Riprendo da Res Novae, grata per la segnalazione, l'analisi del confronto tra due autori progressisti in ordine alla crisi del cattolicesimo e della sua ormai accentuata inconsistenza, con esito implosione, nei confronti delle dimensioni culturali e socio-economiche del tempo presente con l'antidoto, peraltro infimo, della nebulosa conservatrice. Quel che emerge è il limite di chi coglie solo l'aspetto orizzontale, avendo espunto il Soprannaturale che è l'anima, la linfa vitale del cattolicesimo - che non è questione di numeri - e ne garantirà la sussistenza per quanto ridotta possa essere, fino alla fine dei tempi.
Verso l’implosione?
Vers l’implosion? : è il titolo (in cui il punto interrogativo è puramente formale) del libro di «interviste sul presente e sull’avvenire del cattolicesimo» avvenute tra Danièle Hervieu-Léger, sociologa delle religioni, direttrice presso la Scuola di alti studi in scienze sociali (EHESS), e Jean-Louis Schlegel, sociologo delle religioni, ex-direttore della rivista Esprit.
I due interlocutori si trovano a ricamare sulla diagnosi che fa da molto tempo Danièle Hervieu-Léger, secondo cui si sarebbe prodotta una «esculturazione» del cattolicesimo: il legame tra la cultura cattolica e la cultura comune si sarebbe disfatto. La colpa del vecchiume cattolico: la Chiesa del Vaticano II, dopo aver aperto delle brecce per avvicinare il cattolicesimo al mondo contemporaneo, spaventata dalla propria audacia, s’è fermata lungo la strada. D. Hervieu-Léger e J.-L- Schlegel, pessimisti, ritengono che le riforme, a loro giudizio necessarie (tra le altre preti sposati, sacerdozio femminile), non avverranno mai e che in ogni caso sarebbe troppo tardi. Il cattolicesimo non sopravviverà, affermano, alla crisi interna, che ha visto crollare i suoi tre pilastri: il monopolio della verità, la copertura territoriale grazie alle parrocchie e la centralità del prete come figura sacra.
Secondo loro, la frattura tra i due cattolicesimi – che D. Hervieu-Léger chiama «una linea di scisma» – avviene tra due popolazioni cattoliche distinte, ma in movimento. La realtà sarebbe piuttosto quella della «diversità, pluralità, scissione». Il cattolicesimo conoscerebbe un fenomeno crescente di «diasporizzazione», ma non nella stessa logica delle diaspore giudea, armena, libanese, ecc., un fenomeno d’insediamento di piccole comunità in terre straniere. Qui le piccole comunità cattoliche sono divenute comunità di diaspora in loco, in una terra che è per così dire divenuta straniera sotto i loro stessi piedi. Dovranno gestire esse stesse le numerose tensioni interne, che le attraversano, e ciò potrebbe rappresentare una «possibilità» – ma qui le proiezioni degli autori divengono molto vaghe –, nella misura in cui tali comunità «diasporiche» dovessero reinventare una tradizione «estremamente creatrice». Gli organismi episcopali si accontenterebbero d’essere garanti di un «legame di comunione», abbastanza morbido, si suppone. In una parola, se comprendiamo bene, poiché la dinamica del Vaticano II, anche se resa propulsiva da Francesco (il quale viene ostacolato dalla «Curia», come si sa…), non ha avuto successo a livello istituzionale, lo avrà grazie all’implosione del cattolicesimo.
Salvo che… Salvo ch’essi, l’uno e l’altra, prestino molta attenzione alla nebulosa «conservatrice», per parlare come Yann Raison du Cleuziou (Qui sont les cathos aujourd’hui [Chi sono i cattolici oggi], Desclée de Brouwer, 2014), che, in una certa misura, resiste alla secolarizzazione interna del cattolicesimo. Concordano sul fatto che l’esistenza di questo «focolaio osservante» obbliga i sociologi della loro generazione a riaggiustare le proprie analisi. Ma, secondo loro, l’aspetto più vistoso della resistenza opposta da questo conservatorismo [ed il più esasperante per i fautori dell’offensiva di Traditionis custodes], cioè la «tradizionalizzazione» continua del reclutamento sacerdotale – il clero di tipo tradizionalista o della Comunità di San Martino rappresenterà tra il 20 ed il 40% del clero francese nel 2050 – non cambia praticamente nulla, poiché rappresenta un’infusione clericale infima. Infima, come ben si vede, ma relativamente, risultando lo stesso cattolicesimo malato a livello sociale, come gli stessi autori insistono a dire. (Don Pio Pace)
14 commenti:
Mai come ora il "non tutto il male vien per nuocere" spero tanto sia più vero che mai. Saluti
Implosione ?
a me pare che si avveri la profezia della Madonna a La Salette: La Chiesa sarà eclissata.
Il problema è che non sappiamo quanto durerà l'eclissi e che cosa riusciranno a fare 1 miliardo e 200 milioni di cattolici per conservare la Fede, finchè il buio avvolgerà la Chiesa visibile, mentre crollano, com'è giusto, ad una ad una le strutture artificiose fatiscenti di questi devastanti 60 anni.
Ma è sempre vera la promessa Portae inferi non praevalebunt ?
allora... speriamo che valga per ciascun cattolico dell'orbe.
"Fra 100 anni, solo qualche studioso di storia avrà sentito nominare quell'insieme di leggende che chiamiamo Bibbia" (Voltaire).
Cento anni dopo la morte di F.A. Voltaire, la casa dove era morto, divenne la sede della società biblica. Ente protestante, ma almeno foneticamente, CHE BEL CONTRAPPASSO!
«Vi prego vivamente, per l'amore che vi porto in Gesù e Maria, di recitare il Rosario tutti i giorni, perché al momento della vostra morte, benedirete il giorno e l'ora in cui m'avrete creduto, e dopo aver seminato nelle benedizioni di Gesù e Maria, raccoglierete benedizioni eterne in cielo».
San Luigi Maria de Montfort sul letto di morte
Mah, articoli e libri che preconizzano disastri da decenni…ormai sembra un genere letterario: la saggistica distopica.
Direi anche basta.
Ma è sempre vera la promessa Portae inferi non praevalebunt ?
allora... speriamo che valga per ciascun cattolico dell'orbe.
Funziona diversamente. Vale per la Chiesa nel duo complesso e " Portae inferi non praevalebunt" vuol dire due cose:
a) le Portae inferi perderanno la guerra (e ne sono ben coscienti) e si mangiano le mani perché che tutto ciò che fanno, non fa che affrettare la loro sconfitta finale. Perderanno la guerra, ma delle singole battaglie, OHIMè le vinceranno (almeno in apparenza). Ciascun cattolico di tutto l'orbe deve vigilare, in primis con la preghiera e con atteggiamento misto da un lato di fiducia, ma anche di prudente "TIMORE & TREMORE", per ottenere la grazia di non cadere vittima di queste singole battaglie che le " Portae inferi" vinceranno (almeno in apparenza);
b) Per quanto sarà diffusa l'apostasia di larghi settori della Chiesa, ALMENO un vescovo fedele (anzi, secondo molti teologi e mistici ALMENO TRE, non mi chiedete perché tre) in capo al mondo, ma resterà fino alla fine dei secoli. Quei vescovi, che continueranno, nonostante tutto, saranno loro la CHIESA, almeno la sua parte cosciente e militante e prima o poi, loro, o chi sarà in debito con loro, vedranno la sconfitta delle " Portae inferi".
Vi segnalo un bel canale youtube di un Sacerdote che parla in latino di argomenti che credo interessino molto i lettori di questo blog. Metto i link a due video uno sul latino del Catechismo Romano e l'altro sul rapporto tra Pio XII e la lingua latina.
Papae et Lingua Latina || # 3 Pius XII, "Magis quam"
https://www.youtube.com/watch?v=tzHN1Sb19f4
De Catechismi Romani elegantia
https://www.youtube.com/watch?v=K7_PrgpTiMo
Un esempio di civiltà
https://www.corriereadriatico.it/macerata/apiro_panatta_offerte_lavoro_case_gratis_mensa_asilo_nido_gratuito_ultime_notizie-6975197.html
Caro Amico delle 7 e 46, penso che 1 miliardo e 200 mila cattolici da soli non potranno fare molto, mentre i cattolici (qualsiasi numero siano) che si rivolgevano fiduciosi allo Spirito Santo, potranno fare ciò che Cristo chiede. Il che è, in fondo, tutto ciò che importa. A noi, come agli Apostoli, sembra che il Maestro dorma, mentre la nostra fragile barca è sballottata con violenza di qua e di là. Ma se il Maestro riposava il Signore vigilava. Cerchiamo di non prenderci lo stesso rimprovero che si presero allora gli Apostoli, ricordando le cose grandi che Dio ha fatto per noi. In cordibus Jesu et Mariae.
Nel suo caso, caro Anonimo, parlerei di distopia non riconosciuta... Per quanto ci riguarda, del disastro conosciamo anche il rimedio...
Mi permetto di ricordarvi che in Francia esistono fenomeni çome l'islàmizzazione che hanno raggiunto posizioni piu' rilevanti che da ñoi.
La tanto decantata laicita' ha portato poi ad offrìre rifugio sia a Komeini, prima che raggiungesse il potere, sia ai nostri terroristi.
Ma proprio vivere in un ambiente laico ha portato molti ad approfondire la loro fede.
Cronache di ordinaria follia dal fronte occidentale. Il "libro pericoloso" dell'icona femminista critica del gender, i jihadisti separano i cristiani dai musulmani e li sgozzano ma per l'Unione Europea non esistono cristiani perseguitati, la censura dei conservatori sui social, il "primo asilo arcobaleno" in Germania, come il Qatar diventerà il più grande esportatore al mondo di gas liquido e l'Europa dalle gambe tremanti non potrà opporsi all'islamizzazione come quella in corso a Bruxelles (un insegnante racconta di avere “bambini che rifiutano di colorare i porcellini, sputano nella scatola del pranzo di un altro studente che mangia prosciutto o dicono che il Natale è la festa dei nemici”) e come l’Occidente finisce in un ristorante per cani a 75 dollari...
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https://meotti.substack.com/p/cronache-di-ordinaria-follia-dal-1bc
DOMANI, 11 ottobre 2022, sono 60 anni dalla Allocuazione di apertura del VAticano II, pronunciata da Giovanni XXIII.
La Nuova Bussola Quotidiana ha pubblicato una breve intervista con mons. Marchetto, storiografo del Concilio, storiografo di regime, bisognerebbe dire. L'intervista è penosa. La parola d'ordine, ieri come oggi, è sempre la stessa: continuità assoluta con la dottrina di sempre, il Papa voleva solo un modesto "aggiornamento" della dottrina per spiegarla meglio ai figli del Secolo. C'è da chiedersi se l'Allocuzione l'abbiano letta.
Ma questi prelati in che mondo vivono? Si rendono conto di quello che è successo al Concilio e di cosa è stato il Postconcilio?
Il 12 ottobre successivo, all'apertura dei lavori, ci fu il colpo di scena orchestrato dalla fazione modernista: il cardinale Lienart chiese contro il regolamento la sospensione dei lavori (si dovevano solo votare le Commissioni conciliari) per dar tempo alle Conferenze episcopali di consultarsi sui candidati! L'ottenne e fu l'inizio convulso di un'azione illegale che portò in pochi giorni al macero di quasi tutti gli schemi preparatori, elaborati sotto la direzione della Curia in tre anni di duro e competente lavoro. Questi schemi non piacevano ai progressisti, tranne quello sulla liturgia, visto che nella commissione preparatoria che l'aveva elaborato erano già riusciti ad infilare qualche zeppa.
Giovanni XXIII fu complice della violazione della legalità, la tollerò ed anzi l'indirizzò ai suoi fini, che erano quelli di impostare un Concilio non conforme agli schemi esponenti la dottrina di sempre e pieni di critiche al mondo moderno, approvati dalla Commissione teologica presieduta da Ottaviani.
Sulla natura anomala del VAticano II, complici i Papi, si continua naturalmente a mantenere il silenzio più rigoroso.
T.
L'ultimo concilio è stato contemporaneamente punto di arrivo delle istanze rivoluzionarie (mi fa sempre impressione quando sento dire dai preti, anche con posizioni di potere, che si "annoiavano" durante la S. Messa e spesso si mettevano a recitare il S. Rosario come se fosse un diversivo e che hanno vissuto la messa di Paolo VI come una "liberazione") e punto di partenza per una follia che ha contagiato nel midollo i prelati e alterato la fede dei credenti. Va ammesso lucidamente: l'11 ottobre 1962 si sono gettate le basi per la nascita di una nuova religione. Il Signore sta ancora riposando a poppa mentre la prua della Nave si dirige nel cuore della tempesta.
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