Provoca sgomento e incredulità leggere che l’università di Milano Bicocca ha deciso di cancellare un corso di studi sullo scrittore e filosofo Fëdor Dostoevskij, in quanto russo. Con una scelta ideologica senza senso si vorrebbe cancellare dalla storia colui che è stato considerato uno dei più grandi romanzieri e pensatori russi di tutti i tempi. La bellezza, quella vera, salverà il mondo, diceva Dostoevskij. La bellezza, non la stupidità. Triste è l’uomo che si comporta da barbaro.
31 commenti:
Da Mosca Marinella Mondaini, scrittrice, giornalista, traduttrice. Vive e lavora a Mosca:
"I Pacifisti. Avrei voluto che tutti coloro che ora si ergono a “paladini della Pace”, i nuovi pacifisti, fossero venuti con me nel Donbass in questi anni, a vedere cosa è successo in tutti questi 8 lunghi folli anni, le distruzioni, i cimiteri e le chiese scoperchiate, le fosse comuni, avrei mostrato loro i bambini trucidati nelle foto appese nel Museo degli Angeli in una piccola cittadina della repubblica di Donezk, avrei tradotto in simultanea i racconti della gente comune per strada, avrebbero visto le lacrime negli occhi dei vecchi che mai dimenticherò.
Avrebbero visto la forza e la dignità del popolo del Donbass, che nonostante la guerra che il governo filo-nazista ucraino (messo al potere dagli Stati Uniti d’America, appoggiati dall’UE) ha scatenato contro di loro SOLO per il fatto che era per l’amicizia con la Russia e voleva vivere secondo i suoi principi.
Avrebbero visto gli stenti della gente in condizioni di blocco economico, di tubature di gas, acqua saltate in aria a causa dei bombardamenti ucraini, le case mezze rotte con le finestre coperte di cellophan e i tetti sfondati.
Tutti ora in Italia, sono diventati pacifisti, d’improvviso scoprono che la guerra è “male e distruzione”.
Non solo il popolo, ma tutti i capi politici nostrani, i cantanti in prima fila contro la guerra. E non importa se non conoscono nulla di Russia, Ucraina, nemmeno sanno dove si trovi il Donbass.
Questi “pacifisti” in 8 anni non hanno MAI alzato un dito, MAI protestato nelle piazze italiane, sui social.
SILENZIO assoluto, ovattati nel loro rammollito confort.
Protetti dalla cappa di censura e dittatura ideologica dell’Ue.
L’Unione Europea traccia con metodi fascisti un solco sempre più profondo con la Russia.
Superba, piena di sé, razzista nei confronti dei russi, malata di russofobia si è trasformata in un mostro. Per il suo degrado morale, l’Europa non è capace di capire la Russia. Facendo finta di condannare la guerra, è l’Europa che dichiara guerra alla Russia. Chiude completamente lo spazio aereo a tutti gli aerei russi, a ogni tipo di velivolo, charter, privato, che sia appartenente o registrato o sotto il controllo della Russia.
Poi tutte le sanzioni nel campo finanziario per strangolarla. Quaranta associazioni europee di giornalisti premono per vietare il canale russo russa Today nell'Unione Europea per solidarietà con all'Ucraina.
La Ue è arrivata a VIETARE la libertà di parola ai russi. La voce dei giornalisti russi, viene bollata già a priori come “portatrice di disinformazione”. Basta ascoltare quanto dichiara un giornalista ex militare che sceglie le notizie da pubblicare per Rai 2, le notizie dalla Russia non le prende nemmeno in considerazione “perché sono tutte false.”
Quindi ai canali russi va definitivamente chiusa la bocca.
L'Italia a Milano il sindaco caccia il Maestro russo perché si è rifiutato di fare una dichiarazione pubblica di condanna di Putin. Anche il pensiero la Ue dirige e punisce se non si conforma al Pensiero Unico.
Come i fascisti.
La Russia va punita con metodi barbari, incivili e disumani.
E dove eravate voi “pacifisti”, quando gli Stati Uniti hanno distrutto paesi interi, massacrato i legittimi capi di stato, ucciso milioni di persone e agli americani nemmeno una sanzione!
L’Unione Europea che insieme agli americani ha bombardato Belgrado, ha smembrato la Jugoslavia, chi le ha dato questo diritto? L’Italia in primo luogo, nessuna “mea culpa” e nemmeno una sanzione. Dove eravate??
Adesso tutti contro la Russia. Almeno tacete e occupate il tempo a studiare prima di aprire bocca. Chiedetevi perché in questo nuovo mondo, disegnato e occupato dalle Forze del Male, vi abbiano formattato il cervello a tal punto da non riconoscere dove sta la Verità, il Bene."
Un italiano, Paolo Bari che vive in Ucraina :
“Quando questa mattina ho aperto la connessione Internet e ho visto come prima cosa il titolo di Repubblica " E' iniziata l'invasione russa. Città bombardate. Centinaia di vittime ", devo dire che ho avuto un attimo di profondo smarrimento e ho pensato che Putin doveva essere impazzito.
Poi, con il passare dei minuti, e con le notizie in arrivo da altre fonti indipendenti, dalla tv russa e dai tg moldavi, la situazione si è fatta più chiara. E' apparso evidente che venivano colpiti esclusivamente obiettivi militari e che venivano aperti dagli stessi russi corridoi umanitari per consentire alla popolazione civile di evacuare in sicurezza. Molti degli stessi militari ucraini abbandonavano le posizioni e disertavano.
Emblematico il servizio in diretta del tg di LA7 la cui corrispondente dal Donbass indossava elmetto e giubbotto antiproiettile e descriveva una situazione drammatica per la popolazione, mentre dietro di lei le persone passeggiavano tranquillamente per la strada. A Kharkiv, uno dei principali centri russofoni del Donbass che già nel 2014 tentò di proclamarsi indipendente come Donetsk e Lugansk prima di essere soffocata dalla repressione dell' esercito ucraino, la bandiera russa veniva innalzata sul palazzo comunale nel tripudio della popolazione.
Ho così maturato la convinzione che Putin non aveva altra scelta e che a questa reazione egli era stato letteralmente costretto dall'ottusa classe dirigente ucraina e dall' arroganza espansionista verso est degli USA e della NATO.
Se c'è qualcuno che ha fermato l'orologio della storia alla guerra fredda è solo l' Occidente.
Chi non lo capisce dovrebbe per prima cosa studiare la geografia e vedere dov' è l' America rispetto alla Russia.
Con che diritto gli americani pretendono di avere loro basi a ridosso del confine russo ? Forse che i russi pretendono di avere loro basi a ridosso del confine USA ?
Poi magari studiare anche un pò di storia non farebbe male.
Nel 1963 gli USA erano pronti a scatenare la terza guerra mondiale se L' URSS avesse messo sue basi a Cuba. E perchè mai oggi Putin dovrebbe accettare la stessa cosa a parti invertite ?
Putin ha chiesto in maniera netta quattro cose, specificando che quelle erano la " linea rossa " che non avrebbe mai permesso a USA e NATO di oltrepassare per non mettere in serio pericolo la sicurezza del suo Paese.
Proviamo a ripeterle per chi non capisce alla prima.
1. no alla NATO in Ucraina. Risposta della NATO : se Putin non vuole la NATO, gli daremo più NATO.
2. l' Ucraina rinunci ad aderire alla NATO. Risposta di Zelinsky : noi aderiremo alla NATO
3. l' Ucraina riconosca che la Crimea è russa. Risposta di Zelinsky : riprenderemo la Crimea militarmente.
4. l' Ucraina rispetti l' indipendenza delle repubbliche del Donbass. Risposta di Zelinsky : riprenderemo Donetsk e Lugansk e continuiamo i bombardamenti.
Nel frattempo ogni giorno tonnellate e tonnelate di armi sofisticate arrivavano in Ucraina con aerei e navi da Germania, Gran Bretagna, USA, Canada ecc ecc ......
Che doveva fare Putin ?. Fare due chiacchere in stile di Maio ?
...segue
I media nazionali italiani oggi dipingono l' Ucraina come vittima dell'imperialismo russo, ma dimenticano di ricordare agli italiani di corta memoria che l'attuale leadership ucraina è al potere grazie a un colpo di stato violento che ha provocato decine di vittime a Kiev a inizio 2014. Colpo di stato sostenuto grazie alle milizie paramilitari neonaziste del battaglione Azov e di Pravi Sector. Quelli che sfilano con le svastiche naziste per intenderci.
Violenze che, con uno stomachevole doppiopesismo, qui in occidente sono sempre state giustificate, perchè chi usa violenza per fare entrare il proprio Paese in UE è un patriota, chi invece la usa per fare uscire il proprio paese dalla UE è un pericoloso terrorista.
Perchè i media italiani non ricordano il massacro di centinaia di innocenti pacifici e disarmati, colpevoli di essere russi, avvenuto il 2 maggio 2014 alla Casa dei Sindacati di Odessa ? Massacro che i filoeuropeisti con la svastica di Kiev erano pronti a replicare in maniera ben più grave e in ben più ampia scala a Sinferopoli e a Donetsk ?
Lo sanno i miei connazionali che dal 2014 l' Ucraina vieta lo spazio aereo a tutti i voli CIVILI di linea russi che sono costretti a deviazioni di centinaia di chilometri ? E che fu così anche nel 2020 quando da Mosca arrivarono decine di aerei con personale e materiale sanitario per aiutarci nella pandemia ?
Lo sanno i miei connazionali che da Rostov sul Don in Russia nessuno osa avvicinarsi al confine con l' Ucraina perchè su ogni targa russa viene aperto il fuoco dai nostri"
amici " ucraini ?
Lo sanno i miei connazionali che chi osa entrare in Ucraina con il nastro di San Giorgio, simbolo della vittoria dell' Armata Rossa sul nazismo, viene arrestato ?
Putin di pazienza ne ha avuto anche troppa. USA, NATO e Ucraina hanno avuto quello che da anni cercano con il lanternino.
Purtroppo a pagare saranno sempre i soliti noti. La povera gente. Tutti noi.
Molte università, molti centri di cultura italiani sono in caduta libera nell'abisso del non/pensiero.
Ho ripreso a leggere la letteratura russa, libri che ancora non avevo letto. Ora sto finendo di Lev N. Tolstoj, Resurrezione.
Buona lettura a chi sta camminando su questo stesso sentiero letterario.
La pezza della Bicocca sulla sospensione del corso di Paolo Nori su Dostoevskij.
Ti faccio parlare, però “in dialogo e ascolto”. È pazzesco. Come se non si trattasse di un ciclo di lezioni. Come se fosse un incontro con l’Ambasciatore russo. Per riammetterlo, lo declassano a dialogo con una posizione parziale.
(Adnkronos) - ''L'Università di Milano-Bicocca è un ateneo aperto al dialogo e all'ascolto anche in questo periodo molto difficile che ci vede sgomenti di fronte all'escalation del conflitto. Il corso dello scrittore Paolo Nori si inserisce all'interno dei percorsi Bbetween writing, percorsi rivolti a studenti e alla cittadinanza che mirano a sviluppare competenze trasversali attraverso forme di scrittura. L'ateneo conferma che tale corso si terrà nei giorni stabiliti e tratterà i contenuti già concordati con lo scrittore. Inoltre, la rettrice dell'Ateneo incontrerà Paolo Nori la prossima settimana per un momento di riflessione''. Così l'Ateneo interviene dopo la decisione di cancellare e poi reinserire il corso tenuto dal professor Paolo Nori su Dostoevskij. (Lci/Adnkronos) ISSN 2465 - 1222 02-MAR-22 11:26
Questa storia di atleti esclusi per la loro nazionalità e quindi colpevoli non di ciò che fanno ma di solo di ciò che sono e di professionisti russi banditi perché non dicono quello che noi ci aspettiamo debbano dire per essere inclusi nel perimetro del nostro conformismo fa abbastanza schifo sia moralmente che culturalmente ed è un discreto termometro della isteria che permea il cosiddetto Occidente (termine peraltro sempre più convenzionale) e i cosiddetti "nostri valori" (in nome dei diritti e della libertà, escludiamo e censuriamo gente che non ha fatto niente... in analogia con le discriminazioni nei confronti di chi non si allinea al pensiero unico sulla pandemia e transizioni varie)
Ecco perché l'80 % della popolazione italiana non riesce a pensare in modo autonomo.
Risalire la china sarà una impresa terribile … e per certi poteri un cittadino meno pensa e più si adegua senza chiedere troppe spiegazioni e meglio è.
Se vi va bene così ……
Ho ripensato a padre Rulla, fondatore della scuola di psicologia della gregoriana quando nel 1978 ci presentó uno studio transculturale e transnazionale nel senso che le conclusioni potevano essere valide in qualsiasi nazione e per qualsiasi gruppo (medici, avvocati, infermieri, sacerdoti, religiosi, militari, giudici, etc) .
Queste conclusioni possono essere così sintetizzate :
in ogni gruppo su 100 persone,
- 20 sono consistenti, hanno buoni valori e riescono a vivere anche autonomamente senza seguire il gregge perché pensano.
- 60 sono inconsistenti e con disturbi di personalità, per vivere hanno bisogno di un ambiente strutturato che li aiuti; si adeguano Senza grossi problemi, credono facilmente ad ogni cosa, vendono la loro libertà con estrema facilità pur di andare al bar, sono dipendenti dalle informazione e si fanno condizionare dagli influencer alla moda.
- 20 sono persone gravemente disturbate, affette da grave nevrosi o psicosi o strutture borderline.
Conclusione ???
Fatemi qualche osservazione.
Una osservazione basilare:
dopo aver sorvolato sulle responsabilità di una società che non cura le premesse socio-antropologiche di una educazione e e di una legislazione sane e davvero formative, non in senso nozionistico ma nel senso tedesco di edificazione della persona,
perché padre Rulla non sembra prendere in considerazione neppure l'insegnamento di Gesù: "la verità vi farà liberi?"
Nicolás Gómez Dávila: "Addurre a difesa di qualcosa la sua bellezza irrita l'animo plebeo".
Ricordiamo anche il "sindaco" di Milano Beppe Sala che ha cacciato dal Teatro alla Scala (con quale autorità?) uno dei più grandi direttori d'orchestra, il russo Valery Gergiev, dopo che questi, dimostrando schiena dritta e dignità, si era rifiutato di ubbidire al miserabile diktat di Sala di abiurare la sua Patria e il suo Governo.
Non so se Putin ha ragione. É un potente e chi é potente é colpevole a prescindere.
Ma so con certezza che l'occidente, questo occidente, questa UE, questi USA, questa Europa, sono il male assoluto.
Non commenterò nessuna notizia, vera o falsa che sia, sul conflitto russo-ucraino. E questo perchè sono consapevole di saperne poco, di capirne meno e di non poterci fare nulla, se non pregare.
La tolleranza arriverà ad un tale livello che alle persone intelligenti sarà vietato fare qualsiasi riflessione per non offendere gli imbecilli.
Dostoevskij
Mandiamoli, si, i figli all'università.
Buon mercoledì della ceneri e santo cammino quaresimale a voi.
L'università si adegua secondo la cancel culture per non perdere il sussidio statale. In fondo è soltanto uno fra i molti esempi di come vengano a concretamente declinarsi tutte quelle "libertà" formalmente garantite dalla nostra vigente costituzione ma fagocitate dal sistema...
L'ateneo Milano Bicocca è aperto al dialogo e all'ascolto.......sì, certo, come la Sapienza di Roma quando sbatté la porta in faccia a Papa Benedetto XVI........sull'Alma Mater non dico niente, sennò ci e vi fanno chiudere baracca e burattini, ho visto molti siti cancellati e ho pure letto il tweet di tale membro del M16, il servizio di spionaggio di S. Maestà la Regina Elisabeth II, noto esponente della lobby lgbtq+, che afferma essere guerra giusta contro i negazionisti e non allineati al pensiero unico gay friendly, quindi guerra ideologica a chi si oppone al diktat o PU.........o ci e vi svegliate adesso, o mai più.
Avrei voluto vedere in centesimo di questo sdegno quando c'era la vecchia e temutissima URSS.Ho l'età per ricordarmi di Budapest Praga, ecc. I comunisti nostrani non si sono mai dissociati.
io osservo che sebbene tutti i popoli sono suscettibili di essere ipnotizzati e guidati dalla propaganda di chi detiene il potere, per noi italiani c'è qualcosa in più che ci fa "sembrare" non solo ipnotizzati ma stupidi come nessuno al mondo ...Forse la "dolce vita"...non so ..ma credo che neanche un bel bagno di sofferenza tipo guerra, disastro finanziario del paese può salvarci...Siamo morti dentro perché la nostra cultura è degenerata ..abbiamo tradito noi stessi, per inseguirne una estranea...Lo vedo dai miei colleghi insegnanti ..su 100 al massimo 2 sapevano degli eventi storici degli ultimi 8 anni in Ucraina.. L' importante è fare "bene" il proprio lavoro ..così senza VERITA'...
«La superbia degli ignoranti è divenuta davvero smisurata. Le persone poco evolute o ottuse non si vergognano per nulla di queste loro disgraziate qualità, ma anzi in esse attingono coraggio »: Fëdor Dostoevskij, Diario di uno scrittore, Bompiani, Milano, 2017, pag. 689.
Giulio Meotti
Non salveremo gli ucraini cancellando Dostoevskij, Cajkovskij e Tolstoj. In Occidente è delirio culturale russofobo. Nel 1959, il Bolshoi fece un leggendario tour negli Stati Uniti. Oggi è bandito in Europa, come "Il lago dei cigni". Il boicottaggio è stato invocato contro l’Arabia Saudita e la sua guerra nell’inferno dello Yemen (a oggi 377.000 morti)? Qualcuno si è mai fatto avanti con una proposta simile contro l’Iran, i cui atleti non gareggiano con quelli di Israele, un paese che il loro governo vuole distruggere? A chi è mai venuto in mente di boicottare la cultura turca perché il presidente Erdogan, membro della Nato, ha creato quella che Amnesty ha definito “la più grande prigione al mondo per giornalisti”? Dobbiamo smettere di leggere Alexander Solzenicyn perché sostenne la guerra in Cecenia di Putin? Censureremo i racconti di Sebastopoli di Tolstoj perché si svolgono in Crimea e il consigliere culturale di Putin è Vladimir Tolstoy, il pronipote del romanziere? E in che modo tutto questo salverà Kiev dal terribile attacco in corso?
INVITO ALLA LETTURA DI "DELITTO E CASTIGO" DI F.M. DOSTOEVSKIJ
Cari amici,
vi segnaliamo il video di una conferenza di qualche tempo fa, a cura del prof. Marco Caratozzolo (professore associato di letteratura russa all'Univ. di Bari "Aldo Moro").
Una conferenza che suscita nuovi spunti di riflessione in chi già conosce Dostoevskij e che ne solleciterà la lettura a chi si sta avvicinando alla letteratura russa.
https://www.youtube.com/watch?v=BhGSkXzCjT4&t=4s
Se censuriamo Dostoevskij siamo noi a perderci, non i russi. Come anche se i russi censurassero Dante sarebbero loro a perderci, non noi. Questa è stupidità salita in cattedra.
La sospensione di un corso su Dostoevskij, in una nota università statale italiana, che ha suscitato giustamente clamore e indignazione è in realtà assolutamente logica, prevedibile e consequenziale.
In un sistema economicista, materialista, ideologizzato e deforme come il nostro, Dostoevskij è proprio un alieno ed è inevitabile che questo mondo lo consideri un nemico.
Perché è vero, Dostoevskij con due secoli d'anticipo denunciò il baratro verso cui l'Occidente stava precipitando inchinandosi al Progresso, al Profitto, alla Tecnica come nuove divinità, sostituendo una multiforme trinità laica all'unica vera Trinità.
E' vero, denunciò il liberalismo e la democrazia come degenerazioni del vivere civile, frutti avvelenati dell'individualismo, nemici della dimensione comunitaria e spirituale.
Ed è vero, vide nella vocazione imperiale della Russia cristiana, nell'atemporalità dell'autocrazia, un baluardo e un argine contro il dilagare di un'eresia informe, di una putrefazione ineluttabile.
Amò la pace, ma non fu un pacifista. Amò l'uomo, ma non fu umanitario. Amò la libertà, ma non fu liberale. Amò il popolo, ma non fu democratico. Conobbe e sofferse le fragilità umane e la potenza del male, ma non fu un relativista e non fu tollerante.
Per questo non lo possono sopportare, non perché russo, ma perché ci dice troppe verità sul nostro attuale stato di coma.
Per queste mille ragioni la sua messa al bando è doverosa, seria, inclusiva e progressista. Se la merita proprio.
Ma per le stesse mille ragioni, io che tutto ciò non sono, lo considero un profeta di Luce e di Civiltà.
Cito Ruggero Righetti
L'università ha posto riparo alla gaffe fatta con l'annullare il
corso su Dostojevski. La rettrice ha detto che non si rende conto di come la cosa possa esser accaduta, chi sia stato che ha mandato l'email che sospendeva il corso.
Dostojevski, grande scrittore, era comunque slavofilo. NOn si limitava alla critica dell'Occidente, accarezzava anche il mito della "Santa Russia" ("santa" per chi?) e la vocazione "imperiale" della Russia.
Non è tutto oro quel che luccica. In lui v'era anche una componente irrazionale, come in altri grandi scrittori slavi.
Per esempio Tolstoi, grandissimo anche lui nel delineare le passioni, l'animo umano, ma i suoi scritti sul cristianesimo, su come intendeva la nostra religione, lasciano allibiti, come altri aspetti della sua "etica".
Z.
Gigi De Palo
Dopo la pandemia è arrivata la guerra. Siamo passati dagli ospedali ai missili. Da una paura ad un’altra. E mica è facile motivare un figlio alla speranza. Mica è facile mostrargli il sole oltre le nuvole. Dargli un orizzonte di felicità quando tutto sembra terribilmente compromesso. Quando possiamo dire di aver vinto? Durante il primo lockdown ci ripetevano che sarebbe andato tutto bene, ma poi sono arrivate altre ondate e altre varianti. Adesso siamo in guerra senza che nemmeno ce ne rendessimo conto. Ci svegliamo di notte scrollando lo schermo del telefono in attesa di una bella notizia. Ma niente. In questi momenti a casa nostra riguardiamo “Il Signore degli Anelli”. In una delle ultime scene del film si vede Frodo, l’hobbit che deve distruggere l’anello. È stanco, distrutto, rassegnato. Vorrebbe smetterla di lottare e si domanda il perché di tutto questo dolore, di questa guerra, di questo non senso. Gli risponde Sam, l’amico: «C’è del buono in questo mondo ed è giusto combattere per questo!». Ricordiamocelo. Ricordatemelo quando me lo scordo.
Quello che segue è quanto scriveva Dostoevskij sul prodotto del cosiddetto Risorgimento italiano. Ma credo che mai, a modestissimo parere, avrebbe previsto fino a che punto saremmo caduti in basso.
"È sorto un piccolo regno unito di second'ordine, che ha perduto qualsiasi pretesa di valore mondiale, cedendola al più logoro principio borghese - la trentesima ripetizione di questo principio dal tempo della prima rivoluzione francese - un regno soddisfatto della sua unità, che non significa letteralmente nulla, un'unità meccanica e non spirituale (cioè non l'unità mondiale di una volta) e per di più pieno di debiti non pagati e soprattutto soddisfatto del suo essere un regno di second'ordine.
Ecco quel che ne è derivato, ecco la creazione del conte di Cavour!".
È in corso una escalation gravissima di incitamento all'odio veicolato dai media: si stanno verificando discriminazioni inaccettabili, scaturite dalla preoccupante deriva di odio televisivo: studenti espulsi solo in base alla loro nazionalità (russi), il sindaco di Milano Sala ha preteso dal direttore d'orchestra della Scala di prendere posizione pubblica contro la sua nazione altrimenti verrà licenziato (neanche più libertà di opinione si può avere), le squadre di calcio russe sono state espulse dai campionati, addirittura lo sport, quando persino la Germania di Hitler aveva partecipato alle olimpiadi. Che fine hanno fatto gli antirazzisti adesso? Tutto questo aggravato dal fatto che la propaganda mediatica di odio si basa su accuse completamente false, video falsificati, notizie inventate come i giocattoli riempiti di esplosivo, fake news e bugie continue, civili ucraini uccisi dallo stesso esercito ucraino solo perchè violavano il coprifuoco, e attribuiti gli spari ai russi da parte del governo ucraino, insomma stiamo assistendo ancora a cose alle quali ci siamo abituati negli ultimi 2 anni. Dei bambini morti negli ultimi 7 anni nel Donbass, uccisi sistematicamente dall'esercito ucraino, non gli è mai fregato nulla a nessuno. Non ci sono più parole per lo schifo di tutto questo. Una volta c'erano i pacifisti che manifestavano per la pace, adesso lo fanno per la guerra, e nessuno che dica niente. E noi impotenti, ancora una volta, nel vedere tanti italiani cadere come polli nella spirale di odio della propaganda TV! Ancora una volta! Non fatevi plagiare! Pensate con la vostra testa! Abbiate un guizzo d'orgoglio e rimettete in moto il senso critico anestetizzato da anni di ipnosi televisiva!
Bicocca
Quando accetti la logica del green pass per fare entrare docenti e studenti in università, ti può anche capitare di non fare entrare un autore russo senza codice a barre.
Andrea Sandri
Finanziare la guerra è l'opposto di volere la pace.
La cosa che tutte le democrazie (non l'Italia che non lo è più, almeno fino a quando non si toglierà il Green Pass e non si potrà esprimere ogni opinione con pari dignità) dovrebbero volere è la cessazione del conflitto, l'immediata trattativa per definire i fondamenti di una pace duratura, il massimo contenimento del numero delle vittime e il sostegno umanitario alla popolazione civile e ai feriti.
Per fare questo bisogna concedere alla Russia quello che chiedeva prima di combattere? Ovvero il riconoscimento dell'annessione della Crimea, la neutralizzazione perpetua dell'Ucraina e l'assorbimento delle due regioni (oblast) del confine orientale a larghissima maggioranza russa, finite in Ucraina per un taglio approssimativo dei confini effettuato negli anni dell'URSS? Lo si conceda e si pretenda il simultaneo ritiro immediato e definitivo, assieme all'impegno di contribuire alla spesa di ricostruzione.
Invece di protrarre la guerra convenzionale che i russi vinceranno sicuramente in modo netto, magari annettendosi mezza Ucraina, col rischio pure di un'escalation nucleare catastrofica anche per tutto il mondo, si usi la testa anziché la pancia per diventare costruttori di pace.
INCLUSIONE.
La Iannantuoni, rettrice dell'Università di Milano- Biccocca, fa marcia indietro riguardo al corso annullato su Dostoevskij. Afferma che la sua università pratica "il principio di inclusione" e sostiene attivamente la "non discriminazione". Tutte espressioni del politicamente corretto anglosassone, che nessuna seria, cioè pensante, personalità culturale farebbe propri.
Ringraziamola, perlomeno, di non essersi definita "resiliente" e di non avere parlato di "genere" e di tutto il resto della solita fuffa.
Sembra un paradosso, ma non esiste principio più escludente dell'inclusione obbligatoria, e principio più discriminante della non-disciminazione ossessiva
L'"inclusione", infatti, porta sistematicamente ad escludere realmente chiunque si opponga alle follie tanto alle moda del politicamente corretto (ne so qualcosa personalmente), che vengono portate avanti proprio in nome dell'"inclusione" medesima. Si tratta di un'ideologia, proveniente dai campus anglosassoni e dalle redazioni giornalistiche, che è intrinsecamente totalitaria.
In modo assai simile, la "non-disciminazione" porta a criminalizzare chiunque "discrimini", cioè distingua, rifiutando l'egualitarismo livellatore, il soggettivismo e l'indifferentismo culturale. Se io penso, infatti, guidico e e distinguo, e anche senza detestare nessuno, impongo necessariamente una gerarchia, etica, estetica o di altro tipo. Ma in tal caso "discrimino". Potrei offendere la sensibilità di qualcuno (ovviamente solo tra le categorie protette). E quindi, alla fine, sarò io ad essere colpito, attaccato, escluso, dalle nuove maestrine (o maestrini) dalla penna fucsia, rettrici universitiarie comprese. Perchè diciamolo pure, in quanto ad isterismo ideologico certe donne sembrano davvero imbattibili.
I principi dell'"inclusione" e della "non discriminazione" sono la morte dell'autentica cultura. Come dimostra proprio la vicenda del corso su Dostoevski, cancellato per solidarietà all'Ucraina. Perchè parlare di un russo avrebbe potuto offendere la sensibilità delle vittime. E questo non arebbe stato "inclusivo".
C'è una logica in tanta follia. Malata, ma c'è una logica. Anche i paranoici hanno una logica, a modo loro.
Il grande Fyodor sarebbe rimasto inorridito da tanta follia nichilista, ma del resto il suo genio aveva previsto (quasi) tutto, tanto sulla secolarizzazione e i suoi esiti disatrosi, quanto sull'Occidente, terra ahimè del tramonto.
Martino Mora
Grottesca esibizione della cancel culture nostrana...
@4 marzo 2022 15:56
Gentile Professore e' un piacere leggerla, i suoi interventi provocano una salutare riflessione e devo confessarle che mi ha fatto venire l'idea di fare all'Universita'Bicocca una.. sonora risata.
La frase di Dostoievski che denigra il Risorgimento e il Regno d'Italia.
Una fesseria. Dostoievski parlava da slavofilo, da patriota russo esaltato, che odiava la monarchia costituzionale, vista come il fumo negli occhi dai reazionari del suo paese. L'Italia era certamente un "regno di second'ordine", una potenza medio-piccola. Ma a quale "unità mondiale" di una volta si riferiva? A quale supposta grandezza dell'Italia pre-unitaria?
La grandezza dell'Italia del passato era quella di Roma, non dell'Italia. Prima la Roma della Repubblica e poi dell'impero, poi la Roma cristiana, cattolica: prima un impero materiale poi uno solo spirituale (la Roma pontificia, petrina non quella "papalina", immortalata dal Belli, anche troppo "casareccia", per così dire).
Ma vorrei far riflettere gli estimatori impropri di D. su quest'aspetto della boutade del grande scrittore.
Lui accusa il Piemonte di aver fatto un'unione solo meccanica cui mancava la forza dello spirito. Sappiamo, ci sono state guerre e rivoluzioni, c'è stata la spinta di una minoranza intellettuale e politica, l'ambizione dei Savoia elemento decisivo.
Ma l'unità della Russia, i moscoviti o grandi russi come l'hanno realizzata? Liberatisi dei mongoli, i granduchi della moscovia, centrale e compatta grazie ai mongoli, conquistarono tutto il bacino del Volga massacrando spietatamente (con Ivan il Terribile) le popolazioni mussulmane che vi si erano insediate, i kahn tartari e turcofoni, i residui dell'Orda d'Oro.
Quello fu il biglietto da visita. Si parla di un'origine lontana dell'attuale guerra in Ucraina. Ebbene, le popolazioni cosacche dell'Ucraina (del Don, Dnieper etc), pur attratte da Mosca, avrebbero sempre voluto essere se non indipendenti per lo meno autonome.
Furono sotto i polacchi e si ribellarono. Passarono sotto i russi, che strapparono Kiev ai polacchi, ma pure si ribellarono più volte.
Mi fa ridere l'unità tutta "spirituale" della c.d. Santa Russia (un altro mito) che D. contrappone a quella che sarebbe stata solo "meccanica" dello Stato italiano.
PP
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