Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

giovedì 13 settembre 2018

Chiesa e uomini di Chiesa - Roberto De Mattei

La coraggiosa denuncia degli scandali ecclesiastici fatta dall’arcivescovo Carlo Maria Viganò ha suscitato il consenso di molti, ma anche la disapprovazione di alcuni, convinti che bisognerebbe coprire con il silenzio tutto ciò che scredita i rappresentanti della Chiesa.
Questo desiderio di tutelare la Chiesa è comprensibile quando lo scandalo rappresenta un’eccezione. C’è il rischio in questo caso di generalizzare, addossando a tutti il comportamento di pochi. Diverso è il caso quando l’immoralità rappresenta la regola, o almeno un modo di vivere diffuso e accettato come normale.

In questo caso  la pubblica denuncia è il primo passo verso la necessaria riforma dei costumi. Rompere il silenzio rientra nei doveri del pastore, come ammonisce san Gregorio Magno: «Cos’è infatti per un pastore la paura di dire la verità, se non un voltar le spalle al nemico con il suo silenzio? Se invece si batte per la difesa del gregge, costruisce contro i nemici un baluardo per la casa d’Israele. Per questo il Signore ammonisce per bocca di Isaia: “Grida a squarciagola, non aver riguardo; come una tromba alza la voce” (Is 58, 1)».

Alle origini di un colpevole silenzio c’è spesso la mancata distinzione tra la Chiesa e gli uomini di Chiesa, che essi siano semplici fedeli, o vescovi, cardinali, Papi. Una delle ragioni di questa confusione è proprio l’eminenza delle autorità coinvolte negli scandali.

Più alta è la loro dignità, più si tende a identificarli con la Chiesa, attribuendo bene e male indifferentemente all’una e agli altri. In realtà il bene spetta solo alla Chiesa, mentre solo agli uomini che la rappresentano si deve tutto il male.

Per questo la Chiesa non può essere definita peccatrice. «Essa – scrive il padre Roger T.  Calmel O.P. (1920-1998) – chiede perdono al Signore non per i peccati che ha commesso lei, ma per i peccati che commettono i suoi figli, nella misura in cui non l’ascoltano come madre» (Breve apologia della Chiesa di sempre, Editrice Ichtys, Albano Laziale 2007, p. 91).

Tutti i membri della Chiesa, che facciano parte di quella docente o di quella discente, sono uomini, con la loro natura, ferita dal peccato originale. Né il Battesimo rende impeccabili i fedeli, né l’Ordine sacro rende tali i membri della Gerarchia. Lo stesso Sommo pontefice può peccare e può errare, eccetto per quanto concerne il carisma dell’infallibilità.

Bisogna ricordare inoltre che i fedeli non costituiscono la Chiesa, come invece si verifica per le società umane, create dai membri che le compongono e sciolte non appena essi si separano.

Dire “noi siamo Chiesa” è falso, perché l’appartenenza dei battezzati alla Chiesa non deriva dalla loro volontà: è Cristo stesso che invita a far parte del suo gregge, ripetendo ad ognuno: «Non avete scelto me, ma Io ho scelto voi» (Gv. 15, 16). La Chiesa fondata da Gesù Cristo ha una costituzione umano-divina: umana perché ha una componente materiale e passiva, costituita da tutti i fedeli, sia che facciano parte del clero che del laicato; soprannaturale e divina per la sua anima.

Gesù Cristo, suo Capo, ne è il fondamento, lo Spirito Santo ne è il propulsore soprannaturale. La Chiesa dunque non è santa a causa della santità dei suoi membri, ma sono i suoi membri ad essere santi grazie a Gesù Cristo che la dirige e allo Spirito Santo che la vivifica. Perciò attribuire alla Chiesa delle colpe è lo stesso che attribuirle a Gesù Cristo e allo Spirito Santo. Da loro viene tutto il bene, ossia tutto ciò che è «vero, nobile, giusto, puro, amabile, onorato, meritevole di lode» (Fil. 4, 8) e dagli uomini di Chiesa proviene tutto il male: disordini, scandali, soprusi, violenze, turpitudini, sacrilegi.

 «Dunque – scrive il teologo passionista Enrico Zoffoli (1915-1996) che a questo tema ha dedicato alcune belle pagine –, non abbiamo alcun interesse di coprire le colpe di cattivi cristiani, di sacerdoti indegni, di pastori vili e inetti, disonesti e arroganti. Ingenuo e inutile sarebbe il proposito di difenderne la causa, attenuarne le responsabilità, ridurre le conseguenze dei loro errori, ricorrere a contesti storici e situazioni singolari per tutto poi spiegare e tutti assolvere» (Chiesa e uomini di Chiesa, Edizioni Segno, Udine 1994, p. 41). [qui il testo in pdf]

Oggi c’è grande sporcizia nella Chiesa, come disse l’allora cardinale Ratzinger nella Via Crucis del Venerdì Santo 2005, che precedette la sua ascesa al pontificato. «Quanta poca fede c’è in tante teorie, quante parole vuote! Quanta sporcizia c’è nella Chiesa, e proprio anche tra coloro che, nel sacerdozio, dovrebbero appartenere completamente a Lui! (Gesù)».

La testimonianza di mons. Carlo Maria Viganò è meritoria perché, portando alla luce questa sporcizia, rende più urgente l’opera di purificazione della Chiesa. Deve essere chiaro che la condotta di vescovi o sacerdoti indegni non si ispira ai dogmi o alla morale della Chiesa, ma ne costituisce il tradimento, perché rappresenta una negazione della legge del Vangelo.

Il mondo che accusa la Chiesa per le sue colpe, l’accusa di trasgredire un ordine morale: ma in nome di quale legge e di quale dottrina il mondo pretende mettere sotto accusa la Chiesa? La filosofia di vita professata dal mondo moderno è il relativismo, secondo cui non esistono verità assolute e l’unica legge dell’uomo è di essere privo di leggi; la conseguenza pratica è l’edonismo, secondo cui l’unica forma di felicità possibile è l’appagamento del proprio piacere e la soddisfazione dei propri istinti. Come può il mondo, privo di principi qual è, giudicare e condannare la Chiesa?  La Chiesa ha il diritto e il dovere di giudicare il mondo perché Essa ha una dottrina assoluta e immutabile.

Il mondo moderno, figlio dei principi della Rivoluzione francese, sviluppa con coerenza le idee del marchese libertino de Sade (1740-1814): libero amore, libera blasfemia, libertà totale di negare e distruggere ogni bastione della fede e della morale, come nei giorni della Rivoluzione francese fu abbattuta la Bastiglia, dove Sade era stato recluso. Il risultato di tutto ciò è il dissolvimento della morale che ha distrutto le basi della convivenza civile e ha fatto degli ultimi due secoli l’epoca più buia della storia.

La vita della Chiesa è anche la storia di tradimenti, di defezioni, di apostasie, di mancanza di corrispondenza alla grazia divina. Ma questa tragica debolezza si accompagna sempre a una straordinaria fedeltà: le cadute, anche le più spaventose, di tanti membri della Chiesa, si intrecciano con l’eroismo della virtù di tanti altri suoi figli.

Un fiume di santità fluisce dal costato di Cristo e scorre rigoglioso nel corso dei secoli: sono i martiri che affrontano le fiere nel Colosseo; sono gli eremiti che abbandonano il mondo per fare una vita di penitenza; sono i missionari che si spingono fino agli estremi confini della terra; sono gli intrepidi confessori della fede che combattono scismi ed eresie; sono le religiose contemplative che sorreggono con la loro preghiera i difensori della Chiesa e della Civiltà cristiana; sono tutti coloro che, per vie diverse, hanno uniformato la loro volontà a quella divina. Santa Teresa del Bambin Gesù avrebbe voluto raccogliere tutte queste vocazioni in un unico supremo atto di amore a Dio.

I santi sono diversi l’uno dall’altro, ma comune a tutti è l’unione a Dio: e questa unione, che non viene mai meno, fa sì che la Chiesa, prima di essere una, cattolica e apostolica, sia innanzitutto perfettamente santa. La santità della Chiesa non dipende dalla santità dei suoi figli: è ontologica, perché è connessa con la sua stessa natura. Perché la Chiesa possa essere chiamata santa non è necessario che tutti i suoi figli vivano santamente: è sufficiente che, grazie al flusso vitale dello Spirito Santo una parte anche piccola di essi permanga eroicamente fedele alla legge del Vangelo nei tempi di prova. (Roberto de Mattei)

28 commenti:

Anonimo ha detto...

"Non serve la contabilità delle nostre virtù, né un programma di ascesi, una palestra di sforzi personali o una dieta che si rinnova da un lunedì all’altro, come se la santità fosse frutto della sola volontà. La sorgente della santità è la grazia di accostarci alla gioia del Vangelo e lasciare che sia questa a invadere la nostra vita, in modo tale che non si potrà più vivere diversamente" (dal discorso del papa stamattina ai novelli vescovi)

...e si vedono i frutti a tutti i livelli!

irina ha detto...

Tutto giusto e tutto vero. Nei fatti, piena fiducia non la riceve più nessuno dal prossimo. Questo è parte essenziale della vera tragedia.

Anonimo ha detto...

Non comprendo alcune cose ostiche per il mio intelletto e la mia cultura religiosa. La Chiesa non ha colpe, l'hanno gli uomini di Chiesa. Ma la Chiesa è anche un Corpo visibile e ciò è dogmatico. Non è solo spirituale, errore luterano. La Chiesa ha il diritto di giudicare tutto ma solo quando è infallibile, questa attuale è una metastasi autonoma. Zoffoli ha denunciato a GPII e Ruini il cammino neocatecumenale nei suoi elementi eretici, ma è stato invitato "a non sostituirsi " alla loro autorità. Quindi infallibile in ciò fu solo Zoffoli. Il pontefice pure può peccare eccetto che per l'infallibilità, dato che da GXXIII in poi hanno rinunciato all'infallibilità, direi che sono inutili quindi alla Chiesa. Non sono gli errori che servono ma l'infallibità, al gregge. Il nodo massimo lo trovo nel pensiero che "i fedeli non costituiscono la Chiesa".(allora tutti i confessori che da 30 anni mi dicevano che ero io Chiesa, di non errare io, avevano torto tutti). La Chiesa, scrive de Mattei, ha una costituzione umana-divina, umana x fedeli e clero riuniti, materiali e passivi (anche il Papa sarebbe passivo? e l'infallibilità?), soprannaturale e divina per l'anima che mi pare di capire sarebbe solo composta di clero "chi ascolta voi ascolta Me". Io ritengo invece che la Chiesa sia visibile nel Corpo mistico

Anonimo ha detto...

continuo commento. La Chiesa mi risulta visibile sia nei fedeli che nel clero, mi risulta Chiesa gerarchica e docente (con infallibilità) il clero, e Chiesa discente i fedeli. La Chiesa è composta di anima e di corpo, nel corpo stanno tutti, fedeli e clero e papa, visibile e pubblico, stanno i santi ma stanno anche nel corpo i peccatori (in peccato mortale come dire cioè come morti). La Chiesa resta però santa perché il peccatore grave ci sta come morto. La Confessione ci ri-suscita se si vuole pentirsi. Nell'anima della Chiesa stanno solo i santi, siano essi fedeli o clero ed è componente umano-divina. Nell'anima stanno anche i battezzati ortodossi o protestanti, se battezzati con rito valido, prima dell'età della ragione, stanno anche gli idolatri purchè rispettino la morale cristiana secondo la religione naturale iscritta nella coscienza.

marius ha detto...

Irina, che ne direbbe di conoscerci con una chiacchierata telefonica?
Se vuole mi scriva a questo indirizzo mail per poterci mettere in contatto:
https://tradizionecattolicaticino.wordpress.com/contact/

Anonimo ha detto...

Fatelo leggere (stampato) a un qualunque monaco cristiano orientale, come minimo si mette a ridere come un matto e poi brucia lo scritto

Anonimo ha detto...


Sulla vera nozione della Chiesa cattolica

La Chiesa, secondo la nozione tradizionale, è il Corpo Mistico di Cristo, che ne è il Capo. Tale "corpo" si divide in Chiesa militante (la Chiesa visibile), Chiesa purgante (in Purgatorio), Chiesa trionfante (in paradiso). La Chiesa militante è composta della Gerarchia (Papa vicario di Cristo in terra, cardinali, vescovi, sacerdoti, suore) e dei fedeli (Chiesa docente e discente). I fedeli possono essere intesi come popolo di Dio, titolo onorifico che si ritrova in una delle lettere di S. Pietro. Il VAticano II, ispirandosi alle false dottrine di K. Rahner, ha cercato invece di vedere nel Popolo di Dio la Chiesa in quanto tale.
La Chiesa come corpo mistico di Cristo non può naturalmente commettere peccati e la sua dottrina confermata dalla Tradizione è garantita dallo Spirito Santo, che l'ha sempre assistita nel condannare e respingere le eresie. I peccati li commettono gli uomini e le donne che appartengono alla Chiesa. Se il peccato di un membro dovesse esser attribuito al Corpo mistico, allora bisognerebe dire che il peccato di Giuda non era un peccato suo personale di Giuda ma un peccato di tutti gli Apostoli, in quanto essi già costituivano la Chiesa in nuce. Conclusione palesemente assurda. La responsabilità penale è individuale così come individuale sarà (è verità di fede) il giudizio di ciascuno subito dopo la sua morte.
Proprio dal "corpo mistico", il fedele peccatore trae l'ammaestramento e la forza per vincere le sue tendenze peccaminose, aprendosi alla Grazia.
Non bisogna pertanto confondere la Gerarchia, parte essenziale della Chiesa visibile, con la Chiesa come corpo mistico.
Fuori della Chiesa cattolica ci sono gli eretici, gli scismatici, gli appartenenti alle altre religioni. Gli eretici e scismati, ha specificato Pio XII, se battezzati validamente sono ordinati alla Chiesa cattolica "in voto" ma non vi appartengono. Per appartenervi, devono pentirsi e convertirsi al Cattolicesimo, ripudiando esplicitamente i loro errori.
Amerio notava che questa dottrina è stata modificata del cardinale Bea, al tempo del Concilio, il quale ha teorizzato (ereticamente) che l'unione con gli eretici non deve risultare dal loro "ritorno" pentiti (Pio XI) ma da un incontro ecumenico di tutte le "denominazioni cristiane" per costituire una unità super partes, del tutto nuova, in una marcia verso una sorta di "punto omega", alla Teilhard de Chardin.

Anonimo ha detto...

Innanzitutto porgo i miei saluti. Poi vorrei farvi una domanda, o meglio, vorrei tradurre in domanda una considerazione che ho fatto con me stesso e che mi è rimasto come pensiero che spesso mi sovviene.
Scusate se vado leggermente OT rispetto all'articolo.

Era da qualche ora scoppiato il putiferio per il memoriale Viganò pubblicato da Tosatti, Valli e dal giornale La verità. Il Papa era ancora in Irlanda. Poi in aereo fece il suo primo commento sul memoriale.
Bergoglio ha detto:

"Ho letto, questa mattina, quel comunicato. L’ho letto e sinceramente devo dirvi questo, a Lei e a tutti coloro tra voi che sono interessati: leggete voi, attentamente, il comunicato e fate voi il vostro giudizio. Io non dirò una parola su questo. Credo che il comunicato parla da sé stesso, e voi avete la capacità giornalistica sufficiente per trarre le conclusioni".

Ora, a parte ciò che dirà nei giorni successivi, mi vorrei soffermare sulle prime dichiarazioni rese in pubblico.

Di primo acchito io rimasi di sasso perchè pensai: Ma se dice che "il comunicato parla da sè stesso" e quel comunicato dice cose enormi, di indescrivibile gravità, Bergoglio lo sta confermando (e non sconfessando). Altro che "io non dirò una parola di questo".

Nei giorni successivi, forse perchè influenzato dai media e dai blog cattolici che seguo, è in me prevalso più la questione che il Papa si è "avvalso della facoltà di non rispondere" la "stessa tattica dei dubia" ecc. In effetti è anche così.
Però io comunque non riesco anon soffermarmi sulla prima mia sensazione di fronte a queste parole.
Ora penso, sono parole gettate a caso che hanno formato quel discorso sul comunicato che parla da sè, o sono parole volute o addirittura "scappate" o ispirate?
Perchè sinceramente da quelle quattro righe, leggendole, la cosa che si capisce è che il comunicato parla da sè, che chiunque lo legge può farsi un'opinione dal comunicato stesso (che non ha smentito, ma che ha preferito non commentare, e il comunicato dice quello che ormai sappiamo tutti).
Lasciando perdere i media che hanno colto il messaggio di screditare l'arcivescovo Viganò puntando sulle sue "presunte intenzioni", piuttosto che sul comunicato (che però Bergoglio aveva detto che era tutto lì, quindi non c'entrano niente le intenzioni), i cattolici sono invece scossi dal comunicato.
Pertanto Bergoglio voleva dire questo ai cattolici? Rispondeva questo ai cattolici? Di leggere il comunicato che parla da sè, perchè lui non ha altro da aggiungere?

Allora, se quelle parole dette in quel modo gli sono venute a casaccio, sul "caso" nutro forti dubbi. Perchè queste mi sembrano parole che o sono volutamente dette (in questo caso la si può vedere anche come un' "orgogliosa ammissione"), oppure sono state forzate dallo Spirito Santo che può anche costringere oltre che ispirare. Visto che ciò che ha detto Bergoglio in aereo è che il comunicato parla da sè.
I cattolici si chiedono se è vero o falso e lui ha detto in pratica che è vero.

viandante ha detto...

... oppure sono state forzate dallo Spirito Santo che può anche costringere oltre che ispirare.

Interessante e condivisibile.

Alfonso Aliberti ha detto...

Una di queste tre situazioni può spiegare la personalità del Bergoglio:
1) filosoficamente parlando, può essere che egli del "lógos" non ha intelligenza, ragion per cui gli rimane celato ciò che fa da sveglio, allo stesso modo che non è cosciente di ciò che fa dormendo;
2) neurologicamente parlando, potrebbe aver subìto un danno cerebrale con la perdita della capacità di esprimere o di comprendere le parole. "Nel primo caso, egli comprende quanto gli viene detto e, se richiesto, si esprime a gesti, ma non sa formulare in parole il proprio pensiero. Nel secondo caso, l’eloquio è conservato, ma non viene compreso il linguaggio altrui, che appare come se fosse espresso in lingua ignota";
3) psichiatricamente parlando, egli potrebbe avere un progressivo deterioramento delle facoltà intellettive, che coinvolge "le capacità mnesiche, le facoltà propriamente creatrici dell’intelligenza e i processi di sintesi del pensiero".
HTTP://MAGISTER.BLOGAUTORE.ESPRESSO.REPUBBLICA.IT/2018/09/12/FRANCESCO-UN-PAPA-CHE-DICE-UNA-COSA-E-POI-IL-CONTRARIO/

by Tripudio ha detto...

Chi volesse leggere il citato libretto "Chiesa e uomini di Chiesa. Apologetica a rovescio" di padre Enrico Zoffoli, può cliccare a questo [link].

mic ha detto...

Grazie Tripudio, ho messo il link anche nell'articolo

fabrizio giudici ha detto...

oppure sono state forzate dallo Spirito Santo che può anche costringere oltre che ispirare.

Io sul "costringere" ho forti dubbi... è vero che negli esorcismi i demoni vengono "forzati" ad uscire o a dire certe cose... Mi chiedo però se nella Bibbia ci sia p.es. qualche personaggio malevolo che viene costretto a fare una cosa contro la sua volontà. Quello ceh mi ricordo è che spesso certi personaggi vengono "obnubilati". Il Faraone fu obnubilato (il suo cuore fu "reso duro") e portato di fatto ad auto-distruggere il proprio potere. Obnubilando l'intelletto, lo Spirito Santo può ottenere che le persone non compiano il male che intendono compiere, o che sia di intensità ridotta; oppure a darsi la zappa sui piedi.

Per rimanere su un esempio di cronaca, ieri sono stati ricevuti i vertici della CE USA e i media vaticani hanno diffuso una foto in cui tutti ridono beatamente (forse uno ha la faccia molto tirata). È chiaramente una foto "posata", ma è anche chiaramente un clamoroso errore di comunicazione, visti i temi che venivano trattati. L'intento è far apparire Francesco sicuro di sé, ma pensate voi se Tosi e Bucci si riunissero per decidere quando buttare giù il ponte e, in definitiva, quante case abbattere, e della riunione venisse diffusa una foto in cui ridono beatamente. Le persone coinvolte andrebbero a cercarli con i forconi.

Sulla non risposta ai "dubia", qualcuno già disse che può esserci lo zampino dello Spirito Santo: Bergoglio agisce ambiguamente perché crede sia una furbata, però almeno non peggiora la situazione non mettendo nero su bianco "ex cathedra" delle risposte eretiche. Può essere così.

Tuttavia, non mi porrei grosse domande su questi episodi. In pratica, l'intenzione personale di Bergoglio con quel "si commenta da sé" era di cercare di minimizzare e screditare Viganò. I fedeli che ci cascano, purtroppo errano. I fedeli che non ci cascano, di queste esternazioni di Bergoglio si disinteressano.

Pietro C. ha detto...

"Non serve la contabilità delle nostre virtù, né un programma di ascesi, una palestra di sforzi personali o una dieta che si rinnova da un lunedì all’altro, come se la santità fosse frutto della sola volontà. La sorgente della santità è la grazia di accostarci alla gioia del Vangelo e lasciare che sia questa a invadere la nostra vita, in modo tale che non si potrà più vivere diversamente" (dal discorso del papa stamattina ai novelli vescovi)

__________

È il "sola grazia" di Lutero!!!!
Poi mi dicono che qualche prete ortodosso in Italia (mentalmente e umanamente poverissimo!!!) viene a dire che papa Francesco ha "la stessa spiritualità degli orientali". Gli orientali hanno il concetto della sinergia o collaborazione tra lo sforzo umano e la grazia divina, cosa che in questo passo non risulta assolutamente!!!
D'altronde questa sinergia è tipica di tutta la tradizione cristiana antica (latina o greca che fosse).

viandante ha detto...

@Fabrizio Giudici

Certamente quel "costringere" urta un po' contro la nostra sensibilità di uomini liberi. È evidente.
Tuttavia io credo che il Signore possa "costringere" tramite qualche tranello o tramite qualche errore umano. A tal proposito penso alla scritta INRI posta sopra il capo di Gesù crocifisso; una "svista" o errore dei Romani fece sì che fosse rivelato a tutti la causa della sua condanna a morte: si era dichiarato Re dei Giudei.

tralcio ha detto...

Le virtù servono eccome!

Essendo "forza" (vis), traggono energia non da noi, che ce ne serviamo, ma da dove originano: innanzitutto essenzialmente da Dio (le teologali) e come frutti dello Spirito (quindi sempre con Dio all'origine) le "cardinali" e le altre che ne derivano.

La fede (la mia fede) è dono di Dio, così come la carità. Madre Teresa di Calcutta, un gigante della carità, si diceva "matita di Dio", ovvero strumento della scrittura di Dio, traendo dalla preghiera (dall'amore per Dio e dallo stare con Dio) la sua azione caritativa.

Così vale per ogni altra virtù, purificando l'intenzione e maturandone il frutto nell'ascesi, tra digiuno, preghiera e silenzio. Questo è ciò che è chiesto a chi vuol interpretare un qualsiasi frutto dello Spirito santo e non recitare a soggetto, da falso protagonista, al posto del Vero Protagonista.

Il disastro cristiano consiste nel cortocircuito tra una "sola fede" che garantirebbe tutto il resto e la "critica all'operismo" che la cattiva coscienza di chi era pessimista sulla possibilità di correggersi vedeva esercitare da chi giungeva a farne "mercato" con Dio.

Bene ha scritto Pietro C. La tradizione cristiana è tutt'altro!

Spesso capita di sentire chi mette in antagonismo la vita dello spirito, il ritiro orante dal mondo, con il dover farsi carico di una missione con l'inevitabile peso della croce.
Purtroppo il tarlo dell'idealismo e la dialettica tra tesi-antitesi-sintesi rischia di corrompere la sapienza cristiana del proprio essere prima del fare (o dell'avere un ruolo).

E' come il cuore che riposa quando è in diastole. Se il riposo fosse una lunga diastole, saremmo morti. Se l'attività fosse una continua sistole, non avremmo sangue da spingere. O saremmo morti per fibrillazione, nel disordine di contrazioni anarchiche.
No: il cuore ha un ritmo, ordinato, in cui il riposo è alternato all'azione. E' azione la diastole quanto la sistole, entrambe vitali. Gli 800 millisecondi di un ciclo cardiaco si alternano secondo il ritmo che il creatore ha suggerito.

Noi dobbiamo solo purificarci per non avere un cuore disordinato, pieno di pretese che ammalano la perfezione creata.
La virtù è la forza che libera il cuore dalla corruzione, mentre Dio, che ha creato il cuore e anche la forza, ci riempie per fare di noi matite capaci di scrivere la Sua volontà.

Anonimo ha detto...

Vorrei rispondere, solo per chiudere la parentesi che ho aperto col mio post, che sul discorso di "costringere", probabilmente ho adottato un termine infelice, ma lo intendevo così come lo ha percepito Viandante.
Un altro esempio i merito e quando i membri del Sinedrio si riunirono per cospirare contro Gesù e il capo del Sinedrio Caifa disse quelle parole sulla necessità che muoia un solo uomo che l'intera nazione. San Giovanni apostolo scrive subito dopo che quelle parole non le disse da sè, ma "essendo sommo sacerdote profetizzò".

Marisa ha detto...

http://www.arcsanmichele.com/index.php/vita-della-chiesa/44-attacchi-alla-chiesa/11438-bestiario-clinton-fellatio-uguale-a-mccarrick-burke-piccole-infamie-strisciano-una-donna-scrive-a-spadaro

Anonimo ha detto...


La scritta "Re dei Giudei" non fu messa per errore ma voluta da Pilato

Sulla Croce Pilato fece mettere la scritta "Gesù Nazareno Re dei Giudei" in tre lingue, ebraico, latino e greco. Faceva capire il perché della condanna a morte: perché (evidentemente) accusato di voler esser re dei Giudei e quindi di farli ribellare al dominio romano. Giovanni è assai preciso. Ci informa che i Giudei o meglio le autorità giudaiche che avevano fatto condannare Gesù con quella falsa accusa, andarono da Pilato a dirgli: "non scrivere Re dei Giudei, ma che egli ha detto: Io sono il re dei Giudei". Rispose Pilato: "Quel che ho scritto, ho scritto" (Gv 19, 21-22). Pilato manteneva la sua parola, fides romana.
Pilato rispose bruscamente. Lui aveva capito perfettamente che l'accusa era falsa, tant'è vero che avrebbe voluto liberare l'accusato. Mantenendo la scritta nella versione originale coglieva due obiettivi: a. faceva capire a tutti il perché dell'esecuzione di quell'uomo; b. sbugiardava gli esponenti del Sinedrio, Caifa e i suoi amici, che erano andati a ripetergli la falsa accusa pretendendo che fosse messa per iscritto: scrivi che ha detto io sono il re dei Giudei. Ma Gesù non l'ha mai detto, questo è il punto. Si è sempre rifiutato di esser considerato un Messia temporale, il suo Regno non era di questo mondo.

L'impulso di Pilato proveniva in qualche modo dallo Spirito Santo? E' possibile.
La scritta credo sia stata interpretata anche in senso soprannaturale: il Crocifisso era effettivamente il Re dei Giudei, nel senso messianico-escatologico, il Messia annunciato dalle profezie e atteso (e quindi il loro re) ma i Giudei, per colpa dei loro capi, non l'avevano voluto riconoscere, rinnegandolo. E avevano anche apostatato quando, ricattando Pilato affinché condannasse Gesù con la falsa accusa di ribellione, avevano gridato: "Non abbiamo altro re che Cesare!". Un'autentica bestemmia, per degli Ebrei osservanti, oltre che una menzogna.
PP

Anonimo ha detto...

Ma può essere il silenzio del Papa una risposta adeguata? E la risposta nella lettera ai fedeli in cui dà la colpa degli scandali all'abuso di potere e al clericalismo? E la colpa è di tutti e dobbiamo pregare a digiunare?
Io veramente sono allibita!
Qui c'è uno schifo e una cloaca che la metà basta, e la soluzione è state zitti e tenere il coperchio sulla puzza?
"Wood (oggi insegnante, con una laurea in lingue moderne, un master in studi religiosi e uno in teologia) fu seminarista al St. Augustine’s di Toronto dal 1980 al 1981 e scrive che all’epoca l’attività gay era abituale e frequenti le orge organizzate dal padre John Tulk. Ai seminaristi sbalorditi padre Brian Clough, il rettore, replicava: “Se non vi piace, andatevene”. Wood inviò allora una segnalazione al vescovo ausiliare incaricato di seguire la vita del seminario, Aloysiur Ambrozic (futuro arcivescovo di Toronto, morto nel 2011), ma senza esito."
http://www.aldomariavalli.it/2018/09/12/lex-seminarista-e-il-teologo-messaggi-per-ricostruire-partendo-dalla-verita/

innominato ha detto...

Il fulcro del dibattito credo che stia proprio nella frase"con che titolo il mondo può giudicare la Chiesa"?E'proprio lì che, come si diceva una volta, casca l'asino.Negli ultimi pontificati La Chiesa Cattolica,ha lentamente ma progressivamente abdicato alla sua "origine divina"lasciando che il mondo inteso come struttura politico-sociale con tutti i suoi apparati quali governi istituzionali fino ad arrivare a strutture planetarie mondialistiche come l'ONU,potesse confrontarsi e considerarsi sullo stesso piano...in pratica la chiesa ha ritenuto se stessa una struttura puramente umana e quindi soggetta al giudizio e alla condanna della società attuale!!Basti pensare ai "famosi mea culpa"fatti dagli stessi pontefici su fatti e avvenimenti,che, estrapolati dal contesto storico, risultano falsati nel giudizio morale:il caso più clamoroso è quello sulle crociate,dove tutti si sono ormai dimenticati che tali terre furono invase dai mussulmani ed erano terre cristiane.Ritornando al discorso sulla pedofilia nel mondo ecclesiastico,il denunciare tale situazione al mondo e permettere che sia il mondo a giudicare e condannare,è secondo la mia modesta opinione,l'ultimo sforzo fatto in questo pontificato per annientare definitivamente duemila anni di cristianesimo nel mondo occidentale,demolendo le fondamenta della Chiesa cattolica.Infatti ritenere che la Chiesa sia Santa,nonostante alcuni uomini di chiesa siano dei perversi, sta diventando sempre più improponibile,visto il sempre più alto numero di personaggi di vario rango ecclesiastico, coinvolti in tali scandali.La stessa figura del papa, dopo il pontificato di Bergoglio, non sarà più quella che l'ha sempre distinta in duemila anni di storia cristiana, per lo meno agli occhi dei cattolici che, in questi ultimi anni, si sono trovati a dover criticare e a contestare colui che era chiamato a confermarli,su campi come fede e morale.Che la Chiesa si sottoponga a giudizio proprio da un mondo che in questi ultimi anni ha lottato, vincendo, affinché tutte le perversioni sessuali(inclusa la pedofilia occultamente nascosta) diventassero un diritto inalienabile riconosciuto da tutti i governi(e chi si è opposto ha dovuto subire la gogna e sanzioni economiche,come la Russia ortodossa di Putin) è senza ombra di dubbio un errore madornale.Se qualcuno che ancora ha conservato il buon senso non ci vede qualcosa di satanico in questo, me lo faccia SAPERE!!!

Anonimo ha detto...

Arciv. Chaput: “I pastori incaricati di testimoniare la verità cristiana al mondo come vescovi e superiori religiosi sono proprio gli uomini che troppo spesso hanno fallito con il loro popolo, hanno fallito nel loro ministero, e hanno anche tradito attivamente la loro vocazione. Noi vescovi e lo stesso Vaticano sono ora visti come il problema. Dobbiamo affrontare questo fatto onestamente, e lavorare per cambiarlo con le nostre azioni”.
“Il nostro Paese e il mondo hanno bisogno di una voce pura che parli il Vangelo di Gesù Cristo come risposta. Ed è questo che rende l’attuale crisi degli abusi sessuali nella Chiesa così dannosa e pericolosa”.

viandante ha detto...

@ innominato

Premessa: distinguiamo la Chiesa dagli uomini che la governano e che, come in questa fase storica, ne usurpano l'autorità.

Detto questo concordo anch'io nel dire che la situazione ha del paradossale. Ma la situazione è talmente grave che a volte per avere un minimo di giustizia e trasparenza (non fine a se stessa, ma preludio di una susseguente purificazione) molte persone devono far capo alle leggi civili e a quei pochi giudici che riconoscono ancora almeno la legge naturale!
Ma d'altronde non è la prima volta nella lunga storia della Chiesa che l'autorità civile o il monarca di turno intervengono in modo provvidenziale.
Ma d'altronde nella situazione in cui siamo messi, lei, a parte l'immancabile invocazione d'aiuto al Signore, a chi si rivolgerebbe?

Anonimo ha detto...

http://www.lafedequotidiana.it/francesca-chaouqui-ripreso-collaborare-papa/

Anonimo ha detto...

Ma ahimè, il Pontefice è anche una persona, che come chiunque ha una maggiore o minore credibilità a seconda della corrispondenza fra ciò che dice, e ciò che fa. Ed è per questo che è così importante, per me, e per milioni di altre persone, sapere se realmente mons. Viganò ha detto al Pontefice il 23 giugno 2013 chi era e che cosa aveva fatto, e faceva Thedore McCarrick. Perché se è vero, e papa Bergoglio non solo non ha fatto nulla, ma l’ha riabilitato, e ha seguito i suoi consigli per le promozioni e le nomine negli Usa, premiando amici e pupilli di McCarrick, la sua credibilità, quando a febbraio presiederà questa ennesima conferenza vaticana non sarà eguale a quella di cui potrebbe godere se Viganò avesse mentito, o si fosse sbagliato.

Ecco perché si entra di default nella banda dei falsari di parole quando invece di cercare di sapere se questo – un fatto, non un’opinione – è vero o non è vero, si blatera di complotti, e attacchi al Papa e tutto il resto. Nelle democrazie, dove la parola è libera, si può chiedere conto all’autorità della realtà o meno di un evento. Nei regimi no; e una richiesta di trasparenza e di verità viene immediatamente etichettata come un assalto alla figura guida carismatica, al “Piccolo Padre”, al “Grande Timoniere” e così via. E i falsari di parole che reagiscono immediatamente cercano di screditare chi pone le questioni, normalmente affibbiandogli secondi, terzi e quarti fini ignobili. Anche questo l’abbiamo visto.

Perché, lasciando perdere le dimissioni, è la credibilità personale, umana, del Pontefice che è in gioco. E che rappresenta un dramma per molti cattolici, e forse anche per alcuni non cattolici. Per questo i falsari della parola evitano, nelle loro lunghe dissertazioni e analisi, di toccare questo punto. A cui il silenzio, comunque adornato e abbellito non costituisce risposta. Una scimmia vestita di seta resta una scimmia. In maniera vaga il C9 adombra la possibilità che la Santa Sede formuli «gli eventuali e necessari chiarimenti» a «fronte di quanto accaduto nelle ultime settimane».

Intanto anche fra i più accesi denigratori dell’arcivescovo Viganò ora si ammette che «è evidente che l’ex nunzio negli Stati Uniti ha citato date e documenti in suo possesso (o passati sotto i suoi occhi) sui quali non c’è motivo di dubitare». Un’ammissione importante. E se non si fosse sbagliato neanche sull’udienza del 23 giugno 2013 con papa Bergoglio? I «chiarimenti» sono centrali anche, e forse soprattutto, su questo avvenimento. (TOSATTI)

Anonimo ha detto...

Scoppia un altro bubbone, in Germania, ma accuratamente si evita di ammettere l'evidenza: l'omosessualità degli abusatori è causa preminente del problema. Intanto Bergoglio - Giuda omertoso che fa il predicozzo ai mafiosi - tace: non vede, non sente, non parla.

Il rapporto sugli abusi clericali in Germania è uscito e immediatamente è partita l’operazione da parte della Chiesa locale per dire contro l’evidenza che l’omosessualità non c’entra. Lo studio dimostra che ci sono state gravi omissioni da parte dei vescovi tedeschi e che i ricercatori hanno trovato indizi che le cartelle personali e altri documenti sono stati distrutti o manipolati. La maggioranza dei preti coinvolti è omosessuale, ma la reticenza della Chiesa "liberal" tedesca dimostra che è in corso una campagna per normalizzare l’omosessualità.
"Il rapporto sugli abusi clericali in Germania è uscito e immediatamente è partita l’operazione da parte della Chiesa locale per dire contro l’evidenza che l’omosessualità non c’entra. Lo studio dimostra che ci sono state gravi omissioni da parte dei vescovi tedeschi e che i ricercatori hanno trovato indizi che le cartelle personali e altri documenti sono stati distrutti o manipolati. La maggioranza dei preti coinvolti è omosessuale, ma la reticenza della Chiesa "liberal" tedesca dimostra che è in corso una campagna per normalizzare l’omosessualità."

Intanto, in Cina ha detto...

Il 10 settembre scorso in Cina sono state emanate nuove norme che sono persecutorie.

Con le nuove “Misure per la gestione delle informazioni religiose su Internet” quei gruppi o chiese che desiderano mantenere un sito web religioso avranno bisogno di una licenza rilasciata dal governo che certifichi che il loro contenuto è politicamente accettabile. L’evangelizzazione online è severamente proibita, così come i materiali destinati a convertire i lettori. Le risorse catechetiche o istruttive non possono essere pubblicate apertamente online e devono essere limitate alle reti interne alle quali si accede con nomi utente e password registrati.

Il divieto rappresenta l’ultimo sviluppo della politica di Sinicizzazione del Presidente Xi Jinping, che antepone l’identità nazionale e il credo politico comunista alla fede religiosa.

Anonimo ha detto...

INCREDIBILE ARTICOLO DI A. TORNIELLI .... LEGGETE E RIMANETE SCONVOLTI PER LE ASSURDITA' CHE DICE ... TRA L'ALTRO VORREI CAPIRE QUALI SAREBBERO I GRUPPI CHE AFFERMANO CHE "
I gruppi politico-mediatici e i giornalisti che hanno collaborato con l'ex nunzio Carlo Maria Viganò a scrivere, aggiustare e poi a divulgare il “comunicatoˮ con la clamorosa richiesta delle dimissioni del Pontefice, insistono da settimane a dire che il problema nella Chiesa non sono gli abusi sui minori ma l'omosessualità. " .... FATEMI VEDERE CHI DICE QUESTE COSE .... E VERIFICATE BENE SE NON E' VERO CHE IL PROBLEMA E' L' ABUSO E L' OMOSESSUALITA' PRATICATA .... INOLTRE DICE TORNIELLI "No, McCarrick non aveva relazioni omosessuali. " !!!!!!!!!!!!!!!!!!!
... OK ... E IO SONO IL PRESIDENTE DEGLI USA !!!!!!
E MI SCUSO PER LE RISATE MA LE AFFERMAZIONI DI TORNIELLI SONO ASSURDE E RISIBILI ...
DICE ANCORA TORNIELLI
"Ancora, Viganò fa ricadere tutta la responsabilità della promozione di McCarrick sul Segretario di Stato Angelo Sodano, quando è ben noto come allora non fosse certamente nelle sue mani tutto il potere riguardo alle nomine."
MA MONS. VIGANO' NON FA RICADERE SU SODANO TUTTA LA RESPONSABILITA' INFATTI DICE IL MONS. SUDDETTO : " Fu la nomina a Washington e a cardinale di McCarrick opera di Sodano, quando Giovanni Paolo II era già molto malato? Non ci è dato saperlo. È però lecito pensarlo, ma non credo che sia stato il solo
responsabile." .... QUINDI TORNIELLI E' PROPRIO FUORI LINEA!
Tullio Rotondo