Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

sabato 17 marzo 2012

Stiamo lottando con Roma, oppure, se volete, contro Roma, e al tempo stesso siamo con Roma. E noi affermiamo e noi continuiamo a dire che siamo cattolici.

Il cattolico ha il pregio, conosciuta la Verità, di perseverare per la Via intrapresa. Aspettando un comunicato da Menzingen che presto, ne sono sicuro, verrà. Mi permetto di riportare parte dell'Omelia di S. E. Mons Fellay pronunciata il 2 febbraio scorso, se vogliamo rasserenare così gli animi più sensibili.
"Non siamo un gruppo indipendente. Anche se stiamo "lottando" con Roma, siamo ancora, per così dire, con Roma. Stiamo lottando con Roma, oppure, se volete, contro Roma, e al tempo stesso siamo con Roma. E noi affermiamo e noi continuiamo a dire che siamo cattolici. Noi vogliamo rimanere cattolici. Molte volte ho detto a Roma, tentate di buttarci fuori. E vediamo che forse sarebbe molto più facile per noi restare fuori... Avremmo tanti altri vantaggi. Saremmo trattati molto meglio! Guardate i protestanti, come si aprono le chiese per loro. Per noi, si chiudono. [Per chi non l'avesse capito Mons. Fellay fa solo dell'ironia... ndt] E noi diciamo, non fa niente. Facciamo le cose di fronte a Dio. Soffriamo dalla Chiesa, perfetto. Non ci piace, naturalmente. Ma dobbiamo stare lì nella Verità.

E dobbiamo ribadire che noi apparteniamo alla Chiesa. Siamo cattolici. Noi vogliamo essere e vogliamo rimanere cattolici, ed è molto importante ribadire ciò. E' anche importante che alla fine non sognamo una Chiesa cattolica che è solo un frutto della nostra immaginazione, ma che non è più quella di oggi. E' con quella di oggi che abbiamo problemi. Questo è ciò che crea ancora più difficoltà: proprio il fatto che abbiamo dei problemi con essa. Questo non ci permette, per così dire, di chiudere la porta. Al contrario, è nostro dovere andare continuamente lì, bussare alla porta, e non chiedere se possiamo entrare (perché vi siamo già dentro), ma pregare perché si convertano, perché possono cambiare atteggiamento verso di noi e tornare a ciò che ci fa Chiesa. Si tratta di un grande mistero, non è semplice. Poiché allo stesso tempo dobbiamo dire, sì, noi riconosciamo questa Chiesa - è quello che diciamo nel Credo, credo nella Chiesa cattolica - in modo da accettare che ci sia un Papa, accettare che ci sia una gerarchia, noi accettiamo tutto questo".

8 commenti:

bernardino ha detto...

I primi Cristiani hanno dovuto lottare per la loro fede dando la loro vita e il loro sangue. Oggi dopo duemila anni dobbiamo ancora lottare per mantenere la nostra fede ed il nostro credo, ma non contro l'impero romano, ma contro un altro impero che non crede piu' in Cristo. Siamo pronti a lottare per mantenere in piedi e viva la Una e Santa contro tutto e contro tutti (che significa satana). La Chiesa nel tempo ha superato molte peripezie, ma sostenuta dallo Spirito Santo l'ha sempre superate, perche', se anche satana si nasconde con ogni mezzo e usa qualsiasi stratagemma, Cristo e' il piu' forte e mettera' alla sbarra chiunque cerca di ostacolare la Sua Chiesa. Questo vale per chiunque sia della gerarchia ecclesiastica che fuori.

Anonimo ha detto...

Caro Don Camillo,
immagino che ai castelli il romani il clima sia sereno della serenità che, nel Signore, accompagna ogni realistica consapevolezza che porta a scelte anche dolorose ma necessarie.

La situazione è davvero complessa e l'accaduto di Ajaccio - che ormai abbiamo ben chiaro nelle sue dinamiche sotterranee e più evidenti - la riflette, proprio in un momento così delicato e importante.
E, oggi più che mai preghiamo per la Fraternità, per i suoi fedeli, per Mons. Fellay, che ha l'arduo e delicato compito di gestire le anime contrastanti della sua comunità ed è chiamato a prendere una decisione che rischia, in ogni caso, di provocare all'interno della Fraternità divisione o perdita di fedeli.

Perché sembrerebbe evidente, salvo un miracolo, che se egli deciderà per il sì, i più intransigenti forse non lo seguiranno; se deciderà per il no, potrebbero lasciare la Fraternità coloro che ritengono protrarsi troppo a lungo questa situazione di separazione, di disunione, di pastorale non canonicamente riconosciuta.

Che la nostra Madre Santa e Benedetta ispiri Mons. Fellay!

Che egli sappia che, anche se l'ostilità è grande e assume diverse forme, siamo in molti a pregare perché la ferita, che è di tutta la Chiesa, sia finalmente sanata!

don Camillo ha detto...

Alla luce di questi nuovi fatti, sì! don Mercury ha fatto un macello! E' proprio vero che la strada dell'inferno è lastricata dalle buone intenzioni!
Tanto peggio tanto meglio... per tutti!

Stefano78 ha detto...

Per non arrivare al punto di rottura, S.E. Mons Fellay dovrebbe ragionare, evangelicamente, con intelligenza e sagacia. Non è vero (ripeto: non è vero!) che se si usasse intelligenza e un pizzico si furbizia si derogherebbe PER FORZA alla Verità! In realtà la richiesta della S. Sede e la risposta della SPX vertono su OSSIMORI! Non ci sarebbe nemmeno bisogno di questa "accettazione"! Basterebbe il CREDO e la dichiarazione di fedeltà al Papa e al Magistero. Cosa che Mons. Fellay già fa... Il discorso sul Vaticano II è tirato fuori per far naufragare tutto... Ma in realtà se Mons. Fellay accettasse un po' di sano PRAGMATISMO (invocato indirettamente anche da de Gallareta...), infischiandosene dei riottosi e sedevacantisti che ha in seno, allora il problema sarebbe risolto!

Non c'è nessuno ostacolo, tra l'altro OGGI che le cose sono diverse dal 1988, a che la SPX ACCETTI anche quel preambolo (di preambolo si tratta, NON DI UNA PROFESSIONE DI FEDE) senza modifiche! E' un preambolo "fumoso", ma lo è apposta! Perchè è stato frutto di mediazione e di compromesso tra chi li vuole dentro e chi no! Ma, io dico: che gliene importa a Mons. Fellay? Ci sono delle "basi" su quel preambolo che permettono a Fellay di rimanere quello che è! Perchè sono le basi del Magistero stesso, che ammette diversi gradi... In cui il Vaticano II è identificato come non dogmatico e discutibile. Da leggere nella Tradizione. Dunque? CHE PROBLEMA CI SAREBBE? Quale ostacolo insormontabile?

Purtroppo è del Mons. Fellay, ora, la responsabilità del futuro della SPX. QUello che deciderà sarà sua responsabilità. In Bene (sistemandola canonicamente) o nel male (accettando DI FATTO il SEDEVACANTISMO e per questo chiamandosi fuori realmente dalla CHiesa. Facendo felici tutti quelli che FALSAMENTE si mostravano "tolleranti" e "speranzosi", con la volontà intima di ELIMINARE la SPX)..
Per questo preghiamo per lui..

Stefano78 ha detto...

Perché sembrerebbe evidente, salvo un miracolo, che se egli deciderà per il sì, i più intransigenti forse non lo seguiranno

Mi verrebbe da dire: e chiessene importa! SE NE VADANO PURE...

Marco Marchesini ha detto...

C'è un documento molto importante della Santa Sede che spiega esattamente fino a che punto è permessa la critica teologica agli asserti del Magistero non infallibili, solo autentico:

http://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/documents/rc_con_cfaith_doc_19900524_theologian-vocation_it.html

Invito tutti a leggere i punti che vanno dal 24 al 31 compresi. Proprio questi punti fissano dei paletti ben precisi di critica teologica ad atti di Magistero non infallibili.

Se mons. Fellay affermasse di accettare il Magistero supremo ed autentico del Concilio Vaticano II rivendicando la stessa libertà di critica dei punti non infallibili nella misura in cui è permessa dal suddetto documento, non ci sarebbe nessun problema alla riconciliazione.

Da parte di Roma però si potrebbe anche procedere alla dimostrazione razionale, rigorosa, teologia e apologetica della continuità sostanziale del Magistero visto che ormai è un dato di fatto che questa è la posizione della Santa Sede.

Marco Marchesini

don Camillo ha detto...

Non è vero (ripeto: non è vero!) che se si usasse intelligenza e un pizzico si furbizia si derogherebbe PER FORZA alla Verità!
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Stefano, questa è una tentazione! La Chiesa conciliare ci ha abituati a camminare tra luci e ombre, ma per fugare TUTTE le ombre ora c'è bisogno più che mai che qualcuno faccia brillare la Luce del rigore teologico e lo splendore filosofico del Principio di identità e di non contraddizione!



Se mons. Fellay affermasse di accettare il Magistero supremo ed autentico del Concilio Vaticano II rivendicando la stessa libertà di critica dei punti non infallibili nella misura in cui è permessa dal suddetto documento, non ci sarebbe nessun problema alla riconciliazione.
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Marco, accettare cosa? Quali asserzioni del magistero autentico del Vaticano II? Nell'anno della Fede si saremmo aspettati che il Papa (sotto la spinta di Mons. Gheradini) enunciasse queste asserzioni, in continuità con la Tradizione, ma fino ad ora TUTTO del fantastico Concilio è BUONO, TUTTO E' SANTO, la crisi non c'è, i lefebvriani sono esagerati... va tutto bene!

La domanda da porre al Santo Padre è questa: accettando il pronunciamento post-Conciliare, l'unico e il solo irreformabile del postConcilio della non possibilità dell'ordinazione delle donne, si è cattolici e romani oggi se si professa la liturgia e la Teologia e l'ecclesiologia professata e celebrata dalla Chiesa Cattolica nel 1952?

Marco Marchesini ha detto...

Oltre a quello c' è anche quello contenuto nella "Evangelium Vitae" del fatto che è sempre immorale l'uccisione della vita umana innocente.
Sono solo questi due i pronunciamenti chiaramente infallibili del post-Concilio.

Accettare cosa?
Accettare che il Concilio Vaticano Secondo è il 21 Concilio Ecumenico, espressione del Magistero supremo della Chiesa, come ha detto anche mons. Gherardini. Accettare gli insegnamenti che riprendono con esattezza quello dei Concilii precedenti.
Questo però non vuole dire che sia tutto il Concilio infallibile e che non si possa muovere le dovere critiche ad alcuni asserti.

Marco Marchesini