By Tempi.it -- Sul numero di maggio della rivista Tracce, mensile di Comunione e Liberazione, è stata pubblicata un’intervista [qui] allo scrittore iracheno musulmano Younis Tawfik. Tawfik, che ama la Divina Commedia dantesca e che ha fondato a Torino un centro culturale italo-arabo, si è segnalato più volte per interventi di buon senso sulle questioni islamiche e sulla persecuzione dei cristiani. In luglio ad esempio, in un’intervista alla Radio Vaticana, affermò che «i cristiani di Mosul hanno più diritto di noi alle loro case, sono arrivati prima dell’islam». Nell’intervista a Tracce, oltre a ripetere molte di queste sue riflessioni, racconta anche un aneddoto risalente a qualche anno fa e che qui riproponiamo.
« Il 12 settembre 2006 nel suo discorso all’Università di Regensburg Benedetto XVI aveva indicato nella distorsione del rapporto tra fede e ragione la causa di tanti guai con cui il mondo islamico continua a misurarsi: «Non agire secondo ragione è contro la natura di Dio». Pochi giorni dopo, Tawfik viene ricevuto dal Papa a Castelgandolfo insieme ai membri della Consulta dell’islam in Italia. «Al termine dell’incontro mi feci avanti per stringergli la mano e gli dissi: “Grazie per averci ricordato Averroè e la sua coraggiosa lotta per riconciliare fede e ragione”. Lui mi fissò negli occhi e con un sorriso mi disse: “Allora lo dica ai suoi”. Abbiamo bisogno di gente che ci ricordi questo, se vogliamo che l’Iraq e il Medioriente non tradiscano la loro vocazione. E io prego Dio perché Ninive torni a essere la valle della convivenza ».
9 commenti:
Il 12 settembre 2006...
Quant'acqua è passata sotto i ponti della storia...
«Non agire secondo ragione è contro la natura di Dio».
E infatti come è irragionevole ciò che ormai è intriso di falsità e disdegna la verità.
L'irragionevolezza è demoniaca come la menzogna.
L'islamico diceva al Papa: “Grazie per averci ricordato Averroè e la sua coraggiosa lotta per riconciliare fede e ragione”. Il papa a lui: “Allora lo dica ai suoi”.
Cosa dice oggi di ragionevole "papafrancesco"?
Lo sa chi è Averroè, visto che non sa esattamente chi sia Pelagio?
Lo sa che non ha senso parlare di "islam" monolitico, dato che i wahabiti sono ricchissimi e amici dell'occidente, che è così "cristiano" da irridere ogni dogma e fondamentale dottrinale e morale, oggi con il beneplacito delle gerarchie ecclesistiche?
Lo sa che l'islam vede massacrarsi sunniti e sciiti (fin dai tempi della guerra Iran Iraq) e l'Occidente foraggiare i talebani (contro i russi), i wahabiti (contro Saddam), i fratelli musulmani (contro Mubarak), persino l'Isis (contro Assad o Gheddafi)...
Ma con quale ipocrita ignoranza si parla di monoliti che non esistono (islamici, cristiani...) di un "diounico" in un contesto in cui la religione è solo uno strumento usato da chi ha una strategia per perseguirla tra stragi e milioni di profughi?
Cosa ne sa "papafrancesco" di una lettura approfondita di un qualsiasi argomento, quando mostra la "profondità culturale" di un piazzista e preferisce la "sapienza teologica" di un non credente?
Cosa ne sa "papafrancesco" dell'unità, se ogni suo atto genera divisione, non senza persecuzione e commissariamento (FFI) e defenestrazione (Quinto) per chiunque abbia la capacità di replicargli? Costringendo un patetico Padre Livio all'arrampica sugli specchi senza unghie e con acrobazie?
Che ne sa della "ragionevolezza", se tutto ciò che conosce è un misto di scaltrezza e totale compromissione con i poteri che ama blandire e da cui ambisce essere osannato?
Eh sì, "papafrancesco" è sempre al centro. Lui. Non Dio. Tanto meno il Dio rivelatosi in Cristo. Anzi, forse Cristo oggi è un po' scomodo come Dio. Mentre come uomo dalle "larghe vedute" è persino commovente... Gli fanno dire di tutto. Come a San Francesco.
E' l'era dell'irragionevolezza. E' l'era di Hillary Clinton e di quelli come lei.
E' il tempo di "papafrancesco"... E di qualcun altro...
Tralcio,
Hillary e' gia mezza bruciata. E' vecchia, per gli standard americani, e' mezza malata, e' partita troppo presto, ha un marito ingombrante con amicizie a dir poco dubbie, ed infine ora tocca ad un ispanico. O forse, chissà, un ebreo che finalmente agisca in I persona e non dietro le quinte.
Rr
Nell'estate 1973 feci un viaggio in Germania con un gruppo di ciellini che frequentavano la facoltà di architettura di Milano. Tutte le mattine recitavamo Lodi, ma a questo punto le nostre istanze si differenziavano: io avevo nella tasca destra un volumetto dell'Enciclopedia Cattolica sull'Induismo e nella tasca sinistra uno sul Buddismo, che compulsavo appena potevo. Non che non mi sentissi cattolico, apostolico e romano, come ero stato sempre, ma volevo affrontare il nodo fondamentale del Cristianesimo: perchè Gesù Cristo, Lui e Lui solo è il Salvatore, quello davanti a cui ogni ginocchio deve piegarsi e la lingua deve proclamarlo Signore? Certo, anche don Giussani ne parlava come della PRETESA CRISTIANA, scandalosa per il liberalismo, relativista e in ultima analisi agnostico. Però io, senza negare il Mistero, volevo spingermi dove la ragione poteva arrivare, e sentivo cosa vile e di comodo, diciamo pure da "minus habentes" non procedere in quella direzione; invece gli amici si accontentavano di quello che aveva detto don Giussani, quasi fosse l'istanza suprema e definitiva. Una mattina chiesi a uno di loro, oggi importantissimo funzionario del Settore Edilizia del Comune di Milano, se avesse avuto mai dubbi di fede. Lui mi rispose "La fede è dovuta", quasi si trattasse di un pacco da prendere per intero, senza aprirlo per esaminarne i contenuti uno per uno. Quezto da parte di un "intellettuale" quale deve essere un architetto.
A distanza di parecchi anni la penso in uno stesso modo, con una constatazione ( amara ) in più: chi non sa in qualche misura rendere ragione dei singoli contenuti della fede spesso non riesce a trasmetterli ai figli.
Ovvero : troppo "esperienzialismo" impressionistico e sentimentale, troppo poca teologia, filosofia, critica e apologetica. Sarà per questo che alla Messa di questa sera nello splendido e poco conosciuto santuario di Santa Maria di Lourdes a Milano ho visto il solito panorama di teste grige e zucche pelate, con qualche esigua eccezione giovanile. Ovviamente ho mostrato di voler prendere la Comunione in bocca e SOLO dalle mani consacrate del sacerdote.
Chi si dedica in esclusiva o quasi alle opere di misericordia corporale non ha tempo di studiare come si deve teologia, filosofia, critica apologetica, storia della Chiesa... ma anche studiare, magari massacrandosi sui libri giorno e notte e "fregandosi" la vista può farlo come opera di misericordia spirituale, per sè e per gli altri quali sono figli, alunni, amici dubbiosi e tormentati. Quanti piedi di poveri lavò al giorno san Tommmaso d'Aquino? Quante scodelle di minestrone distribuì ? Dobbiamo dire che fece una vita quasi inutile da "professionista del Logos" riempiendo fogli su fogli di carta invece di infilare panini nelle bocche dei poveri ?
E se una forma di povertà terribile fosse l'ignoranza religiosa che impedisce di aderire fermamente alle verità di fede, da cui il "santo timor di Dio" e l'attesa fiduciosa dell'Ultimo Giorno, quello dei "cieli nuovi e terra nuova"?
E' cosa trascurabile per un alto prelato, quale è l'arcivescovo di Buenos Aires, per un cardinale ovvero principe della Chiesa astenersi dallo studio delle lingue, tanto da poterle capire e parlare, senza di che la conoscenza delle culture diverse dalla propria rimane superficiale, velleitaria, inconcludente? A suo tempo, come dimostra Carsten Peter Thiede, san Pietro, padroncino di ditta peschereccia e non proletario con le pezze sul lato B, parlava correntemente il Greco, lingua internazionale dei commerci e della cultura; può oggi il Supremo Pastore permettersi il lusso di non padroneggiare il Tedesco per la filosofia e la teologia e l'Inglese per la scienza e i rapporti internazionali di ogni tipo? Nel corso di alcune settimane ho potuto intavolare fuori del santuario di cui sopra un dialogo con un questuante del Bangla Desh, musulmano e laureato in Scienze Politiche, domiciliato per la notte alla Stazione Centrale FS, proprio perchè sono stato in grado di impapocchiare qualche frase in Inglese. Per cui ritengo che impegnarsi a studiare l'Inglese anche parlato non sia roba da ricchi snob, ma anche un'opera di misericordia spirituale e un segno di apertura mondialista.
Grazie sig.Franco , la sua e' anche evangelizzazione .
La ragione però NON esaurisce il mistero che si apre davanti all'uomo che contempla Dio.
Il diavolo è molto intelligente e a chi risolve tutto nella ragione, fino a farne una dea, riesce a rifilare bidoni pazzeschi.
Persino il cristianesimo, che ha reso asfittica la mistica per inseguire la razionalità, è cascato in pieno nel tranello. Oggi ci sono teologi cristiani che sono talmente poco mistici da non essere nemmeno credenti, ma soltanto esperti di una materia di studio, degli "scienziati", dei "dotti", dei "sapienti", ma esclusivamente secondo le misure del mondo.
E' su questa deriva delle ragioni della fede che il diavolo semina la sua zizzania, almeno con lo stesso successo e la stessa pericolosità con cui riesce a farlo con la superstizione e altre criticabilissime e criticatissime derive del fedele incapace di affidarsi a Dio, ma soprattutto bisognoso di darsi un proprio schema, sciocco o dotto che sia, per giustificarsi.
La fede è oltre queste miserie, compresa la superbia della ragione.
La fede è l'assenso ragionevole alla rivelazione divina.
Lo scienziato che scopre l'elettricità non ha fede nella ragione, ma prende atto che esistono delle cariche elettriche. Cioè comprende, è "capace", di ciò che la natura svela e che l'intelligenza coglie nel suo rivelarsi.
Così è di Dio. Si è rivelato. Il mistico è un terminale della Sua rivelazione.
E se per rivelarsi Dio sceglie di derogare dalle leggi della natura, il mistico è ragionevole nell'accorgersene e non è troppo ideologo per chiudersi al fatto che accade.
Se la Madonna appare alle 17.45, chi sono io per impedirglielo?
Se la Madonna mi dà un appuntamento per il giorno dopo, perchè non dovrei andarci?
Se la Madonna svela un segreto sul futuro, che sembra diverso da come lo sta progettando l'uomo, perchè scandalizzarsi?
Se ogni messaggio mariano pare contraddire "la linea", perchè tacciarla di "profeta di sventura"?
Chi sono io per giudicare il Cielo?
Se il mio modo di intendere la Chiesa cozza contro il vangelo, al punto che mi devo inventare un arzigogolo tipo "la dottrina non si cambia, ma possiamo rivedere la pastorale", che nemmeno le "convergenze parallele" dei politici d'antan risultano più paradossali, chi sono io per rivedere ben più di uno iota?
Se i ponti che mi vanto di costruire al posto dei muri di cui accuso implicitamente gli altri di essere gli autori, non sono che dei muri in cui imprigionare la mistica e la logica, a parte gli applausi del mondo e delle sue ragioni, dov'è il mistero che si svela?
Se l'uomo è buono, Dio è sempre lo stesso, è inutile adorare Cristo unico salvatore, la santa Messa celebra una comunione e per stare tutti uniti non bisogna pretendere di spiegare troppo il vangelo, e lo Spirito santo agisce ugualmente in tutti, da Madre Teresa alla Bonino... beh, allora non serve la mistica. Basta l'esoterismo del G.A.D.U.
Non serve Maria, basta la facoltà di teologia.
Non serve Fatima, basta Tubinga.
Non serve un creatore. Basta l'ecologia.
Non serve una famiglia naturale. Basta accoppiarsi, con amore, ogni amore, finchè dura.
Torno ora dalla Messa e rifletto sulla Parola di Dio : ho accolto la Parola di Dio e poi l'ho messa in pratica , l'ho vissuta ogni giorno ? Ho aggiunto rami ,foglie e frutti al magnifico cedro ? Ho irradiato attorno a me quello che gratuitamente ho avuto in dono ? Cosa sto scrivendo ogni giorno sulle pagine del libro della mia vita ? Corrisponde a quello che il Mio Signore aveva previsto per me o sto scrivendo tutt'altro ? Seguire Gesu' costa fatica e rinunce e continua conversione .
La Madonna appare quando vuole , dove vuole a chi vuole e se non ricordo male alcune volte ha dato l'appuntamento indicando l'orario , non deve certo rendere conto a noi poveri vasi di creta .
@ Sulla mancanza di cultura del clero - Cio'che manca e' la vera fede
Giusti rilievi, quelli di Franco. Ma non bisogna eccedere. La cosa veramente grave,oggi, non e' la mancanza della conoscenza delle lingue profane da parte del Papa o di chi altro. E' la mancanza di una valida preparazione teologica. In generale, i preti sembrano piu' colti di una volta, ad alto livello molti di loro sono poliglotti. Ma sono diventati piu' colti nel senso profano del termine, perche' hanno studiato il pensiero moderno e le letterature straniere, la sociologia, la psicoanalisi e roba del genere. Molti di loro sono diventati incolti nel campo piu' importante, la teologia, sia dogmatica che morale. Si sono gonfiati di scienza profana e forse proprio perche' la loro fede si e' annacquata, e' diventata "ecumenica".
Del resto, non si richiede al Sacerdote una grande cultura. Sulla poliglossia di S. Pietro avrei qualche dubbio. Quante lingue conosceva il S. Curato d'Ars? e S. Pio X? Cosa ci aspettiamo noi dai sacerdoti, cultura? No. Ci aspettiamo quella santita' di vita, quell'esempio e quella parola che ci ammaestra, ci guida, ci consola, e anche ci assolve dai nostri peccati. Quindi: se la cultura personale c'e', bene, purche' non sia di ostacolo alla missione propria del sacerdote. Se non c'e', bene lo stesso. Anzi, meglio. Abbiamo bisogno di sacerdoti pieni di fede, che si lancino alla conquista del mondo con il crocifisso in mano, non di sacerdoti pieni di cultura, che poi e' quella velenosa e spesso falsa del nostro tempo. A. R.
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