Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

martedì 15 marzo 2022

I russi sono sintonizzati con il messaggio di Fatima?

La guerra in Ucraina ha catapultato il Messaggio di Fatima al centro delle discussioni.
I misteriosi riferimenti della Madre di Dio del 1917 alla Russia e ai suoi errori fanno da sfondo al bilancio di morte e distruzione in Ucraina: "Se si ascolteranno le mie richieste, la Russia si convertirà e si avrà pace; diversamente, diffonderà i suoi errori nel mondo, promuovendo guerre e persecuzioni alla Chiesa; i buoni saranno martirizzati, il Santo Padre dovrà soffrire molto, diverse nazioni saranno annientate".

La Madonna ha anche parlato della conversione finale della Russia dopo la consacrazione della nazione al suo Cuore Immacolato. Molti hanno giustamente affermato che gli errori della Russia erano quelli del comunismo. La Russia li ha effettivamente diffusi in tutto il mondo dal 1917 in poi.

Una conversione controversa
A partire dal crollo dell'Unione Sovietica del 1991, tuttavia, tra i cattolici occidentali cominciò a circolare un'opinione errata, secondo cui questa era la conversione della Russia prevista dalla Madonna. La narrazione della conversione si è rafforzata sotto Vladimir Putin.

La narrativa della conversione si riferisce alla caduta del comunismo e ai successivi tentativi di ristabilire una parvenza di ordine nella terra devastata da sette decenni di dominio ateo. Alcuni vedono nell'aumento post guerra fredda della professione religiosa (anche se non della pratica) una sorta di conversione in corso.

Alcuni cattolici sono fin troppo pronti a inserire questi sviluppi nel messaggio di Fatima. Non importa quanto piccolo un gesto sia, essi lo interpretano immediatamente come parte di un processo di conversione. Inoltre, sono ben soddisfatti di vedere l’Ortodossia russa, non la Chiesa Cattolica, come lo strumento di Dio in questa conversione. Come se questo non facesse nessuna differenza.

Tutti questi punti sono oggetto di discussione tra coloro che in Occidente sostengono quella che si potrebbe chiamare la narrativa della conversione della Russia alla luce di Fatima. La discussione spesso include una contro-narrazione, che afferma che anche le nazioni occidentali decadenti e moralmente corrotte hanno bisogno di convertirsi, forse più della Russia.

La narrativa si estende ancora
Il problema con la narrativa della conversione della Russia è che deve avere luogo all'interno del Messaggio di Fatima. Gli eventi devono corrispondere alla realtà se si vuole credere alla detta narrativa. Non c'è spazio per variabili utilizzando fatti distorti.

Qualsiasi situazione può essere adattata a una narrativa, purché assomigli alla trama generale. Tuttavia, una narrativa può essere allungata solo fino a un certo punto. Quando gli elementi chiave non si adattano più, l'intera struttura cade. Questo è il caso della narrativa della conversione della Russia. Allunga troppo le cose e i fatti non corrispondono più al copione.

Questa Russia in via di conversione sembra in realtà incline alla decadenza come altri paesi europei. Un'indagine sulle nazioni dell'Europa orientale, per esempio, mostra che i cattolici sono molto più propensi degli ortodossi russi a partecipare alle funzioni settimanali (42% in Polonia contro il 7% della Russia), a digiunare durante i tempi sacri (72% in Croazia contro il 27% in Russia) o a impegnarsi nella preghiera quotidiana (44% in Croazia contro il 18% in Russia). I dati delle Nazioni Unite rivelano che la Russia ha il più alto tasso di aborto pro capite del mondo, quasi il triplo di quello americano. La Russia continua ad avere uno dei più alti livelli di consumo di alcol nel mondo. Anche altri indicatori sociali come i tassi di suicidio e i livelli di prostituzione sono estremamente alti.

Una conversione indesiderata
Tuttavia, il fatto che funziona maggiormente contro la narrativa della conversione è che la maggior parte dei russi si identifica con la Chiesa Ortodossa russa, non con la Chiesa Cattolica romana. Perciò rifiutano la narrativa di Fatima essendo questa cattolica. La storia della conversione russa inciampa sul fatto che i russi non vogliono essere convertiti da Fatima.

Questo non significa che i russi non abbiano desiderato essere liberi dal giogo sovietico. Significa solo che i russi non vedono questa liberazione venire dalla Madonna di Fatima. Purtroppo, essi non inquadrano i cambiamenti che avvengono in Russia come parte di un trionfo universale del Cuore Immacolato di Maria.

La narrativa della conversione della Russia incontra ulteriori difficoltà. I gerarchi ortodossi russi tendono a vedere le apparizioni di Fatima come una montatura cattolica finalizzata a invadere quello che essi sostengono essere esclusivamente “territorio canonico” ortodosso e area di influenza. Visto alla luce del Grande Scisma del 1054, quando la Chiesa orientale lasciò Roma, il messaggio di Fatima viene rifiutato. Gli ortodossi hanno a lungo perseguitato i cattolici in Russia e inibito la pratica della vera Fede.

Invece di abbracciare il Messaggio di Fatima come un aiuto mandato dal cielo per incoraggiare i russi in questo momento di grande bisogno spirituale, la Chiesa Ortodossa russa lo guarda con risentimento. Essa sostiene che la Russia non ha bisogno di conversione, poiché è cristiana da più di mille anni. Non c'è bisogno di consacrazione perché il popolo russo ha già riconosciuto la Madonna come la Madre di Dio, la Theotokos.

Insomma, la Chiesa Ortodossa russa si auto-esclude dal Messaggio di Fatima perché i suoi gerarchi non credono che venga dal cielo.

Così viene rifiutato il più grande sostegno
C'è quindi un grande e ombroso silenzio su Fatima nelle vaste distese della Russia. La Chiesa russa e i funzionari civili non fanno appello a questo potentissimo alleato soprannaturale che ha promesso loro la liberazione dai mali moderni. Di conseguenza, la Russia non si è convertita e langue nella corruzione morale e nel peccato che dominano il mondo.

Nemmeno l'Occidente si è convertito, certo. Non ha nemmeno ascoltato il Messaggio di Fatima quando poteva trarne così tanto vantaggio. Se il Messaggio di Fatima non fosse stato respinto, l'appello universale della Madonna alla preghiera, alla penitenza e all'emendamento della vita avrebbe prodotto meraviglie tali che avrebbero trasformato il mondo.

Una narrazione che non è finita

Il Messaggio di Fatima è ancora attuale. Tuttavia, perché abbia senso, si deve assumere una posizione veramente equilibrata, ammettendo che sia l'Oriente che l'Occidente non hanno ascoltato il Messaggio di Fatima. Il mondo intero ha bisogno di conversione perché l'errore domina ancora ovunque. Sia l'Oriente che l'Occidente hanno adottato una posizione altra rispetto a quella richiesta dalla Madre di Dio a Fatima e, dunque, abbracciano un mondo peccaminoso e moderno. Poiché il Messaggio della Madonna non è stato ascoltato, sia l'Oriente che l'Occidente sono diretti verso un castigo senza precedenti nella storia del mondo.

Non è il momento di puntare il dito l'uno contro l'altro, ma di battersi il petto in segno di pentimento. Ora più che mai il mondo ha bisogno di Fatima. Ha bisogno di pentimento. La sua unica speranza di sopravvivenza è la Madonna. 
John Horvat - Fonte: Tfp.org - Traduzione a cura di TFP – Italia 

21 commenti:

tralcio ha detto...

A Fatima la Vergine presenta un rimedio al disastro incombente e parla della devozione al suo cuore immacolato; la devozione riguarda i cuori dei devoti, singolarmente.

Fatima è un problema per le gerarchie: quelle ortodosse devono ancora comprendere teologicamente l'Immacolata Concezione come dogma; mentre quella cattolica, a livello vaticano, conosce il dogma ma ci crede fino a un certo punto, specialmente la chiesa modernista postconciliare e sinodal-sinodaleggiante; quelle luterane/protestanti lasciamo stare.

In casa cattolica non si è data lettura del terzo segreto forse perchè all'epoca classificato tra i "profeti di sventura" quando si inaugurava la magnifica primavera ecclesiale di cui stanno ancora aprendosi i fiori, profumando l'aria depurata da eccessi di incenso. Dopo l'attentato a Giovanni Paolo II c'è stato un ritorno di interesse, per poi recingerlo nel deja vu nel 2000. Poi ci pensò Benedetto XVI a rilanciare, nel 2010, salvo recingere lui, dal 2013.

La cronaca riporta l'attenzione sulla Russia e quindi su Fatima. Non entro nel merito di torti e ragioni tra le parti, focalizzando piuttosto la realtà di fede che riguarda le persone: una fede mariana trasversale, tra russi, ucraini e molti cristiani occidentali, proprio quando la cattolicità è in crisi e l'Occidente, nelle sue espressioni sociali e culturali, pencola pericolosamente verso l'idolatria.

Da noi si celebrano battesimi senza nominare nemmeno il peccato originale. Chiudiamo le chiese o ne facciamo un'area commerciale.
La Russia-URSS si è trasferita nel mainstream e nei gangli del potere.
L'ex Russia geografica intanto costruisce edifici di culto.
Il silenzio di troppi su Fatima non impedisce a Fatima di parlare.
"Alla fine il mio cuore immacolato trionferà", la sola voce da ascoltare.

Forse i Russi sono sintonizzati, gli ucraini (al governo) no ha detto...

"A "Otto e mezzo" di stasera c'è stato un momento - durato una decina di minuti circa - in cui si è capito che un atterrito Massimo Giannini (La Stampa) ha capito. Ha capito che qualcosa non torna più, nel racconto - meglio: nella narrazione - della guerra in Ucraina. Da questa parte dello schermo lo abbiamo capito dallo sguardo sbarrato e dalle labbra serrate in una sorta di smorfia angosciata. Perfino Lilli Gruber è parsa vacillare, non sapendo più da dove e come riprendere il filo del discorso. Poi, con molto mestiere e bravura ha rimediato. L'unico che è parso non sorpreso è stato Caracciolo, il direttore di Limes, che evidentemente non si era fatto soverchie illusioni. E purtuttavia, aveva il volto parecchio tirato, e un po' scavato.
Insomma, il gelo era sceso nello studio, dopo che - intervistata da Gruber - Iryna Vereshchuk, divisa verde e sguardo di ghiaccio, ha detto a nome del governo ucraino, da lei rappresentato nella veste di vicepremier, le seguenti cose: a) Il governo ucraino sa qual è la verità e ha il coraggio di dirla; b) la verità è una sola; c) il presidente è il popolo, il popolo si riconosce nel presidente; d) no-fly zone subito sulle centrali nucleari; e) intervento militare degli USA in Ucraina; f) garanzie internazionali occidentali, da parte di USA e GB, per l'Ucraina per il dopoguerra; g) Crimea e Donbass restituite all'Ucraina, dopo periodo di monitoraggio internazionale; h) né il riconoscimento delle repubbliche del Donbass né della Crimea né la neutralità dell'Ucraina possono costituire base di trattativa con la Russia.
Giannini, nonostante lo sconcerto - e, immagino, il brivido lungo la schiena - è stato lucido nel far notare a Vereshchuk che, con queste premesse non ci potrà mai essere nessuna trattativa con la Russia. La risposta è stata che l'Occidente deve prendersi ora quelle responsabilità che non si è preso in passato.
Caracciolo ha fatto notare alla vicepremier che questa base negoziale forse poteva andare bene nel 2014, certo non ora, con la situazione attuale sia politica sia militare. E che una trattativa realistica non poteva che avere come punto di partenza lo status ante 23 febbraio, poiché gli USA non interverranno mai in Ucraina in un confronto militare diretto, poiché questo significherebbe lo scoppio di un conflitto mondiale.

Forse i Russi sono sintonizzati, gli ucraini (al governo) no ha detto...

...segue
La replica è stata che la Russia va fermata ora in Ucraina perché il conflitto ci sarà ugualmente.
In precedenza, su domanda di Gruber circa le vittime odierne a Donetsk e sul rimpallo delle responsabilità del bombardamento, la risposta è stata che i russi sparano sui (loro) civili per attribuire la responsabilità agli ucraini. Gli ucraini, ha aggiunto poco dopo, sono credenti e sono per l'amore.
Vereshchuk, che ha anche un passato come militare, è considerata esponente conservatrice e moderata nella compagine di governo.
Ecco, lo sguardo angosciato di Giannini ha restituito l'istante dell'illuminazione, quando ha capito di non aver capito granché su chi fossero i difensori della libertà, su quali fossero i loro obiettivi e su quale fosse il "frame" psicologico - prima ancora che politico - su cui si organizzano le loro decisioni: la mistica del sacrificio. Di questa mistica è imbevuto, per esempio, il culto degli eroi di Maidan. E' uno dei tanti anacronismi del post-guerra fredda: un pezzo di medioevo partorito dai nazionalismi del dopo-URSS, ideologie di risulta nel vuoto politico della (breve) fine della storia.
La storia ha ripreso da tempo il suo cammino con questi grumi arcaici sopravvissuti chissà come e riportati alla superficie dalle correnti putride dei fascismi postmoderni.
Almeno spero che a Giannini da oggi sia chiara una cosa: è sufficiente ricordare qual è la linea - a quanto pare ufficiale - del governo Zelensky. E la linea è: nessuna linea, diritti allo scontro, verso il sacrificio finale. Se l'Ucraina vincerà, vincerà la verità, se l'Ucraina verserà il suo tributo di sangue lo farà sacrificandosi per la verità. L'Apocalissi non fa paura quando è la verità che deve trionfare.
Auguri, Giannini. Avete giocato agli apprendisti stregoni con l'abisso, ora ce l'avete davanti."

Anonimo ha detto...

Intanto attorno alla Russia erano sintonizzati su altre frequenze.
Purtroppo al giorno d'oggi certi programmi li trasmettono, eccome!

https://guardian.ng/features/health/bioweapons-designed-to-kill-only-people-of-particular-race/

Anonimo ha detto...

--
La tradizione ucraina di eroismo guerriero si rifà ai cosacchi, il fascismo c'entra assai poco o comunque solo di sfuggita.

Si tratterebbe poi di nazismo e non di fascismo, a meno che come al solito non si usi il termine fascista in senso generale ed impreciso.
Gli eroi nazionali ucraini sono soprattutto gli atamani delle tribù cosacche del passato. La Rus' di Kiev fu distrutta dai mongoli, che sottomisero quasi tutta la Russia europea con l'eccezione della città-stato di Novgorod, nel nord del paese. Nelle pianure ucraine, decaduti i mongoli, si affacciarono i turchi, che si servivano come ausiliari di tribù di feroci razziatori parlanti dialetti turchi, chiamate poi dai russi "tatari", da non confondersi con i mongoli veri e propri chiamati in Occidente "tartari", cioè scaturiti dal Tartaro, dall'Inferno per la loro straordinaria crudeltà nelle spedizioni militari (nel governo dei popoli sottomessi erano relativamente tolleranti).
I cosacchi dell'Ucraina, con le loro "repubbliche" e le loro armate di cavalleria, combatterono valorosamente e ferocemente contro i tatari alleandosi ai polacchi che scendevano verso il Mar Nero, e contro i polacchi alleandosi occasionalmente ai tatari. Volevano l'indipendenza. Per abbreviare: tra il sei e il settecento furono i russi (Grandi Russi o moscoviti) a prevalere su tutti, occupando anche la Crimea. I cosacchi combatterono con loro ma anche contro di loro e più volte.
Nell'epopea popolare ucraina dominano, credo, tutte queste guerre, battaglie, ribellioni, un esaltato culto dell'eroismo di matrice cosacca. Sotto Caterina zarina ci fu, se non erro, la grande e terribile rivolta di Stienka Razin, alla fine giustiziato.
L'Ucraina, parte dell'impero zarista, quando esso crollò nel 1918, fece una pace separata con gli IMperi Centrali. Si rese indipendente. Seguirono lotte feroci contro i boscevichi (Petliura, Machno i capi), che prevalsero (leggere di Bulgakov, La guardia bianca, Einaudi, ambientato nella Kiev "bianca" contro i Rossi, scritto nel 1925). Con l'occupazione nazista, si ebbe un forte movimento partigiano ma anche una notevole collaborazione con l'occupante, per una Ucraina indipendente (BAndera) che Hitler ovviamente non concesse. I nazisti formarono due battaglioni ucraini collegati alle SS, che si distinsero in alcune operazione di sterminio degli ebrei.
Forse qui c'è un collegamento ideologico con i gruppi neo-nazisti ucraini attuali? Che comunque non devono pesare molto, se Zelinski, che ostenta il suo esser ebreo, ci convive senza problemi.
H.

Anonimo ha detto...

Il Messaggio di Fatima è ancora attuale. Tuttavia, perché abbia senso, si deve assumere una posizione veramente equilibrata, ammettendo che sia l'Oriente che l'Occidente non hanno ascoltato il Messaggio di Fatima. Il mondo intero ha bisogno di conversione perché l'errore domina ancora ovunque. Sia l'Oriente che l'Occidente hanno adottato una posizione altra rispetto a quella richiesta dalla Madre di Dio a Fatima e, dunque, abbracciano un mondo peccaminoso e moderno. Poiché il Messaggio della Madonna non è stato ascoltato, sia l'Oriente che l'Occidente sono diretti verso un castigo senza precedenti nella storia del mondo.

Non è il momento di puntare il dito l'uno contro l'altro, ma di battersi il petto in segno di pentimento. Ora più che mai il mondo ha bisogno di Fatima. Ha bisogno di pentimento. La sua unica speranza di sopravvivenza è la Madonna.

Anonimo ha detto...

Vorrei ricordare agli amici pacifisti per la no-fly zone che Irina Vereschuck è la stessa che si fa immortalare con mitra spianato inneggiando al Nuovo ordine mondiale

Viator ha detto...

Ricevo e pubblico volentieri un testo del vescovo D'Ercole:

«Calma! Ci vuole self control per non creare più problemi di quelli che già la guerra in Ucraina sta creando. Leggo anche da parte di alti responsabili della nostra diplomazia attacchi a Putin molto offensivi e non proprio degni di uomini di stato, come pure attacchi al patriarca della chiesa ortodossa russa per la sua omelia di domenica 6 marzo riferita solo parzialmente dai nostri media. Il momento è difficile e delicato perché è in gioco il futuro dell’Europa che purtroppo non è stata in grado di prevenire e affrontare la situazione con autorevolezza ed efficienza. Si possono avere idee e opinioni diverse ma credo che ora è il tempo della prudenza massima per tutti noi. Anzitutto perché le notizie che ci giungono attraverso i media e i social non vanno prese per oro colato. In secondo luogo perché come italiani siamo ora in posizione delicata avendo in pratica dichiarato guerra alla Russia e al suo popolo inviando armi in Ucraina. Amiamo il popolo russo e quello ucraino vittime di una situazione creata dai loro rispettivi governanti ed esprimiamo a entrambi vicinanza e solidarietà: sono popoli fratelli per lunga tradizione storica e spirituale. Non sappiamo cosa succederà. E se Putin definito nei modi più spregevoli da taluni dovesse raggiungere i suoi obiettivi noi italiani come ci metteremo? Perché non seguire piuttosto quanto il Papa e la diplomazia vaticana stanno facendo per la pace con la nostra preghiera? Aiutiamo i profughi della guerra accogliendoli come in tanti stanno facendo ed evitiamo di schierarci come in una partita di calcio da una parte o l’altra perché ci sfuggono tutti gli elementi necessari per un giudizio equo della situazione Noi siamo per la pace; lavoriamo come possiamo perché si raggiunga la pace e per questo dobbiamo non buttare benzina sul fuoco ma spegnerlo con la nostra corale intensa preghiera.
La preghiera e il digiuno sono armi spirituali che in questo momento siamo chiamati a mettere in atto e se possibile evitate di lasciarvi assorbire da tutto quello che i media, le televisioni e i social continuamente propongono sulla guerra perché il rischio di fake news è molto alto! E infine è bene non dimenticare che ci sono guerre che durano da decenni in diverse nazioni africane, in Asia, in Medio Oriente e America Latina e nessuno ne parla.
Tutte le guerre sono ferite al corpo dell’umanità e testimoniamo che questo nostro mondo ha bisogno di una seria conversione al perdono e alla giustizia pilastri su cui si costruisce la pace.
Ma solo Dio può cambiare il cuore dell’uomo, specialmente la coscienza di coloro che parlano di pace e fabbricano armi sempre più sofisticate e micidiali».

Anonimo ha detto...


Questa sciagurata guerra si sta ingarbugliando sempre di più, rischia anche di provocare una crisi economica mondiale, che travolgerebbe l'Europa.

Per invertire la rotta verso il baratro, occorrerebbe un atto di coraggio da parte di qualche leader politico presente sulla scena mondiale. Serve poco che siano privati, intellettuali o che, a prender posizione.
Quale sarebbe l'atto di coraggio?

Da parte di un Biden o di un Macron o di una Angela Merkel, insomma di un personaggio autorevole:

1. ammettere che sono stati fatti degli errori politici da parte dell'Occidente, per cui :
2 in cambio di un cessate il fuoco immediato in Ucraina,
3. preparazione e convocazione rapida di una conferenza tra Nato etc e Russia etc per ridefinire la sicurezza europea.

Questo sarebbe, secondo buon senso, l'unico tentativo serio per trovare una via d'uscita. Che non può essere che politica e quindi realistica.

Americani ed europei sembrano aver adottato l'atteggiamento di chi si è seduto sulla riva del fiume ad aspettare che il cadavere del suo nemico gli passi davanti, portato dalla corrente cioè dall'embargo finanziario e commerciale imposto alla Russia. Non pensano costoro che l'embargo, provocando una grave crisi economica in Europa e nel Nord Africa, possa travolgere noi, prima ancora dei russi? Oltre a spingere i russi, se alle strette, sulla via delle misure militari estreme?
Se si resta in quest'atteggiamento di scontro frontale, le conseguenze saranno devastanti.
PP

Anonimo ha detto...

Distinguerei le differenze dogmatiche e dottrinali dalla fede e dalla devozione. Conosco signore ucraine che oregano la Madonna come e anche più di noi. E certamente ciò accade anche fra i russi.

Ore 20:30 di quest'oggi donatomi per santificarmi . ha detto...

Appuntamento con il Catechismo della Chiesa Cattolica
6° Comandamento: Non commettere atti impuri
Martedì 15 Marzo 2022
ore 20.30: S. Rosario
ore 21.00: Catechesi

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https://youtu.be/RvvpCR_kMvU

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LUX MUNDI - Appuntamento con il Catechismo della Chiesa Cattolica

I 10 Comandamenti
6° Comandamento: Non commettere adulterio - atti impuri
20.30: S. Rosario
21.00: Catechesi

Anonimo ha detto...

Non sapevo che avessimo uomini di stato in Italia, mi devono essere sfuggiti i loro nomi.......

Anonimo ha detto...

http://blog.messainlatino.it/2022/03/summorum-pontifcum-nel-mondo-79-40-ore.html#more
New Hampshire, USA, i seminaristi dell'Istituto Del Buon Pastore si preparano alla Quaresima con 40 ore di adorazione del Santissimo Sacramento.
Claudio

https://www.facebook.com/instituteofthegoodshepherd
«Non si adiri il mio Signore, se parlo ancora una volta sola; forse là si troveranno solo dieci giusti». Rispose: «Non la distruggerò per riguardo a quei dieci».

lorenz ha detto...

Il commento in apertura a firma di Tralcio suggerisce che il messaggio di Fatima riguarderebbe la conversione individuale. Noi comprendiamo pure diversamente. Esiste anche una responsabilità corporativa, e quando si castiga una nazione, nella circostanza ne vanno di mezzo tutti, a prescindere dalle ulteriori colpe individuali. In ultimissima analisi l'imputazione del Peccato originale stesso la si può spiegare solo se si riconosce che nella concezione nativa di ciascuno si è una cosa sola con il padre primordiale Adamo il quale che quando arrivava a generarci peccava ancor lui nel vizio irredento che ereditava da se stesso, da quando il male l'aveva compiuto in atto, senza più che quell'atto ve lo stesse ancora lui stesso compiendo. Siamo sicuri di non avere ormai anche noi un'idea approssimativa ed individualistica del peccato originale?
Tralcio, obiettate che in Occidente appunto non ci sarebbe oggi tale piena avvertenza del Peccato originale, ma, guardate bene che questa è la nota dolente della fragilità dottrinale della Teologia ortodossa russa, ben lontana da emendarsi in questo, e anzi da sempre vicina a certi pelagianesimi gesuitici. Voi apprezzate che i Russi costruiscano chiese...ma sentite un po': non mi stanco di stupirmi di quella nuova immensa basilica moscovita tutta sontuosamente affrescata degli scenari glorificati della Armata rossa stalinista, con la raffigurazione di Putin trionfante. Là siamo in uno stadio molto più avanzato di idolatria. Non tanto di trasgressione eversiva, quanto di blasfemia inveterata.
La Emmerick quando riferiva di quella che noi chiamiamo Russia la nominava, e la esecrava, quanto a Moscovia. In effetti la radice religiosa, linguistica, etnica, della nostra Russia moderna invece è in realtà proprio la tuttora esistente Ucraina, quella che la Moscovia imperiale ha fatto chiamare così nell'intento dichiarato di assimilarla. Del resto la Moscovia è un grande enigma: non solo si è appropriata per sé sola dell'identità russa, rinnegando la radice, diciamo così, ucraina, ma tende anzi ad appropriarsi dell'eredità di Costantinopoli e di Roma stessa.
Ma su basi teologiche e dottrinali non certo credibili. Anche la pretesa moralità russa purtroppo è molto propagandistica, come si accennava nell'articolo. C'è molta finzione, inconsistenza, non diciamo menzogna, in quello che questa Russia vuole rappresentarci.
A me sorge un dubbio: se, come è vero, il messaggio di Fatima è celeste, non è che la Russia che dovrebbe, perché lo può, realmente convertirsi, è la vera Russia, ossia l'Ucraina ortodossa, che è la radice ultima delle deviazioni dottrinali della attuale Federazione russa medesima, e, attraverso poi di questa, anche dunque di mezzo mondo?
Infatti la Federazione russa, la Moscovia zarista, non è neanche veramente ortodossa, ma è un regime che idolatra messianicamente la propria missione etnica genericamente tradizionalista legittimandovi ufficialmente come religioni "russe" l'islamismo, il buddismo, l'animismo sciamanico, e, l'ortodossia russa ma perché allora anticattolica e in definitiva dunque anticristica.
Se le cose stanno in qualche modo così, c'è il caso che non debba essere allora questa la Russia che potrebbe in qualche modo davvero convertirsi, e non dovremmo neanche pretenderlo.
Essa va bene così: ha avuto incolpevolmente la missione di metterci alla prova e di tentare di corromperci, in vari modi e nelle diverse fasi storiche moderne, successive al termine della pace spirituale che ci fu in Occidente nel Millennio medievale di regalità ecclesiale.

lorenz ha detto...

Può darsi invece che la destinataria del messaggio di Fatima in senso ultimissimo però sia allora la Russia autentica che noi oggi stiamo convenzionalmente chiamando Ucraina, la quale perciò sì, sarebbe proprio essa a doversi convertire alla comunione con l'unica Chiesa orientale e occidentale raccolta in unità con Pietro. Oppure riteniamo che il senso dell'appello di Fatima fosse da intendere in senso ecumenico interreligioso, nel senso misticoide zarista?
Come si vede, queste sono domande rinnovate, spregiudicate, inviti ad una ripresa di una riflessione pacata, senza sbilanciarsi troppo a cercare appigli messianici e salvifici in quella Moscovia che certamente può esercitare tutto un suo fascino, ma e non deve essere vista per quello che non è, e non occorre sottovalutarne lo straordinario potenziale di seduzione e sedizione simbolica che dà il senso stesso della portata della sua comparsa sulla scena della storia, ben al di qua delle pur esecrande vicende leniniste.
Le valutazioni politiche poi su quanto accade sono complesse e tutte da prendere ben in considerazione.
L'impressione immediata è tuttavia che si stia intanto cadendo in un eccesso di entusiasmo unilaterale in un affidamento a tratti ingenuamente isterico rispetto ad un ruolo provvidenziale di questa Federazione russa. Un'impressione che potrà a sua volta essere eccessiva e pregiudiziale. Ma desta preoccupazione un clima improvvisamente troppo omologato su questi temi entro dei canali telematici, dei social, riconducibili all'area di dissenso cattolico che si considera tradizionalista.
Attenti a non confonderci in senso spirituale e confessionale con il tradizionalismo di un Veneziani o di un Guenon, o di un Dugin. Ci possono ben essere convergenze antropologiche e civili, ma trattenendo le debite distinzioni, nel riguardo delle rispettive diversità...O no?
Dipende da chi riteniamo di essere e rappresentare.
Non disperiamo di attenderlo senza scorciatoie impazienti quel riscatto che davvero manifesti infine la Regalità di NSGC, e che implichi la dignitosa ammenda della nostra attuale decadenza senza scadere nel compromesso di farci belli di quel male minore tutto mutuato da virtù altrui le quali che per noi proprio esse furono anzi le occasioni di partenza dei nostri relativismi modernisti, e oggi tornano come ultime tentazioni.
In tal senso, tutto questo dunque al di là delle pur imprescindibili attitudini poi personali e individuali.

Cristoforo ieromonaco ha detto...

@H.

1. In Russia si usa comunemente il termine "fascismo" per descrivere il nazismo; benché sappiamo che sia storicamente alquanto impreciso, questo discende da una visione precisa: la Grande Guerra Patriottica come guerra contro l'invasore germanico, anti-russo e anti-romano (nel senso di Mosca Terza Roma, che sotto Stalin era tutt'altro che tramontato, considerando anche che i sovietici riportarono la capitale a Mosca, quando gl'imperatori filo-europei l'avevano spostata a Pietroburgo, e nemmeno poi gli imperatori patriottici del XIX secolo erano riusciti a riportarla indietro), dove allora la denominazione "nazista" e "fascista" ha un senso diverso dalla designazione ideologica stretta.

2. A me ebbero a insegnare che "tatari" e "tartari" sono due locuzioni equivalenti per indicare i popoli di etnia turco-altaica (mongola), con confini molto sfumati tra i vari gruppi etnici. Del resto molti di quei gruppi "tatari" presenti nelle pianure della Russia meridionale sono proprio discendenti dei mongoli della prima invasione.

Anonimo ha detto...


# Cristoforo ier.

Tatari e tartari.
I due termini sono ora usati come sinonimi ora distinti. I mongoli e i turchi sono affini anche se non uguali. Sembra che già nella costruzione dell'impero mongolo, formazioni di cavalleria turche (turcofone) partecipassero alle campagne.
La base sociale era la stessa: tribù nomadi molto bellicose e feroci che praticavano sistematicamente la caccia (anche come addestramento militare) e frequenti razzie su vasta scala per procurarsi bottino (beni materiali, animali, donne, fanciulli, schiavi) ed ampliare i loro territori. Costituirono formidabili eserciti prevalentemente di cavalleria. In tutte quelle zone pianeggianti dall'Ucraina alla Polonia, costeggiando i Carpazi, la cavalleria era l'arma per eccellenza.
Così la controffensiva cristiana vede apparire la cavalleria polacca e quella dei cosacchi dell'Ucraina, come fu chiamata, credo inizialmente così dai polacchi. Ora, questi tatari della Crimea, ancora esistenti nonostante le deportazioni staliniane, che troviamo ausiliari degli eserciti turchi e poi, a volte, alleati di quelli cosacchi quando questi ultimi combattevano contro i polacchi (quando non combattevano contro gli stessi tatari), ho letto che venivano considerati non mongoli veri e propri ma schiatte turcofone, dalla Crimea all'Asia centrale. Il nome sarebbe russo. Forse è una deformazione di "tartaro" cioè mongolo. Ma la distinzione viene tuttora usata.

A prescindere da questa questione, vale comunque la pena di ricordare la battaglia di Beresteczko in Volinia (tra Polonia e Ucraina) che durò tre giorni (28-30 giugno 1651) nella quale l'esercito polacco distrusse un grosso esercito formato da cosacchi e tatari, salvando l'Europa dall'invasione turca, pare abbia detto Richelieu. La Polonia era aggredita dalla luterana Svezia al Nord, dai turchi al sud. I cosacchi ucraini sottoposti ai polacchi ne approfittarono per allearsi al Kahn tataro di Crimea e attaccare i polacchi ma furono disfatti. l'Ataman Chmielnicki, il capo cosacco in questione, è oggi tra gli eroi nazionali ucraini? Nel 1654 si sottomise allo zar Alessio, moscovita, che gli promise l'autonomia negata dai polacchi, ma poi non mantenne la parola.
Nel 1783 Caterina di Russia annettè la Crimea abolendo l'ultimo khanato tataro. Sembra che abbia detto poi a Giuseppe II, sacro romano imperatore: dividiamoci il mondo: a voi l'Europa occidentale con Roma, a noi russi (a me) tutta l'Europa orientale con Costantinopoli.
H.

Anonimo ha detto...


# Cristoforo ieromonaco

Fascismo, secondo i russi. Se è per questo, il termine "fascismo" per indicare anche e soprattutto il nazismo è ancora usato anche in Occidente, dall'intellighenzia progressista euro-americana.
È una vera distorsione di significato. De FElice ha insistito in vano nel sottolineare le differenze tra i due regimi nonostante certe somiglianze, che ad un certo punto erano soprattutto esteriori. Purtroppo Mussolini ha fatto nel 1938 quelle ingiuste ed incredibili leggi razziali, che tuttavia rinchiudevano gli ebrei di nuovo nei ghetti, per così dire, rendendogli la vita grama ma non impossibile.
Il nazismo, invece, dopo una prima fase di persecuzione discriminatoria, sempre più violenta, passò al puro e semplice sterminio di massa degli ebrei, una bella differenza.

L'equivoco cui dà luogo l'uso indiscriminato del termine fascista porta a questo: per la sinistra, fascisti sono fascismo e nazismo ma non il comunismo; per la pubblicistica conservatrice-cattolica entrambi assieme al comunismo sono totalitarismo, anche se poi, il vero totalitarismo devono attribuirlo a nazismo e comunismo solamente.
C'è poi l'uso corrente, becero del termine "fascista" come sinonimo di atteggiamento autoritario, prevaricatore, dittatoriale, che non lascia parlare l'avversario.
Differenza come vista dal popolo, in passato, semplificando: " i fascisti menaveno, i comunisti ammazzaveno, li democristiani rubaveno". Sic transit gloria mundi.
(La capitale da St Pietroburgo a Mosca non fu portata dai bolscevichi per ragioni innanzitutto di sicurezza, durante la guerra civile?)
H.

Anonimo ha detto...

Ora questi guerrieri chiamati cosacchi hanno una lunga storia ed anche una grande epica, formavano degli eserciti autonomi ed essendo autonomi combattevano per loro stessi, ma anche si univano ad eserciti del principe xy e a quello dello zar. Sono note la loro appartenenza all'Ortodossia, la loro forza, la loro fedeltà alla causa, la loro destrezza sul campo e anche la loro ferocia. Come ho già scritto è una tradizione lunga secoli. Quindi questi battaglioni non mi stupiscono, ma temo che mercenari europei o di altri paesi si siano uniti ad essi, o altri paesi o altre potenze li abbiano cooptati, plagiandoli, corrompendoli insieme ai nuovi arrivati.
D'altra parte ho l'impressione che si stiano riscaldando le teste in particolare dei capi. Teniamo presente che non è da escludere l'uso di droga specie in persone che in guerra non sono mai andate. Quindi prudenza massima.E questo vale anche per noi, se i nostri capi si fanno di coca è bene non dare loro nessun credito. Essendo questa nostra epoca caratterizzata dalla deboscia mi sembra che l'urlo alla guerra dipenda esclusivamente da sostanze chimiche. Occhi aperti e grandissima prudenza. La guerra non è mai auspicabile,farsi trascinare in guerra da 'fatti e strafatti' e combattere con e contro 'fatti e strafatti' No, Grazie!

Anonimo ha detto...

Un po'don Abbondio il vescovo D'Ercole, non me l'aspettavo.

Anonimo ha detto...

Sinceramente, non riesco a capire cosa riguardi ancora il messaggio di Fatima relativo alla Russia. Trovo delle profonde incongruenze illogiche. Quando parliamo di Russia, a volte cadiamo in questa trappola relativa al messaggio di Fatima. Le frasi relative al passato, se la consacrazione sia stata fatta, se non sia stata fatta. A parte questi discorsi, penso che la Russia sia una nazione come tutte le altre. Lo Zar e i monarchi occidentali erano molto peggio in quanto a guerre rispetto alla Russia di oggi.La Russia tende ad essere identitaria,come lo è l'India, la Cina ed altre nazioni,d'altra parte, e Putin, al di là della propaganda e della letteratura occidentale, giornalistica e mediatica degli ultimi anni, che pure serve a dare indirettamente valore ad una nazione, non è lo Zar, dico, e lo dico per fortuna. Putin è, per fortuna, il presidente della Federazione Russa, e soprattutto,sempre per fortuna, è un ex appartenente ai servizi segreti. Quindi, sa cosa sta accadendo, meglio di quanto potesse saperlo lo stesso zar. Sa cosa sta accadendo in relazione ai rapporti tra Russia ed Ucraina e tra Russia, Ucraina e Nato. Questo, oggettivamente parlando. Detto ciò ,ritornando a Fatima, una volta si diceva o ricorrevano espressioni di questo genere e del tipo "fare la vita russa". Ovviamente si riferivano alla vita mondana, alla ideologia mondana, al malcostume, al bere ecc... Penso che in questa espressione sia spiegato meglio a cosa si riferisse il messaggio di Fatima. Nell'antichità si usava un linguaggio più semplice e molto più significativo. La Russia era espressione della "vita russa", dell'essere ateo, libertino, mondano,bevitore....ecc... Al mondo d'oggi, questa espressione non ha nesso logico, non perché in Russia siano tutti cristiani o credenti, ma perché è illogica,se consideriamo tanti fattori differenti, sia dal punto di vista geopolitico sia dal punto di vista culturale. La Russia è una potenza nucleare, ma, per fortuna, è proprio questo un elemento positivo,a mio avviso. Rispetto agli eserciti di tutti i paesi occidentali messi insieme, più guerre non convenzionali, la Russia, da sola, non potrebbe reggere e sarebbe spappolata e sconfitta in poco tempo, perdendo tutto il potere aereo, che, per il momento, ne garantisce la sovranità militare convenzionale. Da non dimenticare, infine, che la Russia non è espansiva al mondo d'oggi, se non dal punto di vista del soft power o dallo sviluppo economico e dalle relazione internazionali e diplomatiche. Dal punto di vista strategico, sta con un braccio teso contro chi cerca di strangolata strategicamente. Come tanti altri Paesi è in via di sviluppo esponenziale. Ma questo riguarda tanti altri Paesi nel mondo, soorattutto orientali o addirittura sudamericani e di ascendenza cattolica, come il Messico, che, fra qualche anno, diventerà una altra potenza mondiale di primo ordine, sperando di bilanciare, in qualche modo, lo strapotere statunitense nel continente americano.