Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

mercoledì 9 marzo 2016

Il Caso Francescani dell'Immacolata. Pro nomine Immaculatae contumeliam pati

“Tendiamo insidie al giusto, perché ci è di imbarazzo ”. Ormai non si contano più gli attacchi portati avanti sul web e attraverso i media (stampa e TV) a scapito dei Francescani e delle Francescane dell’Immacolata e in modo particolare del loro fondatore p. Stefano M. Manelli.  Non si può tacere e non tace il Comitato delle Famiglie delle Suore Francescane dell’Immacolata [qui], di cui riprendiamo la sentita reazione di difesa.

Alle nostre care suore Francescane dell’Immacolata, con tutto l’amore dei familiari. Coraggio siate forti nel sostenere il martirio mediatico a cui siete sottoposte, siate eroiche nel perdonare di cuore i vostri malevoli persecutori, siate sante per ricondurre a Cristo i lontani. Non siete sole. Siamo tutti con voi. Le tenebre non possono essere eterne, verrà il trionfo del Cuore Immacolato.
Il vergognoso attacco mediatico a cui sono soggetti in questi ultimi giorni padre Stefano Maria Manelli e le Suore Francescane dell’Immacolata non possono che farci riflettere sulla triste situazione morale ed ecclesiastica dei nostri tempi, tempi d’immoralità e di doppiezza, di disvalori portati in cattedra e di santità messa alla gogna mediatica dalla più ripugnante mentalità benpensante borghese, capace di scandalizzarsi per qualche pratica penitenziale della tradizione ascetica cattolica, per poi consumare i più nefandi delitti nell’intimo delle proprie case, con adulteri facili e aborti commessi ingoiando una semplice pillola.

Ciò che conforta di tutto ciò è che questi difficili tempi non sono troppo diversi da quelli dell’epoca di Gesù e della prima predicazione apostolica: una massa di farisei, tutta presa a creare regole umane (come quella per cui la data di scadenza sulle confezioni dei cibi è divenuta sacra e intangibile!), dimenticandosi totalmente dell’uomo, della sua natura, del fine per cui è stato creato, … Gesù non è venuto ad abolire la Legge di Mosé e dei “profeti”, ma questa ottusa mentalità farisaico-borghese e a immettere nel cuore degli uomini lo spirito della radicalità evangelica: “Cercate prima il Regno di Dio e la sua giustizia e tutto il resto vi sarà dato in più” (Mt 6, 25-33). Chiaramente ne ottenne l’infamia e la morte, avendo dato troppo fastidio ai cuori induriti e incapaci di convertirsi. La Passione e la Morte del Capo si prolungano poi a tutte le membra vive della Chiesa nel corso dei secoli per compiere ciò che lo stesso Buon Pastore ci aveva rivelato: “Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi” (Gv 15, 20). 

I primi a scontare questa sublime e terribile realtà dell’unità e coesione del corpo mistico, che trasmette la sofferenza del Capo alle membra, furono proprio gli apostoli, sin da subito ostacolati, imprigionati e fustigati dalle autorità giudaiche. La sofferenza loro inflitta nel nome del Vangelo, per quanto umanamente detestabile e difficile da accettare, non fu una punizione bensì un segno di elezione: gli apostoli dei primi tempi “sono stati giudicati degni di subire oltraggi per il nome di Gesù.” (“Digni sunt habiti pro nomine Jesu contumeliam pati”, At 5,4). Oggi, in questi tempi in cui incede sempre più terribile la lotta tra Satana e l’Immacolata, i veri apostoli sono tutti di “sangue blu”: figli della Regina del Cielo, questi “nobili” apostoli, di cui già parlava san Luigi Grignon de Montfort, sono “stati ritenuti degni di soffrire per il nome dell’Immacolata”. È proprio questa la sorte delle Suore Francescane dell’Immacolata che, per mera benevolenza dell’Altissimo e in forza della loro consacrazione illimitata a Maria SS., “dignae sunt habitae pro nomine Immaculatae contumeliam pati”.

È uno spettacolo umanamente ributtante e razionalmente inconcepibile vedere giornaliste-soubrette, aduse a vendere la loro carne agli occhi dei telespettatori, o ex-conduttori del Grande Fratello, una delle fonti d’immoralità di questi ultimi decenni, scagliarsi contro queste povere suore e condannarle ad un supplizio mediatico privo di qualsiasi dignità, che non esita a giungere all’accusa più infamante e deplorevole per una qualsiasi donna (e ancor più per una consacrata): quella della prostituzione. Poche e discutibili prove, unite a mezze verità e ricostruzioni tendenziose, vengono usate, ricorrendo a tutti i mezzi del sensazionalismo più becero, per inchiodare le Suore Francescane dell’Immacolata con il loro fondatore alla Croce: non si tratta solo di ucciderli, ma di finirli con infamia, proprio come Nostro Signore, condannato dagli ebrei e messo a morte dai romani. Quella stessa televisione che celebra e propaga l’immoralità e i peccati come una conquista sociale, in nome della tolleranza e della libertà, ora non ha ritegno nel gridare il suo Crucifige a chi si sforza unicamente di vivere il Vangelo alla lettera; quella stessa televisione che plasma la mentalità delle ragazze per farne delle provette spogliarelliste e fornicatrici a buon mercato, ora si scandalizza davanti all’esempio evangelico di quattrocento suore pronte a rinunciare a tutto ciò che il mondo celebra per conquistare questo stesso mondo all’Immacolata. È l’eterno dramma dei giudei che, per salvare il delinquente Barabba, scelsero di uccidere l’Agnello senza macchia: scelsero colui che praticava la violenza contro gli altri, anziché colui che insegnava loro a farsi violenza, a battagliare contro le proprie tendenze peccaminose, perché “il Paradiso è dei violenti”. Scelta di comodo, ma scelta ingiusta per giustificare la quale, non poterono altro che scagliare contro l’innocente le più oltraggiose offese.

In una Chiesa in cui molte suore si vergognano di essere le spose di Cristo e, gettato il velo alle ortiche, gli preferiscono una ridicola permanente da attempate zitelle o un ciuffo vanesio che spunta da uno straccetto (l’ultimo vestigio del glorioso velo), le Suore Francescane dell’Immacolata con la loro giovanile freschezza erano e sono esempi di consacrazione totale al Signore … sono l’esempio di una scelta radicale di vita verginale, sponsale e materna, proprio ad imitazione dell’Immacolata, a cui si consacrano illimitatamente, la quale fu al contempo vergine, sposa e madre. Mentre gli ordini religiosi perdono i pezzi (ci sono ordini che contano una trentina di membri in tutto il mondo) e, da case di apostolato e preghiera, divengono tristi gerotrofi, le Suore Francescane dell’Immacolata stavano colorando il mondo con il loro saio azzurro e portando ovunque il messaggio di penitenza, che la Madonna ha affidato a tutti gli uomini per la salvezza delle anime. I loro denigratori dimostrano la malafede quando, anziché guardare all’esempio di perseveranza e di vita cristiana che offrono 400 giovani da tutto il mondo, insieme all’immenso bene che fanno, danno fiducia illimitata a un gruppetto di fuoriuscite dopo il naufragio, il fallimento o il ripensamento della loro vita religiosa. Non è lecito ipotizzare essere il rancore, la delusione o altro, il movente del veleno che versano sulle vittime, sapientemente guidato da una regia nascosta?

Ciò che però è ancor più avvilente è che le suore vengono colpite su ciò che può aver di più caro una sposa del Signore: la verginità. Senza alcun ritegno i programmi televisivi diffondono un’accusa grave come quella d’istigazione alla prostituzione: in altre parole le superiore manderebbero le giovani suore da benefattori perché, compiacendo i loro desideri, facciano arricchire l’istituto. A che scopo? Non si sa, visto che si dice immediatamente che le suore conducono una vita tutt’altro che comoda…. È mai possibile che una ragazza che abbia scelto di entrare in convento accetti questa logica perversa? È possibile poi che tra tutte quelle coinvolte solo una (dopo 20 anni) abbia parlato? Intanto però, nonostante l’infondatezza delle accuse, nell’immaginario comune le suore vestite di azzurro hanno perso ogni onore e dignità … al massimo, sono vittime consenzienti di un sistema violento e perverso creato dal fondatore.

In realtà chiunque abbia mai conosciuto o anche solo incontrato una Suora Francescana dell’Immacolata non può non essere rimasto impressionato (o infastidito, a seconda delle disposizioni morali) dalla dignità  con cui vivono la loro verginità, la sponsalità con Cristo e la maternità verso le anime. È difficile non essere edificati alla vista di tante giovani ragazze che, lasciando il mondo e tutti gli appagamenti che potrebbe offrire loro, decidono di dare tutto, “tutta la giovinezza con tutti i sogni e i desideri a Nostro Signore” (come diceva la ven. Teresita Quevedo). La verginità consacrata però non è fine a sé stessa ma è la condizione per essere una vera sposa di Cristo, tutta dedita a Lui e al suo Corpo Mistico. Nelle Suore Francescane dell’Immacolata è impossibile non scorgere la nobile dignità di chi ha la coscienza che il grande dono della vocazione religiosa è l’offerta sponsale di Gesù, che ama per primo, e invita l’anima a rispondere a questo suo amore totale: “Mi hai sedotta e mi sono lasciata sedurre” (Ger 20, 7) è il grido di ogni anima consacrata. L’amore totale con cui Cristo ama le sue spose necessita una risposta ugualmente totale. Ed ecco la serena riservatezza delle Francescane dell’Immacolata: poche parole, sguardo basso, maniere delicate, fuga da tutte quelle effusioni (baci e abbracci) che ben poco hanno a che fare con la vita di una sposa fedele … il tutto senza offendere, ma edificando per la serietà con cui vivono il loro impegno sponsale: comitale condita gravitas, avrebbero detto i latini. Soprattutto però la necessità di una vita intensa di preghiera, perché ogni buona sposa, per rendere il suo amore concreto, deve dedicare tanto tempo esclusivamente al suo sposo, come pegno d’amore e per non lasciarlo mai solo: “E come gli uomini mondani si dilettano nel vedere una loro diletta più in un abito che in un altro, così sappi che a noi dà più diletto vederti in questo abito di santa orazione che in qualsiasi altro comportamento virtuoso”, disse Nostro Signore a santa Camilla Battista da Varano. La consacrazione a Dio e l’amore esclusivo per Lui, non escludono però il prossimo ma lo integrano in questa risposta d’amore: la preghiera non è un atto di egoistica chiusura agli uomini ma è l’unico mezzo per dilatare il nostro cuore e renderlo infinitamente amoroso e misericordioso, proprio come il Cuore di Gesù e quello di Maria SS. Ed ecco in ogni cuore Francescano dell’Immacolata la maternità verso le anime, l’apprensione per la loro salvezza e il desiderio di sacrificarsi per loro, a costo dell’eroismo, anche per quelle che le stanno perseguitando e rendendo ancor più addolorato il loro cuore materno. Da qui la necessità dell’apostolato: sarebbe bello chiedere ai denigratori televisivi e internautici se conoscano un istituto che, al pari delle Suore Francescane dell’Immacolata, sappia, con un numero tutto sommato esiguo di membri, sostenere un apostolato così febbrile e sacrificato. Chi mai potrebbe pensare che un piccolo numero di suore possa svolgere un’attività così febbrile nelle missioni, essere in grado di collaborare nell’apostolato stampa e liturgico, nella conduzione di programmi radiofonici … tutto per la salvezza delle anime, per strappare tutti questi sfortunati “figli” peccatori dall’Inferno.

Non è da stupirsi che gli occhi mondani, assuefatti alla sarcolatria (il culto della carne) televisiva e giornalistica, siano coloro i quali “non possono capire” (Mt 19, 11) tutta la bellezza, l’altezza e l’impegno di una vocazione che ha come fine quello d’imitare l’Immacolata in tutta la sua santità… ed ecco che, chi non comprende, non può far altro che sparlare, insultare o addirittura attaccare la moralità delle Suore e violare oltre ogni limite il loro giusto riserbo. Pratiche penitenziali della più genuina tradizione spirituale cattolica vengono buttate in pasto a chi non  può nemmeno comprendere con quanta riservatezza si debba trattare di questo argomento: nella cella di una suora, come nel talamo nuziale di due sposi, nessuno ha il diritto di entrare, per non violare questo nido di amore!

Sanno forse queste giornaliste-soubrette, evidentemente digiune di nozioni cattoliche e di un sano realismo antropologico, con quanta solerzia e delicatezza vada custodito il gran dono della castità? Sanno forse che a difesa di questa angelica virtù la Chiesa ha sempre consigliato, insieme alla mortificazione interiore, anche la penitenza corporale? Scriveva Pio XII: “Perciò dobbiamo anzitutto vigilare sui movimenti delle passioni e dei sensi, dobbiamo dominarli anche con una volontaria asprezza di vita e con le penitenze corporali, in modo da renderli sottomessi alla retta ragione e alla legge di Dio […] E in questo nessuna diligenza è troppa; nessuna severità è esagerata”. Come credono che san Francesco, santa Chiara e centinaia di altri santi francescani si siano fatti santi? Di certo non con la raccolta differenziata o con il rispetto dell’ambiente, bensì con la “grazia della penitenza”, come la chiamava il Poverello di Assisi. E queste penitenze corporali non sono un residuo del Medioevo, come insistono gli improvvidi giornalisti, bensì un mezzo di santificazione e un desiderio d’amore di tutti i santi: il beato Paolo VI usava sempre un cilizio durante la celebrazione della Santa Messa, per ricordare sulla propria carne la Passione di Cristo che celebrava sull’altare. Persino san Giovanni Paolo II, come possono testimoniare le suore al suo servizio, era solito usare quella disciplina che tanto scandalizza i benpensanti telepresentatori, incapaci di vedere oltre il finto pubblico che riempie i loro studi e il loro mondo di vestiti alla moda, vacanze in yacht e ristoranti di lusso.

Basterebbe, ancora, l’eroico esempio dei pastorelli di Fatima, penitenti “estremi”, che dovrebbe farci impallidire per la crassa vita borghese che tutti noi conduciamo: altro che cibo scaduto, questi non ne prendevano nemmeno di cibo, e nemmeno acqua, addirittura per giorni interi mentre conducevano le loro pecore al pascolo sotto il sole cocente del Portogallo. E poi una vecchia ruvida corda stretta ai fianchi, sulla pelle nuda, che inizialmente non toglievano nemmeno di notte… e le flagellazioni con le ortiche, per far sì che il dolore non cessasse ma continuasse a lungo: tutto questo per condividere le pene di Gesù, per alleviare un po’ i dolori del suo Cuore (come sempre pensava il beato Francisco) e per la salvezza dei poveri peccatori (come sempre si proponeva Giacinta).

Penso proprio che il mondo ha deciso di perseguitare le Suore Francescane dell’Immacolata, insieme col loro fondatore, perché non le può accettare, perché la loro vita è il segno del fallimento di quella mentalità mondana (cioè quella farisaico-borghese) che ha distrutto la società e ha contaminato parte della Chiesa, perché il loro esempio è la cattiva coscienza di ciascuno di noi, tristemente attaccati alla nostra meschina vita fatta di mediocrità e bassezze, che emergono tanto più davanti agli esempi di eroismo quotidiano di queste Consacrate all’Immacolata. E così il mondo non solo le deve uccidere ma le deve anche condannare come infami: non basta il loro spargimento di “sangue blu” (che sarebbe solo seme per nuovi consacrati all’Immacolata) ma ci vuole la damnatio memoriae, per evitare che a qualcun altro venga in mente nel futuro che è bello e doveroso dare tutta la vita e la eternità alla Santissima Madre di Dio!

Questa guerra contro l’ordine di padre Stefano Manelli si rivela sempre più come la lotta del demonio contro l’Immacolata, come il suo estremo tentativo di divincolarsi da quel santo piede che lo tiene schiacciato da duemila anni. Eppure non temiamo: ciò che sta succedendo a loro è ciò che è successo duemila anni fa a Gesù e alla sua Santissima Madre, quando, con la Crocifissione di Gesù, l’abisso sembrò prevalere. Coloro che si sono consacrate all’Immacolata non possono che rivivere il Calvario, intimo e mistico più che esteriore, che ha vissuto anche Maria SS, fatto di dolori interiori alla vista delle persecuzioni contro il suo Figlio e la sua Santa Chiesa. Non a caso i farisei seppero, fin da subito, ben inventare infamie anche sulla Virgo virginum, vero centro orante della nascente Chiesa: il suo divin Figlio, come dissero per screditare i cristiani, non era altro che un figlio di prostituzione, un figlio di un soldato romano… ne diffusero anche il nome (tale Pantera), così come oggi diffondono filmati e pseudo-testimonianze, con particolari e circostanze (del tutto inventati) sulle Suore Francescane dell’Immacolata.

Coraggio, care Suore Francescane dell’Immacolata, il vostro sacrificio è il prezzo del Trionfo… sì perché l’Immacolata non solo vincerà ma trionferà sul mortale nemico dell’uomo.

17 commenti:

Luisa ha detto...

"danno fiducia illimitata a un gruppetto di fuoriuscite dopo il naufragio, il fallimento o il ripensamento della loro vita religiosa. Non è lecito ipotizzare essere il rancore, la delusione o altro, il movente del veleno che versano sulle vittime, sapientemente guidato da una regia nascosta?"

Un gruppetto di frati ribelli (5) godendo della simpatia e appoggio del nuovo regime è riuscito a devastare l`Ordine dei Francescani dell`Immacolata senza l`ombra di un inizio di straccio di prove che venisse a confermare le loro accuse,
si temeva che il regime volesse colpire anche il ramo femminile, timori che si son rivelati, ahinoi, fondati con la nomina di commissarie molto "nuovo regime", non so se o in qual misura l`attacco ignobile e indegno che le suore stanno subendo da parte di una certa stampa e dei salotti-osterie televisivi è condotto mano nella mano con i loro nemici interni alla chiesa, ma non deve in ogni caso stupire , basta vedere la tribuna che quelle suore fuoriuscite , o chi per loro, hanno scelto, mettendo il sesso al centro dell`attenzione di un pubblico oramai ipnotizzato e pronto a bersi qualsiasi menzogna sapevano di fare un facile centro.

Da tempo oramai non guardo più la televisione italiana a causa della volgarità, non trovo miglior termime per definirla, presente in quei salotti dove l`animatore-trice di turno si agita e fa le sue predicozze morali, distribuendo condanne e assoluzioni, davanti ad un pubblico bue pronto ad applaudire obbedendo agli ordini di colui che da noi chiamiamo "chauffeur de salle" .
Purtroppo quei mercenari, quei "faiseurs d`opinion" molto infuenti, stanno facendo tanto male, un giorno, se non qui in Terra altrove..., dovranno rendere conto delle loro menzogne, delle loro manipolazioni, quel giorno non vorrei essere al loro posto.

Tutta la mia simpatia e solidarietà , unite alla preghiera, alle suore dell`Immacolata.

Anonimo ha detto...

la sarcolatria (il culto della carne).
MAGARI. Ci sarebbe ancora un po' di (per quanto profanata) bellezza. Oggi stiamo alla stercolatria.

Anonimo ha detto...


Tutta la mia simpatia e solidarietà , unite alla preghiera, alle suore dell`Immacolata.

Vincenzo ha detto...

Purtroppo, questo è il segno dei tempi di oggi - che, si badi bene, è l'oggi di Cristo, l'oggi che parte dalla sua venuta in questo mondo -, ovvero la persecuzione nei confronti di chi vuole seguire coerentemente e totalmente il Vangelo. Preghiamo per le suore (e i frati) FdI, affinché questa assurda persecuzione possa aver al più presto termine. L'Immacolata, ne sono certo, non farà mancare loro il Suo sostegno!

Luisa ha detto...

Che rispetto e considerazione possono avere le suore dell`Immacolata in una chiesa in cui il religioso che sta predicando gli esercizi spirituali per il papa e la curia Romana dice:

“Per un lungo tempo la Chiesa ha trasmesso una fede impastata di paura.
Che ruotava attorno al paradigma colpa/castigo, anziché su quello di fioritura e pienezza."
?

http://blog.messainlatino.it/2016/03/la-chiesa-ha-trasmesso-una-fede.html#more

mic ha detto...

Un giorno un figlio spirituale chiese a san Pio da Pietrelcina: << Padre, come dobbiamo partecipare alla Santa Messa? >>. Il Padre rispose: << Come la Madonna, san Giovanni e le pie Donne sul Calvario, amando e compatendo >>. E sul messalino di un suo figlio spirituale, Padre Pio scrisse: << Nell'assistere alla Santa Messa accentra tutto te stesso al tremendo mistero che si sta svolgendo sotto i tuoi occhi: la Redenzione della tua anima e la riconciliazione con Dio >>.
Un'altra volta gli venne chiesto: << Padre, come mai lei piange tanto durante la Messa? >>. << Figlia mia - rispose il Padre - che cosa sono quelle poche lacrime di fronte a ciò che avviene sull'altare? Torrenti di lacrime ci vorrebbero! >>.
E un'altra volta ancora, gli fu detto: << Padre, quanto le tocca soffrire a stare per tutta la Messa in piedi, poggiato sulle piaghe sanguinanti dei piedi! >>. Il Padre rispose: << Durante la Messa non sto in piedi: sto appeso >>. Che risposta! Le due parole <> esprimono fortemente al vivo quell'essere << concrocifisso con Cristo >>, di cui parla san Paolo (Gal 2,19) e che distingue la vera e piena partecipazione alla Messa dalla partecipazione vana, accademica, magari chiassosa (Padre Stefano M. Manelli).

mic ha detto...

Di solito non raccolgo segnalazioni sulle apparizioni. Ma questa mi convince

http://www.cooperatoresveritatis.net/it/nostra-signora-di-anguera-e-pedro-a-rovereto

Annarè ha detto...

Ormai siamo in una società pervasa dal Male e cosa fanno gli uomini di Chiesa? Invece di favorire le vocazioni sante e dotte, invece di chiedere preghiere e sacrifici al popolo di Dio, invece di favorire la preghiera e la santità dei religiosi (nostri aparafulmini), mettono i bastoni fra le ruote, perseguitano chi può attirarci la misericordia di Dio e appoggiano invece ciò che ci allontana la benevolenza di Dio. Il demonio lasciato lavorare senza freni miete vittime, anche ieri l'orrore di quei due ragazzi che volevano vedere come ci si sente ad ammazzare uno con crudeltà. Sento la Madonna a Lourdes, a Fatima, alla Salette ripetere: penitenza!penitenza!penitenza!
Se il buon Dio non interviene moriremo di dolore, di tristezza per ciò che ci accade attorno e ciò che ci minaccia nelle nostre stesse famiglie, nel nostro stesso cuore, perchè il Male non vuol rispariare nessuno, figuriamoci quelli che vogliono con più tenacia servire Dio. Signore vieni presto siamo oppressi, nessuno ci da aiuto, i tuoi ministri ci hanno abbandonati, siamo sull'orlo di perdere noi stessi in una battaglia che ci vede deboli, sfiniti, feriti.

Anonimo ha detto...

Nel presente spazio web, ben poche volte sono stati dati spazi a chi, pur simpatizzando per figure perseguitate come Padre Manelli e Mons. Williamson, (e penso che entrambi si gratterebbero al testa, nel vedersi accostati), non può esimersi dal notare come, in un certo senso, i due si sono esposti a ciò che è avvenuto. Come? Forse per un malinteso senso di troppa fiducia nei loro superiori, hanno emarginati i propri amici e si sono stretti in seno propri critici. Spero che il presente testo sia, se non pubblicato (me lo auguro), fatto oggetto di risposta.
Grazie.
Galdino del Rubicone.

Anonimo ha detto...

Noto che viene rimproverata spesso a padre Manelli e ai suoi confratelli e consorelle la loro esemplare obbedienza e mansuetudine. Eppure mi sembra così chiaro che c'è un'eroicità, un esercizio eroico di virtù in questa obbedienza, c'è un'umiltà estrema e l'accettazione dell'umiliazione per amor di Dio, un sacrificio di sé che - ne sono certo - è stato deliberatamente scelto ed offerto al Signore. Non aggiungiamo sofferenza a sofferenza, incomprensione a incomprensione, noi che tante volte non sappiamo nemmeno rinunciare a un caffè, non sappiamo sacrificare, rendere sacri quei due minuti, quell'infinitesimo della nostra vita.
Franz

RAOUL DE GERRX ha detto...

Il faut le dire et le redire sans cesse : le responsable n.º 1 de cette crapulerie sans nom — je veux parler de l'épouvantable persécution faite aux Franciscains et Franciscaines de l'Immaculée — n'est autre que Jorge Mario Bergoglio, l'actuel indigne occupant du siège de Pierre. Lui et sa sale bande d'antichrists ne sont là que pour achever de détruire l'Eglise.

Je suis consterné — et crois n'être pas le seul dans ce cas — de voir que la FSSPX prépare actuellement son ralliement à cette bande d'imposteurs.

mic ha detto...

Je suis consterné — et crois n'être pas le seul dans ce cas — de voir que la FSSPX prépare actuellement son ralliement à cette bande d'imposteurs.

Potrebbe essere uno dei modi in cui il Signore scrive dritto sulle righe storte...

Caloger ha detto...

quello che comunque fa più tristezza è constatare che il papa, non solo non difende il suo gregge da calunnie infamanti a dai lupi , ma utilizzando la misericordia a corrente alternata, soffoca il gregge con intransigenza degna di miglior causa ,strumentalizzando e utilizzando le falsità dei nemici della Chiesa contro la Chiesa stessa.

Salvatore ha detto...

Io sono unito in preghiera ai Francescani dell'Immacolata.

Maria C. ha detto...

Ave Maria!

Anonimo ha detto...

http://monsnicolabux.blogspot.it/2014/12/il-pensiero-di-padre-pio-cura-di-padre.html

Magníficat *
ánima mea Dóminum,
et exsultávit spíritus meus *
in Deo salvatóre meo,
quia respéxit humilitátem ancíllæ suæ, *
ecce enim ex hoc beátam me dicent
omnes generatiónes.
Quia fecit mihi magna, qui potens est: *
et sanctum nomen eius,
et misericórdia eius a progénie in progénies *
timéntibus eum.
Fecit poténtiam in bráchio suo, *
dispérsit supérbos mente cordis sui;
depósuit poténtes de sede, *
et exaltávit húmiles,
esuriéntes implévit bonis, *
et dívites dimísit inánes.
Suscépit Ísrael púerum suum, *
recordátus misericórdiæ suæ,
sicut locútus est ad patres nostros, *
Àbraham et sémini eius in sǽcula.

Glória Patri et Fílio *
et Spirítui Sancto.
Sicut erat in princípio, et nunc et semper, *
et in sǽcula sæculórum. Amen.

Anonimo ha detto...

“Tendiamo insidie al giusto, perché ci è di imbarazzo ”
.....con il suo comportamento , con quel che dice , e' una denuncia vivente dei peccati degli altri .
Gesu' flagellato alla colonna , Padre Stefano Maria flagellato sulle colonne dei giornali o della TV .