"Quando penso che il latino non si studia più, che anche in questo abbiamo seguito l'andazzo dei protestanti, o più esattamente di alcune sette protestanti, quando penso che l'immensa letteratura patristica latina, i più insigni documenti della storia della Chiesa di Dio in Cina, che sono scritti in latino, sono ormai libri sigillati per i futuri sacerdoti, e aggiungo, quando penso che per noi francescani tutte le nostre antiche fonti e tutte le grandi opere sono scritte in latino, mi vengono le lacrime agli occhi"
Beato Gabriele Maria Allegra (1907-1976), missionario francescano in Cina, traduttore delle Sacre Scritture in cinese.
17 commenti:
Devo capire che il latino non è più studiato nei seminari?
Ms il latino non è ancora la lingua ufficiale della Chiesa?
Anche questo documento di Benedetto XVI :
"LETTERA APOSTOLICA
IN FORMA DI MOTU PROPRIO
LATINA LINGUA
CON LA QUALE VIENE ISTITUITA
LA PONTIFICIA ACCADEMIA DI LATINITÀ"
è diventato lettera morta?
Sopprimere il latino è anche sopprimere la temibile e insopportabile possibilità che quei seminaristi vogliano un giorno celebrare la Messa in latino, e non sto parlando solo della Messa Tridentina ma anche della Messa riformata i cui libri liturgici sono in latino.
http://chiesaepostconcilio.blogspot.ch/2014/03/il-latino-e-non-solo-intervista-padre.html
http://www.news.va/it/news/perche-i-preti-devono-studiare-il-latino
In Italia credo si studi ancora, negli USA è stato sostituito dallo spagnolo.Al limite qualche lezioncina che non arriva molto al di là di rosa, rosae, rosae...
Antonino
Il problema non è solo della semplice lingua latina, il problema è l'approccio con le fonti che oramai non esiste quasi più.
Non ha alcuna importanza cosa potesse dire il Crisostomo o Ambrogio.
Quello che è importante è la versione che se ne da oggi, quella che se ne darà domani, ecc.
Le fonti sono, come dicono in certe librerie delle Paoline, che pur le vendono, "cose vecchie".
Sì, in realtà assistiamo ad una Chiesa che, volente o nolente, è in una situazione di evidente e permanente scisma con il suo passato...
Non sono d'accordo Pietro C.
Risalire alle fonti consente di verificare ogni tipo di interpretazione e distinguere quelle autentiche da quelle arbitrarie. E consente anche di attingere le ulteriori ricchezze racchiuse in termini latini (vale anche per quelli greci, naturalmente) tanto precisi e icastici, ma densi di significati profondi, da impedire i possibili fraintendimenti.
Cara Mic, dalla risposta comprendo che non mi ha capito. Pazienza!
Questo è il tema della perdita della radici scientemente cercata e sempre di nuovo ricercata. Lo capisco solo ora in tutta la sua gravità; otto anni di latino un tempo si facevano tra medie e liceo anche senza università.Perdita in questo caso della ricchezza dei libri spirituali, non più conosciuti, che sopravanzano di miglia e miglia in altezza, larghezza e profondità,i libercoli psico-cultural- spirituali dell'ultimo professor-monsignor accreditato dal repubblicon-corrieron,e non più fisicamente e linguisticamente accessibili. Le fonti sono state sepolte e noi vaghiamo per deserti aridi.Inoltre l'apertura democratica di tutti gli archivi della storia d'Italia dove sciamano scolaresche dalle elementari ai laureandi e dove tutti hanno la possibilità democratica di toccar con mano tutto; se poi un bambino poco prima ha mangiato una focaccia o per una congestione rigetta nei pressi con qualche schizzo qua e là democraticamente ci si passerà un po' di carta assorbente se l'addetto è diligente.Quanto durerà il nostro patrimoniotuttoaperto? Tuttoaccogliente?Democraticamente accessibile a chi non ha nè l'età nè l'immediata urgenza di valersene anche solo per ripensarlo la sera? Tra poco sarà tutto in rovina, tutto sarà stato cancellato; noi saremo stati gli operatori di questo azzeramento democratico di civiltà nostra.L'egemonia culturale forse mirava sotto sotto, imponendo una cupa cultura elaborata da altri, a cancellare la nostra, cancellandoci.Solo un odio inveterato può aver avuto un tale piano consapevolmente concepito e ostinatamente perseguito. E' possibile davvero che la Chiesa, con il suo solo esistere, abbia sollevato contro di sè e contro il Suo Signore un coagularsi di così numerose, multiformi forze contrarie? Sì,ma per ora non posso e non so andar oltre.
Fuori tema ma provate a leggere la seconda lettera diretta al direttore del Messaggero di sant'Antonio, risponde fra' Fabio Scarsato.
http://www.messaggerosantantonio.it/messaggero/pagina_articolo.asp?R=Lettere&ID=2682
Alla tua analisi, Irina, che constata il grande vuoto culturale oltre che spirituale delle nuove generazioni, aggiungo l'ignoranza oltre che il travisamento delle vicende storiche che attualmente sono tutte lette in chiave colpevolizzante delle peggiori nefandezze nei confronti della Chiesa, il cui messaggio è il solo che davvero libera.
Un solo esempio: il femminismo che lungi da enancipare è diventato emulazione del maschio con molteplici ripercussioni sullo snaturamento sia del ruolo femminile che di quello maschile. Gli esiti li stiamo vedendo...
Personalmente, lo confesso, mi fido poco poco di tutti i contemporanei.Ho come il sentore che sia andato perduto lo studioso per amor del vero e sia dilagato lo studioso per partito preso.
mic,
il vuoto spirituale delle nuove generazioni è trasmesso dagli adulti. Il bambino nasce naturalmente religioso, viene corrotto in culla, corrotto dalla scuola e corrotto dalla chiesa.
Il frullato dei sessi giova al depotenziamento del maschile e del femminile, così che entrambi possano più facilmente essere manovrati (Stalin, cito a memoria).
Nella Chiesa ci sono infiltrati, apostati e santi.
Dobbiamo combattere ben consapevoli che il rapporto è e sarà SEMPRE come quello del sale nell'insalata.
L'importante è che il sale Non perda il sapore.
Cara Mic, dalla risposta comprendo che non mi ha capito. Pazienza!
Resta ferma la mia osservazione; ma devo annullare il "non sono d'accordo" tranchant. Effettivamente bisogna neutralizzare l'effetto "cose vecchie" che dà per scontato siano superate. Terribile sradicamento e impoverimento.
Cara Mic, penso che Pietro C. non contesti la legittimitá del ricorso alle fonti latine, anzi. Mi sembra proprio quel che vuol difendere.
Quel che vuol dire, mi sembra, é che non esiste solo un problema tecnico, e cioé che i giovani sacerdoti siano sprovvisti di una conoscenza del latino sufficiente. Quel che denuncia lui é che esiste una volontá positiva tra i moderni di voler proprio ignorare le fonti. Non semplice impossibilitá fisica dunque, ma volontá positiva di dare delle fonti un'interpretazione al “passo coi tempi”e dunque giocoforza spesso infedele alle fonti.
Per Mic e Pietro C. Dalle fonti, direi che dobbiamo recuperare l'autentico insegnamento cristiano, dei Santi, frutto della grazia divina che hanno saputo docilmente accogliere, lasciandosi plasmare, ma anche togliendo gli eventuali errori, dovuti alla natura umana. Inoltre, l'autentico insegnamento, deve necessariamente passare attraverso il discernimento, per poi farne esperienza viva. La lingua non deve diventare il fine principale, ma essere un mezzo per portare ad una maggiore comprensione della dimensione spirituale, in unione e non in contrapposizione con il passato. La natura umana può essere causa di incomprensioni, ma con la grazia divina, ci si può arricchire a vicenda: ogni persona, innestata in Cristo e innamorata del suo Creatore, diviene uno specchio dell'unica Chiesa da Lui fondata e bisogna solo scoprire in noi la sua impronta. Quando non ci si capisce, non si deve interrompere la ricerca a metà, altrimenti si cade nella trappola del nemico che vuole dividerci. Auspico una fruttuosa collaborazione tra due ottime menti, con esperienze diverse, ma che, unite, porterebbero nuova linfa alla Chiesa, costruita sulle vecchie e solide fondamenta, ma ancora in costruzione, fintanto che Cristo tornerà nella gloria. Non ho le vostre profonde conoscenze, perdonate eventuali miei errori, l'unico mio desiderio è di incoraggiarvi a trovare una profonda unità, sono già troppe le divisioni che fanno soffrire il Corpo Mistico.
Devo tornare anche alla mia risposta ad Irina. A volte scrivo di corsa i pensieri mi si affollano e qualcosa che mi sembra di aver detto mi resta nella tastiera e il discorso manca di consequenzialità. Me ne accorgo solo se rileggo.
Dovrò tornare ad approfondire. Anche la seconda parte (il femminismo) più che un esempio è una delle tante facce del problema e ha anche altre implicazioni.
Per Maccabeo,
Grazie me n'ero accorta e gli ho già risposto. Convengo con quanto dice.
Per Piero C.:
L'assidua frequentazione delle fonti patristiche - greche e latine - è certamente trascurata nei Seminari e negli Atenei Pontifici. Ma va sottolineato che i testi oggi reperibili in commercio, tradotti in lingua vernacolare, presentano vere e proprie falsificazioni, con le quali si cerca di deformare radicalmente il contenuto originale.
L'opera omnia di Sant'Agostino in italiano è un coacervo di travisamenti, di volute omissioni, di scandalose censure; e lo sono anche gli scritti di Santa Teresa d'Avila - parliamo di una traduzione dallo spagnolo! - in cui quel che dice a proposito dei protestanti è censurato grossolanamente, e quel che il traduttore non è riuscito ad occultare viene poi denigrato in nota, sempre - ripeto: sempre - alla luce del cosiddetto magistero conciliare. Non parliamo dei testi di San Giovanni Crisostomo, o di quelli di altri Padri orientali: all'ignoranza del testo originale si somma una malafede, un dolo così evidente, che solo chi è incapace di tradurre a sua volta il testo greco riesce a cogliere.
E per quel concerne i documenti magisteriali, pur redatti in latino, gli esempi di falsificazioni e tradimenti sono talmente palesi, da esser notati addirittura da alcuni "esperti" progressisti. Si pensi alle traduzioni del Motu Proprio Summorum Pontificum, tanto per citare un esempio recente, ma non si dimentichi anche lo scempio dei testi liturgici che, già discutibili nell'editio typica, con le traduzioni vernacolari hanno conosciuto uno stravolgimento indecente.
E ancora: nonostante sia tuttora obbligatorio nel corso di studi per i candidati agli Ordini, il latino è deliberatamente ed ostentatamente ignorato nei Seminari e negli Atenei, al punto che i corsi di latino - laddove ancora previsti - sono marginali ed inadeguati. Vi sono seminaristi provenienti dalla scuola alberghiera, o dagli istituti tecnici, che non conoscono nemmeno le declinazioni, e che pure vengono ammessi agli studi superiori di Università Pontificie e giungono non solo al sacerdozio, ma anche all'episcopato senza saper comprendere non dico Cicerone, ma nemmeno il Canone romano o una banalissima pericope evangelica.
Ringraziamo, anche per questo, il Concilio ed i suoi gonfalonieri. Di ieri e di oggi.
dal post
"i più insigni documenti della storia della Chiesa di Dio in Cina, che sono scritti in latino, sono ormai libri sigillati per i futuri sacerdoti, e aggiungo, quando penso che per noi francescani tutte le nostre antiche fonti e tutte le grandi opere sono scritte in latino, mi vengono le lacrime agli occhi"
l'osservazione del padre fa venire in mente un versetto di Gesù:
"Guai a voi, dottori della legge, che avete tolto la chiave della scienza. Voi non siete entrati, e a quelli che volevano entrare l'avete impedito" (Lc 11,52)
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