Il 20 ottobre 2014, il metropolita Hilarion di Volokolamsk, portavoce ufficiale del Patriarca di Russia Kirill, pronunciava nell'Assise sinodale, in termini chiari e distinti, il suo Discorso sul tema della famiglia, che qui riprendiamo. Egli era intervenuto anche nella precedente sessione, il 16 ottobre 2014, con il Discorso che riportiamo a seguire, nel quale non mancava di pronunciare un giudizio severo sull'uniatismo. Discorsi che non hanno avuto alcuna eco sui media cattolici. Il primo lo abbiamo rintracciato dal sito Bergoglionate, il secondo dal sito della Chiesa Ortodossa Russa.
Interessante notare il peso di questi contenuti e come essi siano entrati nel testo della Dichiarazione congiunta firmata il 12.2.2016 a L’Avana, tra il Papa e il Patriarca Kirill [qui - qui - qui - qui e qui l'amarezza dell'arcivescovo di Kiev sull'uniatismo]
Interessante notare il peso di questi contenuti e come essi siano entrati nel testo della Dichiarazione congiunta firmata il 12.2.2016 a L’Avana, tra il Papa e il Patriarca Kirill [qui - qui - qui - qui e qui l'amarezza dell'arcivescovo di Kiev sull'uniatismo]
Beatitudini, Eminenze e Eccellenze,
a nome di Sua Santità il Patriarca di Mosca e di tutte le Russie Kirill e di tutta la Chiesa ortodossa russa rivolgo il nostro saluto fraterno a tutti voi, in occasione della XIV Assemblea Generale del Sinodo dei Vescovi della Chiesa cattolica, dedicata al tema della famiglia.
Nel nostro mondo turbolento e inquietante, l’uomo ha bisogno di basi solide e incrollabili su cui poggiare, per costruire su di esse con fiducia la propria vita. La società laica, orientata principalmente alla soddisfazione dei desideri individuali, non può dare alla persona orientamenti morali chiari. La crisi dei valori tradizionali cui assistiamo nella società dei consumi, porta ad una contraddizione tra diverse preferenze, anche nelle relazioni familiari. Così, se il femminismo estremo vede nella maternità un ostacolo alla realizzazione della donna, d’altra parte, il fatto di avere un figlio è sempre più considerato un diritto che può essere raggiunto con qualsiasi mezzo. Sempre più spesso, la famiglia è vista come un’unione di due persone, indipendentemente dal loro sesso, e si ritiene che l’individuo possa scegliere l’appartenenza all’uno o all’altro sesso, secondo il gusto personale.
D’altra parte, si presentano nuovi problemi che riguardano direttamente i fondamenti della famiglia tradizionale. I conflitti armati nel mondo moderno causano un esodo di massa dalle regioni colpite dalla guerra verso i paesi più ricchi. L’emigrazione spesso porta alla rottura dei legami familiari, e crea nel contempo un nuovo ambiente sociale in cui nascono legami che hanno spesso carattere interetnico e interreligioso.
Queste sfide e minacce sono comuni per tutte le Chiese cristiane, che devono cercare le risposte, basandosi sulla missione affidata loro da Cristo, quella di guidare la persona alla salvezza. Purtroppo, anche in ambienti cristiani, sentiamo spesso voci che chiedono una “modernizzazione” della coscienza ecclesiale, cioè il rifiuto della dottrina cristiana, apparentemente obsoleta, sulla famiglia. Tuttavia, non dobbiamo dimenticare le parole dell’apostolo Paolo rivolte ai cristiani di Roma: ” Non conformatevi alla mentalità di questo secolo, ma trasformatevi rinnovando la vostra mente, per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto” (Rm 12, 2).
La Chiesa è chiamata ad essere una luce e un faro nel buio di questo mondo, e i cristiani sono chiamati a essere “sale della terra” e “luce del mondo”. Tutti noi non dobbiamo dimenticare il tremendo monito del Salvatore: “se il sale perdesse il sapore, con che cosa lo si potrà render salato? A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dagli uomini” (cf. Mt 5, 13-14). Un tale sale, che ha perso la forza del proprio sapore, diventano in questo nostro tempo alcune comunità protestanti che si definiscono cristiane ma predicano ideali morali che sono incompatibili con il cristianesimo.
Se in comunità di questo tipo si introduce il rito della benedizione delle unioni omosessuali, e una donna lesbica, che si autodefinisce “vescovo”, esorta a rimuovere dalle chiese portuali le croci e a sostituirle con mezzelune islamiche, può una tale comunità essere definita “chiesa”? Sotto i nostri occhi il cristianesimo viene tradito da quanti sono pronti a fare il gioco della società secolarizzata, sclericalizzata e senza Dio.
Le autorità di diversi paesi d’Europa e America, nonostante le numerose proteste, anche da parte di fedeli cattolici, continuano a perseguire una politica deliberatamente mirante alla distruzione del concetto stesso di famiglia. Non soltanto le unioni omosessuali vengono legalmente equiparare al matrimonio, ma si arriva a perseguire penalmente quanti, a motivo della propria fede cristiana, rifiutano di registrare tali unioni.
Subito dopo la conclusione della visita di Papa Francesco, il presidente americano Barack Obama ha apertamente dichiarato che i diritti dei gay sono più importanti della libertà religiosa. Questo mostra chiaramente l’intenzione delle autorità secolari di continuare l’attacco alle forze sane della società che difendono i valori tradizionali della famiglia.
I cattolici sono in prima linea in questa lotta, e proprio contro la Chiesa cattolica è in corso una vera e propria campagna di discredito e menzogna. Pertanto, la forza nel difendere le convinzioni cristiane e la fedeltà alla tradizione della Chiesa oggi sono particolarmente necessarie.
Oggi che la società diventa sempre più simile all’uomo stolto, “che ha costruito la sua casa sulla sabbia” (cf. Mt 7 26), è dovere della Chiesa ricordare alla società la sua base solida – la famiglia come unione dell’uomo e della donna, che ha come fine la nascita e l’educazione dei figli. Solo una tale famiglia, stabilita dallo stesso Signore al momento della creazione del mondo, è in grado di prevenire, o almeno rallentare, lo scivolare della società moderna nel baratro del relativismo morale.
La Chiesa ortodossa, così come quella cattolica, nella sua dottrina sulla famiglia ha sempre seguito la Sacra Scrittura e la Santa Tradizione, affermando il principio della santità del matrimonio, che si fonda sulle parole del Salvatore stesso (cf. Mt 19, 6; Mc 10, 9).
Nel nostro tempo, questa posizione deve essere più unita e unanime. Dobbiamo insieme difenderla nel dialogo con le autorità legislative ed esecutive dei singoli paesi, e a livello delle organizzazioni internazionali, come l’ONU e il Consiglio d’Europa. Non possiamo limitarci alle sole esortazioni, dobbiamo garantire pienamente la tutela giuridica della famiglia.
E’ indispensabile la solidarietà delle chiese e tutte le persone di buona volontà, al fine di proteggere la famiglia dalle minacce del mondo laico e così garantire il nostro futuro. Spero che uno dei frutti della Assemblea del Sinodo sarà l’ulteriore sviluppo della cooperazione cattolico-ortodossa in questa direzione.
Vi auguro la pace, la benedizione di Dio e successo nel vostro lavoro!
(Città del Vaticano, 20 ottobre 2015)
* * *
Intervento del metropolita Hilarion 16 ottobre 2014
Santità,
Beatitudini, Eminenze e Eccellenze,
permettetemi prima di tutto di porgervi il saluto del Primate della Chiesa Ortodossa Russa, il Santissimo Patriarca di Mosca e tutta la Rus’ Kirill.
Il tema della famiglia è oggi uno dei più acuti e preoccupanti. La famiglia rappresenta un termometro dello stato morale della società in cui viviamo.
Con grande preoccupazione, negli ultimi anni, assistiamo a un processo di smontaggio dei valori fondamentali radicati nelle tradizioni religiose, smontaggio che viene fatto attraverso la manipolazione dei concetti di libertà e tolleranza. Con sempre maggior aggressività si predicano le idee del relativismo morale, che vengono applicate anche all’istituto della famiglia, sacro per tutta l’umanità.
In un gran numero di paesi d’Europa e d’America, nonostante le numerose proteste, vengono approvate e riconosciute a livello statale le unioni dello stesso sesso. Da qualche parte è già stabilito giuridicamente e attuato praticamente il diritto di partner dello stesso sesso all’adozione, anche attraverso il ricorso alla tecnica della “maternità surrogata”.
Allo stesso tempo la famiglia tradizionale, legata alla comprensione del matrimonio come unione di un uomo e una donna, è sempre meno forte. Anziché cercare di rafforzare questo tipo di famiglia, si propagandano le cosiddette relazioni libere. I concetti di fedeltà, rispetto reciproco e responsabilità dei coniugi vengono sostituiti dalla propaganda dell’edonismo e da inviti a vivere per il proprio io.
I figli non sono più visti come un gradito frutto dell’amore reciproco degli sposi. È diffuso ormai dappertutto il diritto pressoché illimitato all’aborto, che legittima l’annientamento di milioni di vite umane. Acuto è il problema degli orfani di genitori ancora viventi, dei bambini abbandonati, spesso disabili.
Subiscono l’influenza delle idee del relativismo morale anche molti cristiani, che a parole professano l’insegnamento della Chiesa sulla famiglia, ma nella pratica se ne discostano.
Affermando il principio della santità del matrimonio, basato sulle parole del Salvatore (cfr. Mt. 19, 6, Mc. 10, 9), la Chiesa Cattolica e la Chiesa Ortodossa, fedeli alla tradizione, mettono la responsabilità dell’uomo nei confronti del suo prossimo al di sopra dei suoi interessi egoistici. L’educazione del cristiano a questa responsabilità – nei confronti della famiglia, della società e del mondo circostante – è oggi compito prioritario per la Chiesa. La tutela della dignità umana e l’affermazione dell’alto valore dell’amore, che si realizza nella famiglia, è parte integrante del messaggio evangelico che dobbiamo portare nel mondo.
Nel novembre 2013 il Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne del Patriarcato di Mosca e il Pontificio Consiglio per la Famiglia, sotto la presidenza dell’arcivescovo Vincenzo Paglia, hanno tenuto a Roma il convegno “Ortodossi e cattolici insieme in difesa della famiglia”. Nella dichiarazione finale abbiamo sottolineato “la nostra convinzione della responsabilità comune, affinché il matrimonio e la vita familiare siano via di santità per le famiglie cristiane”.
E’ giunto il momento, per noi cristiani, di unire le forze e fare fronte unico per la tutela della famiglia di fronte alle sfide del mondo laico, in nome del futuro della civiltà. E’ questo un campo in cui la nostra alleanza potrebbe rivelarsi estremamente utile.
Dobbiamo insieme difendere le nostre posizioni, sia nel dialogo con i poteri legislativo ed esecutivo dei singoli paesi, che anche presso le organizzazioni internazionali come le Nazioni Unite e il Consiglio d’Europa. Alcune esperienze di tale cooperazione ci sono già state, basti in merito ricordare il famoso caso del processo “Lautsi v. Italia”.
Occorre non limitarsi agli appelli, ma usare tutti i mezzi per ottenere la tutela giuridica della famiglia. Bisogna restituire alla società la comprensione che la libertà è inconcepibile senza la responsabilità per le proprie azioni.
La Chiesa Ortodossa ha sempre predicato l’ideale dell’unicità del vincolo matrimoniale, contratto un’unica volta per sempre. Allo stesso tempo, tenendo conto della debolezza della natura umana, in casi eccezionali, la Chiesa Ortodossa permette di contrarre un nuovo matrimonio, quando sia evidente il crollo irrimediabile del primo matrimonio. In questo la nostra Chiesa si ispira al principio pastorale dell’”economia”, essendo mossa dall’amore per il peccatore e non volendo privarlo dei mezzi per la salvezza. Nel mondo di oggi, dove il rispetto rigoroso delle regole ecclesiastiche sta diventando sempre più raro, la pratica dell’”economia”, che nella Chiesa Ortodossa esiste da tanti secoli, può costituire una preziosa esperienza nel trattare i problemi pastorali della famiglia.
L’Ortodossia ha accumulato un grande patrimonio di esperienza nella cura pastorale della famiglia. La Chiesa Ortodossa ha sempre mantenuto l’istituto del clero uxorato. Le famiglie dei sacerdoti, di regola, sono numerose, e i bambini in esse sono allevati nello spirito della pietà cristiana e della fedeltà agli insegnamenti della Chiesa. Il sacerdote, che ha un’esperienza personale della vita familiare e dell’educazione dei figli, è in grado di comprendere meglio i problemi delle relazioni familiari e assicurare ai suoi figli spirituali un’adeguata cura pastorale. Penso che sarebbe utile prestare attenzione a quest’esperienza, che è anche delle Chiese cattoliche di rito orientale.
Parlando delle Chiese di rito orientale, vorrei brevemente discostarmi dal tema del forum per affrontare una questione che è ormai diventata una pietra d’inciampo nelle relazioni tra le Chiese Ortodossa e Cattolica. Si tratta del problema dell’uniatismo, che si è fortemente aggravato in seguito ai recenti eventi in Ucraina. Purtroppo il conflitto in corso nel paese, che ha già fatto migliaia di vittime, fin dall’inizio ha acquisito una dimensione religiosa.
Nell’origine e nello sviluppo di tale conflitto un ruolo chiave è stato svolto dalla Chiesa greco-cattolica ucraina. Fin dai primi giorni del conflitto, i greco-cattolici si sono chiaramente schierati con una delle parti in lotta. Contrariamente al rispetto delle norme canoniche, in genere osservato nelle relazioni tra le Chiese Cattolica e Ortodossa, i greco-cattolici hanno cominciato a cooperare attivamente con gruppi scismatici.
La Commissione mista per il dialogo ortodosso-cattolico nel 1993 a Balamand ha riconosciuto che l’uniatismo non rappresenta un cammino verso l’unità. Noi siamo grati ai nostri fratelli cattolici per questo franco riconoscimento della erroneità dell’uniatismo. E oggi noi costatiamo ancora una volta che l’uniatismo non riavvicina ortodossi e cattolici, ma al contrario li separa maggiormente.
A nome della Chiesa Ortodossa Russa e dei suoi numerosi milioni di fedeli vorrei ora rivolgermi ai rappresentanti della Chiesa greco-cattolica presenti in questa sala per chiedere loro di astenersi dalle dichiarazioni pubbliche su temi politici e da ogni tipo di sostegno visibile agli scismatici, come anche dagli appelli alla creazione di una “chiesa nazionale unificata ucraina”. Dietro questo appello si nasconde una verità molto semplice: si vuole strappare i fedeli ortodossi ucraini dalla Chiesa Madre del Patriarcato di Mosca, con la quale essi sono legati da secolari legami di sangue.
La missione principale della Chiesa è quella di servire la causa della salvezza della gente. Il mandato affidatoci da Dio non comporta interferenze nella politica. In un mondo in cui abbondano le divisioni, in cui oggi sono minacciati i fondamenti dell’esistenza stessa della civiltà umana, come l’istituto della famiglia, i cristiani sono chiamati ad essere “sale della terra” e “luce del mondo” (Mt 5, 13-14), portando tutti all’amore reciproco e all’unità in Cristo.
Insieme possiamo fare molto, anche per la difesa dei cristiani che oggi sono vittime di persecuzioni. In Iraq e Siria, così come in molti altri paesi del Medio Oriente e dell’Africa, i cristiani sono vittime di un genocidio. Dobbiamo fare tutto il possibile per fermare lo sterminio dei cristiani, per fermare il loro esodo di massa dai luoghi in cui hanno vissuto per secoli, per attirare l’attenzione della comunità internazionale sulla loro situazione.
Auguro a tutti voi, cari fratelli, la benedizione di Dio e successo nei vostri lavori!
(Città del Vaticano, 16 ottobre 2014)
5 commenti:
Benvenuti i ricchi. Francesco li accoglie a braccia spalancate
E ne riceve laute elargizioni. Nome per nome, tutti i magnati della finanza e della tecnocrazia ai quali il papa ha dato udienza quest'anno
di Sandro Magister
http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/1351250
La barca è alla deriva ...
ATTO DI CONSACRAZIONE E DI AFFIDAMENTO DELL'ITALIA A SAN GIUSEPPE
San Giuseppe, sposo di Maria Santissima, Madre di Gesù e Madre dell'umanità, che ha voluto la nostra Italia disseminata dei suoi santuari, e che sempre ha guardato ad essa con lo stesso amore di predilezione con cui l'ha guardata Gesù, che volle la sede stabile del suo Vicario in terra, il Papa:
a te, oggi, noi consacriamo e affidiamo questa amata Italia e la sue famiglie.
Custodiscila, difendila, proteggila!
sia pura la fede;
siano santi i Pastori;
siano copiose le vocazioni;
sia sacra e difesa la vita;
siano sani i costumi;
siano ordinate le famiglie;
sia cristiana la scuola;
siano illuminati i governanti;
regni ovunque amore, giustizia e pace.
Custodisci, difendi, proteggi, o provvido Custode della Divina Famiglia, i nostri giovani, speranza di un mondo migliore, e gli anziani, radici della nostra fede e maestri di vita.
Ottienici con la tua potente intercessione, unita a quella della tua Santissima Sposa, uomini nuovi che abbiano il coraggio di abrogare le inique leggi contro Dio e contro l’uomo, ereditate da un triste ed oscuro passato.
Con la tua protezione, o San Giuseppe, continui l'Italia ad essere centro vivo di civiltà cristiana, faro di luce evangelica a tutto il mondo, terra di santi per la gloria del Padre Celeste e per la salvezza di tutti gli uomini.
E, come un tempo scampasti dalla morte la minacciata vita del Bambino Gesù, così difendi la Santa Chiesa di Dio e la fede delle nostre famiglie da tutte le oscure insidie del male.
Gesù, Giuseppe e Maria, benedite, proteggete, salvate l'Italia! Ritorni con il vostro aiuto e "per la vostra intercessione" a spalancare le porte a Cristo.
Amen.
(Don Stefano Lamera, 1912-1997, apostolo delle famiglie.)
Dicono [gli empi] fra loro sragionando:
«Tendiamo insidie al giusto, che per noi è d’incomodo
e si oppone alle nostre azioni;
ci rimprovera le colpe contro la legge
e ci rinfaccia le trasgressioni contro l’educazione ricevuta.
Proclama di possedere la conoscenza di Dio
e chiama se stesso figlio del Signore.
È diventato per noi una condanna dei nostri pensieri;
ci è insopportabile solo al vederlo,
perché la sua vita non è come quella degli altri,
e del tutto diverse sono le sue strade.
Siamo stati considerati da lui moneta falsa,
e si tiene lontano dalle nostre vie come da cose impure.
Proclama beata la sorte finale dei giusti
e si vanta di avere Dio per padre.
Vediamo se le sue parole sono vere,
consideriamo ciò che gli accadrà alla fine.
Se infatti il giusto è figlio di Dio, egli verrà in suo aiuto
e lo libererà dalle mani dei suoi avversari.
Mettiamolo alla prova con violenze e tormenti,
per conoscere la sua mitezza
e saggiare il suo spirito di sopportazione.
Condanniamolo a una morte infamante,
perché, secondo le sue parole, il soccorso gli verrà».
Hanno pensato così, ma si sono sbagliati;
la loro malizia li ha accecati.
Non conoscono i misteriosi segreti di Dio,
non sperano ricompensa per la rettitudine
né credono a un premio per una vita irreprensibile.
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da ascoltare!
Ma il vostro parlare sia: "Si, si; no, no"; poiché il di più viene dal maligno. (Mat. 5, 37).
Dai loro frutti dunque li potrete riconoscere. (Mat. 7, 20).
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