Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

giovedì 24 marzo 2016

Il 13 di 'nisan'

Il nostro carissimo Ruggero ci introduce al Santo Triduo ricordandoci momenti e parole che precedono la Cena. Da notare con attenzione il riferimento al 13 nisan.

La settimana santa di Gesù venne inaugurata da una cena a Betania a casa di Lazzaro, sei giorni prima di Pasqua (Gv 11), la sera antecedente l’ingresso trionfale a Gerusalemme tra sventolii di rami di palme.
È il 10 nisan il giorno dell’arrivo di Gesù, l’Agnello, nel luogo ove bisognava rendersi disponibile al sacrificio.    
Seguono tre giorni (11, 12 e 13 nisan) durante i quali Gesù, recandosi di buon mattino al tempio, ci lascia degli importantissimi discorsi. A sera Gesù ritorna al Getsemani, sul monte degli Ulivi, dove pernotta.
La sera del 13 nisan (il nostro mercoledì) c’è anche la (seconda) cena a Betania, questa volta a casa di Simone il lebbroso: analogamente a quanto avvenuto tre sere prima si ripete lo “spreco” di olio pregiato, lo stesso che servirà, due giorni dopo, per l’unzione del corpo di Cristo deposto dalla croce. Questa volta Giuda, che già si era lamentato, prende la decisione di tradire il Signore. È nel corso del giovedì, due giorni prima di Pasqua, che si decide di eliminare il Signore, ma non durante la festa. Il tempo stringe. Gesù quel giorno è coinvolto in un episodio specialissimo, passato in secondo piano dato che il giovedì (dopo il tramonto, già entrati nel 14 nisan) è anche quello della lavanda dei piedi e dell’istituzione dell’Eucaristia.
Prima che fosse l’ora di preparare la cena infatti Gesù aveva ricevuto dei Greci, andati da Filippo, che poi coinvolse Andrea, per chiedere di poter incontrare il Maestro. Gesù annuncia (Gv 12, 23) che è arrivato il momento: È giunta l'ora che sia glorificato il Figlio dell'uomo. In verità, in verità vi dico: se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. Chi ama la sua vita la perde e chi odia la sua vita in questo mondo la conserverà per la vita eterna. Se uno mi vuol servire mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servo. Se uno mi serve, il Padre lo onorerà. Ora l'anima mia è turbata; e che devo dire? Padre, salvami da quest'ora? Ma per questo sono giunto a quest'ora! Padre, glorifica il tuo nome.
Venne allora una voce dal cielo: L'ho glorificato e di nuovo lo glorificherò!
La folla che era presente e aveva udito diceva che era stato un tuono. Altri dicevano: Un angelo gli ha parlato. Rispose Gesù:
Questa voce non è venuta per me, ma per voi. Ora è il giudizio di questo mondo; ora il principe di questo mondo sarà gettato fuori. Io, quando sarò elevato da terra, attirerò tutti a me. 
Questo diceva per indicare di qual morte doveva morire. 
Allora la folla gli rispose: Noi abbiamo appreso dalla Legge che il Cristo rimane in eterno; come dunque tu dici che il Figlio dell'uomo deve essere elevato? Chi è questo Figlio dell'uomo?. Gesù allora disse loro:
Ancora per poco tempo la luce è con voi. Camminate mentre avete la luce, perché non vi sorprendano le tenebre; chi cammina nelle tenebre non sa dove va. Mentre avete la luce credete nella luce, per diventare figli della luce.
Gesù disse queste cose, poi se ne andò e si nascose da loro.

Giuda però sapeva dove avrebbero potuto trovarlo e dopo la cena vi condusse le guardie.  
Mentre Gesù se ne andava, mandando in città i suoi perché preparassero la cena, Gesù gridò a gran voce: Chi crede in me, non crede in me, ma in colui che mi ha mandato; chi vede me, vede colui che mi ha mandato. Io come luce sono venuto nel mondo, perché chiunque crede in me non rimanga nelle tenebre. Se qualcuno ascolta le mie parole e non le osserva, io non lo condanno; perché non sono venuto per condannare il mondo, ma per salvare il mondo. Chi mi respinge e non accoglie le mie parole, ha chi lo condanna: la parola che ho annunziato lo condannerà nell'ultimo giorno. Perché io non ho parlato da me, ma il Padre che mi ha mandato, egli stesso mi ha ordinato che cosa devo dire e annunziare. E io so che il suo comandamento è vita eterna. Le cose dunque che io dico, le dico come il Padre le ha dette a me.

Tutto questo è il giovedì, ancora nel 13 nisan, due giorni prima della Pasqua.
Poi è venuto il giorno degli azzimi. Il giorno in cui l’Agnello prima celebra come sacerdote e poi è vittima.  

BUON TRIDUO A TUTTI!

7 commenti:

Anonimo ha detto...

https://www.facebook.com/AmiciDellaTradizioneCattolicaForli/photos/a.554452004582275.87433956.544137242280418/1214768628550606/?type=3&theater

La novita' del cristianesimo ha detto...

La Pasqua dà un senso e indica una meta per la nostra vita: se Gesù è risorto dalla morte, anch’io risorgerò con Lui. Questa è la vera novità del cristianesimo. La risurrezione dalla morte per vivere la vita eterna con Dio è una verità che nessun altra religione, ma solo Cristo ha rivelato e promesso anche a noi.
P. Piero Gheddo

Angheran70 ha detto...

Manca il nome dell'autore e il link all'articolo

mic ha detto...

Il link all'articolo manca per il semplice fatto che la fonte siamo noi e l'autore è il nostro lettore Ruggero, che ho citato nell'incipit.

Angheran70 ha detto...

L'articolo contiene imprecisioni

In un punto si afferma che il 13 Nisan è Mercoledì,

mentre alla fine si dice che è Giovedì (correttamente).

Credo che l'autore non sia Sangalli

mic ha detto...

L'autore è Sangalli.
La prima cena è quella di Betania, la seconda è quella a casa di Simone il lebbroso (mercoledì 13).
Penso che l'"ancora nel 13 di nisan", nonostante indichi il giovedì, non sia un errore perché parla del mercoledì. Ma siamo di sera. Ed è noto che per gli ebrei (dunque giovedì 14) il giorno comincia dall'apparire della prima stella al tramonto del sole e non all'alba successiva, come per noi.

Anonimo ha detto...

Nel nostro modo di contare i giorni, il mercoledì va dalle 0.01 alle 24.00
Invece, secondo il calendario lunisolare, a fine marzo il nuovo giorno inizia dalle 18 circa.
Il 13 nisan di cui si parla terminava perciò sul far della sera del "nostro" giovedì.
Al tempo di Gesù quel 13 nisan era il quarto giorno della settimana.
L'ultima cena di Gesù avvenne già nel 14 nisan, prima di mezzanotte, di giovedì sera, coerentemente con l'orario in cui solitamente si celebra la messa che dà inizio al Triduo.
Buona Pasqua!
RS