Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

venerdì 7 febbraio 2020

La via della pace: la meditazione /1 - don Elia

Da mettere a memoriale per ogni luogo ed ogni tempo.
- Seconda parte - La vera risposta all'apostasia
- Terza parte - Nel cuore della Chiesa, mia madre, sarò l'amore
- Quarta parte - Le vie della vita
- Quinta parte - Come trovare Cristo sempre e ovunque

Si cognovisses et tu, et quidem in hac die tua, quae ad pacem tibi… Intra in cubiculum tuum et, clauso ostio, ora Patrem tuum in abscondito (Lc 19, 42; Mt 6, 6).
«Se avessi conosciuto anche tu – e proprio in questo tuo giorno – ciò che ti dà la pace…» (Lc 19, 42). Il lamento del Signore su Gerusalemme non va letto unicamente nel suo senso storico, ma anche in riferimento all’anima, di cui la Città santa è immagine. Anche tu, come l’antico Israele, rischi di trascurare ciò che il Cielo ti offre oggi per condurti alla pace interiore, in questo tuo giorno che è simbolo dell’intera esistenza terrena, ma designa altrettanto ogni singola giornata, in cui il Creatore ti rivolge costantemente il Suo appello. Puoi vivere tutta la vita ignorando la voce di Dio perché le resti sordo giorno per giorno, risucchiato dalle occupazioni e preoccupazioni di questo mondo. La più terribile delle disgrazie è tirare a campare senza uno scopo unitario e definitivo, completamente rivolti all’esterno e dis-tratti – cioè trascinati qua e là – da fini e interessi parziali e provvisori, senza requie, né serenità, né speranza.

Affinché tu non manchi la via della pace, Gesù stesso è così misericordioso da indicarti un modo semplice di trovarla o, se smarrita, ritrovarla. È un metodo accessibile a tutti, praticabile ovunque, in ogni tempo e in ogni condizione: «Entra nella tua stanza e, chiusa la porta, prega il Padre tuo nel segreto» (Mt 6, 6). C’è un luogo nascosto al quale hai accesso solo tu. Potremmo chiamarlo il cuore profondo, ovvero la radice del tuo essere, là ove alberga il tuo vero io, libero da quelle incrostazioni inautentiche che si son sedimentate nel corso degli anni per effetto delle tue libere scelte sbagliate e di certe modalità di reazione all’ambiente, agli avvenimenti e alle circostanze che ti hanno aiutato a sopravvivere, ma con il tempo si sono sclerotizzate fino a formare un carapace che soffoca la tua identità genuina: un bambino felice di essere amato, perché sa di venire dall’Amore e di andare verso l’Amore; tu sei frutto di una volontà d’Amore ed esisti per rispondere all’Amore.

È l’Amore che ti ha creato, ti ha redento, ti conserva nell’essere e nella grazia, a meno che tu non la perda con una disobbedienza grave, pienamente consapevole e deliberata. L’Amore è la tua origine e la tua destinazione; è la tua felicità di oggi, se vivi in esso, e la tua gloria di domani, se l’avrai meritata. Per scoprire questo, basta che tu rientri nella tua stanza, in quella cella segreta dell’anima in cui Dio ha posto la Sua dimora, come suggerisce il testo greco (tōᵢ patrí sou tōᵢ en tōᵢ kryptōᵢ). Là puoi trovarlo in qualsiasi momento, dovunque tu sia, purché ti ponga nel silenzio – almeno interiore – facendo tacere ogni altra voce, ogni altro pensiero, ogni desiderio che non sia quello di incontrare Colui che ti ha fatto. Chiudi la tua porta – ti comanda il Maestro –, cioè lascia fuori ogni cosa, metti una distanza tra te e tutto il resto, poni una barriera a protezione del santuario inviolato cui stai per accedere. Con la tua volontà, aiutata dalla grazia, hai sempre il potere di creare questo spazio libero per il santo appuntamento, anche nelle situazioni più assillanti. Ovviamente il luogo fisico ha la sua importanza, come pure il silenzio esterno. Se non vivi in un monastero o in un convento, devi individuarlo nella tua casa, fissando al tempo stesso l’orario più idoneo per avere la tranquillità necessaria. Puoi cercare questo posto anche fuori, in una chiesa poco frequentata o in una casa religiosa accessibile. L’importante è che almeno una volta al giorno tu possa ritrovare la tua piccola oasi per praticare la meditazione. Il mondo non casca se, per mezz’ora, non pensi ad esso; nemmeno la famiglia, il lavoro o lo studio ne avranno detrimento, al contrario tutto ne riceverà beneficio. Al termine, quasi certamente, ritroverai le situazioni esterne immutate; ma, se avrai meditato bene, tu sarai cambiato e vedrai quindi ogni cosa con occhi diversi, nella luce di Dio, e percepirai la realtà con cuore rinnovato, pieno di fiducia e di speranza. Non solo, ma la preghiera in cui sfocia la tua riflessione ottiene comunque degli effetti, a lungo, medio o breve termine; la Provvidenza, a volte, ci sorprende in modo davvero inaspettato.

Accedet homo ad cor altum, et exaltabitur Deus (Sal 63, 7-8 Vulg.): quando hai accesso al cuore profondo, Dio viene esaltato, cioè manifesta la propria presenza in esso, la quale, traboccando come acqua viva da una vena sotterranea, inonda l’anima di gioia e di pace. Ecce enim regnum Dei intra vos est (Lc 17, 21). La parola di Gesù non può che essere vera: il Regno di Dio è realmente dentro di te, se sei in stato di grazia; ma ad esso non puoi accedere se non ad una condizione ben precisa: «In verità vi dico: se non vi convertite e non diventate come i bambini, non entrerete nel Regno dei Cieli» (Mt 18, 3). Devi ridiventare quel bambino che sei alla radice dell’essere, come Dio ti ha pensato e ti vuole, al di qua di qualunque ferita e di qualsiasi peccato. Qualunque cosa ti sia successa o tu abbia fatto, nell’esperienza della Sua amicizia puoi sempre ritrovare quella creatura innocente che è uscita dal fonte battesimale. Se guardi un bimbo battezzato che non ha ancora l’uso di ragione (ed è quindi esente da peccati personali), puoi scorgere nella luce dei suoi occhi un bagliore del tuo io profondo, di quel bambino che è rincantucciato nella tua anima.

Tuttavia non basta uno sguardo fuggitivo nel cuore perché tu viva poi secondo la tua vera identità. «Se uno ascolta la parola e non la mette in pratica, costui è simile a un uomo che considera il volto della sua origine in uno specchio; si è considerato e se n’è andato, e subito ha dimenticato com’era» (Gc 1, 23-24). La Parola divina è lo specchio in cui conosci i tratti della tua fisionomia autentica, quella di figlio di Dio, quale sei diventato nella tua seconda nascita. A mano a mano che assimili e pratichi la legge perfetta della libertà (Gc 1, 25), quella che disegna il volto umano di Cristo, scopri sempre meglio ciò che sei e, con l’aiuto della grazia, lo realizzi nell’operare; l’essere si compie così nell’agire. Se invece la tua coscienza morale resta confinata alle cognizioni intellettuali, la visione di ciò che sei divenuto nel Battesimo si offusca e, alla fine, ti sfugge; al massimo rimane un’astratta teoria e un codice di norme che non plasmano l’interiorità né trasformano realmente la condotta, la quale, dietro lo schermo di una correttezza puramente formale, è cattiva ed egoistica.

Plenitudo ergo legis est dilectio (Rm 13, 10): pieno compimento della legge è l’amore. È evidente che chi viene dall’Amore e va verso l’Amore, chi di quell’Amore è frutto e per rispondere ad Esso vive, non possa trovare se stesso ed essere felice se non amando di pura carità, costi quel che costi. La discesa nel cuore operata con la meditazione dispone all’abnegazione e al rinnegamento di sé per il vero bene del prossimo, a gloria di Dio e per la salvezza dei fratelli. «Dio ama chi dona con gioia» (2 Cor 9, 7): più il tuo cuore è dilatato dalla carità, più è capace di accogliere ulteriormente l’amore divino, assimilandosi sempre più a quello di Gesù e sviluppando in misura via via più piena i tratti di quel volto che il Battesimo ha impresso nell’anima. «Conoscete la grazia del Signore nostro Gesù Cristo: per voi si è fatto povero, pur essendo ricco, perché voi, con la sua povertà, diventaste ricchi» (2 Cor 8, 9). Il supremo abbassamento dell’Incarnazione e della Passione ti ha donato l’inestimabile tesoro della figliolanza divina; ma questa partecipazione per grazia alla condizione che Cristo possiede per natura deve assimilarti progressivamente a Lui con la tua collaborazione.

«Beati pauperes spiritu, quoniam ipsorum est regnum caelorum» (Mt 5,3): la compiuta somiglianza con il Figlio è fonte inesauribile di beatitudine, già su questa terra. Potrebbe essere diversamente? Carità e povertà di spirito sono inseparabili. Chi ama senza desiderare nulla per sé, ma volgendo tutto a gloria di Dio e a beneficio degli altri, non ha nemmeno nulla da temere. Chi trova il Regno di Dio nel profondo del cuore sa di poter contare, in ogni circostanza, su un Padre infinitamente buono e potente. Perfino nei momenti di oscurità spirituale, nella penosa esperienza della Sua apparente assenza, il ricordo soavissimo degli incontri già avvenuti comunica forza, stabilità e coraggio tali che nulla al mondo può scuotere radicalmente l’anima, per quanto sofferente. Vale davvero la pena, dunque, che tu entri ogni giorno con la meditazione nella tua stanza, dove abita il tuo Diletto, ragione del tuo esistere e pienezza di ogni tua buona aspirazione.

24 commenti:

Aloisius ha detto...

Una bottiglia di acqua fresca in questo deserto spirituale.
Non si sentono spesso queste spiegazioni della Parola del Signore, perché nascono dal cuore di chi lo vive veramente e pochi preti, ormai, lo fanno.
Chi lo fa è come una bussola in questa società impazzita.
Grazie a Don Elia e a Maria che lo pubblica

Anonimo ha detto...

https://www.lanuovabq.it/it/il-sacrificio-entra-in-scena-al-festival-di-sanremo

Il "sacrificio" entra in scena al Festival di Sanremo
EDITORIALI07-02-2020 Benedetta Frigerio
Sul teatro del politicamente corretto sale un rapper che colpisce Amadeus per la sua voglia di combattere pur inchiodato alla carrozzina con la Sla. Il giovane canta un inno alla vita, parlando della bellezza del sacrificio (l'amore dei suoi cari) e del rosario che allontana il diavolo della disperazione. Chi soffre non può non essere rimasto colpito e questo è sufficiente.

Anonimo ha detto...


Rientrare in se stessi per immergersi nel colloquio con Dio.
Difficile ma non impossibile.
Cercare le consolazioni spirituali, che ci aiutano a vivere.
Bello ma anche ingannevole, poiché ci abitua a pensare che
la voce di Dio dentro di noi sia solo quella della consolazione,
della dolcezza interiore, del mistico dissolvimento.
Sono questi momenti rari e che possono farci insuperbire.
La voce divina dentro di noi, quella che veramente ci ammaestra
e ci guarisce è quella della nostra coscienza quando all'improvviso
ci ammonisce severamente, ci mostra le nostre brutture, i nostri
peccati, la nostra miseria morale anche dove non pensavamo ci fosse.
Questa dà la vera consolazione, perché una simile voce può venire
sicuramente solo da Dio, per la nostra santificazione e salvezza:
"perché il Signore corregge colui che egli ama, percuote di verga chiunque
riceve per figlio"(Ebr 12, 6).
T.

tralcio ha detto...

Grazie anche da parte mia, a Don Elia e a Maria.
Ossigeno puro e tanta bellezza: ne ho bisogno, anche per ridonarne.

Anonimo ha detto...

In una società così erotizzata come la nostra, in cui il disordine regna sovrano nelle relazioni tra le persone, serviva davvero, per parlare d'amore, propinare a milioni di italiani una versione pornografica del Cantico dei Cantici, per di più anche in versione omosessuale?
E non basta giustificarsi dicendo che quel cantico è nella Bibbia, perché quel canto significa ben altro e perché nella Bibbia è raccontato anche un altro amore, quello con la A maiuscola, quello di Cristo che muore in croce per la nostra salvezza.
Ma di quello Benigni, chissà com'è, non ne ha parlato.

Anonimo ha detto...

UN DELINQUENTE TEOLOGICO

Ho molto esitato prima buttar giù questa notula sul monologo di Benigni a Sanremo.

Innanzitutto perché si tratta di Benigni e il meglio che si possa fare a proposito di gentaglia simile è tacerne. E ancor più perché il suo accenno al Cantico dei Cantici mi era parso talmente goffo e cretino da risultar facilmente tale a chiunque avesse un minimo di intelligenza delle Scritture.

Mi sbagliavo: leggo oggi, anche su testate cattoliche – così per dire – la celebrazione del prezzolato guitto toscano.
E dunque, per quel che conta e con lo sforzo che provo nel parlare di un delinquente teologico, non mi resta che richiamare l’ovvio. E cioè che il Cantico dei Cantici non è la celebrazione, immanente e carnale, dell’amore fisico. Lo sa anche uno studentello che è entrato al Biblico da dieci giorni. E più ancora, lo sa bene ogni credente, ogni semplice credente che, titolare di alcun titolo accademico, ha fede in Dio e nella Sua parola.

Il Cantico dei Cantici – basterebbe citare rabbi Aqiba e Origene – è stato SEMPRE inteso in senso allegorico. Mai, ed è un mai netto, il giudaismo e il cristianesimo – che ne condividono la collocazione tra le scritture – vi hanno scorto una sensuale o addirittura orgiastica celebrazione del sesso. I tentativi di alcuni esegeti di rinvenirne le radici in un epitalamio cananeo per le nozze del dio Tammuz con la dea Ishtar, si sono risolti in un fallimento. Ma quando pure così non fosse stato, non conta di dove venga un brano letterario. Conta il modo con cui è usato. In questo caso nella Bibbia.

Bene: nel Cantico la Bibbia celebra l’amore di Dio per Israele come un rapporto tra marito e moglie. In età cristiana, Israele diventa figura della Chiesa. Ma i termini della interpretazione non cambiano: l’amore è l’amore di Dio per chi lo adora.

Non a caso, nella Bibbia, l’idolatria è accostata all’adulterio: “Guardati dal fare alleanza con gli abitanti del paese. Diversamente, quando quelli si prostituiranno ai loro dei e offriranno sacrifici ai loro dei, potrebbe avvenire che essi t’invitino e tu mangi dei loro sacrifici, prenda delle loro figlie per i tuoi figli, e le loro figlie si prostituiscano ai loro dei e inducano i tuoi figli a prostituirsi ai loro dei” (Es 34:15,16; cfr. Lv 20:5,6).
E anche in Es 20:5 l’espressione “io, il Signore, il tuo Dio, sono un Dio geloso” manifesta, nella scelta dell’espressione ebraica, il sentimento di gelosia del marito nei confronti della moglie. Ciò suppone che l’alleanza del Sinai è metafora di un contratto nuziale.

Questo è quanto: che un guitto prezzolato di sinistra sputtani i suoi avversari politici anche con i soldi miei, ci sta. È l’Italia. Ma che un delinquente teologico, un bacherozzolo ignorante parli all’Italia in questi termini della Scrittura, è francamente intollerabile.
(Biagio Buonomo)

anelante ha detto...

Non so cosa abbia cantato chi era in carrozzella. Ma avesse anche cantato il Te Deum,l'accostamento all'ambiente sarebbe solo blasfemo ed ermeticamente sincretista,una trappola per allodole.Non ci servono i benigni per Dante o per il Cantico.Troppa benignità nell'assenza totale di benignità

Anonimo ha detto...

Dietro lo schermo di una correttezza pienamente formale si cela il rispetto umano,mortifero. Gesù è riconosciuto dai farisei come veritiero che non guarda in faccia a nessuno, per cui gli chiedono se è giusto il tributo.Trappola.Partecipazione x grazia a ciò che Gesù possiede x natura che richiede collaborazione,il che nell'attuale chiesa eclissante non viene considerata necessaria: tutti salvi a prescindere dal pentimento. Un buon articolo.

Anonimo ha detto...

https://www.youtube.com/watch?v=qvM8p_IsDgc

DIEGO FUSARO ► "BENIGNI A SANREMO: 300 MILA EURO PER TRASFORMARE IL CRISTIANESIMO IN UN GAY PRIDE"

Anonimo ha detto...

La domanda e' : Non hanno altri libri da commentare Benigni , Augias e compagnia bella ?
Una volta , non ricordo chi rispose alla mia domanda : Perche' Gesu' ..vende .
Preghiamo per loro che sono stati redenti ( come noi) a caro prezzo !

mic ha detto...

Cercare le consolazioni spirituali, che ci aiutano a vivere.
Bello ma anche ingannevole, poiché ci abitua a pensare che
la voce di Dio dentro di noi sia solo quella della consolazione,
della dolcezza interiore, del mistico dissolvimento.


E' vero quel che dice Anonimo 12:02
ma mi pare che la distanza da una mera ricerca della consolazione e anche l'antidoto sia già nella consapevolezza espressa nella conclusione dell'articolo:
"Perfino nei momenti di oscurità spirituale, nella penosa esperienza della Sua apparente assenza, il ricordo soavissimo degli incontri già avvenuti comunica forza, stabilità e coraggio tali che nulla al mondo può scuotere radicalmente l’anima, per quanto sofferente. Vale davvero la pena, dunque, che tu entri ogni giorno con la meditazione nella tua stanza, dove abita il tuo Diletto, ragione del tuo esistere e pienezza di ogni tua buona aspirazione".

Valeria Fusetti ha detto...

Anonimo delle 13,55 "Preghiamo per loro che sono stati redenti (come noi !) a caro prezzo." Il Sacrificio di Cristo è grazia sufficiente per tutti, ma non tutti lo accettano. Pur non avendo seguito il Festival ne ho sentito, e letto, a sufficienza per averne un' idea. E da questa ricavare un' idea dell' accoglienza del Sacrificio di Cristo. Redenti i vari Benigni, Fiorello e simili ? Se è dai frutti che si può trarre un giudizio per il momento non penso. Qui i frutti più che parlare urlano ! E tra questi "simili" metto anche i "pastori del gregge" che avrebbero dovuto tuonare ed invece, come ormai troppo spesso, hanno lasciato che la sensibilità dei "piccoli", che nasce dall' amore e rispetto per il Signore, venisse ancora una volta calpestata e dileggiata. Che dei guitti da strapazzo, simili per statura culturale e morale ai soldati che hanno torturato, ridicolizzato e sputato in faccia a Nostro Signore, facessero una immonda caricatura della Sua Parola senza la più piccola protesta da parte dei sedicenti pastori, e reali lupi, induce a pensare che chi tace acconsente. È questo silenzio che, a mio parere, è molto più scandaloso, e offensivo, soprattutto ricordando che, quando esplose la rabbia islamica per un oltraggio al loro profeta, si seppero trovare parole comprensive per questo sdegno. Oggi nulla. VERGOGNA !VERGOGNA ! VERGOGNA !

Anonimo ha detto...

So che 11 febbraio prossimo, alcune persone andranno in vaticano a manifestare civilmente il proprio dissenso a bergoglio, e a chiedere il ritorno di BXVI, personalmente è più che giustificata la questione e anche da un certo punto di vista apprezzabile, ma oggettivamente potrebbe essere una situazione molto imbarazzante per BXVI che sarebbe costretto ancora una volta a far un operazione che io sinceramente gli eviterei di fare, proprio per non doverlo costringere a prendere posizioni contrarie alla sua stessa persona. Poi una richiesta di rivolere BXVI come papa, attualmente è ridicola, per un motivo molto semplice, prima di tutto la sua salute, ho visto recentemente una foto, che mi ha fatto subito dire che non ha molta vita avanti a se, lo dico con rammarico, ma dall'osservazione delle sue mani cianotiche e la condizione generale, mi ha fatto capire che non ha più la forza di combattere, non era neppure prima un gran combattente, tanto che ha dovuto ed è stato indotto e costretto da potenti nel mondo a cambiare la sua strada e a ritirarsi dal soglio pontificio, cosa che la S.Madre di Dio come disse nella profezia della Beata A.K.Emmeric disse, "pregate perchè non lasci Roma" ed invece la profezia si è manifestata in pieno, altro che i falsi e ruffiani veggenti di Medjugorie, vanno dicendo falsità. Ora pretendere di farlo tornare ad essere nuovamente Re a pieno titolo, è semplicemente un assurdità, la recente questione del libro che tanti grattacapi ha creato, ha fatto capire a tutti, che come pontefice oramai è ha perso di potere, lo hanno addirittura rilegato e spogliato del titolo di Papa Emerito considerandolo ne più e ne meno di un semplice vescovo, per cui pungolarlo a tornare è semplicemente assurdo, è solo un atto di stima e di fiducia che una parte del popolo ha ancora in Lui, ma potrebbe essere anche un motivo ancora di più di scontro e di ire da parte di Bergoglio e una presa di posizione di BXVI contro voglia, contro chi lo desidera come capo della Chiesa. Per cui vi chiedo lasciate stare, perchè tanto non si concluderà nulla. Invece pregate per Lui, per la sua anima.

Anonimo ha detto...

"Bergoglio:"Dio non è Mandrake e non ha la bacchetta magica." Se Dio non è onnipotente allora non può essere Dio. Bergoglio ha negato il principio fondamentale del cristianesimo. Bergoglio non sta parlando a nome di Cristo. Sta parlando a nome di Soros".
Cesare Sacchetti

Catholicus ha detto...

Come il clero tradisce Gesù Cristo secondo Francesco Lamendola:
“…sebbene Bergoglio abbia affermato che Giuda è probabilmente in cielo, perché essendosi pentito, certamente Dio lo ha perdonato, tutti i teologi e i Padri della Chiesa hanno invece espresso l’opinione che Giuda sia morto suicida portando con sé, nella tomba, il peso di un peccato incommensurabile, del quale non si era pentito nella maniera giusta, cioè accettando il perdono di Dio. Sia come sia, perfino uno dei Dodici ha tradito Gesù Cristo, col quale divideva il pane e intingeva il boccone nel medesimo piatto: perché ci si dovrebbe meravigliare se oggi dei membri del clero, anche di posizione molto elevata, seguitano a tradire Cristo? Non lo tradisce forse padre Sosa Abascal, affermando che il Diavolo è solamente un simbolo del male, privo di esistenza personale? Non lo tradisce Bergoglio, quando dice che il Padre fu ingiusto con suo Figlio, consegnandolo alla Passione e alla Morte? Non lo tradisce monsignor Paglia, esaltando quale modello di altissima spiritualità Marco Pannella, e non Gesù Cristo? Non lo tradisce monsignor Galantino, quando afferma, mentendo, che Dio risparmiò la città di Sodoma? Non lo tradisce Enzo Bianchi, quando definisce Gesù un profeta che narrava Dio agli uomini, e non come il Figlio del Dio vivente? Non lo tradisce monsignor Parolin, quando, abusando del suo ruolo e della veste che indossa, intima allo Stato italiano di accoliere qualsiasi straniero, mentre il Vaticano non ne ospita neppur uno? Non lo tradisce il cardinale Bassetti quando si mette a patrocinare una grande alleanza col partito che sostiene aborto, eutanasia e unioni omosessuali, pur di sbarrare la strada ai sovranisti e ai populisti? Che c’entrano queste cose col Vangelo? E non tradiscono Cristo quei preti che aboliscono il Credo dalla Santa Messa, perché non ci credono; che aboliscono la Messa medesima, per rispetto dei migranti, come se fosse cosa loro; che cantano in chiesa Bella ciao al termine delle funzioni? E non lo tradiamo per viltà tutti noi, come san Pietro nel cortile del Sommo Sacerdote, allorché, davanti a tali cose, restiamo inerti e facciamo finta di nulla?”
http://www.accademianuovaitalia.it/index.php/cultura-e-filosofia/teologia-per-un-nuovo-umanesimo/8403-affrontiamo-il-nemico

Uno sfogo da Fb ha detto...

Papa Francesco, non glielo permetto! Lei non può offendere me e con me milioni di persone; lei non può decidere quale sia l'unica lingua con cui dobbiamo insegnare la religione ai nostri figli; lei non può imporre a nessuno la sua stessa ignoranza; lei non può far passare per falsi credenti coloro che hanno studiato; lei non può esprimere giudizi temerari affermando che chi conosce l'ortodossia cattolica non sa aiutare gli altri.

Non glielo permetto! E' lei l'ideologico prevenuto; è lei che perseguita i veri cristiani; è lei che rinnega il fatto che Dio è "l'Essere perfettissimo Creatore e Signore del cielo e della terra" e che, come proclamiamo nel Credo, è Onnipotente. Altro che Mandrake!

E non usa la bacchetta magica, certo, usa la forza dello Spirito Santo che io invocherò perché la converta.

E chi non è d'accordo con questa mia intemerata, cancelli pure i suoi like ed esca da questo profilo senza farvi più ritorno, perché di stolti e di gente che crede più ad un uomo che a Dio non so che farmene.

Anonimo ha detto...

A partire dal 29 novembre p. v., prima domenica d'Avvento, diventerà obbligatorio l'uso liturgico delle traduzioni innovate del Padre Nostro e del Gloria. il Padre Nostro prevede che l'invocazione "Non indurci in tentazione" venga sostituita con la formulazione "Non abbandonarci alla tentazione". Per il Gloria al posto di "Pace in terra agli uomini di buona volontà" si dirà "Pace in terra agli uomini, amati dal Signore"...
La protestantizzazione del cattolicesimo.
Il fumo di Satana si diffonde nella Chiesa.
Sed non prævalebunt!!!
Pietro - Salerno

Anonimo ha detto...

Sul Pater : falso dire non abbandonare; Dio non abbandona mai, sempre l'uomo abbandona col peccato, quindi è una contraddizione. Amati del gloria sono solo quelli di buona volontà: devono sperperare i soldi forse?

Anonimo ha detto...

Anonimo 7,18.Mi permetta di dirle che il suo commento non lo trovo buono,se vanno da Bergoglio a dire che vogliono Benedetto lasci che vadano.Lei da come scrive crede solo all'utile umano e sbaglia.Quanto a Medjugorje con la pubblicità contro ed armi spuntate di falsità, si può solo dire che se non fosse da Dio sarebbe già crollata,ma non è. Nessuno la obbliga a credere ma eviti i giudizi temerari,sono peccato grave.

Anonimo ha detto...

Catholicus.Giuda è dannato,lo dice Gesù. Peccato contro lo Spirito Santo è disperare di essere perdonato,non è andato alla Croce

Da Fb ha detto...

Copio e incollo da Luca Di Fazio

"Ricordate la favola de “il Re è nudo?”, beh la Chiesa Cattolica sta vivendo una simile narrazione.

Da quando Bergoglio ha vinto le elezioni ogni tanto ne spara una per vedere le reazioni... o meglio per costatare la paralisi delle anime.

Ovviamente c’è chi si inalbera (pochi), c’è chi è silente (molti) e poi ci stanno quelli che analizzano e si trastullano osservando e plaudendo a un papato user friendly.... simpatico e battutista... insomma: il Papa della porta accanto, quello acqua e sapone....ed anche un po’ cartoon.

Ma andiamo a cercare di capire il motivo di tutto ciò: la sua strategia è quella di delegittimare una istituzione, abusando della forza che essa stessa, invece, ha proprio in ragione della sua tradizione e della solidità del passato... insomma, in forza proprio di ciò che si ha intenzione di demolire.

Quella “veste bianca” lo impone sulla scena mondiale ed appunto nessuno ha ancora avuto il coraggio di esclamare: “il Re è nudo!”

Tutto questo per rinnegare sia il suo ruolo, sia la sua legittimazione.
Sbaglia chi dice che lui non è papa, perché dirlo implica una facoltà che non è attribuita al fedele semplice o al commentatore...bensì all’istituzione della Chiesa Cattolica. Che tace perché di lui ostaggio.

Per questa ragione è lui stesso che afferma - con fatti, parole e simboli - cosa crede di se stesso e del proprio ruolo. Finanche della propria legittimazione.
Lo dice in modo criptico, con messaggi indiretti. Ma lo dice.
Quali sono? Non ve lo dico.... sappiate cercarli, ci sono! Ci sono!

Perché lo fa? Non per noi, ne’ per la Chiesa. Lo fa per se stesso. Perché sa che quando sarà convocato dal Vertice, e gli sarà chiesto il rendiconto (come a tutti), potrà dire: io sono stato coerente... neanche ho occupato il palazzo Apostolico.... sono gli altri che non hanno compreso.... (ricordate ancora la storia del titolo “Vescovo di Roma”?).

Lo hanno individuato per svolgere una certa opera, ma lui sa quanto è rischioso tutto ciò per la salvezza della sua anima.
Da formalista gesuita è un maestro della parola e della retorica.
Dio Padre potrà apprezzarne l’astuzia - che abbonda soprattutto fra i figli delle tenebre - ma terrà conto delle ferite che avrà inferto alla Chiesa di Cristo e dei danni che avrà fatto ai tanti fedeli che hanno bisogno di un Pastore saldo e sicuro, punto di riferimento, e non di chi è pronto a giustificarli nelle debolezze umane, rassicurandoli senza una ragione, disorientandoli e disperdendo il gregge sulla falsa certezza di essere entrati nell’era di un cristianesimo adulto o maturo, che altro non è che un’autoassoluzione collettiva priva di fondamento e riferimenti. In un concetto: un’autodeterminazione dell’uomo che altro non è che la versione aggiornata dell’originaria ribellione a Dio".

Anonimo ha detto...

CHIESA IN USCITA (DI SENNO)

"Difende a spada tratta la comunione al presidente argentino, abortista e convivente; e difende le offese a Trump durante un convegno da lui organizzato. Sono solo gli ultimi misfatti di monsignor Marcelo Sanchez Sorondo, argentino, cancelliere delle Pontificie Accademie delle Scienze e delle Scienze sociali. Gli ultimi di una lunga serie."

Vedere anche:

> L’abortista Jeffrey Sachs usa il Vaticano come tribuna anti-Trump

https://www.aldomariavalli.it/2020/02/06/labortista-jeffrey-sachs-usa-il-vaticano-come-tribuna-anti-trump/amp/

> Riecco Jeffrey Sachs in Vaticano. Verso la “soluzione finale” per il problema educativo?

https://www.aldomariavalli.it/2020/02/06/riecco-jeffrey-sachs-in-vaticano-verso-la-soluzione-finale-per-il-problema-educativo/amp/

Anonimo ha detto...

ore 13,06,sbaglia chi dice che non è Papa? ( Ovvero non è Vicario di Cristo.) Spetta alla Chiesa di Dio affermare ciò? E noi non siamo Chiesa? A me risulta che il fedele che è Chiesa, anche se non Gerarchia, deve giudicare solo questo: se è Vicario di Cristo o no, se lo è tace, se non lo è non tace. Certe posizioni servono solo a rinviare alle calende greche ciò che urge sempre in ogni tempo: la salvezza delle anime, che non si ottiene obbedendo ai padroni della massoneria illuministica e gnostica.

mic ha detto...

Anonimo 9:30
Abbiamo detto e ripetuto fino alla nausea che possiamo in coscienza maturare una convinzione personale. O, più prudentemente, avere perplessità. Ma:
1. Non abbiamo l'autorità per pretendere che sia vera e tutti la condividano
2. Si tratta in ogni caso di questione complessa, peraltro inedita, mai ben codificata canonicamente e teologicamente. E dunque non liquidabile con battute apodittiche.