Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

mercoledì 26 ottobre 2022

Il Sinodo tedesco fa sul serio: "Abbiamo giurato obbedienza a Dio, non alla Chiesa"

Mentre il Papa posticipa di un anno la chiusura del Sinodo universale, in Germania il malcontento verso Roma non accenna a diminuire. L'agenzia cattolica Kna pubblica un'intervista a tre religiosi: totale sintonia con le richieste più audaci del Cammino sinodale tedesco, condanna della "minoranza di blocco conservatrice" e insofferenza per l'autorità della Chiesa
Più che i discorsi dei vescovi, le loro interviste e documenti, per comprendere la portata di quanto accade in Germania con il Cammino sinodale non c’è cosa migliore che ascoltare quanto dicono i partecipanti. Non tanto i laici, sempre più propensi ad accettare di buon grado i cambiamenti rispetto ai chierici, quanto preti e suore che a quel percorso complesso e delicato partecipano. 
Nei giorni scorsi l’agenzia cattolica tedesca Kna ha pubblicato un’intervista a suor Franziska Dieterle, suor Katharina Kluitmann e a fratel Simon Hacker. Tutti e tre, religiosi, fanno parte del Cammino sinodale tedesco e conoscono la piega che ha preso la discussione interna. 
Domanda: “Come religioso, ha promesso obbedienza. In che modo ciò è compatibile con la critica alla Chiesa, ai sacerdoti e ai vescovi?”. 
Risposta di suor Franziska: “Molto semplicemente ho giurato obbedienza a Dio e non principalmente alla Chiesa. Morirei per la mia fede ma non per il catechismo. Dopotutto, obbedire non è ricevere ed eseguire ordini, ma ascoltare e guardare insieme: a cosa serve la vita?”. 
Suor Katharina contesta la minoranza conservatrice che tenta di contrastare la deriva riformatrice del Sinodo tedesco: “La voce del superiore conta quanto tutte le altre, nel Capitolo dell’ordine religioso. Una minoranza di blocco, come è stato concesso ai vescovi nel Cammino sinodale, è impensabile in un ordine religioso”. (Da Il Foglio 18 ottobre 2022, Matteo Matzuzzi)

6 commenti:

Manca il rimedio più efficace ha detto...

Ieri sera con un gruppo di fratelli ci si è ritrovati per scrutare la Scrittura. Si partiva da un versetto del Siracide che ne rimandava a un altro del Levitico e parlava di benedizione. Allora, dopo aver compulsato la Scrittura ci siamo messi a parlare di benedizione. Che cos'è la benedizione? A partire da quella famosa di Numeri 6,22: Il Signore ti benedica e ti protegga... E una fra noi più anziana, la cui memoria recente è quasi azzerata, ma quella antica riaffiora ad ampio getto, ci ha detto che lei, un tempo, andava sempre alla Benedizione.
E qui si passa dal significato del termine a un preciso gesto liturgico, che oggi non si fa quasi più, ma un tempo era prassi normale e quotidiana. Si andava in Chiesa di pomeriggio, non c'era la messa vespertina, a prendere la cosiddetta Benedizione. La cara sorella l'ha fatta ricordare anche a me. Dunque ne scrivo.
Premetto che questa era una prassi precedente al Concilio e consisteva essenzialmente nell'Adozione eucaristica quotidiana.
Con preghiere e devozioni per lo più in latino e il sacerdote che vestiva paramenti sacri e il piviale in oro per la solennità del gesto che gli coprisse anche le mani con cui stringeva l'ostensorio.
Io ero piccolo, molto piccolo, prima del '62, forse fino al' 65, data di ultimazione del Concilio. Ma credo che nel 65, la pratica quotidiana della Benedizione non si facesse già più. Ho 65 anni, sono del 1957 e mia nonna al paese, Cupramontana, di Benedizioni non se ne perdeva una. E io, quattro o cinque anni, l'accompagnavo mano nella mano e mi immergevo in quel sacro rito fatto di latinorum e di giaculatorie eucaristiche. Ora non è che il rito è stato abolito per carità. Però non si fa quasi più o è riservato a certe occasioni.
L'Adorazione del Santissimo si va recuperando, anche se con molta fatica. Ma è andato in disuso questo termine Benedizione. Invece un tempo il popolo cristiano era consapevole dell'importanza, una volta al giorno, tutti i giorni di ricevere la benedicente protezione della Presenza Reale. Di affidarle tutte le nostre ambasce, i nostri dolori. Sapendo che da soli non riusciamo a risolverli. Per questo occorre porsi di fronte al Miracolo Eucaristico che Gesù ha voluto lasciarci insieme alla necessità di adorarlo.

Anonimo ha detto...

Ho potuto assistere sovente alla Benedizione pomeridiana del Santissimo Sacramento (nella pisside e non nell'ostensorio) a Saint Nicolas du Chardonnet, a Paris. Anni orsono, ricordo di avere letto di queste commoventi Benedizioni impartite da Padre Pio da Pietrelcina, il quale soleva recitare ai piedi del Santissimo Sacramento rinchiuso nel tabernacolo le Visite di S. Alfonso Maria de' Liguori con una devozione impressionante. Bisogna riprendere tutto quanto daccapo, senza scuse o mezze misure.

Anonimo ha detto...


L'impressione è che, con questo papa, la Gerarchia, maschile e femmnile, si sia riempita di omosessuali di ambo i sessi. Il fenomeno già esisteva (forse è cominciato con Paolo VI) ma sotto papa Francesco sta assumendo proporzioni allucinanti. Anche perché lui non fa niente per combatterlo, anzi non fa che incoraggiare preti e suore che diffondono attivamente questo vizio nella Chiesa.
E questi preti e suore omosessuali non si limitano a questo, difendono anche l'aborto, vogliono il sacerdozio femminile; insomma, fare tabula rasa dell'etica cristiana ma anche di tutto il resto.
È ormai evidente che nella Gerarchia sono entrati uomini e donne senza nessuna vera vocazione e spinti da motivazioni anche abominevoli, gente che non avrebbe mai dovute esser accolta e che dovrebbe esser chiamata a render conto di quello che sta facendo.

La Chiesa gerarchica è dominata sempre più dai "nicolaiti" i quali negavano la divinità di Cristo e si davano ai peccati carnali. Il Signore li detesta e al momento opportuno li punirà come meritano.
"Lettera alla Chiesa di Efeso [...] Tuttavia tu hai questo che mi fa piacere: odi i Nicolaiti, che io pure detesto" (Apoc 2, 6).
T.

Anonimo ha detto...

«Quando il pastore si cambia in lupo, tocca soprattutto al gregge difendersi. Di regola, senza dubbio, la dottrina discende dai Vescovi ai fedeli; e non devono i sudditi giudicare nel campo della fede i loro capi. Ma nel tesoro della Rivelazione vi sono dei punti essenziali, dei quali ogni cristiano, per il fatto stesso ch’è cristiano, deve avere la necessaria conoscenza e la dovuta custodia. Il principio non muta, sia che si tratti di verità da credere che di norme morali da seguire, sia di morale che di dogma. I tradimenti simili a quelli di Nestorio, gli sbandamenti simili a quelli di Onorio e le “eccesive prudenze” simili a quelle di S. Pietro ad Antiochia non sono frequenti nella Chiesa; tuttavia può darsi che alcuni pastori eccezionalmente tacciano, per un motivo o per l’altro, in talune circostanze in cui la stessa religione verrebbe ad essere coinvolta. In tali congiunture, i veri fedeli sono quelli che attingono solo nel loro battesimo l’ispirazione della loro linea di condotta; non i pusillanimi che, sotto lo specioso pretesto della sottomissione ai poteri costituiti, attendono per aderire al nemico o per opporre alle sue imprese un programma che non è affatto necessario e che non si deve dare loro»

Dom Prosper-Louis-Pascal Guéranger (4/04/1805-30/01/1875)

Anonimo ha detto...

Il diavolo per far accettare le sue malvagità fa spesso ipocritamente la vittima nei confronti di Dio.
Lo stesso fa oggigiorno il mondo nei confronti della Chiesa .
Solo che la parte umana della Chiesa, senza fede, col suo buonismo finisce per credere nelle menzogne diaboliche del mondo mascherate dalle lacrime

Anonimo ha detto...

Da qualche decennio si scambia un generico sentimento sociale per vocazione religiosa.