Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

lunedì 20 luglio 2020

C'è una logica in questa follia!

“Scappa dal coronavirus”, giudice concede protezione umanitaria a un pakistano perché «in patria rischierebbe la salute».
Semplicemente assurdo! Così si apre a flussi senza fine, in particolare dall'Africa. Di fatto l'attuale governo, mentre paradossalmente chiude ai turisti, sta disseminando l'Italia di infetti: non blocca gli sbarchi nonostante il rischio Covid e i clandestini vengono sparsi un po' dovunque per tutta l'Italia oltretutto senza adeguate misure e regolarmente spariscono diffondendo il contagio! C'è da qualche parte un magistrato che si ricordi del reato di epidemia dolosa? Chi giudica i giudici e coloro che operano contro l'Italia e gli italiani? Ma gli italiani - e le opposizioni - dove sono? Qui indice precedenti sull'immigrazionismo.

Come riportato dall’edizione odierna de La Verità, il 25 giugno scorso una corte del tribunale di Napoli ha riconosciuto la protezione umanitaria a un pachistano. La motivazione? Perché nella regione del Punjab, da cui proviene, il virus si sta diffondendo in maniera rapida e le strutture sanitarie del posto non sono all’altezza. A emettere la sentenza è stato il collegio presieduto da Marida Corso della tredicesima sezione civile del Tribunale di Napoli. Lo straniero, dopo il rifiuto del riconoscimento della protezione internazionale avvenuto nel 2018, ha fatto ricorso contro la commissione territoriale del Ministero dell’Interno.

 La decisione – I giudici, nelle 11 pagine di motivazione del decreto, riconoscono che dagli atti non emerge “alcun credibile e fondato rischio di persecuzione, né il rischio di grave danno”.
Tutto qui? Assolutamente no. Improvvisamente arriva il colpo di scena: il collegio decide di valutare “la sussistenza di condizioni di grave vulnerabilità in cui verrebbe a trovarsi il ricorrente in caso di rimpatrio, connesse a situazioni di insicurezza derivanti dalla pandemia di Covid 19 nel Paese d’origine, da bilanciarsi con l’integrazione conseguita in Italia attraverso i numerosi contratti di lavoro susseguitisi negli anni”. Allora i magistrati si mettono al lavoro e consultano le fonti internazionali per verificare quale sia la situazione Coronavirus in Pakistan: viene scritto che la situazione ha assunto una “rilevante gravità, cui il sistema sanitario pachistano non appare capace di far fronte”. E viene messo in evidenza “un’enorme concentrazione di casi nel Punjab (15.346)”.

Perciò, dopo aver esaminato il sistema sanitario pachistano, il collegio è arrivato a una conclusione: “I servizi sanitari per i poveri sono diventati scarsi (..) i servizi di assistenza primaria sono scadenti, specialmente nelle zone rural”. Pertanto ecco la clamorosa decisione, presa alla luce dell’estensione dell’epidemia di Coronavirus in Pakistan e delle gravi carenze del servizio sanitario pubblico, in particolare nella regione del Punjab: il collegio ritiene che la domanda di protezione umanitaria “possa essere accolta perché il rientro in patria in questo momento porrebbe il ricorrente in condizione di estrema vulnerabilità mentre egli risulta integrato nel territorio nazionale”. Fonte

22 commenti:

Anonimo ha detto...

Voi difensori dell'immigrazionismo ditelo chiaramente: a noi non importa una cippa delle sorti dei nostri lavoratori e della integrità sociale della nostra nazione (nonché della nostra identità, cultura e civiltà)

Continua a crescere il numero degli sbarchi e degli arrivi irregolari nel nostro territorio nazionale e le forze governative – e filo governative – semplicemente se ne sbattono, se non addirittura plaudono. Esprimendo così una totale e colpevole incomprensione per ciò che sta avvenendo. Avranno poi poco da gridare al razzismo queste sciagurate e irresponsabili parti quando la situazione si esprimerà non soltanto con mugugni; allora dovranno solo rispondere di alto tradimento verso le classi lavoratrici e popolari. Perché sono queste a subire più direttamente le conseguenze nefaste delle politiche immigrazioniste, anche se la faccenda riguarda l’intera nazione poiché l’immigrazionismo induce alla degradazione l’intero tessuto sociale.

Non si chiede nulla al PD, IV et similia, la loro politica in materia immigratoria è ormai da anni fortemente favorevole ai liberi flussi (tant’è che bellamente usano il termine ideologico “migranti”) e non a caso vorrebbero adottare lo “jus soli”; ma sui 5stelle due parole sono necessarie. Costoro anni fa parlavano di blocco dei “taxi del mare”, oggi invece sono completamente appecoronati all’impostazione dei soci di governo. Il che tradisce una posizione del tutto strumentale e demagogica sul tema: quando c’era da contendersi l’elettorato popolare non favorevole all’“accoglienza” allora gli andava bene usare certe parole d’ordine, gli andava bene passare per populisti, ma siccome hanno capito che da questa parte non si sfonda, ma solo per loro colpa, ripiegano quindi sulle posizioni dei propri alleati. Come hanno fatto per altre “decisive” questioni. Risuonano ancora le sguaiate urla di gioia per il “successo” nella trattativa Autostrade. Mandando affanculo la tanto sbandierata revoca al gruppo Benetton. A dimostrazione che i 5stelle navigano a vista, di volta in volta decidendo in quale porto assicurare gli incassi derivanti dalla loro politica opportunista e trasformista. E pensare che c’è chi, nostalgico di una sinistra che non esiste più, vede in questo gruppo eterodiretto momenti di resistenza ai grandi interessi.

Tornando al tema migratorio, su questo terreno bisogna essere coerenti, non si può barare, non può esso diventare pretesto di qualche campagna elettorale. Perché è una questione dannatamente seria. Dalla quale dipende l’idea stessa che si ha del proprio Paese. E l’idea che questo governo e classe dominante hanno delle sorti nazionali è chiaramente quella dello smembramento e della disgregazione delle identità.

Alcuni dati ripresi dal cruscotto giornaliero del ministero degli Interni (riguardano solo gli sbarchi). Al 15 luglio quest’anno sono sbarcati 9.771 stranieri, a fronte dei 3.867 del 2019. Un incremento di 5.904 arrivi pari a un incremento percentuale del 153%. Considerando che quest’anno l’attività dei mercanti di uomini si è rallentata nei mesi cruciali del coronavirus. Interessante il dato statistico che vede nel periodo 2005-2018, in Italia, la riduzione degli occupati nativi di 0,8 milioni, mentre i lavoratori stranieri sono cresciuti 1,5 milioni. Una sostituzione di circa un milione di lavoratori nativi con lavoratori stranieri. [Fonte: “Il lavoro importato”, di A. Barba e M. Pivetti]. Sulla base di questi dati come si può ancora continuare a sostenere che «ci sono lavori che gli italiani non vogliono più fare»? Classisti! Demofobi! Odiatori del popolo! (Antonio Catalano)

Anonimo ha detto...

Non credo che queste denunce lamentose sortiscano alcunché, come nulla hanno sortito fin qui, se non aumentare gli sbarchi.

Occorrono interventi seri da parte di persone al di là di ogni pregiudizio, oppure manifestazioni corali e composte della popolazione disseminata sul territorio nazionale. Finché le persone di penna taceranno e le persone di piazza non si alzeranno dal proprio divano, continueremo il lamento e la conta degli invasori richiamati dai traditori italiani venduti al nemico.

Japhet ha detto...

Per i pubblici esercizi, già in difficoltà, rigore assoluto sul mantenere le distanze e le mascherine. E multe salate e controlli ossessivi e castranti.
Per le ONG che traghettando invasori, per di più infetti, ponti d'oro!

mic ha detto...

""Finché le persone di penna taceranno e le persone di piazza non si alzeranno dal proprio divano, continueremo il lamento e la conta degli invasori richiamati dai traditori italiani venduti al nemico.""

Anonimo ha detto...

Ci vorrebbe… una rivoluzione spirituale.

Si possono e si debbono fare programmi, per la città di domani, che affrontino mille problemi: i parcheggi, il centro storico, la sicurezza, le periferie… Tutto vero. Si possono fare lunghi elenchi di cose, come gli elenchi della spesa. Ma c’è un punto che è necessario comprendere: che quello che ci vorrebbe, anzitutto, è una rivoluzione spirituale.

Leggiamo i dati dell’Ufficio Statistiche del Comune di Trento, e apprendiamo, infatti, che “Trento diventa sempre più vecchia”: sempre meno bambini, sempre più anziani, sempre più emigranti e sempre più persone single (oltre il 40 %). Se Trento fosse un paziente, il medico di turno gli pronosticherebbe pochi anni di vita. Forse aggiungerebbe: “guardi, se ci mette un po’ di grinta e un po’ di desiderio di vivere, allora tutto è possibile. Perché per guarire non basta curare il corpo, bisogna anche che lo spirito lo sostenga”.

Certo, le rivoluzioni spirituali non le fanno i sindaci e i consiglieri comunali: ci vuole ben altro. Per riempire il vuoto che sta soffocando l’Occidente intero, chiudendolo alla vita, alla relazione, allo schiamazzo festante dei bambini, non bastano cento partiti. Ma anche la politica può fare qualcosa. Nel nostro piccolo, noi di “Si può fare!” siamo scesi in campo anche per questo: sono tante le cose che si possono fare, ma nessuna di queste è veramente decisiva, se non si torna a concepire la famiglia, prima ancora del lavoro, come elemento fondante della polis. Si vive con gli altri e per gli altri; si riscopre la vita donandola, e si affronta bene il presente solo se radicati in una storia proiettata verso l’avvenire.

E’ la famiglia la cellula vitale di una società. Dove ci sono padri e madri, la speranza e l’impegno non vengono mai meno, alimentati dall’ amore e dal servizio; dove ci sono figli, c’è l’entusiasmo della vita, mentre la solitudine degli anziani lascia il posto alla bellezza dell’essere, come nonni, ancora protagonisti preziosi della comunità.

Francesco Agnoli, Mauro Sarra, di “Si può Fare!” con Silvia Zanetti sindaco

https://www.youtube.com/watch?v=P0gj9VifVxg

Marisa ha detto...

Ah davvero? In Pakistan c'è il Covid-19? E il sistema sanitario di quel Paese non è in grado di farvi fronte, mentre l'Italia è uno Stato saldo, immune e sicuro?
Beh, allora tiriamo qui tutti i pachistani che lo richiedono, così come stiamo tirando qua tutta l'Africa.
Questione di umanità.

Parentesi: questo, PER PURA COMBINAZIONE, aiuta tutti gli italici spanditori pubblici di panico a piene mani; i poveretti non sanno più che fare per convincere il popolo che il virus continua ad esplodere in sempre nuovi 'FOCOLAI' (ehm, chi li certifica? di quale carica virale??) e soprattutto per procurare del Covid 'fresco', ammesso esista ancora.
Ma la magistratura, come la Provvidenza, vede e provvede...

Anonimo ha detto...

Lampedusa blindata con decine di poliziotti, carabinieri e finanzieri, a presidiare l’isola oggi particolarmente calda per l’arrivo del ministro dell’Interno Luciana Lamorgese accompagnata dal prefetto Franco Gabrielli, che ha incontrato il sindaco Salvatore martello e l’amministrazione comunale.

Ma proprio davanti il palazzo comunale ad attenderla, c’erano tanti residenti che hanno dato vita ad una rumorosa protesta, capeggiati dall’ex senatrice della Lega, Angela Maraventano, che al grido “La devi smettere, devi chiudere immediatamente i porti perché sei complice di questi traffici. Questo e’ un governo di scafisti”, ha anche esposto un vistoso striscione con la scritta “Scafisti” a suggello delle parole.
Che il ministro fosse accolta da proteste c’era da aspettarselo, l’ondata di arrivi di barchini e carrette del mare della settimana scorsa, che hanno persino costretto il presidente della Regione, Nello Musumeci, ha chiedere lo stato d’emergenza, ai residenti non è proprio piaciuto. Come sicuramente non piace il modo in cui è stata gestita l’emergenza immigrazione sull’isola, che basa la sua economia sul turismo e con questi sbarchi incontrollati associati al pericolo covid, non aiutano un settore in profonda crisi.

Oltretutto Lampedusa non è dotata di un proprio ospedale, ma per le emergenze sanitarie dispone solo un poliambulatorio che non può coprire i rischi da contagi di Covid-19.
...
l’ex senatrice della Lega Angela Maraventano che ha detto: “Il ministro deve chiudere i porti e deve chiudere il buco del centro d’accoglienza da dove queste persone escono quotidianamente”. Poi ha aggiunto: “sull’isola sbarcano 400-500 immigrati al giorno, mentre i cittadini non possono neanche incontrarsi per non crerare assembramenti, forse perché ci vogliono tappare la bocca”.

Infine la Maraventano rivolgendosi al ministro ha concluso: “La devi smettere, devi chiudere immediatamente i porti perché sei complice di questi traffici. Questo e’ un governo di scafisti. E’ una vergogna. Ci sono stati 3 mila sbarchi in una settimana e questa è l’accoglienza che merita”.

Il sindaco Martello a margine dell’incontro ha dichiarato: “Il ministro si è impegnata ad attivare un tavolo di confronto con altri ministeri per portare avanti un’azione coordinata che possa affrontare altri aspetti: dalla dichiarazione dello stato di emergenza per l’isola agli interventi legati alla crisi Coronavirus, fino allo sconfinamento nelle nostre acque territoriali di pescherecci nordafricani”.

https://www.fattieavvenimenti.it/lampedusa-arriva-il-ministro-lamorgese-accolta-da-proteste-e-la-scritta-scafisti-e-chiudi-i-porti-o-sei-complice/

Anonimo ha detto...

I traditori, bisognerebbe scrivere qualcosa, un libro forse, sui traditori, sulle traditrici; scandagliare i tratti comuni, le caratteristiche biografiche, morali per poter affinare un pronto giudizio su di loro.

Bisognerebbe distinguere traditori e traditrici di singole persone, da quelli di gruppi di persone ed ancora i traditori di popoli, di moltitudini.

Capire la mente di chi tradisce un popolo, capire la mentalità di chi vuole morto il popolo che gli/le ha dato i natali, un'istruzione, un lavoro anche molto ben remunerato.

Capire i motivi del tradimento, i perché, cosa spinge al tradimento. Capire perché si tradisce dopo aver giurato fedeltà, ad esempio.

Interessante questa contraddizione, tutti quelli che governano un popolo prima di esercitare i compiti del loro nuovo stato, giurano.

Sarebbe interessante capire se il giuramento per loro è stato una mera formalità oppure un impegno sacro da rispettare costi quel che costi.

Bisognerebbe scandagliare il nesso tra tradimento e potere, tra potere esercitato e potere subito.

I motivi per i quali tradisce un maschio ed i motivi per i quali tradisce una femmina, anche questo aspetto affrontato seriamente potrebbe essere di grande aiuto alla comprensione del tradimento generale.

Ora mi sorge un dubbio che le quota rosa non siano state intese, da chi esercita veramente il potere, tanto come pareggiamento di mansioni quanto come strumento di indebolimento degli stati, della chiesa.

La donna anche quella più mascolina tende ad assecondare il potere subito così, molto spesso, il potere poi esercitato ne esce stravolto.

Il tradimento di una donna può essere negli effetti devastante.

Esistono donne che hanno tradito e tradiscono il proprio ufficio ed il proprio popolo, difficile capire chi nei pensier si fingano di colpire colpendo il proprio popolo e/o le moltitudini di altri paesi.

Difficile anche capire le distorsioni della mente, del cuore, degli atti di chi tradisce in modo reiterato.

Anonimo ha detto...

Questi sono pazzi!
Walter Ricciardi, consulente del ministro Speranza, invoca un sostegno economico per gli immigrati che sono in quarantena. Per gli italiani che non seguono le regole, invece, chiede il pugno di ferro

Anonimo ha detto...

https://www.iltempo.it/attualita/2020/07/16/news/migranti-sbarcati-a-porto-empedocle-video-incastra-il-governo-tutti-tunisini-nessuno-scappa-dalla-guerra-lampedusa-immigrati-23851691/amp/

Anonimo ha detto...

I poliziotti si lamentano per le botte prese dai migranti. Prima eseguono gli ordini del regime vessando cittadini che passeggiano, poi protestano perché il regime fa sbarcare clandestini che li picchiano. Difendete il regime? Prendetevi tutto il pacchetto.
https://t.co/kpFBiwUAfX

Anonimo ha detto...

Siria News
Accade nella Siria di Assad, "il macellaio".
La Cattedrale di Sant'Elia ad Aleppo, in Siria, distrutta dagli attacchi missilistici dei "ribelli moderati" di Al-Qaeda, ha finalmente riaperto i battenti oggi.
Ci sono voluti 3 anni ai siriani per riportare la Cattedrale al suo antico splendore, anche grazie agli aiuti del governo del "dittatore" Bashar al-Assad - una bella notizia che non vedremo sui media mainstream.

Anonimo ha detto...

Articolo del 2017 ma tuttora valido.
https://www.ilgiornale.it/news/politica/migranti-bloccare-e-non-accogliere-oppure-litalia-muore-1423539.html

Viator ha detto...

L’unico modo di fermare questa invasione è un blocco navale. Ma prima, serve una presa di coscienza: sono invasori, non ‘profughi’. Lo sanno gli italiani, lo sa anche il governo,

Anonimo ha detto...

Speranza: "Quarantena per chi arriva da Romania e Bulgaria"
E per i CLANDESTINI NESSUNA NOTA ?????

Anonimo ha detto...

PERCHÉ SI NEGA AI CETI POPOLARI IL DIRITTO DI CRITICA AL FENOMENO DELLE MIGRAZIONI?
Continuano indisturbate ad approdare presso le coste meridionali della nostra Penisola barche barchini e barconi, scaricanti prezioso carico umano, vera e propria gallina dalle uova d’oro, che la neo-lingua dell’ideologia “no borders” chiama migranti. Come se lo stato non esistesse, come se fosse normale che venga meno uno dei suoi presupposti costitutivi: la difesa dei confini nazionali; d’altronde, lo dichiarò papale papale circa due anni fa lo stesso capo di stato maggiore della Difesa, il generale Enzo Vecciarelli: «Oggi non è più necessario difendere i confini, quella che va difesa è la libertà di tutti i cittadini, di muoversi e di fare impresa». Di muoversi e di fare impresa. Chiaro? Liberi di bestemmiare Dio, tanto è morto, ma guai a toccare il totem delle “libertà” capitalistiche, quelle iscritte nei principi costitutivi della Ue, le sacre quattro libertà di circolazione che rappresentano l’alfa e l’omega della sua teologia liberista: di merci, di capitali, di servizi, di persone. Capito perché lo stato è d’impiccio con le sue regole d’annata? Il mercato globale non accetta condizioni, vuole libertà, libbertààààà!
Qualche anno fa l’economista Paul Collier osservava che negli ambienti liberali è molto difficile discutere liberamente del tema migrazioni, «l’unica opinione consentita è quella che condanna l’avversione popolare nei suoi confronti». Nel lontano 1973 l’allora presidente della repubblica francese, Georges Pompidou, in occasione del varo della politica dell’”immigration stop”, ammise candidamente di aver promosso negli anni precedenti una politica di apertura e di regolarizzazione dei flussi clandestini sotto la pressione delle grandi imprese, che chiedevano si esercitasse una spinta al ribasso sui salari dei lavoratori gallici e che si indebolisse attraverso la concorrenza degli immigrati l’unità del movimento operaio. A dimostrazione che i flussi non sono “spontanei”, ma regolati “liberamente” dal mercato; e a dimostrazione, casomai fosse ancor necessario dimostrarlo, che i flussi esercitano una concorrenza a ribasso sui lavoratori autoctoni, grazie alla loro funzione di “esercito industriale di riserva”, che nel passato si alimentava in parte degli stessi nativi. Un po’ quello che accadeva in Inghilterra nell’800, quando gli irlandesi, come scriveva Engels, scoprirono «il minimo necessario a sopravvivere, e lo stanno rendendo familiare anche al lavoratore inglese… che deve lottare contro questo concorrente, un concorrente posto sul più basso piano possibile in un paese civilizzato, che per questa ragione chiede salari più bassi di ogni altro». Aggiungiamoci pure che le “libere” migrazioni di enormi masse impediscono regolari ed equilibrati processi di integrazione, il tutto a vantaggio di un pericoloso aumento nelle nostre società di fenomeni di degrado, «in particolare del degrado della coesione sociale, del degrado della solidarietà di classe insieme a quello delle condizioni generali di vita dei ceti popolari». [Barba-Pivetti, Il lavoro importato]

Anonimo ha detto...

....segue
Ecco perché nell’ultimo quarto di secolo è sempre più profonda la linea di faglia che attraversa le nostre società e che separa inesorabilmente classi dominanti e ceti popolari: i primi a sostenere l’immigrazionismo, i secondi a vivere questo sostegno come un attacco rivolto alle proprie condizioni di vita e di lavoro; ed è per questo che il consenso operaio e popolare (per ora solo elettorale) si è andato trasferendo, a partire dalla fine del secolo scorso, dai partiti di “sinistra” – la cui base elettorale è ormai quella dei ceti medio-alti, prevalentemente pubblici – a quelli cosiddetti populisti. Non è un caso. E nonostante la cultura dominante, attraverso i suoi molteplici strumenti di condizionamento ideologico, continuamente ripeta il ritornello della convenienza per tutti ad accettare l’immigrazione, i ceti popolari non ci stanno. Ma non perché siano razzisti o cazzate del genere o perché ragionino di “pancia” (ah, il vecchio classismo non muore mai!), come ripetono stucchevolmente i cantori della “accoglienza”, semplicemente perché i ceti popolari vivono giorno per giorno sulla propria pelle l’esperienza dell’aggravamento delle condizioni di vita generato dalla spinta liberalizzatrice che l’immigrazione produce nella società.
Ci troviamo con una cosiddetta sinistra (cosiddetta perché oggi non ha più senso parlare di sinistra, né tantomeno di destra, categorie ormai sepolte dalla storia non per Dpcm ma perché son venute meno le rispettive tradizionali basi sociali di riferimento), a recitare la stessa parte di quegli ambienti liberali di cui parlava Collier, quella che impone la condanna dell’avversione popolare nei confronti delle migrazioni. Ma non solo. Questa sinistra, oltre alla minimizzazione quantitativa del fenomeno, si arroga il diritto di definire “immorale” la posizione di chi nega il “diritto” di attraversare liberamente una frontiera. Per non parlare della “sinistra antagonista” – antagonista solo al senso comune – che vuole un’Europa aperta che «consideri le frontiere alla stregua di cicatrici sulla superficie del pianeta e che dia il benvenuto a tutti i nuovi arrivati» come scriveva Yanīs Varoufakīs. Da che se ne deduce che qualsiasi posizione di richiamo alla difesa dell’identità nazionale è destra estrema e populista e fascista… ohibò, gli stessi che coltivano la difesa strenua di tutte le identità, a partire da quelle di genere. Boh!
[si può leggere anche su radiomosca.com nella sezione "opinioni"]

Anonimo ha detto...

#Il problema non è la quarantena è che non devono proprio entrare

... Di qui la necessità, secondo Fedriga, di mandare i militari lungo i 200 chilometri della demarcazione ad Est, attraversata negli ultimi dieci giorni da un intenso traffico di migranti provenienti da Pakistan, Afghanistan, Bangladesh e Sri-Lanka. L'esercito al confine orientale potrebbe così rafforzare l’iniziativa annunciata dal Governo a Fedriga: «Ne ho parlato con il ministero dell’Interno, ora parte un nuovo progetto per favorire le riammissioni in Slovenia. Ma al tempo stesso si deve essere severi con chi rientra e non rispetta la quarantena».  Zaia concorda: «Vedo una certa insofferenza nel rispetto delle regole, a cominciare dall’isolamento fiduciario. Anche se la situazione è sotto controllo, dal punto di vista della gestione ospedaliera, non possiamo permetterci di ridare spazio al virus: chi arriva deve essere sottoposto subito alla misurazione della temperatura, al test rapido e, in caso di positività, alla quarantena». 

https://www.ilmessaggero.it/italia/esercito_confini_veneto_friuli_venezia_giulia_luca_zaia_massimiliano_fedriga_ultime_notizie-5367245.html

mic ha detto...

Siamo all'assurdo. Minniti riconosce il problema migranti-covid ma non si preoccupa né del contagio né dell'invasione e delle conseguenti soluzioni da attivare. Il problema è che "non riconoscerlo fa vincere Salvini"!

https://www.ilfoglio.it/politica/2020/07/25/news/c-e-un-evidente-correlazione-tra-immigrazione-e-covid-e-negarlo-fa-vincere-salvini-parla-minniti-322743/

Anonimo ha detto...

Arrestati a Udine per droga.
17 afgani 7 pakistani 2 algerini 2 marocchini.
Scappavano dalla guerra inesistente e vendevano morte in Italia.
"Ci arricchiranno culturalmente, socialmente e economicamente".
Cit Saviano

Anonimo ha detto...

Fabio Rampelli:
Proprio ieri abbiamo ricordato al Governo come la situazione sbarchi sulle coste italiane sia diventata insostenibile, in particolare a Lampedusa dove in 48 ore sono arrivati circa 1000 migranti, tra cui diversi casi di positività al Covid-19. Oggi il sindaco di Lampedusa lancia l'allarme dicendo che 'se il governo non proclamerà lo Stato di emergenza lo farà lui'. I centri di accoglienza e l'hotspot sono saturi, al collasso, una gestione che è ormai emergenza. Il ministro dell'Interno anziché fronteggiare la situazione è paradossalmente scomparso dai radar. Lamorgese intervenga urgentemente riconoscendo lo stato di emergenza per Lampedusa altrimenti si dimetta.

Anonimo ha detto...

Immigrati infetti da Lampedusa in tutta Italia, Poliziotti in rivolta: “E’ una bomba ad orologeria”!
QUESTO GOVERNO VA FERMATO PRIMA CHE SIA TROPPO TARDI.
MATTARELLA toc toc?
Salvatore Napolitano