Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

mercoledì 25 giugno 2025

Un bilancio che non torna: il report dei vescovi francesi e il silenzio sulle vocazioni

Precedenti sulle vocazioni legate alla Tradizione in Francia qui - qui - qui e in generale qui - qui.
Un bilancio che non torna: il report dei vescovi
francesi e il silenzio sulle vocazioni


Città del Vaticano - Nei giorni scorsi, precisamente il 19 e 20 giugno 2025, la Presidenza della Conferenza Episcopale Francese (CEF) è giunta in Vaticano per il consueto incontro con il Pontefice. Ma questa volta l’incontro aveva un peso particolare: è stato il primo incontro ufficiale della Presidenza con Papa Leone XIV, ma anche l’ultimo, giungendo alla vigilia della conclusione del loro mandato. A guidare la delegazione: Mons. Éric de Moulins-Beaufort, arcivescovo di Reims e presidente della CEF, insieme a Mons. Vincent Jordy (Tours), Mons. Dominique Blanchet (Créteil), Mons. Hugues de Woillemont, e la sig.ra Céline Reynaud-Fourton, direttrice per gli Affari Istituzionali e Internazionali. La visita si è aperta con un incontro diplomatico presso l’ambasciata francese presso la Santa Sede e si è conclusa con un’udienza privata concessa dal Santo Padre, durante la quale è stato presentato il bilancio di sei anni di presidenza. Temi affrontati: dalla sinodalità alla bioetica Il resoconto fornito dalla stessa CEF menziona un ventaglio ampio di temi trattati: dalla lotta contro gli abusi all’aumento dei catecumeni, dalla formazione dei sacerdoti alle sfide bioetiche, passando per la solidarietà, l’ecologia, il dialogo interreligioso e – nota non secondaria – le comunità tradizionaliste. Su quest’ultimo punto, non si entra nel dettaglio. Ma che venga esplicitamente indicato nel comunicato suggerisce che se ne sia parlato ed è un tema preoccupante. La domanda resta: i vescovi francesi ne hanno parlato per mettersi in ascolto o per diffondere i propri pregiudizi? Papa Leone XIV ha voluto invece soffermarsi su tre nodi specifici: la crisi ecologica, la crescita dei catecumeni in Francia e la tensione internazionale. Sorprende, però, che i vescovi francesi non abbiano richiamato l'attenzione su una delle vere emergenze della Chiesa francese: le vocazioni sacerdotali.

Titoli che feriscono la Verità. La nuova strategia della stampa laicista contro la Chiesa e il papa

Titoli che feriscono la Verità. La nuova strategia
della stampa laicista contro la Chiesa e il papa


“Ma è vero che la Chiesa ha fatto questo?” È con questa domanda, inviatami da un fedele smarrito, che comincia tutto. Una domanda semplice, sincera, nata dopo aver letto, come tanti, il titolo comparso il 18 giugno sulla prima pagina de La Stampa: “Una legge sul fine vita, c’è il via libera del Vaticano.”
Domanda legittima. Perché chi ama la Chiesa si allarma quando la sente tirata in ballo in questioni decisive. E chi vive la fede, intuisce istintivamente che c'è qualcosa che non torna, che quel titolo non è una notizia, ma una forzatura, uno slogan travestito da informazione.
Allora è giusto rispondere. Con chiarezza. E denunciare, con rispetto ma senza esitazioni, il meccanismo sistematico con cui certa stampa laicista manipola la percezione della realtà ecclesiale, non per servire la verità, ma per minare la fede dei semplici e l’autorevolezza della Chiesa.

Il valore teologico della narrativa

Nella nostra traduzione da The Catholic Thing. Il professor Kmita sottolinea una prospettiva al di fuori del quotidiano – che si tratti di letteratura, architettura, storia, teologia – da molti considerata irrilevante, ma che in realtà apporta maggiore rilevanza e un significato umano e divino più pieno alle nostre vite.

Il valore teologico della narrativa

In un articolo dedicato alla lettura di narrativa letteraria, L'autorevole padre gesuita James V. Schall, uno dei fondatori di The Catholic Thing, ha ricordato l'opinione di Rudolf Allers (1883-1963), il quale affermava che vale sempre la pena leggere opere letterarie. Questa affermazione, ci dice padre Schall, include anche la cattiva letteratura; per la ragione che "vi troveremo quasi sempre scene di realtà umana che altrimenti non noteremmo".

Fin da giovanissimo, sono stato – e rimango – un avido lettore di narrativa. Persino i miei interessi teorici sono sempre stati subordinati alla letteratura. Questo perché il mio mentore, un professore francese di nome Marian Prada, mi ha insegnato che scrittori e poeti hanno in genere una visione della vita, dell'essere umano e del mondo più profonda di quella della maggior parte di noi. Potrebbe sembrare un'affermazione semplicistica, una che avrete sicuramente sentito (o letto) in una forma o nell'altra. Ma quando viene detta al momento giusto, dalla persona giusta, assume un valore che può cambiarti la vita. L'affermazione di Allers va nella stessa direzione.

martedì 24 giugno 2025

Latino e musica / San Giovanni e le note musicali

Latino e musica
San Giovanni e le note musicali

Oggi, 24 giugno, ricorre la festività di San Giovanni Battista, detto anche San Giovanni “della mietitura”, per la concomitanza con la stagione di quella importante pratica agricola.
Ma qui voglio ricordare San Giovanni in relazione a un antichissimo inno latino in suo onore, da cui deriva la denominazione, ancora oggi in uso, delle note musicali: Re, Mi. Fa... (ho omesso il Do, per un motivo che vedremo subito).
Ecco, in estrema sintesi, la storia. Le note per il canto gregoriano cominciarono a essere scritte - senza righi (notazione neumatica) - nel IX secolo, in alcuni monasteri europei, tra cui quello di San Gallo. La loro annotazione su quattro righi comparve nell’XI secolo ad opera del monaco Guido d’Arezzo. Ma lo stesso monaco ovviò anche a un altro notevole inconveniente: la difficoltà pratica di intendersi, comunicando oralmente, tra compositore ed esecutori (cantori). Infatti non era per nulla agevole indicare verbalmente le varie note senza poterle chiamare con i loro nomi: perché quei nomi non esistevano! Ed ecco allora il colpo di genio del monaco Guido: assegnare a ciascuna nota il proprio nome, facendole così uscire dall’anonimato e dall’incomunicabilità... E come fece? Semplice: prese una pergamena su cui era stato scritto (rigorosamente a mano!) un inno a San Giovanni Battista, che iniziava con “Ut queant laxis”, e scelse come nome di ciascuna nota le prime due lettere dei versetti - latini ovviamente - nell’ordine in cui si susseguivano in quell’inno. E così la prima nota si chiamò “Ut”, e tale rimase fino al XVII secolo, quando Giovanni Battista Doni la cambiò nella meglio pronunciabile “Do”: Do come “Dominus”! Ma c’è chi pensa che quel “Do” sia la “sigla” con cui Doni ha legato per sempre il suo nome alla prima nota musicale. Da osservare che in Francia e nei paesi francofoni la denominazione “Ut” è ancora in uso.
Guido d’Arezzo “battezzò” (proprio come il Battista!) le sei note allora esistenti. La settima fu introdotta da Bartolomeo Ramis de Pareja nel 1482, e prese nome dalle iniziali delle ultime due parole dell’inno di cui si era servito Guido d’Arezzo, “Sancte Ioannes”: dunque l’ultima delle sette sorelle fu chiamata “Si”.
Ecco una possibile traduzione dell’Inno:
Affinché i tuoi servi
possano cantare
a voce distesa
le tue meravigliose opere,
cancella il peccato
del loro labbro impuro,
o San Giovanni.
(Oreste Martinelli)

"Era nel bel mezzo di una funzione religiosa": l'attentato che ha causato 22 morti in una chiesa in Siria

Com’era facilmente prevedibile, buttato giù Assad a favore dei tagliagole, a Damasco i cristiani vengono perseguitati dai cosiddetti islamici buoni, quelli che piacciono a Europa e Israele... L'attentato suicida durante la messa nella chiesa di Sant'Elias: l'uomo ha sparato sui fedeli prima di farsi esplodere. Qui l'indice dei precedenti.

"Era nel bel mezzo di una funzione religiosa":
l'attentato che ha causato 22 morti in una chiesa in Siria

La messa della domenica nella chiesa greco ortodossa di san Elias alla periferia di Damasco si è trasformata in una strage. Almeno 20 i morti e quasi i 60 feriti. Ci sono anche bambini tra le vittime. Un attentatore suicida è riuscito ad eludere i controlli all’ingresso. Ha prima sparato all’impazzata e poi, quando la polizia è entrata richiamata dalle urla, si è fatto esplodere.

Il pensiero di tanti è andato immediatamente alla guerra israelo-americana contro l’Iran. L’ipotesi era che da Teheran potesse essere arrivato l’ordine di creare il caos. Il nuovo corso siriano può essere un buon obiettivo con cui cominciare ad incendiare il Medio Oriente per vendetta. Il presidente Ahmad al-Sharaa è un ex al Qaeda ed ex Isis, cioè un ex terrorista della Guerra Santa sunnita, nemico giurato della Rivoluzione Islamica sciita iraniana. Sin dal principio però non c’erano prove, indizi, rivendicazioni nulla .Già a logica l’accusa regge poco. L’Iran è abbastanza impegnato a resistere contro chi lo attacca veramente e non ha interesse a colpire la Siria, ormai ridotta alla semi impotenza da mesi di bombardamenti israeliani e da anni di guerra civile.

Col passare delle ore sono arrivate le testimonianze dei cristiani sopravvissuti, il loro racconto delle urla dell’attentatore suicida, ed è emersa una pista più credibile. L’attentatore sarebbe un membro dell’Isis che ha ancora una forte presenza nel Paese, ma è contrario al nuovo corso. Il suo ex esponente al-Sharaa, ora alla presidenza, è considerato un traditore del califfato. Cellule dello Stato Islamico sono ancora presenti con rapimenti e la richiesta di pedaggi nella zona desertica verso l’Iraq. Le celebri rovine di Palmira sono ancora di difficile accesso proprio per queste bande integraliste.

Il quartiere di Dweilaa dov’è avvenuta la strage è un’area mista della capitale siriana, abitata da sunniti, cristiani e alawiti. È il primo attacco di questa importanza alla comunità cristiana della Siria da dicembre 2024, alla caduta del regime di Bashar al-Assad. Il ministro dell’Informazione Hamza Mostafa ha parlato di «vile attacco terroristico. Non cederemo al nostro impegno per l’eguaglianza tra i cittadini, proteggeremo la società e combatteremo le organizzazioni criminali».

Molti analisti temono che la attuale instabilità nel paese possa alimentare la rinascita di cellule dormienti di gruppi islamici estremisti.

Pellegrinaggio Summorum Pontificum a Roma - 2025 - Sotto il patrocinio del cardinale Burke

Annuncio del 14° Pellegrinaggio annuale Summorum Pontificum a Roma, 24-26 ottobre. Il pellegrinaggio di quest'anno, presieduto dal cardinale Burke, coincide con il 100° anniversario della festa di Cristo Re. Dettagli di seguito.

Pellegrinaggio Summorum Pontificum a Roma - 2025 -
Sotto il patrocinio del cardinale Burke


Il pellegrinaggio Summorum Pontificum si svolgerà a Roma per la quattordicesima volta, concludendosi la domenica di Cristo Re, il 26 ottobre. 
Questo pellegrinaggio eccezionale, nel primo anno del pontificato di Papa Leone XIV, ha la particolarità di svolgersi durante l'Anno Santo e il centenario dell'enciclica Quas Primas di Papa Pio XI, sulla regalità istituzionale di Cristo.
La partecipazione a tutte o ad alcune delle cerimonie del pellegrinaggio è completamente gratuita. Tuttavia, i pellegrini organizzeranno autonomamente il loro viaggio a Roma e provvederanno autonomamente al loro alloggio. Il programma del pellegrinaggio sarà il seguente:

Giudicare o non giudicare. Il dilemma di San Girolamo

Nella nostra traduzione da Substack.com una interessante riflessione sul tema del "giudicare". Sul giudizio in generale vedi precedente: È il passato che giudica il presente qui

Giudicare o non giudicare. Il dilemma di San Girolamo
Cosa possiamo giudicare? Come dovremmo giudicare?

Immagine a lato: Domenico Ghirlandaio (1448–1494), San Girolamo nello studio

Negli ultimi anni, quando parlavo con alcuni miei conoscenti della terribile crisi che sta attraversando sia il mondo moderno sia la Chiesa, uno degli “argomenti” utilizzati dai miei interlocutori per mettermi a tacere era tratto direttamente dal Vangelo di Matteo:
Non giudicate, affinché non siate giudicati (Matteo 7:1). (1)
Tutte queste situazioni sono diventate per me una buona occasione per riflettere sul brano biblico in relazione al quale mi è stato chiesto di sospendere la mia capacità di giudizio. Ho così iniziato a leggere le interpretazioni dei Santi Padri e Dottori della Chiesa, che sono assolutamente unitarie e convergenti. I due aspetti estremamente importanti riguardanti l'interpretazione dell'affermazione di Nostro Signore "Non giudicate, affinché non siate giudicati" si riferiscono, in primo luogo, al contenuto – cosa dovremmo e non dovremmo giudicare – e, in secondo luogo, al modo in cui giudichiamo – come giudichiamo. Li considererò uno per uno, ma non prima di aver menzionato il dilemma di San Girolamo – un dilemma espresso attraverso una domanda che ci condurrà direttamente al cuore della questione:

lunedì 23 giugno 2025

Mons. Viganò. Pignus futuræ gloriæ / Omelia nella solennità esterna del Corpus Domini

Qui l'indice degli interventi precedenti e correlati.
Mons. Carlo Maria Viganò
Pignus futuræ gloriæ
Omelia nella solennità esterna del Corpus Domini,
II Domenica dopo Pentecoste
Se nascens dedit socium,
Convescens in edulium,
Se moriens in pretium,
Se regnans dat in præmium.
Nascendo si è fatto simile a noi,
nel banchetto si è fatto cibo,
nella morte prezzo di redenzione,
regnando nostro premio.
Hymn. Verbum supernum prodiens ad Mat.
L’ufficio del Corpus Domini fu composto da San Tommaso d’Aquino. Una pia tradizione vuole che il Doctor Angelicus ne abbia trascritto i testi appoggiando l’orecchio al tabernacolo, quasi sotto dettatura del Signore Eucaristico. Tutta la Liturgia di oggi è un canto al Santissimo Sacramento, indissolubilmente legato al Sacrificio della Messa e al Sacerdozio.

Nell’antifona O sacrum convivium, l’Aquinate definisce il Santissimo Sacramento – e implicitamente con esso, appunto, la Santa Messa in cui è consacrato – Pignus futuræ gloriæ, pegno di gloria futura.

Lex naturalis non abrogatur: La voce di Papa Leone XIV e il disinganno del moderno

Lo scorso 20 giugno, nel solenne contesto del Giubileo dei governanti, Leone XIV ha pronunciato un discorso che si distingue, come una delle più lucide enunciazioni del fondamento morale della politica nell’orizzonte del magistero recente. Resta tuttavia il compito, tanto più urgente quanto più arduo, di distinguere ciò che viene dalla tradizione e ciò che è frutto di una modernità segnata dall’oblio dell’essere. Qui l'indice degli articoli sulla realtà distopica, in attesa del ripristino della Lex naturalis.

Lex naturalis non abrogatur: La voce di Papa
Leone XIV e il disinganno del moderno


Nel solenne contesto del Giubileo dei governanti, il 20 giugno 2025, Papa Leone XIV ha pronunciato un discorso che si distingue, per pregnanza concettuale e profondità teoretica, come una delle più lucide enunciazioni del fondamento morale della politica nell’orizzonte del magistero recente. La sua affermazione secondo cui l’azione politica, per non divenire arbitrio travestito da procedura, deve ancorarsi alla legge naturale, "non scritta da mani d’uomo, ma riconosciuta come valida universalmente e in ogni tempo", recupera con vigore una visione ontologicamente fondata dell’ordine normativo, in netta controtendenza rispetto alle derive decisionistiche e contrattualistiche che hanno segnato la modernità giuridica.

La Secreta

Si riallaccia ai precedenti: Il Suscipe sancte Pater qui - qui e L'offerimus tibi Domine qui; In spiritu humilitatis qui: Il Lavabo qui; Il Suscipe Sancta Trinitas qui ; L'Orate fratres e Suscipiat qui. Nella nostra traduzione da New Liturgical Movement conosciamo più a fondo la Secreta, un'altra delle sublimi formule della Messa dei secoli e gli elementi che ne fanno un unicum irreformabile. Ogni semplice sfumatura è densa di significati per nulla scontati a prima vista. Minuzie, patrimonio del passato, da custodire. Conoscerle non è ininfluente per una fede sempre più profonda e radicata. Grande gratitudine a chi ce le offre con tanta generosa puntualità.

La Secreta

Dopo l' Orate fratres e il Suscipiat qui, il sacerdote recita la seconda orazione propria. Nel cosiddetto Sacramentario Gregoriano, è intitolata Oratio super oblata, ovvero "Preghiera sulle offerte"; nel cosiddetto Sacramentario Gelasiano, è chiamata Secreta o Secreto. Il Messale Romano del 1970 usa il primo titolo per questa preghiera, il Messale 1570/1962 il secondo.

L'uso del termine secreta ha dato origine a numerose speculazioni storiche e ancor più a riflessioni teologiche.
In primo luogo, potrebbe indicare la voce del celebrante. Secondo Josef Jungmann, la liturgia gallo-franca, come le liturgie mozarabica e orientale, aveva un rito di offertorio silenzioso, e fu questa pratica a influenzare la terminologia del sacramentario gelasiano. [1] Secreta, in altre parole, significa qui "segreto" o sussurrato, e per Jungmann tale rubrica è in tensione con quella che egli sostiene essere la precedente pratica romana (e perennemente ambrosiana) di recitare l'orazione ad alta voce, una traccia della quale è rimasta nel Messale tridentino quando il sacerdote recita la parte conclusiva ( per omnia saecula saeculorum ) a voce udibile.

domenica 22 giugno 2025

Siamo fatti per nutrirci di Dio

Per chi desidera leggere e meditare per intero le sue parole, ecco l’omelia completa pronunciata dal Santo Padre questa sera a Roma sul sagrato di San Giovanni in Laterano. Merita tempo, silenzio, ascolto. Perché, come ha detto lui stesso, “quando ci nutriamo di Gesù, viviamo per Lui”. Oggi trovate le foto della processione fino a Santa Maria Maggiore, da lui ripristinata.

Testo integrale dell’omelia di Papa Leone XIV – Corpus Domini 2025




Cari fratelli e sorelle, 
è bello stare con Gesù. Il Vangelo appena proclamato lo attesta, raccontando che le folle rimanevano ore e ore con Lui, che parlava del Regno di Dio e guariva i malati (cfr Lc 9,11). La compassione di Gesù per i sofferenti manifesta l’amorevole vicinanza di Dio, che viene nel mondo per salvarci. Quando Dio regna, l’uomo è liberato da ogni male. Tuttavia, anche per quanti ricevono da Gesù la buona novella, viene l’ora della prova. In quel luogo deserto, dove le folle hanno ascoltato il Maestro, scende la sera e non c’è niente da mangiare (cfr v. 12). La fame del popolo e il tramonto del sole sono segni di un limite che incombe sul mondo, su ogni creatura: il giorno finisce, così come la vita degli uomini. È in quest’ora, nel tempo dell’indigenza e delle ombre, che Gesù resta in mezzo a noi.
Proprio quando il sole declina e la fame cresce, mentre gli apostoli stessi chiedono di congedare la gente, Cristo ci sorprende con la sua misericordia. Egli ha compassione del popolo affamato e invita i suoi discepoli a prendersene cura: la fame non è un bisogno che non c’entra con l’annuncio del Regno e la testimonianza della salvezza. Al contrario, questa fame riguarda la nostra relazione con Dio. Cinque pani e due pesci, tuttavia, non sembrano proprio sufficienti a sfamare il popolo: all’apparenza ragionevoli, i calcoli dei discepoli palesano invece la loro poca fede. Perché, in realtà, con Gesù c’è tutto quello che serve per dare forza e senso alla nostra vita.
All’appello della fame, infatti, Egli risponde con il segno della condivisione: alza gli occhi, recita la benedizione, spezza il pane e dà da mangiare a tutti i presenti (cfr v. 16). I gesti del Signore non inaugurano un complesso rituale magico, ma testimoniano con semplicità la riconoscenza verso il Padre, la preghiera filiale di Cristo e la comunione fraterna che lo Spirito Santo sostiene. Per moltiplicare pani e pesci, Gesù divide quelli che ci sono: proprio così bastano per tutti, anzi, sovrabbondano. Dopo aver mangiato – e mangiato a sazietà – ne portarono via dodici ceste (cfr v. 17).
Questa è la logica che salva il popolo affamato: Gesù opera secondo lo stile di Dio, insegnando a fare altrettanto. Oggi, al posto delle folle ricordate nel Vangelo stanno interi popoli, umiliati dall’ingordigia altrui più ancora che dalla propria fame. Davanti alla miseria di molti, l’accumulo di pochi è segno di una superbia indifferente, che produce dolore e ingiustizia. Anziché condividere, l’opulenza spreca i frutti della terra e del lavoro dell’uomo. Specialmente in questo anno giubilare, l’esempio del Signore resta per noi urgente criterio di azione e di servizio: condividere il pane, per moltiplicare la speranza, proclama l’avvento del Regno di Dio.
Salvando le folle dalla fame, infatti, Gesù annuncia che salverà tutti dalla morte. Questo è il mistero della fede, che celebriamo nel sacramento dell’Eucaristia. Come la fame è segno della nostra radicale indigenza di vita, così spezzare il pane è segno del dono divino di salvezza. Carissimi, Cristo è la risposta di Dio alla fame dell’uomo, perché il suo corpo è il pane della vita eterna: prendete e mangiatene tutti! L’invito di Gesù abbraccia la nostra esperienza quotidiana: per vivere, abbiamo bisogno di nutrirci della vita, togliendola a piante e animali. Eppure, mangiare qualcosa di morto ci ricorda che anche noi, per quanto mangiamo, moriremo. Quando invece ci nutriamo di Gesù, pane vivo e vero, viviamo per Lui. Offrendo tutto sé stesso, il Crocifisso Risorto si consegna a noi, che scopriamo così d’essere fatti per nutrirci di Dio. La nostra natura affamata porta il segno di un’indigenza che viene saziata dalla grazia dell’Eucaristia. Come scrive Sant’Agostino, davvero Cristo è «panis qui reficit, et non deficit; panis qui sumi potest, consumi non potest» (Sermo 130, 2): un pane che nutre e non viene meno; un pane che si può mangiare ma non si può esaurire.
L’Eucaristia, infatti, è la presenza vera, reale e sostanziale del Salvatore (cfr Catechismo della Chiesa Cattolica, 1413), che trasforma il pane in sé, per trasformare noi in Lui. Vivo e vivificante, il Corpus Domini rende noi, cioè la Chiesa stessa, corpo del Signore. Perciò, secondo le parole dell’apostolo Paolo (cfr 1Cor 10,17), il Concilio Vaticano II insegna che «col sacramento del pane eucaristico viene rappresentata ed effettuata l’unità dei fedeli, che costituiscono un solo corpo in Cristo. Tutti gli uomini sono chiamati a questa unione con Cristo, che è la luce del mondo: da Lui veniamo, per mezzo suo viviamo, a Lui siamo diretti» (Cost. dogm. Lumen gentium, 3). La processione, che tra poco inizieremo, è segno di tale cammino. Insieme, pastori e gregge, ci nutriamo del Santissimo Sacramento, lo adoriamo e lo portiamo per le strade. Così facendo, lo porgiamo allo sguardo, alla coscienza, al cuore della gente. Al cuore di chi crede, perché creda più fermamente; al cuore di chi non crede, perché si interroghi sulla fame che abbiamo nell’animo e sul pane che la può saziare. Ristorati dal cibo che Dio ci dona, portiamo Gesù al cuore di tutti, perché Gesù tutti coinvolge nell’opera della salvezza, invitando ciascuno a partecipare alla sua mensa. Beati gli invitati, che diventano testimoni di questo amore! [se Lo accolgono -ndr]

Card. Burke: La corruzione dottrinale e morale è “direttamente correlata” alla falsificazione della liturgia

Ne avevamo dato notizia qui. Ora, nella nostra traduzione da National Catholic Register un articolo di Edward Pentin che ne riferisce i dettagli dalla Conferenza tenutasi a Londra per celebrare i 60 anni della Latin Mass Society of England and Wales.

Card. Burke: La corruzione dottrinale e morale è
“direttamente correlata” alla falsificazione della liturgia


Il cardinale Raymond Burke ha fatto appello a Papa Leone XIV affinché revochi le restrizioni sulla liturgia precedente al 1970, sottolineando che il rispetto della tradizione liturgica è fondamentale per la missione della Chiesa cattolica e che la corruzione dottrinale e morale si manifesta in «divisioni e fazioni» che portano all’abuso liturgico.

Parlando in videoconferenza a una conferenza a Londra per celebrare i 60 anni della Latin Mass Society of England and Wales, il cardinale Burke ha ricordato che la difficoltà più grave che San Paolo ha dovuto affrontare nella Chiesa primitiva di Corinto era «l’abuso che era entrato nella celebrazione della Santissima Eucaristia» e che era «direttamente collegato alle divisioni dottrinali e morali tra i membri della comunità».

Gli USA sono entrati ufficialmente in guerra

Qui l'indice degli articoli sulla situazione mediorientale.
Bene, siamo arrivati al capolinea. Gli USA sono entrati ufficialmente in guerra, attaccando tre siti nucleari iraniani ("C'era una volta un aggressore e un aggredito..."). Lo Yemen ha dichiarato che entrerà in guerra a fianco dell'Iran. Su Tel Aviv e Haifa sono arrivate stamane decine di missili, con effetti che cominciano a ricordare i paesaggi di Gaza.

Se l'Iran non riceverà aiuti esterni da uno dei pesi massimi, Cina o Russia, non sarà in grado di resistere nel lungo periodo ad un attacco congiunto USA-Israele. Se gli aiuti arriveranno - a meno che non riescano a farli arrivare in forme assai poco visibili - saremo nella Terza Guerra Mondiale.

Qualunque sia l'esito, ne uscirà un mondo diverso da quello che abbiamo conosciuto finora.

(Scusate l'interruzione, ora potete proseguire con la conferenza a reti unificate sulla difesa occidentale dei diritti umani.) (Andrea Zhok)

La GUERRA, uno scenario drammatico: Mons. Strickland parla chiaro

La GUERRA, uno scenario drammatico: Mons. Strickland parla chiaro. Qui l'indice dei suoi interventi. Qui l'indice sulla situazione mediorientale.

Miei cari fratelli e sorelle in Cristo,
Siamo ai margini di un mondo tremante. I venti di guerra si stanno nuovamente addensando in Medio Oriente, con tensioni crescenti tra Iran e Israele. Gaza sta di nuovo sanguinando e il mondo guarda con i pugni chiusi o le braccia conserte.

In lontananza, la Cina si muove silenziosamente, non solo attraverso i confini geopolitici, ma anche nel cuore stesso della Chiesa. In Nigeria, i nostri fratelli e sorelle subiscono violente persecuzioni. In Europa regna la confusione: culturale, morale, spirituale. E qui in patria, le strade risuonano di proteste, alcuni gridano "No al re". Eppure, come pastore di anime, vi dico: c'è un Re. Ce n'è uno solo. Non grida. Non si pavoneggia. Regna da una Croce, e il suo nome è Gesù Cristo.

Domenica seconda dopo la Pentecoste / L'Eucaristia sacrificio perfetto

Riscopriamo approfondiamo e meditiamo, ripercorrendoli sempre di nuovo, i tesori della nostra fede secondo i ritmi dell'Anno liturgico.

Domenica seconda dopo la Pentecoste
L'Eucaristia sacrificio perfetto

Intróitus
Ps. 17, 19-20 - Factus est Dóminus protéctor meus, et edúxit me in latitúdinem: salvum me fecit, quóniam vóluit me. Ps. 17, 2-3 - Díligam te, Dómine, virtus mea: Dóminus firmaméntum meum, et refúgium meum, et liberátor meus. Glória Patri… Ps. 17, 19-20 - Factus est Dóminus protéctor meus...
Introito
Sal. 17, 19-20 - Il Signore si è fatto mio protettore e mi ha tratto fuori, al largo: mi ha liberato perché mi vuol bene. Sal. 17, 2-3 - Amerò Te, o Signore, mia forza: o Signore, mio sostegno, mio rifugio e mio liberatore. Gloria al Padre… Sal. 17, 19-20 - Il Signore si è fatto mio protettore...

La nozione del sacrificio.
L'Eucaristia ha per fine principale l'applicazione incessante quaggiù del Sacrificio del Calvario. Bisogna dunque che consideriamo questo Sacrificio dell'Uomo-Dio in se stesso, onde meglio ammirare la mirabile continuazione che se ne fa nella Chiesa. A questo riguardo è opportuno precisare innanzitutto la nozione generale di Sacrificio.
Dio ha diritto all'omaggio della sua creatura. Se i re e i potenti della terra erano in diritto di esigere dai loro vassalli il solenne riconoscimento della loro sovranità, a maggior ragione il dominio supremo del primo Essere, causa prima e fine ultimo di tutte le cose, lo impone agli esseri chiamati dal nulla dalla sua onnipotente bontà. E come, mediante il tributo che lo accompagnava, l'omaggio dei servi e dei vassalli implicava, insieme con la confessione della loro sudditanza, la dichiarazione effettiva dei beni e dei diritti che essi riconoscevano di avere dal loro signore, così l'atto con il quale la creatura si umilia dinanzi al suo Creatore dovrà manifestare a sufficienza, per se stesso, che essa lo riconosce come Signore di tutte le cose e autore della vita.

sabato 21 giugno 2025

Massimo Scapin / Laudato Si – l'originale

Ringrazio Massimo Scapin per la segnalazione. L'interessante testo che segue nella nostra traduzione da OnePeterFive

Massimo Scapin / Laudato Si – l'originale

Quest'anno ricorre l'800° anniversario della composizione definitiva del Cantico di Frate Sole, noto anche come Cantico delle Creature o Laudes Creaturarum, di San Francesco d'Assisi († 1226). Quest'opera straordinaria, uno dei primi testi reperibili nelle antologie quando si studia la letteratura italiana, si distingue per la sua bellezza poetica e il suo profondo messaggio spirituale, radicato nella Sacra Scrittura, in particolare nel Salmo 148. La struttura del cantico si sviluppa in due sezioni: la prima parte è un Alleluia, un inno che celebra la natura come manifestazione della gloria divina; la seconda parte, che ricorda un Dies irae, offre una solenne meditazione sulla sofferenza e la mortalità umana.

Heiligenkreuz sotto attacco. Silenziare ciò che funziona: la strategia del potere frustrato

La vicenda Heiligenkreuz non è solo una questione interna all’Ordine Cistercense. È un banco di prova per tutta la Chiesa perché è un attacco ideologico (non il primo, speriamo l'ultimo) mascherato da Ispezione. Se verrà permesso che la vendetta personale e la gelosia ideologica prendano il sopravvento sulla verità dei fatti e sulla vitalità dei carismi, allora nessuno sarà al sicuro. 
Cito: "Le famiglie religiose, istituite per la maggior gloria di Dio Onnipotente e per procurare la salvezza delle anime ad opera di santissimi uomini sotto l’afflato dello Spirito Santo, e confermate da questa Sede Apostolica, con le loro molteplici caratteristiche formano quella bellissima varietà che mirabilmente abbellisce la Chiesa, e costituiscono quelle scelte milizie ausiliarie che furono sempre di grandissimo ornamento e di aiuto sia alla comunità cristiana, sia alla società civile" (Pio IX, Ubi primum, 17 giugno 1847). Ricordo alcuni precedenti qui - qui.

Heiligenkreuz sotto attacco. Silenziare ciò che funziona:
la strategia del potere frustrato


Città del Vaticano - Il nuovo tandem al vertice del Dicastero per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica — composto da Suor Simona Brambilla, Prefetto dal gennaio 2025, e Suor Tiziana Merletti, Segretario dal maggio successivo — ha già iniziato a imprimere la propria impronta ideologica. E, come da copione, le prime vittime rischiano di essere quelle realtà vive e dinamiche che non rientrano nella forma mentis di due sessantenni figlie della scuola sessantottina.

Pochi giorni fa, è partita da Piazza Pio XII una lettera indirizzata alla comunità cistercense di Heiligenkreuz, storica abbazia austriaca che rappresenta oggi uno dei rari esempi di rinascita monastica autentica in Europa. La missiva annuncia una Visita Apostolica da parte del Dicastero. Un segnale forte e chiaro che vede nell'ombra sempre Mauro Giuseppe Lepori.

venerdì 20 giugno 2025

Omelia del Patriarca latino di Gerusalemme card. Pizzaballa nella Solennità del Corpus Domini

Molto commovente. Da rileggere e da meditare.
Omelia del Patriarca latino di Gerusalemme
card. Pierbattista Pizzaballa

Solennità del Corpus Domini, 19 giugno 2025

Lc 9,11-17
Per Gesù l’Eucaristia non è soltanto un evento accaduto durante l’ultima cena con i suoi, quando ha preso il pane e il vino e li ha offerti ai discepoli come segno della sua vita donata.
Per Gesù l’Eucaristia è uno stile, una scelta quotidiana. È il suo modo di essere, al punto che i discepoli di Emmaus lo riconoscono proprio nel momento in cui il Signore prende il pane e lo spezza: lì si aprono loro gli occhi e da quel gesto risalgono a Lui, alla sua identità (Lc 24,31.35: “Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero… l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane.”)
L’Eucaristia per Gesù, quindi, non è un evento occasionale, ma una storia, è la sua storia. Se volessimo dire in un’unica parola la storia di Gesù, potremmo utilizzare questa: Eucaristia.

Lo Spirito della Verità e lo spirito del tempo /Avvenire - Buonaiuti

Nel giorno della Pentecoste, Avvenire ha celebrato “la buona battaglia” del modernista Ernesto Buonaiuti. Quello di modificare la Chiesa dall’interno era l’antico sogno, irrealizzato, dei modernisti. “Fino ad oggi – aveva spiegato il sacerdote apostata Ernesto Buonaiuti – si è voluto riformare Roma senza Roma, o magari contro Roma. Bisogna riformare Roma con Roma; fare che la riforma passi attraverso le mani di coloro i quali devono essere riformati. Ecco il vero e difficile metodo; ma è difficile. Hic opus, hic labor”. Di seguito, alcune riflessioni che interrogano non solo la teologia, ma anche il modo in cui oggi si comunica nella Chiesa.

Lo Spirito della Verità e lo spirito del tempo

Nel giorno della Pentecoste, quando la liturgia ci fa proclamare: “Lo Spirito della verità vi guiderà a tutta la verità” (Gv 16,13), il quotidiano Avvenire ha deciso di affidare la sua prima pagina culturale alla figura di Ernesto Buonaiuti, sacerdote scomunicato per modernismo. Il titolo, eloquente: “La buona battaglia di Ernesto Buonaiuti”.

Firmato da Luigino Bruni, l’articolo non si limita a recensire due volumi appena pubblicati, ma rilancia, in modo implicito e poi esplicito, una revisione della scomunica, valorizzando Buonaiuti come “moderno profeta” capace di porre domande che “nemmeno i cattolici di oggi riescono più a formulare”. Non manca, nel cuore del pezzo, l’affermazione che il dogma sarebbe il frutto di un’evoluzione storica.

I. “LUMEN GENTIUM” 8, IMPUTATO DI UN INACCETTABILE CONCETTO “ALLARGATO” DELLA CHIESA DI CRISTO

A sessant'anni dalla fine del Concilio Vaticano II. Precedente: A sessant'anni dalla fine del Vaticano II -- I. Riflessioni sulla 'Gaudium et spes'. qui
Ed ora, una nozione di Chiesa di Cristo che possa esser rivendicata anche alle “confessioni” acattoliche (tutte settarie perché scismatiche ed eretiche) non può identificarsi con quella della Chiesa Cattolica autentica, che è la Romana, l’unica rimasta fedele nei secoli al Deposito della Fede. 
Come richiesto dai lettori, Paolo Pasqualucci affronta, dalle radici, il tema – o meglio il problema – del famigerato subsistit in nella Dominus Jesus
La trattazione offre il valore aggiunto del confronto con gli schemi preparatori rifiutati e sostituiti dalla fronda modernista, purtroppo poco noti e alcuni introvabili. 

A sessant'anni dalla fine del Concilio - II : analisi di LG 8.

II - Analisi critica di ‘Lumen Gentium” 8, articolo imputato di un inaccettabile concetto “allargato” della Chiesa di Cristo, e del decreto conciliare ‘Unitatis redintegratio” 3, che sanziona l’inclusione delle comunità acattoliche nella Chiesa di Cristo. Si aggiunge anche il “bilancio” del raffronto tra lo schema di costituzione della Chiesa rigettato (artt. 1-7 di Aeternus Unigeniti) e LG 1-8 -- di Paolo Pasqualucci.

Continuando nella pubblicazione di parti di questo mio libro Unam Sanctam. Studio sulle deviazioni dottrinali nella Chiesa Cattolica del XXI secolo, Solfanelli, 2013, mi addentro ora nell’indagine del problema rappresentato dal famoso “subsistit in”. Quest’indagine nel mio libro viene così sviluppata:

1. Esposizione del passo contenente il “subsistit in” della costituzione Lumen Gentium sulla Chiesa (= LG) 8.2 nella sua interezza, inquadrandolo nel complesso del capitolo I della LG;

2. Analisi del rapporto tra la dottrina esposta in LG 8 e quella del decreto Unitatis Redintegratio (=UR) 3, poiché quest’articolo del decreto sull’ecumenismo, per comune riconoscimento, costituisce in pratica l’autentica di LG 8.2;

3. Paragone del cap. I di LG con l’equivalente capitolo I dello schema originario “scartato” sulla Chiesa (Aeternus Unigeniti Pater = AeU). Fu “scartato” nella tumultuosa fase iniziale del Concilio, durante la quale i Novatori riuscirono (con la complicità del papa) a far rigettare tutti gli schemi preparati, per riscriverli con commissioni da loro controllate, indicate dalle Conferenze Episcopali. Lo schema respinto era stato elaborato sotto la guida del cardinale Alfredo Ottaviani (Prefetto del Sant’Uffizio) e di mons. Sebastiaan Tromp SI, olandese, custodi dell’ortodossia. Il cap. I di LG si serve del cap. I di questo schema rigettato, utilizzandone degli spezzoni. La comparazione tra i due testi si imponeva al fine di verificare l’esistenza o meno della continuità dottrinale affermata dai settatori del Concilio[1].

Un’analisi in parallelo di questi due testi, a quanto ne so, non è mai stata fatta. Quest’analisi con aggiunta la critica di mons. Gherardini a LG 8 e UR 3 e la mia critica dell’allora professore Karl J. cardinal Becker sostenitore della continuità tra lo schema scartato e l’ecclesiologia di LG, si estendono dal cap. I al cap. X del mio libro (pp. 37-154). Il cap. XI cambia argomento ed inizia la critica di Gaudium et spes 22.2 che si presenta addirittura con “una nuova dottrina dell’Incarnazione come unione di Cristo ad ogni uomo”. Il libro consta di venti capitoli.

Data la lunghezza delle analisi e la complessità del tema, mi limito a pubblicare qui t r e parti.

giovedì 19 giugno 2025

Maria “corredentrice”?

Nella nostra traduzione da France Catholique. Nessun'altra creatura, se non la Vergine, ha partecipato al così intimamente all'opera della Redenzione di suo Figlio. E questo rende il nostro rapporto con Lei poù intimo e fecondo, nutrendo la nostra devozione. Il testo che segue prende ispirazione da un Convegno del mese scorso. Nel blog ne abbiamo già parlato in più occasioni [vedi; a partire da qui gli abomini di Bergoglio. Invece qui - qui - qui - quiqui - qui - qui alcuni argomenti validi e profondi: organizzerò un indice].

Maria “corredentrice”?

Quale posto occupa Maria Immacolata nell'economia della Salvezza? Essendo Cristo il Redentore, possiamo considerare la Vergine – Madre del Salvatore e Madre della Chiesa – come corredentrice, e in che modo? Questa questione è stata a lungo dibattuta nella Chiesa, e proprio per contribuire a questa riflessione teologica si è tenuto a Parigi, il 23 e 24 maggio, un convegno sulla corredenzione della Beata Vergine, organizzato dalla Confraternita di Maria Corredentrice della parrocchia di Sant'Eugène-Sainte-Cécile a Parigi. Una nuova dottrina?
Prendiamo quella dell'Immacolata Concezione. Nel XVI secolo, san Pio V proibì di predicare in qualsiasi modo contro questa dottrina, sebbene non fosse ancora un dogma. Poi l'Immacolata Concezione divenne festa di precetto nella Chiesa universale nel 1708, sotto Clemente XI. Infine, nel 1854, papa Pio IX proclamò solennemente il dogma dell'Immacolata Concezione nella sua costituzione apostolica Ineffabilis Deus. Tuttavia, fino a Pio IX, il consenso non fu perfetto: lo stesso san Tommaso d'Aquino esitò sulla questione. La Tradizione e i secoli del cristianesimo hanno, a poco a poco, svelato il diamante di queste dottrine. L'autorità del Magistero completa la sua rivelazione proclamandola nel deposito della fede. È così che Pio IX poté affermare che la dottrina dell'Immacolata Concezione "è sempre esistita " nella Chiesa, che "da tempo immemorabile l'ha posseduta come dottrina ricevuta dagli Antichi e dai Padri, e rivestita delle caratteristiche di una dottrina rivelata".

Festa del Corpus Domini

La Festa del Corpus Domini segue la prima Domenica dopo Pentecoste. Qui il proprio della Messa - qui l'Ordinario. Trovate precedenti interessanti quiqui
Abbiamo notizia che Leone XIV ripristinerà la liturgia sul sagrato della Basilica lateranense e, a seguire, la processione per raggiungere Santa Maria Maggiore. Ovviamente, domenica, secondo il Novus Ordo.

Festa del Corpus Domini

Intróitus
Ps 17:19-20.-Ps 80:17. - Cibávit eos ex ádipe fruménti, allelúja: et de petra, melle saturávit eos, allelúja, allelúja, allelúja. ~ Ps 80:2 - Exsultáte Deo, adjutóri nostro: jubiláte Deo Jacob. ~ Glória ~ Cibávit eos ex ádipe fruménti...
Introito
Ps 80:17. - Li ha nutriti col fiore del frumento, alleluia: e li ha saziati col miele scaturito dalla roccia, alleluia, alleluia, alleluia. ~ Ps 80:2 - Esultate in Dio nostro aiuto: rallegratevi nel Dio di Giacobbe. ~ Gloria ~ Li ha nutriti col fiore del frumento

Il Ss. Sacramento al centro della Liturgia.
Il lume dello Spirito Santo che è venuto ad accrescere nella Chiesa l'intelligenza sempre più viva del mistero dell'augusta Trinità la porta a contemplare in seguito quell'altra meraviglia che racchiude per se stessa tutte le operazioni del Verbo incarnato, e ci conduce fin da questa vita all'unione divina. Il mistero della Santissima Eucaristia sta per apparire in tutto il suo splendore, ed è necessario disporre gli occhi della nostra anima a ricevere in modo salutare l'irradiazione che ci attende. Come non siano stati mai senza la nozione del mistero della Santissima Trinità e i nostri omaggi si sono sempre rivolti ad essa, così pure la Santissima Eucaristia non ha mai cessato di accompagnarci lungo tutto il corso di questo Anno liturgico sia come mezzo per rendere i nostri omaggi alla suprema Maestà, sia come alimento della vita soprannaturale. Possiamo dire che questi due ineffabili misteri ci sono noti, che li amiamo; ma le grazie della Pentecoste ci hanno aperto un nuovo ingresso in quello che hanno di più intimo, e se il primo ci è apparso ieri circonfuso dai raggi d'una luce più viva, il secondo risplenderà presto per noi d'una chiarezza che l'occhio della nostra anima non aveva ancora percepita.

mercoledì 18 giugno 2025

Aggiornamento sulla nuova piattaforma per il blog

Cari amici, 
Faccio seguito al precedente avviso qui. Con la vostra generosità, abbiamo compiuto i primi passi concreti verso la rinascita.
È stato acquistato il nuovo dominio: chiesaepostconcilio.it.
Abbiamo scelto WordPress come piattaforma per accogliere e custodire al meglio il nostro patrimonio di articoli, saggi e riflessioni. È un’opera viva, nata dall’amore per la verità e il servizio alla Chiesa.
Ma la strada è ancora lunga.
Occorrono energie, tempo, competenze per il recupero dei molti articoli da reinserire. Occorrono anime disposte a mettere qualcosa di sé per un bene più grande.
Se qualcuno tra voi ha conoscenze tecniche e vuole offrirsi per aiutare, sarà un dono prezioso.
A chi ha già donato: grazie, dal profondo.
A chi può continuare a farlo: ogni offerta è un atto di fede e di speranza.
A tutti: restiamo uniti. Perché ciò che ci guida non è un progetto umano, ma un fuoco spirituale che nessuna censura potrà spegnere. (Nel frattempo sono stati censurati altri tre articoli: stanno spulciando i contenuti non politicamente  né modernisticamente corretti...)
Chiesa e post-concilio non è solo un blog.
È una voce. È una veglia. È un servizio.
Aiutateci a custodirla, a rafforzarla, a farla risplendere.
IBAN - Maria Guarini
IT66Z0200805134000103529621
Codice BIC SWIFT : UNCRITM1731
Quando la verità viene oscurata, anche una piccola luce può essere segno di salvezza. Siate quella luce con noi.

La gloria dell'arcobaleno cristiano e il satanismo della sua inversione

Nella nostra traduzione da Substack. Ho sostituito alcuni termini specifici per evitare i censori. Qui l'indice degli articoli sulla realtà distopica.
La gloria dell'arcobaleno cristiano
e il satanismo della sua inversione

Peter Kwasniewski

Nell'immagine: “Preghiera di ringraziamento dopo l'uscita dall'arca di Noè ”, di Domenico Morelli (1823–1901)

C'è qualcosa non solo di pubblicamente offensivo, ma di decisamente demoniaco nel modo in cui l'arcobaleno e il mese di giugno – tradizionalmente dedicati al Sacro Cuore di Gesù – sono stati violentemente fatti propri da una delle forze più socialmente e moralmente distruttive del mondo, il movimento d'inversione [vedi].  Pertanto, quando Padre James Martin, SJ, afferma che le chiese dovrebbero celebrare giugno come "Mese dell'Orgoglio" e che, così facendo, incarnerebbero il messaggio della devozione al Sacro Cuore, non potrebbe sbagliarsi di più.

“Una foresta di simboli”: la sacra liturgia nel Medioevo

Nella nostra traduzione da Substack.com. Tutte le miniature presenti in questo post sono state ricavate dai manoscritti digitalizzati dalla Bibliothèque nationale de France

“Una foresta di simboli”: la sacra liturgia nel Medioevo
Riflessioni su un capitolo dell'ultimo libro di Peter Kwasniewski

Molti di voi, immagino, siano consapevoli che nel mondo cattolico ci sia un certo disaccordo su come dovrebbero essere condotte le funzioni religiose. Molti di voi sanno anche che l'espressione "un certo disaccordo" è un eufemismo: il dibattito, le cui radici affondano ben oltre il Concilio Vaticano II, ha scosso le fondamenta della Chiesa ed è entrato nella vita delle comunità di tutto il mondo. Ad alcuni osservatori può sembrare strano che i riti liturgici provochino una controversia così duratura, diffusa, appassionata e persino aspra, ma da una prospettiva storica non lo è, poiché le società umane tendono a prendere molto sul serio il modo in cui il loro Dio o i loro dei saranno invocati e adorati. Si consideri, ad esempio, gli antichi Greci, che per i moderni secolarizzati potrebbero evocare pensieri di mitologia piacevolmente audace, raffinatezza intellettuale e uno stile di vita mediterraneo rilassato, libero dal "dogmatismo" cristiano:

martedì 17 giugno 2025

Corpus Domini a S. Anna al Laterano

Carissimo,
Concluso il tempo pasquale con la Pentecoste, la Liturgia ci offre una teoria di belle Feste legate tutte tra loro che rallegrano e consolidano la nostra vita cristiana: domenica scorsa la Festa della Santissima Trinità, giovedì 19 giugno la Festa del Corpus Domini e poi venerdì 27 la Festa del Sacratissimo Cuore di Gesù e il martedì 1 luglio la Festa del Preziosissimo Sangue di Nostro Signore.
Vogliamo, il prossimo giovedì, riandare al Santo Giovedì dell’Ultima Cena nel quale il Signore istituì l’Eucaristia e il Sacerdozio. Vogliamo sostare con il cuore trepidante nella Cripta dei Papi delle Catacombe di San Callisto dove il giovane S. Tarcisio ricevette dal Vescovo di Roma le “celestia membra” e che salvò dalla profanazione col martirio. Sostiamo idealmente al Clivus Scauri del Celio ove il Papa S. Gregorio Magno vide il Sacrificio del Calvario rendersi presente nel Santo Sacrificio della Messa. Andiamo alla vicina Basilica del Salvatore, S. Giovanni in Laterano, dove S. Gregorio VII ascoltò la ritrattazione dell’eresia sull’Eucaristia di Berengario di Tours. Andiamo ad Orvieto dove il Papa Urbano IV, in seguito al Miracolo di Bolsena, con la Bolla Transiturus istituì la festa del Corpus Domini. Ricordiamo Innocenzo III e il suo De Sacri Altaris Mysterio. Rammentiamo i Papi promulgatori delle definizioni dogmatiche sull’Eucaristia del Concilio di Trento, S. Pio X il papa della Comunione quotidiana, Pio XII autore della Mediator Dei e i Papi recenti col loro magistero eucaristico. 

Andremo, la Domenica 22 giugno, al seguito del SS. Sacramento recato in processione dal Papa Leone XIV dalla Basilica di S. Giovanni a quella di S. Maria Maggiore: al seguito di Pietro e del suo Successore fidei eucharisticae praeco maximus, che ripetendo le parole della sua indefettibile fede “confirmat fratres suos”.
  • Ore 15.00 Apertura della Chiesa. Confessioni.
  • Ore 15.30 Recita del Santo Rosario
  • Ore 16.00 S. Messa seguita dalla solenne Processione e dalla Benedizione Eucaristica.
In Domino

Il latino appartiene alla liturgia

La rinascita liturgica, come ogni tipo di rinascita, nasce dal recupero di ciò che è stato dimenticato.  Nella nostra traduzione da News Catholic Register, l'ennesima reazione alle restrizioni del vescovo di Charlotte qui. Cose dette e ridette anche in termini più approfonditi; ma repetita iuvant! Qui l'indice degli articoli sulla Latina Lingua.

Il latino appartiene alla liturgia

Quando ero uno studente, un laureato e poi un giovane professore, vivendo in Carolina per nove anni, ho imparato ad apprezzare la gente e i loro modi spesso cortesi, particolarmente accattivanti quando si manifestavano, come spesso accadeva, nella classe operaia. Ho incontrato persone, non molte, di cui si potrebbe dire che stessero "combattendo di nuovo la Guerra Civile". In un certo senso, li consideravo come si potrebbero considerare i sostenitori di Bonnie Prince Charlie dopo la disfatta di Culloden, riconoscendo loro almeno il merito della lealtà. Questi sostenitori del sud non volevano parlare troppo della schiavitù, che non potevano e non volevano difendere, se non per dire che i nordisti non erano certo migliori, il che era abbastanza vero.

Una straordinaria famiglia di santi e il segreto dell'istruzione parentale cristiana

Nella nostra traduzione da Substack.com. Come il vero amore della saggezza (vale a dire, Vera Philosophia) può cambiare la vita

Una straordinaria famiglia di santi e il segreto dell'istruzione parentale cristiana

Nell'immagine: San Basilio di Cesarea, San Giovanni Crisostomo, San Gregorio di Nazianzo: un'icona del XVII secolo da Lipie, Museo storico di Sanok, Polonia.

Una famiglia, otto santi
La maggior parte dei fedeli cattolici avrà senza dubbio sentito parlare del celebre Dottore della Chiesa, San Basilio Magno (330-378). Alcuni potrebbero anche conoscere suo fratello, San Gregorio di Nissa (335-394 circa). Insieme a un terzo brillante teologo della nostra Chiesa, San Gregorio di Nazianzo (329-390 circa), formano il noto gruppo dei "Padri Cappadoci".

lunedì 16 giugno 2025

Mons. Viganò, In illo uno unum/ Omelia nella Domenica della Santissima Trinità

Qui l'indice degli interventi precedenti e correlati.
Mons. Carlo Maria Viganò
In illo uno unum
Omelia nella Domenica della Santissima Trinità

Gratias tibi, Deus, gratias tibi,
vera et una Trinitas, una et summa Deitas,
sancta et una Unitas.
Ant. ad Magn.
La Santa Chiesa celebra oggi, con particolare solennità, uno dei principali Misteri della Fede Cattolica: la Santissima Trinità, l’unico vero Dio in tre Persone uguali e distinte, Padre, Figlio e Spirito Santo. Il Mistero – nell’accezione greca del termine μυστήριον – è ciò che la mente umana non riesce a conoscere se non mediante una Rivelazione divina. Nell’accogliere questa Rivelazione l’uomo accetta con umiltà il proprio stato di creatura bisognosa di un aiuto soprannaturale e gratuito, che vada al di là della razionale conoscenza di un unico Dio che premia i giusti e punisce i malvagi. Ogni persona porta infatti in sé quell’impronta del Creatore che gli mostra i principi morali della Legge naturale; mentre la conoscenza dei divini Misteri quali appunto la Santissima Trinità e l’Incarnazione è possibile solo grazie alla Fede in ciò che l’autorità del Dio rivelante ci propone a credere mediante il Magistero della Chiesa.

Non solo Roma. Se vede le ferite, c’è speranza per tutta la Chiesa

Roma non è un caso isolato. Una considerazione personale di don Mario Proietti a margine dell'incontro del Papa con il suo clero a Roma. Un misto di speranza per i contenuti e di preoccupazione per i frequenti richiami a figure o documenti in linea col Vaticano II, non ignorabile nelle parti commestibili; ma esecrabile in quelle a volte richiamate.

Non solo Roma. Se vede le ferite, c’è speranza per tutta la Chiesa


Oggi [mercoledì 12 giugno] Leone XIV, incontrando i sacerdoti della sua diocesi, ha parlato con toni affettuosi ma sobri, paterni ma lucidi. Ha scelto di non sorvolare sulla fatica del presbiterio romano, ma di chiamarla per nome: “ferite interne”, “stanchezza”, “incomprensioni”, “solitudini”.

E lo ha fatto non con la spavalderia del riformatore, ma con la delicatezza di chi conosce, di chi ha ascoltato, di chi ha visto da vicino. E qui, per me che non appartengo alla diocesi di Roma, si accende una luce: non sta parlando solo di Roma. Sta parlando della Chiesa intera.

Lettera a un pellegrino di ritorno dal pellegrinaggio di Chartres

Nella nostra traduzione da Renaissance catholique scopriamo un testo interessante per la storia e l'evolversi nel tempo dell'emozionante Pellegrinaggio di Chartres, che vede un numero sempre crescente di giovani partecipanti. Precedenti qui.

Lettera a un pellegrino di ritorno dal pellegrinaggio di Chartres

Compagno pellegrino,
Ora siete appagati, stanchi, rinvigoriti, rinvigoriti, perdonati, confortati, ma forse anche un po' turbati. Questi tre giorni nel cristianesimo, fuori dal tempo ma non dallo spazio, vi hanno fatto scoprire o comprendere meglio una realtà al tempo stesso molto misteriosa, così lontana eppure così vicina: la Messa cattolica.

Che cosa è la Messa?
Avete compreso meglio, grazie alla loro manifestazione particolarmente espressiva nel rito romano tradizionale, le tre realtà fondamentali che sono al cuore della celebrazione eucaristica. Anzitutto, la presenza reale e sostanziale di Cristo, sotto le specie del pane e del vino. Questo Dio che ci ha creati, che ci ha redenti, che ci mantiene nell'essere e ci accompagna, in ogni momento, con la sua Provvidenza è lì davanti a noi, come era presente tra gli apostoli sulle rive del lago di Tiberiade o alle nozze di Cana. È lo stesso Dio che avete adorato, in ginocchio, nella notte tra domenica e lunedì, nel silenzio della notte, in un cuore a cuore di cui solo voi conoscete il segreto. A questo Dio morto sulla croce perché voi aveste la vita in abbondanza, avete affidato il vostro passato, le vostre ferite e le vostre sofferenze, ma anche il vostro futuro, le vostre speranze e i vostri progetti. Siete rimasti affascinati, e forse sorpresi, da tutti questi segni di adorazione e rispetto (incensazione, inginocchiamento) resi a quello che sembra essere un semplice pezzo di pane. Poi, la liturgia vi ha ricordato costantemente che si trattava di un vero sacrificio a cui stavate partecipando. " Sacrum facere ": rendere sacro. Atto di adorazione, comune a tutte le religioni, con cui la creatura riconosce la sua dipendenza dal Creatore e implora da lui sia il perdono dei peccati passati sia, per il futuro, l'abbondanza delle grazie divine. I nostri antenati parlavano del " Santo Sacrificio della Messa". All'offertorio, la goccia d'acqua mescolata al vino dal sacerdote vi ha ricordato che le sofferenze e le sofferenze di questi tre giorni avevano senso solo se unite alla Passione di Cristo, da cui procede la salvezza. Infine, la pompa della liturgia tradizionale, manifestando l'omaggio della creatura al Creatore, significava questa anticipazione della liturgia celeste che è anche ogni Messa. Per alcune ore hai unito la tua lode al coro degli angeli che, senza sosta, cantano la gloria e la misericordia di Dio e attendono che tu ti associ alla loro felicità.

Il latino e la comprensione contestuale del rituale

Nella nostra traduzione da Unam Sanctam Catholicam. Nell'occasione della Pentecoste, si sottolinea il triste stato del latino – in questo caso liturgico e in quanto tale lingua sacra –, che era e dovrebbe continuare ad essere (anche se oggi misconosciuta) la lingua universale della Chiesa. Cose dette e ridette anche in termini più approfonditi; ma repetita iuvant! L'ennesima reazione alle restrizioni del vescovo di Charlotte qui. Qui l'indice degli articoli in tema.

Il latino e la comprensione contestuale del rituale

Buona festa di Pentecoste a tutti! In questo giorno santo in cui commemoriamo l'effusione dello Spirito Santo sulla Chiesa, possa lo stesso Spirito dimorare abbondantemente nei vostri cuori, affinché per la sua bontà abbondiate nei frutti della grazia e in ogni opera buona. Amen.

Nel giorno di Pentecoste, la Chiesa, per un singolare miracolo di Dio, parlò alle nazioni con un solo discorso. Con questa manifestazione dello Spirito fu annullata la separazione dei popoli iniziata a Babele. Con questo miracolo Dio dimostrò la cattolicità della Chiesa, nata per abbracciare persone di ogni tribù e lingua. Come scrisse memorabilmente Agostino:

domenica 15 giugno 2025

Dichiarazione di mons. Strickland sul conflitto Israele/Iran

Qui l'indice dei numerosi precedenti di un vescovo che non tace, anche se indegnamente rimosso.

Dichiarazione sul conflitto tra Israele e Iran
Vescovo Joseph Strickland
13 giugno 2025

La terra dei profeti è di nuovo inzuppata di sangue, e gli uomini parlano di guerra dimenticando la giustizia di Dio. Tuttavia la vera guerra non è di carne e sangue, "ma contro i principati e le potenze, e i dominatori del mondo di queste tenebre" (Ef. 6,12).

La Chiesa non deve tacere. Deve gridare con la voce del suo Signore: “Se non fate penitenza, voi tutti perirete allo stesso modo” (Luca 13:3).

Non lasciate che i vostri cuori siano induriti dal nazionalismo, dalla vendetta o dalla paura. Né Israele né l'Iran sono innocenti, e nemmeno le nazioni che li armano. Ma più delle loro armi, sono i loro peccati che provocano la giusta collera del Cielo.