Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

sabato 27 giugno 2015

I cristiani della piana di Ninive non sono sui barconi. Sono in trincea.

Richiamo nuovamente l'attenzione su quanto già scritto qui sul libro e sulle dichiarazioni di Louis R. Sako, Patriarca di Bagdad, che ripercorre con la memoria l’esodo dei fedeli, lo spostarsi lento e angosciato di uomini, donne e bambini, e i vecchi portati a spalla lungo strade senz’ombra e con temperature vicine ai cinquanta gradi, quando i jihadisti invasori distribuivano volantini in cui avvertivano i nazareni: o vi convertite o lasciate la città, pena la decapitazione (sorte toccata a molti in molti luoghi). «Fra voi e noi, non ci sarà che la spada», c’era scritto. 
Oggi, dice Sako, non c’è alternativa all’intervento armato di terra perché i raid aerei sono necessari, «ma non bastano» a fermare l’Isis. Fra le mille perle contenute in questo libro, ve ne è una che, da sola, basterebbe a turbare la sonnolenta fede occidentale.
Al suo interlocutore che gli chiede come sia stato possibile che gli iracheni abbiano preferito perdere tutto piuttosto che abiurare, Sako risponde:
«In Iraq è semplicemente impensabile rinnegare la propria fede. 
Fa parte dell’identità della persona. La fede da noi non è speculativa, è una questione d’amore e di attaccamento alla persona di Cristo. La religione è come la farina nel pane, non si può estrarla. È un’esistenza mistica. Per noi cristiani, la fede è la cosa più grande, per la quale si è pronti a sacrificarsi. Credere è essere».
Nell'immagine a lato: la milizia cristiana dell'Unità di Protezione della Piana di Ninive. Non sono sui barconi, sono in trincea per difendere la propria fede, la propria terra e le proprie famiglie.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

@ Solo e sempre la spada tra i maomettani e noi, sino alla fine dei tempi

DETTI ATTRIBUITI A MAOMETTO:

"Il Paradiso e' all'ombra delle spade"
"Colui che ha sguainato la spada sul sentiero di Allah ha proclamato la sua fedelta' ad Allah"
"L'infedele e colui che lo ammazza non si incontreranno mai all'Inferno"
"Un giorno e una notte di battaglia alla frontiera sono meglio di un mese di digiuno e di preghiere"
"Combattete contro i politeisti [= pagani e cristiani] con le vostre proprieta', le vostre persone, le vostre lingue"
"La spada e' la chiave del Paradiso"
"Una spada e' testimonio sufficiente"
"Ogni profeta ha il suo monachesimo e il monachesimo di questa comunita' e' la Guerra Santa
sul sentiero di Allah"
"Trattate un arabo come un arabo e un sangue misto come un sange misto. All'Arabo date
due e al sangue misto uno"
"Ammazzate i politeisti anziani ma risparmiate i giovani"
"Se trovate un esattore delle tasse, ammazzatelo"
"Perche' alcuni sono cosi' sanguinari oggi da uccidere persino i bambini? I migliori tra voi [musulmani] non sono figli di idolatri? Non uccidete i bambini! Ogni anima nasce con una naturale disposizione [ad esser musulmani!] e resta cosi' sinche' non impara a parlare. E allora i genitori ne fanno Cristiani o Ebrei. [Facendo violenza all'anima del fanciullo, che sarebbe naturaliter musulmana, questa l'assurda invenzione di Maometto]
"Cacciate Ebrei e Cristiani dalla Penisola Arabica"

LE DIECI REGOLE DELLA GUERRA DI ABU BAKR, CONQUISTATORE DELL'EGITTO, TOLTO AI BIZANTINI (AD 632)

"Gente! vi do' dieci regole, imparatele bene.

Non tradite, non appropriatevi di nessuna parte della preda. Non praticate inganni e mutilazioni. Non ammazzate un giovane, un vecchio o una donna. Non sradicate o bruciate palme ne' tagliate alberi utili. Non macellate pecore, mucche o cammelli, eccetto che per nutrirvi. Troverete individui che si sono isolati in eremitaggi, lasciateli tranquilli a continuare la loro vita. Genti vi offriranno pietanze diverse da mangiare, se le accettate pronunziate il nome di Allah su cio' che mangerete. Troverete persone che si sono rasate la parte superiore della testa, lasciando una corona di capelli attorno ad essa. Passateli a fil di spada.
Andate, in nome di Allah e possa Allah proteggervi dalla spada e dalla pestilenza".

(Fonte : Al-Tabari, I, p. 1850). (Il tutto da : Bernard Lewis, a cura di, Islam, Politica e guerra (raccolta di fonti), MacMillan 1976, pp. 210-213; tr. ingl. di B. Lewis).

CORANO, SURA DEL PENTIMENTO,IX, 5 :

"Quando saranno trascorsi i mesi sacri, uccidete i politeisti ovunque li troviate, prendeteli [prigionieri], assediateli e opponetevi ad essi, in tutte le [loro] imboscate; pero' se essi si convertiranno [ad Allah], osserveranno la preghiera e faranno l'elemosina, lasciateli tranquilli, poiche' Allah e' indulgente e compassionevole" (ed. e tr. it. L. Bonelli). PP

Tommaso Pellegrino ha detto...

E dire che i soliti cretini buonisti-pacifisti-dialoghisti nostrani l'unica massima musulmana che sanno ripetere come un mantra, l'unica che secondo loro, nella loro immensa ignoranza di pappagalli capaci solo di spiattellare frasi fatte, sarebbe l'autentica colonna portante del pensiero di quella grande "religione di pace" che sarebbe l'Islam, è quel ritrito "Chi uccide un solo uomo uccide l'intera Umanità".Ma vogliono aprire gli occhi, costoro? Si vogliono documentare? Vogliono prendere atto che, nello stupidario islamico,per una frase dall'apparenza "conciliante" come quella che tanto volentieri citano (e che,ammesso che da qualche parte sia effettivamente scritta, chissà come andrebbe poi correttamente interpretata...), ce ne sono centinaia che sono invece del tenore di quelle che l'Anonimo del commento precedente ci ha gentilmente elencato? Vogliamo finire uccisi, oltre che dalle scimitarre decapitatrici, anche dalla nostra bonomia ed ingenuità di creduloni in tutto quello che chi è interessato ad apparire ai nostri occhi come quello che non è vuole farci credere?
Tommaso Pellegrino - Torino
www.tommasopellegrino.blogspot.com

Anonimo ha detto...

@ La giusta informazione sull'Islam

Un testo essenziale e' quello del grande orientalista B. Lewis, pubblicato da Laterza in tr. it. e ristampato nel 2005. Si trova in rete su Amazon.
BERNARD LEWIS, "Il LInguaggio politico dell'Islam",1988, tr. dall'inglese di B. Amoretti Scarcia, Laterza, Bari, 1991, pp. 183.
Scritto per il vasto pubblico in modo agile e comprensibile. Due intellettuali mussulmani ne scrissero due repliche, per confutare l'interpretazione di Lewis. Ho letto solo la recensione di questi due saggi, provenienti (cito a memoria) dall'Islam moderato, e non mi sembravano troppo convincenti. La parte IV si occupa di "Guerra e Pace". Sulla Guerra Santa apprendiamo:
"Nel linguaggio occidentale, che l'aggettivo "santo" accompagni talora il sostantivo "legge" e' reso necessario dal fatto che esistono altre leggi, di altra origine; nel linguaggio islamico un aggettivo del genere sarebbe pura tautologia: la shari'a e' semplicemente la legge, e non ve ne sono altre. Essa e' santa in quanto deriva da Dio, ed e' espressione esteriore e immutabile dei comandamenti di Dio al genere umano.
E' appunto su uno di questi comandamenti che si basa la nozione di guerra santa, nel senso di guerra ordinata da Dio. Il termine cosi' tradotto e' jihad, parola araba dal significato letterale di "tentativo", "sforzo", ovvero "lotta". Nel Corano,e ancor piu' nelle Tradizioni, abitualmente se non invariabilmente seguita dalla locuzione "sul cammino di Dio", essa e' stata intesa in senso combattivo [Jihad = sforzo, lotta sul cammino di Allah]. [Alcuni - continua il testo - proponevano di intendere il jihad in senso morale o spirituale, piuttosto che militare. Ma si tratta di un'interpretazione di minoranza, che ha avuto scarso successo]. "Secondo l'insegnamento musulmano il jihad e' uno dei comandamenti fondamentali della fede, un obbligo imposto da Dio a tutti i mussulmani mediante la rivelazione [...] L'obbligo del jihad si fonda sull'universalita' della rivelazione musulmana [...] Obbligo che non conosce limiti di tempo e di spazio e che deve protrarsi finche' il mondo intero non abbia accolto la fede islamica o non si sia sottomesso al potere dello Stato islamico. Finche' cio' non avvenga il mondo resta diviso in due: la "CAsa dell'Islam" e la "CAsa della guerra" inglobangte tutto il resto", con la quale sono possibili solo tregue (op. cit., pp 84-86).
Il Jihad e' dovere che grava sull'intera comunita' maomettana, chi non combatte deve aiutare i combattenti materialmente e moralmente. PP