È raro leggere con cristiano piacere una lettera di una Conferenza Episcopale. Ci permettiamo di evidenziarne alcuni passaggi che suoneranno inauditi a tantissimi fedeli italiani...
Qui sotto, nostra traduzione della lettera di mons. Socrates Villegas, arcivescovo di Lingayen-Dagupan e presidente della Conferenza Episcopale dei Vescovi delle Filippine (CBCP: Catholic Bishops' Conference of the Philippines):
Sulla QUESTIONE dell'inginocchiarsi o restare in piedi
dopo la Consacrazione e fino al "grande Amen" finale
durante la Celebrazione Eucaristica
dopo la Consacrazione e fino al "grande Amen" finale
durante la Celebrazione Eucaristica
Mons. Villegas |
Vostre Eminenze ed Eccellenze,
durante la 112esima Assemblea plenaria a Cebu, c'è stata una discussione riguardante lo stare in piedi o inginocchiati da dopo la consacrazione fino a dopo l'Amen. La discussione comprendeva una domanda sul motivo per cui non continuiamo a restare in ginocchio dopo la consacrazione fino a dopo l'Amen. Dopo una breve discussione, è stato chiesto al Concilio Permanente della CBCP di considerare la questione.
Perciò, nell'incontro del Concilio Permanente della CBCP del 15 marzo 2016, una delle questioni discusse è stata questa questione della postura in piedi dopo la consacrazione e del rimanere in piedi o inginocchiati da dopo il Sanctus fino all'Amen della Preghiera Eucaristica. Questa è la ragione di questa lettera.
Prima degli anni '90, ricordiamo, avevamo la pratica dell'inginocchiarsi da dopo il Sanctus fino a dopo l'Amen della Preghiera Eucaristica.
Negli anni '90 cominciò la pratica di alzarsi in piedi dopo l'inizio della consacrazione. Questo cambiamento della pratica già in uso era basato sulle Linee Guida per l'Eucarestia che vennero approvate dalla CBCP nel gennaio 1990. Il numero 3 di tali Linee Guida diceva: “I fedeli dovrebbero inginocchiarsi dal Sanctus fino alla fine della Preghiera Eucaristica… Se l'acclamazione dopo la consacrazione è cantata, allora i fedeli possono alzarsi restare in piedi.” In realtà la pratica è divenuta stare sempre in piedi da dopo la consacrazione fino a dopo l'Amen finale.
Nel gennaio 2003, all'86esima Assemblea Plenaria della CBCP, una delle proposte che la CBCP aveva approvato per l'inclusione tra gli Adattamenti per le Filippine all'Ordinamento Generale del Messale Romano (OGMR) del 2002 era stata: “Adattamento proposto per le Filippine: ‘Nelle Filippine, i fedeli si inginocchiano da dopo il Sanctus, si alzano per l'acclamazione del memoriale, e si inginocchiano dopo l'Agnello di Dio.’”
Per entrambi i casi, nelle Linee Guida per l'Eucarestia del 1990 e nelle proposte di Adattamenti per le Filippine dell'IGMR del 2002, non era mai giunto da Roma alcun riconoscimento.
In particolare, per gli Adattamenti per le Filippine all'OGMR del 2002 che erano stati sottoposti a Roma, non è stata mai ricevuta alcuna risposta. L'Arcivescovo Romulo Valles, durante una visita ad limina nel settembre 2003, chiese un riscontro all'ufficio della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti (CDDS) sullo stato degli adattamenti proposti dalle Filippine. Ma da allora ad oggi non abbiamo mai ricevuto una risposta formale scritta.
A febbraio 2016 il vescovo Julius Tonel, presidente della Commissione Episcopale sulla Liturgia, chiese al Segretario della CDDS a proposito di tali specifica proposta di adattamento. Nel rispondere alla sua richiesta, fu confermato che non c'era mai stata formalmente alcuna risposta o riconoscimento.
Sulla base di quanto citato sopra, abbiamo chiesto consiglio ad alcuni dei nostri vescovi più esperti del Codice di Diritto Canonico. Ci hanno detto che la mancata risposta o il silenzio da parte di Roma indicano che non è stato dato alcun riconoscimento. Senza tale riconoscimento la CBCP non ha l'autorità di creare o implementare tali adattamenti. Essendo questo il nostro caso, dobbiamo riportare alla pratica preesistente alla richiesta.
Sulla base delle informazioni sopra documentate, il Concilio Permanente è giunto alla decisione che dobbiamo ABBANDONARE la pratica di stare in piedi da dopo la consacrazione fino all'Amen, a causa del fatto che non abbiamo l'autorità di creare tale adattamento, né abbiamo l'autorità di implementarlo. Dobbiamo ripristinare la pratica precedentemente stabilita di inginocchiarsi da dopo il Sanctus fino a dopo l'Amen della Preghiera Eucaristica.Fare un passo indietro verso la pratica preesistente è un tenersi al passo con il nostro attuale OGMR, approvato dalla CBCP e dotato del necessario riconoscimento da Roma, pubblicato nell'edizione filippina del 2011 del Messale Romano. Nel numero 43 è stabilito che: “Dove vi è la consuetudine che il popolo rimanga in ginocchio dall’acclamazione del Santo fino alla conclusione della Preghiera eucaristica e prima della Comunione, quando il sacerdote dice Ecco l’Agnello di Dio, tale uso può essere lodevolmente conservato.”
In altre parole, il tornare alla pratica preesistente, dove i fedeli si inginocchiavano da dopo il Sanctus e rimanevano in ginocchio fino a dopo l'Amen della Preghiera Eucaristica, è in armonia con l'OGMR.
Vi si chiede perciò di informare il nostro clero e i fedeli cattolici a proposito del ripristinare questa posizione e di portarli, attraverso catechesi liturgiche, ad approfondire la nostra devozione al Santissimo Sacramento. Lo spirito di tale norma è infatti di dare maggior riverenza alla Presenza Reale.
Vi ricordiamo qui alcune righe della nostra Esortazione Pastorale per l'Anno 2016 dell'Eucarestia e della Famiglia:
Sinceramente vostro,Inginocchiarsi è parte della nostra cultura cristiana. Non possiamo abbandonare la cultura dell'inginocchiarsi a favore dell'idea che gli uomini liberi devono stare in piedi di fronte a Dio. Piegare il ginocchio (genuflettersi) al Tabernacolo, inginocchiarsi alla celebrazione dell'Eucarestia, prostrarsi in adorazione del Santissimo Sacramento esposto - sono piccoli ma sublimi atti di adorazione che dobbiamo preservare e proteggere.
+SOCRATES B. VILLEGAS
24 commenti:
Stare in ginocchio davanti a Dio, permette di stare diritti davanti ad ogni uomo.
Pensiero bellissimo, verissimo, buonissimo. Non ricordo la fonte.
http://www.lanuovabq.it/it/articoli-la-sacra-spina-della-passione-e-tornata-a-fiorire-15715.htm
La Passione di Gesu'sia sempre nei nostri cuori . Amen
Ricordo lo disse il grande e caro Benedetto XVI, ignoro però se stesse citando qualcun altro.
L'atto di inginocchiarsi non proviene da una cultura qualunque ma dalla Bibbia e dalla sua esperienza di Dio. L’importanza centrale che l’inginocchiarsi ha nella Bibbia la si può desumere dal fatto che solo nel Nuovo Testamento la parola proskynein compare 59 volte, di cui 24 nell’Apocalisse, il libro della liturgia celeste, che viene presentato alla Chiesa come modello e criterio per la sua liturgia. (J. Ratzinger, Introduzone allo spirito della liturgia)
L'atto di inginocchiarsi non proviene da una cultura qualunque ma dalla Bibbia e dalla sua esperienza di Dio. L’importanza centrale che l’inginocchiarsi ha nella Bibbia la si può desumere dal fatto che solo nel Nuovo Testamento la parola proskynein compare 59 volte, di cui 24 nell’Apocalisse, il libro della liturgia celeste, che viene presentato alla Chiesa come modello e criterio per la sua liturgia. (J. Ratzinger, Introduzone allo spirito della liturgia)
Da una nota dell'ufficio liturgico vaticano
Da ultimo vogliamo mettere in luce l'atto di inginocchiarsi alla Consacrazione e, dove si conserva quest’uso, dal Sanctus fino alla fine della Preghiera Eucaristica, o anche ricevendo la sacra Comunione. Si tratta di segni forti, che manifestano la consapevolezza di stare davanti a Qualcuno di speciale. È Cristo, il Figlio del Dio vivo, e davanti a Lui cadiamo in ginocchio. Nell’inginocchiarsi, il significato spirituale e corporeo formano un’unità, perché il gesto corporeo implica un significato spirituale e, viceversa, l’atto spirituale esige una manifestazione, una traduzione esteriore. Inginocchiarsi davanti a Dio non è qualcosa di “poco moderno”; al contrario corrisponde alla verità del nostro stesso essere. «Chi impara a credere, impara anche ad inginocchiarsi, ed una fede e una liturgia che non conoscesse più l’inginocchiarsi sarebbe malata in un punto centrale. Dove questo gesto è andato perduto, dobbiamo impararlo di nuovo, per rimanere con la nostra preghiera nella comunione degli Apostoli e dei martiri, nella comunione di tutto il cosmo, nell’unità con Gesù Cristo stesso» (J. Ratzinger, Teologia della liturgia [Opera omnia 11], LEV, Città del Vaticano 2010, p. 183).
Conciso, chiaro e semplice come lo possono essere solo i grandi.
Ma Benedetto XVI non è modernista? Il modernismo non è la più grave eresia, l'eresia delle eresie, la sintesi di ogni eresia?
In certe chiese costruite di recente, mancano addirittura gl’inginocchiatoi, e se ti vuoi inginocchiare lo devi fare sul pavimento: un abuso architettonico-liturgico evidente e grave.
Maso
Ma Benedetto XVI non è modernista? Il modernismo non è la più grave eresia, l'eresia delle eresie, la sintesi di ogni eresia?
Non ricominciamo col processo a Benedetto. Il suo modernismo, pur mitigato tale è e tale resta. Ciò non toglie che, insieme alle ombre, siano riconoscibili anche molte luci, come da citazioni sopra. Tolto l'afflato tehilardiano de "nella comunione di tutto il cosmo"...
Scusi, Mic, ma questo è troppo importante e la chiarezza qui è di rigore. Il modernismo mitigato è ancora la più grave di tutte le eresie, l'eresia di tutte le eresie, la sintesi di tutte le eresie? É modernismo o non è modernismo? E se il Papa è veramente il più eretico degli eretici, perchè citarlo?
Il fatto è che Benedetto XVI non è modernista, non si può citare nessuna proposizione sua che sia modernista. Non solo non è modernista, ma l'accusa di modernismo a un papa, che deve essere assolutamente perfetta e irrefutabile, è fatta sempre con somma legerezza contro di lui.
L'origine della catastrofe bergogliana è stato l'abbandono del papa a sinistra e a destra. Si è trovato solo contro i lupi, non poteva governare perchè non era libero (c. il Summorum Pontificum) , e così l'hanno rinunciato.
Ragazzi, lasciamo perdere i bizantinismi e le questioni di lana caprina, il libro citato da Mic è una delle cose più belle sulla liturgia della CC che siano mai state scritte e la nostalgia per le sue celebrazioni, splendide, se paragonate all'oggi, non fa che aumentare il rimpianto. Non sta a nessuno di noi giudicare papa Benedetto, per me sempre una luce chiarissima in 'sto nebbione soffocante. Anonymous
Da ultimo vogliamo mettere in luce l'atto di inginocchiarsi alla Consacrazione e, dove si conserva quest’uso, dal Sanctus fino alla fine della Preghiera Eucaristica,
Ho un'inevitabile tendenza a dare importanza a tutte le parole.
Perché solo dove si conserva quest'uso?
Altrove no? non è necessario?
Se è un valore, allora non è da ritenere valido sempre ed ovunque?
Questo modo di esprimersi mi ricorda quello un po' fumoso della Sacrosanctum Concilium, p.es. al n°38:
"Salva la sostanziale unità del rito romano, anche nella revisione dei libri liturgici si lasci posto alle legittime diversità e ai legittimi adattamenti ai vari gruppi etnici, regioni, popoli, soprattutto nelle missioni; e sarà bene tener opportunamente presente questo principio nella struttura dei riti e nell'ordinamento delle rubriche."
In pratica la regola viene enunciata ma aprendo contemporaneamente alle insondabili eccezioni.
Non è forse in questo modo che in una scena pur luminosa si insinua l'ombra di un certo aperturismo identificabile come modernismo?
E dove l'uso locale è di segno esattamente opposto?
Ricordo una volta in una chiesa in Francia in un paesino appena giù dal Monginevro, tutti in piedi sino alla Consacrazione, poi tutti SEDUTI per il resto del Canone, per poi alzarsi al Pater Noster.
Io mi inginocchierei anche fino all'Agnus Dei. Ma poi crollerei ai piedi del banco, e dovrei essere rianimata. A parte la battuta, era prevista un tempo (Chiesa pre 1960) una dispensa per i gravemente sofferenti alle ginocchia o le persone particolarmente pesanti ? Dopo la Consacrazione per me diventa veramente una sofferenza, che offro al Signore, ma, ripeto, vorrei evitare il collasso. Per non dare scandalo e far morire mia figlia di vergogna (lLei, non c'è verso di farla inginocchiare, perché gli altri non lo fanno, e lei non si sente a suo agio. A catechismo, purtroppo, non glielo hanno insegnato).
RR
PS: sec. voi è valida una benedizione ad un defunto, impartita da un sacerdote in abiti borghesi, senza stola e senza acqua benedetta ?
Perché solo dove si conserva quest'uso?
Caro Marius,
lo avevo notato anch'io: è il solito "ma-anchismo" di tutti i documenti conciliari e post, mai definitori, in base a cui, nell'indicare la regola, già si prevede anche l'eccezione.
Scusi, Anonymous, ma non mi sembra una questione di lana caprina se il papa Benedetto XVI è o non è un modernista, un mostro teologico, un eretico peggiore di Ario, Nestorio, Pelagio, Lutero e Calvino. E purtroppo non vedo come si possa trovare una uscita dal disastro bergogliano senza una risposta chiara a questa questione. E l'onere della prova per chi accusa un papa è sempre dell'accusatore, e la prova dev'essere assolutamente perfetta e senza equivoci. O il papa non ha più il diritto della presunzione di innocenza in una accusa gravissima?
Il fatto è che Benedetto XVI non è modernista, non si può citare nessuna proposizione sua che sia modernista. Non solo non è modernista, ma l'accusa di modernismo a un papa, che deve essere assolutamente perfetta e irrefutabile, è fatta sempre con somma legerezza contro di lui.
Luiz,
la formazione di Benedetto è quella della "Scuola Renana" e se ne sono visti gli effetti nei documenti conciliari e nelle loro applicazioni (ipsissima verba nel suo ultimo discorso ai sacerdoti del febbraio 2013). Che poi il suo modernismo sia mitigato non c'è dubbio e che la sua mens subtilis faccia 'gustare' molti suoi scritti è un fatto. Il blog è pieno di articoli che documentano i 'bachi' scoperti in alcuni suoi discorsi.
Ma voglio evitare che si finisca sempre a fare il processo o la difesa ad oltranza di Benedetto XVI, il cui pontificato è stato in assoluto il più tormentato e difficile del nostro tempo.
Scusa Luiz,
non è stato forse Ratzinger a giudicare il CV2 come superamento del Sillabo, il quale condannava proprio i principi del liberalismo a lui tanto cari?
Sempre lui, in difesa dei principi del 1789, ha voluto scindere la prima fase della rivoluzione, quella liberale, da quella successiva, giacobina.
Non ha proseguito anche lui nel SINCRETISTICO spirito di Assisi?
Chi ha creato cardinali Kasper e Ravasi dando loro incarichi importanti?
Si potrebbe continuare. Si tratta di dati di Fatto, poi si può anche decidere di non vedere e non sentire.
Ho piu' volte sentito dire che Giovanni Paolo II dopo la visita a S.Michele Arcangelo , sul Gargano , chiese che fossero ripristinate tutte le preghiere di Leone XIII al termine della Messa . ( E' stato ascoltato ? )
C'e' un espresso articolo che vieta ai fedeli di prendere la Comunione servendosi da soli . ( Eppure in una importantissima Basilica intitolata a un grande Papa la Comunione avviene in questo modo : il presidente tiene in mano le Ostie consacrate ed e' affiancato dal diacono , i fedeli , in fila , ricevono dalle mani del presidente la particola consacrata ed uno alla volta ila vanno ad intingere nel calice contenente il vino consacrato ( che sostiene il diacono) e si autocomunicano . Se non e' manifesta disobbedienza alle norme ....
Mons. Schneider , (non ricordo in questo momento in quale dei suoi primi libri) , ha rilevato tutti i punti relativi al Santo Sacrificio che dovrebbero essere corretti perche' ambivalenti , ed anche la elefantiaca lentezza dei responsabili delle correzioni ( Il Culto Divino ? ). Vi ricordate che ammoina per il " pro multis "?
Ero presente nelle Grotte Vaticane nel trigesimo della morte di Giovanni Paolo II , celebrava Mons. Dziwsz , e al momento della consacrazione , tutti , come un cuor solo ed un'anima sola , si sono inginocchiati sul pavimento fino al termine della preghiera Eucaristica . La gran parte dei presenti erano polacchi .
La stessa cosa ho riscontrato durante la Messa celebrata da Mons. Konrad ( ora elemosiniere ) in occasione della festa della Madonna di Czestochowa , sotto il pontificato di Benedetto XVI . Io ero lì per visitare Pio XII ed ho partecipato alla Messa in polacco .
In un'altra Chiesa , Messa festiva con 7 concelebranti . Il presidente in eta' veneranda , con evidente difficolta', durante la consacrazione tenta di inginocchiarsi , gli altri sei concelebranti restano tutti in piedi come fusi e così anche la gran parte dei fedeli .
Tornando a bomba : chi era responsabile del Culto Divino e della disciplina dei Sacramenti negli anni relativi all'oggetto ?
In questo momento il card.Sarah che poteri ha in merito ?
@ Luis Luiz : "Il fatto è che Benedetto XVI non è modernista, non si può citare nessuna proposizione sua che sia modernista." : mi perdoni, caro Luis Luiz, vorrei ricordarle solo due cose, in merito a questa sua affermazione :
1) riferendsi alla Gaudium et Spes Rtzinger affermò che con il CV II la Chiesa si era riconciliata con lo spirito dell'Iluminismo, del 1789 e che la G.&S. era un vero e proprio contro-Sillabo.
2) al CV II il documento sulla libertà religiosa, Dignitatis Humanae, (che, quando venne letto in aula fece piangere clade lacrime al card. Ottaviani, che così commentò "Spero di morire prima della fine del Concilio, ccosì almeno morirò cattolico") lo redasse Ratzinger per conto del cardinale Frnigs (di cui era il perito); quando Roncalli lo seppe si congratulò con lui, e da lì nacque la fortuna del futuro B XVI.
Ora, se lei qui non vede niente he possa qualificare come modernista Joseph Ratziger (senza nula togliere ad un successivo suo mmorbidimento), non so cosa dire.
Mi ero ripromesso di non fare più commenti, per non irritare la nostra benemata Mic (ed anche la cara Luisa), ma talvolta il desiderio del confronto verbale (non scontro, neh?, me ne guardo bene) è più forte dei miei propositi. Pace e bene.
@ Luis Luiz, lei mi chiama in giudizio, a me personalmente non piace polemizzare, ho detto lana caprina perché io non sono teologo, non ho né la capacità né i titoli per giudicare un papa dal punto di vista dottrinale e, visti i miei percorsi personali, me ne guardo bene, io dico solo che per me BXVI è un punto di riferimento e non sto a sindacare sul modernismo o meno, in questo blog è permesso discutere pacatamente, senza giungere ad estremismi, su altri, troppi blog definentesi tradi, di ogni lingua a me nota, trovo molte espressioni di odio , rancore e giudizi apodittici che non sono nelle mie corde, a me interessa esprimere poveri concetti stando nel campetto mio, non essendo uno specialista. Per onor di cronaca, Kasper non fu fatto cardinale da Benedetto, ma da GP2 nel 2001, et de hoc satis. Anonymous.
Forse non sapremo mai se BXVI stava rivalutando le sue basi teologiche renane o no, negli ultimi tempi del suo Pontificato. Sec.me uno due motivi per cui l'hanno fatto fuori, è stato propio il terrore in molti, in Curia e non solo, che bene o male intendesse riaprire il discorso su tante cose del CVII.
Leggendo in questo periodo libri e siti non italiani, ma comunque cattolici, mi sono resa conto che noi in Italia vivevamo un Cattolicesimo diverso da quello di altri paesi, per es. Germania o USA, almeno dagli anni '20 in avanti, verosimilmente perché al presenza trionfante (politicamente socialmente) del Protestantesimo finiva per modificare , in bene o in male, il modo di esprimersi, di realizzarsi, di essere vissuto in termini pratici del Cattolicesimo. Questo ha sicuramente influito sulla piega presa dal CVII.
Per es. il Latino: è ovvio che per un Italiano, e tanto più in certe regioni d'Italia, è più facile seguire la Messa in Latino anche da parte di persone poco colle, o comunque digiune di studi classici, che per un operaio del Midwest o un contadino dell'Alta Baviera. Per cui forse per loro era più facile estraniarsi a Messa, "leggere i librettini", come disse appunto una volta BXVI, che per un' Olbiese la cui lingua madre è un'altra delle lingue neolatine ufficialmente riconosciute ("Deus ti salvet, Maria = "Deus te salvet, Maria", ben diverso da "God save thou, Mary".
Sempre leggendo, ho notato come la valutazione dei Papi vari molto da un contesto all'altro, in base anche alle simpatie politiche, alle tradizioni familiari, all'educazione ed istruzione ricevuta ed alle proprie battaglie culturali, civili, religiose. MA soprattutto a quanto l'azione di quel Pontefice si sia in apatica riflettuta sul Cattolicesimo locale, perché se il Papa a Roma dice "A", ma la gerarchia locale continua fare "B", il fedele, se non usfficientemente informato, penserà che anche a Roma vogliono "B". Ed in altri tempi informarsi, soprattutto per il fedele medio, era veramente difficile.
RR
Ma questo Mons. Villegas non è lo stesso che si è affrettato a concedere sine restrictione il Santissimo Sacramento ai pubblici adulteri impenitenti? Mi pare schizofrenico e paradossale che con una mano si impongano posture devote e con l'altra si nutrano peccatori mortali della "loro condanna", con enorme sacrilegio e profanazione.
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