Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

mercoledì 16 marzo 2022

Solzhenitsyn, l’Ucraina e la Russia

Di seguito un articolo tratto da: Rossiyskaya Gazeta, interessante perché indica una delle cause della guerra russo-ucraina (iniziata nel 2014). Precedenti sull'autore: Aleksandr Solženicyn, Vivere senza menzogna [qui] ; Sorpresa, il maestro di Putin è Solženicyn [qui]

Solzhenitsyn, l’Ucraina e la Russia

Un interessante articolo che indica una delle cause della guerra russo-ucraina (iniziata nel 2014), oltre all’espansionismo della NATO. Infatti si assiste ancora all’implosione di stati creati artificialmente, con popolazioni eterogenee per religione e cultura. Solzhenitsyn, autore delle citazioni raccolte nell’articolo, aveva analizzato la questione e previsto le conseguenze. Raccomandiamo alle preghiere dei lettori tutti coloro che sono coinvolti nel conflitto, in particolare i membri della Chiesa greco-cattolica ucraina, da sempre osteggiati dagli scismatici moscoviti.

“Con l’Ucraina le cose andranno in modo doloroso”. Firmato Solzhenitsyn. Una profezia che si sta avverando

Più di mezzo secolo fa l’autore di Arcipelago Gulag aveva intuito il possibile peggioramento dei rapporti. E annunciava: “Le cose andranno in maniera molto dolorosa”.

Cari amici di Duc in altum, in questi giorni più leggo le cronache di quanto sta succedendo in Ucraina più mi tornano alla mente alcune valutazioni di Aleksandr Solzhenitsyn che possiamo a buon diritto definire profetiche. L’autore di Arcipelago Gulag fin dagli anni Sessanta del secolo scorso, quando l’Urss era nel pieno fulgore della sua potenza e nessuno poteva immaginarne il collasso, faceva notare quanto la questione ucraina fosse esplosiva. E principalmente a causa dei confini ucraini decisi in epoca sovietica.

Significative sono alcune lettere scambiate fra il premio Nobel per la letteratura e l’intellettuale ucraino Sviatoslav Karavanskij alla vigilia dell’indipendenza di Kiev. Solzhenitsyn, pur sperando che Russia e Ucraina mantenessero una qualche forma di unione, riconosceva il diritto alla secessione di Kiev. Non però – questo il punto – secondo i confini della repubblica sovietica.

“Malgrado tutta la mia passione – scriveva il grande dissidente – non obietto alla separazione dell’Ucraina. Ma se si tratta veramente dell’Ucraina. Ora che nell’Ucraina Occidentale vengono abbattuti i monumenti a Lenin (e lo meritano!), perché gli ucraini occidentali più di tutti gli altri vogliono che l’Ucraina abbia proprio i confini leniniani, ossia quelli regalati alla stessa dal caro Lenin che, cercando di rabbonirla in qualche modo per la privazione dell’indipendenza, aggiunse ad essa territori che non erano mai stati ucraini, ossia la Novorossija (Russia del Sud), Donbass (per isolare il bacino del fiume Donets dalle influenze ‘controrivoluzionarie’ della regione del Don) e parti rilevanti della riva sinistra del Dnepr? (E Krusciov in un batter d’occhio “regalò” anche la Crimea.) Ed ora i nazionalisti ucraini difendono ferreamente proprio questi ‘sacri’ confini leniniani?”. A.M.V.

Aveva previsto tutto. Mezzo secolo fa. Lo scrittore russo Aleksandr Solzhenitsyn in Arcipelago Gulag, a proposito dell’Ucraina, scriveva: “Con l’Ucraina, le cose andranno in maniera molto dolorosa”. Anche in epoca sovietica egli profeticamente non escludeva che l’Ucraina potesse staccarsi, anche se “un referendum potrebbe essere richiesto da ogni regione”, dato il modo in cui i bolscevichi hanno unito le terre che non erano mai storicamente appartenute all’Ucraina.

Arcipelago Gulag, parte 5, capitolo 2 (scritto nel 1968, pubblicato nel 1974)

Mi duole scrivere questo poiché sia l’Ucraina, che la Russia sono fuse nel mio sangue, nel mio cuore e nei miei pensieri. Ma i frequenti contatti amichevoli con gli ucraini nei campi di lavoro mi hanno mostrato quanto doloroso rancore essi nutrono. La nostra generazione non potrà evitare di pagare per gli errori commessi dai nostri padri. Marcare il territorio con il piede e gridare “Questo è mio” è l’opzione più semplice. È molto più difficile dire: “Chi vuole viverci, ci viva!”. Sorprendentemente, la previsione del marxismo secondo cui il nazionalismo sta svanendo non si è avverata. Al contrario, in un periodo di ricerca nucleare e di cybernetica, è per qualche motivo fiorito. E il tempo, che ci piaccia o no, di rimborsare tutte le cambiali dell’autodeterminazione e dell’indipendenza sta arrivando, fatelo voi stessi piuttosto che aspettare di essere bruciati sul rogo, annegati in un fiume o decapitati. Dobbiamo dimostrare che siamo una grande nazione non per la vastità del nostro territorio o per il numero dei popoli di cui ci prendiamo cura, ma per la grandezza delle nostre azioni. E con la profondità dei solchi tracciati dall’aratro che avremo lasciato dopo che quelle terre che non vogliono stare con noi si staccheranno.

Con l’Ucraina, le cose andranno in modo estremamente doloroso. Ma bisogna capire il grado di tensione che essi provano. Se per secoli è stato impossibile risolvere questo problema, ora sta a noi mostrare buon senso. Dobbiamo lasciare loro la responsabilità della decisione: federalisti o separatisti, a seconda di chi vincerà. Non cedere sarebbe folle e crudele. Più accomodanti, pazienti, coerenti ci mostreremo adesso, più speranza ci sarà in futuro di ripristinare l’unità. Lasciate che vivano questa nuova situazione, lasciate che provino. Presto capiranno che non tutti i problemi possono essere risolti attraverso la secessione. (Dato che in diverse regioni dell’Ucraina c’è una percentuale diversa di coloro che si considerano ucraini, coloro che si considerano russi e coloro che non si sentono né l’uno né l’altro, ci saranno molte difficoltà lì. Forse sarà necessario disporre un referendum in ogni regione e quindi garantire un trattamento preferenziale e poco invasivo per quelli che vogliono la secessione. Non tutta l’Ucraina nei suoi attuali confini sovietici è davvero Ucraina. Alcune regioni sulla riva sinistra [del fiume Dnepr] chiaramente propendono di più verso la Russia. Quanto alla Crimea, la decisione di Kruscev di consegnarla all’Ucraina è stata totalmente arbitraria. E che dire della Rutenia (Rossa) Carpatica? Anche questa servirà da test: mentre chiederanno giustizia per se stessi, come potranno gli ucraini essere carpazi russi?

Da una lettera in occasione della conferenza di Toronto sulle relazioni russo-ucraine, Harvard Ukrainian Research Institute (aprile 1981). Testo pubblicato sulla rivista Russkaya Mysl il 18 giugno 1981 e per la prima volta in Russia sulla rivista Zvezda, n. 12, 1993

Sono assolutamente d’accordo sul fatto che il problema russo-ucraino è uno dei principali temi dell’attualità e, certamente, di cruciale importanza per i nostri popoli. Eppure, mi sembra che la passione fanatica e il conseguente clima incandescente che ne deriva siano dannosi per la causa. (…) Ho più volte affermato e sto ribadendo qui e ora che nessuno può essere trattenuto con la forza, nessuna delle due parti deve ricorrere alla coercizione verso l’altra o verso la propria stessa parte, che rappresenti l’intero popolo o una qualsiasi piccola minoranza, laddove ogni minoranza contiene, a sua volta, una propria minoranza (…) In ogni caso l’opinione della popolazione locale deve essere riconosciuta e messa in pratica. Così, tutte le questioni possono essere veramente risolte solo dalla popolazione locale piuttosto che tramite le lontane argomentazioni avanzate nei circoli di emigrati, le cui percezioni sono distorte. (…) Trovo che questa feroce intolleranza nella discussione del problema russo-ucraino (fatale per entrambe le nazioni e vantaggiosa solo per i loro nemici), particolarmente dolorosa perché io stesso sono di origine mista russo-ucraina, sono cresciuto sotto l’influenza congiunta di entrambe queste culture e non ho mai visto né vedo tutt’ora alcun antagonismo tra di loro. Ho più volte scritto e parlato in pubblico dell’Ucraina e della sua gente e della tragedia della carestia ucraina; Ho molti vecchi amici in Ucraina; Ho sempre saputo che la sofferenza dei russi e degli ucraini era in entrambi i casi causata dal comunismo. Nel mio cuore, non c’è posto per un conflitto russo-ucraino, e se, Dio non voglia, le cose arriveranno alle estreme conseguenze, posso dire che mai, in nessun caso, né io né i miei figli ci uniremo a uno scontro russo-ucraino, non importa in che modo alcune teste calde possano spingerci gli uni contro gli altri.

Ricostruire la Russia. Testo scritto e pubblicato nel 1990. Indirizzato a ucraini e bielorussi

Separare l’Ucraina oggi significa spaccare milioni di famiglie e di persone: basti pensare quanto è mista la popolazione; ci sono intere regioni [in Ucraina] con una popolazione prevalentemente russa; quante persone ci sono che hanno difficoltà a scegliere a quale delle due nazionalità appartenere; quante persone ci sono di origine mista; quanti matrimoni misti ci sono (a proposito, nessuno ha finora pensato a loro come misti). Nella popolazione in generale non c’è alcun accenno di intolleranza tra ucraini e russi. Naturalmente, qualora il popolo ucraino dovesse davvero decidere per la secessione, nessuno avrebbe il coraggio di trattenerlo con la forza. Ma questo territorio è molto vario ed è solo la popolazione locale che può decidere il destino del proprio paese, della propria regione, mentre qualsiasi minoranza etnica che si è formata di recente su questo territorio deve essere trattata con la stessa non-violenza. - Fonte

19 commenti:

Anonimo ha detto...

QUALE TABU' SFATARE
Ci sarà pure qualcuno che non si rassegna al fatto che la brava giornalista Marina Ovsyannikova, che ha mostrato un cartello contro la guerra in diretta al telegiornale, sia stata condannata solo a una multa e non inviata in un gulag. C’è ovviamente da non perderla di vista, ma il suo gesto restituisce intanto l’onore al popolo russo. Che può essere sotto il dominio di un autocrate, che ai loro occhi ha il merito di aver restituito orgoglio alla nazione russa, che tanti volevano oltre che vinta, stravinta e umiliata. Ma resta un grande popolo, per storia, cultura, carattere.
Fa male vedere tanti scomodare i paragoni con Hitler – sì, lo so, sono dedicati a Putin il pazzo, il malato, il gonfio distante…- davanti a un popolo che ha sconfitto il nazismo pagando il prezzo di 25 milioni di morti. Dovremmo stare zitti, noi, sul tema. E forse, per quel che riguarda il passato, dovrebbero astenersi da quel paragone gli ucraini, per la cui sorte oggi trepido, ma che a Stepan Bandera, volenteroso collaboratore del nazismo, hanno dedicato un francobollo.
Lo chiamino nuovo Stalin, se vogliono. E del resto il controllo russo sui propri stessi cittadini è capace di ridicolizzarsi da solo: basta vedere come hanno dato notizia della sentenza, sbianchettando il cartello, lo vedete in foto, così che il SENZA PAROLE diventa ancora più efficace della scritta originale.
Ma la notizia del giorno è un’altra: quell’ammissione a mezza bocca del presidente Zelensky. Si’, lo so, non faremo mai parte della Nato. Suona un po’ come un innamorato respinto, ma perché non farla venti giorni fa ? Sì, mi dite che Putin avrebbe invaso lo stesso, perché ha in odio la democrazia ai suoi confini, perché il suo sguardo punta alla Polonia e ai paesi baltici. Intanto sarebbe stato una piccola molotov nei cingoli dei carriarmati russi, quell’impegno rassegnato di neutralità, si trovassero altri alibi. Già, la parola neutralità, che improvvisamente è diventata vigliaccheria, e untuosa equidistanza, e comodo equilibrismo tra la vittima e l’aggressore. Ma è un’offesa alla libertà dell’Ucraina, alla sua democrazia, al futuro dei suoi bambini essere neutrali ? E’ una libertà vigilata non ospitare esercitazioni Nato come quelle dello scorso anno, e basi come quella bombardata l’altro giorno, ai confini della Nato, come sottolineano preoccupati i titoli dei giornali ? Non mi sembra, e comunque meglio che lo stillicidio di vite umane, e il massacro dell’assalto finale, pur di stare nella Nato. Vedo che a molti prudono le mani, e ti danno facile del disertore, anche se siamo tutti in infermeria, fureria, permessino e licenza ordinaria.

Anonimo ha detto...

...segue
Vedo che perfino l’idea della no fly zone incomincia a essere descritta come un tabù, e davanti a una situazione più intollerabile anche i tabù sono meno solidi. L’Estonia è il primo paese a chiederla. Non cambierebbe moltissimo, sul teatro di battaglia: i missili sulla caserma in cui sono morti anche tre ex parà britannici - lo leggo sui giornali inglesi- sono stati lanciati da aerei che volavano su territorio russo. In più, una no fly zone equa impedirebbe di alzarsi in volo anche ai droni ucraini, che hanno seminato distruzioni sulle colonne russe. Cambierebbe che bisognerebbe ingaggiare duelli con gli aerei russi, e il sogno di Zelensky sarebbe realtà: tutti in guerra. Ma il nemico vero, nei prossimi giorni non sono i cieli. E’ l’artiglieria. La macchina militare russa è tra le poche a contare su obici imponenti, fatti apposta per l’assedio alle città, forse è la memoria storica di Stalingrado, non lo so. Gli assaggi dell’orrore della guerra di Putin sono sotto i nostri occhi: ospedali assediati, anziani che lasciano il posto ai giovani nella fuga, bambini che subiscono amputazioni. La resistenza rallenta l’avanzata, ma non diminuisce l’orrore, lo rinvia, lo prolunga, lo trasforma in costo della vittoria. Le città, e Kiev in particolare, saranno la foresta di cemento in cui avanzare e in cui difendersi. Costi altissimi, per i combattenti e per i civili. Per contenerli chi attacca deve spianare, prima. Chi si difende potrà contare, sembra, su mitragliatrici Beretta MG 42/59, inviate da noi.
Credo saremmo stati più decisivi giocando un altro ruolo, e lavorando attorno a un’altra parola tabù: la pace, subito.
Toni Capuozzo

mic ha detto...

Hanno tolto l'Eucaristia dalla cattedrale di Kiev per portarla in un bunker e lungo tutto il percorso la gente per strada è in ginocchio...

Anonimo ha detto...

Leggendo questa storia ancor di più monta a schifo chi, su queste contraddizioni storiche, ha soffiato, manipolato, propagandando, corrompendo, aizzando gli uni contro gli altri per fini UNICAMENTE egoistici di potere globale.
Se esiste un gruppo da mettere in condizione di non nuocere più sono proprio gli 'esportatori di democrazie' e/o i fautori del governo unico mondiale...cioè di quel governo esteso all'intero globo terracqueo UNICAMENTE gestito da 'loro'.

Anonimo ha detto...

A Kiev 19 infermiere si stanno prendendo cura di bimbi nati da madri surrogate....

tralcio ha detto...

Cara Mic, la Madonna lavora alla grande!

Tanta gente in ginocchio per le strade al passaggio del Figlio!
Consacrazione al Cuore Immacolato da parte di chi non se la filava.
Sempre più prove a smascherare l'artificialità della crisi pandemica.
L'élite globalista (servi del Serpente Antico) in crescente difficoltà.
La cosiddetta informazione mainstream delegittimata e abbandonata.
Il sistema bancario (la Bestia) lamenta grosse fughe dai suoi tentacoli.
I vari gerarchi ostentano apparente sicumera, nella Berlino del 1945.
Dopo secoli di inganni paganeggianti la Verità sta per rendere liberi!
Non senza la croce (necessaria), ma Dio mica lascia distruggere il Creato!

L'aria che tira ha detto...

Ucraina, conduttore di uno dei principali canali tv in diretta ha affermato di esser pronto ad uccidere i bambini e le famiglie dei russi.

Fakhrudin Sharafmal, uno dei conduttori del canale televisivo "24", in diretta ha dichiarato di sposare la tesi di Adolf Eichmann, secondo la quale andrebbero uccisi anche i bambini dei nemici, affinché, crescendo, essi non si possano vendicare.

«Solo così è possibile proteggere la nazione - afferma il giornalista ucraino. - I nostri soldati e difensori dell'Ucraina non possono uccidere i bambini, essendo vietato dalla convenzione di Ginevra, ma io non sono un militare e non sono vincolato a queste convenzioni. Se ci sarà la possibilità di fare i conti con i russi, lo farò.»

Rivolgendosi direttamente ai russi ha poi affermato: «Dato che ci chiamate nazisti, seguirò la dottrina di Adolf Eichmann e farò di tutto per garantire che né voi né i vostri figli possano vivere nella nostra terra. (…) A noi non serve la pace, ma la vittoria».

Anonimo ha detto...

Ah, beh, nomen omen, si capisce subito di che pasta è fatto, Zelensky sta pian piano ritraendsi, vuoi vedere che alla fine taglia la corda e lascia i suoi nei guai, d'altra parte è intestatario di conti off shore mica da ridere, pochi mesi prima che tutto precipitasse, era sotto inchiesta per corruzione e fuga di capitali..........

Anonimo ha detto...

Diamo a Putin quello che vuole", Alessandro Orsini gela la Berlinguer. Più armi all'Ucraina? Sarà un'ecatombe.

Il professor Orsini ha ragioni da vendere, ma tutti, negli studi televisivi, gli vanno contro; diventa la Cassandra inascoltata, ma che diceva la verità; le hanno dato ragione, quando ormai era troppo tardi. L'Europa, in modo ridicolo mostra i muscoli che non ha e fa la grande, inviando armi, senza riflettere (manca di materia grigia) che procurerà una catastrofe sia per gli Ucraini che per l'Europa stessa. Ormai è chiaro che difende l'Ucraina, non per ragioni umanitarie, ma esclusivamente per odio e rancore contro la Russia di Putin che non si piega alle nefaste teorie globaliste che mirano alla eliminazione delle sovranità nazionali. Anche questa volta, tv e giornali a servizio della menzogna perché trionfi il pensiero unico che sa di carne putrefatta.
Castellaz Giovanni

Anonimo ha detto...

Ieri persino Travaglio ha detto una cosa vera. Contando solo Afghanistan e Iraq, le guerre della Nato - cioè degli Usa - hanno fatto un milione di morti, prevalentemente civili.
Se vi aggiungiamo i bombardamenti indiscriminati su Serbia, Libia e Siria, andiamo ben oltre.
Quando mi chiedono perchè sono "antiamericano", coem se questo fosse un pregiudizio invece di un ponderato giudizio, potrei dare semplicemenete questa risposta, a tacere dei danni spirituali, morali, sociali e culturali che la globalizzazione americanocentrica perpetua ogni giorno con il suo sistema orgiastico-mercantile.
Ma soprattutto sono "antiamericano" (non nel senso del detestare i cittadini americani, bensì la loro elite) quando sento Biden e Kamala Harris accusare i russi degli stessi crimini di guerra di cui essi sono maestri.
Ecco, io sono innanzitutto "antiamericano" perchè l'oligarchia Usa (ribadisco: l'oligarchia e non il comune cittadino) è perloeno da Wilson in poi, l'ipocrisia e la menzogna incarnata.
Martino Mora

Anonimo ha detto...

Stanno venendo i nodi al pettine e stanno venendo tutti insieme.Speriamo che la guerra resti circoscritta all'Ucraina e non si espanda in tutta l'Europa.E' veramente un rischio da scongiurare con ogni mezzo .Anche la prima guerra mondiale si pensava che non sarebbe mai scoppiata .Un mese prima che cominciasse il Kaiser di Germania in visita in Inghilterra parlando con alcuni marinai inglesi era stato chiaro:La Germania non vuole assolutamente fare la guerra. E' strano però tutto questo interessamento degli americani nel difendere l'Ucraina contro la Russia. Loro hanno combattuto una guerra che costò centinaia di migliaia di morti per impedire la secessione degli stati del sud....

Anonimo ha detto...

Però non diamo spago agli esaltati, intanto è sempre accaduto e accade che anche i propri bambini, quando sono cresciuti, uccidano i propri genitori. Al signore pronto ad uccidere bambini e famiglie russe conviene evitare di dire e fare cxzzxtx! Non siamo in un wargame.

Anonimo ha detto...


Il signore che vuole uccidere famiglie intere di russi, e che lavora alla televisione ucraina, ha comunque nome e cognome iraniani. In ogni caso non certo slavi.
Biden sta mandando carichi enormi di armi americane moderne, tra le migliori sul mercato, a Zelenski (il Giornale). L'esercito ucraino era già ben armato e addestrato, anche dalla Nato, si preparava a questa guerra da anni.
Se nella II gm l'esercito italiano avesse avuto da terzi l'armamento impressionante che Biden sta mandando in Ucraina, avrebbe fatto meraviglie. Biden evidentemente vuole che la guerra continui, sperando che i russi vi periscano. INvece di cercare di trovare una soluzione politica per fermarla in tempo, vuol che continui chissà quanto. È un irresponsabile. Tutte queste armi dovranno viaggiare ed esser concentrate in qualche base di paese Nato vicina al confine ucraino. Che arrivino per mare a Odessa non è più possibile. INsomma, aumenta il rischio che i russi comincino a tirare missili (non atomici) su basi polacche o slovacche dove le armi verrebbero fatalmente ad esser temporaneamente immagazzinate.
Bello, no?
Zelenski dice che ha capito esser impossibile l'entrata dell'Ucraina nella Nato ma nello stesso tempo continua a chiedere la no-fly zone e inneggia alla vittoria. Tra lui e Biden non si sa chi è più irresponsabile.
Z.

Anonimo ha detto...


Ucraina pomo della discordia anche tra Stalin e Hitler

Anni fa dai documenti d'archivio, anche vaticani, venne fuori che dopo la vittoria nella battaglia di Stalingrado, all'inizio del 1943, Stalin, impressionato dalle perdite sovietiche (pare sicuro, 900.000 soldati caduti, per tacere dei feriti, dei civili uccisi etc), abbia sondato in segreto i tedeschi per un armistizio e una pace. Sembra che i contatti si siano arenati principalmente per l'Ucraina, che Hitler voleva tenersi mentre per i russi era irrinunciabile. A queste trattative segrete pare abbia in qualche modo contribuito, forse attraverso i canali vaticani, anche Mussolini, che premeva da tempo su Hitler perché chiudesse il fronte russo negoziando una pace ragionevole con Stalin e si concentrasse sull'altro fronte.
Secondo alcuni, questo sarebbe tra l'altro stato uno dei motivi per i quali i comunisti, nel 1945, avevano l'ordine di "giustiziare" Mussolini, cioè di farlo fuori senza processo, indubbiamente a conoscenza l'ex dittatore di diversi retroscena per così dire politicamente scorretti della II gm.

Anonimo ha detto...


Zelenski continua a chiedere la no fly-zone.
Mostra continue immagini di ospedali o teatri sventrati
dalle bombe.
I morti civili uccisi a decine o centinaia dentro
questi edifici colpiti però non si vedono.
Sembra che la prospettiva di una possibile
guerra nucleare non preoccupi lui e i suoi
collaboratori.
Questi capi ucraini sono proprio via di testa.
Credono di poter vincere la guerra con l'appoggio
dell'aviazione della Nato.
Il prof. Orsini intanto continua a mantenere
coraggiosamente le sue posizioni, cioè a dire
che l'unica cosa ragionevole è arrivare ad un
accordo con Putin, piegandosi alla maggior
parte delle sue richieste, al punto in cui
è giunta la situazione.

Anonimo ha detto...

"...Questi capi ucraini sono proprio via di testa..."

Questo dubbio può venire. Bisognerebbe studiare meglio la loro lingua, la cultura, la storia e la reale estensione del loro territorio per capire se questo dubbio ha motivi reali. Anche io ho questo dubbio, basato però solo sul libro di Nikolaj Vasil'evič Gogol', Tarass Bul'ba.

Anonimo ha detto...


Il dubbio che siano via di testa si riferisce esclusivamente alla dirigenza ucraina attuale, guardando a quello che sta facendo.

Zelensky praticamente ogni giorno chiede l'instaurazione della no-fly zone e quindi sta facendo di tutto per portare la nato dentro la guerra. Tra l'altro fornendo cifre enormi di caduti civili, da verificare e non verificate.
INoltre, si ricava, dalla stampa internazionale, che i successi della difesa ucraina con i droni e i missili contro aerei, elicotteri, carri russi sono dovuti anche e forse soprattutto alle informazioni che lo spionaggio elettronico altamente sofisticato di nato e Stati Uniti sta fornendo loro. In più ci sono le forniture di armi.
Insomma, nato e Usa sono già notevolmente coinvolte nel conflitto. Ma a Zelinsky non basta: vuole vincere e quindi chiede l'intervento dell'aviazione nato contro i russi, non solo contro gli aerei russi (perché questo significa no-fly zone, è una formula ipocrita per giustificare l'acquisizione del dominio del cielo contro tutte le forze di un nemico).
Una visione megalomane quella di Zelinsky. Poi si tratta di vedere sino a che punto si colloca nella tradizione politica e guerresca ucraina.
Intanto pare che nel teatro-rifugio di Mariuopol il sottostante rifugio antiaereo abbia resistito, salvando molte persone. Lo dice il CdS di oggi. Meno male.

Anonimo ha detto...

Secondo notizie diffuse dal governo ucraino i morti dei bombardamenti in Donbass sarebbero 20.000, premesso che penso sia volutamente esagerato, ieri guardando un report che faceva vedere i russi in fuga dal Donbass, che, interrogati, affermavano che erano gli ucraini a bombardare, anche il grosso drone caduto in centro a Zagabria era partito dall'Ucraina, ora la propaganda sia russa che ucraina hanno alzato di molto i toni, e non si capisce chi e che cosa, stiamo a vedere, intanto mi è arrivata la bolletta del gas che si mangia tutta la mia entrata mensile, l'inverno non è ancora finito e chissà cosa ci riserverà il futuro, una mia piccola impressione, per il poco che vale, sulla strombazzata consacrazione di Russia ed Ucraina da parte del Vescovo di Roma, mi pare sia troppo, troppo tardi ormai, i giochi sono fatti, possiamo altro che pregare.

Anonimo ha detto...

Biden ha cercato ,per ora senza successo, di far approvare la legge che permette l'aborto fino al 9° mese ed intanto definisce Putin assassino.Così va il mondo.