Le comunità tradizionali, nonostante tutto, continuano a crescere. Accade in Francia. Nella nostra traduzione da El Debate la notizia e i dettagli. I monaci benedettini costruiscono, spesso con tecniche medievali, un nuovo monastero tipico del XXI secolo.
La Garde: l'abbazia francese diventata troppo piccola
per l'aumento delle vocazioni
Un successo provvidenziale
Il progetto non risponde solo a un bisogno di spazio e funzionalità per la comunità, ma riflette anche una rinascita della vita monastica in Francia. A differenza di altre regioni d’Europa, dove la secolarizzazione ha colpito profondamente, l’abbazia di Sainte-Marie de la Garde e la sua comunità madre, l’abbazia di Sainte-Madeleine de Barroux [vedi], hanno conosciuto una crescita spettacolare di vocazioni e di fedeli.
Il video realizzato dai Benedettini
Quest'ultimo, fondato nel 1970 da Dom Gérard Calvet [qui], è stato un riferimento nella celebrazione della messa tradizionale latina e nella preservazione del canto gregoriano. Nel 2001, l'aumento del numero dei monaci di Le Barroux portò ad un'espansione: parte della comunità si trasferì nella diocesi di Agen per poter accogliere nuove vocazioni e più fedeli.
Fratel Ambroise, priore di Sainte-Marie de la Garde, spiega a NCR che questo trasferimento è stato provvidenziale. All'epoca, il vescovo di Agen, Jean-Charles Descubes, desiderava una comunità contemplativa nella sua diocesi e si adoperava per facilitarne l'arrivo.
Tuttavia, a causa della mancanza di abbazie o priorati nella zona, i monaci dovettero acquistare una proprietà, restaurarla e trasformare un vecchio ovile in quella che sarebbe stata la loro nuova cappella. I lavori di restauro non sono stati facili, ma la comunità è cresciuta e, nel 2021, il priorato di Sainte-Marie de la Garde è diventato un'abbazia, eleggendo il suo primo abate in un momento cruciale per il suo sviluppo e il suo futuro.
Priorità: accogliere vocazioni e fedeli
Finora la comunità ospita 19 monaci con un'età media di 47 anni, a fronte della mancanza di spazio nella sua struttura, che riesce a malapena ad accogliere 20 o 25 membri. La crescita costante delle vocazioni, con una o due nuove aggiunte ogni anno, rende urgente il bisogno di più spazi.
Per loro, però, la priorità continua ad essere l'accoglienza dei fedeli per la messa. La cappella, che ne può ospitare solo un centinaio, diventa troppo piccola la domenica e durante le festività, soprattutto estive, quando è necessario installare uno schermo esterno per consentire ai fedeli di seguire le celebrazioni e le funzioni.
Fin dall'inizio, la comunità sapeva che avrebbe dovuto costruire la propria abbazia, ma non l'ha mai vista come un fardello. I lavori, iniziati nel maggio 2023, sono attualmente concentrati sulla ristrutturazione delle tre ali principali del chiostro, del refettorio, della biblioteca, del campanile e delle celle. Nella seconda fase del progetto, che si concluderà nel 2027, è prevista la realizzazione di una quarta ala con chiesa abbaziale e cripta. Per il 2030 sono previsti un albergo, una cucina, sale visite, portineria e infermeria.
Nel mezzo della campagna francese, nella regione del Lot-et-Garonne , sorge l'Abbazia di Sainte-Marie de la Garde, comunità benedettina che sta portando avanti un ambizioso progetto di espansione. Questo sforzo mira anche a far rivivere la tradizione del 'monaci costruttori', una pratica che risale al Medioevo e che ha lasciato un segno indelebile nell'architettura europea.
L'iniziativa, segnalata dal National Catholic Register qui, nota come “Grande Progetto di Speranza”, è iniziata nel maggio 2023 con la costruzione di un chiostro, di un campanile e di alloggi per i monaci. Le fasi successive prevedono la realizzazione di una chiesa abbaziale, di una cripta, di un complesso alberghiero, di una sala congressi e di un'infermeria.
Il progetto intrapreso dai monaci benedettini si ispira a modelli architettonici classici, soprattutto romanici e di tradizione cluniacense, cioè dell'Ordine di Cluny, un ordine monastico cattolico riformato che voleva ritornare allo stile di vita originario dell'Ordine di San Benedetto. L'obiettivo? Creare una “abbazia per il 21° secolo” che duri nel tempo.
L'iniziativa, segnalata dal National Catholic Register qui, nota come “Grande Progetto di Speranza”, è iniziata nel maggio 2023 con la costruzione di un chiostro, di un campanile e di alloggi per i monaci. Le fasi successive prevedono la realizzazione di una chiesa abbaziale, di una cripta, di un complesso alberghiero, di una sala congressi e di un'infermeria.
Il progetto intrapreso dai monaci benedettini si ispira a modelli architettonici classici, soprattutto romanici e di tradizione cluniacense, cioè dell'Ordine di Cluny, un ordine monastico cattolico riformato che voleva ritornare allo stile di vita originario dell'Ordine di San Benedetto. L'obiettivo? Creare una “abbazia per il 21° secolo” che duri nel tempo.
Un successo provvidenziale
Il progetto non risponde solo a un bisogno di spazio e funzionalità per la comunità, ma riflette anche una rinascita della vita monastica in Francia. A differenza di altre regioni d’Europa, dove la secolarizzazione ha colpito profondamente, l’abbazia di Sainte-Marie de la Garde e la sua comunità madre, l’abbazia di Sainte-Madeleine de Barroux [vedi], hanno conosciuto una crescita spettacolare di vocazioni e di fedeli.
Il video realizzato dai Benedettini
Quest'ultimo, fondato nel 1970 da Dom Gérard Calvet [qui], è stato un riferimento nella celebrazione della messa tradizionale latina e nella preservazione del canto gregoriano. Nel 2001, l'aumento del numero dei monaci di Le Barroux portò ad un'espansione: parte della comunità si trasferì nella diocesi di Agen per poter accogliere nuove vocazioni e più fedeli.
Fratel Ambroise, priore di Sainte-Marie de la Garde, spiega a NCR che questo trasferimento è stato provvidenziale. All'epoca, il vescovo di Agen, Jean-Charles Descubes, desiderava una comunità contemplativa nella sua diocesi e si adoperava per facilitarne l'arrivo.
Tuttavia, a causa della mancanza di abbazie o priorati nella zona, i monaci dovettero acquistare una proprietà, restaurarla e trasformare un vecchio ovile in quella che sarebbe stata la loro nuova cappella. I lavori di restauro non sono stati facili, ma la comunità è cresciuta e, nel 2021, il priorato di Sainte-Marie de la Garde è diventato un'abbazia, eleggendo il suo primo abate in un momento cruciale per il suo sviluppo e il suo futuro.
Priorità: accogliere vocazioni e fedeli
Finora la comunità ospita 19 monaci con un'età media di 47 anni, a fronte della mancanza di spazio nella sua struttura, che riesce a malapena ad accogliere 20 o 25 membri. La crescita costante delle vocazioni, con una o due nuove aggiunte ogni anno, rende urgente il bisogno di più spazi.
Per loro, però, la priorità continua ad essere l'accoglienza dei fedeli per la messa. La cappella, che ne può ospitare solo un centinaio, diventa troppo piccola la domenica e durante le festività, soprattutto estive, quando è necessario installare uno schermo esterno per consentire ai fedeli di seguire le celebrazioni e le funzioni.
Fin dall'inizio, la comunità sapeva che avrebbe dovuto costruire la propria abbazia, ma non l'ha mai vista come un fardello. I lavori, iniziati nel maggio 2023, sono attualmente concentrati sulla ristrutturazione delle tre ali principali del chiostro, del refettorio, della biblioteca, del campanile e delle celle. Nella seconda fase del progetto, che si concluderà nel 2027, è prevista la realizzazione di una quarta ala con chiesa abbaziale e cripta. Per il 2030 sono previsti un albergo, una cucina, sale visite, portineria e infermeria.
Nell'immagine: I monaci hanno un laboratorio per realizzare espadrillas
Il costo complessivo della costruzione è di circa 25 milioni di euro, finanziati esclusivamente dal mecenatismo privato a causa della legge del 1905 che vietava il finanziamento pubblico alle opere religiose. Attualmente la comunità ha ancora bisogno di circa 6 milioni di dollari per completare la prima fase di questo progetto.
Ricostruire un ideale monastico
Per sostenere la costruzione della loro nuova abbazia, i monaci di Sainte-Marie de la Garde hanno attivato diverse piattaforme di raccolta fondi, contando sul sostegno strategico di Stéphane Abrial, esperto di mecenatismo che è stato comandante del Comando alleato di trasformazione della NATO. Secondo fratel Ambroise, “si tratta di un progetto ambizioso ma ragionevole”, poiché evidenzia che il ruolo dei monasteri sarà sempre più rilevante in futuro.
«Sta a noi mostrare un'audacia tutta cristiana per ravvivare la speranza nei cuori. Non abbiamo pretese, ma abbiamo una profonda convinzione! », dichiara al Register. L'obiettivo principale di questa costruzione non è solo la crescita fisica della comunità, ma anche un richiamo al mondo sul primato di Dio nella vita umana e nelle sue preoccupazioni temporali.
La comunità di Sainte-Marie de la Garde punta non solo alla costruzione della sua abbazia, ma anche al sostegno delle popolazioni locali, soprattutto di quelle che, essendo lontane dai grandi centri urbani, si trovano ad affrontare difficoltà economiche. Con una serie di iniziative, soprattutto nel campo della formazione, si cerca di aiutare le famiglie che lottano per il proprio futuro.
Gli effetti si cominciano già a sentire: intere famiglie stanno acquistando proprietà attorno all'abbazia, convinte che la presenza della comunità trasformerà le dinamiche locali. Il “Grande Progetto di Speranza” riflette una profonda fiducia nel futuro e mette in luce il ruolo essenziale che i cristiani sono chiamati a svolgere in tempi di crisi. Con un messaggio radicato in un patrimonio senza tempo, la costruzione del complesso segue l'antico spirito dell'architettura monastica europea, per garantirne un'eredità duratura.
«Sta a noi mostrare un'audacia tutta cristiana per ravvivare la speranza nei cuori. Non abbiamo pretese, ma abbiamo una profonda convinzione! », dichiara al Register. L'obiettivo principale di questa costruzione non è solo la crescita fisica della comunità, ma anche un richiamo al mondo sul primato di Dio nella vita umana e nelle sue preoccupazioni temporali.
La comunità di Sainte-Marie de la Garde punta non solo alla costruzione della sua abbazia, ma anche al sostegno delle popolazioni locali, soprattutto di quelle che, essendo lontane dai grandi centri urbani, si trovano ad affrontare difficoltà economiche. Con una serie di iniziative, soprattutto nel campo della formazione, si cerca di aiutare le famiglie che lottano per il proprio futuro.
Gli effetti si cominciano già a sentire: intere famiglie stanno acquistando proprietà attorno all'abbazia, convinte che la presenza della comunità trasformerà le dinamiche locali. Il “Grande Progetto di Speranza” riflette una profonda fiducia nel futuro e mette in luce il ruolo essenziale che i cristiani sono chiamati a svolgere in tempi di crisi. Con un messaggio radicato in un patrimonio senza tempo, la costruzione del complesso segue l'antico spirito dell'architettura monastica europea, per garantirne un'eredità duratura.
9 commenti:
Era ora! Il problema della Chiesa attuale sono i sacerdoti secolari e le parrocchie. La rinascita della Chiesa arriverà dagli ordini religiosi e in misura minore dai movimenti laicali. In parrocchia non si cresce! È solo un distributore di servizi.
Benedettini, come a Norcia?
Ci rallegriamo per le iniziative dei Benedettini ma, attenzione, tutti siamo più o meno contaminati dal nostro tempo. Ho già sentito pensieri modernisti uscir dal petto di tradizionalisti impegnati verso Dio, il prossimo e se stessi.
Attenzione massima. Oggi cadere nell'autogiustificazione e nel buonismo accade, semplice/ mente, spontanea/ mente. Che San Benedetto vegli su tutti loro!
m.a.
Condivido il suo commento. Infatti, in realtà, i benedettini in questione sono perfettamente allineati all'ideologia del Concilio Vaticano II (e accettano la messa-cena protestante moderna), da un punto di vista conservatore ossia modernista-moderato. Al Barroux, per esempio, diffondono l'opera di Frère Basile Valuet o. s. b.: La liberté religieuse et la tradition catholique, 6 vv, 2521 pp, prefazione del card. A. M. Stickler, la quale difende la libertà religiosa promossa dai documenti conciliari poiché si tratterebbe "d'un cas de développement doctrinal homogène" immagino rispetto all'enciclica di Gregorio XVI Mirari vos, la quale condanna la libertà religiosa senza fumosi ambagi. Purtroppo certi cattolici tradizionali - o meglio ratzingeriani -, magari in perfetta buona fede e forse sedotti dalla ricomparsa di alcune forme esteriori del culto, si lasciano facilmente ingannare, imboccano la strada sbagliata delle illusioni e si ritrovano al punto di partenza. Preghiamo lo Spirito Santo affinché li illumini, per intercessione di Maria Santissima e di San Giuseppe.
L'unica salvezza e' l'Adorazione, stare in ginocchio!
Ave Maria purissima, semper Virgo, sine labe originali Concepta, Sanctissima Mater Dei Jesu, MUNDI CORREDENTRIX, ora pro nobis peccatoribus ad Te clamantibus, etiamque pro ad Te non clamantibus, praesertim pro Ecclesiae hostibus ac pro commendatibus Tibi! Amen!
I benedettini di Le Barroux e quelli di La Garde non sono ratzingeriani. I primi, da cui sono poi nati i secondi, erano Lefebvriani, ritornati in seno alla chiesa vaticansecondista in seguito alle ordinazioni episcopali del 1988. Niente a che vedere con Ratzinger dunque.
I transfughi sono però una specie ambigua, che spesso si scaglia contro i propri padri, vedi il caso di Luibella Bussolina, prima (nella sua veste di suorina lefebvriana) fan sfegatata della Messa antica; ora, reincarnatasi come apostola conservatrice, protagonista di campagne di stampa contro i suoi vecchi compagni di viaggio nonché ex ispiratori. E contro Viganò e chiunque altro che abbia una posizione chiara e forte su Bergoglio.
Gianluca Aurighi
Io sono cattolico. La mia famiglia è cattolica. Non è semplice essere cattolici, soprattutto nel tempo mefitico che stiamo vivendo. Le mie figlie, spesso, vengono derise per il loro essere devote. Voglio allora ricordare, sia a chi è cattolico (come conforto) e sia a chi non lo è, il pensiero di Fulton J. Sheen. Il teologo e scrittore statunitense diceva: ogni vero seguace di Cristo è consapevole che sarà deriso perché Cristo stesso è stato deriso. I cattolici devono quindi essere preparati a sentirsi ripetere in tutti i toni:
- che sono di mente ristretta perché non accettano certe interpretazioni immorali della Legge di Dio;
- che sono oscurantisti perché l'evoluzione ha dimostrato come il peccato originale sia solamente un mito, una storiella leggendaria;
- che sono degli ignoranti perché non sanno che ormai la scienza moderna ha fatto piazza pulita di Dio, della Provvidenza e delle Sacre Scritture.
E allora sì, noi cattolici siamo ignoranti: ignoranti della falsa sapienza del mondo; ignoranti della sapienza del nostro tempo, ignoranti di tutta quella falsa sapienza terrena che vorrebbe abbagliarci, accecarci e allontanarci da Dio. Non è la sapienza del mondo che ci salverà, ma l'ignoranza.
Bravo carissimo Gianluca!
Il Signore te ne renderà merito.
In realtà non c'è nessuna contrapposizione tra scienza e fede, perché l' esistenza di Dio è una possibilità razionalissima, provata dal fatto che molti Scienziati con la maiuscola hanno fede in Dio, e che nel clero ci sono scienziati.
Sono gli "scientisti" e "laicisti" atei, spesso sinistroidi e materialisti, che presumono - senza prove - che Dio non esiste.
In realtà hanno anch'essi una "fede atea", perché credono nel fatto di poter dare, un domani, la prova scientifica dell'inesistenza di Dio.
Prova che non hanno ancora dato e non sono capaci di dare. Infatti elaborano teorie scientifiche che innalzano a dogmi di fede atea.
Sino a quando nuove scoperte (perché l'uomo scopre cose che non ha creato) comportano la loro revisione o il loro superamento.
Questo perché la scienza è solo un metodo di conoscenza, limitato perché basato sulla rigorosissima prova matematica e nella successiva riproduzione del fenomeno, che deve confermare i calcoli matematici.
Gli scientisti e laicisti atei, invece, senza prove, partono dall' assunto - non scientifico - che siccome Dio non si vede, allora non esiste.
E hanno fede nell'uomo, o meglio nel fatto che l'uomo, un domani, darà la prova dell'inesistenza di Dio, e la fede nel fatto che né Gesù Cristo né i Santi, in Suo nome, hanno compiuto i miracoli. Oppure hanno fede nel fatto che sapranno riprodurli.
E siccome non riescono a dare questa prova, si appropriano della scienza affermando che il vero scienziato deve essere ateo.
Quindi diventano spesso arroganti, deridendo e discriminando persone e scienziati che credono in Dio, spesso in nome del motto scientista e laicista "lo dice la scienza!!!"
Aloisius
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