Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

mercoledì 29 aprile 2015

Socci giustamente richiama; ma non è la prima volta e giova ripetere, per dissipare confusione e nebbie...

Si adora Dio, papa Bergoglio, non gli uomini

Dal blog Lo Straniero di Antonio Socci: Papa Bergoglio in un messaggio di oggi (ieri 28 aprile) ha testualmente detto:
«Quanto vorrei che davanti ai poveri in chiesa ci si inginocchiasse in venerazione».
Sinceramente io vorrei che ci si inginocchiasse davanti a Gesù Cristo, nostro Salvatore, soprattutto a Gesù eucaristico, VISTO CHE PAPA BERGOGLIO NON SI INGINOCCHIA ALLA CONSACRAZIONE, COME DOVREBBE FARE, E NON SI INGINOCCHIA ALL’ADORAZIONE EUCARISTICA !!!
Preciso che dico questo avendo a che fare quotidianamente con persone care gravemente ammalate e sofferenti, in cui riconosco la presenza del Signore.
E dico questo sicuro che la penserebbe così anche mio padre che era tanto povero da dover andare a lavorare in miniera a 14 anni e che è morto perché il carbone aveva messo fuori uso i suoi polmoni.
Lui, che era un minatore cattolico, un militante democristiano, ha sempre detestato la demagogia e il populismo, ritenendoli una vergognosa presa in giro dei poveri.
E la frase di Bergoglio è veramente DEMAGOGICA E POPULISTA !!! SOPRATTUTTO SE CONSIDERIAMO COME HA TRATTATO I POVERISSIMI FAMILIARI DI ASIA BIBI !!!!
Sinceramente una frase simile non esprime carità, ma ideologia.
Cominciamo ad inginocchiarci davanti al Tabernacolo, davanti al nostro Salvatore, caro papa Bergoglio e allora sarà credibile anche il nostro inginocchiarci davanti a chi è l’immagine di Cristo crocifisso.
Considerando infine che i poveri non hanno bisogno di gesti simili (che possono nascondere anche orgoglio), ma hanno bisogno del nostro amore, della nostra solidarietà, hanno bisogno di giustizia sociale e, come tutti, anzitutto hanno bisogno del Signore.
Peraltro i poveri si inginocchiano davanti a Gesù Cristo non davanti alla propria immagine (nella foto su www.antoniosocci.com : due poveri contadini che si inginocchiano nel pantano al passaggio di un sacerdote che porta Gesù eucaristico… una lezione per certi prelati!).
Fin qui Antonio Socci. Tuttavia c'è altro da aggiungere: quel che egli dice è vero; ma bisogna darne le ragioni alla luce del sensus fidei cattolico.

L'origine della variazione / distorsione della nostra fede - che Bergoglio avvalora con le reiterate affermazioni come questa - è contenuta, in nuce, nel documento conciliare Gaudium et Spes che, al n. 22, dichiara che Gesù con l'incarnazione si è «in qualche modo» unito a tutti gli uomini (B. Gherardini Antopocentrismo di GS, 22).

Su questo ho detto più volte, sull'onda di precedente affermazioni analoghe: l'Incarnazione è in un solo uomo che è anche Dio, cioè è nell'individuo Gesù. I "Suoi", cioè noi cristiani diventiamo (Gv, Prologo 12-13) figli per adozione - e non per natura - e abbiamo il dono di diventare sempre più a Lui connaturati, nel senso della configurazione paolina (2 Cor 3,18), che i Padri chiamano Theosis, per effetto della grazia che la vita di fede e dunque la fedeltà ci dona attraverso la preghiera e il munus sanctificandi della Chiesa. È proprio questa distinzione tra adozione-partecipazione in Cristo e natura che fa la differenza. E si crea confusione tra naturale e Soprannaturale non considerandola.
Tutti gli uomini condividono la creaturalità e l'immagine del Creatore, ma la "connaturalità" = configurazione al Figlio Unigenito Gesù Cristo la si riceve solo nella e dalla Chiesa. Il che non significa dire che Cristo non si incarnato per tutti e non ha salvato TUTTI; ma che la salvezza non è un fatto automatico: va accolta (è per quelli che Lo accolgono) ed è la funzione della Chiesa affidatale dal Suo Signore quella di annunciarla e dispensarla, altrimenti che senso avrebbe la Chiesa?
La "carne dei poveri" è quella di Cristo per "analogia" mentre, ad esempio, nell'Eucaristia abbiamo il Signore Vivo e Vero. E nei poveri non Lo adoriamo, né Lo veneriamo ma Lo serviamo, dopo averlo adorato e accolto insieme alla sua salvezza nell'Eucaristia [Vedi qui - qui - qui].

E, ad ogni buon fine, riprendo qui anche quanto segue: il blog inesorabilmente sommerge tanti contenuti; per questo ogni tanto è necessario farli riemergere.

La drammaticità e la concretezza dell'ascolto di quelle piaghe degli uomini sofferenti sulle quali il papa ritorna con inesausta frequenza, interpella anche noi, come da sempre ha interpellato la Chiesa nella sua componente non 'mondana' che esiste tuttora com'è sempre esistita. Ma non dimentichiamo che quelle "piaghe" sono anche nella nostra società e nella spiritualità del nostro tempo e nella nostra cristianità incuneata a forte rischio (se non fosse per le promesse del Signore) tra le tre placche tettoniche purtroppo oggi in forte sommovimento. Le riconosciamo nella ridda di voci, di ipotesi e contro-ipotesi che hanno accompagnato e seguono, anche in termini strumentali su tutti i fronti, il recente dramma di Parigi, le vicende migratorie, le uccisioni di cristiani in MO e sui barconi:
  1. messianismo sionista+imperialismo americano di matrice protestante, che sembrano rappresentare l'attuale degenerazione dell'Occidente cristiano secolarizzato, da un lato 
  2. neopaganesimo punto terminale della secolarizzazione frutto dell'Illuminismo in cui sono confluite e da cui sono scaturite le sue varie componenti nonché delle varie manovre massoniche anch'esse in buona parte riconducibili alla matrice giudaica, dall'altro 
  3. islamismo, realtà disomogenea e non monolitica, ma con l'ineludibile e irreformabile denominatore comune della politica inesorabilmente legata alla religione, Checché vogliano farci credere da parte del cosiddetto Islam moderato (vogliamo fare gli gnorri con la Taqqya?) che nel Regno Unito sta già emanando ed enucleando la sua sharia, dall'altro lato ancora. Poi qualche "integrato" magari anche secolarizzato ci sarà pure; ma si tratta di una esigua minoranza che rischia di essere sopraffatta al pari di noi. E, da non sottovalutare, il fenomeno dell'integralismo che fa presa nelle terze o anche quarte generazioni perché trova terreno fertile nel malessere e vuoto spirituale dei nostri contesti sociali.
Non cambia dunque nulla circa il reale pericolo (evidentemente non l'unico ma ugualmente serio) che l'Islam rappresenta per la nostra Fede e per la nostra cultura. E invasi di fatto siamo invasi dalle masse migratorie, non solo ma soprattutto islamiche, che si riversano nel nostro continente e ci stanno sommergendo. Basta guardarsi intorno nelle nostre città e non riconoscere più alcuni nostri quartieri. Basta ascoltare parroci ed educatori laici calabraghe che hanno già abdicato dalle nostre tradizioni più care e dalla nostra cultura, nonché altri prelati persino in vista del giubileo [qui]; il che non è un miraggio allucinatorio ma un pericolo reale che rischia di consolidarsi ancor più e di creare, per contro, reazioni irrazionali. Il tutto, nell'inerte connivenza dei nostri politici ormai anch'essi trasformati in esecutori dei tecnocrati. Umanamente sembra impossibile vedere soluzioni. Non so a che prezzo, ma sappiamo da che parte stare, o meglio dalla parte di Chi stare. Purtroppo non abbiamo più saldo neppure il nostro Centro spirituale terreno. Ma il Signore provvederà.
Maria Guarini

69 commenti:

Anonimo ha detto...

Non ho mai sentito nulla di piu` stupido.

E se uno e` povero perche` non hai mai voluto fare niente?


Dato che le porte delle nostre Chiese sono tutte adorne di uno o due rom,possiamo allora cominciare a inginocchiarci gia` da fuori...

Anonimo ha detto...

A proposito di genuflessioni... neppure il sacerdote della mia parrocchia si inginocchia al momento della consacrazione, pero' fa un inchino, va bene ugualmente? Teresa

Anonimo ha detto...

Bellissima la foto, ironicamente vero il commento, chapeau a metà fra la dott.ssa Guarini e Socci che non mi ha mai entusiasmato, ma sta dicendo cose sacrosantamente vere da solo, mentre dovrebbero, e ribadisco dovrebbero, farlo i clerici, ma si sa, tutto fa brodo pur di non fare i preti che insegnano le cose basilari della fede cattolica.....per quel che riguarda le nostre città, ci sono dei quartieri in cui sono cresciuto da bambino, ora okkupati, più o meno, anzi senza meno,il- legalmente da islamici di ogni razza, in cui non si può neppure mettere piede, non so se mi spiego, purtroppo leggo al volo da qualche agenzia che i potenti hanno già chiesto, anzi preteso,l'allineamento al diktat e la chiesa ha già dato il suo non obstat, aspettiamo la prossima enciclica sull'ambiente che ha già avuto le benedizioni ONU e NWO.....non so più cosa pensare di questa specie di succursale portena che ripete sempre le stesse cose fino allo sfinimento, cose che non sanno neanche da lontano di cristianesimo, altro che odore di pecore, qui c'è puzza di cadaveri....Lupus et Agnus.

Josh ha detto...

d'accordo col post di Maria, e con i link, perchè di affermazioni simili ne abbiamo già sentite troppe, e commentate più volte.

«Quanto vorrei che davanti ai poveri in chiesa ci si inginocchiasse in venerazione».

Il concetto è piuttosto grave. Per esemplificare, non sarebbe nemmeno passato alle lezioni di catechismo preparatorie alla mia 1ma Comunione nei primi anni 80, un'idea siffatta non sarebbe passata all'ora di religione alle medie, nè mai mi sarei sognato di proferire una cosa del genere, sarei finito dietro la lavagna.

Oltre al fatto che tutta la Bibbia è contro l'idolatria,
tutto il NT, specie S. Paolo richiama più volte specificamente ad adorare Dio e non gli uomini (messi chiaramente in contrapposizione), a prostrarsi a Dio e non agli uomini;
c'è anche il libro di Apocalisse che rende ancor più chiaro l'atteggiamento (prima di tutto interiore, prima che gestuale)da tenere.

S. Giovanni, all'atto di ricevere la visione che raccoglierà nel Libro dell'Apocalisse che possiamo leggere, sta per adorare la creatura celeste che vede, ma l'Angelo glielo impedisce!

Perchè?

“Adora Dio!” gli dice.

“Deum adora”.

L’aspetto davvero importante della nostra vita di fede è la concentrazione sull'“Adorazione di Dio” e sull’amore verso il Signore Dio con tutto il cuore, la mente e l’anima. Solo da lì sgorgherà anche, in secondo tempo, la forza e l'ispirazione per quelle opere buone, che comprendono anche l'aiuto (ma non l'Adorazione) al povero spirituale e materiale.

Nell’Apocalisse, San Giovanni inizia a adorare l’angelo. Vede qualcosa di bello, buono, strabiliante: intende che si tratta di un essere soprannaturale, proviene da una'altra dmensione, da Dio, è emozionato,
ma il buon San Giovanni non arriva ancora a comprendere questa semplice verità di fede; e adora l’angelo invece di Dio.
E l’angelo insiste, lo rimprovera e corregge e gli dice: No, No! Adora Dio.

Del resto è scritto (Matteo 4,10)
"Adora il Signore Dio tuo
e a lui solo rendi culto."

Non sono chiacchiere.

Cfr. Apocalisse 19,10 (Giovanni e l'angelo)

"Io mi prostrai ai suoi piedi per adorarlo. Ma egli mi disse: «Guàrdati dal farlo. Io sono un servo come te e come i tuoi fratelli che custodiscono la testimonianza di Gesù: adora Dio! Perché la testimonianza di Gesù è lo spirito della profezia."

e ancora

Apocalisse 22,9 (Giovanni e l'angelo)

"Ma egli mi disse: «Guàrdati dal farlo; io sono un servo come te e come i tuoi fratelli, i profeti, e come quelli che custodiscono le parole di questo libro. Adora Dio!"

Se neppure davanti all'Angelo di Apocalisse S. Giovanni si poteva prostrare, perchè la prostrazione quindi l'Adorazione è riservata solo a Dio,
noi ora che ci mettiamo a fare? le comiche? le capriole?

Non si tratta di essere pedanti a ricordare queste cose, anche queste cose Dio ha detto e le chiede, e in base a queste cambia il modo di porci davanti a Lui e agli altri.

Solo dopo una corretta Adorazione a Dio, svilupperemo quell'amore del prossimo che è sentito così prioritario da qualcuno. Ma sarà vero amore del prossimo SOLO se discende dal primo, l'Amore e l'Adorazione a Dio. Se no sarebbe umanitarismo, filantropia o anche idolatria dell'uomo.

Per i poveri si prega, i poveri si aiutano, ma non ci si inginocchia davanti a loro in adorazione, che sarebbe idolatria.

Per lo meno finora, in base ai nostri testi Sacri e Tradizione.

Poi se si vuole "correggere" creativamente anche il fondamento della fede....

Ambrosius ha detto...

Helder Camara, il vescovo rosso, se inginocchiava davanti ai poveri e questo non aveva nessuno significato cristiano. I poveri per uomini come Helder Camara e Bergoglio sono solo quelli che non hanno soldi. Inoltre a questo, anche il Papa, i vescovi, i pretti e religiose sono poveri. Ma inginocchiare davanti a lui, ai vescovi e i pretti, non sarebbe per Bergoglio chiericalismo?

Francesco sembra uno Fraticelli "aggiornato", il Francesticello!!!

Rr ha detto...

Grazie, Mic, per questo tuo commento, con cui concordo in tutto e per tutto.
TdL della peggior specie, cose vecchie di 40 anni, ma che non disturbano minimamente " the power that be". Perché, se vuol parlare di poveri, NON DENUNCIA con nomi e cognomi i nuovi schiavisti, i nuovi negrieri ? Tutti quei cari compagni di merende che con le loro coop, le loro associazioni pseudo-caritatevoli, le loro cattedre universitarie sul multiculturalismo, l' integrazione, la mediazione culturale, ecc, sfruttano gli immigrati e non solo?
Stanno preparando una bomba ch esploderà, come sempre è stato, e chi ne pagherà il prezzo, non saranno i vari Presidenti e Capi di Stato, ne' Primi MInistri, ne' Presidenti di Parlamento, o Cardinali, Papi(questi papi) e Vescovi, ma la gente comune, la solita " carne da cannone".

Non se ne può più. Una va a lezione di lingua straniera (Tedesco nella fattispecie) e deve sorbirsi una lezione sull' integrazione, su un testo che già in precedenza è stato tutto un parlare degli immigrati, Turchi di solito. mai un Brano, un articolo, una qualsiasi cosa, che
ricordi le tradizioni culturali, non diciamo neanche religiose, del popolo di cui uno studia la lingua.
Oggi sono sbottata, ho detto che se voglio interessarmi dei Turchi, mi metto a studiare il Turco o vado in Turchia, non il Tedesco e a Milano !
Rr

Silente ha detto...

"...di fatto siamo invasi dalle masse migratorie, non solo ma soprattutto islamiche, che si riversano nel nostro continente e ci stanno sommergendo." Così scrive giustamente Mic.

C'è un equivoco di fondo, colpevolmente alimentato da posizioni vaticane, che vede nell'accoglimento dei "migranti" un atto di carità. E' questo un falso che andrebbe ben spiegato da un punto di vista sia dottrinale, sia pastorale. Ultimi esempi, tra i molti: le affermazioni vaticane contrarie alla distruzione dei mezzi navali degli scafisti e il Cardinal Scola che "presiede" una "festa dei migranti" (in attesa che i "migranti" facciano la festa a noi).
Ora, che l'accoglimento indiscriminato e imprudente dei clandestini sia un "atto di carità" è tutto da dimostrare. Costoro, recandosi in un paese terzo in maniera illegale, compiono un atto, appunto, illegale, sanzionato come crimine penale in molti Paesi (anche nel nostro, fino a poco tempo fa, prima dell'abolizione, da parte della sinistra, del reato di "immigrazione clandestina"). Gli immigrati sanno di violare la legge. Quanto meritano veramente la nostra "carità"?
Ancora, solo un'esigua minoranza sono veramente "profughi", cioè provenienti da zone di guerra. La stragrande maggioranza emigra solo per "stare meglio", cioè per lucrare sul generoso welfare europeo. Ci si dimentica che i milioni e milioni di euro destinati all' "accoglienza" e al costosissimo e generosissimo mantenimento di costoro sono sottratti all'assistenza ai cittadini italiani bisognosi.
E ancora: questa "accoglimento" indiscriminato genera, come è stato ben dimostrato, criminalità: furti, occupazioni di case, scippi, rapine, borseggi, degrado nei quartieri. La Chiesa e i suoi bracci istituzionali, come la Caritas, predicano l'accoglienza indiscriminata, ma sono cechi, muti e silenziosi nei confronti dei cittadini rapinati, delle vecchiette che si vedono la loro casa popolare occupata, degli appartamenti svaligiati. E' questa "carità"?
Infine, e soprattutto: l'accoglienza indiscriminata di queste masse di clandestini, soprattutto islamici, mette in fortissimo pericolo il nostro futuro da un punto di vista etnico, culturale, identitario e religioso. L'Islam non è una "religione debole" come il cattolicesimo dopo il concilio. "Con le vostre leggi democratiche vi invaderemo e con le nostre leggi islamiche vi domineremo" diceva un imam turco a un prelato cattolico.
Allora: accogliere tutti è veramente atto cristiano di carità? E su quali basi dottrinarie? E su quali "ragioni pastorali"?

La Cristianità europea, o quel che ne resta, è stretta nella morsa della tenaglia rappresentata, da un lato dalla dittatura totalitaria del relativismo e, dall'altro dall'aggressione islamica, anche con l'immigrazione selvaggia. Sono due facce della stessa medaglia. Sono alleate e complici. Un nemico "interno" e un nemico "esterno", entrambi protervi e crudeli. Ben lo aveva previsto Oswald Spengler all'inizio del secolo scorso. Già, ma chi legge più Il tramonto dell'Occidente?

Silente ha detto...

Rosa, se studi al Goethe ai "corsi paralleli" del Goethe, certamente saprai che i programmi di tedesco per stranieri sono preparati dal Ministero dell'Educazione tedesco e pensati per un'impossibile integrazione dei milioni di immigrati turchi stabilitisi in Germania (ma la "pancia profonda" della Germania brontola sempre di più, come dimostrano i cortei antimmigrazione che si sono tenuti tutti i lunedì in molte città della Germania, prima di essere impediti dalla diffamazione e dalla repressione poliziesca).
In quanto a indottrinamento mondialista, a "ingegneria sociale" volta a creare una società multirazziale e a limitazione della libertà di pensiero e di espressione, la Germania è messa persino peggio di noi.
Visto che studi il tedesco, ti consiglio la lettura di Junge Freiheit, uno dei pochi giornali ancora liberi e non conformisti rimasti in Germania. Ma dubito che tu lo possa trovare nell'emeroteca del Goethe...

Josh ha detto...

se vuol parlare di poveri, basta poi anche guardarsi in giro per bene:
pensionati a 500 euro/mese a scendere, disoccupati giovani e di mezza età, divorziati che non riescono più a mantenere il consorte, gente che vive in auto o in roulotte fatiscenti,
beneficati da equitalia con l'esproprio di conti correnti o della casa
oggi basta che non torni a L'Or signori una dichiarazione dei redditi, un click e sei un barbone.

clermont ha detto...

A suo tempo NSGC si oppose alla vendita del vasetto di nardo, Francesco è proprio sicuro che Dio abbia cambiato idea?

Anonimo ha detto...

«Quanto vorrei che davanti ai poveri in chiesa ci si inginocchiasse in venerazione».
Non ci si può inginocchiare MAI davanti a nessun uomo, nemmeno davanti ad un uomo che riteniamo santo (la santità si raggiunge solo dopo la morte, perché si è sempre in tempo a perdersi per strada, come la storia e l’esperienza insegna ). S. Filippo Neri si mostrava ubriaco, pur di non farsi venerare in vita (tentazione enorme della superbia). Padre Pio scacciò malamente mia zia, che gli aveva preso la mano per baciargliela, dicendole “va via, satana!”)
La venerazione rivolta a uomini è idolatria ed in particolare è il massonico culto dell’uomo. Nei santi (morti, quindi) non si venera l’uomo ma la grazia di Dio che hanno accolto e fatto fruttificare con fatica e abbandono a Dio e portando la loro croce, grazia che li ha santificati.

La povertà, se non è scelta e se non è scelta per amore di Dio, non è un merito. La povertà è uno strumento, una occasione di santificazione per chi la vive con amore di Dio. La povertà è, come la malattia, un male, una sofferenza, una croce, che va amata, non in sé, non per masochismo, ma in quanto strumento del Signore per portarci a Lui, in quando è condivisione della sua passione.
Il sentimento nei confronti, non della nostra povertà, croce che dobbiamo amare (non venerare) come qualunque prova che il Signore ci manda, ma della povertà altrui è la compassione, soffrire con il povero, come per qualunque genere di persona affetta da un male materiale o spirituale, compassione che ci deve muovere a dare aiuto agli altri e non a venerare né loro né il male che li affligge (altrimenti dovremmo darci da fare per aumentare la sofferenza altrui, se la ritenessimo, di per sé, anche se odiata e disprezzata da chi la patisce, anche se fosse ragione per bestemmiare Dio, un merito ed un oggetto di venerazione).

Anna

Rr ha detto...

Silente,
si, studio al Goethe ed ovviamente mi è chiaro che i testi sono loro imposti dalla Germania e scritti in base alle istruzioni del Ministero del ' Istruzione, così come i libri adottati nelle nostre scuole.
Le manifestazioni di PEGIDa ed altri gruppi simili continuano, a Dresda quasi ogni lunedì, sempre molto seguite. Anche in altre città tedesche, seppur con molta minor partecipazione. Ma ora non ne parlano più, così da far credere alla popolazione tedesca e soprattutto all' estero che non ci sia più niente. Il 13 aprile hanno avuto Geert Wilders a Dresda, ma nonostante la sua fama, TUTTI i grandi giornali e credo TV tedesche NON ne hanno parlato.
Leggo Junge Freiheit da mesi ormai sul Web, così come Zuerst, quindi, anche se in Biblioteca non c'è, non importa.
Dio benedica l'inventore di Internet !
Rr

Silente ha detto...

Errata corrige rispetto ai mio post delle 22:40, che così va letto: Rosa, se studi al Goethe o ai "corsi paralleli" del Goethe...

Franco ha detto...

Non vedo perchè si dovrebbe trattare il ricco e l'agiato come un reprobo, se è non un redditiero indolente ma un imprenditore che utilizza la sua inventiva ( in qualche caso spinta fino alla genialità ) energia e saldezza di nervi nelle contingenze difficili per creare realtà nuove con relativi posti di lavoro; idem per i grandi professionisti oppure semplicemente per quelli che si rimboccano le maniche e tirano su economicamente se stessi e le loro famiglie. Non mi sembra che siano ricchi Epuloni.
La famiglia Testori ( quella dello scrittore ) industriali tessili cattolici era rispettatissima a Novate Milanese. Secondo Eugenio Corti, autore del grande romanzo "Il cavallo rosso" e attivissimo oppositore del divorzio la Brianza si era sviluppata grazie a un mix di capacità imprenditoriale e di serietà di matrice cattolica ( diciamo alla Renzo Tramaglino ). Lo stesso afferma Philippe Daverio a proposito della civiltà comunale del Medioevo.Quanto al lusso, l'imprenditore deve necessariamente frequentare un certo ambiente, e non può farlo girando con le pezze al c....
Sarebbe bene evitare il rischio del "Don Chichì-pensiero". Del resto nel Vangelo non si dice che il Padrone condanna il servo che non ha fatto fruttare i suoi talenti?

irina ha detto...

Ci troviamo davanti a mancanza di istruzione intellettuale e di finezza nel sentire.Il tutto condito da ripetitori che non si sono mai presi la briga di verificare se la loro testa fosse in grado di far germinare un pensiero proprio. E Gesù che c'entra? Niente ovviamente per costoro.Ma la moltiplicazione dei pani e dei pesci fu per gente sfinita dal seguirlo nessuno però è mai stato obbligato a seguire il Signore. Neanche i miracolati che spesso se ne andavano senza neanche dire grazie.Nella sua semplicità divina Egli ha ben chiarito cosa appartiene a Cesare e cosa a Dio.Ma prima di iniziare la sua missione pubblica, come ricorda anche Ratzinger, non cadde nel tranello di trasformare i sassi in pane, nè compì mirabolanti imprese per impressionare cielo e terra nè per l'audience mondiale si prostrò ad adorare Satana.

Franco ha detto...

@ Don Orione, nato poverissimo ( padre spaccapietre ), personalità splendida, viso radioso in tutte le foto, amava la povertà fino a dire "I poveri sono Cristo" ma tra le sue tante opere creò a Genova una casa di riposo per anziane impoverite di ceto elevato: nella sua sensibilità capiva che chi ha avuto per tutta la vita uno stile patrizio non può appastarsi bene con i plebei
( con tutto il rispetto per i plebei; mio nonno era contadino ).

A. D. ha detto...

E a questo punto non si può non pensare all’inizio del “decalogo”, i dieci comandamenti, dove sta scritto: “Io sono il Signore, tuo Dio, che ti ho fatto uscire dal paese d’Egitto, dalla condizione di schiavitù: non avrai altri dèi di fronte a me” (Es 20,2-3). Troviamo qui il senso del terzo elemento costitutivo del Corpus Domini: inginocchiarsi in adorazione di fronte al Signore. Adorare il Dio di Gesù Cristo, fattosi pane spezzato per amore, è il rimedio più valido e radicale contro le idolatrie di ieri e di oggi. Inginocchiarsi davanti all’Eucaristia è professione di libertà: chi si inchina a Gesù non può e non deve prostrarsi davanti a nessun potere terreno, per quanto forte. Noi cristiani ci inginocchiamo solo davanti al Santissimo Sacramento, perché in esso sappiamo e crediamo essere presente l’unico vero Dio, che ha creato il mondo e lo ha tanto amato da dare il suo Figlio unigenito (cfr Gv3,16). Ci prostriamo dinanzi a un Dio che per primo si è chinato verso l’uomo, come Buon Samaritano, per soccorrerlo e ridargli vita, e si è inginocchiato davanti a noi per lavare i nostri piedi sporchi. Adorare il Corpo di Cristo vuol dire credere che lì, in quel pezzo di pane, c’è realmente Cristo, che dà vero senso alla vita, all’immenso universo come alla più piccola creatura, all’intera storia umana come alla più breve esistenza. L’adorazione è preghiera che prolunga la celebrazione e la comunione eucaristica e in cui l’anima continua a nutrirsi: si nutre di amore, di verità, di pace; si nutre di speranza, perché Colui al quale ci prostriamo non ci giudica, non ci schiaccia, ma ci libera e ci trasforma.Ecco perché radunarci, camminare, adorare ci riempie di gioia. Facendo nostro l’atteggiamento adorante di Maria, che in questo mese di maggio ricordiamo particolarmente, preghiamo per noi e per tutti; preghiamo per ogni persona che vive in questa città, perché possa conoscere Te, o Padre, e Colui che Tu hai mandato, Gesù Cristo. E così avere la vita in abbondanza. Amen. 

Omelia di Sua Santità Benedetto XVI, Solennità del Corpus Domini, 22 maggio 2008.

tralcio ha detto...

Il cristianesimo è la rivelazione di Dio, non un'idea su Dio.
Chi vede Gesù vede il Padre.
Gesù e il Padre sono una cosa sola.

Un cattolico (o un ortodosso) sa che nelle sacre specie eucaristiche c'è il Signore realmente presente.
L'eucaristia è il solo sacramento (segno efficace della grazia di Dio) in cui l'Autore e dispensatore della grazia è presente insieme al segno!

Un cristiano non cattolico o ortodosso (o un non cristiano), può preferire a questo "simbolo" altri simboli, più o meno spendibili a beneficio della personale idea su Dio, in un cristianesimo ridotto a somma di valori e ideali... in cui la divinità è un pensiero il più possibile trasversale e adeguabile ad altre fedi, per portare comunque il tutto a misure umane.

Alla fine ciò che è dono (di Dio) diventa opera dell'uomo. Il culto si sposta da Dio all'uomo.

E' un passaggio decisivo, tragicamente: se il peccato può contare sulla misericordia di Dio, l'eresia finisce con il mascherare i peccati. Allora la misericordia di cui si parla è un'altra cosa. La fede di cui ci si riempie la bocca è un'altra... Brutta cosa l'eresia. Peggio del peccato, che è già il problema principale del mondo di cui Cristo è l'unico salvatore!

Luisa ha detto...


"Per i poveri si prega, i poveri si aiutano, ma non ci si inginocchia davanti a loro in adorazione, che sarebbe idolatria.
Per lo meno finora, in base ai nostri testi Sacri e Tradizione.
Poi se si vuole "correggere" creativamente anche il fondamento della fede...."


Ringrazio Josh e e gli altri blogger nei commenti dei quali mi ritrovo.
Essere povero non è un merito in sè, come l`essere ricco non è un demerito da stigmatizzare, i poveri non sono tutti ammirevoli e i ricchi non sono tutti spregevoli, essere ignorante e incolto non è meritorio in sè e degno di ammirazione e compassione, come avere un cervello ben riempito, una sana curiosità intellettuale, amare gli studi, non merita il disprezzo dell`abitante più prestigioso di Santa Marta che, un giorno sì e l`altro pure, tuona contro di loro con la sua visione in bianco e nero e la sua demagogia populista, spinto forse da un suo problema personale...
Quella di papa Bergoglio è una visione in bianco e nero stucchevole, il suo un linguaggio che mi fa ritornare indietro negli anni `70, all`epoca dei preti operai, delle comunità di base che condivano il Vangelo con la loro salsa cattocomunista, ma l`ultima uscita che vorrebbe vederci tutti in chiesa inginocchiati davanti ai poveri va al di là di quel linguaggio populista, è grave.

Già dopo pochi mesi dall`elezione di Bergoglio un giornalista di "La Vie" si domandava se il papa fosse demagogo, populista, pauperista, e altro che ora dimentico, due anni di pontificato dovrebbero avergli fornito la risposta.
Ho letto che Bergoglio ha fatto inviare 100.000 Euro per le vittime del terremoto di Katmandu, nel 2013 aveva donato la stessa somma per i poveri in Argentina, anche il museo di Auschwitz ha ricevuto la stessa somma, gesti, questi e tanti altri, lodevoli, certo, ma che la sua "Chiesa povera per i poveri", quella che, l`indomani della sua elezione, aveva con tono accorato auspicato davanti ai giornalisti già conquistati... non avrebbe potuto fare.

RIC ha detto...

Ricevuto ieri x posta elettronica:



>
Quand on voit les naufrages face à Lampedusa, je me pose une simple question : pourquoi ces naufragés ne choisissent-il pas d’émigrer vers des pays riches tels que le Qatar, Dubaï, le Nigeria, l’Arabie Saoudite ou tout simplement l’Algérie ?Pourquoi veulent-ils absolument risquer leur vie pour venir en Europe chez les mécréants ? alors même que les riches pays pétroliers et musulmans sont en Afrique.
> La vérité choque .... Mais c'est la vérité !
> À l'heure où nous voyons en boucle sur toutes les chaines de TV l'appel de l'Unicef concernant la famine dans la corne de l’Afrique, je rappelle à tous que les pays de l'Afrique concernés sont majoritairement musulmans mais que tous ces frères sont en guerre fratricide et chassent leurs frères, ou y massacrent systématiquement les Chrétiens les laissent mourir de faim sans état d'âme.
> Que font les pays voisins, musulmans de surcroit ? RIEN, et le Croissant Rouge (équivalent de notre Croix-Rouge)... RIEN.
> Mais c'est à nous de donner ..Il manque 1 (et pas 2, ni 3) milliards d'euros ...
Peut-être qu'au lieu de construire des hôtels de luxe, d'acheter des 4/4 ou de faire des patinoires dans le désert, il faudrait que les riches de chaque Émirat ou autre pays ouvrent leur porte-monnaie au lieu de demander aux ouvriers des méchants pays occidentaux d'ouvrir le leur .........
> Et si chaque musulman d'Europe et d'ailleurs donnait un euro pour l'Afrique, voilà un geste qui le conduirait certainement au Paradis ! La charité est un des cinq piliers de l'Islam !!!!
> Voilà des décennies, si ce n’est plus, que ces pays sont dans la misère et, régulièrement, on nous matraque avec des images terribles de populations qui sont appelées à disparaitre !
> Femmes et enfants sont mis en avant afin de nous culpabiliser un peu plus, et ceci dans le but de nous soutirer de l’argent.
> Des femmes musulmanes qui, avec leur croyance, font plein d’enfants alors qu’elles savent pertinemment qu’elles ne pourront les nourrir ! !
> Peu d’hommes dans ces reportages … pourquoi, alors que ces géniteurs engrossent leur harem et des gamines à peine pubères, ne sont-ils pas conscients et responsables de leur folie ?
> Deux mille ans de retard et une religion aveugle font de ces peuples des condamnés pour l’éternité.
> Croyez-vous encore que c’est de notre faute et que nous devrions nous sentir responsables de tant de misères ?
> Lorsque, dans un pays, il y a plus de balles de fusil que de grains de riz, nul ne saura jamais rien changer malgré toute la bonne volonté et tout l’argent du monde! C’est triste mais hélas bien réel !

Emanuele ha detto...

E' se un domani il povero davanti a cui mi sono inginocchiato, vuoi per le sue capacità, vuoi perché ha vinto alla lotteria, vuoi perché ha fatto la rapina del secolo, diventasse ricco cosa dovrei fare? Disprezzarlo, non amarlo più?
Ma ci si rende conto dell'assurdità del concetto espresso in quella frase.
Emanuele

Anonimo ha detto...

Questo Papa ripete incessantemente concetti discutibili che generano confusione e sconcerto fra i fedeli.Adesso che la sua popolarità è in calo sembra che ogni giorno debba inventarsi qualcosa per finire sui giornali.Speriamo che lo Spirito Santo lo illumini e gli impedisca di fare danni ancora più gravi che in passato.Sono proprio amareggiato.Bobo

Anonimo ha detto...

In merito alla Natura del Figlio di Dio e la nostra, mi risultano poco chiare alcune affermazioni in questo post se confrontate con la lettura seguente. Se qualcuno riesce a farmi chiarezza gliene sarò grato. Stefano

Seconda Lettura
Dal trattato «Sulla Trinità» di sant'Ilario, vescovo
(Lib. 8, 13-16; PL 10, 246-249)

La naturale unità dei fedeli in Dio mediante l'incarnazione del Verbo e il sacramento dell'Eucaristia
E' indubitabile che il Verbo si è fatto carne (Gv 1, 14) e che noi con il cibo eucaristico riceviamo il Verbo fatto carne. Perciò come non si dovrebbe pensare che dimori in noi con la sua natura colui che, fatto uomo, assunse la natura della nostra carne ormai inseparabile da lui, e unì la natura della propria carne con la natura divina nel sacramento che ci comunica la sua carne? In questo modo tutti siamo una cosa sola, perché il Padre è in Cristo, e Cristo è in noi.
Dunque egli stesso è in noi per la sua carne e noi siamo in lui, dal momento che ciò che noi siamo si trova in Dio.
In che misura poi noi siamo in lui per il sacramento della comunione del corpo e del sangue, lo afferma egli stesso dicendo: E questo mondo non mi vedrà più; voi invece mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete; poiché io sono nel Padre e voi in me e io in voi (cfr. Gv 14, 17-20).
Se voleva che si intendesse solo l'unione morale o di volontà, per quale ragione avrebbe parlato di una graduatoria e di un ordine nell'attuazione di questa unità? Egli è nel Padre per natura divina. Noi siamo in lui per la sua nascita nel corpo. Egli poi è ancora in noi per l'azione misteriosa dei sacramenti.
Questa è la fede che ci chiede di professare. Secondo questa fede si realizza l'unità perfetta per mezzo del Mediatore. Noi siamo uniti a Cristo, che è inseparabile dal Padre. Ma pur rimanendo nel Padre resta unito a noi. In tal modo arriviamo all'unità con il Padre. Infatti Cristo è nel Padre connaturalmente perché da lui generato. Ma, sotto un certo punto di vista, anche noi, attraverso Cristo, siamo connaturalmente nel Padre, perché Cristo condivide la nostra natura umana. Come si debba intendere poi questa unità connaturale nostra lo spiega lui stesso: «Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me e io in lui» (Gv 6, 56).
Nessuno sarà in lui, se non colui nel quale egli stesso verrà, poiché il Signore assume in sé solo la carne di colui che riceverà la sua.
Il sacramento di questa perfetta unità l'aveva già insegnato più sopra dicendo: «Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia di me vivrà per me» (Gv 6, 7). Egli vive in virtù del Padre. E noi viviamo in virtù della sua umanità così come egli vive in virtù del Padre.
Dobbiamo rifarci alle analogie per comprendere questo mistero. La nostra vita divina si spiega dal fatto che in noi uomini si rende presente Cristo mediante la sua umanità. E, mediante questa, viviamo di quella vita che egli ha dal Padre.

mic ha detto...

Perciò come non si dovrebbe pensare che dimori in noi con la sua natura colui che, fatto uomo, assunse la natura della nostra carne ormai inseparabile da lui, e unì la natura della propria carne con la natura divina nel sacramento che ci comunica la sua carne?

Il Signore non ci comunica solo la sua carne ma, proprio attraverso essa anche la sua anima e la sua divinità.
Però questo non significa che ci sostituisce la nostra natura, che resta di creature, mentre Lui è generato non creato.
Dunque noi, attraverso la sua natura divina, riceviamo l'adozione a figli di Dio. E, sì, in qualche modo siamo divinizzati (lo dicono anche i Padri: la Thèosis), proprio perché a Lui sempre più configurati, come dice San Paolo in base all'immagine dell'Unigenito che il Padre ha pensato per ognuno di noi. Ma restiamo pur sempre creature, trasfigurate e divinizzate, ma sempre creature. Il che significa che non abbiamo gli attributi divini ma, per partecipazione, siamo immortali (pur se non eterni) e saremo glorificati nel Signore secondo la Sua volontà se "rimarremo" fedeli, nel suo amore.

tralcio ha detto...

Penso che ci si debba interrogare su domande di questo genere:

-ogni essere umano, la pensi ed agisca come gli pare, può vantare, per se stesso, secondo la volontà di Dio, una salvezza eterna, "automatica", già acquisita, o no?

-il "rinascere dall'alto" che Gesù raccomandò a Nicodemo, è dunque già avvenuto, più o meno "inconsapevolmente", quasi indipendentemente dalla nostra libertà di desiderarlo?

-la volontà di Dio, per cui Gesù ci insegnò a pregare nel Padre Nostro "sia fatta la Tua volontà", e che Gesù spiega essere essenzialmente la volontà di amare, è da considerare equiparabile ad ogni "amore" umano? Perchè, ed è sintomatico, il motto dei satanisti è "fai quello che ti pare". Conflitto di interessi? Sant'Agostino un satanista nel dire "ama e fa quel che vuoi"?

O più banalmente c'è un diabolico inganno, penetrato anche negli uomini di Chiesa, che propone l'eresia come catechesi e insegna l'esatto opposto di quel che dovrebbe?

Anonimo ha detto...

Il Verbo prima dell'incarnazione era un'Essere (per essenza) "solamente" Spirituale. Con l'incarnazione Dio nella Persona del Verbo ha assunto anche un "corpo" per "ri-creare" il corpo umano ferito dal peccato di origine. Però questo "ri-creare" deve essere inteso in senso analogo e non univoco perchè il nostro corpo attuale risente ancora degli effetti del peccato originale. Ed è attraverso la Grazia dei Sacramenti che noi veniamo "ri-creati".

Alessandro Mirabelli ha detto...

Ora ho capito perché egli, Bergoglio, non si inginocchia mai davanti a Colui del quale dovrebbe essere vicario. Egli, il suo Principale, non è un povero.

mic ha detto...

Ringrazio tralcio e anonimo per aver completato.
Importante il riferimento al Verbo e all'azione di Cristo, vero Dio e vero uomo.
Importante anche aver chiara la dinamica e le condizioni della nuova creazione da Lui inaugurata.
Dell'Incarnazione e della Redenzione abbiamo parlato ripetutamente; ma ci son cose non scontate per chi, di passaggio, legge senza possedere gli elementi fondanti della nostra fede oggi così oscurati.

Anonimo ha detto...

Sebbene il peccato originale abbia ferito l'intera natura umana; E' proprio il corpo (parte materiale) che ne è stata colpita particolarmente.

Anonimo ha detto...


Quand on a Porsche dans la poche (si j'ose dire), on peut tout se permettre.

Anonimo ha detto...

Riprendo l'articolo postato in francese, sul perché i ricchissimi paesi petroliferi non si occupano dei poveri, mi sembra lapalissiano, perché non li vogliono, infatti Saudi Arabia sta costruendo un muro altissimo da far impallidire quello di Berlino e quello israeliano, perché sono waabiti che odiano sciiti e sunniti e li fanno scannare fra di loro, comprando le armi più sofisticate dall'occidente, sempre pronto ad offrire i propri servigi all'occorrenza, in cambio di fiumi di denaro, con un presidente USA mussulmano più dannoso della peste di Boccaccio, perché gli arabi hanno sempre fatto i negrieri ed i mercanti di schiavi negri, perché con la selvaggia apertura calabraghista della stolida Italia, ed Europa a ruota, la stessa Europa verrà occupata dall'Islam senza colpo ferire, senza far rumore, verrà ripopolata da mussuli mentre da noi i bambini, o si fabbricano per coppie gay, o sterili, o capricciose, o non si fanno proprio, con l'ovvia conseguenza che è un continente di vecchi babbei pronti e bersi qualsiasi idiozia irenista, perché è più facile e redditizio fottere e farsi fottere col corpo altrui, perché non hanno mai digerito la cacciata dai paesi iberici e vogliono tornare a Fatima, mentre questa 'chiesa' tace assentendo perché si è venduta da un pezzo al NWO.....ci riusciranno? Non so quando, ma credo che noi un'altra Lepanto ce la possiamo scordare, bello il calembour in francese, intraducibile. Anonymous.

Paolo Pasqualucci ha detto...

@ SILENTE : "Con le vostre leggi democratiche vi invaderemo e con le nostre leggi islamiche vi domineremo"

A questa frase dell'imam turco bisogna aggiungere questa del defunto presidente-padrone dell'Algeria, Boumedien: "Vi domineremo con il ventre delle nostre donne". La profetica minaccia si sta avverando e non da oggi. Il numero e', dunque, potenza (allora non era cosi' sciocco Mussolini, quando lo proclamava, inaugurando la politica demografica del "bieco regime").
Ma il loro "ventre", le "nostre donne" (italiane, tedesche, polacche, spagnole, etc.) come l'hanno usato, dalla fine degli anni 50 del secolo scorso, quando e' cominciata la nefasta "rivoluzione sessuale", sino ad oggi? Non sono tutte corrotte, ovviamente. Se la nostra societa' ancora resiste lo si deve anche a tante eccellenti donne che "cantano e portano la croce", come si suol dire, sotto il triplice pesante fardello di famiglia, casa e lavoro. Tuttavia, non costituiscono esse la maggioranza delle donne, altrimenti non saremmo devastati dalla denatalita' e non solo. Il principale colpevole di questo stato di cose e' il femminismo, i cui perversi principi hanno stravolto la mente di troppe donne, nel silenzio (bisogna dire) di quelle che non si lasciavano sedurre. Al di la' di quelle dei governanti, gravissime sono poi le responsabilita' della Gerarchia cattolica attuale, che ha aperto a certe istanze del femminismo sin dal Vaticano II (e come ti sbagli), cedendo al falso ugualitarismo tra uomo e donna imposto dall'attuale democrazia decadente. La punizione divina per i milioni di abortiti in tutto l'Occidente e' appunto costituita dall'invasione sempre piu' massiccia di neri, arabi, mussulmani in generale, che vengono a sottometterci.
Possiamo trovare la forza di difenderci solo si si ristabilisce la fede nei veri valori cattolici, lo si e' detto tanto volte, qui e altrove. (Tra di essi ci dovrebbe, pero', essere quello della Patria, un territorio la cui unita' va difesa e riconquistata al vero Cattolicesimo - ma le tendenze pregiudizialmente antiunitarie e antiitaliane mi sembrano oggi prevalenti nell'ambito dei cattolici fedeli alla Tradizione della Chiesa, e quindi: quale Patria dobbiamo difendere, il "campanile" dell'ottuso Monaldo Leopardi, la cui difesa doveva esser affidata all'impero, ossia all'Austria, ovvero allo straniero - e perche' no, allora, al maomettano di domani, se straniero deve essere...). E non ci dovrebbe essere un rigetto argomentato e severo del femminismo, insomma un'autocritica da parte in primo luogo delle donne, della quale si sente da troppo tempo la mancanza, anche in ambito cattolico?

Rr ha detto...

Beh, Prof Pasqualucci, qui una donna c'è, mi riferisco alla nostra padrona di casa, al quale, anche recentemente, si è sostanzialmente detto: - sta' a casa a far la calza, che non è roba da donna, la teologi, la liturgia, l' ecclesiologia...-
E se no sbaglio, in almeno una o due occasioni, iniziative prese da Mic sono state fatte saltare, o comunque Mal riuscire, credo proprio ad opera di " ometti".
Sul femminismo, credo che lei sappia più di me come, dove e perché nasca, e chi l' ha fatto nascere.
Infine, siccome notoriamente i figli si fanno in due, quante donne non fanno, o non hanno fatto figli, o ne hanno fatto solo uno o due, perché il marito non ne vuole, o non ne voleva, o è addirittura fuggito a gambe levate alla prospettiva di formare una famiglia ? Parlo per esperienza personale e familiare e in base a tutti i racconti che le mie colleghe, le infermiere con cui lavoro, e le mie pazienti mi fanno.
Le donne, salvo poche eccezioni e salvo le lesbiche, ovviamente, in realtà non vedono l' ora di trovare un marito e far figli. E per quello che purtroppo a volte sposano dei delinquenti che le picchiano e le maltrattano.
Quindi una parte del femminismo ha in realtà fatto comodo anche agli uomini, per es. per assumere donne preferenzialmente, così da risparmiare sul salario. E dico questo non per rifarmi All' ennesima caz...ta del VdR, che ovviamente è stata subito ripresa, mentre il resto del discorso( scritto da altri e letto più o meno malamente) è stato trascurato. E Magister che si chiede, finto ingenuo, come mai...
Rr

Anonimo ha detto...

Qualcuno potrebbe tradurre?
Non tutti conoscono il Francese.

mic ha detto...

Cara Rosa,
è un discorso su cui entrambe abbiamo molto da dire (e anche da offrire innanzitutto al Signore e poi agli altri come frutto di esperienza sofferta ma vissuta fino in fondo e offerta), sia sul piano umano che professionale. E, stranamente, oltre all'ostracismo maschile non è raro incontrare inattese ostilità femminili... Per contro i rapporti autentici su entrambi i fronti ripagano in larga misura di tante meschinerie.
E mi dai lo spunto per inserire uno stralcio del mio recente intervento a Reggio Emilia, che ovviamente va molto più in là. Ma ne riparleremo...
[...]
Io non ho avuto il dono di conoscere come molti di voi, se non attraverso i suoi scritti, un nostro compagno di cordata che, come dicono gli Alpini: « è andato avanti », ma che tutti abbiamo nel cuore. Parlo di Mario Palmaro. E non posso fare a meno di far risuonare anche qui oggi le sue parole scritte negli ultimi mesi della sua vita terrena, vivo fino alla fine.
Dopo un preciso excursus sulla situazione, Mario afferma che il suo problema non è la politica, pur sottolineando alcuni precisi eventi, ma la Chiesa cattolica che tace (o parla dissennatamente) dal Papa fino all’ultimo cappellano di periferia nello scatenamento planetario della lobby gay, ed altri ineludibili elementi dissolutori della nostra società. Stiamo parlando dell’Europa e, con essa, che ne è il cuore e l’anima, parliamo della cristianità, della nostra civiltà occidentale e di quel che ne resta, in questo passaggio epocale oscuro e denso di incognite. Ricordiamo che l'Europa (ma quale Europa?) ha rifiutato le proprie radici giudeo-cristiane, che in realtà sono anche greco-romane. E vogliamo dimenticare anche tutto il patrimonio patristico-scolastico? Ma noi cerchiamo di custodire i semi perché possano tornare a fruttificare dopo il reflusso di uno tsunami in cui siamo tuttora immersi. E saremmo in apnea se non fossimo i pisciculi Christi.
Cito Mario Palmaro ….io voglio capire che cosa deve ancora accadere in questa Chiesa perché i cattolici si alzino, una buona volta, in piedi. Si alzino in piedi e si mettano a gridare dai tetti tutta la loro indignazione. Attenzione: io mi rivolgo ai singoli cattolici. Non alle associazioni, alle conventicole, ai movimenti, alle sette che da anni stanno cercando di amministrare conto terzi i cervelli dei fedeli, dettando la linea agli adepti. Che mi sembrano messi tutti sotto tutela come dei minus habens, eterodiretti da figure più o meno carismatiche e più o meno affidabili. No, no: qui io faccio appello alle coscienze dei singoli, al loro cuore, alla loro fede, alla loro virilità. Prima che sia troppo tardi.

La 'virilità' cui accenna Palmaro non è prerogativa solo maschile, quella del vir che si distingue dall’homo communis perché la parola vir possiede la connotazione dell' eroe. Ma «occorre animo virile» lo diceva Santa Teresa nel Castello interiore. E riguarda le anime in lotta ma anche le sue suore. Dunque la virilità non esclude noi donne: dominae, sottomesse. Non è un ossimoro perché sottomesse nel senso biblico e da noi non frainteso[1]. Sottomesse non fino a non essere partecipi – ognuna con i propri talenti – alla vita della polis. La buona politica, appunto, quella della Città di Dio, per quanto ci è dato nelle specifiche situazioni esistenziali.
________
1. Se pensiamo non solo alla dimensione specifica dell’accogliere, del sostenere (sotto-messe, da qui il sostenere); ma anche a quella dell’intraprendere. Ci sono dei casi, anche se non è la regola, in cui l"intraprendere" (sia pure adelante con juicio) diventa ineludibile anche per una donna.
[...]

Ovvio (lo dico ora) che non mi riferisco ai partiti cui aderire, ma a quell'impegno che, se nasce dalla fede, non manca di avere ripercussioni su tutti gli ambiti (familiari, sociali, parrocchiali, lavorativi) che si ha l'occasione di incrociare.

Anonimo ha detto...

Rr, my little German geek, you see faggots everywhere :D.....adesso divento serio e dirò una cosa che va contro la categoria, il femminismo made in USA dei '60ies è una solenne presa per i fondelli, col sesso libero e selvaggio ci hanno guadagnato solo i maschi, salvo poi tirarsi cavallerescamente indietro quando tutto ciò produceva gravidanze indesiderate ed allora che ti inventano? L'aborto, diritto e libera scelta delle donne, vale a dire o ti affoghi o ti impicchi, a me frega niente, quando le donne capiranno che con la 'liberazione' sessuale sono state ancor più rese schiave dei voleri del maschio violento e dominante, forse il mondo occidentale cambierà registro, al momento vedo solo branchi di pecoroni dietro ai maitres à penser pro lgbt e contro tutti coloro che non si assoggettano e cmq, da sincero e schietto maschio, i commenti offensivi per certe donne coraggiose che osano entrare in contesti prettamente e ferocemente maschilisti nel peggior senso del termine, non li condivido affatto, per me sono eroiche, alla Jeanne d'Arc per intenderci. Anonymous.

Ambrosius ha detto...

«Quanto vorrei che davanti ai poveri in chiesa ci si inginocchiasse in venerazione».

Cara Mic,

Queste parole [e anche il pauperismo di Francesco] me ricordano la critica di Clodovis Boff alla teologia della liberazione. Il fondamento di questa critica è che la tdl mette i poveri nel luogo di Nostro Signore. Se non me sbaglio la povertà spressa per Francesco (e alla quale mostra se conformare) è quella dei poveri materialmente parlando, non è quella di Nostro Signore. Quindi, me sembra che sarebbe almeno interessante leggere questa critica della tdl, perchè anche Francesco ha bisogno di ritornare al fondamento, perchè anche lui sembra mettere i poveri nel luogo di Nostro Signore e segno di questo è il suo pauperismo.

Ambrosius ha detto...

Il link per la critica di Clodovis Boff:

Ritorno al fondamento
http://www.dehoniane.it:9080/komodo/trunk/webapp/web/files/riviste/archivio/02/200817557.pdf

Anonimo ha detto...

l'Occidente e l'Islam estremista "sembrano" due parti contrapposte in guerra tra di loro: in realtà l'Occidente degenere e l'Islam estremista hanno in comune il medesimo "Padrone": la Giudeo-Massoneria o Sionismo che li utilizza "entrambe" come "cavalli di TRoia" per distruggere il loro "nemico giurato" e cioè la religione Cattolica.

Ambrosius ha detto...

Addendum per quello che ho detto:

Francesco vuole essere il polvero dei poveri, ma sta essendo il paupero dei pauperi. Lui me ricorda la critica di Chesterton nel libro Ortodossia fatta alla povertà di Tolstoi, come se può leggere:

"Giovanna d’Arco non si lasciò inchiodare al crocevia, rifiutando tutti i sentieri come Tolstoj, o accettandoli tutti come Nietzsche. Ne scelse uno e vi si lanciò come un fulmine. E tuttavia Giovanna, se ci pensiamo bene, aveva in sè tutto quello che c’era di vero in Tolstoj e in Nietzsche, tutto quello che c’era in loro di accettabile. Io pensavo a quanto c’è di nobile in Tolstoj: il gusto delle cose ordinarie, l’affetto vivo per la terra, il rispetto per il povero, la dignità delle reni piegate dal lavoro. Giovanna d’Arco ebbe tutto ciò, con questo di più: che sopportò duramente la povertà nell’atto stesso di ammirarla, mentre Tolstoj è il tipo dell’aristocratico che cerca di scoprirne il segreto. Pensavo poi a quanto c’è di coraggio, di fierezza, di passione nello sventurato Nietzsche e al suo disperato ammutinamento contro la vuotaggine e la pusillanimità del nostro tempo; pensavo alla sua invocazione all’equilibrio estatico del vivere pericolosamente, al desiderio dei galoppi sfrenati sui grandi cavalli, ai suoi appelli alle armi. Bene: Giovanna d’Arco ebbe tutto questo e, anche qui, con la differenza che essa non solo esaltò il combattimento, ma combattè. Noi sappiamo che essa non ebbe paura di un esercito, mentre Nietzsche come tutti sappiamo, ebbe paura di una mucca. Tolstoj si limitò a fare l’elogio del contadino; essa fu contadina. Nietzsche si limitò a fare l’elogio del guerriero; essa fu guerriera.
Essa li vince tutti e due sul terreno dei rispettivi, antagonistici ideali: è stata più dolce dell’uno e più forte dell’altro. Essa fu inoltre una persona perfettamente pratica, che fece qualcosa, mentre essi sono dei folli speculatori che non hanno concluso nulla. Era impossibile che non mi attraversasse la mente il pensiero che essa e la sua fede dovevano avere qualche misterioso senso di unità e di utilità morale che è andato perduto." Ortodossia, brano del Capitolo III (Il suicidio del pensiero).

Anonimo ha detto...

Un ennesimio passo fatale in direzione dell'adorazione dell'uomo collocato spudoratamente-empiamente al posto di Dio, finchè giungerà quell'"uomo" profetizzato ab antiquo, che, sedendo nel Tempio di Dio, indicherà se stesso come Dio e pretenderà di essere adorato dalle folle del mondo.
Questa orrenda pedagogia (repetita iuvant, specie per coloro che solo da poco tempo hanno aperto gli occhi sul disastro in atto)- è quotidianamente esposta, inesorabile come goccia che scava la pietra, e si intensifica senza più alcun freno, da quel 13-03-2013, dal più alto "vertice" della Chiesa risiedente nella caput mundi (?) seppure non negli appartamenti che furono sede dei vicari di Cristo.

Franco ha detto...

@ Paolo Pasqualucci, Mic. Approfitto del "passaggio" del prof. Pasqualucci per citare Pio XII nel discorso "Doveri dell'intelligenza cattolica" del 20 aprile 1941.
"... si levano le tenebre che premono come una delle cause principali dell'abisso morale in cui oggidì si dibatte il mondo; vogliamo dire IL DIVORZIO CHE SEPARA UN NUMERO CONSIDEREVOLE DI UOMINI DI ALTA CULTURA DAL PENSIERO CRISTIANO... ma col lento lavoro di disgregazione spirituale originata dall'umanesimo paganeggiante
( omissis ) che cosa è avvenuto? ... Date uno sguardo alla cultura universitaria... Quanti campi di studi e di ricerche scientifiche si sono svolti e dilatati al di fuori di ogni contatto col pensiero cattolico... ! ... Donde un funesto scristianizzarsi dello spirito di quei MAIORES, chiamati a condurre i fratelli, a illuminare gli altri a pensare per essi, a guidarli nella vita...
A questa "fede ai trionfi avvezza"... voi... avete il dovere di... far cessare quel pernicioso divorzio, ristabilire i contatti, riannodare i legami, assicurare la penetrazione mutua dei due mondi del sapere, ALTA SCIENZA UNIVERSITARIA E LUME RIVELATO DA CRISTO...Ciò che i Padri della Chiesa operarono già di fronte alla cultura pagana greco-romana ( si citano Giustino, Origene, Agostino )... ecco l'eccelsa meta e l'ardua e magnifica opera che si presenta e si offre al
vostro zelo... "

Paolo Pasqualucci ha detto...

@ Rr : "Le donnne salvo poche eccezioni ...in realta' non vedono l'ora di trovare un marito e far figli"

Una volta, cara Rosa; oggi solo una minoranza. La maggioranza delle donne considera un diritto abortire liberamente, quali e quanti figli puo' voler fare? Vogliono oggi, in maggioranza, esser libere, indipendenti, guadagnare e divertirsi. La pillola la vera protagonista della "emancipazione". Non ho detto che il femminismo sia l'unica causa della denatalita'; ho detto che ne e' la principale. Infatti ha voltato il sentire della maggioranza delle donne contro la famiglia, il matrimonio, il marito, i figli, la virilita' in tutti i suoi aspetti, la religione, la Patria; in pratica, contro tutto cio' che non sia l'io della femmina che decide di "gestire il suo corpo" come vuole lei, secondo il famoso slogan. Certo a molti uomini la donna "emancipata" di oggi piace perche' piu' disponibile. Piu' e' corrotta e piu' si sentono attratti. Invito a non metterla sul piano personale e a riflettere su questo fatto gravissimo: e' venuto meno l'elemento di civilta' rappresentato dal vero ruolo positivo delle donne nella societa', quello di imporre, in quanto "fidanzate, spose e madri", il rispetto delle virtu' delle "fidanzate, spose e madri": la modestia, la castita', il pudore, l'assennato giudizio, in primo luogo; virtu' che tenevano a freno l'elemento di brutalita' presente nell'uomo (nel maschio) e lo innalzavano spiritualmente. Pensiamo solo alla spettacolare perdita del senso del pudore delle donne di oggi, basta uscire di casa per restare basiti, soprattutto d'estate..E quanto e' grosso questo cammello della perdita del pudore, che inghiottiamo ogni giorno? E perche' nessuno dice niente? Mi viene in mente una frase di Tacito sulle donne, che cito a memoria: "amisso pudore alia non abnuerint", e che si puo' tradurre : "perso il pudore si concederanno a tutto". (Correggetemi se ho sbagliato la citazione, che non saprei ritrovare).
Penso proprio a S. Giovanna d'Arco, portata d'esempio in un altro contesto in questo dibattito. Penso all'azione della sua femminilita' positiva, costruttrice, morale: andava in prima linea coi soldati ma non combatteva essa stessa, li incitava al combattimento e a non infierire; nel campo con la parola e l'esempio aveva eliminato i tradizionali vizi della vita militare, soprattutto in tempo di guerra: gioco, traffici loschi, prostituzione; era provvida di buoni consigli al re, una mezza calzetta che meritava solo legnate; dimostro' anche un coraggio morale eccezionale nell'ora della morte, e che morte. Esempio di virtu', dunque, femminili nelle quali risplende alla fine quella "virilita'" puramente spirituale, della quale parlava, mi sembra, anche Mic nel suo intervento.

@ SILENTE.
FT: fuori tema, grazie per le sue sempre generosissime parole di apprezzamento nei miei confronti.

Silente ha detto...

Caro Professor Pasqualucci,

quasi totalmente d'accordo con il suo intervento delle 15:34. Il "quasi" è dato dal fatto che trovo ingenerosa la sua definizione di "ottuso" per Monaldo Leopardi.
Monaldo Leopardi appartiene a quella non piccolissima schiera di cattolici legittimisti, tra cui Antonio Capece Minutolo, principe di Canosa e il conte Clemente Solaro della Margarita, che ebbero preveggentemente ben chiaro che il cosiddetto "Risorgimento", di origine massonica e ferocemente anticlericale, intendeva l'unità d'Italia su basi ideologiche giacobine, e la costruzione di questa "unità" doveva necessariamente passare per la distruzione dei legittimi stati e delle legittime dinastie cattoliche con una guerra d'aggressione. L'unità d'Italia, se proprio si doveva, si poteva fare su ben altre basi.
E gli esiti sono scritti nella storia: le leggi Siccardi, gli espropri alle congregazioni e agli ordini religiosi, il sacco di Roma del 1870, un feroce regime anticlericale, il trionfo della massoneria, l'epocale frattura tra sentimenti cattolici e lo Stato che si risolse solo con la Conciliazione del 1929.
Sarebbe ovviamente ingenuo, oggi, sognare la restaurazione delle dinastie e degli Stati pre-unitari - tra l'altro, ben meglio amministrati dello stato unitario, compreso il Regno di Napoli, diffamato da una "leggenda nera" anglo-massonica - ma ciò non ci esenta da un giudizio storico equilibrato.
Ecco, ci tenevo a farle sapere che quell' "ottuso" nei confronti del pensatore, politico, scrittore, storico e giornalista Monaldo Leopardi, non mi è andato giù. Tra, l'altro, Monaldo Leopardi non fu affatto un "retrogrado". Sostenne le innovazioni tecnologiche e scientifiche, anche mediche (si fece promotore delle vaccinazioni antivaiolose). Fu scrittore ironico e amante di scherzi letterari.
E poi, suvvia, caro Professor Pasqualucci, perché infierire? Monaldo Leopardi già ebbe quella disgrazia del figlio...

Con la stima e la simpatia di sempre
Silente

Silente ha detto...

Caro Professor Pasqualucci,
grazie per i suoi ringraziamenti, che vedo ora. E, nonostante la mia critica a quel "ottuso", la prego di credermi che la mia stima e il mio apprezzamento per lei sono sinceramente immutati.

Franco ha detto...

Su Monaldo Leopardi sono pienamente d'accordo con Silente. In realtà devo ancora esaminare la documentazione nella sua ampiezza, cosa che mi propongo di fare; ma per quanto ho letto finora, posso già dire che l'immagine del padre del grande Giacomo tramandata dai testi liceali è deformata in modo grottesco. Il conte Monaldo era un uomo buono: una volta tornò a palazzo senza pantaloni perchè li aveva reagalati a un mendicante sbrindellato. Non era nemmeno un "credenzone" ottuso: quando ci fu il fenomeno degli "occhi di Maria" trattato di recente da Messori andò e disse di non aver visto niente. La biblioteca ( enorme ) in cui si formò e per molti versi si deformò Giacomo era stata messa insieme da lui, rastrellando i libri provenienti dai conventi chiusi dal regime napoleonico. Credo piuttosto che soffrisse di una specie di "complesso del Gattopardo", nel senso che era troppo informato, colto e
intelligente per non accorgersi che il mondo della Tradizione e della Gerarchia, su cui aveva investito affettivamente al massimo grado e con perfetta coerenza era minato nelle fondamente e stava per franare; da qui i suoi "eccessi" polemici che facevano imbufalire in figlio di tutt'altre idee.
La vulgata descrive tutti gli esponenti del partito "ultras" ( quelli de "il trono e l'altare" ) come dei "codini" retrogradi e ottusi; invece tra loro c'erano personaghi di grande levatura per senyimenti, pensiero e azione, come il marchese Carlo Falletti di Villafalletta di Barolo e la sua consorte Jiulie Colbert, grandi benefattori e al centro della vita pubblica piemontese, l'uomo politico conte Clemente Solaro della Margarita, Maddalena dei
marchesi di Canossa, fondatrice delle Figlie
della Carità. In questi giorni sto scoprendo la beata Maria Crocifissa Di-Rosa, nobile bresciana. Tutta gente per cui lo "status" di aristocratico era non solo un onore, ma anche e soprattutto un onere, esattamente come nel '600 il cardinale Federigo Borromeo magnificato da Manzoni. Senza dimenticare il formidabile savoiardo Joseph de Maistre e lo spagnolo Juan Donoso Cortès.

Paolo Pasqualucci ha detto...

@ Mic - se e' troppo tardi per rispondere, lascia pure cadere la mia risposta, ritornero' domani.
E' diventato un tour de force (mea culpa), pero' non mi tiro indietro nella discussione,che spero costruttiva in generale.
@ FRANCO. Rispondero' domani.
@ SILENTE.
Temo che sull'interpretazione del Risorgimento e dell'unita' d'Italia non saremo mai d'accordo. A Monaldo preferisco sicuramente il figlio, il grande poeta, nonostante il suo pessimismo cosmico. Sono fazioso? Puo' anche aver sviluppato innovazioni tecniche dell'epoca, ma per me Monaldo resta l'esempio tipico del particolarismo italico miope e meschino, incapace di veri ideali, negatore di ogni idea di Patria. Questo "particolarismo" deleterio, lo vedo rinascere prima con l'antifascismo, che ha creato regioni di cui non si sentiva bisogno alcuno e soprattutto la mentalita' antinazionale e antipatriottica che lei conosce molto bene. E adesso con l'anti-Italia leghista, neolegittimista, neopapalina, neoborbonica etc. che, in odio alla Massoneria, supposta artefice dell'Unita' d'Italia, vorrebbe riportarci al Sacro Romano Impero di infausta memoria, all'Italietta sminuzzata, quella del manzoniano "volgo disperso che nome non ha", cito a memoria. Neolegittimisti e "tradizionalisti" cattolici si danno la mano con l'antifascismo nell'odio per l'Italia. Proprio cosi: quando si parla di secessione e si chiede anche di farla come "autonomia differenziata" (sic - Regione Veneto), cio' vuol dire che, oltre a considerarli cretini, si detestano gli altri italiani, in aggiunta al nome stesso d'Italia, e non si vuole piu' viver con loro. E mi fermo qui, perche' si e' fatto tardi. Ma questo e', credo, un discorso che bisognerebbe approfondire, sgombrando il campo dal feticcio del complotto (giudaico)massonico causa di tutti i mali.

Silente ha detto...

Caro Professor Pasqualucci,

grazie per la sua risposta e la sua attenzione. Avremo certamente modo di discutere ancora su questi argomenti, certamente complessi sia da un punto storico che politico, anche perché le posizioni della Destra e, in particolare, della Destra tradizionalista cattolica sono variegate e differenziate. Solo, per ora, una rassicurazione: io amo l'Italia e, soprattutto, "una mano" all'antifascismo non mi sogno neanche di darla...

Rr ha detto...

Prof Pasqualucci,
lei ha letto "The Anglo-American Establishment"?
a proposito di " complotti".
Rr

Storico ha detto...

Sarebbe ovviamente ingenuo, oggi, sognare la restaurazione delle dinastie e degli Stati pre-unitari - Però Don Dolindo Ruotolo ha "profetizzato" che ciò avverrà. Ho messo le "virgolette" per le notorie avvertenze circa le rivelazioni private, ma è un fatto su riflettere.

Paolo Pasqualucci ha detto...

@ MIC - Mia risposta generale in chiusura di discussione (per il momento, data l'importanza dei temi). Un po' lunga e quindi a rate, se possibile.

@ Rr
Non ho letto l'opera che lei gentilmente mi segnala. Non nego ovviamente l'azione dei centri di potere piu' o meno occulti nella storia. Non accetto tuttavia l'impostazione che vuol spiegare tutto con quest'azione, semplificando l'analisi del processo storico ad un lavoro di incollatura di etichette. Questo e' quello che si fa, ad esempio, riducendo il Risorgimento ad un complotto della massoneria europea per eliminare gli Stati italiani e in particolare quello della Chiesa. Tesi assurda non comprovata dai fatti. Alle potenze del tempo, l'Italia piaceva tanto cosi'com'era, divisa e suddivisa, debole, miserabile, pittoresca e affascinante per le memorie del suo passato. Perche' avrebbero dovuto favorire la nascita di una Stato nazionale, unitario, che poi avrebbe disturbato i loro giochi di potenza nel Mediterraneo e nei Balcani? Il Risorgimento fu anticlericale non anticattolico, se non nella frangia garibaldina, nella quale era soprattutto concentrata la partecipazione dei massoni. Partecipazione soprattutto personale. La Restaurazione aveva distrutto la massoneria in Italia. Prove:
a. La guerra del 1859 fu il massonissimo governo inglese che fece di tutto per impedirla. Gli inglesi non volevano che la Francia si prendesse come compenso la Savoia e Nizza, rafforzandosi. Se poi fosse andato in porto il progetto iniziale cui Cavour aveva aderito, la Francia avrebbe in pratica messo sotto tutela l'Italia intera, da dividersi in tre Stati principali, tutti legati alla Francia: Un Piemonte esteso sino all'Isonzo; un regno dell'Italia centrale con un principe francese; Un regno del Sud affidato ad un figlio di Murat, gran maestro del Grande Oriente di Francia. I massoni italiani presenti nel Risorgimento, e in particolare quelli meridionali, erano tutti contrari, per motivi patriottici. E il progetto falli', come sappiamo.
b. Gli inglesi aspiravano a fare della Sicilia un protettorato, staccandola di fatto dal Regno di Napoli, con la scusa di difenderne le antiche liberta'. Forse per questo lasciarono fare, inizialmente, nella spedizione dei Mille. Una Sicilia indipendente sarebbe inevitabilmente caduta nella loro sfera di influenza economico-militare, che avrebbe completato la loro presenza a Malta, introducendo in pratica una cerniera inglese nel mezzo del Mediterraneo. Possiamo dire che un'impostazione del genere era sicuramente ben vista dai circoli massonici inglesi. Il crollo interno del Regno di Napoli, risultato di tare (italiane) plurisecolari, introdusse uno sviluppo di altro tipo. In realta', le grandi potenze stavano come sempre progettando nuove divisioni e suddivisioni per l'Italia nell'ambito di strategie europee e mediterranee (apertura del canale di Suez), esiti per noi funesti, impediti proprio dall'unificazione nazionale sotto i Savoia, con tutti i suoi difetti, siamo d'accordo, e le sue brutalita' (ma le fucilazioni di briganti erano rappresaglie per la ferocia dei briganti stessi), ma storicamente necessaria ed imprescindibile, per sopravvivere come popolo con un minimo di dignita'. [segue]

Anonimo ha detto...

Il commento dell'Anonimo 19:34 fa rabbrividire.
Siamo davvero a quel punto?
humilitas

Paolo Pasqualucci ha detto...

@ SILENTE
Grazie per la rinnovata stima, che ricambio cordialmente. Nell'accomunare l'avversione per l'Italia di antifascisti e neolegittimisti, ho omesso l'avverbio "oggettivamente". Lo metto adesso: senza rendersene conto, i neolegittimisti etc. si riagganciano oggettivamente all'antiitalianita' dell'antifascismo viscerale, quello secondo il quale noi italiani dovevamo innanzitutto vergognarci di esistere, visto che avevamo aderito entusiasticamente al fascismo. Lo stesso manicheismo, anche se di segno politicamente opposto, dall'altra parte. Questa la mia impressione. In effetti, mi ha stupito la virulenza e l'odio che traspaiono da tutta una certa letteratura, che ben conosciamo. E la tendenza al mito. Come l'antifascismo mitizzava la democrazia, in modo addirittura indecoroso, il "neolegittimismo" (chiamiamolo cosi') mitizza l'Italia preunitaria, facendone una specie di Arcadia felice, distrutta da quei cattivoni dei liberali e massoni, per pura malvagita'. Angela Pellicciari non ha esitato a scrivere che la Chiesa nei suoi Stati "ha garantito ai suoi abitanti piu'di mille anni di pace" (Risorgimento da riscrivere,Ares, 1998, p. 107). E i secoli di ferro X e XI, quando certi Papi celebravano messa con la corazza sotto l'abito clericale, dominati da guerre civili e anarchia certamente anche per incapacita' di governo dei chierici stessi? Lo Stato della Chiesa fu governato ora bene ora male. Difese l'esistenza fisica stessa della Chiesa nei primi secoli, ci difese efficacemente contro i saraceni, riusci' anche in certi periodi ad avere buone flotte. Ma, come in tutti gli Stati, ci furono anche lunghi periodi di crisi, di malgoverno, di lotte civili. La crisi in un certo senso definitiva fu quella che si concluse con il Sacco di Roma (1527), provocato soprattutto dall'inettitudine del Papa allora regnante. L'incapacita' di governo dei chierici dell'epoca risulta chiaramente anche dalla testimonianza di Guicciardini, alla quale rimando (la massoneria non era ancora nata). E, circa i periodi di pace successivi, tra la fine del Seicento e tutta la meta' del Settecento, quando le potenze "cristiane" combattevano le loro ennesime "Guerre d'Italia" in Italia, gli Stati del Papa, formalmente neutrali, venivano regolarmente attraversati e devastati dai loro eserciti, con grave affanno delle popolazioni, nonostante le proteste del Papa. Benedetto XIV, m. nel 1758, accenno' piu' volte al "martirium per neutralitatem" suo, della Chiesa-istituzione, dei suoi disgraziati sudditi. Bene. Anzi, male. Nutrendosi di miti, non si va lontano.
Esagero, parlando di "odio per l'Italia e gli altri italiani"? Forse. Indubbiamente, molti "neolegittisti" si stupirebbero nel sentirsi rivolgere quest'accusa. "Non siamo mica come Umberto Bossi, direbbero, un politico che ha fatto al nostro Paese grandi mali, volgare e truculento, seminando zizzania dappertutto, in particolare con il suo demenziale disprezzo per i meridionali". Bossi e i leghisti doc, l'Italia e gli (altri) italiani proprio non li sopportano. Invito tuttavia a riflettere sull'avversione per un'idea d'Italia che sembra nascondere gli antichi odi reciproci degli italiani, retaggio del nostro sciagurato passato. Schiacciati tra l'Unione europea anticristiana da un lato, e l'invasione mussulmana dall'altro, propugnare il ritorno al particolarismo di un tempo, comunque camuffato, vorrebbe dire seppellire per sempre il popolo italiano, distruggerlo. [segue]

Paolo Pasqualucci ha detto...

@ Adesso concludo. Cerchero' di essere piu' breve. Grazie per lo spazio concessomi.
@ SILENTE - FRANCO - STORICO

Franco : sempre il punto essenziale del rapporto tra il pensiero moderno e il cattolicesimo (nel Discorso di Pio XII). Il Papa citava l'incontro fecondo tra teologia cristiana e pensiero greco. Ne abbiamo gia' parlato, mi sembra. Nel pensiero antico c'era una parte consistente e corposa (in Platone, Aristotele e, per certi versi, anche in Plotino - vedi p.e. le sue articolate riflessioni sull'anima) che poteva essere utilizzata (come lo fu) per esprimere con concetti umani (perche' Dio vuole un "ossequio razionale", S. Paolo) le verita' trascendenti del dogma, per quanto possibile. Ma nel pensiero moderno e contemporaneo dove sono queste parti? Si trovano molte pagine profonde e interessanti su singole questioni, sarebbe sciocco negarlo. Ma l'impianto generale, i concetti informatori non vanno tutti in direzione anticristiana, in modo piu' o meno inconsapevole? Anzi, spesso in modo del tutto consapevole. Allora il problema qual e'? Studiare il pensiero moderno, certamente, anche e soprattutto scientifico ma per confutarlo ed opporgli una concezione dell'uomo e del mondo che si basi nuovamente sulla metafisica classica (aristotelo-tomismo), visto che questa codifica le categorie spontanee e naturali del pensare (principio di causalita', di identita' e non contraddizione, di ragion sufficiente...). Nel mio piccolo, e' quanto sto cercando di fare da tanti anni, mi permetto di dire.
@ TUTTI E TRE - MONALDO LEOPARDI ETC.
Non giudico Leopardi padre in base alla "vulgata" denigratoria dei liberali, ma in base al suo "Catechismo filosofico e Catechismo etc.", ristampati da Fede e Cultura nel 2006. Rinvio al cap. I sulla filosofia del Cat. filos., e ai capitoli 14 e 15 dedicati a Patria e Indipendenza. La nozione di filosofia e' banale, filosofie come quella liberale sono definite opera di uomini "viziosi e cattivi". Fine del discorso. Il concetto stesso di nazione, patria, indipendenza e' in pratica negato da Monaldo, la patria e' "il natio borgo selvaggio" e non se ne esce. E' il "particolarismo" nella sua forma appunto piu' radicale, ottusa. Ottusita' politica, si intende, non do' un giudizio sulla persona. Che sara' sicuramente stata la migliore del mondo. Ma come pensatore politico, un disastro. Non lo metterei nello stesso mazzo dei De Maistre o di uno veramente grande come Donoso, sia pure a fini puramente informativi.
Circa la "profezia" di don Olindo Ruotolo spero che sia fasulla, ovviamente. Personalmente, ho sempre diffidato delle profezie private. Dobbiamo batterci per rinnovare l'unita' nel vero cattolicesimo, invece. Accetto le poche ufficialmente riconosciute dalla Chiesa. Cio' non vuol dire anche tra le altre non ce ne possano essere di autentiche.
Impressione mia, sicuramente impopolare: mi sembra ci sia un clima di oscura ed irrrazinale attesa, di fra i "tradizionalisti", in adempimento di non so quante profezie "private" e discettazioni cabalistiche e numerologiche, attesa passiva nell'avvento di un nuovo Regno dello Spirito ad opera di eventi straordinari, che rimetteranno le cose a posto, l'Italietta in ordine, ben catalogata e suddivisa in un clone del Sacro Romano Impero di (in)fausta memoria.
Ringrazio tutti per l'attenzione, auguri per il primo maggio festa dei lavoratori, di quelli veri, del popolo del quale sembrano essersi perse al momento le tracce.

Josh ha detto...

non per puntigliosità bibliografica:-)
la frase da Tacito citata da Pasqualucci è:
"Neque femina amissa pudicitia alia abnuerit"
(Annales, 4,3)

Rr ha detto...

Caro professore,
e' mia personale opinione che sia la Francia, sia l' Inghilterra favorirono in maniera più o meno pulita la nascita del regno d' Italia in funzione anti austriaca, sperando poi di poterlo pesantemente condizionare ad uso e consumo loro.
Sono Inoltre convinta che i Savoia S' impadronirono dell' Italia come se questa fosse una colonia. Ritengo che la piemontizzazione d' Italai sia stata una iattura e penso che, se non all'epoca, dopo sarebbe dovuto sorgere uno Sato federale.
Essendo sardosicula non sono sicuramente obbiettiva, esono senz'altro convinta che la Storia, e tanto più in epoche ideologizzate come l' Ottocento post Rrivoluzione francese ed ovviamente tutto il Novecento, sia scritta dai vincitori, cioè dagli storici loro servi. Gli altri o non sono pubblicati, o vengono cacciati nell' oblio, o li chiamano complottisti.
Non si può ritornare indietro, ma almeno si può non bersi la" vulgat" e soprattutto imparare chi c'è dietro.
Per altro orami da mesi non hanno più alcun ritegno a mostrarsi in pubblico, come ieri ed oggi Re Giorgio a Milano.
A lui bombe carta nessuno ne ha tirato.
Rr

Paolo Pasqualucci ha detto...

@ JOSH - TACITO

Ringrazio per la citazione completa. Mi sembra opportuno, a questo punto, riportare il contesto da cui e' tratta, sul presupposto che non tutti i lettori di questo blog siano esperti dei classici antichi. Tacito sta illustrando la personalita' cinica di Seiano, comandante della guardia imperiale (i pretoriani) sotto Tiberio (m. AD 37), uomo avido di potere: "Meditando egli dunque tutti i mezzi per agire, gli parve che il piu' attuabile fosse quello di rivolgersi alla moglie di lui [Druso], Livia, sorella di Germanico [generale romano, vincitore d'Arminio], la quale, povera di attrattive quand'era giovinetta, aveva poi acquistato una bellezza non comune. Seiano, fingendosi innamorato, la trascino' all'adulterio, e quando colla prima colpa l'ebbe in suo potere (la donna [infatti-neque] che ha perduto il pudore non rifiutera' piu' nulla), facendole sperare il matrimonio e la partecipazione al trono la spinse all'assassinio del marito" (Annali, IV, 3, versione italiana con testo a fronte a cura di Azelia Arici, UTET, 1969, pp. 391-393). Druso era figlio di Tiberio e la moglie lo avveleno'. Fu condannata a morte da Tiberio.

@ Seguira' risposta all'intervento ultimo di Rr.

Rafminimi@infinito.it ha detto...

Professor Pasqualucci,
ha ricevuto la mia mail, circa le tematiche risorgimentalistiche con annesso file?

mic ha detto...

L'ho ricevuta io ma non ho avuto ancora il tempo di leggere l'allegato. La inoltro con piacere al prof. Pasqualucci.
E comunque appena posso ne riparliamo.

Paolo Pasqualucci ha detto...

@ Rr "Francia e Inghilterra favorirono la nascita del Regno d'Italia in funzione antiaustriaca etc."

1. E' questo l'errore di prospettiva storica: non favorirono affatto la nascita del "Regno d'Italia", cioe' di uno Stato Unitario proprio in mezzo al Mediterraneo. Volevano semplicemente continuare la politica che andava loro tanto bene dalle "Guerre d'Italia" della prima meta' del 500 in poi: dividersela in zone d'influenza, che controbilanciassero la presenza austriaca, al tempo preponderante. Non si potevano fare le brutali annessioni di Napoleone I. Si doveva ricorrere a una forma di "federalismo" o "confederazione" di Stati formalmente indipendenti ma sotto controllo diretto o indiretto delle Potenze, anche economico. Gli Inglesi si accontentavano di fare della Sicilia un protettorato. Erano molto abili in queste cose. Inizialmente, non volevano comunque alcun cambiamento, solo qualche riforma costituzionale o meno. Questo era il vero disegno "massonico" europeo vale a dire della massoneria presente nei governi delle Potenze.
I massoni italiani presenti nell'ala piu' laica del Risorgimento (e non) non erano naturalmente d'accordo, come non lo era nessun altro patriota. E' un errore presentare la massoneria come un monoblocco. Per un'Italia federale ricca di autonomie era Cattaneo, massone notorio, ammiratore della Francia democratica e massonica. E difatti oggi il Grande Oriente in Italia e' del tutto a favore dell'immigrazione selvaggia, dell'Europa unita etc., della Rivoluzione Sessuale. Riportare oggi l'Italia unita al cattolicesimo sarebbe il piu' grande affronto che gli si potesse fare, ai massoni odierni. La realizzazione dell'Unita' nel modo che sappiamo dipese anche da circostanze fortuite. Il Risorgimento a sua volta non e' un monoblocco. Ci furono varie fasi: dalla lotta per la liberta'dallo straniero all'insegna del neoguelfismo (fallita, non solo per colpa dell'egoismo piemontese ma anche dell'incapacita' politica dimostrata da Pio IX in quanto principe temporale e dal costante non-impegno dei Borbone) alla seconda fase, con l'aiuto determinante della Francia grande Potenza, che degenero' nel modo convulso che sappiamo e ci fu la lotta tra italiani. Si vide che lo Stato pontificio era ormai un cadavere in via di decomposizione (in quanto Stato, la Chiesa non c'entra - qui bisognerebbe fare pero' un giorno un discorso serio sullo Stato pontificio e sul peso a volte deleterio che ha avuto anche per la Chiesa e la religione). E si vide poi che "il Regno" si sfasciava di fronte ad un pugno di pezzenti garibaldini. E non era la prima volta, di fronte ad un'invasione.[segue].

Paolo Pasqualucci ha detto...

@ Rr e Rafminimi
Cerco di rispondere alle osservazioni, sia pure a braccio. Ho inviato un primo commento, che al momento non e' ancora uscito. Subito dopo un secondo, che pero' mi e' saltato, il computer diceva che non c'era piu' l'internet.
Posso continuare o lascio perdere, per il momento?

Paolo Pasqualucci ha detto...

@ rr E RAFMIN. ALLORA RIPRENDO. LA SECONDA MIA RISPOSTA E' ANDATA PERDUTA. POCO MALE.CERCHERO' DI SINTETIZZARE.

2. Sull'imposizione rigida e immediata del centralismo piemontese al resto d'Italia pesarono in maniera forse decisiva le circostanze di politica estera. Questo Regno d'Italia unito nessuno l'aveva voluto in Europa, l'isolamento era totale, il nemico piu' accanito del nuovo Stato era la Francia, che si sentiva giocata da Cavour e compagni. Il Papa reclamava a gran voce un interveento militare europeo per rimetterlo in possesso dei suoi Stati. Bisognava consolidarsi rapidamente e mettere le Potenze di fronte al fatto compiuto. Certo, sarebbe stato meglio procedere per gradi e rispettare le autonomie locali. Tornare pero' oggi a ripristinarle per riparare all'errore di allora e'a mio avviso demenziale addirittura. Che cosa sia la nuova Italia "regionale" scaturita dalla Resistenza, lo vediamo tutti. Bisognerebbe invece rendere efficente il governo centrale con un decentramento amministrativo moderno, che non ha affatto bisogno del dinosauro mangiasoldi rappresentato dalla "regione".
I "plebisciti" servirono a consolidare politicamente, dando una patina di consenso popolare. Una truffa? Allora votavano in 4 gatti. Ma l'accusa e' ridicola. Come votavano negli altri paesi? Le elezioni, soprattutto a livello locale, non erano forse dominate dai notabili? Dovrei rileggermi certe pagine di Tocqueville. Mi limito a questa citazione: "Le leggi elettorali austriache erano tali che i grandi proprietari terrieri [tutti nobili], direttamente o attraverso la loro influenza sugli elettori nei villaggi avevano la possibilita' di dominare le transazioni parlamentari senza considerazione della proporzione dei votanti" (A.J. MAY, La monarchia asburgica. 1867-1914, Il Mulino, 1991, p. 223).
3. Sulla storia scritta dai vincitori si e' anche straparlato, a mio avviso. Non bisogna approfittarsene per inventarsi una storia dei vinti mai esistita, fluttuante nel mito. [segue, brevemente, per Rafmin.]

Paolo Pasqualucci ha detto...

@ Rafminimi.
Ho dato una scorsa veloce al suo "allegato". Le sue, mi sembrano tesi ben note, arieggiano quelle dei neoborbonici, in particolare.
1. Del Noce, ormai in pensione, negli ultimi anni della sua vita mi aveva onorato della sua amcizia (io ancora insegnavo, ovviamente, ero alquanto piu' giovane di lui) e da lui molto ho appreso (tra l'altro, dell'esistenza di Iota Unum, un libro fondamentale). Sulla questione, tuttavia, del Risorgimento e della I g.m. come risutato di un complotto massonico internazionale non siamo mai andati d'accordo. Glielo dicevo che secondo me semplificava troppo. Nella sua interpretazione metafisica e "transpolitica" della storia coglieva indubbiamente aspetti profondi. Tuttavia, a volte mi sembrava mancare di realismo; l'aspetto politico-diplomatico e militare degli eventi sembrava sfuggirgli. Per inciso: non fu la Massoneria a distruggere l'Austria-Ungheria ma l'ottusita' dei suoi governanti unita a quella dello Stato maggiore tedesco. Nella primavera del '18, dopo il crollo della Russia, gli IMperi centrali avevano in pratica vinto la guerra. Ma i loro governanti, compreso il Beato Carlo (politicamente mediocre, bisogna dire), non lo capirono. Occupavano un enorme territorio, dai paesi baltici fino all'Ucraina, e quasi tutti i Balcani. Bastava fare le opportune concessioni a Ovest (Alsazia e Lorena alla Francia, il Trentino come generoso "regalo" imperiale all'Italia, sgomberare il Belgio, una qualche autonomia ai Cechi) e riforme costituzionali in senso federale, del resto gia' discusse ben prima della guerra dal fior fore del pensiero giuridico austriaco, ed il gioco era fatto. Invece vollero stravincere con le conseguenze che sappiamo.
2. Lo ripeto: affermare che lo scopo essenziale del Risorgimento era la lotta al cattolicesimo e la distruzione dello Stato della Chiesa, e' un falso storico. Quest'idea nasce dalla convinzione che si debba spiegare tutto con il risalire ad un complotto massonico e il nemico fondamentale, per la massoneria, non e' forse la Chiesa, che essa vorrebbe abbattere? In tal modo, gli aspetti secondari del Risorgimento diventano quelli principali e si perde il senso dell'evento storico in senso proprio.

Rr ha detto...

Caro professore,
non ho la sua preparazione e competenza. Tuttavia NON sono affatto convinta che esistessero ed esistano massonerie in lotta tra loro, ma solo sfumature diverse nell' affrontare i problemi e gli eventi, che comunque vengono gestiti per arrivare all' affermazione dei loro principi ed alla realizzazione dei loro scopi. Le discordanze apparenti dipendono ovviamente dalle situazioni storiche, sociali e culturali dei vari paesi. Inoltre sec.me NON si tratta solo di influenze propriamente massoniche, ma di un certo modo di
pensare ed agire delle " elites" inglesi e francesi nei confronti di quelle nazioni e popoli che essi considerano inferiori, arretrati, bisognosi d' interventi " salvifici".
Tale modo di pensare ed agire si estrinseca per tutto l'Ottocento, non solo nei nostri confronti, per culminare
nel Novecento.
Oggi Francia ed Inghilterra contano poco, e le loro "elites" sono allineate quasi perfettamente con la " rullino class" americana. Noi pure, ma in posizione ancora più subalterna, o per dirla più francamente, servile.
Ma lo siamo fin d' allora.
Come ho già detto, a me interessa cercare un filo comune, se c'è, che leghi l' allora con l' ora. E non fermarmi a quanto studiato sui libri " di regime", ne' sul Regno di Sardegna, ne' sul Risorgimento, ne' sullo Stato temporale della Chiesa. E con tutto il rispetto, le sue posizioni mi sembrano esattamente quelle dei miei libri di storia liceali.
Rr

Rafminimi@infinito.it ha detto...

Carissima Rr,
ho spedito anche a Lei il testo di cui si parla con il Professor Pasqualucci. Vorrei sapere se è giunto.
Grazie

Rr ha detto...

Si, Rafminimi, è giunto, l' ho letto ed apprezzato.
Siccome recentemente ho letto due libri un cui si parla, tra l' altro, dei maneggi della monarchia inglese e del suo governo nei nostri confronti tra la fine de'800 e primi Novecento, fino allo scoppio dell I GM, credo che quanto lei scrive sia più che verosimile. Oltretutto combacia con ciò che ho sempre sentito dire in casa sugli Inglesi, giudizi formatisi per esperienze dirette dei miei tris e bisnonni.
Rr

Anonimo ha detto...

Ma voi avete letto il Vangelo e i Padri della Chiesa riguardo ai poveri?

Sentite soltanto uno: Giovanni Crisóstomo, che nella celebre Omelia 50 sul Vangelo di Matteo, pronunciata ad Antiochia intorno al 390, sviluppa nel modo più chiaro le conseguenze morali del discorso teologico sulla carità:

“Che nessun Giuda... si accosti alla mensa!”, prorompe l’omileta durante la liturgia eucaristica. Perché non è certo un criterio sufficiente di dignità quello di presentarsi alla mensa con vasi d’oro: “Non era d’argento quella mensa, né d’oro il calice da cui Cristo diede il suo sangue ai discepoli... Vuoi onorare il corpo di Cristo? Non permettere che egli sia nudo: e non onorarlo qui in chiesa con vesti di seta, per poi tollerare, fuori di qui, che egli stesso muoia per il freddo e la nudità. Colui che ha detto: «Questo è il mio corpo», e ha confermato il fatto con la sua parola, ha detto anche: «Mi avete visto affamato, e non mi avete nutrito»; e: «Quello che non avete fatto a uno di questi piccoli, non l’avete fatto a me»... Impariamo dunque a essere sapienti, e ad onorare Cristo come egli vuole... spendendo le ricchezze per i poveri. Dio non ha bisogno di vasi d’oro, ma di anime d’oro... Che vantaggio c’è, se la sua mensa è piena di calici d’oro ed egli stesso muore di fame? Prima sazia la sua fame, e allora con il superfluo ornerai la sua mensa! Fai un calice d’oro e non dai un bicchiere d’acqua fresca? E che vantaggio c’è? Prepari per la mensa paramenti ricamati in oro e non gli offri nemmeno il rivestimento necessario? E che profitto ne deriva?”.

Ecco chi è Giuda, secondo il Crisostomo. È colui che si accosta al Corpo e al Sangue del Signore, ma in realtà non ne condivide il progetto di vita.
“L’elemosina”, vi si legge ancora, “purifica dal peccato..., è più grande del sacrificio..., apre i cieli. Essa è più necessaria della verginità; così infatti quelle [le vergini stolte] furono scacciate dalla sala delle nozze; mentre le altre [le vergini prudenti] vi furono ammesse. Consapevoli di tutto ciò, seminiamo generosamente per mietere con maggiore abbondanza e conseguire i beni futuri” (Omelia sul Vangelo di Matteo 50,3).

mic ha detto...

Ne abbiamo dibattuto a lungo qui, ribadendo ad una citazione di Tornielli. E la rimando alla nutrita discussione, ricca di riflessioni ulteriori
http://chiesaepostconcilio.blogspot.it/2014/08/affermazioni-spurie-riprese-e-diffuse.html

Prima di trascrivere una delle repliche dei lettori ricordo che La "carne dei poveri" è quella di Cristo "per analogia", mentre nell'Eucaristia abbiamo il Signore Vivo e Vero... E nei poveri non lo adoriamo, ma lo serviamo, dopo averlo adorato e accolto insieme alla sua salvezza nell'Eucaristia.
__________________
Ci troviamo di fronte al classico "ritorno alle fonti" (in questo caso un Padre come San Giovanni Crisostomo) che trascura, ignora e spesso pure contraddice ciò che la Chiesa ha successivamente insegnato e definito. La dottrina sulla Presenza Reale non ha bisogno di esser spiegata da me. Alla luce di tale dottrina le parole sia del papa che del giornalino in questione usano il classico metodo modernistico: presentare una affermazione in se stessa corretta, ma che senza la necessaria spiegazione e le doverose precisazioni.....finisce per ribaltare la Dottrina infallibilmente definita dalla Chiesa. San Giovanni non dice che la Presenza Reale di Cristo nell'Eucaristia sia identica alla presenza spirituale e oserei dire morale di Cristo nel povero. Dalle parole del papa e del giornaletto il lettore medio, totalmente digiuno di dottrina, finisce per credere che le due presenze siano identiche e che addirittura la presenza spirituale nel povero sia maggiore della presenza Reale. Bisogna poi sempre tener conto che al tempo del Crisostomo la Dottrina sulla Presenza Reale non era definita e chiarita come lo è oggi; noi oggi non possiamo ripetere le stesse parole del Crisostomo senza aggiungere le necessarie spiegazioni che evitino di essere interpretate male.
Si deve poi sempre tener presente che un Padre della Chiesa... non è la Chiesa; anche san Tommaso d'Aquino, Dottore della Chiesa, potremmo affermare essere favorevole all'aborto visto che situa l'infusione dell'anima non al momento del concepimento ma dopo. Ma quella era una opinione personale dell Dottore Angelico legittima in un epoca in cui la Chiesa non s'era pronunciata sull'argomento. Ripetere oggi l'opinione dell'Aquinate sarebbe eretico proprio perchè sebbene indirettamente, la Chiesa ha infallibilmente chiarito quel punto di dottrina. E lo ha chiarito non nel modo in cui lo intendeva san Tommaso.

Strano comunque che papa Francesco col suop pauperismo sbandierato abbia speso decine di migliaia di euro per ordinare vagonate di casule nuove da usare il giorno dell'inaugurazione del suo pontificato. Eppure le sacristie pontificie traboccano di casule.......ma siccome al papa interessava apparire "povero" anzichè usare le casule già presenti ma che a lui non piacevano ecco che ne ha ordinato di nuove. Se gli fosse interessato realmente qualcosa dei poveri avrebbe usato le casule già presenti e avrebbe destinato ai poveri la cifra invece spesa per apparire povero.....stesso discorso per tutti i preti e i vescovi che hanno speso e continuano a spendere cifre da capogiro per adeguare presbiteri e chiese e per avere paramenti in quello stile finto povero....che oggi fa tanto trendy.
EXAEDIBUS

mic ha detto...

Un'altra osservazione:

... Citerò un santo, tra l'altro preso a modello da papa Bergoglio:

"Facciamo attenzione, noi tutti chierici, al grande peccato e all'ignoranza che certuni hanno riguardo al santissimo corpo e sangue del Signore nostro Gesù Cristo e ai santissimi nomi e alle sue parole scritte che santificano il corpo. Sappiamo che non ci può essere il corpo se prima non è santificato dalla parola. Niente infatti possediamo e vediamo corporalmente in questo mondo dello stesso Altissimo, se non il corpo e il sangue, i nomi e le parole mediante le quali siamo stati creati e redenti "da morte a vita" (1Gv 3,14).
Tutti coloro, poi, che amministrano così santi misteri, considerino tra sé, soprattutto chi li amministra illecitamente, quanto siano miserandi i calici, i corporali e le tovaglie sulle quali si compie il sacrificio del corpo e del sangue di lui. E da molti viene collocato e lasciato in luoghi indecorosi, viene trasportato senza nessun onore e ricevuto senza le dovute disposizioni e amministrato agli altri senza discrezione.

Anche i nomi e le parole di lui scritte talvolta vengono calpestate, poiché "l'uomo carnale non comprende le cose di Dio" (1Cor 2,14). Non dovremmo sentirci mossi a pietà per tutto questo, dal momento che lo stesso pio Signore si consegna nelle nostre mani e noi l'abbiamo a nostra disposizione e ce ne comunichiamo ogni giorno? Ignoriamo forse che dobbiamo venire nelle sue mani? Orsù, di tutte queste cose e delle altre, subito e con fermezza emendiamoci; e ovunque troveremo il santissimo corpo del Signore nostro Gesù Cristo collocato e lasciato in modo illecito, sia rimosso di là e posto e custodito in un luogo prezioso. Ugualmente, ovunque siano trovati i nomi e le parole scritte del Signore in luoghi sconvenienti, siano raccolte e debbano essere collocate in luogo decoroso. Queste cose sono tenuti ad osservarle fino alla fine, più di qualsiasi altra cosa, tutti i chierici. E quelli che non faranno questo, sappiano che dovranno rendere "ragione" davanti al Signore nostro Gesù Cristo "nel giorno del giudizio" (Cfr. Mt 12,36). E coloro che faranno ricopiare questo scritto, perché esso sia meglio osservato, sappiano che saranno benedetti dal Signore Iddio."

Ora, vogliamo contraddire San Francesco d'Assisi? Visto che noi non stiamo dicendo altro. Tra l'altro perché CONFUSI E SVIATI da insegnamenti e prassi che rompono con la dottrina della fede sempre creduta e insegnata. Anche dai papi post-conciliari.