Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

venerdì 19 giugno 2015

Parole valide per l'oggi. Card. Eugenio Pacelli a Budapest, maggio 1938: «Eritis mihi testes»

Discorso del Cardinale Eugenio Pacelli, nelle sue funzioni di Segretario di Stato, inviato da Pio XI come Legato pontificio al Congresso Eucaristico mondiale di Budapest nel maggio 1938. (Tratto da: Pascalina Lehnert, Pio XII. Il privilegio di servirlo, Rusconi 1984, pag. 77-80).
Il futuro Papa Pio XII parla di un'altra crisi, ma con parole perenni che risuonano vere e valide oggi più che mai, nella crisi oscura e inedita che stiamo attraversando.

« I discepoli del Signore, i cui occhi non sanno stac­carsi dalla visione del Maestro trasfigurato che ritorna al Padre e dalla nube che si posa tra Lui e i suoi, sono ricondotti alla realtà terrena da una voce angelica e richiamati ai doveri che quaggiù li attendono. Quid statis aspicientes in coelum? Un simile richiamo si ripete a noi in quest'ora.

Eritis mihi testes: qui, ai gradini dell'Altare, nell'orbita sacra dell'Eucarestia, si ridesta un'altra volta la con­solante coscienza del magnum pietatis sacramentum, del­l'unione con Cristo e dell'unione reciproca in Cristo, come grazia immeritata, come eredità inestimabile, come legge imprescrittibile di vita. Quale grande cosa potrebbe diven­tare il mondo, che cosa sarebbe l'umanità, se le persua­sioni provenienti da una simile esperienza, se le decisioni incalzanti da queste persuasioni, investissero la totalità dei credenti e se, al di là di essi, si aprissero ovunque strade per giungere là dove, sia nell'aspetto materiale sia in quello spirituale, si esercita un'influenza e si partecipa alla formazione della vita dei singoli e delle collettività!

Chi esplora le ultime e più profonde cause della miseria materiale e spirituale, che con pulsazioni sempre più agi­tate, con curve febbrili, impetuose, con sintomi sempre più angosciosi, tormenta l'umanità d'oggi, dovrà ricono­scere, o almeno averne in qualche modo sentore, che alla sorgente più profonda e più nascosta delle cause di que­sta crisi senza esempi, sta fermentando e suppurando una denutrizione dell'anima, un'anemia dello spirito, una infe­zione morale incominciata da lungo tempo e continuata in mille forme manifeste e segrete, la cui guarigione, sicu­ra e duratura, non si potrà trovare unicamente nei libri della sapienza e della scienza umana. Se non si riuscirà a riportare l'uomo d'oggi in una forma a lui adatta, che congiunga la verità alla carità, alle acque vive, alle quali si dissetarono le epoche di più viva fede; se non si riu­scirà a fargli ritrovare, come individuo e come membro della umana società, l'adesione alle basi religiose del suo essere, ad assegnargli, nei molteplici rapporti della sua vita, un punto fermo morale, la cui osservanza è vigilata non solo dalle norme umane e dalla forza materiale, ma dalla maestà della legge di Dio, certo non si potrà più arrestare l'ulteriore slittamento lungo il piano inclinato, l'intimo processo di avvelenamento nell'ambito, appunto, individuale e sociale.

Dove, dilettissimi, esiste nella storia dell'umanità un'epoca che possa essere confrontata colla presente, per l'imponenza dei compiti che le sono posti, per la discor­danza intorno alle vie da intraprendere, per il contrasto delle opinioni e dei sentimenti, per la ostinata passiona­lità delle controversie bellicose già scoppiate o incalzanti verso l'esplosione? Voler vincere o, anche soltanto, mode­rare nella loro essenza questi giganteschi, quasi diabolici dissidi nel piano e coi mezzi umani soltanto è un lavoro di Sisifo, all'idealismo del quale si potrà, è vero, tributare l'estimazione umana, ma che però è irrevocabilmente vo­tato all'insuccesso.

Quanto più poi si rende sensibile questa estrema im­possibilità di superare le angustie del nostro tempo coi soli mezzi materiali di potenza, tanto più le parti in lotta si irrigidiscono, tanto più tragica si fa la confusione babiIonica tra uomo e uomo, tra Stato e Stato, e tanto mag­giormente si allontana la pace, che in ultima analisi tutte e tutti desiderano.

La Chiesa non è chiamata a prendere posizione in cose e questioni di opportunità puramente terrene, tra i diversi sistemi e metodi che possono essere applicati per risolvere i problemi urgenti dell'ora. Il suo servire la ve­rità, il suo universale apostolato di amore escludono ogni limitazione e irrigidimento della sua missione nel senso di una unilaterale posizione di partito.

Nella sistemazione concreta del proprio destino e del­le proprie fortune, ogni popolo segue, entro il quadro dei disegni della Creazione e della Redenzione, le vie sue par­ticolari, assecondando le leggi non scritte e le contingenze, come lo consigliano, anzi spesso quasi lo impongono, le sue forze, le sue inclinazioni, le sue caratteristiche, la sua situazione generale. Purché il rispetto della legge di Dio e la salute delle anime rimangano al sicuro, la Chiesa se­gue queste vie spesso tanto diverse dei popoli verso la loro meta, con quella longanimità e amorevolezza, colla quale le madri accompagnano lo sviluppo, il crescere, la progressiva ascesa dei propri figli. La Chiesa sa di essere libera da strettoie e pregiudizi, da incomprensione verso nuove mete e verso le necessità determinate dai tempi. Essa non diffida delle cose nuove, perché sono nuove; non ri­mane avvinta alle cose antiche, perché antiche.
Nel suo programma universale, ogni tempo e ogni po­polo hanno il loro posto provvidenziale, fissato dal vasto disegno creatore e redentore dell'Eterno.

Cristo Signore, davanti al quale noi qui siamo rac­colti in ossequio, è mandato a tutti i tempi, anche al no­stro. Se alcuni interpreti dello spirito contemporaneo - continuando e accentuando passati errori - tentano di co­struire la felicità individuale e collettiva senza Cristo, o addirittura contro Cristo, allora deve dirsi giunta per noi l'ora dell'Eritis mihi testes. Allora è sacro dovere di colo­ro, che stanno con Cristo e in Lui vedono la definitiva parola di Dio all'umanità, di slanciarsi contro ogni svolgi­mento errato e di difendere l'instaurare omnia in Christo, impavidi e con amore.
Questo congresso mondiale si è svolto sotto il sim­bolo dell'Eucaristia, vinculum amoris.

Portiamo con noi il messaggio di questo vinculum amoris nel mondo dilaniato, spiritualmente sconvolto, san­guinante in lotta fraterna e di odio.
Animati dallo spirito di Cristo, sospinti dal suo amo­re, cercando Lui e null'altro, Lui e il suo onore, l'accresci­mento del suo regno e la salvezza dei nostri fratelli e so­relle, sia dentro, sia fuori della Chiesa, noi amiamo questo nostro tempo ad onta di tutte le sue minacce ed angustie, lo amiamo appunto per questi pericoli e per le difficoltà dei suoi compiti, pronti a quell'impegno totale, incondizionato, disinteressato, senza di cui nulla di grande e di decisivo può avvenire. »

13 commenti:

Giovanni Castellaz ha detto...

....Allora - scrive Papa Pacelli - è sacro dovere di colo­ro, che stanno con Cristo e in Lui vedono la definitiva parola di Dio all'umanità, di slanciarsi contro ogni svolgi­mento errato e di difendere l'instaurare omnia in Christo, impavidi e con amore". Alla luce di queste parole si capisce l'importanza e l'urgenza, non del dialogo a qualunque costo, con tutti e chiunque, ma anche denunce, anatemi,....contro certe teorie e comportamenti che contrastano nettamente con la morale e la Parola di Dio. La Verità non è mai negoziabile.

RAOUL DE GERRX ha detto...


Merci a Mic de nous remettre sous les yeux ce texte admirable où tout est dit.

Saint Pie XII, priez, priez pour nous !

Emanuele ha detto...

Che abisso di Fede separa i pastori di oggi da questo Principe della Chiesa Cattolica Apostolica Romana!
Fede in Cristo e nella Santissima Trinità, negata ultimamente dall'occupante il Trono di Pietro nell'ultima preghiera sincretista da lui recitata qualche giorno fa.
Fede negata nell'ostinazione nel cercare la pace al di fuori della fede in Cristo.
Fede negata nella ricerca spasmodica di una autorità mondiale sganciata dalla Regalità di Gesù, come auspicato nell'ultima enciclica.
Fede negata con l'andare a braccetto col mondo per piacere al mondo.

mic ha detto...

Ho ripreso in mano il testo da cui ho scansionato il discorso (che è solo una parte) ricordato da Suor Pasqualina. E ho trovato un mare di 'perle', sia nelle parole riportate che nei comportamenti, testimoniati con la profonda e amorevole fedeltà della religiosa che si è presa cura di Eugenio da Pacelli prima come Nunzio a Monaco, poi a Berlino e, successivamente, come Cardinale Segretario di Stato e come Pontefice.
Edificante e nutriente è dir poco.
Appena riesco, condivideremo altro...

mic ha detto...

Mi ha profondamente colpita e l'ho molto 'sentito' per la sua attualità. Quasi un antidoto a ciò che circola questi giorni!

Andrea ha detto...

Che meraviglia. Uno stimolo ed un sollievo per la vita e l impegno pieni nei nostri affascinanti e marcescenti tempi. Veramente un Pastor Angelicus

Luisa ha detto...


"La Chiesa non è chiamata a prendere posizione in cose e questioni di opportunità puramente terrene, tra i diversi sistemi e metodi che possono essere applicati per risolvere i problemi urgenti dell'ora. Il suo servire la ve­rità, il suo universale apostolato di amore escludono ogni limitazione e irrigidimento della sua missione nel senso di una unilaterale posizione di partito."

E invece chi nel 2015 è capo della Chiesa stima dover prendere posizione, sposando una teoria, anche su certi dettagli che mai avrei potuto immaginare figurassero in un`Encilica, non penso sia utile specificare a che cosa mi riferisco.


"Se alcuni interpreti dello spirito contemporaneo - continuando e accentuando passati errori - tentano di co­struire la felicità individuale e collettiva senza Cristo, o addirittura contro Cristo, allora deve dirsi giunta per noi l'ora dell'Eritis mihi testes. Allora è sacro dovere di colo­ro, che stanno con Cristo e in Lui vedono la definitiva parola di Dio all'umanità, di slanciarsi contro ogni svolgi­mento errato e di difendere l'instaurare omnia in Christo, impavidi e con amore. Questo congresso mondiale si è svolto sotto il sim­bolo dell'Eucaristia, vinculum amoris."

E invece chi dovrebbe slanciarsi contro gli abomini che stanno stravolgendo le nostre società scende a compromessi, in modo codardo addolcisce i suoi propositi, timorato se non tetanizzato incita al dialogo, alla comprensione.
Gli errori non sono più corretti, al contrario sono spesso avallati e anche incoraggiati, i cattivi maestri e i falsi profeti non sono sanzionati ma riconosciuti, invitati a diffondere i loro errori.
Non ci resta che resistere ma è duro farlo sentendosi isolati e estranei a questa strana chiesa.

Catholicus ha detto...

Cara Luisa, lei dice di sentirsi isolata ed estranea a questa "strana Chiesa". Io ho superato questa fase di sconforto convincendomi di non essere di fronte alla Chiesa, ma ad un clero che ha letteralmente usurpato le funzioni della vera Chiesa (che è cessata con la morte di Pio XII) e che orsa pretende di fare il lavaggio del cervello ai fedeli e poi spingerli verso l'abisso infernale (con l'attuale pontefice a svolgere il ruolo di novello pifferaio magico). se così stanno le cose, mi son detto, solo apparentemente sembro anticlericale, in realtà faccio parte della "Resistenza", ovviamente derisa se non perseguitata. ma fedele al Fondatore. Cerco di non aver discussioni con preti, religiosi, vescovi ed affini, anche se ne ho molti che mi si dimostrano grandi amici (a seguito della mia attività di scrittore di cose religiose, anni fa), così non perdo la loro amicizia, e prego per loro (tanto, anche se parlassi loro apertamente, se mi sgolassi, so che non si smuoverebbero di un millimetro). La mia gioia è nel Signore, cara Luisa, sempre a Lui mi rivolgo (e alla Sua SS.ma Madre, e madre nostra) ogni giorno, mattino e sera e frequentemente durante il giorno (l'esser pensionato mi aiuta molto in ciò), con affettuose espressioni, con fiducia, come in famiglia. Gli altri, se vogliono, vadano tutti a buttarsi a testa in giù nell'abisso infernale (anche se faccio tutto il possibile per salvare i miei cari, parenti, amici e semplici conoscenti).

Luisa ha detto...

"Cerco di non aver discussioni con preti, religiosi, vescovi ed affini, "

Ebbene, caro Catholicus, quando sono ritornata alla pratica della fede, dopo aver fatto un estenuante turismo parrocchiale nella speranza di trovare una Messa decente( all`epoca non sapevo che ci fosse la Messa con la quale sono stata battezzata e formata), sono stata accompagnata da un sacerdote che sembrava capire il mio sconforto nel vedere lo sfacelo della Liturgia, dico sembrava perchè il giorno in cui ho emesso dubbi e critiche sulla Messa riformata, partendo dalla Sacrosanctun Concilium, mettendo in discussione ciò che successe durante e dopo il Vaticano II, mi son trovata davanti ad un muro ostile e gelido senza alcuna apertura, con le mie osservazioni gli facevo perdere il suo tempo!
Siccome nemmeno io avevo tempo da perdere non l`ho più visto.
Da allora evito ogni discussione perchè so che non troverò ascolto nemmeno con sacerdoti che per primi dovrebbero avere un orecchio attento e comprensivo.
Sembrano impauriti e si irrigidiscono se appena si aborda il tema Vaticano II.
Sono incerottati, si sono imbavagliati.
Da qui anche il sentimento di isolamento, ma è vero resta la preghiera, un aiuto fondamentale, essenziale, vitale.

mic ha detto...

convincendomi di non essere di fronte alla Chiesa, ma ad un clero che ha letteralmente usurpato le funzioni della vera Chiesa (che è cessata con la morte di Pio XII)

Catholicus,
mi permetta di dissentire dalla sua affermazione quotata.
La Chiesa non è 'cessata'. Se i papi del concilio e post non sono del tutto buoni papi e tutto sommato hanno reso possibile (più o meno e ognuno a suo modo) ciò che oggi ci sta travolgendo, questo non ci autorizza ad essere sedevacantisti. Oltretutto nessuno di noi ha l'autorità per proclamare una cosa del genere, per quanto gravi possano essere gli esiti di un infausto cinquantennio in cui sono confluite tutte le peggiori insidie presenti da sempre e che mai cesseranno di esserci.
E' vero, il nostro aiuto è nel Nome del Signore, ma nella Sua Chiesa alla quale apparteniamo e che non cessa di essere feconda Mater et Magistra, magari a singhiozzo e attingendo in larga parte ai tesori di famiglia. Ma il Signore è Presente vivo e vero nel suo piccolo gregge e nei sacerdoti e pastori secondo il Suo Cuore che non verranno mai meno, anche se forse dovremo assistere a tempi peggiori, visto che le avvisaglie sono quelle che sono.
Io non posso sapere come e quando si potrà vedere un ripareggiamento della verità e la vittoria su forze al momento scatenate; ma da ora e per sempre il Signore è con noi e a Lui e alla Sua e nostra Madre, Mediatrice di tutte le Grazie, noi ci affidiamo e andiamo avanti.

mic ha detto...

E' già una vittoria, conservare la fede e continuare a fare del nostro meglio, intanto a partire da noi stessi, cosa da cui non possiamo prescindere e ringraziamo il Signore che ci dà luce e fortezza e quant'altro di cui abbiamo bisogno.

Alba ha detto...

Ho tanto cercato questo libro ma non si trova piu' neanche alla Rusconi . Potete suggerirmi dove acquistarlo ? Chi se ne vuole disfare ? Lo acquisterei anche malmesso , ingiallito , sdrucito .

Catholicus ha detto...

Grazie delle sue osservazioni, dottoressa Guarini, ma devo precisare che, tutto sommato, non mi sento sedevacantista; solo non ascolto chi non sento in sintonia con il Magistero e la Tradizione preconciliari (e la sana dottrina bimillenaria), quale che sia il pulpito di provenienza ("anche se un angelo venisse ad annunciarvi una dottrina diversa..." ricorda? figurarsi se la annuncia il papa, non ci penso nemmeno ad ascoltarlo). Mi sento un po' come gli eremiti del monte Atos, o uno stilita, uno insomma che non sapeva neaache chi fosse il papa, o il suo vescovo, ma non per questo cessava di essere alla sequela di Cristo, di obbedire ai suoi comandamenti, di testimoniare la fede in lui. Tutto il resto è sovrappiù, anche il clero, se è affetto da apostasia, se inganna, se è falso ed ipocrita.