Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

giovedì 6 febbraio 2020

Cattolici cinesi senza messa da due settimane: le case sono luoghi di preghiera

Vescovi ufficiali e sotterranei invitano i fedeli a pregare e digiunare per il bene della Cina. Le case sono divenute “luoghi di attività religiose non registrate”. E i bambini partecipano alla preghiera. Nel Nordest, lotta ai distici augurali di ispirazione religiosa. Il messaggio di mons. Ma Daqin, dal 2012 agli arresti domiciliari.
Shanghai (AsiaNews) – Seduti sul divano o sul “kang”, il letto scaldato dalla stufa; inginocchiati su un povero tappeto o sul pavimento; davanti a un tavolo addobbato come un altarino, i cattolici cinesi hanno celebrato anche ieri la domenica pregando nelle case. Da quando è scoppiata l’emergenza coronavirus, qualche giorno prima del Capodanno lunare, i vescovi di molte diocesi in Cina hanno dato indicazione di cancellare messe, raduni ed altre celebrazioni per evitare la diffusione della malattia. Per celebrare il giorno del Signore i pastori hanno suggerito di raccogliersi in piccoli numeri meditando la Parola di Dio e pregando. Così, sul tavolo che serve da altarino i fedeli hanno deposto una bibbia aperta, leggendone alcuni passi, hanno recitato il rosario, le litanie, le intercessioni.
Tutti, cattolici ufficiali e sotterranei pregano intensamente il Signore perché salvi la Cina in questa prova. Il vescovo di Pechino Giuseppe Li Shan ha chiesto ai suoi fedeli di leggere la bibbia, recitare il rosario, dare tempo alla preghiera, compiere sacrifici e fioretti.  Mons. Pietro Shao Zhumin, vescovo non ufficiale di Wenzhou (Zhejiang) ha domandato ai suoi cattolici le stesse cose: recitare il rosario, fare preghiere alla Divina Misericordia; dire una preghiera a san Rocco, protettore degli appestati; scegliere un giorno alla settimana per digiunare, chiedendo a Dio la grazia della guarigione per la Cina.

Un altro aspetto rende simili i fedeli ufficiali e sotterranei: non potendo partecipare alla messa in chiesa, tutti loro hanno di fatto trasformato la loro casa in un “luogo di attività religiosa non registrato”, ciò che sarebbe contrario ai nuovi regolamenti religiosi. Come pure, contrario alle indicazioni del Fronte unito è la partecipazione di giovani al di sotto dei 18 anni alle funzioni sacre. “Di solito – dice un sacerdote - la domenica davanti alla porta delle chiese vi sono membri della polizia o dell’Associazione patriottica che cacciano via bambini e giovani minorenni. Ma con l’altarino in una stanza, i bambini sono a casa loro e il governo chiede a tutti di non uscire per diminuire la propagazione del virus”.

C’è chi pensa che forse l’emergenza coronavirus renderà più longanimi le autorità governative sulle regole religiose. Ma non è sempre così. In un villaggio del Nordest, i rappresentanti dell’Ufficio affari religiosi vanno casa per casa a verificare che i cattolici non espongano ai lati delle loro porte distici augurali per il Nuovo anno che contengano riferimenti a “Dio” o a “Gesù”. “Dovete – essi dicono - scrivere piuttosto qualcosa per celebrare il Partito o la nazione!”.
Chiusi nella loro ideologia, molti membri del Partito non si rendono conto che davanti all’emergenza è importante valorizzare il contributo di tutti.

Nei giorni scorsi, mons. Taddeo Ma Daqin, vescovo di Shanghai, agli arresti domiciliari dal 2012, ha scritto sul suo blog: “Leggo ogni giorno dell’aumento di nuovi casi, così anche il sudore e le lacrime del personale sanitario che combatte in prima linea. Leggo ogni giorno dell’esecuzione di misure di protezione da parte dei governi locali, così pure delle persone che sanno sempre meglio proteggersi e aiutarsi reciprocamente. Leggo ogni giorno dei tanti aiuti provenienti dagli amici all’estero, come pure dei fatti commoventi di aiuto alla città di Wuhan che arrivano da tutte le parti della Cina. In Cina, nonostante le difficoltà, basta che restiamo uniti ed affrontiamo assieme questa situazione, e saremo sempre più prossimi alla luce. Continuiamo a pregare intensamente, Dio benedica la Cina! Forza Cina!”.

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Le notizie nazionali ed internazionali diventano sempre più un bollettino di guerra senza che ufficialmente si sia in guerra con alcuno. I singoli cuori sono il vero campo di battaglia, come sempre è stato. Troviamo tanti rimedi volutamente ignorando l'Unico, Gesù Cristo. Da questa ostinata scelta superba non si recede, non si recede pretendendo di dimostrare così facendo che si è uomini di sostanza, mentre si dimostra di essere uomini da nulla.

Un caso? ha detto...

Cesare Sacchetti:
Esattamente un anno prima dell'epidemia di coronavirus, Soros chiedeva di punire la Cina, definita come una minaccia. Le élite globaliste che hanno reso potente la Cina hanno deciso che la Cina va demolita perché non risponde più agli ordini delle élite.

Anonimo ha detto...

E pensare che 80 anni fa la Cina era debole e divisa, sotto il tallone giapponese. Fu Roosevelt, gran sacerdote del globalismo economico di allora, a ridimensionare il Giappone e a mettere in moto il Dragone Cinese.
Massimo Valentini

mic ha detto...

"L'emergenza Coronavirus non si placa. Anzi. Nell’ambito delle misure di controllo definite per i 56 italiani rimpatriati dalla zona di Wuhan in Cina, ed attualmente in isolamento nella "città militare" della Cecchignola a Roma, le analisi condotte sui tamponi hanno evidenziato un sospetto di coronavirus 2019-nCoV. Conseguentemente, sono stati decisi ulteriori accertamenti che verranno eseguiti sul soggetto che verrà trasferito e posto in isolamento all’Istituto Nazionale per le Malattie Infettive Spallanzani."

E tacciano da razzisti chi, con prudente responsabilità, chiede le stesse peecauzioni per gli studenti tornati da poco dalla Cina!

mic ha detto...

Allora forse il problema è reale, non è una percezione dei razzisti e sovranisti!

"Coronavirus, i giudici di pace: "Nelle udienze per le espulsioni i migranti possono contagiarci"
di Alberto Giorgi 6 Febbraio 2020 - 10:39

I rappresentanti sindacali delle toghe chiedono protezione: mascherine per non rischiare alcun contagio. E non è solo questione di coronavirus

La psicosi da coronavirus è arrivata anche nei tribunali italiani, dove i giudici di pace ora battono i pugni sui banchi per chiedere protezioni così da evitare qualsiasi contagio, anche da altre malattie come il vaiolo, la tubercolosi, il colera, l'ebola, oltre che dal pericoloso "virus cinese".

"Rischiamo di ammalarci nelle udienze di convalida delle espulsioni dei migranti", protestano le toghe, tramite le proprie rappresentanze sindacali. Con una nota, infatti, l'Associazione nazionale giudici di pace tira per la giacchetta il ministero della Salute, quello della Giustizia e l'intero governo: "La pericolosità di un contagio può essere ancor più tangibile durante le udienze celebrate dai giudici di pace relative alla convalida delle espulsioni di migranti clandestini, che si tengono nei Centri di permanenza e rimpatrio, ovvero nei confronti di coloro che hanno violato l'ordine di allontanamento dal territorio dello Stato od anche per i reati di clandestinità"."

mic ha detto...

«Ora la Chiesa cattolica cinese è guidata da un Partito comunista ateo»

https://www.tempi.it/cina-chiesa-cattolica-partito-comunista-papa-vaticano/