Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

venerdì 14 febbraio 2020

Wuhan, cristiani in strada per evangelizzare nella zona ‘rossa’ del Coronavirus

I credenti distribuiscono volantini e mascherine nell’epicentro dell’epidemia.
In strada per distribuire mascherine e parlare di Gesù. È quanto sta accadendo a Wuhan, la regione cinese epicentro dell’epidemia di Coronavirus che sta tenendo tutto il mondo con il fiato sospeso. Come riportato dalla corrispondente di CBN News Asia Lucille Talusan, i cristiani hanno scelto coraggiosamente di rischiare doppiamente la propria vita pur di condividere il messaggio del Vangelo. I testimoni che condividono apertamente la loro fede, infatti, non solo affrontano possibili infezioni da pericolose malattie respiratorie causate dal virus, ma potrebbero anche essere soggetti a potenziali persecuzioni da parte delle autorità.
Il governo comunista cinese, infatti, include il cattolicesimo e il protestantesimo, basati sul cristianesimo, tra le cinque religioni ufficialmente sanzionate della nazione, le attività di queste tradizioni religiose richiedono la registrazione e sono soggette a complesse agenzie regolatorie statali che gestiscono «tutti gli aspetti della vita religiosa, compresi gli incarichi di leadership religiosa, selezione del clero e interpretazione della dottrina», secondo il Council on Foreign Relations (CFR) con sede negli Stati Uniti.
Nonostante i potenziali pericoli, attraverso l’opera di volontariato i cristiani di Wuhan stanno soddisfacendo i bisogni dovuti alla crisi, creando così opportunità per condividere il Vangelo.
In una delle nazioni con il più alto tasso di persecuzione dei cristiani, costretti dunque ad operare nei luoghi sotterranei per evitare vessazioni e azioni penali da parte delle autorità comuniste, i credenti stanno sfruttando la necessità di maschere chirurgiche. Oltre ad aiutare a prevenire la contrazione della malattia respiratoria causata dal Coronavirus, le mascherine aiutano anche a proteggere l’identità dell’individuo che professa apertamente la propria fede.
«È un gruppo molto coraggioso quello che è sceso in strada a Wuhan per distribuire le maschere protettive – ha dichiarato Lucille Talusan. – Dicono che sono cristiani e condividono l’amore di Cristo, indicano Gesù come Colui che può portare la speranza a loro, alle loro famiglie e all’intera Cina. Questa è davvero una svolta».
Talusan riferisce inoltre che l’incertezza della crisi e la paura del contagio hanno contribuito a innalzare la ricettività al messaggio di Cristo, rendendo le persone più sensibili non solo all’ascolto, ma anche ad abbracciare la fede in Gesù. (Naomi Mezzasalma - Fonte)

12 commenti:

fabrizio giudici ha detto...

È un punto chiave di questa vicenda.

Marisa ha detto...

https://www.controinformazione.info/opinione-non-conforme-di-peter-konig-il-coronavirus-un-modo-per-destabilizzare-la-cina/

Anonimo ha detto...

L’ACCORATO APPELLO DI PADRE PIETRO DAL CUORE DELL’EPIDEMIA CINESE

Da quasi un mese, a causa dell’epidemia di coronavirus, i cinesi vivono isolati nelle loro case: non possono uscire, né visitare i vicini o gli amici, né parlare con qualcuno in strada. Ogni due giorni, una persona per famiglia può uscire per andare a comprare beni di prima necessità. L’entrata e l’uscita dal villaggio è sotto controllo.
Sono alcuni degli aspetti della vita di un villaggio nella Cina centrale, raccontati ad AsiaNews da p. Pietro, il parroco. Su ordine dell’Ufficio affari religiosi e su indicazione dei vescovi, la vita delle parrocchie è fermata: niente messe, nemmeno alla domenica, e niente incontri o attività. Le famiglie si radunano in casa a leggere la Bibbia, a pregare per gli eroici dottori e infermieri di Wuhan, chiedendo a Dio di salvare la Cina e convertire le persone.
P. Pietro racconta anche della paura che riempie il cuore della gente, tenuta all’oscuro e costretta ad obbedire, e lancia un appello: “Vi chiedo di pregare la misericordia di Dio perché questo disastro si conclude il più presto possibile, così che noi cinesi possiamo ritornare alla nostra vita normale e al nostro lavoro”.

Il Nuovo Anno cinese del 2020 è giunto in modo totalmente inaspettato. Dall’inizio dell’anno fino ad oggi il tempo sembra essere sospeso. Tutte le nostre vite sono state interrotte con forza, lavoro e studio messi sottosopra.

Ci chiedono di stare in casa e di non uscire e andare in giro. Ci chiedono di indossare maschere, lavare le mani con frequenza, non partecipare a nessuna attività di gruppo. Ma sono già passati 20 giorni.
La realtà è un po’ diversa da quanto si dice in tivu, perché siamo sempre più isolati, quasi completamente isolati. In particolare, negli ultimi giorni, ci hanno chiesto di uscire dal villaggio [anche per la ripresa del lavoro - ndr]. Hanno misurato la temperatura a tutti e a tutti hanno chiesto la registrazione con la nostra carta d’identità. Se tu sei un impiegato, devi mostrare il certificato della tua azienda quando entri o esci dal villaggio; se tu non sei un impiegato, sei costretto a stare in casa, non ti è permesso di andare in giro, non puoi conversare in strada, non puoi visitare amici e vicini. Ogni due giorni, una persona per famiglia può uscire dal villaggio per comprare ciò che è necessario.

Anonimo ha detto...

...segue
Per fortuna, i cinesi hanno l’abitudine di immagazzinare molto cibo e verdure in prossimità del Capodanno. Così, quando è arrivato il coronavirus, è stato sufficiente quanto avevamo già immagazzinato. Ma con l’andar del tempo, abbiamo sempre meno cibo e verdure. Credo che nel prossimo futuro ci sarà un sacco di gente che andrà fuori per comprare cose. In tal modo molte persone si incontreranno nei mercati o nei supermercati e avranno contatti fra di loro. Questo è ciò che molti temono, ma dobbiamo farlo.
La gente ha paura. Non sappiamo cosa succederà e quando passerà questo disastro. Per questo motivo viviamo ogni giorno in una inspiegabile paura. Vi sono anche persone che non sono coscienti del disastro. Talvolta essi vivono come se non ci fosse nessun problema, e questo aumenta le occasioni di infezione.

Naturalmente, tutte le attività della nostra parrocchia sono state fermate. Abbiamo cancellato la messa quotidiana e le altre attivitrà parrocchiali. Ogni domenica domandiamo ai fedeli di trovarsi in famiglia a leggere la Bibbia, a pregare per il personale medico, specie quelli di Wuhan, a pregare per la conversione delle persone.
Non abbiamo strumenti professionali per dare la possibilità alla gente di seguire in diretta la messa in tivu, come fanno a Hong Kong e a Macao. Però ho saputo che alcuni sacerdoti usano il loro cellulare per trasmettere la messa che essi celebrano. Ma trovo che sia una cosa alquanto buffa per i fedeli assistere alla messa coi loro cellulari in mano, mentre siedono sul divano.
Da parte mia, trovo più appropriato incoraggiare i fedeli a leggere la Bibbia e a pregare insieme. Dopo tutto, il coronavirus passerà e la fine del mondo non è così vicina! Se la fine del mondo arriva, è meglio leggere la Bibbia che assistere alla messa dal cellulare.

Dal giorno in cui abbiamo cancellato le messe, fino ad oggi, il dipartimento delle religioni ha diffuso documenti in cui si avvisa che non possiamo riprendere a celebrare messa fino a nuovo ordine: dobbiamo aspettare che essi ce lo dicano.
Trovo così strano che tutte le nostre attività religiose siano controllate da loro in modo così capillare! Che si faccia la messa o che non la si faccia, dobbiamo sempre seguire i loro programmi.

Questa è la nostra vita di tutti i giorni. Alcune persone sono angosciate: temono che esse e le loro famiglie saranno infettate dal virus; altre attendono con la speranza che il disastro finisca presto, altre ancora sono preoccupate perché hanno bisogno di trovare un lavoro e impegnarsi per sostenere la vita della loro famiglia.

Vi chiedo di pregare la misericordia di Dio perché questo disastro si concluda il più presto possibile, così che noi cinesi possiamo ritornare alla nostra vita normale e al nostro lavoro.

da AsiaNews, 14 febbraio 2020

http://www.asianews.it/notizie-it/Sacerdote-cinese:-Il-virus-ci-ha-isolati,-la-gente-ha-paura-49296.html

mic ha detto...

https://www.ilmessaggero.it/mondo/coronavirus_africa_egitto_diretta_ultime_notizie-5051557.html

Coronavirus, Oms: «Caso Africa non è buona notizia, il virus si è spostato in un continente debole»

Aloisius ha detto...

... e arriverà in uno Stato altrettanto debole, come l'Italia, primo approdo dei migranti.

mic ha detto...

L'abominio irresponsabile sta nel fatto che si tratta del primo e unico approdo...

mic ha detto...

E stanno facendo fuori politicamente l'unico che aveva tentato di frenare...

Aloisius ha detto...

... con un reato inesistente, tragicomico, di cui dovrebbe essere incriminato l'intero governo, premier e ministri di difesa e trasporti, anch'essi competenti e tutti d'accordo.
Miserabili e vigliacchi.

Ma la Cassazione ha gia' confermato la correttezza e legittimità della condotta della Rakete, creando un precedente a favore delle Ong per frenare e tentare di intimidire sin da ora il prossimo probabile governo di destra.
Quindi nulla di buono si profila, se vogliono punirlo il cavillo lo trovano e la Cassazione da l'ultima parola.

Purtroppp solo in Italia succedono queste assurdità abominevoli perché solo in Italia c'è questa sinistrosita' cattocomunista e capital/progressista dominante, manovrata dall'oligarchia dell'alta finanza e insediata dappertutto.
Questa mentalità, sostanzialmente ipocrita, arrogante e traditrice, si è infiltrata anche nella magistratura da vari anni, tanto che una piccola parte di essa usa il potere giudiziario per fare politica in modo sfacciato.
Infatti, quando lasciano la toga e si mettono a far politica (cosa che un magistrato non dovrebbe mai fare, nemmeno in pensione) vanno tutti con partiti di sinistra.

Siamo in guerra, una guerra subdola, interna ed esterna, e la destra, nonostante i numeri maggioritari, è più debole.


Ma Salvini non è certo solo.
Non possiamo sapere se la sua fede è salda e se prega veramente quel Rosario, ma ha dimostrato di difendere con coraggio la cristianità più di questi gesuiti apostati che guidano la Chiesa, subendo per questo linciaggi mediatici e derisioni pubbliche.
E questo,lo sappiamo, è il segno indicato dal Signore Gesù quando si è sulla strada buona, la Sua, quella della sofferenza, quindi se avrà l'intelligenza di dedicare parte del suo scarso tempo alla preghiera avrà l'aiuto certo del Signore per intercessione della Sua Santissima Madre.

E poi ha noi, la maggioranza debole di destra e la maggioranza dei cattolici rimasti tali, quelli che pregano.

Siccome la Fede smuove le montagne, preghiamo dunque per Salvini, perché venga assolto da questa infamante quanto ridicola e inquietante accusa.

Anonimo ha detto...

Il coronavirus è arrivato in Egitto, e dato che c'è un regolare servizio traghetti dal Nord Africa alla Repubblica delle banane, che succede ora? Su che la risposta è facile!
Domenico Napolitano

Wisteria ha detto...

Per Aloisius. Preghiamo sì per Matteo Salvini, ma scendiamo in piazza.

Diego B. ha detto...

https://www.ansa.it/sito/notizie/politica/2020/02/16/salvini-laborto-non-e-rimedio-a-uno-stile-di-vita-incivile_b9774b73-cb8b-497b-8378-75fece2aff1a.html

Meglio Salvini di altri ma io voglio un governante cattolico. Questo tipo di politici sono come una tachipirina. A noi servono politici che gridi o che l'aborto è omicidio, attentato alla vita ed alla sicurezza nazionale. Non andrebbero più fatti in ospedale o in qualsiasi struttura che riceve denaro pubblico anche sotto forma di 5x1000. Abbiamo avuto 6 milioni di morti solo in Italia, arriverà il giorno in cui faremo finire questo. In un modo o nell'altro.