Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

sabato 12 marzo 2016

don Elia. Libera nos, Domine!

Le affermazioni che seguono si fondano tutte sulla Regalità di Nostro Signore, universorum Rex = Re di tutti e di tutte le cose e non soltanto genericamente Re dell'universo, come l'ha declassato la Festa di Cristo Re del nuovo Ordinamento liturgico, che indebolisce la dimensione storica, immanente del Regno. Per chi fosse interessato, ho inserito i link ai testi di approfondimento già presenti nel blog, nei punti in cui don Elia vi fa riferimento.

Dal liberalismo, liberaci, o Signore! A lungo andare, è stato proprio il liberalismo, quale frutto della concezione giusnaturalistica e positivistica del diritto, a delegittimare dall’interno l’autorità dello Stato e ad asservirla alle forze della sovversione programmata; a ben vedere, è sempre il liberalismo, trasposto in ambito ecclesiale travestito da aggiornamento, che ha ucciso la fede e la vita di grazia in tantissime anime di battezzati. Secondo la studiata strategia massonica, alla ricerca della verità oggettiva si è sostituito il culto della dignità umana e la lotta per i diritti dell’uomo con un oblio forzato di quelli di Dio, Creatore del mondo e Redentore dell’umanità corrotta dal peccato originale e perciò stesso incapace di autogovernarsi senza la grazia (ammesso che ciò sia ammissibile in un senso di totale autodeterminazione, con un radicale rifiuto della Sua autorità e la conseguente rimozione della dottrina politica cattolica).

Quel Dio dell’universo che, nel novus ordo, si invoca all’Offertorio (ops! alla preparazione dei doni, come si dice ora che non si parla più di sacrificio [vedi]), nonché nell’errata traduzione italiana del Sanctus, non è una designazione del Dio della Rivelazione cristiana [vedi qui e qui]. Nella stessa preghiera ebraica di benedizione del pasto cui si ispira la nuova formula, ci si rivolge al Re dell’universo (melekh ha‘olam), indicando così che tutto il creato è sottomesso alla Sua sovranità indefettibile. Invece l’altra locuzione – il cui senso non è affatto chiaro – proviene dalla cabala giudaica e designa non il Signore, ma colui che gli si oppone, il grande architetto adorato dai massoni. La casa comune di cui, secondo l’enciclica ecologica, dovremmo prenderci cura con l’aiuto del suo costruttore è presentata come fosse il fine ultimo dell’uomo, con un completo rovesciamento della traiettoria; la natura diventa un soggetto vivente cui il cristiano dovrebbe rendere servizio per ottemperare alla volontà del Creatore, relegato in un ruolo di remota origine in senso tipicamente illuministico.

Alla fine, l’ampia parabola dignitatis humanae (vi ricorda qualcosa?) si risolve contro l’uomo stesso, considerato un intruso, un problema, un fattore di turbamento dell’ecosistema – a meno che non ritorni a vivere nella giungla, riducendo l’economia al baratto e il diritto alla legge del più forte. Le rivendicazioni, abilmente pilotate, della libertà di coscienza, oscurando completamente la nozione stessa di obblighi della coscienza, sono sfociate nel naturalismo assoluto, nell’imposizione legale della sodomia e nel culto pubblico a san Satana. Parallelamente, la massoneria si è lanciata in una spericolata quanto indecente proposta di convergenza con la Chiesa Cattolica, che – a suo dire – avrebbe gli stessi scopi umanitari e filantropici: «Ed allora perché non darci la mano per rendere più intensa e benefica per l’Umanità la nostra opera di bontà e carità?» (lettera a Giovanni Paolo II di Virgilio Gaito, gran maestro del Grande Oriente d’Italia, 1° febbraio 1996).

Peccato che i loro intenti non siano affatto buoni e non abbiano niente a che fare con quelli della Chiesa… quanto alla carità, è impossibile esercitarla quando si è scomunicati. Quei signori, però, sono talmente ignoranti della dottrina cattolica da potersi allegramente concedere figuracce simili senza averne il minimo sospetto. Un altro loro capo, però, almeno in un caso ha perfettamente colto nel segno, nell’entusiastica dichiarazione resa alla stampa appena finito l’ultimo conclave: «Con papa Francesco nulla sarà più come prima. […] Il gesuita che è vicino agli ultimi della storia ha la grande occasione per mostrare al mondo il volto di una Chiesa che deve recuperare l’annuncio di una nuova umanità» (Gustavo Raffi, 14 marzo 2013). Il fatto è che la nuova umanità, come intesa da costui, è quella del gender e di una sessualità informe…

Alla massoneria sono altrettanto riconducibili il regime peronista e quello militare in Argentina, nonché la svolta progressista dei Gesuiti all’epoca di padre Arrupe. Intanto, un abilissimo superiore provinciale, riuscendo – con una maschera da conservatore – ad evitare illeso tutti gli scogli delle vicende storiche, ha fatto una carriera a dir poco strabiliante, nonostante la scarsa preparazione teologica. Ora, trasformata la Curia Romana in un distretto oltrecortina della Corea del Nord, egli governa con pugno di ferro, con l’ausilio di una ristrettissima rosa di fidati consiglieri, l’intero orbis catholicus, mentre tutti i suoi sudditi (o quasi) sono convinti che non ci sia mai stata tanta misericordia e tolleranza, apertura al mondo e dialogo con tutti, libertà, fraternità e uguaglianza… al contrario di una Chiesa che, fino al suo avvento, terrorizzava la gente.

Da questo genere di “libertà”, libera nos, Domine! Dall’ipocrisia diventata istituzione, libera nos, Domine! Dalla cancrena morale e spirituale provocata dalle false idee e accuratamente conservata dall’accanimento pastorale di chi si ostina a non ammettere il disastro, libera nos, Domine! Quella sposa adultera del Vangelo, irrimediabilmente condannata dal suo peccato, senza il sangue di Cristo non si sarebbe mai salvata dall’Inferno, pena incomparabilmente peggiore della lapidazione; se non ha ascoltato e messo in pratica la Sua parola, vi è comunque finita, nonostante il Suo perdono o – anzi – a maggior ragione, dopo aver ricevuto un’altra possibilità insperata e non averne approfittato: «Va’ e, d’ora in poi, non peccare più» (Gv 8, 11). È un aspetto, questo, oggi poco sottolineato… per non dire completamente omesso in quella presentazione deformata della misericordia che produce una parodia della Confessione, con tanto di insulti al prete cattivo che non vuole stare al gioco.

Se la Sposa infedele non si decide a ravvedersi, questa volta non saranno le pietre dei giudei a punirla, ma le scimitarre dei maomettani… sebbene non siano altro che esecutori materiali della volontà dei primi. Per questo invito tutti a pregare secondo le intenzioni contenute nella Preghiera composta per concludere il Rosario. Certo, pregare non basta; ma, almeno per ora, non possiamo far molto di più. Chi però ha fede in Colui che era prima che Abramo fosse (cf. Gv 8, 58) sa bene che la preghiera intensa, oltre a costituire titolo più che valido per esser preservati dal castigo, è un mezzo efficacissimo per preparare l’attuazione dei Suoi piani ed essere ammessi a cooperarvi. Abbiamo di fronte una scelta ineludibile; se nella vita interiore l’orientamento è netto, lo sarà pure nella vita concreta, nella parola e nell’azione.

Infine, non trascuriamo l’arma più potente: per quanto arduo sia, facciamo il possibile per assistere alla santa Messa tradizionale. Un motivo per cui la Provvidenza ha permesso lo stravolgimento della liturgia potrebbe essere proprio la previsione della sua riscoperta in questi tempi calamitosi quale imbattibile strumento di vittoria. Se non si fosse stati costretti a conservare il rito antico a prezzo di tante lotte e sacrifici, oggi non lo si celebrerebbe con tanta cura e devozione, mentre prima – da quanto è dato dedurre dalle testimonianze di tanti chierichetti di allora, ormai avanti negli anni – il comportamento cultuale dei sacerdoti non era sempre ineccepibile, scadendo a volte nella sciatteria, se non nella farsa. A posteriori quindi, paradossalmente, ringraziamo la Sapienza divina nonostante la catastrofe dell’ultimo mezzo secolo; in fin dei conti, basta tirarsene fuori.

Altrettanto paradossale, attualmente, appare un’intuizione che può farci comprendere la permissione divina del grande scisma d’Oriente: bisognava che una parte della Chiesa, nonostante alcuni errori dottrinali, fra enormi sofferenze rimanesse fondamentalmente sana per poter ricuperare alla fede quella non palesemente perseguitata, ma – ciò che è molto peggio – infettata dalla massoneria. Il Cuore immacolato di Maria vedeva lontano.

12 commenti:

Japhet ha detto...

Preghiera di Camillo Langone

«Sant’Ambrogio che approvasti il rogo di una sinagoga, questo nuovo arcivescovo di Bologna che vuole erigere moschee sarà cattolico? Di sicuro non è bolognese, molti amici della città dei portici evitano le sue messe siccome celebrate in romanesco insopportabile. Nominare un romanesco a Bologna è stato percepito in loco come un gesto nient’affatto misericordioso anzi violento. A disagio i fedeli e a disagio lui stesso che non sa benedire (fa ciao ciao con la manina), che ignora il gregoriano e che adesso guarda caso vuole la moschea. Ci tiene tanto: “Penso sia il tempo di avere una moschea in città, non ho nessun timore se viene costruita, anzi penso che bisognerebbe avere paura del fatto che non ci sia”. Smentendo ancora una volta Cristo che si è definito via, verità e vita, unica via, unica verità, unica vita, monsignor Zuppi vorrebbe inoltre che nelle scuole italiane venissero introdotte le feste maomettane. Precisando la dichiarazione, il giorno dopo, l’ha peggiorata ipotizzando che l’islam faccia parte del disegno di Dio: Sant’Ambrogio, può essere cattolico costui? A me sembra innanzitutto un araldo della sottomissione e quindi in cattedrale non metto piede e a messa vado dai monaci di Santo Stefano: non si capisce sempre quello che dicono (sono brasiliani) e questa la considero una grazia, meglio un clero incomprensibile di un clero la cui apostasia si comprende fin troppo bene »

http://www.ilfoglio.it/preghiera/2016/03/08/meglio-un-clero-incomprensibile-che-uno-apostata___1-vr-139118-rubriche_c287.htm

Anonimo ha detto...

Vediamo moltiplicarsi, da qualche anno, i segni di una crisi spirituale quale raramente scosse la Chiesa. sotto i nomi equivoci di nuova chiesa, di chiesa postconciliare, è una chiesa diversa da quella di Cristo che rischia di essere instaurata, se si può parlare di instaurazione per designare un fenomeno che è prima di tutto di abbandono e disintegrazione, una società antropocentrica minacciata di apostasia immanente e che si lascia trascinare in un movimento di generale discussione, col pretesto di ringiovanimento, dell'ecumenismo e dell'adattamento (De Lubac, Congresso Teologico di Toronto 1967 citato da Luigi Maria Carli, Nova et vetera , tradizione e progresso nella Chiesa dopo il Vaticano II, Istituto Editoriale del Mediterraneo, Roma 1969 p.126 )

RAOUL DE GERRX ha detto...

A propos de libéralisme, je ne saurais trop recommander, aux lecteurs de ce blog soucieux de formation doctrinale sérieuse, la lecture, toujours stimulante, et même indispensable, du petit-grand livre de Don Félix Sardá y Salvany, prêtre du diocèse de Vich, "El liberalismo es pecado", publié, pour la première fois, à Barcelone en 1884 et souvent réédité. Il doit en exister une traduction italienne. Ce livre, de lecture aisée (D. Félix était journaliste), a marqué toute une époque et contribué puissamment à la réaction catholique contre le modernisme. Il n'a absolument rien perdu de son actualité.

Anonimo ha detto...

Sig.ra Guarini le consiglio la pubblicazione di un meraviglioso articolo di unafides33.blogspot, parla di una meravigliosa e sontuosa chiesa costruita alle porte di Mosca con le offerte individuali dei fedeli ma sopratutto con il lavoro delle persone comuni, che hanno offerto il loro tempo e le loro abilita` per la magnificenza di questa chiesa.
E` un opera meravigliosa, da non credere, se non voluta dalla stessa Madre di Dio, alla cui protezione l'opera era stata affidata.
Legga l'articolo, ci sono tantissime foto, le persone hanno imparato ex novo i vari mestieri per concorrere alla fabbricazione di questa sfolgorante opera d'arte.
La gente ha donato il proprio oro per i mosaici.
Tutto cio` mi fa ricordare gli sforzi dei nostri poveri avi contadini che davano quel poco che avevano per la costruzione delle loro chiese e la gloria di Dio.
Altro che le archistar (Pomodoro, Piano) atee, ma amici degli amici,del tempio miliardario a Padre Pio!

mic ha detto...

Grazie per il suggerimento. Avevo condiviso tempo fa notizia e immagini sulla pagina Facebook del blog. Ho una marea di testi da pubblicare. Ma è certo una notizia molto bella da condividere.

RR ha detto...

La storia della chiesa di Nostra Signora alle porte di Mosca a me ha ricordato le nostre cattedrali, nostre intese come europee, alla cui progettazione e realizzazione spesso contribuirono ignoti artisti e decine e decine di operai.
La chiesa russa è stata edificata prendendo a modello la chiesa normanna di Monreale in Sicilia, ma anche S. Marco di Venezia.
Noi, invece, quando realizziamo nuove chiese in Italia prendiamo ad esempio i garages, i cinema, i supermercati, le palestre, le caserme, ke carceri, le scuole, ecc. più brutte del Nord Europa e del Nord America.
RR

Anonimo ha detto...

Una ferma presa di posizione contro il liberalismo è forse il maggior (l'unico?) merito di papa Francesco, anche se il suo torbido segretario per l'economia cita Maggie Thathcer per ricordare che «se il buon samaritano fosse stato senza capitale non avrebbe potuto pagare per la cura dell'uomo picchiato e derubato sulla strada di Gerico» (articolo E il cardinale dà lezioni di mercato e buona economia
di Lorenzo Bertocchi su la Nuova Bussola Quotidiana ,il cui staff appare complessivamente neoliberista e quindi non so quanto veramente cattolico).

Anonimo ha detto...

Anonimo 12 marzo 2016 21:51: Papa Francesco non se la prende affatto "contro il liberalismo". Se la prende contro gli stessi bersagli contro cui se la predono i ricchi giornali del liberalismo. Che infatti ricambiano sentitamente.
Miles

Anonimo ha detto...

Dall'articolo di radio vaticana:"“Non è il Pontefice che è diverso, ma è il mondo a cui è chiamato ad annunciare la Buona Novella che è mutato, presenta esigenze, drammi, urgenze diverse. La domanda vera, però, non è se Francesco stia cambiando il Papato, ma se stia cambiando davvero la Chiesa. Perché una Chiesa che non sente l’esigenza di cambiare, sotto la spinta del soffio dello Spirito, è una Chiesa che va portata in sala di rianimazione”.
Se anche gli stretti collaboratori di questo Pontefice, hanno dubbi, sul fatto che il loro beniamino, non spinga abbastanza sull'acceleratore, perché la nuova chiesa, non ha ancora raggiunto il cambiamento auspicato: cosa stanno tramando, per arrivare a pensare di portarla in sala di rianimazione? I termini usati per parlare della nuova chiesa, sono sempre più nefasti, ma anche chiari, per chi vuole intendere, fin dove vogliono arrivare, con o senza questo pontefice.

mic ha detto...

Come si fa a immaginare la chiesa come ospedale da campo o in sala di rianimazione? E' la chiesa, sempre Una Santa e Immacolata, che cura e rigenera con la grazia del Signore di cui è portatrice e sacramento e Sposa, Madre e Maestra dei cristiani e annuncio per le nazioni... Purtroppo certi uomini di Chiesa sembra l'abbiano dimenticato o lo ignorino del tutto.

Anonimo ha detto...

la Chiesa dunque sarebbe obbligata a cambiare continuamente secondo codesta ideologia dei novatores, che ritengono che "il nuovo sia sempre migliore del vecchio" ?
una Chiesa serva cieca del "panta rèi" anzichè dispensatrice della Verità-Vita eterna ovvero Luce del mondo ?

in proposito disse bene don Divo Barsotti:

"La novità ha preso il posto della Verità" !
ciò accade dopo il 1965 con una epocale sterzata rispetto al Magistero bimillenario, e oggi con accelerazione esponenziale a partire da quel fatidico 13-03-2013.
bt

La misericordia spirituale ha un merito molto maggiore.. ha detto...

Gesu' Misericordioso a Santa Faustina :
http://www.festadelladivinamisericordia.com/page/il-diario.asp