Ringrazio Andrea Sandri per aver voluto condividere con noi la sua recensione, che pubblico di seguito, a:
Un caso che fa discutere. I Francescani dell’Immacolata, cur. Carlo Manetti, Fede & Cultura, Verona gennaio 2014, pp. 1-233.
Un caso che fa discutere. I Francescani dell’Immacolata, cur. Carlo Manetti, Fede & Cultura, Verona gennaio 2014, pp. 1-233.
L'originale è apparso nel Fascicolo Printemps/2014 della Rivista francese di riflessione politica e religiosa Catholica, uscito nell'edizione cartacea ma ancora non disponibile in rete.
L’11 luglio 2013, quasi un anno dopo l’inizio della visita apostolica sollecitata da un piccolo nucleo di “frati dissidenti” e portata a termine da Monsignor Angelo Todisco, la Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata dispose il commissariamento della Congregazione dei Frati Francescani dell’Immacolata. Con grande stupore di molti cattolici il fondatore P. Stefano Maria Manelli, accusato di governo dispotico e di aver favorito il “vetus ordo” della Messa tra i frati, fu allora rimosso dalla funzione di superiore e, al suo posto, fu nominato commissario P. Fidenzio Volpi dei Frati Minori Cappuccini il quale non tardò a scegliersi per segretario generale P. Alfonso Bruno FI, uno dei cinque dissidenti fomentatori della visita.
In particolare il Decreto di commissariamento firmato dal Cardinal João Braz de Silva comunica, “in aggiunta a quanto sopra”, che “il Santo Padre Francesco ha disposto che ogni religioso della Congregazione dei Frati Francescani dell’Immacolata è tenuto a celebrare la liturgia secondo il rito ordinario e che, eventualmente, l’uso della forma straordinaria (vetus Ordo) dovrà essere esplicitamente autorizzato dalle competenti autorità per ogni religioso e/o comunità che ne farà richiesta”. Come ebbe di lì a poco a osservare il vaticanista Sandro Magister, era “la prima volta che Francesco contraddice[va] Benedetto”.[vedi]
Lungo tutto quel che rimaneva dell’anno 2013 i siti italiani di ispirazione cattolica tradizionale seguirono la tragedia ecclesiastica dei Francescani dell’Immacolata con straordinaria attenzione offrendo spazi ad alcuni tra i più convincenti intellettuali coinvolti, a diverso titolo e in differenti settori, nella difesa dell’ortodossia cattolica. Tra gli altri garantirono il proprio contributo – e continuano a garantire giacché si tratta di una vicenda tutt’altro che conclusa – gli storici Roberto de Mattei e Massimo Viglione, il filosofo del Diritto Giovanni Turco, gli ottimi apologeti e polemisti Alessandro Gnocchi e Mario Palmaro, la scrittrice Cristina Siccardi, il vaticanista Sandro Magister, l’araldo del cattolicesimo toscano Pucci Cipriani (la cui prosa ripaga doppiamente, con intelligenza e bellezza, la fatica della lettura), Francesco Agnoli, Emmanuele Barbieri, Lorenzo Bertocchi, Marco Bongi, Francesco Colafemmina, Mauro Faverzani, Maria Pia Ghisleri, Corrado Gnerre, Maria Guarini col suo monitoraggio attento e costellato di osservazioni puntuali.
Ne risultò così presto una letteratura sparsa ma interessantissima che, mentre commentava quasi quotidianamente i duri colpi inferti a una Congregazione fiorente, metteva in luce alcune cause universali della crisi profonda di tutta la Chiesa.
E’ merito di Carlo Manetti, di cui in Italia è ben noto lo straordinario impegno intellettuale e umano a favore della Tradizione cattolica, l’aver raccolto e chiosato in maniera del tutto utile e istruttiva questa pluralità di contributi nel recente volume Un caso che fa discutere. I francescani dell’Immacolata.
Oltre che nell’offrire, appena a ridosso della “rinuncia” di Benedetto XVI e dell’elezione di Francesco, una aggiornata panoramica del cattolicesimo tradizionale italiano - dei suoi principali autori come dei suoi luoghi nel vasto territorio elettronico della rete -, il pregio del libro sta nel fare emergere, a partire dall’eclatante caso concreto dei Francescani di Padre Manelli, un consenso sulla natura della legittimità (o della illegittimità) di molti atti di quello che si potrebbe definire l’attuale “diritto amministrativo” della Chiesa.
Mentre alcuni saggi registrano efficacemente la sostanziale irrazionalità e l’evidente ingiustizia materiale con cui si tratta una Congregazione che, in totale controtendenza rispetto al decorso della malattia morale di ordini e famiglie religiose in progressiva via di estinzione, dimostra di praticare una vita religiosa integra (conforme all’ortodossia cattolica) e di attrarre conseguentemente a sé numerose giovani vocazioni, altri contributi (soprattutto e sin dall’inizio de Mattei e Siccardi, poi, con un notevole approfondimento giuridico-concettuale, anche Giovanni Turco nello scritto “Positivismo giuridico e positivismo teologico” e nell’ “Analisi del Decreto di Commissariamento dei Francescani dell’Immacolata” di cui è autore insieme a de Mattei, Palmaro e Andrea Sandri) portano l’attenzione sulla discontinuità tra la parte dell’atto di commissariamento – appunto un “atto amministrativo” come osserva Cristina Siccardi -, in cui si interdice, salva autorizzazione, la celebrazione secondo il “vetus ordo” ai Frati dell’Immacolata che, senza esservi costretti, ne hanno fatto un elemento importante della loro vita religiosa, e alcuni documenti costituenti la lex superior della Chiesa (in particolare la Bolla Quo primum di San Pio V e il Motu Proprio Summorum Pontificum di Benedetto XVI) che autorizzano ogni sacerdote a fare ciò che il Cardinal João Braz de Silva, con lo stravagante avvallo di Francesco, proibisce. A questa essenziale critica dell’atto di commissariamento va aggiunto l’argomento, traente soprattutto sostanza dagli scritti che esaminano le modalità d’azione del visitatore Mons. Todisco, della continua violazione del diritto processuale naturale (in particolare l’“Analisi del questionario del Visitatore Apostolico” di Siccardi).
In realtà il lettore del libro, che qui si recensisce, ha vieppiù l’impressione che la “giustizia” dell’atto di commissariamento (in particolare dell’interdizione del “vetus ordo” a singoli soggetti e comunità, la quale, sia detto, non è certamente un apax legomenon nell’orbe cattolico dal giorno della promulgazione del Summorum Pontificum) e la reiterata violazione del diritto naturale processuale si basino sulla presupposizione (ben radicata nella mente dei Cardinal de Silva, dei Monsignor Todisco, dei Frà Volpi e dei Frà Bruno) che il Concilio Vaticano II sia l’unico vero fondamento dell’ordinamento teologico e giuridico della Chiesa e che tale fondamento debba essere continuamente confermato e attuato, in una sorta di hegeliano “sistema dei bisogni”, dall’azione pastorale di cui il “novus ordo” è considerato un organo imprescindibile.
L’idea opposta - ben espressa in tempi recenti da Padre Serafino Lanzetta, probabilmente il miglior teologo dei Francescani dell’Immacolata, nel suo Iuxta modum. Il Vaticano II riletto alla luce della Tradizione della Chiesa (Cantagalli, Siena 2012) – secondo cui “la Chiesa è più grande del Concilio” espone invece, come non sfugge agli autori del libro in questione, il fondamento dogmatico e liturgico della Chiesa (continuamente minacciato dalle esigenze pastorali) e rivela, in maniera esemplare, l’ingiustizia dell’atto di commissariamento e di tutti gli atti che non si radicano nella costanza delle forme cattoliche.
L’idea opposta - ben espressa in tempi recenti da Padre Serafino Lanzetta, probabilmente il miglior teologo dei Francescani dell’Immacolata, nel suo Iuxta modum. Il Vaticano II riletto alla luce della Tradizione della Chiesa (Cantagalli, Siena 2012) – secondo cui “la Chiesa è più grande del Concilio” espone invece, come non sfugge agli autori del libro in questione, il fondamento dogmatico e liturgico della Chiesa (continuamente minacciato dalle esigenze pastorali) e rivela, in maniera esemplare, l’ingiustizia dell’atto di commissariamento e di tutti gli atti che non si radicano nella costanza delle forme cattoliche.
In questo senso si muovono gli autori (soprattutto Gnocchi e Palmaro, Siccardi e de Mattei con la clausula Petri: “Bisogna obbedire a Dio piuttosto che agli uomini” (At V, 29)) che di fronte all’ingiustizia di un atto, pur avvallato dal Sommo Pontefice, invocano, in nome della Chiesa e della salvezza dell’ortodossia cattolica, il diritto di resistenza e chiedono ai Frati Francescani dell’Immacolata di continuare ciò che hanno iniziato. “Impugnare un provvedimento ingiusto e resistervi – scrivevano il 7 agosto 2013 Gnocchi e Palmaro [vedi] – in piena coscienza è quanto di più terribile possa temere chi esercita un potere iniquo. C’è qualcosa di misteriosamente e tremendamente metafisico nel singolo individuo che si presenta davanti al superiore per dichiararlo ingiusto: è la dichiarazione che non agisce come esigerebbe il suo essere, che è qualcosa di meno, di non rispettabile. […] Se l’anomalia dei Francescani dell’Immacolata verrà tolta di mezzo senza che le vittime di un provvedimento iniquo abbiano in qualche modo resistito, sarà compiuto, prima di tutto, il male della Chiesa. Perché si consentirà a chi occupa le posizioni di potere di essere sempre un meno di ciò che dovrebbero essere. Anche se tutto questo si nasconde dietro l’immagine mediatica di un pontificato tenero e misericordioso. La Chiesa non è un’istituzione da far cadere, ma da amare e curare, anche con la decisione e con la forza”.
Andrea Sandri
12 commenti:
Tutto procede a gonfie vele nello smantellamento della chiesa cattolica! I frati dell'Immacolata ancora nei sepolcri e "presto presto" è arrivata in questi giorni la visita anche alle suore. Ormai si distruggerà l'intera famiglia, come previsto.
Dov'è la notizia della visita alle suore?
Nota ufficiale di chiarimento sul loro sito, 13.12.2013
Con profonda tristezza e costernazione apprendiamo che nella Lettera circolare dell’8 dicembre u.s., indirizzata a tutti i Frati Francescani dell’Immacolata, il reverendissimo Padre Volpi accusa “alcune esponenti di spicco delle Suore Francescane dell’Immacolata” di aver contribuito a creare una “mentalità distorta” nei Frati, influenzandone fortemente lo stile di vita.
Riteniamo del tutto infondate tali accuse che, nella loro genericità, offendono tutto il nostro Istituto, e di conseguenza, le rigettiamo in toto, mentre ricordiamo con il nostro Papa Francesco che “chi sparla uccide i fratelli” (2.9.2013), mentre “la misericordia cambia il mondo” (17.3.2013).
Da parte nostra cerchiamo di seguire l’invito del Vicario di Cristo a “camminare in presenza del Signore, con la Croce del Signore; di edificare la Chiesa sul sangue del Signore, che è versato sulla Croce; e di confessare l’unica gloria: Cristo Crocifisso. E così la Chiesa va avanti” (14.3.2013).
Succede anche questo nella chiesa di Ognissanti:
http://www.riscossacristiana.it/firenze-incredibile-increscioso-episodio-di-intolleranza-religiosa-di-pucci-cipriani/
E' la nuova concezione 'misericordiosa' della chiesa franceschiana, suvvia......veramente non ho parole per l'episodio fiorentino, però faccio una piccola osservazione che c'entra poco o nulla, ma forse sì, ieri pomeriggio, guardando per caso A sua immagine ho visto padre Ronchi che seguivo sempre nei suoi commenti al vangelo, vestito col saio del suo ordine, in borghese con una crocettina argentata appesa al collo, secondo il nuovo look..... e mi sono cadute le braccia, finché lo fa d. Matteo che prete non è, ma perché???''Mi aspetto presto il vdr con giacca bianca, senza talare. Buona domenica delle palme a tutti voi. Lupus et Agnus.
Prendendo spunto dal tuo augurio nella parte finale del tuo intervento, Lupus et Agnus, oltre che approfittarne anch'io per augurare a te e famiglia (e a tutti in generale, naturalmente, a iniziare da mic che mi ospita qua), una buona Domenica delle Palme e una Settimana Santa veramente fruttuosa, inserirei pure, a questo punto, se mi è concesso, ciò che afferma il CATECHISMO MAGGIORE (di San Pio X):
46. DI QUAL MISTERO SI FA MEMORIA NELLA DOMENICA DELLE PALME?
Nella domenica delle Palme si fa memoria dell'entrata trionfante che Gesù Cristo fece in Gerusalemme sei giorni avanti la sua passione.
47. PER QUAL CAUSA GESU’ CRISTO VOLLE ENTRARE TRIONFANTE IN GERUSALEMME AVANTI LA SUA PASSIONE?
Gesù Cristo avanti la sua passione volle entrare trionfante in Gerusalemme, come era stato predetto:
-per animare i suoi discepoli dando loro in tal maniera una chiara prova che andava a patire spontaneamente;
-per insegnarci che colla sua morte egli trionferebbe del demonio, del mondo e della carne, e che ci aprirebbe l'entrata in cielo.
45. PERCHE’ L’ULTIMA SETTIMANA DI QUARESIMA SI DICE SANTA?
L'ultima settimana di Quaresima si dice santa, perché in essa si celebra la memoria dei più grandi misteri operati da Gesù Cristo per la nostra redenzione.
Mi è stato detto da una persona consacrata molto vicina a P. Manelli che in questi giorni, ad aver avuto la visita apostolica, sono state le Clarisse dell'Immacolata. La visitatrice sarebbe una clarissa. Questo è quanto ho saputo. Cercherò di avere maggiori informazioni.
Scusatemi, ma infine solo per completare gli inserimenti di prima dal Catechismo Maggiore a proposito di Domenica delle Palme e della Settimana Santa:
55. CHI FURONO QUELLI CHE ANDARONO INCONTRO A GESU’ CRISTO ALLORCHE’ ENTRO’ TRIONFANTE IN GERUSALEMME?
Allorché Gesù Cristo entrò trionfante in Gerusalemme, gli andò incontro il popolo semplice ed i fanciulli, non già i grandi della città; così disponendo Iddio per farci conoscere che la superbia rese questi indegni di aver parte nel trionfo di nostro Signore, che ama la semplicità di cuore, l'umiltà e l'innocenza.
51. CHE COSA DOBBIAMO NOI FARE PER PASSARE LA SETTIMANA SANTA SECONDO LA MENTE DELLA CHIESA?
Per passare la settimana santa secondo la mente della Chiesa dobbiamo fare tre cose:
-unire al digiuno un maggior raccoglimento interno, e un maggior fervore di orazione;
-meditare di continuo con ispirito di compunzione i patimenti di Gesù Cristo;
-assistere se si può, ai divini uffici con questo medesimo spirito.
"La visitatrice sarebbe una clarissa"
Le clarisse, - escluse ovviamente quelle dell'Immacolata - sono uno degli ordini più inquinati dal cammino neocatecumenale, le cui vocazioni femminili sono tutte dirottate negli ordini di clausura e li stanno snaturando dall'interno perché vi portano il loro stile e l'iter giudeo-luterano-gnostico del "cammino", compresa l'obbedienza assoluta ai catechisti piuttosto che ai "superiori" dell'ordine prescelto.
Fatti denunciati da anni, ma accolti dalle gerarchi nella più totale indifferenza.
... e intanto il nostro paese, insieme al resto del mondo va a rotoli mentre i "Padroni del mondo" (Goldman Sachs & C.) stanno prolungano l'agonia della Grecia, così come faranno con la nostra...
"Ho sentito che ci sono migliaia di "nuovi senzatetto" - disoccupati over 50, pensionati che non possono più pagare l'affitto, esodati che prima pagavano tranquillamente il mutuo - i quali perdono persino la residenza. I Comuni dovrebbero
iscriverli come abitanti in una via fittizia, e non lo fanno. Sicché i disgraziati rischiano di non riscuotere nemmeno la pensione minima, chi ce l'ha. Ci sono avvocati caritatevoli che aiutano queste persone nella causa legale.
E intanto gli immigrati ospitati negli alberghi, e 40 euro al giorno...altrimenti la Boldrini urla che li torturiamo. "
E del resto la Boldrini ha uno psonsor come il vdr....
La parola fine per i FFI è già scritta...Chiudono Amandola, commissariano le Suore, le monache... a Frigento non ci sono più studenti, ne restano alcuni in fase di rientrare in famiglia, si fanno pressioni psicologiche ai professi solenni.
Si intimidiscono i vescovi ad accogliere FFI...Ordine dall'alto, espressamente dall'alto (??) si fa per dire...
Potresti essere più preciso?
Molti studenti sono disrribuiti anche in altri conventi, tu sai wusnti effettivamente sono usciti? E cosa è accaduto per la possibilità che Vescovi li accogliessero?
Grazie.
P.
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