Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

martedì 25 marzo 2025

L'impatto della liturgia sulle vocazioni: un'analisi basata sulla Giornata del Seminario

Nella nostra traduzione da Infovaticana un bilancio sulle vocazioni relazionato alla Liturgia.

L'impatto della liturgia sulle vocazioni: 
un'analisi basata sulla Giornata del Seminario

Ogni 19 marzo, festa di San Giuseppe, la Chiesa celebra la Giornata del Seminario, una giornata che ci invita a riflettere sulla realtà delle vocazioni nel mondo.
In un contesto di crisi vocazionale in molti paesi occidentali, questa analisi si propone di esaminare i dati disponibili sul rapporto tra il numero di seminaristi e sacerdoti nei diversi contesti ecclesiali.
Una delle principali conclusioni è che esiste una sorprendente correlazione tra liturgia e vocazioni, evidenziata dal confronto tra gli istituti tradizionali e le diocesi.

Una prospettiva preoccupante nei paesi secolarizzati
Sebbene la situazione vocazionale vari da Paese a Paese, l'analisi dei dati diocesani rivela un fenomeno ricorrente nei Paesi più secolarizzati: il rapporto tra seminaristi e sacerdoti è estremamente basso. In alcuni casi non si riesce nemmeno a raggiungere il tasso di ricambio generazionale, il che mette a rischio la continuità del clero nel medio e lungo termine.
  • Spagna: 0,057 seminaristi per sacerdote (1 seminarista ogni 17,5 sacerdoti).
  • Francia: 0,051 seminaristi per sacerdote (1 seminarista ogni 19,5 sacerdoti).
  • Italia: 0,065 seminaristi per sacerdote (1 seminarista ogni 15,3 sacerdoti).
  • Germania: 0,029 seminaristi per sacerdote (1 seminarista ogni 34,5 sacerdoti).
I paesi martiri e il loro dinamismo vocazionale
A differenza dell'Europa occidentale, i paesi in cui la Chiesa subisce persecuzioni o si trova ad affrontare gravi difficoltà tendono ad avere tassi di vocazioni più elevati. Ciò è chiaramente visibile in Africa e in India, dove la crescita del clero è molto più sostenibile.
  • Africa: 0,122 seminaristi per sacerdote (1 seminarista ogni 8 sacerdoti).
  • India: 0,527 seminaristi per sacerdote (1 seminarista ogni 1,9 sacerdoti).
Il caso delle istituzioni liturgiche tradizionali
Forse il risultato più sorprendente di questa analisi è il confronto tra i seminari diocesani e le istituzioni che celebrano la liturgia tradizionale. In quest'ultimo caso, il rapporto tra seminaristi e sacerdoti è da 5 a 10 volte superiore rispetto alle diocesi.
  • Fraternità Sacerdotale San Pio X (FSSPX): 0,42 seminaristi per sacerdote (1 seminarista ogni 2,35 sacerdoti).
  • Fraternità Sacerdotale San Pietro (FSSP): 0,56 seminaristi per sacerdote (1 seminarista ogni 1,8 sacerdoti).
  • Istituto di Cristo Re Sommo Sacerdote (ICRSS): 0,83 seminaristi per sacerdote (1 seminarista ogni 1,2 sacerdoti).
  • Istituto del Buon Pastore (IBP): 0,75 seminaristi per sacerdote (1 seminarista ogni 1,33 sacerdoti).
  • Comunità di San Martín: 0,65 seminaristi per sacerdote (1 seminarista ogni 1,54 sacerdoti).
Confrontando questi dati con la media diocesana (0,08 seminaristi per sacerdote), risulta evidente che queste comunità presentano un dinamismo vocazionale eccezionale. Mentre le diocesi europee hanno rapporti che non garantiscono il ricambio generazionale, le istituzioni tradizionali hanno un seminario in continua crescita.

La situazione dei seminari diocesani e il tasso di sostituzione
Mentre le istituzioni tradizionali mostrano numeri incoraggianti, i seminari diocesani in molte parti del mondo stanno affrontando un preoccupante declino. Con un rapporto medio di 0,08 seminaristi per sacerdote, la capacità di sostituire il clero è insufficiente, soprattutto in paesi come Germania, Francia e Spagna, dove le ordinazioni annuali non sono sufficienti a compensare i pensionamenti e le morti dei sacerdoti. In alcuni casi, i vescovati sono costretti a unire le parrocchie a causa della mancanza di nuovi sacerdoti, il che si ripercuote direttamente sulla vita pastorale delle comunità.

Affinché una diocesi mantenga un numero stabile di sacerdoti, è richiesto un rapporto minimo di 0,20 seminaristi per sacerdote (1 seminarista ogni 5 sacerdoti attivi). Questa stima si basa sulla stima che un sacerdote esercita il suo ministero per circa 55 anni prima di andare in pensione o morire.

Senza raggiungere questa soglia, il numero complessivo dei sacerdoti diminuirà progressivamente, come sta accadendo in molte diocesi occidentali. La stragrande maggioranza dei seminari diocesani in Europa e in America si trova al di sotto di questo livello, il che spiega il declino del clero in queste regioni.

Conclusioni
I dati raccolti mostrano una realtà ineludibile: il tasso di vocazioni è basso nei Paesi più secolarizzati, più alto nelle regioni in cui la Chiesa è perseguitata e molto più alto nelle istituzioni che praticano la liturgia tradizionale. Senza esprimere giudizi sulle cause di questo fenomeno, la correlazione tra liturgia e vocazioni è evidente nei numeri.

In un momento in cui molte conferenze episcopali cercano soluzioni alla crisi vocazionale, potrebbe valere la pena di osservare attentamente le realtà in cui le vocazioni prosperano. Non c'è dubbio che nel Giorno del Seminario questa riflessione diventi più attuale che mai.
Jaime Gurpegui

[Traduzione a cura di Chiesa e post-concilio]

13 commenti:

tralcio ha detto...

Spiace scriverlo: nella chiesa bergogliana (non genericamente postconciliare, ma bergogliana) una vocazione al sacerdozio che muova i passi dall’esperienza terrificante di molti oratori e parrocchie sarebbe cattolicamente “strana”. Fanno eccezione le vocazioni maturate in contesti miracolosamente rimasti l’onda lunga della pur problematica stagione precedente.
Per queste però arriva la forca cardinale di seminari diocesani ideologizzati che possono condizionare pesantemente le buone disposizioni del giovane, addomesticandole all’ospedale da campo.

Tra l’altro questo spiega lo spostamento vocazionale (il Signore chiama sempre) fuori dal contesto diocesano.

In un certo senso è come per il matrimonio: un corso fidanzati dopo amorosi partiti a e con parroci bergogliani fa passare la nozione stessa di Sacramento e infatti ci si sposa meno.

Più banalmente è come l’otto per mille: moltissimi non lo versano più da anni alla Chiesa cattolica. Bisogna ridurli all’inedia: la chiesa bergogliana è meritevole di sgonfiarsi e rivedere le strutture e soprattutto chi ne costituisce il corpo docente, esercitando il munus docendi in nome del mondo.

In un certo senso è tutto provvidenziale: certi seminari sono poco cattolici è un seminarista cattolico ne sarebbe fuorviato.

E’ inverno, ma viene la primavera.
Quando si capirà la grazia di aver avuto sacerdoti, vescovi e pontefici santi, non mancheranno giovani desiderosi di ricalcarne il coraggio e la fede per annunciare e servire Cristo nei sacramenti.

Basta però con quelli che non capiscono che il bergogliano è una lingua non cattolica, imposta con la forza. La sede era impedita, ma l’impedito ha coltivato bene la vigna.

Nulla è impossibile a Dio, mentre ai superbi è possibile prendere fischi per fiaschi, anche in latino.

La Verità di oggi ha detto...

Il video che svergogna Prodi

Il filmato trasmesso da Rete 4 mostra l’ex premier prendere per i capelli la reporter mentre l’apostrofa con disprezzo per una domanda scomoda. Se un politico di destra avesse fatto un gesto così, avremmo i giornalisti sulle barricate. Invece molti applaudono Mortadella.

• Ora che lo vuole Berlino, Gentiloni tifa per il debito
• Trump spiazza ancora tutti. Dazi più leggeri e «mirati»
• Pace in Ucraina, si tratta su centrali e linee di confine

social.laverita.info/sfogliatore

Annunciazione della Vergine ha detto...

« Ti saluto Maria, o piena di grazia, il Signore è con te! Non solo è con te Dio Figlio a cui dai il tuo sangue, ma anche Dio Spirito Santo, per opera del quale Tu concepisci, anche Dio Padre che dall’eternità ha generato quel che Tu Concepisti. È con te il Padre che fa tuo il Figlio suo; è con te il Figlio che, volendo compiere un prodigioso mistero, si nasconde nel tuo seno materno, senza violarne l'integrità verginale; è con te lo Spirito Santo che assieme al Padre ed al Figlio ti santifica. Dio è con te, veramente »
(S. Bernardo).

Anonimo ha detto...

E cosa c'entra?

Anonimo ha detto...

Oggi è il Dies natalis del Servo di Dio Monsignor Marcel Lefebvre difensore della Santa Messa in Rito Romano e del Sacerdozio Cattolico.

mic ha detto...

L'ho passato perché c'entra con la Festa di oggi: l'Annunciazione della Vergine!

Anonimo ha detto...

Mozart ~ Ave Verum Corpus ~ Leonard Bernstein
https://www.youtube.com/watch?v=NK8-Zg-8JYM

Anonimo ha detto...

"La sede era impedita ma l'impedito ha coltivato bene la vigna..."
Si continua con queste pie leggende, che poi a ben vedere non sono tanto pie, visto che ignorano le ambiguità e gli errori dottrinali mantenuti e messi in circolazione da Ratzinger. L ' elenco è stato fatto molte volte ed è inutile ripetersi, non servirebbe comunque a nulla : gli orfani di Ratzinger sembrano una setta dedita al culto dello scomparso, impermeabile a qualsiasi argomento razionale.
La famosa 'Introduzione al Cristianesimo. Lezioni sul simbolo apostolico', forse ancora libro di testo nei seminari, dovrebbe esser messa all'Indice, se ancora esistesse l'Indice.
ar

Anonimo ha detto...

Entrando nel mondo il Signore disse:
«Eccomi, o Dio, io vengo per fare la tua volontà».

Scrie Kwasniewski ha detto...

Ecco una nota che ho ricevuto da un seminarista che prega l'antico breviario:
"Pregare il breviario in latino non è molto visto di buon occhio nel mio seminario. Ho notato in biblioteca l'altro giorno che l'istituto ad un certo punto ha preso tutti i [vecchi] breviari che potevano essere usati per pregare le ore e li ha rimossi dalla collezione. Sospetto l'intento di scoraggiare la recita dell'Ufficio Divino sulla liturgia delle ore."
Il latino è una chiave per la vasta casa del tesoro della Cristianità Occidentale. Ecco perché i progressisti lo temono così tanto e hanno fatto del loro meglio per oltre 50 anni per sopprimerne la conoscenza.

Anonimo ha detto...

La prima cosa che colpisce il mio occhio e' il non voler piu' faticare all'insegna del tutto e subito.

Catholicus ha detto...

"una setta dedita al culto dello scomparso", bravo, Anonimo a.r. 11:11, parole sante, come gli orfani del papa " santo subito" , del resto, tutta gente indisponibile ad ogni confronto basato sulla razionalità, sull' uso della retta ragione, oltre che della sana dottrina e della fede bimillenarie: no, per loro vale solo l' ostinazione ideologica, gli slogan, le frasi fatte, e gli insulti ai loro interlocutori....mi creda, tempo.perso dialogar con loro, peggio che con i bergogliani duri e puri. Come diceva quel generale richiamato dal fronte per vivere alla corte del Re Sole "preferivo stare al fronte, almeno lì i nemici li riconoscevo dalla divisa"!

Anonimo ha detto...

Nella Chiesa si celebra anche la Giornata delle Vocazioni... Negli ultimi anni però ho sempre sentito qualsiasi prete pregare non solo per le vere Vocazioni (quelle sacerdotali e quelle religiose) ma per le "vocazioni sacerdotali, religiose e alla famiglia": quest' ultima, come ha ben chiarito Romano Amerio nel suo Iota Unum, non è una vera Vocazione, in quanto la famiglia è la "strada" naturale di chi non è stato "vocato", "chiamato" da Dio a seguirlo in modo particolare o nel sacerdozio o nei Consigli Evangelici (povertà, castità e obbedienza). Dunque, la famiglia è una non-vocazione.
Parimenti la chiamata ai Consigli Evangelici, che una volta si chiamava la "via della perfezione" ("Se vuoi essere perfetto, vai, vendi tutto quello che hai, vieni e seguimi"), viene svilita inserendola in una generica chiamata alla santità derivante dal battesimo, comune a tutti, e sottolineando con vigore che "si può santificare di più una madre di famiglia o chiunque lotti nel mondo rispetto ad una monaca di clausura fuggita dal mondo", come se questa fosse una strada larga e comoda... (cosa che può succedere in alcuni casi, ma l'argomento non è comunque pertinente).
Proprio da questa supervalutazione del laicato e svalutazione sia dei sacerdoti che dei religiosi, a livello sia teorico che pratico, nasce la crisi dei seminari e degli ordini religiosi contemporanei non amanti della Tradizione (stendendo poi un velo pietoso sulla loro infedeltà ai rispettivi Fondatori e Regole, dato non trascurabile per spiegare la crisi post-conciliare ma che meriterebbe ben altro spazio di approfondimento).

Infine, leggendo i dati riportati sopra a proposito degli istituti tradizionali, appare evidente la crisi della FSSPX rispetto alla San Pietro ma anche rispetto a Cristo Re Sommo Sacerdote, piu' coerenti con se stesse. Crisi causata dall'ambiguita' dei lefebvriani, che da un lato si vogliono distinguere giustamente rifiutando il Vaticano II, ma che dall'altro hanno intavolato impossibili 'dialoghi' con un Vaticano a loro dire "eretico". Una contraddizione in termini, che li mette sullo stesso piano del Vaticano bergogliano ecumenico luterano e pachamamico. Gli manca insomma la coerenza del mai troppo compianto Mons Williamson o anche quella di un Viganò.