrelcina e della sua risaputa intransigenza. Gesù parla chiaro: Chi dunque trasgredirà uno solo di questi precetti, anche minimi, e insegnerà agli uomini a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà agli uomini, sarà considerato grande nel regno dei cieli. (Matteo 5,19)

Per questo Benedetto XVI insisteva molto sui cosiddetti principi non-negoziabili, perché dal giudizio concreto sulla vita, da come ci si rapporta alle grandi questioni che danno il tono del tempo attuale (per esempio Benedetto XVI definì l’ideologia del gender come la più grave sfida a cui la Chiesa di oggi deve fare fronte) si esprime la testimonianza e l’amore del cristiano a Colui che è l’unica Via, l’unica Verità, l’unica Vita.

Ragioniamo sui contenuti invece che sparare definizioni offensive di catalogazione dei cattolici a mo’ di entomologia ecclesiale. Vogliamo risolvere sì o no i problemi? Dire che basterebbe seguire la percezione soggettiva del bene e del male per salvarsi, dire che si può non perdere la Fede prescindendo dalla fede in Cristo, dire che Dio non è cattolico, dire che lo scopo del cristiano non sarebbe quello principalmente di convertire … tutto questo dire pone o no dei problemi? La questione è qui.

Domanda
Sono tempi questi in cui si parla anche di “cattolici ideologici”…

Risposta
Un tipico errore della Chiesa post-conciliare è quello di non voler essere attenti alla realtà delle cose. La Vita di Grazia diminuisce … non fa nulla. Il senso del peccato diminuisce … non fa nulla. Le famiglie si sfasciano … non fa nulla. I matrimoni civili aumentano e in alcune zone d’Italia sono più numerosi di quelli religiosi … non fa nulla. I giovani hanno dimenticato completamente l’obbligo e il valore della castità prematrimoniale … non fa nulla. Le leggi dello Stato recepiscono sempre più il relativismo etico dominante … non fa nulla. Va tutto bene, è inutile preoccuparsi. E’ questo un tipico errore che si manifesta in due atteggiamenti.

Il primo è minoritario ed è di chi dinanzi allo sfacelo fa silenzio, in un certo senso apprezza e -sempre in un certo senso- quasi spera che il trend continui su questa falsariga. Si tratta –diciamocelo francamente- dell’atteggiamento di quei cattolici che non hanno la coscienza pulita, che hanno molti disordini nella vita privata e che in questo modo sperano di poter tacitare la propria coscienza convincendosi che tutto sommato ciò sarebbe la dimostrazione che la morale cattolica non può essere completamente rispettata e che deve cambiare radicalmente.

Il secondo atteggiamento è invece maggioritario ed è anche più complesso. Si riconosce che ci sono molte che cose che non vanno, ma nello stesso tempo ci si sforza di dimostrare che ciò che non va rientrerebbe in una sorta di crisi fisiologica della Chiesa. Non può non andare così: per liberarsi da “incrostazioni storiche” di contaminazioni con il potere e con certi conservatorismi, la Chiesa deve vivere una crisi, una crisi che la porterà ad una maggiore “spiritualizzazione” e ad essere più fedele al suo mandato. Gli argomenti che si adducono ovviamente sono complessi, ma si capisce bene come alla base di questi vi è un’altra questione piscologica.

Se per il primo atteggiamento la questione è più “bassa”, in un certo senso è una questione “di pancia”, per il secondo atteggiamento la questione è “di testa”. E’ la posizione ideologica che impedisce di capire. L’ideologia –si sa– è un’ipertrofia dell’intelligenza, che, proprio perché ipertrofia, si traduce in un accecamento dell’intelligenza stessa. Una realtà quando cresce troppo finisce con l’annullare se stessa. Il cancro altro non è che una crescita impazzita delle cellule e un uomo che fosse troppo alto non riuscirebbe a vivere bene, non passerebbe facilmente attraverso le porte, non entrerebbe facilmente in un auto, non troverebbe facilmente vestiti da poter indossare o scarpe da poter calzare. L’ideologia è l’intelligenza sproporzionata e ipertrofizzata che vuole prescindere dall’osservazione per affidarsi esclusivamente alle proprie costruzioni teoriche e intellettuali.

Spesso si sente parlare contro i cristiani “ideologici” e molti leggono questa definizione come un riferimento a cristiani di formazione tradizionale che sono soliti denunciare uno stato della Fede e della Chiesa tutt’altro che positive. Ora, la definizione è senz’altro da utilizzare perché c’è tanto “cattolicesimo ideologico” ai nostri giorni, ma chiediamoci: in chi c’è questo atteggiamento? A chi bisogna davvero affibbiare una simile etichetta? A chi legge le cose come stanno o a chi si illude che le cose vadano bene quando invece non vanno assolutamente bene?

Molti conoscono la celebre frase di un noto teorico del socialismo sovietico: “Se i fatti non ci daranno ragione, peggio per i fatti!” Ebbene, in tanti –troppi– cattolici oggi si attaglia bene questa massima. Dinanzi alla crisi evidentissima della Vita di Grazia, dinanzi all’altrettanto evidentissima crisi della Chiesa, non bisognerebbe mutare i dettami pastorali, le linee di tendenza, le programmazioni dei recenti decenni, il problema non starebbe lì, non può e non deve stare lì. Eppure, per evangelica sapienza, i cristiani dovrebbero essere arciconvinti che dai frutti si riconoscono gli alberi.

Monsignor Giacomo Biffi, vescovo emerito di Bologna, utilizzando il suo inconfondibile stile nel suo Il Quinto Evangelo scrisse a proposito di questo atteggiamento così diffuso: "Il Regno dei cieli è simile a un pastore che avendo cento pecore e avendone perdute novantanove, rimprovera l'ultima pecora per la sua scarsità di iniziativa, la caccia via e, chiuso l'ovile, se ne va all'osteria a discutere di pastorizia". E pensare che queste cose monsignor Biffi le scrisse nel lontano 1969: una vera profezia.

Nell’ultimo Avvento il cardinale di Vienna, monsignor Schonborn, ha predicato nella diocesi di Milano e per l’occasione ha detto parlando della Chiesa attuale: “(…) lasciamo la nostalgia degli anni Cinquanta, quelli della mia infanzia, nel villaggio, quando la chiesa si riempiva di gente per tre volte ogni domenica. Tutti in chiesa. Lasciamo la nostalgia per la vitalità dei nostri oratori degli anni Cinquanta e Sessanta.” Eccolo il vero cristianesimo “ideologico”. Un conto è dire che, constatando la diversità fra il passato e il presente, il cattolico non debba abbattersi, altro è dire che vada abbandonata la nostalgia. Parole incomprensibili. Quando si perde qualcosa di bello, la nostalgia è più che opportuna, ed è l’unico atteggiamento umanamente ragionevole.

Certo, non bisogna deprimersi, anzi è necessario ancora più attivarsi, rimboccarsi le maniche e agire, convinti che le sorti della storia non sono nelle nostre mani ma in quelle di Dio e della Sua Santissima Madre, ma un simile impegno può essere motivato solo da una costatazione intelligente: le cose ora non vanno bene, bisogna agire per modificarle. Dire di “lasciare la nostalgia” è quanto di più “ideologico” possa essere affermato in una simile situazione … a meno che non si desideri “apostatare”, cosa che non riteniamo possibile, ipotizzabile e concepibile in un cardinale di Santa Romana Chiesa.

Si ha paura di vedere la realtà così come essa è, ma ciò non è un atteggiamento realmente cristiano, perché il cristiano è prima di tutto uomo di osservazione che fa della virtù della prudenza il timone del proprio giudicare e del proprio agire.

Domanda
Nella Chiesa degli ultimi tempi c’è un evidente “pluralismo”, sembra che ognuno tutto sommato possa pensare come vuole. Lo si nota soprattutto nelle confessioni dove spesso ai penitenti si presentano in tema di morale delle posizioni molto diverse e anche assai discordanti dal Magistero. Quando si legge sant’Alfonso o ciò che fece il Santo Curato d’Ars o ancora san Pio da Pietrelcina; e poi si pensa a ciò che diceva un cardinale Martini o addirittura un don Gallo che arrivò ad affermare pubblicamente di essersi sentito nell’obbligo morale di accompagnare una prostituta ad abortire, e si constata che in merito a questi personaggi non si sono lesinati complimenti e belle parole, ci si chiede come si possa credere che ci sia continuità tra i primi e i secondi.

Risposta
Per questo c’è una spiegazione. Coloro i quali non si scandalizzano nel veder lodati contemporaneamente un sant’Alfonso e un don Gallo è perché ormai in loro si è fatta strada una nuova idea di Chiesa. Non la Chiesa che rende presente Cristo nella storia, che è l’alfa e l’omega della storia stessa, che è il Logos che dall’eternità è se stesso e mai muterà.

Cioè ciò che deve chiamarsi Tradizione. No, si tratta di una Chiesa come popolo in cammino. Ovviamente una definizione di questo tipo non è di per sé errata se per “cammino” si intende l’andare verso l’eternità. Il problema però che questo termine “cammino” è stato inteso in modo molto diverso, cioè come continuità di una comunità nel tempo che cammina nella storia conservando come dato immutabile non l’adesione al vero quanto la comunità in sé. Si tratta di un’evidente svolta di tipo antropocentrico. Da qui non ci sarebbe scandalo lodare tanto un sant’Alfonso quanto un don Gallo perché la questione non sarebbe l’evidente contrasto tra ciò che i due affermano (di fatto si tratta di due religioni diverse) quanto il fatto che entrambi nel divenire storico fanno parte dello stesso popolo in cammino. In tal senso ciò che fonda il tutto non è la Verità, il Logos, la Tradizione, bensì il divenire stesso, la prassi.

Da qui anche il modo d’intendere la pastorale, non come “traduzione” dell’unica ed immutabile verità, bensì nell’adattarsi continuamente al dato storico e sociologico. Un chiaro esempio è ciò che oggi affermano molti teologi e anche cardinali a proposito dei divorziati risposati: dal momento che sono molti, troppi, si deve farli sentire quanto a più agio possibile nella Chiesa, non limitandosi a ritenerli membri sì della Chiesa, ma morti, bensì addirittura dando loro la possibilità –senza che siano costretti cambiare vita- di ricevere l’assoluzione, facendoli accostare all’Eucaristia e ritenendoli pertanto membri vivi della Chiesa. Insomma sarebbe il dato sociologico, storico a determinare la verità, non il contrario.

Bisogna capire che non è l’unità a fare la verità, è invece la verità che fa l’unità.  L’assurdo però è che proprio in questo clima in cui tutto andrebbe bene, in cui va bene il cardinale Merry dal Val (Segretario di Stato durante il pontificato di san Pio X) e il cardinal Martini, in cui va bene san Pio da Pietrelcina e padre Alex Zanotelli, ecc … non ci sarebbe posto per chi la pensa come sempre è stato pensato nella Chiesa Cattolica. Insomma, c’è l’evidente sospetto che oggi nella Chiesa Cattolica ci sia posto per tutti tranne che per i cattolici. Di esempi se ne potrebbero fare tanti.
Indubbiamente l’ultimo eclatante è quello dei Francescani dell’Immacolata. Le suore americane favorevoli alla contraccezione e all’aborto vanno bene, i Francescani dell’Immacolata no.

Prima abbiamo parlato di “assurdo”; in realtà c’è una logica in tutto questo. Chi la pensa come sempre è stato pensato nella Chiesa dà fastidio perché è proprio questo pensiero ad essere elemento di contraddizione con la nuova idea di Chiesa così come si è diffusa nei nostri tempi. Per cui va bene tutto, ma non chi afferma giustamente che nella Chiesa non può andare bene tutto.
info@itresentieri.it

78 commenti:

cosa c'è da dire? ha detto...

http://www.lastampa.it/2014/05/23/blogs/san-pietro-e-dintorni/enciclica-verde-esce-fra-otto-mesi-tEArxBLDpG40cV7QR1BxZL/pagina.html

Anonimo ha detto...

Per favore preghiamo per questo Vescovo di 40.000 anime in evidente difficolta'. Così provato che ha dovuto chiedere l'aiuto del Papa !!!http://www.lastampa.it/2014/05/23/blogs/san-pietro-e-dintorni/enciclica-verde-esce-fra-otto-mesi-tEArxBLDpG40cV7QR1BxZL/pagina.html

Anonimo ha detto...

Ecco qua lo schifo di un vescovo ruffiano !
http://traditiocatholica.blogspot.it/2014/05/vescovi-ruffianamente-provocatori-il.html

Anonimo ha detto...

Risposte indefinite.....ma cari, è il nuovo stile bergogliano l'eterna primavera, ecologica a quanto pare.....per quei testoni che insistono a non prendere l'ostia in mano proporrei colpi di bacchetta come nelle care, vecchie,lodatissime public schools britanniche.....ragazzi siamo alle bucce, non alla frutta :<[

traditio ha detto...

... Assemblea Generale dei vescovi italiani, nella parte della seduta meno pubblica" presieduta da Papa Francesco si legge che :

" Più esplicita e precisa invece è stata la risposta alla questione posta in toni “disperati” da un vescovo di una piccola diocesi (quarantamila abitanti) che si lamentava perché una parte del clero è “conservatrice” e non vuole dare la comunione sulla mano.

Il Papa gli ha consigliato di prendere provvedimenti severi, perché non si può difendere il Corpo di Cristo offendendo il Corpo sociale di Cristo.
C’è da chiedersi di che ampiezza sia il fenomeno (non ci sono notizie di folle tumultuanti per le strade implorando l’ostia sulla mano) e quanta sia la capacità di gestione umana delle situazioni del presule…"
Per favore preghiamo per questo Vescovo di 40.000 anime in evidente difficolta'.
Così provato che ha dovuto chiedere l'aiuto del Papa !!!

Penso che ogni nostra parola di commento sia superflua.

mic ha detto...

" Più esplicita e precisa invece è stata la risposta alla questione posta in toni “disperati” da un vescovo di una piccola diocesi (quarantamila abitanti) che si lamentava perché una parte del clero è “conservatrice” e non vuole dare la comunione sulla mano.

Il Papa gli ha consigliato di prendere provvedimenti severi, perché non si può difendere il Corpo di Cristo offendendo il Corpo sociale di Cristo. "

In questo caso la risposta non è stata per nulla indefinita...
Ma che senso ha parlare di "corpo sociale" di Cristo ?
E che significa?
Che n'è del corpo mistico?
E in cosa consisterebbe l'offesa?

Anonimo ha detto...

Scrive ieri Andrea Carradori

"Ora la questione si è tremendamente complicata fino ad investire la credibilità delle istituzioni vaticane... tanto che alcuni frati, che si erano dimostrati " collaborazionisti " del duro Commissario Apostolico e dei suoi fedelissimi, stanno facendo marcia indietro... troppo tardi , troppo tardi pentirsi ora !"

Da dove risulta?


"... In questo puzzolente pasticcio cerchiamo almeno di salvare le Istituzioni (Vaticane) piuttosto che difendere i singoli pasticcieri/pasticcioni ..."

Siamo sicuri che le Istituzioni (Vaticane) non c'entrino?

Rr ha detto...

A proposito della Comunione in mano, nella " famigerata" ospitatat su terrazza vista Piazza durante la canonizzazione, di cui han parlato i soliti Dagospia, l' Espresso e le Iene, sarebbe stata celebrta una Messa e la Comunione sarebbe stata distribuita in mano da BICCHIERI DI PLASTICAA!! Ma il pontefice sarebbe adiraro per i soldi, non per il Corpo e Sangue di NSGC in bicchieri di plastica!!
Rr

Anonimo ha detto...
Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.
Anonimo ha detto...

mic, su MIL

Visita Apostolica alle Suore Francescane dell’Immacolata
Risale a martedì 20 maggio la notizia che anche le Suore Francescane dell’Immacolata hanno ricevuto la visita apostolica. A darne notizia è stato padre Giovanni Severini, Vice Delegato per l’Italia, durante la lezione di religione presso la scuola paterna di Campocavallo. Nel mezzo della lezione padre Giovanni ha ricevuto una telefonata da padre Alessandro Calloni, che attualmente ricopre l’incarico di Delegato nazionale per l’Italia, il quale lo ha informato dell’inizio della visita-commissariamento partita contro le Suore Francescane dell’Immacolata; al termine della telefonata padre Severini (1) ha comunicato ai suoi allievi l'avvenuto. Da lì la notizia si è diffusa non solo per tutto Campocavallo, neppure si è arrestata nei confini delle Marche facendo il giro di tutta l’Italia.

I due padri fanno parte dell’Istituto dei Frati Francescani dell’Immacolata e da tempo auspicavano pubblicamente il Commissariamento delle Suore, sono anni che proferiscono innumerevoli discorsi calunniosi contro le Suore cercando di instillare ai loro auditori il disprezzo, la disapprovazione nei confronti di queste povere spose del Signore.

Ancora una volta dobbiamo constatare che, come successo nella vicenda del commissariamento dei Frati Francescani dell’Immacolata, la fuga di notizie riservate è stata causata da quel gruppo di frati che hanno denunciato il loro istituto e i loro superiori.
Un fedele della parrocchia di Capocavallo

(1) Lo stesso di questa testimonianza:

http://chiesaepostconcilio.blogspot.it/2014/05/storie-di-ordinaria-prevaricazione.html

Anonimo ha detto...

Scusate ma mi suona male, o peggio, che la Nuova Chiesa Pauperista sia in perfetta sintonia con i Poteri dei salotti finanziari globali più ricchi del pianeta e con la loro ideologia. Cioè è in perfetta sintonia con chi i poveri li fabbrica su scala globale.
Senza contare che la nuova sobria e povera gestione del Vaticano ha spalancato le porte dei suoi organismi finanziari agli esponenti del suddetto potentissimo mondo.
Miles

Andrea Carradori ha detto...

@ Anonimo delle 16,11
Le Istituzioni vanno difese : sempre.
Noi non vogliamo distruggere ma costruire.
Gli uomini delle Istituzioni, come in questo caso, hanno sbagliato , di loro nessuno si ricorderà più neppure il nome ( a parte i poveri perseguitati ... che li avranno sempre nelle loro pie preghiere ...)

Il pentimento di coloro, che anche in buona fede hanno sbagliato , deve essere accompagnato dall'emandazione che prima o poi arriverà.

Anonimo ha detto...

Prelati con filettata, e stola.
Bicchieri di plastica , poveri per la chiesa povera, al posto delle ricche pissidi.
http://www.dagospia.com/rubrica-5/cafonal/1-quattro-papi-e-tanto-cafonal-sulla-terrazza-della-prefettura-vaticana2-a-fare-gli-76146.htm

vighi ha detto...

scusate ma vorrei capire il senso di queste parole perché io non le ho capite. Forse sono limitata perciò chiedo aiuto a voi. Sono dette da Papa Francesco ai vescovi italiani in risposta a domande che gli hanno rivolto. In modo specifico su una domanda di un presule riguardo alla comunione in bocca il sig.Tosatti la riporta in questo modo: Più esplicita e precisa invece è stata la risposta alla questione posta in toni “disperati” da un vescovo di una piccola diocesi (quarantamila abitanti) che si lamentava perché una parte del clero è “conservatrice” e non vuole dare la comunione sulla mano. Il Papa gli ha consigliato di prendere provvedimenti severi, perché non si può difendere il Corpo di Cristo offendendo il Corpo sociale di Cristo.
ma cosa significa “non si può difendere il Corpo di Cristo offendendo il Corpo sociale di Cristo” ….? cosa centra con la comunione in bocca!!!?? Io davvero sto Papa non lo capisco in ogni sospinto ci mette la parola sociale, popolo, manco fosse un capo partito. Grazie saluti Vighi

hpoirot ha detto...

@Mic che dice "Ma che senso ha parlare di "corpo sociale" di Cristo ?"

purtroppo la risposta ce la da ancora Bergoglio (che già a suo tempo paragono' i corpi dei poveri e dei sofferenti all'Eucarestia)

Bergoglio: "Agli occhi di Dio noi siamo la cosa più bella, più grande, più buona, della creazione. ‘Ma padre, gli angeli?’. No, GLI ANGELI SONO SOTTO DI NOI, NOI SIAMO PIU' DEGLI ANGELI"

Cosa volete che sia una ostia di qualche grammo, contro un centinaio di uomini presenti in chiesa?

http://www.news.va/it/news/ludienza-generale-del-papa-sintesi-ampia-della-cat

Anonimo ha detto...

No , no, no ! Vi prego ! Dato che oggi e' Venerdì dopo il Rosario si potrebbero recitare le Litanie al Sacro Cuore di Gesu' . Per favore , cerchiamo di asciugare le lacrime della S.Madre non diamoLe altro dolore !
Affidiamo questi Pastori al S.Cuore ! Don Marco , e' dei nostri ?
http://www.unavox.it/Strumenti/Preghiere/Litanie_S.Cuore_di_Gesu.html

RAOUL DE GERRX ha detto...

N’oublions pas que Bergoglio, dit François la Miséricorde (pour la manière qu’il a d’achever prestement, sans états d’âme, ses adversaires), a été, de son propre aveu, dans sa jeunesse, videur de boîte de nuit dans un coin mal famé de Buenos Aires — une activité qui exige de celui qui la pratique non seulement des prédispositions particulières — une certaine « sensibilité », dirait-on aujourd’hui —, mais surtout un solide coup de poing.

Bon sang ne saurait mentir. Quoi d’étonnant que, mis soixante ans plus tard à la tête de la discothèque qu’est désormais l’église conciliaire après l’éviction de son ancien directeur, son premier réflexe ait de nouveau été : « Qui vais-je vider ? », et que son regard se soit aussitôt tourné, non vers le gérant de Santa Marta qui lui sert la soupe, mais vers les Franciscains et Franciscaines de l’Immaculée, dont le seul tort, semble-t-il — à ce jour on n’en connaît pas d’autre —, aura été de s’attarder trop longtemps, au nom d’une conception certainement suicidaire de l’obéissance (que n’avait pas, Dieu merci ! Mgr Lefebvre), dans ce lieu de promiscuité où gigotent désormais, en claquant des mains et en tapant du pied, dans un vacarme assourdissant, évêques et cardinaux en goguette, prêtres concubinaires, théologiens déboussolés et religieuses lesbiennes ? Mais à ceux-là il n’est, bien sûr, pas question de toucher : ils sont trop forts !

Annarè ha detto...

Quali istituzioni vanno salvate? Ci ha già pensato papa Francesco a fare fuori ciò che andava salvato, il resto che è rimasto sono solo istituzioni umane anticattoliche. Perciò non rischiamo di distruggere nulla se non il nostro fegato.

Turiferario ha detto...

Il thread pone un problema estremamente attuale: il rapporto con la tradizione, con la dottrina, con la "norma". Una posizione oggi diffusissima, potremmo dire di massa, è quella secondo cui queste cose sono d'impiccio alla libertà umana, vincolano lo spirito e quindi vanno cestinate. Chi si ostina a seguirle è un legalista, un ottuso, un fanatico. Gli ingenui sostenitori di questa tesi dovrebbero aprire (se fosse loro possibile) per un attimo gli occhi, e considerare che l'abbandono della "norma" tradizionale non conduce affatto alla libertà: conduce a un'altra norma, che non è detto sia migliore della precedente. Cinquant'anni fa non credo che a una pretessa sarebbe venuto in mente di celebrare messa, e se anche le fosse venuto in mente nessuno l'avrebbe seguita. Oggi mi pare normale, dopo decenni in cui si è teorizzate che la "vecchia Chiesa" non capiva niente ed è da buttare al macero, che la pretessa abbia invece avuto un discreto successo. Però è stata comunque scomunicata, perché il suo è progressismo, ma non ha il bollino blu. Non mi pare ci sia maggiore libertà, ma c'è di sicuro molta più confusione.

Turiferario ha detto...

Un altro esempio che qui si faceva è quella della comunione. Abolita la vecchia norma della comunione sulla lingua, così siamo più liberi e rompiamo gli schemi, che cosa è successo? E' diventata norma la comunione sulle mani. E guai a chi osa dire qualcosa in contrario.

Cattolico ha detto...

Bergoglio: "Agli occhi di Dio noi siamo la cosa più bella, più grande, più buona, della creazione. ‘Ma padre, gli angeli?’. No, GLI ANGELI SONO SOTTO DI NOI, NOI SIAMO PIU' DEGLI ANGELI"
Ma davvero il papa avrebbe detto queste parole? non riesco a crederci: ma come possiamo seguire un tal pastore, noi povero gregge "che egli non pasce più, ma disperde, abbandonandolo alla mercè dei lupi". Non ci sono parole per commentare tali mostruosità.

una sola fede ha detto...

Prendendo spunto dalle affermazioni citate da Cattolico alle 19.11, per confermarci sulla giusta gerarchia, come sempre ci viene in aiuto il Catechismo Maggiore di San Pio X:

Gli Angeli…

-“LE CREATURE PIU’ NOBILI CREATE DA DIO SONO GLI ANGELI”
(n. 34)

-“Gli ANGELI RIMASTI FEDELI A DIO furono confermati in grazia, godono per sempre la vista di Dio, lo amano, lo benedicono, e lo lodano eternamente”.
(n. 45)


Mentre l’uomo…

-“LA CREATURA PIU’ NOBILE CHE DIO HA POSTO SULLA TERRA E’ L’UOMO”
(n. 48)

mic ha detto...

E' Cristo Signore da più degli Angeli, perché essi sono stati creati per mezzo di Lui e in vista di Lui: "Poiché per mezzo di Lui sono state create tutte le cose, quelle nei cieli e quelle sulla terra, quelle visibili e quelle invisibili: troni, dominazioni, principati e potestà. Tutte le cose sono state create per mezzo di Lui e in vista di Lui" (Col 1, 16).

Quando Dio "introduce il Primogenito nel mondo, dice: lo adorino tutti gli angeli di Dio" (Eb 1, 6).

Nel Sanctus il loro Osanna di unisce al nostro e nel Gloria la Lode.

Essi servono Gesù nel deserto, lo confortano durante l’agonia nel Getzemani.
A loro è stato affidato l'Annuncio dell'Incarnazione a Maria e della Risurrezione alle donne...
Al ritorno del Signore, nella gloria, saranno al servizio del suo giudizio.

E mi sovviene questa commovente Parola del Signore: “Guardatevi dal disprezzare uno solo di questi piccoli, perché vi dico che i loro angeli nel cielo vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli” (Mt 18, 10).

vighi ha detto...

Riguardo alla comunione in mano vorrei dare una testimonianza su cosa mi è successo tempo fa. A inizio mese sono stata ad Amsterdam e sono riuscita a trovare una chiesa dove si celebrava la messa cattolica, siccome non riuscivamo a partecipare alla messa in italiano siamo andati a quella in Latino. Una funzione bellissima con il canto gregoriano e il prete rivolto ai credenti ma che per non voltare le spalle al tabernacolo era posizionato di fianco, a parte la parte celebrativa all’altare. Insomma sembrava per la solennità di partecipare ad una messa tradizionale non fosse per la posizione del sacerdote. Al momento della comunione non sapevamo come comportarci se sarebbe stata data in ginocchio alla balaustra, oppure in piedi in mano. Ebbene problema risolto, ognuno si poteva accostare come meglio si sentiva, il sacerdote si è posizionato dietro la balaustra e c’era chi si inginocchiava alla balaustra per ricevere la Santa comunione in bocca ( i più direi ), chi in piedi nella bocca e chi in mano. Ecco questo scorcio di pluralismo l’ho trovato bello, libero; sapete che un po’ di modernismo in me c’è ma amo anche la tradizione e questa libertà di decisione trovo sia una bellissima cosa, ogni fedele deve essere libero di comportarsi come meglio si sente alla Santa Messa, sia di seguire la tradizione di sempre sia le nuove disposizioni. Perché anche da noi questo non accade ? Cosa ci sarebbe di male se la domenica anche qui ci fosse dato la possibilità di scelta tra messa tradizionale o no, tra ricevere la comunione inginocchiandosi oppure no ? so che per molti di voi ricevere la comunione in mano è sbagliato ma ormai c’è una massa cresciuta così che va rieducata piano piano a riscoprire la tradizione che in tanti non sappiamo nemmeno cosa sia. Ma questo non accadrà mai se pure il Papa dice cose simili a quelle dette ai vescovi, non capisco questa avversione da parte di uomini di Chiesa che quando si sono fatti sacerdoti lo hanno fatto consapevolmente e credendo a ciò che si è sempre annunciato. Saluti Vighi

Rr ha detto...

Vighi, scusa, ma la S. messa non e' un happening dove io vado in abito da sera, tu in jeans e quello in mimetica, io mangio in piedi, tu ti siedi a terra e quello s' arrampica su un albero. E' un rito: v. Definizione , sacro: v. Definizione, istituto da Gesu' stesso l' Ultima cena- la cosa piu' importante dell' Ultima Cena, l' istituzione dell' Eucaristia, NON la lavanda dei piedi.
I sacerdoti paagni, fossero egiziani, greci, roamni, druidi, adoravano i loro dei, " falsi e bigiardi" seguendo regole ben precise, nessjuno di loro si sognava il" pluralismo" della partecipazione cosi' o cosa'.Avrebbero temuto l' ira del dio.
E noi, che crediamo(?) nel Dio unico e vero, nella SS.Trinita', andiamo, a nostro insindacbile (?) giudio! Alla Messa in latino, no. A quella in Italiano, aprezziamo un sacerdote che sta di sbieco(?) , e poi ci comunichiamo, cioe' riceviamo Nostro Signore, un po' cosi' e un po' cosa' ? Ma ti tendi conto?
Che diresti se osservassi che in una sala opratoria un medico opera in camice, l' altro in borghese, u terzo tiene il bisturi con le labbra, un quarto si siede, uno si inginocchia, l' anestesista non sta ne' a fianco al paziente, ne' all' erogatore del gas. E le infermiere chiacchiearno tra di loro?
RR

una sola fede ha detto...

beh, certo mic, Cristo è più degli angeli, tanto che Egli NON E' CREATO, bensì generato dal Padre da tutta l'eternità e "tutto è stato fatto per mezzo di Lui (cioè appunto del Logos, di Cristo),
e senza di Lui niente è stato fatto di tutto ciò che
esiste." (Prologo Vangelo di San Giovanni) ...

Sopra si stava solo disquisendo, dopo aver sentito le affermazioni riportate da Cattolico, tra chi fosse più nobile tra le CREATURE di Dio: gli angeli o gli uomini?

E il Catechismo ci dà la risposta.

Vighi ha detto...

RR che piaccia o no una riforma nella liturgia c'é stata e questa é la realtà nelle Chiese di oggi è non cambierà dall'oggi al domani con una semplice passata di spugna. Non mi sognerei mai di dire o pensare che la Santa Messa sia un happening e che ognuno può impostarla a suo piacimento; come dici tu é un rito che richiede rispetto ma questo rito oggi prevede la formula NO e non mi sembra che se un sacerdote decide comunque di portare rispetto non girando le spalle al tabernacolo meriti un'accusa ma attenzione. Mi sembra che il tuo paragone ospedaliero, scusa, ma non regga; io non ho scritto che ognuno puo' fare ciò che vuole, ho solo scritto che ognuno possa essere libero di ricevere la Santa comunione nei modi diversi che la Chiesa ha autorizzato e quindi legittimi all'interno di un rito legittimo. Non parlo quindi di un fai da te ma di regole che la Chiesa ha autorizzato. Magari ho sbagliato termine scrivendo "pluralità " ma confermo che vedere la possibilità di scegliere liberamente come ricevere la comunione nei vari modi autorizzati dalla Chiesa per me é stato bello e la stessa libertà vorrei averla anche nelle nostre parrocchie. La stessa libertà anche di poter assistere ad una liturgia tradizionale oppure no senza restrizioni. Sono convinta che se vogliamo recuperare la tradizione nella liturgia questo deve avvenire a piccoli passi in modo da dare alle persone il tempo di riavvicinarsi a tale liturgia. Grazie per l'attenzione saluti Vighi

Anonimo ha detto...

Come al solito non afferrate il punto. Che pazienza! Sul piano della natura, gli uomini sono inferiori agli angeli. Ma sul piano della grazia ha ragione Bergoglio.
Il fondamento di questa opinione è APOSTOLICA. Dice infatti S. Paolo che a noi è stato svelato il mistero nascosto agli angeli e sul quale gli angeli desiderano fissare il loro sguardo. E il mistero è : Cristo in noi.

mic ha detto...

Ah Sì?
Non afferriamo il punto?
E cos'è scritto nel post di ieri 20:39?
E dov'è che il papa parla e spiega che si riferisce a "noi in Cristo"?

mic ha detto...

...perché Cristo è in noi se noi siamo e "rimaniamo" in Lui. E riguarda i cristiani non "tutti gli uomini", non è un fatto automatico per effetto di un certo "quomodo" inserito in un documento conciliare...

Anonimo ha detto...

Cos' è l'uomo perché te ne ricordi? Il figlio dell'uomo perché te ne curi?....Eppure l'hai fatto di poco inferiore agli Angeli....

viandante ha detto...

Cara Vighi,
tu scrivi io non ho scritto che ognuno puo' fare ciò che vuole, ho solo scritto che ognuno possa essere libero di ricevere la Santa comunione nei modi diversi che la Chiesa ha autorizzato e quindi legittimi all'interno di un rito legittimo.
Il problema effettivamente è proprio questo! I problemi sorti a partire dal Concilio Vaticano II (e che già covavano nella Chiesa da tempo) sono riconducibili ad una mentalità di tipo "democratico" all'interno della Chiesa: al Concilio si è deciso questo e quindi è giusto fare così.
Per quel che aqttiene le leggi umane, ma vale pure per queste leggi ecclesiastiche, si dice anche che la legge di oggi è la morale di domani.

Il problema è chiedersi: hanno diritto i papi, i concili, i vescovi, di cambiare le cose all'interno della Chiesa? Possono farlo? In ogni ambito? E noi siamo tenuti ad adeguarci?
Ebbene capirai che sono necessari perlomeno alcuni distinguo.

La libertà che tu desideri è ben riposta se siamo di fronte a delle opzioni parimenti degne, ma se alcune delle opzioni sono palesemente fuorvianti, ambigue (e di conseguenza pericolose per la fede) la nostra libertà, quali figli della Verità, è palesemente limitata.

In merito al modo di ricevere la comunione, penso che se leggi questo blog avrai avuto più volte occasione di leggere gli argomenti per cui si ritiene che la ricezione dell'ostia in bocca ed inginocchiati è sicuramente un modo di riceverla più degno.
La logica conseguenza è che ci si aspetta che la Chiesa, tramite i suoi ministri, dia ai suoi fedeli il massimo, il non plus ultra, e non solo briciole.

Anonimo ha detto...

Mi dispiace, riguardo agli angeli vi sbagliate.
L'uomo è divenuto superiore agli angeli dopo l'incarnazione. Gli angeli ribelli non hanno accettato proprio questo piano divino.
Se vi attaccate a queste cose poi c'è chi si può appigliare per screditare il blog.E sarebbe un peccato.

mic ha detto...

Gli angeli ribelli non hanno accettato Cristo, Anonimo.
Chi non è in Cristo non appartiene alla Creazione nuova. É questo il punto.
Lo spiego meglio più tardi.

mic ha detto...

una sola fede 22:24
Tu hai citato ben a proposito.
Io ho voluto dire l'essenziale, non avendo tempo di sviluppare il discorso, che però si è andato delineando e più tardi approfondirò.

Anonimo ha detto...

Ultima sparata del biblista Ravasi, cardinale di Santa Romana Chiesa: "Gesù era ebreo e rimane ebreo".

Cattolico ha detto...

@ Viandante "Il problema è chiedersi: hanno diritto i papi, i concili, i vescovi, di cambiare le cose all'interno della Chiesa? Possono farlo? In ogni ambito? E noi siamo tenuti ad adeguarci?"
Caro Viandante, la mia risposta a questa tua domanda è NO,NO E ANCORA NO! SE IN TAL MODO SI VUOL FUORVIARE DALLA RETTA VIA IL PICCOLO GREGGE BISOGNOSO DI CONFERME E NON DI DISORIENTAMENTO. e chi lo fa, sia esso prete, Vescovo o Cardinale, o addirittura Papa, ne dovrà rispondere, eccome se ne dovrà rispondere. Prima rivoluzionari, bugiardi e impostori, poi dittatori: è la solita manfrna di sempre, con cui satana cerca di sottomettere l'umanità, ma non ci riuscirà, non conosce, infatti, le "contromosse" della Divina Provvidenza, che sempre lo spiazzano e lo sconfiggono. Sarà così anche questa volta, la notte modernista cederà il posto ad una nuova alba radiosa, quella del trionfo del Cuore Immacolato di Maria SS.ma. Viba Maria, dunque (grido degli insorgenti aretini contro Napoleone, nel 1796).

mic ha detto...

"Gesù era ebreo e rimane ebreo".

Beh, è vero che Gesù era ebreo e rimane ebreo.

Ma Gesù ha fatto dei "Suoi" un popolo dall'identità "teologale" e non "etnica", proprio in virtù dell'universalismo ebraico ed al suo essere Uomo-Dio insieme, a compimento della Storia della Salvezza che nasce e si sviluppa nel popolo dell'Antica alleanza.

Solo che la nuova identità "teologale" - non più fondata su Dio-popolo-terra ma su Gesù, che è Cristo - ora appartiene al popolo della Nuova ed eterna Alleanza che siamo noi, cioè i "Suoi", perché il popolo dell'Antica Alleanza lo ha rifiutato 2000 anni fa e continua a rifiutarlo....

Zag ha detto...

@vighi
mi manderai sicuramente a quel paese, ma se dici che "un po' di modernismo in me c'è" a cosa ti riferisci? Lasciamo stare le diatribe tra Rito Antico e Moderno, che lascio ai più esperti. Credo sia più importante l'ortodossia dottrinale. Accettare solo alcune cose di quella che è la comune morale cattolica tramandataci da 2000 anni e rifiutarne altre perché i tempi sono cambiati, questo è modernismo. Ma la morale cristiana si accetta in blocco o si rifiuta in blocco, visto che non ce lo ordina il dottore di essere cristiani, ma è una nostra scelta.

@anonimo che parla degli angeli
il discorso che fai è un po' semplicistico e ti risponderà Mic, ma se la mettiamo in termini di superiorità matematica, allora non avremmo nemmeno bisogno dell'angelo custode. Conosci il suo compito?

viandante ha detto...

@Cattolico

Penso che forse non ci intendiamo sulle parole.
Su certe cose il papa può disporre come ritiene opportuno nell'interesse della Chiesa che è chiamato a custodire e confermare nella fede. Lo stesso Concilio tridentino ha disposto molte cose, riformando la Chiesa, ma sempre per rendere più chiara la fede cattolica, per preservarla dall'errore e affinché lo zelo di pastori e fedeli fosse accresciuto.
Chiaramente concordo con te che non possono, né il papa, né i vescovi e nemmeno gli angeli (vedi lettera di San Paolo) mutare le verità di fede.

Però farei attenzione al modo di esprimersi e non sarei così categorico. I distinguo e le precisazioni sono molto importanti: per non scandalizzare coloro che potessero fraintendere il nostro vero pensiero e per non dare occasione ai sempore presenti nemici della Tradizione per attacchi fuori luogo.

Anonimo ha detto...

Censuri quanto vuole. Gesù scelse di essere ebreo in terra ma certo dopo la risurrezione non ha appartenenza. Gesù è Dio. Non diffonda confusione ne errore.

Anonimo ha detto...

Scusate l'OT

Siamo a ridosso delle elezioni europee. Da cattolici, penso che bisognerebbe cercare di dare il voto a qualcuno che difenderà nel parlamento europeo le radici cristiane dell'europa, il bene della vita e della famiglia, contro le leggi per l'aborto, per la teoria del gender, i matrimoni e le adozioni per gli omosessuali, che piano piano verranno imposte a tutti gli stati membri dell'Europa.

Nel panorama politico attuale, mi risulta impossibile identificarmi con alcun partito. Per cui sto cercando un candidato cattolico, retto e legato alla dottrina e alla morale cattolica. Qualcuno mi sa indicare qualche nome?

Ripeto, non mi interessa di che partito sia, ma se devo esercitare il mio diritto a votare, tanto vale farlo a fin di Bene (con la maiuscola).

Grazie.

Anonimo ha detto...

@zag: gli angeli custodi sono a servizio dell'uomo...
sai di quella santa che vedeva l'angelo custode accompagnare i loro protetti a fare la comunione e quasi invidiare il fatto che gli uomini potessero comunicarsi e loro no? E' la profonda verità del mistero dell'incarnazione che pone l'uomo per grazia al di sopra della natura angelica.

rr ha detto...

Vighi,
io ho fatto l'esempio della sala operatoria per indicare come anche in ambiti "mondani" (nel senso evangelico di "mundum") si stabiliscono regole e norme di comportamento per poter svolgere al meglio un' atto professionale .Se si deroga da queste regole, perché qualcuno vuole sentirsi più "libero", si rischia che l'operazione vada male.
Se si riforma, faccio un altro esempio, la procedura dei processi penali, una volta modificato il rito processuale (si parla proprio di rito) si seguono, e tutti seguono, le regole, altrimenti il rito, il processo , è invalido.
Ora il CVII NON ha riformato la S. Messa, è stata una commissione presieduta dal massone (ormai tutti concordano) Bugnini, che già lo aveva tentato con Pio XII. Paolo VI l'ha approvata, SENZA ABOLIRE il VETUS ORDO; PERCHE' NON POTEVA FARLO; DE IURE. Ma lo ha fatto de facto.
Questa riforma cozza in molti punti, che Mic ha più volte spiegato, non solo con la Tradizione secolare, ma anche proprio con il CVII stesso.
Ci sono altri documenti pontifici, che Mic ha qui più volte richiamato, che dimostrano come il Novus Ordo va celebrato, e PURTROPPO NON LO E'. per esempio in Latino, accompagnato da quali musiche, ecc.
Ora un celebrante di sguincio rispetto all'altare e Tabernacolo: o si celebra "coram Deo" o "coram populo", ma non di sguincio. L'Eucaristia va data sulla lingua e ci si inginocchia. l' altare è un altare sacrificale, non è una mensa di un banchetto che posso disporre verticale, orizzontale, in diagonale, tonda, a croce, o come voglio io.
Se invece un celebrante sta costì o colì, la Comunione viene distribuita così, ma anche cosà, e ognuno deve sentirsi libero, ecc., NON E' PIU' UN RITO SACRO, ma manco un'operazione, un atto professionalmente ben fatto, ma semplicemente, per dirla in Inglese, una "mess".
Incredibile, avvocati che tutti seri indossano le toghe nere come nell'800, medici che devono il camice bianco quando visitano, e tutine verdi o celesti quando operano - e c'è un motivo, perché si usano quei colori - salumieri con il camice ed il grembiule, maestre che vogliono gli scolari in grembiule, scuole private con la divisa, per non parlare dei soldati, ecc., ma quando si tratta di paramenti, di pissidi, di riti e preghiere, e S. Messe, tutto è libero, moderno, spontaneo, abbasso le regole, vecchie e muffite !!
Mi ripeto: dallo Scisam d'Oriente in poi, c'è la Chiesa cattolica, quella (e9 orotodossa (e), le varie denominazioni protestanti, poi ci sono gli ebrei (ortodossi, riformati…), i musulmani sciiti, sunniti, gli indù, ecc. ecc. Siccome per molti ormai la religione è un supermercato,oggi mi va di andare al PAM, domani vado all' Esselunga che fa il 3x2, perché non si sceglie una di queste "religioni", e si lascia in pace l'Una, Santa, Cattolica, Apostolica, Romana ed suoi riti ?
E se se legge un blog cattolico come questo, perché non si capiscono e si imparano le cose ?
RR

Enrico ha detto...

Apprendo con interesse (ma non con stupore) che per Ravasi Nostro Signore è ebreo.
Ora inizio a capire cosa intendeva Bergoglio sostenendo, con il compagno di merende Scalfari, che Dio non è cattolico.
Se Dio è ebreo, allora a fortiori se ne può concludere che Ravasi e Bergoglio sono ebrei a loro volta: siamo tanto lontani dal vero?
Ci starebbe un bell'articolo di Blondet.

Ps: cara Mic, non entro in questo caso in questioni teologiche, che lascio trattare con maggior perizia a lei. La mia è solo una provocazione teologico-politica, pensando al nuovo corso post CVII.

Cattolico ha detto...

Per chi non conosce il francese, ho tradotto il bel commento di Raoul de Gerrx, delle 17:42 di ieri 23 maggio. Eccolo in italiano:
Non Dimentichiamo che Bergoglio, detto Francesco la Misericordia (per il modo di finire velocemente, senza misericordia, i suoi avversari) è stato, per sua stessa ammissione, nella sua giovinezza, buttafuori in un locale notturno malfamato di Buenos Aires – una attività che esige da chi la pratica non solamente delle predisposizioni particolari (una certa “sensibilità” si direbbe oggigiorno) ma soprattutto un solido pugno.
Buon sangue non mente. Come sorprendersi quindi che, posto sesssant’anni più tardi alla testa di quella discoteca che è ormai la Chiesa conciliare dopo il soppiantamento del suo vecchio direttore, il suo primo pensiero sia stato di nuovo “chi devo espellere?”, e che il suo sguardo si sia subito rivolto non verso il gerente di Santa Marta che gli serve i pasti, ma verso i Francescani e le Francescane dell’Immacolata, il cui solo torto, sembra (al momento non se ne conoscono altri), sarebbe stato quello di attardarsi troppo, in nome di una concezione certamente suicida dell’obbedienza (che non aveva, grazie a Dio, Monsignor Lefebvre) in questo luogo di promiscuità dove ormai sgambettano, battendo le mani e i piedi in un baccano assordante, vescovi e cardinali in cimbali, preti concubini, teologi che hanno perso la bussola e religiose lesbiche? Ma quelli là non c’è sicuramente motivo di toccarli: sono troppo forti !

Cattolico ha detto...

Preciso di aver tradotto l'espressione "évêques et cardinaux en goguette" con "vescovi e cardinali inj cimbali", senza però capirne il significato; approfondendo le ricerche, ho trovato questa definizione: "fuori dalla realtà ( fuori di sé, fuori di testa?) per la goia", quindi sculettanti e sgambettanti (e plaudenti) per la gioia del "nuovo corso" bergogliano, ritengo.

Anonimo ha detto...

C'è un fatto: nella terra della antica alleanza il papa non offrirà il Sacrificio della nuova alleanza......

mic ha detto...

Anonimo che dice:
@zag: gli angeli custodi sono a servizio dell'uomo...
sai di quella santa che vedeva l'angelo custode accompagnare i loro protetti a fare la comunione e quasi invidiare il fatto che gli uomini potessero comunicarsi e loro no? E' la profonda verità del mistero dell'incarnazione che pone l'uomo per grazia al di sopra della natura angelica.


Dov'è che il papa parla dell'ordine della grazia?
E, se concepisce l'Incarnazione come la GS 22, si tratta di una innovazione 'spuria', perché l'ordine della grazia vale per il "cristiano" e non per l'uomo in generale...

Ho inserito un nuovo articolo.

Anonimo ha detto...

"C'è un fatto: nella terra della antica alleanza il papa non offrirà il Sacrificio della nuova alleanza......"

in compenso visiterà la tomba di Herzl fondatore del Sionismo...

Anonimo ha detto...

mentre il suo viaggio nella terra dell'antica alleanza è fianco a fianco e alla pari con un rabbino e un imam...

Rr ha detto...

Intendete dire, anonimi 14.15 e 14.46 che non celebrera' Messa?
Che fecero gli altri due Papi ?
Rr

Enrico ha detto...

Anonimo ha detto...
"C'è un fatto: nella terra della antica alleanza il papa non offrirà il Sacrificio della nuova alleanza......"

in compenso visiterà la tomba di Herzl fondatore del Sionismo...

24 maggio 2014 14:46


Allora è proprio vero che il Dio di Bergoglio, Ravasi & co. è ebreo.
E' per questo che crocifiggono i cristiani?

Hegel docet ha detto...

Gesù è l'Aufhebung dell'ebraismo: il suo rovesciamento, il suo superamento e il suo toglimento.

Anonimo ha detto...

Gesù era ebreo? Gesù, seconda Persona della Santissima Trinità, si incarna nel grembo purissimo della Santa Madre di Dio Maria. La Vergine è stata concepita senza peccato originale, immune dalla colpa. Il Verbo assume la carne di uomo, perciò Vero Uomo, in tutto simile agli uomini. Ma ciò che la Vergine trasmette all'uomo Dio è un sangue e una carne che prescindono da una appartenenza nazionale. E comunque le origini della Madonna sono Libanesi, perciò Gesù non ha proprio niente di israelita. Penso che lo stesso Davide non sia di origine Israelita. Alla domanda del procuratore Ponzio Pilato: "...La TUA GENTE e i sommi sacerdoti ti hanno consegnato a me;..." Gesù elude la domanda e risponde: "Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato AI GIUDEI;..." È GIUDEO nostro Signore? E loro sono i nostri fratelli maggiori? Da che parte? Anche se san Paolo accenna alla questione. E sebbene il Signore stesso sta alla loro legge di cui poi sappiamo la trtrasformazione....

mic ha detto...

Francamente tutta questa distinzione non ha senso.
Gesù stesso dice "la salvezza viene dai giudei". Non c'è dubbio che tutta la storia della salvezza; la Legge; i Profeti; i sacrifici; le particolari manifestazioni del Signore; il culto di un "popolo sacerdotale; una miniera di ricchezze spirituali non cancellate ma portate a compimento, è da lì che vengono.
Non vedo qual è la difficoltà di riconoscerlo.

Poi il Signore stesso aggiunge:
"... Ma è giunto il momento, ed è questo, in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità; perché il Padre cerca tali adoratori"

Non a caso in un post precedente ho richiamato la distinzione, che è quella fondamentale, dell'identità "teologale", che sostituisce quella "etnica".
San Paolo: "non c'è più né giudeo né greco... ", ricordate?

Il resto cosa volete che conti?

Non è la battuta "Dio non è cattolico" che mi scandalizza, è tutto il resto del ciarpame modernista...

Anonimo ha detto...

Stando all'ufficialità, la messa pubblica di oggi in Giordania sarà forse unica, in Israele è prevista oltre alla visita alla tomba di Herzl, una cerimonia ecumenica sulla spianata, non oso pensare di cosa si tratti, ma ci sono il mufti e l'amico di sempre Skorka, d'altra parte, visto come celebra, sembra lì per caso all'altare, ha sempre la faccia trugna e pare assente ed estraneo alla messa, oggi l'ho seguito un po', ma non si regge proprio,non c'è nessuna ieraticità nei suoi gesti, nessun segno che ti dia certezza che creda veramente nella transustanziazione, insomma una cosa tirata per i capelli, con modi bruschi e ruvidi, non aggiungo altro, c'è abbastanza materiale per eventuali osservatori. Anonymous.

Anonimo ha detto...

dall'omelia ad Amman
...
“La pace – ha sottolineato - non si può comperare, non si vende. La pace è un dono da ricercare pazientemente e costruire “artigianalmente” mediante piccoli e grandi gesti che coinvolgono la nostra vita quotidiana. Il cammino della pace si consolida se riconosciamo che tutti abbiamo lo stesso sangue e facciamo parte del genere umano; se non dimentichiamo di avere un unico Padre nel cielo e di essere tutti suoi figli, fatti a sua immagine e somiglianza”.

Anonimo ha detto...

Quindi ha concluso: “Cari amici, cari fratelli, lo Spirito Santo è disceso su Gesù presso il Giordano e ha dato avvio alla sua opera di redenzione per liberare il mondo dal peccato e dalla morte. A Lui chiediamo di preparare i nostri cuori all’incontro con i fratelli al di là delle differenze di idee, lingua, cultura, religione; di ungere tutto il nostro essere con l’olio della sua misericordia che guarisce le ferite degli errori, delle incomprensioni, delle controversie; la grazia di inviarci con umiltà e mitezza nei sentieri impegnativi ma fecondi della ricerca della pace. Amen!”.

http://www.news.va/it/news/omelia-del-papa-allo-stadio-di-amman

Anonimo ha detto...

E ha celebrato in italiano.

Rr ha detto...

Meno male che prima del conclave dicevano che il nuovo papa avrebbe parlato piu' lingue...
Meglio cosi' , ci vuole gia' l' interprete, figuriamoci se usasse l' inglese o il francese...o il latino
Rr

vighi ha detto...

Zag non ti mando certo a quel paese figurati!!! Scrivo qualche volta su questo blog perche' credo nel dialogo e nel confronto anche di idee diverse. Quando ho parlato di una parte di modernismo in me in quel momento specificatamente mi riferivo al rito liturgico che io seguo ( NO) e che voi non riconoscete come corretto. Prova ne e' quello che mi ha scritto RR a cui do la stessa risposta data e te: continuo a scrivere e leggere su questo blog per avere un confronto con persone che a volte la pensano diversamente da me ma con cui dialogare con il massimo rispetto. Non imparo e non capisco? Forse!! Ma mai desistere e proprio per questo non smetterò di confrontarmi con quello che scrivete. RR non so se quello che mi hai scritto alla fine del tuo scritto é un invito a non scrivere piu' spero di no. Ho sempre avuto massimo rispetto per le vostre posizioni che a volte condivido e a volte meno, spero non vogliate troppo chiudere le porte e parlare solo tra di voi. Saluti Vighi

Anonimo ha detto...

rr:evidentemente per essere amato e capito da tutti non c'è bisogno di parlare le lingue.
Vera

Anonimo ha detto...

A anonimo delle 17.07: ci sarà una messa nel cenacolo.
PAUL

Zag ha detto...

Vighi, io seguo il NO come te, ma non mi infastidisce minimamente la presenza del VO soprattutto dopo l'emanazione del SP di Benedetto XVI. In questo la penso come padre Ariel, che su questo blog si prese un sacco di insulti per qualche suo intervento. Credo che i problemi della Chiesa siano attinenti alla retta fede e dottrina e purtroppo molti fedeli contribuiscono a crearli scegliendo autonomamente ciò che è peccato e ciò che non lo è.

una sola fede ha detto...

Ben scriveva oggi mic:
“Solo che la nuova identità "teologale" - non più fondata su Dio-popolo-terra ma su Gesù, che è Cristo - ora appartiene al popolo della Nuova ed eterna Alleanza che siamo noi, cioè i "Suoi", PERCHE’ IL POPOLO DELL’ANTICA ALLEANZA LO HA RIFIUTATO 2000 ANNI FA E CONTINUA A RIFIUTARLO…”

Aggiungo a conferma di questo, in due tranches, la Parola di Dio.

Prima tranche:

1) Venne fra la sua gente,
MA I SUOI NON L’HANNO ACCOLTO.
(Gv 1, 11)

2) “Gerusalemme, Gerusalemme, che uccidi i profeti e lapidi quelli che ti sono inviati, quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli, come una gallina raccoglie i pulcini sotto le ali, e VOI NON AVETE VOLUTO!”
(Mt 23,37)

3) “[…]perché tutti onorino il Figlio come onorano il Padre. CHI NON ONORA IL FIGLIO, NON ONORA IL PADRE CHE LO HA MANDATO”.
(Gv 5,23)

4) “CHI ODIA ME, ODIA ANCHE IL PADRE MIO. Se non avessi fatto in mezzo a loro opere che nessun altro mai ha fatto, non avrebbero alcun peccato; ORA INVECE HANNO VISTO E HANNO ODIATO ME E IL PADRE MIO”.
(Gv 15, 23-24)

5) CHIUNQUE NEGA IL FIGLIO, NON POSSIEDE NEMMENO IL PADRE; chi professa la sua fede nel Figlio possiede anche il Padre.
(1Gv 2,23)

segue seconda e ultima tranche...

una sola fede ha detto...

Seconda tranche:

6) Quando videro quella moltitudine, i Giudei furono pieni di gelosia e contraddicevano le affermazioni di Paolo, BESTEMMIANDO.
Allora Paolo e Barnaba con franchezza dichiararono: «ERA NECESSARIO CHE FOSSE ANNUNZIATA A VOI PER PRIMI [cioè ai Giudei] la parola di Dio, ma POICHE’ LA RESPINGETE E NON VI GIUDICATE DEGNI DELLA VITA ETERNA, ecco noi ci rivolgiamo ai pagani.
(At 13,45-46)

7) «So che siete discendenza di Abramo. Ma intanto cercate di uccidermi perché la mia parola non trova posto in voi. Io dico quello che ho visto presso il Padre; anche voi dunque fate quello che avete ascoltato dal padre vostro!».
Gli risposero: «Il nostro padre è Abramo».
Rispose Gesù: «SE SIETE FIGLI DI ABRAMO, FATE LE OPERE DI ABRAMO! Ora invece cercate di uccidere me, che vi ho detto la verità udita da Dio; questo, Abramo non l'ha fatto.
Voi fate le opere del padre vostro».
Perché non potete dare ascolto alle mie parole, VOI CHE AVETE PER PADRE IL DIAVOLO, e volete compiere i desideri del padre vostro. Egli è stato omicida fin da principio e non ha perseverato nella verità, perché non vi è verità in lui.
(Gv 8, 37-41.43-44)

8) Tuttavia la parola di Dio non è venuta meno.
Infatti NON TUTTI I DISCENDENTI D’ISRAELE SONO ISRAELE, NE’ PER IL FATTO DI ESSERE DISCENDENZA DI ABRAMO SONO TUTTI SUOI FIGLI, ma: “In Isacco ti sarà data una discendenza”; cioè: non i figli della carne sono figli di Dio, ma i figli della promessa sono considerati come discendenza”.
(Rm 9, 1-8)

9) Sappiate dunque che FIGLI DI ABRAMO SONO QUELLI CHE VENGONO DALLA FEDE.
(Gal 3,7)

10) “[…] perché IN CRISTO GESU’ LA BENEDIZIONE DI ABRAMO PASSASSE ALLE GENTI e noi ricevessimo la promessa dello Spirito mediante la fede”.
(Gal 3, 14)

Anonimo ha detto...

Scusate se m'intrometto, la sostanza è questa:
-l'Eucaristia, si RICEVE, non la si prendeda sè perché non siamo a un buffè; il sacerdote, che agisce in persona Christi, ci ciba come Lui ha fatto con gli apostoli.
-la Comunione in mano rende più facili le profanazioni, di qualsiasi tipo;
-la Comunione in piedi e quella in mano distruggono il senso del sacro che è naturale all'uomo.

Queste cose (spiegate molto meglio) le trovate nel libro di S.E. Athanasius Schneider, Corpus Christi

Anonimo ha detto...

Mi fa molto riflettere il fatto che l'indulto (perché resta un indulto) della Comuniome sulla mano sia diventato prassi ordinaria, quando (per esempio) anche Madre Teresa di Calcutta diceva che era il più grande male dei suoi tempi, dopo l'aborto. Mentre l'indulto per la Messa Vetus Ordo sembra non essere mai esistito..

rr ha detto...

Vighi,
io non impedisco a nessuno di scrivere qui: il blog non è mio, è "casa" di Mic. Semplicemente sono rimasta stupita a legger certe espressioni da parte di una persona che, appunto, frequenta questo blog, quindi, penso io, non si limita a leggere i post dei commentatori, per vedere cosa pensano persone di opinione differente, ma legge gli articoli sui varii argomenti liturgici e teologici che Mic pubblica. E quindi apprende concetti, su cui riflettere, trovandosi poi d'accordo o no. Personalmente, però, se dopo un po' che seguo un blog, o un giornale, mi accorgo di non condividerne "la linea editoriale", lascio perdere, non avendo poi così tanto tempo a disposizione.
Del Vetus Ordo avevo un ricordo vago, di quando vi assistevo da bambina, e naturalmente era un bel ricordo proprio perché legato ad un momento felice della mia vita.
Ritenevo che l'insistenza sul VO da parte, per esempio, di Monsignor Lefebvre fosse una fissazione. Poi ho iniziato ad informarmi, dopo il Summorum, e a leggere testi, tra cui il famoso "Breve esame critico" dei cardinali Ottavini e Bacci. Ti confesso che sono rimasta stupefatta. Delle due l'una: o avevano ragione i cardinale (e Monsignor Lefebvre) o aveva ragione Paolo VI. Come risolvere il dubbio, a prescindere da un'innata, confesso, poca simpatia nei confronti di Paolo VI datante dai tempi della mia adolescenza e prima giovinezza ?
Approfondendo l'argomento, leggendo ancora, documentandomi, osservando i frutti della riforma liturgica, leggendo ricerche e statistiche, usando infine la mia ragione per giungere ad una conclusione. Avevano ragione i cardinali !
Anche perché l'avversione verso la S. Messa di sempre e nei confronti di coloro che desiderano assistervi e di coloro (incluso Benedetto) che seppur parzialmente, con molti distinguo, un passo avanti, due dietro, l' appoggiano, è al di fuori di ogni possibilità di comprensione non solo cattolica, ma anche semplicemente umana. A meno di non ricorrere al furore e fanatismo ideologico di stampo giacobino e marxista-leninista (trozkista, stalinista).
LA Storia insegna quanti lutti e tragedie quei fanatismi e furori hanno prodotto. Ergo, anche il fanatismo e furore con cui da 40 anni e rotti a questa parte si tenta in tutti i modi di silenziare, allontanare, eliminare (alla fine anche fisicamente) chi la pratica, è tale da far aprire gli occhi anche al più cieco dei fedeli, se solo vuole aprirgli. Ed io li ho aperti. Prima o poi, se sei sincera ed in buona fede, li aprirai anche tu.
RR

rr ha detto...

Per la "normalista" Vera:
io non ho mai pensato che per essere un Pontefice si debbano parlare più lingue, questo lo affermavano i giornalisti che ora se ne vengono in brodo di giuggiole ad ogni frase "portegna" di Bergoglio, anche se non rispetta la più elementare costruzione sintatica soggetto-predicato verbale-eventuale complemento.
E quindi poi partono le interpretazioni: ma no, non voleva dire così, ma no, si riferiva a quel passo delle S: Scritture, ma in fondo anche S. Paolo dice…vedi l'ultima sugli Angeli (e ci siamo persi la polemica su una lettera scritta, non scritta, non si sa bene, alla Presidentessa Kirchner, di cui parla tutta l'Argentina).
Per altro, se non si celebra in latino, la cosa migliore quando si è all'estero, così non si rischiano "gaffes" politico-istituzionali, l'Italiano è da preferire a tutte le altre lingue. Del resto non è il Vescovo di Roma ?
Io ho visto Paolo VI in Terra Santa, allora sì visita storica, poi GP II (altro "first" al Muro del Pianto) e BXVI (un Tedesco in Israele)... Scusami, se non mi eccito più di tanto a questa nuova visita. Tanto più che la decisione di un Pontefice di S.Romana Chiesa che omaggia Herzl, mi sembra sinceramente sbagliata, non tanto per motivi teologici, ma storico-politici, sapendo che, come tutti i nazionalismi, è un'ideologia vecchia che ha fatto, e fa, più male che bene.
RR

Anonimo ha detto...


Per essere una che non si eccita a questa nuova visita sei una che se ne sta interessando più di me.
la lettera a cristina è postata su religion digital con tanto di foto del manoscritto e non vedo perchè qualcuno si è agitato per quella lettera.
Vera

Anonimo ha detto...

C'è da dire che tutto sta nell'intelligenza dei vescovi e dei sacerdoti quando ci sono realtà tradizionaliste, per fortuna non tutti sono 'perseguitati'da molte parti non c'è alcun veto, qui in regione ci sono molti gruppi tradi, c'è un priorato FFSPX ed in genere non ho registrato lamentele da parte dei miei amici tradi, poi se vogliamo spostare il discorso sulla frequenza alla messa domenicale in generale, qui cominciano i dolori, perché si attesta sul 7/8%, non di più e per favore piantiamola coll'effetto bergoglio che non se ne può più e non è vero che ha portato tante conversioni, altro dato da rilevare, almeno qua, è l'età elevata degli assidui, altra cosa è la novità introdotta a partire dall'anno prossimo, Comunione e Cresima in cerimonia unica in V elementare; Rr ha ragione, gli estremismi ed in genere tutti gli ismi non portano da nessuna parte, anzi talora si rivelano deleteri, ma il fatto vale per tutti in questo caso, anche per tradi e non. Del vdr non dico nulla, ho già detto abbondantemente, null'altro da aggiungere, se non un piccolo invito a vedere su Mundabor che copertine vengono e venivano dedicate agli ultimi 2 papi.....Lupus et Agnus.

Rr ha detto...

Caro Lupus,
la Cresima e Comunione insieme erano prassi quando ero bambina io, che infatti le ho fatte insieme. Anche mio fratello e sorella, circa 10 anni dopo, han fatto Comunione e Cresima insieme. Non credo ci sia niente di sbagliato.
Ripeto alla " normalista": che a me di' sta visita non importa proprio nulla. Ho commenato le notizie postate.
Infine sulla lettera ho letto alcuni commenti su un sito argentino a cui sono arrivata dopo aver visto il collage su Mundabor di cui parla Lupus.

Rr

Anonimo ha detto...

RR, nulla di sbagliato, anch'io li ho ricevuti a 9 anni in IV elementare entrambi, ma qua almeno fino a quest'anno comunione a 10 a Cresima in III media, anche mio figlio ha fatto così, ai normalisti lascia il tempo di discutere, ça suffit. Lupus et Agnus.

Rr ha detto...

Se aspettano la Iii media, tra tre anni o quattro non c' han piu' nessuno da cresimare- dopo il modo di svolgersi del catechismo e Prime Comunioni...
OT: Lupus, da te son tornati a votare anche i sassi ? O qualcuno s' e' " imbrogliato" con i voti ?
Chissà da Josh...
Rr

Anonimo ha detto...

Rr, scusa il ritardo, ma leggo solo ora.....qui hanno votato TUTTI, a partire da quelli del plebiscito dell'unità d'Italia, non so se mi spiego, disse timidamente il tovagliolo alla tovaglia......se avessero la stessa fede in Dio saremmo in Paradiso(quello vero, non quello promesso)se questo paese affonda ogni giorno di più nelle paludi di Avalon, si sa a chi attribuirne la colpa, W il Gattopardo, sempre, cambiare tutto perché tutto resti com'è, frase geniale, da Nobel, ma adesso si danno à la sans faisons.Lupus et Agnus

Anonimo ha detto...

Rr, scusa il ritardo, ma leggo solo ora.....qui hanno votato TUTTI, a partire da quelli del plebiscito dell'unità d'Italia, non so se mi spiego, disse timidamente il tovagliolo alla tovaglia......se avessero la stessa fede in Dio saremmo in Paradiso(quello vero, non quello promesso)se questo paese affonda ogni giorno di più nelle paludi di Avalon, si sa a chi attribuirne la colpa, W il Gattopardo, sempre, cambiare tutto perché tutto resti com'è, frase geniale, da Nobel, ma adesso si danno à la sans faisons.Lupus et Agnus