Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

lunedì 2 ottobre 2017

"La verità della fede in pericolo". E firma la correzione a Bergoglio

La Chiesa vive un periodo di forte dibattito interno. Il professor Strumia, firmatario della "correzione filiale" e teologo di fama internazionale, spiega il perché
La Chiesa vive un periodo di forte dibattito interno. Don Alberto Strumia è stato docente ordinario di fisica-matematica presso le università di Bologna e Bari ed è attualmente docente invitato alla facoltà teologica dell'Emilia Romagna. Ma è anche uno dei sacerdoti che ha firmato la "correzione filiale" su Amoris Laetitia, l'esortazione apostolica del Papa che tanto sta facendo discutere il mondo cattolico e non. La firma di don Strumia ha suscitato scalpore, essendogli pacificamente riconosciuta una competenza di carattere internazionale tanto in materia teologica quanto in ambito scientifico.

Professor Strumia, perché ha firmato la "correzione filiale" su Amoris Laetitia?
Perché ho ritenuto doveroso farlo, pur non avendo mai immaginato prima di ora che si sarebbe dovuti arrivare ad una decisione così estrema e dolorosa. Osare di indirizzare una correzione dottrinale al Papa lo si può e lo si deve fare solo quando è in pericolo la verità della fede e quindi la salvezza degli appartenenti al popolo di Dio. Il realismo dinanzi agli accadimenti non mi fa illudere che la correzione verrà presa seriamente in considerazione, dal momento che neppure i dubia sollevati da quattro Cardinali hanno ricevuto finora risposta, ma se siamo in tanti a sollecitare il chiarimento c'è una maggiore possibilità anche a causa della visibilità pubblica favorita dalla mediaticità dei nostri giorni. Sono in molti, nella Chiesa, a sentirsi soffocati da un clima negativo nel quale l'abuso del potere viene non di rado a sostituire l'autorevolezza.

In chiave dottrinale, può un sacerdote contraddire il Papa?
La "dottrina della Chiesa" non è inventata dai teologi e neppure dai Papi, ma è fondata sulla Scrittura e radicata nella tradizione della Chiesa. Il Papa è al servizio, come custode e garante di questa continuità e non può spezzarla neppure velatamente, lasciando intendere, con formulazioni ambigue, che oggi si possa credere e fare il contrario di ciò che è stato insegnato finora, dal Magistero, su questioni essenziali come la dottrina dei sacramenti o la morale familiare, con la motivazione che i tempi sono cambiati e il mondo esige un adeguamento. Per questo è un dovere di carità, che ha come scopo la "salvezza delle anime", come si diceva un tempo, e la difesa della stessa dignità del soglio di Pietro e di colui che lo occupa, mettere con il massimo rispetto in risalto queste ambiguità.

Questo dibattito teologico è strumentalizzato? C'è uno scambio meramente dottrinale o sta emergendo nella dialettica una divisione già esistente nella Chiesa?
E' evidente che oggi emerge, nella Chiesa, a livello di vertice, ciò che da cinquant'anni si è innescato dalla base fino a più in alto. La liturgia è divenuta sempre meno sacra e sempre più incentrata sull'inventiva più o meno istrionica dei celebranti e sul protagonismo di animatori sempre più preoccupati di esibire se stessi che di esaltare la centralità del Sacrificio di Cristo, che forse non comprendono nemmeno più. Le omelie sono diventate melense e sentimentali, o comizi politici, e il canto sempre meno liturgico. Chi avrebbe dovuto correggere, si è messo talvolta ad imitare queste stesse tendenze.

Una delle critiche che i tradizionalisti muovono al Pontefice è relativa ad una presunta svolta modernista. E' così?
Intanto bisognerebbe smettere di vedere tutto ciò che sta accadendo nella Chiesa come una contrapposizione tra correnti: "i tradizionalisti" e i "progressisti". La Chiesa non è un partito e le questioni fondamentali della dottrina e della morale non sono riducibili ad "opinioni" di una parte o di un'altra. Qui si tratta di essere cattolici o non di esserlo, cattolici o protestanti, cattolici o gnostici, cattolici o sostenitori di "tutte le religioni sono equivalenti", tanto la "misericordia" (!), autorizza a fare quello che si vuole e non c'è bisogno di nessuna conversione, se non quella che aderisce al "pensiero unico" che crede nel "nuovo ordine mondiale". Come dicevo prima si tratta di una tendenza di matrice modernista e protestantizzante che è in atto da una cinquantina d'anni e che ora è venuta allo scoperto del tutto in questi ultimi anni. Era un fuoco sotto la cenere che ora è stato rinvigorito.

Ma esiste davvero una contrapposizione tra "conservatori" e "progressisti"? Insomma, la parola di Dio non è una sola? Da laici è difficile comprendere queste differenze di visione...
La divisione interna alla Chiesa è un dato di fatto che non si può e non si deve negare: se non ci fosse nessuna divisione, oggi anche sulle questioni fondamentali, sulla dottrina e sul modo di applicarla nella pratica pastorale, non saremmo qui a parlarne. Ma come ho detto è scorretto parlare di una contrapposizione tra "progressisti" e "conservatori". Se il problema fosse solo quello di due linee di tendenza "opinabili" saremmo di fronte ad un pluralismo di scuola che potrebbe essere anche utile alla ricerca teologica, e uno stimolo a gareggiare nell'intraprendere opere culturali e caritative. Ma oggi non è così: quando le divergenze vanno ad intaccare i fondamenti della dottrina, allora non siamo più di fronte a due correnti di pensiero, a due opinioni ammissibili, ma a due dottrine contrapposte, a due chiese separate, di fatto, anche se non giuridicamente. Come due "separati in casa".

Qual è il rapporto della linea dottrinale di questo Pontificato con Martin Lutero e la dottrina protestante?
Si direbbe che Lutero è guardato come un profeta e come un santo, che ha capito con largo anticipo ciò che la Chiesa cattolica non ha compreso finora, condannandosi ad un ritardo storico che sarebbe giunta l'ora di risanare. Eppure, la biografia di Lutero è tutt'altro che presentabile come un capitolo di "agiografia!” La Chiesa si è lentamente, ma inesorabilmente protestantizzata... E il "cavallo di Troia" per far avanzare questo processo è divenuto quello dell' "ambiguità", nelle parole e nei gesti, insieme ad una concezione di "misericordia senza pentimento nè conversione" che ricorda tanto il pecca fortiter et crede fortius ( pecca fortemente e credi ancor più fortemente) di luterana memoria. E di fronte a tutto questo come non si poteva non muovere una "correzione filiale" che mettesse allo scoperto la gravità della situazione? - [Fonte]

10 commenti:

Anonimo ha detto...

La Chiesa si è lentamente, ma inesorabilmente protestantizzata.
Sì, ma ha assorbito le istanze del peggior Protestantesimo LIBERALE. I protestanti seri, davvero legati agli insegnamenti dei Riformatori del XVI Secolo respingono l'accostamento tra la Chiesa post-Vaticano II ed in particolare Bergoglio, e Lutero. Trovano tale accostamento offensivo per Lutero.

Anonimo ha detto...

www.corrispondenzaromana.it/perche-abbiamo-inviato-la-lettera-corretio-filialis-a-papa-francesco/

Anonimo ha detto...

"... oggi emerge, nella Chiesa, a livello di vertice, ciò che da cinquant'anni si è innescato dalla base fino a più in alto. La liturgia è divenuta sempre meno sacra e sempre più incentrata sull'inventiva più o meno istrionica dei celebranti e sul protagonismo di animatori sempre più preoccupati di esibire se stessi che di esaltare la centralità del Sacrificio di Cristo, che forse non comprendono nemmeno più. Le omelie sono diventate melense e sentimentali, o comizi politici, e il canto sempre meno liturgico. Chi avrebbe dovuto correggere, si è messo talvolta ad imitare queste stesse tendenze".

Sta qui la tragedia: "...la centralità del Sacrificio di Cristo, che forse non comprendono nemmeno più".

Personalmente devo ringraziare chi mi sta aiutando a recuperare il senso vero e proprio dell'offertorio della Santa Messa. Oggi, festa degli angeli custodi, credo bello meditare questo scritto di Catalina Rivas, una mistica boliviana.

Un attimo dopo si arrivò all'Offertorio e la Vergine Santissima disse: "Recita così: «Signore, Ti offro tutto ciò che sono, quello che ho, quello che posso, tutto pongo nelle Tue mani. Eleva Tu, Signore, quel poco che io sono. Per i meriti del Tuo Figlio, trasformami, Dio Altissimo... Insegnami ad umiliare il mio cuore affinché il loro cammino sia meno duro!» E' così che pregavano i Santi e così voglio che facciate voi".
All'improvviso, cominciarono ad alzarsi in piedi delle persone che non avevo visto prima. Era come se dal fianco di ogni persona che si trovava nella Cattedrale, uscisse un'altra persona. La chiesa si riempì così di varie persone giovani e belle, vestite con tuniche bianchissime. Si diressero fino al corridoio centrale procedendo poi verso l'altare.
Disse nostra Madre: "Osserva, sono gli Angeli Custodi di ognuna delle persone che si trovano qui. E' il momento nel quale il vostro Angelo Custode porta le vostre offerte e preghiere all'Altare del Signore". Alcuni di loro portavano un vassoio d'oro con qualcosa che risplendeva di una luce bianco-dorata. Disse la Vergine: "Sono gli angeli Custodi di quelle persone che sono coscienti di ciò che significa questa celebrazione, di quelle che hanno qualcosa da offrire al Signore... Ricordatevi che la Messa ha un valore infinito, quindi siate generosi nell'offrire e nel chiedere". Dietro ai primi Angeli, ne venivano altri che non avevano niente nelle mani, le avevano vuote. Disse la Vergine: "Sono gli Angeli delle persone che pur essendo qui, non offrono mai niente, che non sono interessate a vivere ogni momento liturgico della Messa". Per ultimi vi erano degli altri Angeli con le mani giunte in preghiera, ma con gli occhi bassi: "Sono gli Angeli Custodi delle persone che pur essendo qui, è come se non ci fossero, vale a dire delle persone senza nessun desiderio di partecipare alla Santa Messa, e così gli Angeli vanno tristemente perchè non hanno niente da portare all'Altare, salvo le proprie preghiere. Non intristite il vostro Angelo Custode... Pregate molto, pregate per la conversione dei peccatori, pregate per la pace nel mondo, per i vostri famigliari, per il vostro prossimo e per quelli che si raccomandano alle vostre preghiere. Pregate, pregate molto, non solo per voi, ma anche per gli altri. Ricordatevi che l'offerta più gradita al Signore la fate quando offrite voi stessi come olocausto, affinché Gesù, nello scendere, vi trasformi con i Suoi propri meriti. Cosa avete da offrire al Padre che sia solo vostro? Il nulla ed il peccato, ma se vi offrite in unione ai meriti di Gesù, quell’offerta è gradita al Padre".

Gesù si offre al Padre e noi con Lui.

In quel momento noi dove siamo? Sul Calvario o a cena?
Sull'altare o intenti a celebrare noi stessi, benedicendo "i frutti del nostro lavoro"?

irina ha detto...

Non è possibile rimediare la situazione nella quale stiamo vivendo. Dietro questa attuale situazione ci sono secoli di trame, di infiltrazioni. Finché una buona parte, la massa critica?, è stata cattolica nessuno se n'è accorto, molto pochi almeno, oggi il bubbone è scoppiato, come scoppiata è tutta la società che ha perduto il senso stesso del sacro, come ha perduto il senso comune,il buon-senso.
Come diceva Don Elia è necessaria una chiamata alla crociata. La nostra crociata ha la Santa Messa di sempre, la Dottrina, il Santo Rosario. Chiamiamoci a raccolta, si dia forma ai gruppi di studio, ai gruppi di preghiera, si implementi la celebrazione del Santo Sacrificio ovunque. Queste sono le nostre armi, questa è la nostra crociata. Ora.

Gederson Falcometa Zagnoli Pinheiro de Faria ha detto...

"Intanto bisognerebbe smettere di vedere tutto ciò che sta accadendo nella Chiesa come una contrapposizione tra correnti: "i tradizionalisti" e i "progressisti"".

Questo è uno dei toni del gioco sinistra contro destra. Nella questione di fatto questa è purtroppo una realtà. Infatti nella Chiesa non se doveva avere dei partiti, ma purtroppo il Cammino Neocatecumenale, ad esempio, costituisce un partito all'interno della Chiesa. Il problema è che il nuovo concetto di comunione ed unità non se basa più sulla fede. Il modelo di governo della Chiesa Conciliare è molto somigliante a quello dello Stato laico.

Siamo in una Chiesa dove ascoltiamo l'ex-prefetto della CDF fare la proposta di una disputatio medievale sui problemi della AL per evitare una polarizzazione. Dire sisi nono è una polarizzazione, come è anche una polarizzazione rimanere 50 anni avendo testi ambigui di uno Concilio Ecumenico e nella praxis tanti derivazzione dottrinale. Quindi, se vuole evitare una polarizzazione allo stesso tempo che se ha una polarizzazione tra ermeneutica Della Riforma nella continuità e altra della rottura...

Non ci sono latinisti in Vaticano ? ha detto...

1. Fastiggi e Goldstein parlano del testo latino di Amoris laetitia come del suo “testo originale”, e affermano che il testo inglese ufficiale avrebbe tradotto scorrettamente il testo latino. Ma ciò, come abbiamo visto, non corrisponde alla realtà. Quando Amoris laetitia è stata pubblicata, il testo latino non esisteva ancora. Non saprei quale sia il “testo originale” dell’esortazione apostolica; suppongo che essa sia stata scritta in spagnolo o in italiano......

http://querculanus.blogspot.it/2017/10/quando-viene-buono-il-latino.html#more

Anonimo ha detto...

Robert Spaemann su Josef Seifert, Amoris
Laetitia e il testimone della verità
Maike Hickson 30 settembre 2017

https://onepeterfive.com/robert-spaemann-josef-seifert-amoris-laetitia-witness-truth/

Anonimo ha detto...

AAAAh annamo bene.... proprio bbene !!

http://www.rossoporpora.org/rubriche/vaticano/727-creativita-il-delfino-il-facondo-la-presidenta.html

Anonimo ha detto...

Lettera del Priore Generale dell'Ordine di Sant'Agostino sul Quinto Centenario Lutheran

P. Morale Anton: Lutero non ha assunto "la possibilità di errore o di errare"
http://infocatolica.com/?t=noticia&cod=30579

Anonimo ha detto...

El papa ha così risposto a tutti quanti, rimettendo in sella Burke e riportandolo in Vaticano, così 2 piccioni con una fava, ora è più controllato e di fatto non può più parlare né fare altre domande, degli altri, che firmino o no, nun jene può fregà de meno.....okkio, è furbo e maligno, apposta lo temono. Una chiosa piccina picciò, 20 anni fa a Bologna erano in 400.000 alla messa papale, domenica scorsa il dall'Ara contava si e no 35.000 spettatori, e a FC ovvero Forlì-Cesena dire che passava tra due ali di folla sarebbe una bestemmia, altro che i 4 gatti di ratzingeriana memoria, come disse il giornalaio di rai3. Complimenti a Avvenire/svenire per l'acquisto del penoso vignettista Staino, pcipcipci mai pentito, quelli di Charlie almeno hanno classe......Lupus et Agnus.