("Iustus es")
Messa
La chiamata di Dio.
Fine e modo di intendere la chiamata.
La carità fraterna e i suoi frutti.
I decreti di Dio sono sempre giusti sia quando confonde gli orgogliosi sia quando nella sua misericordia esalta gli umili. Vedemmo la sua volontà sovrana all'opera otto giorni or sono nella distribuzione dei posti riservati ai santi al banchetto dell'unione divina e, ricordando le pretese e la sorte degli invitati alle nozze, chiediamo soltanto misericordia.
Intróitus
Ps.118, 137 et 124 - Iustus es, Dómine, et rectum iudícium tuum; fac cum servo tuo secúndum misericórdiam tuam. Ps. 118, 1 - Beáti immaculáti in via: qui ámbulant in lege Dómini. Glória Patri… Ps.118, 137 et 124 - Iustus est, Dómine,… Orátio Da, quǽsumus, Dómine, pópulo tuo diabólica vitáre contágia: et te solum Deum pura mente sectári. Per Dóminum nostrum Iesum Christum, Fílium tuum, qui tecum vívit et regnat in unitáte Spíritus Sancti, Deus, per ómnia sǽcula sæculórum. M. - Amen. |
Introito Sal. 118, 137 e 124 - Tu sei giusto, o Signore, e retto è il tuo giudizio; agisci col tuo servo secondo la tua misericordia. Sal. 118, 1 - Beati gli uomini retti: che procedono secondo la legge del Signore. Gloria al Padre… Sal. 118, 137 e 124 - Tu sei giusto, o Signore,… Colletta O Signore, Te ne preghiamo, concedi al tuo popolo di evitare ogni diabolico contagio: e di seguire Te, unico Dio, con cuore puro. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con Te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i sécoli dei sécoli. M. – Amen |
EPISTOLA (Ef 4,1-6). - Fratelli: Io, che sono prigioniero del Signore, vi scongiuro di avere una condotta degna della vocazione che avete ricevuto, con tutta umiltà, con mansuetudine, con pazienza, con carità, sopportandovi gli uni gli altri, studiandovi di conservare l'unità dello spirito con il vincolo della pace. Un sol copro, un solo spirito, come ad una sola speranza siete stati chiamati con la vostra vocazione. Un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo. Un solo Dio e Padre di tutti che è sopra tutti, che è in tutte le cose e specialmente in noi nei secoli dei secoli così sia.
Con la lettera di san Paolo ai cristiani di Efeso la Chiesa riprende l'esposizione delle grandezze dei suoi figli e li supplica di rispondere in modo degno alla loro vocazione divina.
La chiamata di Dio.
Noi conosciamo già questa chiamata di Dio. È la chiamata del genere umano alle nozze dell'unione divina delle nostre anime a regnare nei cieli sul trono del Verbo diventato loro Sposo e loro Capo (Ef 2,5). Un tempo il Vangelo di otto giorni or sono era più legato all'Epistola, che abbiamo letta e nella quale trova un brillante commento, mentre a sua volta spiega in modo perfetto le parole dell'Apostolo: "Quando sarete invitati alle nozze, diceva il Signore, cum vocatus fueris, prendete l'ultimo posto". "In tutta umiltà, aggiunge l'Apostolo, mostratevi degni della vocazione che avete ricevuta: digne ambuletis vocatione qua vocati estis".
Fine e modo di intendere la chiamata.
Quale condizione dobbiamo adempire per mostrarci degni dell'altissimo onore che il Verbo eterno ci ha fatto? Umiltà, mansuetudine, pazienza sono mezzi raccomandati per arrivare allo scopo. Lo scopo è l'unità del corpo immenso, che il Verbo ha fatto suo nella celebrazione delle mistische nozze e la condizione che l'Uomo-Dio esige da quelli che, partecipando della Chiesa, sua Sposa, chiama ad essere ossa delle sue ossa, carne della sua carne (ivi 5,30), è che mantengano tra loro un'armonia che faccia veramente di tutti un'anima sola, un corpo solo, nei vincoli della pace.
"Legame splendido, - esclama san Giovanni Crisostomo - legame meraviglioso, che tutti ci unisce e tutti insieme ci lega a Dio!": La sua forza è la forza dello Spirito Santo stesso, tutto santità ed amore, perché è lo Spirito che stringe i suoi nodi immateriali e divini, agendo nella moltitudine dei battezzati come il soffio vitale nel corpo umano, che anima e unisce le membra tutte. Per lo Spirito, giovani e vecchi, poveri e ricchi, uomini e donne, sebbene distinti per razza e per indole, diventano un solo tutto, fusi in un immenso abbraccio in cui arde senza fine l'eterna Trinità. Però, perché l'incendio dell'amore infinito possa impadronirsi dell'umanità rigenerata, occorre che essa si purifichi eliminando le rivalità, i rancori, i dissensi, che, rivelandola ancora carnale, la renderebbero poco accessibile alla fiamma divina e all'unione che produce.
La carità fraterna e i suoi frutti.
Stringiamoci ai fratelli con questa felice catena della carità, perché essa non coarta che le nostre passioni e dilata invece le anime nostre, lasciando che lo Spirito le conduca con sicurezza a realizzare l'unica speranza della nostra vocazione comune, che è l'unione a Dio nell'amore. Quaggiù la carità, anche per i Santi, è una virtù faticosa perché raramente, anche nei migliori, la grazia restaura l'equilibrio delle facoltà, rotto dal peccato originale, in modo che non restino deficienze. Perciò la debolezza, gli eccessi della povera natura si fanno ancora sentire, nonostante l'umiltà del giusto e la vigile pazienza di coloro che l'attorniano. Dio permette questo, per accrescere il merito di tutti e ravvivare in noi il desiderio del cielo nel quale ritroveremo una totale e facile armonia con tutti i nostri simili, perché noi pure ci saremo pienamente pacificati nel dominio assoluto di Dio tre volte santo, divenuto tutto in tutti (1Cor 15,28).
Nella patria fortunata Dio stesso tergerà ai suoi eletti il pianto causato dalle miserie, rinnovando il loro essere alla sorgente infinita (Ap 21,4-5). Il Figlio eterno, abolito il dominio delle forze avverse e vinta la morte in ciascuno dei suoi membri mistici (1Cor 15,24-28), apparirà nella pienezza del mistero della sua incarnazione vero Capo dell'umanità santificata, restaurata e sviluppata in lui (Ef 1,10).
VANGELO (Mt 22,34-46). - In quel tempo: S'accostarono a Gesù i Farisei, uno dei quali, dottore in legge, lo interrogò, per tentarlo: Maestro, qual è il maggiore comandamento della legge? E Gesù gli rispose: Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua mente. Questo è il massimo e primo comandamento: il secondo poi è simile a questo: Amerai il prossimo tuo come te stesso. Da questi due comandamenti dipende tutta la legge e i profeti. Essendo dunque adunati i Farisei, Gesù li interrogò dicendo: Che vi pare del Cristo? Di chi è figlio? Gli rispondono: Di David. Ed egli a loro: Come dunque David, in spirito, lo chiama Signore, dicendo: Il Signore ha detto al mio Signore: Siedi alla mia destra, sinché io ponga i tuoi nemici a sgabello dei tuoi piedi? Se dunque David lo chiama Signore, in qual modo è suo figlio? E nessuno poteva replicargli parola; né vi fu chi ardisse, da questo giorno in poi, d'interrogarlo.La carità.
L'Apostolo che disse: Scopo della legge è la carità (1Tm 1,5) disse pure: Scopo della legge è il Cristo (Rm 10,4), e noi vediamo ora l'armonia di queste due proposizioni. Vediamo anche allo stesso modo la relazione delle parole del Vangelo: In questi due comandamenti sono compresi tutta la legge e i profeti e le altre, che sono pure del Signore: Scrutate le Scritture, perché esse mi rendono testimonianza (Gv 5,39).
La perfezione della legge che regola i costumi è nella carità (Rm 13,10) il cui fine è Cristo e oggetto delle Scritture rivelate è l'Uomo-Dio, che nella sua adorabile unità riassume per i suoi morale e dogma.
"Egli è la loro fede, il loro amore termine di tutte le nostre risoluzioni, - dice sant'Agostino - perché tutti i nostri sforzi tendono a perfezionarci in Lui e giungere in Lui è la nostra perfezione. Giunto a Lui, non cercare oltre: egli è la tua meta" (Enarr. sul Sal 56). Il santo Dottore ci dà qui la miglior formula dell'unione divina: "Aderiamo a Lui solo, godiamo in Lui solo, siamo tutti in Lui: haereamus uni, fruamur uno, permaneamus unum" (De Trin. iv, 11).
La bella antifona dell'Offertorio di oggi, separata dai versetti che una volta l'accompagnavano, non rivela più la ragione per cui ebbe da remotissimi tempi tale posto. Riportiamo i versetti che seguivano l'Antifona, rilevando che l'ultimo termina con la notizia dell'arrivo del principe delle armate celesti in soccorso del popolo di Dio. È questo l'effetto cercato come risulta dall'Antifonario pubblicato dal beato Tommasi, conforme ai più antichi manoscritti, dove questa domenica apre la settimana della festa del grande Arcangelo e la Domenica prossima vi è designata col nome di Prima Domenica dopo la festa di san Michele (prima post sancti Angeli).
Offertorio
Antífona ad Offertórium Dan. 9, 17, 18 et 19 - Orávi Deum meum ego Dániel, dícens: Exáudi, Dómine, preces servi tui: illúmina fáciem tuam super sanctuárium tuum: et propítius inténde pópulum istum, super quem invocátum est nomen tuum, Deus. |
Antifona all'Offertorio Io, Daniele, ho pregato il mio Dio dicendo: Signore, esaudisci le preghiere del tuo servo, fa splendere la tua faccia sul tuo santuario e guarda misericordioso questo popolo sul quale, o Dio, è stato invocato il tuo nome. |
V/. Mentre io ancora parlavo e pregavo e dicevo i miei peccati e le colpe di Israele. mio popolo.
V/. Io udii una voce che mi diceva: Intendi, Daniele, le parole che ti rivolgo, perché io sono inviato a te, ed ecco che Daniele stesso giunse in mio soccorso.
Guardate con misericordia.
V/. Io udii una voce che mi diceva: Intendi, Daniele, le parole che ti rivolgo, perché io sono inviato a te, ed ecco che Daniele stesso giunse in mio soccorso.
Guardate con misericordia.
Preghiamo
(da: dom Prosper Guéranger, L'anno liturgico. - II. Tempo Pasquale e dopo la Pentecoste, trad. it. L. Roberti, P. Graziani e P. Suffia, Alba, 1959, p. 497-500)
Signore, libera il tuo popolo dagli errori contagiosi del demonio e concedigli la grazia di seguire solo te nella sincerità del cuore.
(da: dom Prosper Guéranger, L'anno liturgico. - II. Tempo Pasquale e dopo la Pentecoste, trad. it. L. Roberti, P. Graziani e P. Suffia, Alba, 1959, p. 497-500)
12 commenti:
2 Ottobre. Festa degli Angeli custodi
Angele Dei,
qui custos es mei,
me, tibi commíssum pietáte supérna,
illúmina, custódi,
rege et gubérna.
Amen.
Chi sono gli Angeli?
Dopo la Santa Vergine Maria, gli Angeli sono le creature più nobili uscite dalla mente di Dio.
Essi, prima ancora dei santi, meritano il nostro culto.
Sono purissimo Spirito, sono, cioè, esseri forniti d'intelligenza e di volontà, ma non hanno l'impaccio del corpo materiale e tuttavia possono prendere sembianze sensibili.
San Giovanni Evangelista, descrisse nell'Apocalisse la visione in cui vide, davanti a sé, un Angelo: era tanta la sua maestà e bellezza che egli lo credette Dio e si prostro' in adorazione. Ma l'Angelo prontamente gli disse: "Guardati dal farlo! Io sono un servo di Dio come te e i tuoi fratelli, i profeti e come quelli che custodiscono le parole di questo libro. È Dio che devi adorare!"
Questi esseri sublimi, pur avendo la stessa natura spirituale, differiscono per bellezza e potenza; e tuttavia l'ultimo degli Angeli è di gran lunga superiore a qualsiasi creatura umana. Essi furono creati per essere esecutori fedeli degli ordini di Dio.
Noi dobbiamo VENERARE gli Angeli come nostri fratelli maggiori; IMITARE la loro obbedienza e purezza e amore di Dio; dobbiamo RISPETTARE la loro presenza.
Davvero soli non lo siamo mai, perché al nostro fianco abbiamo sempre questo sublime principe celeste, al quale dobbiamo aver Amore, Gratitudine e Confidenza per la cura sapiente, potente, paziente ed amorosa che ha di noi.
(Da "Gli Angeli").
BUONA DOMENICA A TUTTI. OGGI ORE 12 NELLE CHIESE SUPPLICA ALLA MADONNA DEL ROSARIO
L'8 maggio è il giorno della supplica alla Madonna di Pompei, che si ripete anche la prima domenica di ottobre, giorno in cui la Chiesa cattolica celebra la Madonna come Regina del Santo Rosario. Fu il beato Bartolo Longo, l’uomo che alla fine dell’Ottocento avviò la devozione della Madre di Dio nella piccola cittadina nell’entroterra napoletano.
Supplica alla
Regina del SS. Rosario di Pompei
https://www.maranatha.it/Benvenuti/mapa/pompei.htm
Grazie!
Riporto qui il link
https://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2022/05/supplica-alla-beata-vergine-del-rosario.html
2ottobre SANTI ANGELI CUSTODI
«Abbiate molta familiarità con gli angeli… Se Dio vuole, passerete tutta l’eternità nella gioia con gli angeli; imparate a conoscerli fin d’ora. La familiarità con gli angeli ci infonde un sentimento di sicurezza personale». (PioXII, 03/10/1958)
«L’angelo custode è un buon consigliere, intercede presso Dio in nostro favore; ci aiuta nelle nostre necessità, ci difende dai pericoli e ci preserva dagli incidenti. Mi piacerebbe che i fedeli sentissero tutta la grandezza di questa protezione degli angeli» (Giovanni XXIII, 24 ottobre 1962).
« ... la Chiesa confessa la sua fede negli angeli custodi, venerandoli nella liturgia con una festa apposita, e raccomandando il ricorso alla loro protezione con una preghiera frequente, come nell’invocazione dell’“Angelo di Dio”. Questa preghiera sembra fare tesoro delle belle parole di san Basilio: “Ogni fedele ha accanto a sé un angelo come tutore e pastore, per portarlo alla vita. ... »(Giovanni Paolo II, Udienza generale, 06/08/1986)
« ...il Signore è sempre vicino e operante nella storia dell’umanità, e ci accompagna anche con la singolare presenza dei suoi Angeli, che oggi la Chiesa venera quali “Custodi”, cioè ministri della divina premura per ogni uomo. Dall’inizio fino all’ora della morte, la vita umana è circondata dalla loro incessante protezione. E gli Angeli fanno corona all’Augusta Regina delle Vittorie, la Beata Vergine Maria del Rosario, che nella prima domenica di ottobre, proprio a quest’ora, dal Santuario di Pompei e dal mondo intero, accoglie la fervida Supplica, affinché sia sconfitto il male e si riveli, in pienezza, la bontà di Dio. » (Benedetto XVI, Angelus, 02/10/2002)
« Oggi celebriamo la memoria dei Santi Angeli Custodi. La loro presenza rafforzi in voi la certezza che Dio accompagna il cammino di vita di ciascuno. Vi sostengano nell’annunciare e vivere il Vangelo di Cristo per un mondo rinnovato nell’amore di Dio. »(Francesco, Udienza generale, 02/10/2019)
2 OTTOBRE
I SANTI ANGELI CUSTODI
Storia della festa
Sebbene la festa del 29 settembre abbia lo scopo di onorare tutti gli spiriti beati dei nove cori angelici, negli ultimi secoli la pietà dei fedeli sentì il desiderio di consacrare un giorno speciale per far festa agli angeli custodi. Alcune Chiese, presa l’iniziativa, celebravano la festa in date diverse dell’anno e Paolo V, nel 1608, il 27 settembre, pur autorizzando la festa, non credette di farne obbligo lasciandola facoltativa. Clemente X il 20 settembre del 1670 volle l'uniformità e fîssò la festa al 2 ottobre, primo giorno libero dopo quella di san Michele, e in quella data rimane.
Dottrina della Chiesa
Che Dio affida gli uomini chiamati a contemplarlo in cielo alla custodia degli angeli, finché vivono su questa terra di esilio, è verità di fede e lo testimonia la Scrittura, come lo afferma unanime la Tradizione. Le conclusioni più sicure della teologia cattolica estendono il beneficio di tanto preziosa protezione a tutti gli uomini, senza distinzione di razza, siano essi infedeli o battezzati, giusti o peccatori. Ufficio dell’angelo custode è di allontanare il pericolo, sostenere l’uomo nella lotta contro il demonio, suscitare in lui santi pensieri, allontanarlo dal male, correggerlo, pregare per lui e presentarne a Dio le preghiere. Questo compito è tanto delicato che l’angelo non ha la custodia simultanea di più persone e, al termine della vita, raccoglie l’anima che ebbe in custodia per portarla, dopo il giudizio, al posto che ha meritato, in cielo o al luogo di temporanea purificazione ed espiazione.
I nove cori
Gli angeli custodi sono reclutati fra gli spiriti più vicini all’uomo nell’ultimo dei nove cori. Dio riserva ai Serafini, ai Cherubini e ai Troni l’onore di formare la sua corte, mentre le Dominazioni presso il suo trono presiedono al governo dell’universo, le Virtù vegliano sulla stabilità delle leggi della natura, sulla conservazione delle specie e sui movimenti dei cieli, le Potenze mantengono in catene l’inferno. Il genere umano nel suo insieme e nei suoi vari raggruppamenti sociali, come nazioni e chiese, è affidato ai Principati, mentre gli Arcangeli, preposti alle comunità di minore importanza, sembrano avere anche il compito di trasmettere agli angeli gli ordini del cielo, insieme con l’amore e la luce, che per noi discende dalla più alta gerarchia. Come è immensa la Sapienza di Dio! L’ammirabile insieme di ministeri, ordinato nei vari cori degli spiriti celesti, sboccia come fine alla custodia diretta affidata ai più umili; la custodia cioè dell’uomo per il quale sussiste l’universo. Così aveva affermato la Scolastica e così aveva affermato l’apostolo: Non sono forse tutti spiriti incaricati di un ministero, inviati a servire coloro che erediteranno la salvezza?
DOMENICA XVII DOPO PENTECOSTE
PROPRIO DELLA S.MESSA
INTROITUS
Ps 118:137; 118:124- Iustus es, Dómine, et rectum iudicium tuum: fac cum servo tuo secúndum misericórdiam tuam. ~~ Ps 118:1- Beáti immaculáti in via: qui ámbulant in lege Dómini. ~~ Glória ~~ Iustus es, Dómine, et rectum iudicium tuum: fac cum servo tuo secúndum misericórdiam tuam.
Ps 118:137; 118:124.- Tu sei giusto, o Signore, e retto è il tuo giudizio; agisci col tuo servo secondo la tua misericordia. ~~ Ps 118:1.- Beati gli uomini retti: che procedono secondo la legge del Signore. ~~ Gloria ~~ Tu sei giusto, o Signore, e retto è il tuo giudizio; agisci col tuo servo secondo la tua misericordia.
Gloria
ORATIO
Orémus.
Da, quaesumus, Dómine, pópulo tuo diabólica vitáre contágia: et te solum Deum pura mente sectári. Per Dominum nostrum Iesum Christum, Filium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.
Preghiamo.
O Signore, Te ne preghiamo, concedi al tuo popolo di evitare ogni diabolico contagio: e di seguire Te, unico Dio, con cuore puro. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
LECTIO
Léctio Epístolæ beáti Pauli Apóstoli ad Ephésios.
Ephes 4:1-6
Fatres: Obsecro vos ego vinctus in Dómino, ut digne ambulétis vocatióne, qua vocáti estis, cum omni humilitáte et mansuetúdine, cum patiéntia, supportántes ínvicem in caritáte, sollíciti serváre unitátem spíritus in vínculo pacis. Unum corpus et unus spíritus, sicut vocáti estis in una spe vocatiónis vestræ. Unus Dóminus, una fides, unum baptísma. Unus Deus et Pater ómnium, qui est super omnes et per ómnia et in ómnibus nobis. Qui est benedíctus in saecula sæculórum. Amen.
Fratelli: Io, prigioniero del Signore, vi esorto a procedere in modo degno della vocazione a cui siete stati chiamati, con tutta umiltà e mansuetudine, con pazienza, sopportandovi gli uni gli altri con carità, solléciti di conservare l’unità dello spirito mediante il vincolo della pace. Uno solo il corpo e uno solo lo spirito, come anche siete stati chiamati a una sola speranza della vostra vocazione. Un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo. Un solo Dio, e Padre di tutti, che è al di sopra di tutti e agisce in tutti, ed è in tutti noi. Egli è benedetto nei secoli dei secoli. Amen.
GRADUALE
Ps 32:12; 32:6
Beáta gens, cuius est Dóminus Deus eórum: pópulus, quem elégit Dóminus in hereditátem sibi.
V. Verbo Dómini coeli firmáti sunt: et spíritu oris eius omnis virtus eórum.
Beato il popolo che ha per suo Dio il Signore: quel popolo che il Signore scelse per suo popolo.
V. Una parola del Signore creò i cieli, e un soffio della sua bocca li ornò tutti.
ALLELUIA
Allelúia, allelúia
Ps 101:2
Dómine, exáudi oratiónem meam, et clamor meus ad te pervéniat. Allelúia.
Alleluia, alleluia
O Signore, esaudisci la mia preghiera, e il mio grido giunga fino a Te. Alleluia.
...segue
EVANGELIUM
Sequéntia ☩ sancti Evangélii secúndum Matthaeum.
Matt 22:34-46
In illo témpore: Accessérunt ad Iesum pharisaei: et interrogávit eum unus ex eis legis doctor, tentans eum: Magíster, quod est mandátum magnum in lege? Ait illi Iesus: Díliges Dóminum, Deum tuum, ex toto corde tuo et in tota ánima tua et in tota mente tua. Hoc est máximum et primum mandátum. Secúndum autem símile est huic: Díliges próximum tuum sicut teípsum. In his duóbus mandátis univérsa lex pendet et prophétæ. Congregátis autem pharisaeis, interrogávit eos Iesus, dicens: Quid vobis vidétur de Christo? cuius fílius est? Dicunt ei: David. Ait illis: Quómodo ergo David in spíritu vocat eum Dóminum, dicens: Dixit Dóminus Dómino meo, sede a dextris meis, donec ponam inimícos tuos scabéllum pedum tuórum? Si ergo David vocat eum Dóminum, quómodo fílius eius est? Et nemo poterat ei respóndere verbum: neque ausus fuit quisquam ex illa die eum ámplius interrogáre.
In quel tempo: I Farisei si avvicinarono a Gesú, e uno di essi, dottore della legge, lo interrogò per tentarlo: Maestro, qual è il grande comandamento della legge? Gesú gli disse: Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua ànima e con tutta la tua mente. Questo è il piú grande e il primo comandamento. Il secondo poi è simile a questo: Amerai il prossimo tuo come te stesso. In questi due comandamenti è racchiusa tutta la legge e i profeti. Ed essendo i Farisei radunati insieme, Gesú domandò loro: Che cosa vi pare del Cristo? di chi è figlio? Gli risposero: Di Davide. Egli disse loro: Com’è allora che Davide in spirito lo chiama Signore, dicendo: Disse il Signore al mio Signore, siedi alla mia destra, sino a tanto che io metta i tuoi nemici a sgabello dei tuoi piedi? Se dunque Davide lo chiama Signore, com’è egli suo figlio? E nessuno sapeva rispondergli: né da quel momento in poi vi fu chi ardisse interrogarlo.
Credo
OFFERTORIUM
Dan 9:17; 9:18; 9:19
Orávi Deum meum ego Dániel, dicens: Exáudi, Dómine, preces servi tui: illúmina fáciem tuam super sanctuárium tuum: et propítius inténde pópulum istum, super quem invocátum est nomen tuum, Deus.
Io, Daniele, pregai Iddio, dicendo: Esaudisci, o Signore, la preghiera del tuo servo, e volgi lo sguardo sereno sul tuo santuario, e guarda benigno a questo popolo sul quale è stato invocato, o Dio, il tuo nome.
SECRETA
Maiestátem tuam, Dómine, supplíciter deprecámur: ut hæc sancta, quæ gérimus, et a prætéritis nos delictis éxuant et futúris. Per Dominum nostrum Iesum Christum, Filium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.
Preghiamo la tua maestà, supplichevoli, o Signore, affinché questi santi misteri che compiamo ci liberino dai passati e dai futuri peccati. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
COMMUNIO
Ps 75:12-13
Vovéte et réddite Dómino, Deo vestro, omnes, qui in circúitu eius affértis múnera: terríbili, et ei qui aufert spíritum príncipum: terríbili apud omnes reges terræ.
Fate voti e scioglieteli al Signore Dio vostro; voi tutti che siete vicini a Lui: offrite doni al Dio temibile, a Lui che toglie il respiro ai príncipi ed è temuto dai re della terra.
POSTCOMMUNIO
Orémus.
Sanctificatiónibus tuis, omnípotens Deus, et vítia nostra curéntur, et remédia nobis ætérna provéniant. Per Dominum nostrum Iesum Christum, Filium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.
Preghiamo.
O Dio onnipotente, in virtù di questi santificanti misteri siano guariti i nostri vizii e ci siano concessi rimedii eterni. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
«Ha dato ordine ai suoi Angeli per te» (Sal 90,11). Meravigliosa degnazione, e tenerezza di carità veramente grande! Difatti: Chi? a chi? per chi? che cosa ha ordinato? Consideriamolo attentamente, fratelli, e fissiamocelo bene in mente questo ordine sì importante. Chi ha dato l’ordine? di chi sono gli Angeli? a chi obbediscono essi? la volontà di chi eseguiscono? «Egli ha dato ordine ai suoi Angeli per te, che ti custodiscano in tutte le tue vie» (Sal 90,11). Né indugiano, anzi ti portano nelle loro mani. La sovrana Maestà dunque ha ordinato agli Angeli, e ai suoi Angeli. Cioè a quegli spiriti sublimi, altrettanto beati che vicini a lui e uniti e veramente famigliari, ha dato ordine per te. Chi sei tu? «Cos’è l’uomo che tu ti ricordi di lui? o il figlio dell’uomo da farne conto?» (Sal 8,5; 143,4). Come se «l’uomo non fosse putredine, e il figlio dell’uomo un verme!» (Gb 25,6). Ma qual ordine pensi ch’egli abbia dato per te? Che ti custodiscano.
Quanto rispetto ti deve imprimere questa parola, quanta devozione ispirare, quanta confidenza infondere ! Rispetto per la sua presenza, devozione per la benevolenza, confidenza per la custodia. Cammina con cautela, perché gli Angeli, secondo ch’è stato loro ordinato, ti accompagnano in tutte le tue vie. In qualsiasi dimora, in qualsiasi angolo, porta rispetto al tuo Angelo. Tu non osare in sua presenza ciò che non oseresti davanti a me. Dubiti forse della sua presenza, perché non lo vedi? Che faresti se lo udissi? che se lo toccassi? che se lo sentissi? Bada che non soltanto colla vista si comprova la presenza delle cose.
Pertanto, fratelli, amiamo in Dio con tenero affetto i suoi Angeli, coi quali dobbiamo essere un giorno suoi coeredi, e che intanto il Padre ha posto accanto a noi come guide e protettori. Di che temere con tali custodi? Essi non possono essere né superati né sedotti, e meno ancora possono sedurci, essi che ci custodiscono in tutte le nostre vie. Sono fedeli, sono prudenti, sono potenti: di che paventiamo? Basta che li seguiamo, siamo attaccati ad essi, e allora saremo sotto la protezione del Dio del cielo. Ogni volta dunque che ti senti stretto da violenta tentazione e minacciato da grave tribolazione, invoca il tuo custode, la tua guida, il tuo aiuto nella necessità e nella tribolazione; gridagli forte e digli; «Signore salvaci, siamo perduti» (Mt 8,25).
Ricordo che gli angeli custodi non sono i nonni che per i cattolici si festeggiano con San Gioacchino ed Anna il 26 luglio.
@2 ottobre 2022 15:47
Concordo.
Purtroppo abbiamo bevuto a larghi sorsi le scemenze imposte, sicuramente da noi in Italia,ma voglio supporre toto orbe, dall'ONU : la festa del papa', quella della mamma, quella dei nonni, quelle del giorno.. Mi domando come resista ancora quella del papa'..Greta che dice?
Inserisco solo l'incipit di uno dei tanti, troppi, interventi che non pubblico perché infarciti di luoghi comuni, confutare i quali sarebbe tempo e ed energia persi inutilmente perché due sono i casi: o si tratta di troll (molti riconoscibili) oppure di persone che hanno portato il cervello all'ammasso con cui è perfettamente inutile cercare di argomentare...
Vedi, nelle democrazie libere e laiche puoi decidere se festeggiare la festa dei nonni o fregartene. Puoi scegliere se festeggiare Natale o la fine del Ramadan. ... Il resto, che tralascio, spazia attraverso diversi altri luoghi comuni che richiederebbero volumi per una confutazione che cadrebbe comunque nel vuoto...
Mi limito alla frase quotata:
Superficialità e pressappochismo in logica sofista
Non tiene conto di quanto la festa dei nonni rappresenti la sostituzione laica di quella degli angeli custodi e, penetrando nell'uso comune, determini l'annacquamento del 'sentire' cattolico e la conseguente secolarizzante trasformazione della mentalità collettiva.
Fare di ogni erba un fascio tra Natale e Ramadan, non tiene conto come certe realtà, purtroppo non governate, siano incalzanti e foriere di fagocitare le nostre già deboli identità non solo spirituali.
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